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BEL_BELGOROD DOMINO HOUSING - AMA / ARCHITETTO MATTEO ASCANI, Alexsandr Rinolfi, Ammar Yasser, Carla Josefa Alagna, Caterina Murri, Einar Kajmaku, Juan Civera Yerpes, Matteo Trebbi, Novella Palandrani, Serena Terenzi, Riccardo Trevisan

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GENERAL URBAN CONCEPTDOMINO is a significant and visually exposed location set in the Belgorod city center, enhances its position within the city of Belgorod, becoming a multitask area who mixes fun, culture, shopping and outdoor activities in a new green landscape. It will be a new gravity center, changing its nature of forsaken landscape in a new green area; a big open green space is located in the central area around the kindergarden, who becomes the pulsing heart.

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COMMUNICATION SCHEMES The parking is developed on two underground floors; the first level of parking have public commercial function and the second one is reserved to residential; the parking entrance is on Uliysa 50 street from the parking there is a direct connection different lifts divided for different uses: commercial on the main ground floor, one for resident and another lift system for offices.

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DESCRIPTION OF SPACE ALLOCATION, FUNCTION- AL AND SPATIAL RELATIONSHIPS The project consists of a mix of commercial and housing, which will create a varied use and activity in the area throughout the day. An open and active ground floor with extroverted functions, such as shops and restaurants, will ensure a place with a lively and public atmosphere. The commercial area is moulded to create a continuos shopping system in the ground floor and the first floor becoming the link between Prospekt Bodgdana Khmelniskogo and the inner green court. The distribution inside tries to mix the typical block structure, with retail shops in the bottom, who dialogues on the main roads outside.

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ELABORATION ON SOCIAL, ECOLOGICAL AND ECONOMIC SUSTAINABILITY Domino block wants to create a social textile to re- inforce the friendship neighborhood, and creates the possibility to live in a green area well served with public services, shops, and recreational area plunged in the green.

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Flat in Posillipo hill - Annamaria Giangrasso

Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate - Claudio Desteghene, Angelo Ledda, Pasquale Conzinu, Alberto Meloni

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Oggetto del concorso era l’elaborazione a livello di masterplan del progetto di riconversione del sito industriale di via Marconi (Seriate, Bg) di proprietà della Mazzoleni S.p.A., sito con superficie territoriale di ca. 30 mila mq, che ha subito un processo di dismissione durato anni e conclusosi al termine del 2012 con lo spostamento degli ultimi uffici amministrativi. Nei comparti limitrofi sono stati realizzati alcuni interventi che hanno previsto l’inserimento di nuove volumetrie all’interno di aree verdi che fungono da spazi collettivi di raccordo tra gli edifici. Questi comparti, di fatto, cingono l’area di progetto e nel complesso presentano una frammentarietà del disegno urbano.

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Ingresso alla grande corte

Il progetto proposto prevede un parco che occupa la dimensione dell’intera area, che ha il compito di “radunare” i vari comparti e i relativi spazi pubblici, dentro il quale inserire la nuova volumetria, caratterizzata da un impianto che possa sostenersi autonomamente, anche laddove qualcuno degli interventi non venga a realizzarsi o venga ripensato nel tempo. Un impianto volumetrico che possa idealmente essere letto nella logica di una “preesistenza”, capace di scambiare con gli interventi esistenti e determinare quelli futuri. Caratteristica del parco dovrà essere quella di “radunare” i diversi comparti, ridisegnando l’area complessiva, connettendosi e talvolta potenziando i percorsi esistenti, senza che venga pregiudicata l’autonomia degli edifici residenziali e di uso privato. Si tratta di un grande parco pubblico collegato al Teatro, agli impianti sportivi e alle attività esistenti e future localizzate lungo il fiume Serio.

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Analisi Urbana

A disegnare un parco è un pattern costruito su una griglia che procede nord-sud, secondo l’orientamento del tessuto urbano dato dal cimitero, la cui flessibilità potrà consentire modifiche eventuali nelle fasi successive al progetto. Con la stessa logica compositiva del parco trovano spazio aree parcheggio, piccoli padiglioni di servizio e di appoggio al parco che l’Amministrazione Comunale può affidare in gestione a privati. Alcune “dune” di altezza e forma variabile separano i diversi comparti, oppure i parcheggi e i percorsi carrabili da quelli ciclo-pedonali. Superando i limiti dall’area di intervento si suggeriscono un progetto di “orti urbani” lungo il fiume e il ridisegno della piazza-parco tra il fronte del Teatro e quello della Piscina Comunale. Con l’abbattimento dell’edificio di ingresso esistente, lo spazio pubblico del parco si apre sulla via Marconi, consentendo la penetrazione della via all’interno dell’area, sia fisicamente che visualmente.

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Planivolumetrico

Si trova qui un edificio di “testata”, primo elemento della serie di edifici lungo la via Marconi che per la sua posizione e per la necessità di segnare l’ingresso al parco è orientato perpendicolarmente alla strada. Si tratta di un edificio di 9 livelli, prevalentemente ad uso residenziale, ad eccezione del piano terra destinato ad uso pubblico o semi-pubblico.

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Vista aerea

La volumetria è concentrata in un unico corpo di fabbrica, un “fatto urbano” concluso e autonomo nel suo funzionamento programmatico e spaziale, costituito da un volume prevalentemente a due livelli che recinta una grande corte centrale. Gli assi geometrici generatori che si ritrovano nella villa Ambivoli e il Cimitero, e che sussistono in parte del comparto A e nelle iniziative in fase di attuazione a Nord, determinano sia il disegno del parco pubblico sia l’impianto del nuovo edificio principale. Il pian terreno si adatta al contesto più prossimo, aprendosi e talvolta deformandosi per consentire che il parco urbano, sopra il quale la volumetria è poggiata come un “tavolo”, penetri al suo interno contribuendo a definire il disegno della corte centrale.

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Modello lato nord-est

Se a livello orizzontale due grandi portali consentono la penetrazione del parco all’interno dell’edificio – analogamente a quello che avviene per il vecchio edificio di ingresso- a fare da contrappeso alle lunghe linee orizzontali dell’edificio, è una torre ad uso direzionale nell’angolo sud-est, già visibile a chi percorre la via Marconi.

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Modello lato sud-ovest

Oltre a istituire un dialogo in senso diagonale con la ciminiera della via Giussano e almeno virtualmente essere il punto finale dell’asse del cimitero – appena prima che l’orientamento della maglia urbana segua definitivamente quello della via Marconi – la torre si configura come un nodo centrale rispetto al parco, connotato da una forte carica iconica. Spazialmente risolve la rotazione verso il Teatro e l’asse di collegamento al fiume. Nella corte interna convergono i tre assi di collegamento principali: la via Marconi che penetra in senso trasversale, l’asse viario di collegamento al fiume e infine la strada nella quale si attestano Teatro e Piscina comunale, prolungato ora fino al limite dell’isolato.

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Ingresso al parco da via Marconi

Per questo motivo il pian terreno del prospetto sud deve subire una deformazione per far confluire i due percorsi nel secondo “portale” di ingresso. E’ proprio in questo punto che avanza un corpo ad uso ricettivo (bar o ristorante) aperto sul parco e orientato rispetto al Teatro, unica eccezione concessa alla forma pura dell’edificio. Le coperture dei corpi di fabbrica definiscono un quinto prospetto, trasferendo una “quota di parco” all’ultimo livello. Nel merito dell’organizzazione programmatica dell’edificio si è scelto di evitare la specializzazione dell’edificio, mantenendo basso all’interno del complesso principale il quantitativo destinato all’uso residenziale, privilegiando gli spazi pubblici e semi-pubblici, commerciali e direzionali. Al pian terreno sono organizzati gli spazi commerciali con relativa galleria, una ludoteca e il pian terreno della torre direzionale che può essere destinato ad un uso anche commerciale (showroom, ecc.).

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La grande corte dal portico

In prossimità degli angoli dell’edificio, due patii con due diversi sistemi di risalita, conducono ai ballatoi del piano primo che consentono di accedere alle residenze affacciati sulla grande corte. Le abitazioni sono di tre tipologie distinte per organizzazione e dimensioni. La corte-giardino di pertinenza esclusiva delle abitazioni garantisce alle abitazioni una dimensione rivata, in netta contrapposizione alla dimensione collettiva degli spazi esterni. La torre direzionale, i cui spazi interni ruotano intorno ad una corte centrale percepibile fin dall’ingresso al pian terreno, procede per i piani successivi.

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La grande corte e la torre di uffici

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La torre di uffici e il ristorante sul parco

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Prima corte di risalita ai ballatoi superiori

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Ingresso al parco dal versante sud-ovest

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Seconda corte di risalita ai ballatoi superiori

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Ballatoio di ingresso alle residenze

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Giardino residenza tipo

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Interno residenza tipo

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Pianta piano terra

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Piante piani superiori

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Sezioni torre d'uffici-corte d'ingresso

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Vista aerea notturna

Casa Masetti dall'Asta - Alessandro Parisotto

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Restauro di un edificio annesso al Palazzo Berghinz sito in Via Superiore 1 a Udine per la realizzazione di due unita abitative ad uso residenziale e terziario.

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Facciata lato nord

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Facciata ovest

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Ingresso nord

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Particolare facciata ovest

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Muratura interni

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dettaglio murature

taichung city cultural center - Agostino Marinoni, Roberto Perego

Concorso di idee per la riqualificazione dell’area dismessa della vecchia stazione ferroviaria a Cividale del Friuli - BARBARA TENTOR, PAOLO AVIAN, Alessandro Zorzet

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L’intento progettuale è stato sin dall’inizio quello di voler ricreare un’area che per la sua ubicazione e funzione funga quasi da unione tra il vecchio (rappresentato dal centro storico) e il nuovo (rappresentato dall’area di espansione a nord). La volontàè quella di ridare alla zona una sua forte identità, attualmente smarrita, creando delle nuove aree pubbliche al di fuori del centro storico. La proposta progettuale prevede l’inserimento di nuovi spazi urbani, di nuovi usi sia culturali che di ritrovo tali da rendere questa zona il nuovo centro urbano di Cividale. Partendo dalle richieste del concorso che prevedevano una particolare attenzione al rapporto che si genera con le aree limitrofe e da un’analisi del contesto esistente, sono stati individuati 3 assi principali di collegamento: uno di unione tra l’area di progetto e la nuova stazione ferroviaria con annessa autostazione, uno di collegamento con il nuovo polo direzionale a nord, ed un terzo asse derivante dal prolungamento di via delle Scuole Elementari. Proprio lo studio degli assi è stato fondamentale per la scelta del posizionamento del museo e l’individuazione degli spazi pubblici, delle aree calpestabili e del sistema delle aree a verde. Nel complesso progetto ha cercato di regolarizzare le diversità presenti nell’area tenendo conto delle relazioni tra i vari elementi urbani ed implementando il sistema integrato di mobilità lenta, del sistema a verde e delle aree attrezzate della Città. Partendo dall’area del museo si individua chiaramente una gerarchia fra gli spazi esterni che generano un nuovo sistema di piazze e percorsi integrati perfettamente con il contesto già esistente e che rafforzano l’identità urbana dell’intera area.

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Vista prospettica piazza antistante il museo

L’area principale di intervento è stata così suddivisa in due zone: una dedicata al museo della Prima Guerra Mondiale con annessi spazi pubblici ed un’altra destinata alla realizzazione di parcheggi in superficie come richiesto dal bando viste le esigenze dell’area. Il museo della Prima Guerra Mon-diale si presenta come un volume solido e quasi monumentale in contrasto con una piazza caratte-rizzata dalla presenza di linee morbide a zig-zag quasi a ricordare i tracciati delle linee di trincea. Volutamente questi richiami alle linee di trincea non sono scavati ma bensì in leggero rilievo, con-sentendo così la realizzazione di sedute continue, di elementi di contenimento del verde e diventan-do talvolta dei semplici segni a terra caratterizzati da un uso diverso dei materiali di pavimentazione. Se per quest’area sono state utilizzate delle linee morbide ed avvolgenti, l’area adibita a parcheggio ed annesso viale utilizzano un linguaggio molto più rigido caratterizzato da segni a terra marcati e ben definiti grazie all’utilizzo alternato di diversi materiali legati alla tradizione locale come per esempio le lastre di pietra piasentina e i cubetti di porfido.

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Tav.01 Planimetria generale di progetto e concept

IL MUSEO Il volume architettonico pensato per il museo è un volume rigoroso composto da due parallelepipedi sovrapposti e parzialmente traslati. Nella parte sottostante in corrispondenza dell’asse individuato da via Scuole Elementari, è stato realizzato un ampio passaggio di collegamento tra le aree esterne dei due fronti longitudinali. Planimetricamente l’edificio è a pianta rettangolare, posizionato lungo l’asse est-ovest, si sviluppa su due piani fuori terra con un’altezza massima di facciata pari a ml. 10 , occupando una superficie coperta totale di mq 780 e rientrando così nella superficie coperta massima a disposizione pari a mq 825 ( mq 550 edificio ex stazione ed accessorio + 50%= mq 825 ). Il complesso museale al piano terra è diviso asimmetricamente in due distinti blocchi; alla destra troviamo la parte destinata a bar, così da poter creare sia un piacevole spazio di sosta per i futuri turisti del museo che un punto di ritrovo per i cittadini, alla sinistra è stato invece previsto l’ingresso al museo. Al piano terra del museo troviamo un’accogliente sala reception con una zona relax dove poter chiedere informazioni ed acquistare i biglietti per l’ingresso agli spazi espositivi. Passata la reception si accede ad un ampio atrio di sosta a doppia altezza dove troviamo i servizi igienici, il vano scale e l’ascensore per accedere al piano superiore dove sono stati collocati gli spazi espositivi del museo. Attraversato l’atrio al piano terra si arriva ad uno spazio museale pensato appositamente con una ridotta illuminazione del tipo naturale per poter essere utilizzato per proiezioni permanenti o temporanee a tema. Salendo le scale si arriva alla quota del piano primo, adibito interamente a zona espositiva provvista di pannellature verticali mobili, teche e strutture espositive fisse e dove è stato creato un grande lucernaio in copertura che consente alla luce di entrare nella parte centrale del museo e di creare uno effetto di luci ed ombre appositamente ricercato così da poter simulare in parte la sensazione di chiaro-scuro che si presentava all’interno delle trincee. L’intero fabbricato è in parte rivestito in intonaco tipo marmorino ed in parte in lastre di acciaio corten. In corrispondenza dei fronti nord e sud sono state realizzate due lunghe sedute rivestite in acciaio corten con l’intento di trasformare parte dell’edificio stesso in elemento di arredo urbano e poter essere fruito dalle persone come fosse una normalissima panchina. La facciata posta a Sud si presenta come una grande superficie bianca intonacata. Tale scelta è stata dettata dalla volontà di utilizzare la facciata stessa come un grande schermo su cui poter proiettare film, spettacoli all’aperto, ecc… Per quanto riguarda invece la porzione di fabbricato a destinazione bar è stato utilizzato un materiale di rivestimento diverso rispetto a tutto il resto della struttura. In questa porzione di fabbricato sono state utilizzate delle scaglie di pietra poste all’interno di una struttura metallica ed ancorate alla struttura portante in cemento armato. In contrapposizione alla solidità di tutta la struttura in pietra sono state inserite della ampie vetrate per consentire allo sguardo di penetrare attraverso la struttura stessa e di creare un collegamento visivo tra gli ambienti esterni.

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Piante e prospetti edificio adibito a museo.

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Vista prospettica area est.

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Schema individuazione assi progettuali.

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Vista prospettica lato est museo.

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Planimetria generale museo e piazza antistante con analisi materiali pensati per le pavimentazioni.

Gran Caffetteria Cadorna - Paola Maria Mannucci

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La luce e la stazione sono i temi che ispirano la progettazione per la ristrutturazione dal frequentatissimo locale bar sito a Milano in Piazzale Cadorna a ridosso delle Ferrovie Nord. Pietra e metallo i materiali utilizzati “recuperati” idealmente dai binari della ferrovia; laminal color neve per dare luce al locale giocato sui toni del grigio e del rosso richiamato dalle famose lampade “campari” .

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Gran Caffetteria Cadorna

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Residenza privata - STUDIO G+ ARCHITETTI


"Un lugar en el mundo" - Fernando Mariano Molina León, Juan Carpio, Jose Antonio Rodrigo, Jaime Olivera Quintanilla, Daniel Jiménez Ferrera

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Daniel Jiménez, Jaime Olivera, Juan Carpio, Jose Antonio Rodrigo y Fernando Mariano Molina.

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Estructura de 5 paraboloides hiperbólicos tangentes de tubos de 5m de PVC (cedidos para el evento por el Colegio El Tomillar) unidos por bridas de plástico.

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“Piel” de paneles de 55×55x0,15cm de lámina PET (material con el que se fabrican los envases de los yogures)

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Progettazione geotecnica nuovo ponte stradale - Linda Cortelezzi

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1. SCOPO DEL LAVORO Su incarico della Provincia di Varese – Settore Viabilità e Trasporti – la sottoscritta Dott.ssa Linda Cortelezzi, geologo specialista, ha redatto l’elaborato di competenza geotecnica per il progetto di edificazione del nuovo ponte lungo la S.P. 21 “dei Boschi Ramascioni” in attraversamento del torrente Bozzente in Comune di Cislago ai sensi di quanto prescritto dal D.M. 11.03.1988, successive modifiche e integrazioni. Gli intenti progettuali sono orientati all’edificazione di un nuovo ponte stradale che sostituirà l’esistente per consentire una parziale rettifica del tracciato dell’attuale S.P. proprio in prossimità dell’attraversamento sul Bozzente, per favorire una migliore e più agevole viabilità anche in previsione del futuro incremento veicolare indotto dal costruendo PIP– Piano per gli insediamenti Produttivi – in Comune di Cislago (località C.na Visconta). L’area di progetto si ubica nell’ambito della pianura fluvioglaciale che, al margine Occidentale del Comune di Cislago, risulta solcata dal tracciato del torrente Bozzente avente in questo tratto orientazione e direzione di scorrimento da Nord verso Sud. In considerazione di quanto sopra, la definizione delle caratteristiche geotecniche del terreno di fondazione ha comportato la realizzazione di n. 2 sondaggi geognostici spinti alla profondità di 15.0m dal piano campagna, la cui ubicazione è riportata in ALLEGATO 1. Nel corso delle indagini, sono state eseguite n. 10 prove penetrometriche S.P.T. in corrispondenza di intervalli significativi ai fini progettuali. La campagna di perforazione è stata eseguita in data 7 luglio 2004. Sulla base dei risultati delle prove, delle osservazioni di campagna e delle elaborazioni effettuate, si è pervenuti alla caratterizzazione geotecnica dei materiali costituenti il sottosuolo, alla valutazione della capacità portante e del modulo “k” del terreno. In base a quanto sopra, è stato possibile formulare le ipotesi per la realizzazione ed il dimensionamento di elementi strutturali indiretti.

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foto n. 1 - ponte stradale esistente (2004)

2. INQUADRAMENTO GENERALE2.1 CONDIZIONI GEOMORFOLOGICHE ED IDROGRAFICHE SUPERFICIALI

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foto n. 2 - muro spondale ammalorato (lato idrografico sinistro)

Così come rilevabile dalla CARTA DI INQUADRAMENTO (ALL. 1), l’area di studio si colloca al margine Occidentale della piana fluvioglaciale wurmiana in territorio di Cislago. Tale settore rappresenta il cosiddetto “livello fondamentale della pianura” con al suo interno dislivelli piuttosto ridotti e pendenze medie che non superano valori di 0.25-0.35%. Esso risulta fisicamente separato dal settore maggiormente rilevato di origine rissiana da un terrazzo morfologico disposto secondo la direttrice NW-SE che attraversa il centro abitato di Cislago. L’elemento idrografico fondamentale dell’area in esame è rappresentato dal torrente Bozzente il cui percorso sino all’attraversamento con la S.P. 21 è palesemente rettilineo, a testimonianza dell’origine antropica del medesimo risalente ad una serie di opere di sistemazione idraulica volute da Maria Teresa d’Austria nella seconda metà del ‘700 a seguito di disastrosi eventi alluvionali. Sulla base della documentazione bibliografica analizzata (Comune di Cislago: “Studio geologico di supporto alla pianificazione urbanistica”, anno 2000; Studio idraulico eseguito dal Dipartimento di Ingegneria Idraulica ed Ambientale dell’Università degli Studi di Pavia, commissionato dalla Provincia di Varese) nel tratto torrentizio d’interesse non vengono segnalate problematiche di dinamica idrografica e alluvionale; esse sembrerebbero circoscritte più a valle in prossimità del confine con Gerenzano dove si ubica una vasta area facilmente esposta allo spagliamento del torrente ed a periodici fenomeni di impaludamento. Nello specifico, l’alveo fluviale interessato dall’edificazione del nuovo ponte presenta larghezza sommitale pari a 11.00m e profondità media attorno a 5.10m, mentre il fondo alveo, sulla base dei dati disponibili, viene collocato a -5.80m dall’attuale piano strada. La pendenza longitudinale dell’alveo nel tratto in esame è molto debole anche a causa della briglia costruita a valle dell’attraversamento per limitare l’erosione di fondo e che, nel contempo, determina la deposizione di abbondanti quantitativi di materiali in sospensione. In termini generali si nota lo stato di abbandono e degrado della fascia boschiva contermine all’asta fluviale con locali crolli di alberi che possono incidere sia sull’idraulica del corso d’acqua possibile “effetto diga”), sia sulla stabilità delle sponde. Relativamente alla struttura del ponte esistente, essa non presenta evidenze di ammaloramento connesse ad episodi alluvionali quali erosioni o cedimenti in prossimità delle spalle o dell’impalcato,né sono visibili testimonianze legate all’insufficienza della sezione idrologica (FOTO 1). Al contrario, i muri spondali in mattoni sia a monte che a valle dell’attraversamento risultano parzialmente o totalmente lesionati soprattutto in sinistra idrografica (FOTO 2 e 3). Ciò premesso, le ipotesi dimensionali della sezione idraulica del costruendo ponte dovranno essere verificate secondo le disposizioni del D.M. del 4 maggio 1990 “Norme tecniche per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo dei ponti stradali” e la Circolare del Ministero LL.PP. n. 34233 del 25 febbraio 1991 recante “Istruzioni relative alla normativa tecnica dei ponti stradali” in cui sono contenuti indirizzi e prescrizioni circa il dimensionamento idraulico dei manufatti. In particolare, ai fini della sicurezza della struttura, esso prescrive quanto segue:
  • franco minimo tra quota di massima piena di progetto e quota di intradosso del ponte pari a 0.5 volte l’altezza cinetica della corrente e comunque non inferiore a un 1.00 m;
  • il dimensionamento delle opere di fondazione, lo scalzamento massimo sulle pile e le spalle (scalzamento diretto + modificazioni d’alveo) compatibile;
  • interasse minimo tra le pile adeguato a non provocare fenomeni di ostruzione.

2.2 CONDIZIONI GEOLITOLOGICHE Secondo quanto indicato nella cartografia ufficiale (“Carta Geologica della Lombardia” – Servizio geologico nazionale – 1990; “Carta Geologica d’Italia” – I.G.M. Fogli n. 32 Como e n. 44 Novara -1932), dal punto di vista geolitologico l’area investigata è impostata nell’ambito della zona di transizione tra i depositi ghiaioso-sabbiosi della pianura fluvioglaciale di età Pleistocenica Superiore ed i materiali alluvionali attuali e recenti sabbioso-limosi poco addensati.

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foto n. 3 - particolare della sp. sinistra a monte del ponte

2.3 CONDIZIONI IDROGEOLOGICHE L’idrografia sotterranea dell’ambito in studio è ascrivibile all’acquifero superiore di tipo libero con soggiacenza media di circa 30-35m dal piano campagna. Esso è contenuto nei depositi in facies fluvioglaciale e fluviale contraddistinti da ghiaie eterometriche, sabbie e ciottoli, con sporadiche intercalazioni di livelli conglomeratici e argilloso-limosi privi di continuità laterale, estesi sino a circa 70-100m di profondità. Stante tali condizioni, l’acquifero superiore è soggetto sia ad alimentazione diretta dalle precipitazioni meteoriche, sia a fenomeni di infiltrazione dalla rete idrografica superficiale. Sebbene l’entità di tale apporto potrebbe essere considerevole in occasione delle piene torrentizie, si esclude che l’eventuale innalzamento indotto sul livello freatico possa determinare conseguenze negative sull’opera da realizzare. Ai fini della stabilità del ponte in progetto, si è ritenuto necessario stimare l’entità e le possibili ripercussioni connesse alle acque circolanti in subalveo; a tale scopo è stata prevista l’installazione di tubo piezometrico ed il periodico monitoraggio degli eventuali livelli freatici sospesi.

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all. 1 - ubicazione indagini

3. INDAGINI GEOGNOSTICHE La campagna di indagini geognostiche, volta alla caratterizzazione litostratigrafica e geotecnica dell’area di progetto, è stata articolata come di seguito riportato. 3.1 SONDAGGI GEOGNOSTICI Sono stati realizzati n. 2 sondaggi geognostici ubicati in prossimità delle spalle del costruendo ponte lungo la S.P. n. 21 – Cislago Olgiate O., così come riportato in ALLEGATO 1. Essi hanno comportato una modalità di avanzamento a carotaggio continuo ad andamento verticale e sono stati spinti sino alla profondità di 15.0m. Nel corso dei sondaggi geognostici, sono state eseguite complessivamente n. 10 S.P.T. nell’ambito di intervalli geotecnici significativi; al termine del carotaggio, nel foro S1 è stata inserita la tubazione piezometrica per la misura di eventuali livelli idrici sospesi.

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fig. 4 - spettro di risposta elastico

3. CENNI DI SISMICA A seguito dell’emanazione dell’Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20 marzo 2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e normativa tecnica per le costruzioni in zona sismica”, tutto il territorio nazionale è considerato sismico e classificato in quattro zone a sismicità decrescente. La Regione Lombardia con la D.G.R. n. 7/14964 del 7/11/2003, ha dato alcune disposizioni preliminari per l’attuazione dell’Ordinanza, così riassumibili:
  • Recepimento dell’elenco delle zone sismiche presenti sul proprio territorio di cui all’Allegato A dell’Ordinanza;
  • Lasciare facoltà di continuare ad applicare la classificazione e le norme precedenti sino alla scadenza dei 18 mesi dall’entrata in vigore dell’Ordinanza (indicativamente sino alla fine del 2004);
  • Per la zona 4 (bassa sismicità), disporre che le norme dell’Ordinanza si applichino solo agli edifici strategici ed alle opere infrastrutturali che abbiano rilevanza sia per la Protezione Civile, sia per le conseguenze di un eventuale collasso;
  • Escludere per le zone 3 e 4 la procedura di controllo (Commissioni sismiche) ma disporre che per esse vengano applicate le norme tecniche dell’ordinanza. Agli effetti delle nuova classificazione, i Comuni della Provincia di Varese appartengono nella totalità alla classe sismica 4; in attesa di ulteriori chiarimenti tecnici previsti dall’Ente Regione sull’applicazione della nuova normativa, di seguito si riporta una prima caratterizzazione del sito dal punto di vista sismico secondo le indicazioni contenute nell’Ordinanza.

Classificazione del sito (Metodo previsto dall’Ordinanza 3274)

La Normativa Italiana (Ordinanza 3274), coerentemente con quanto indicato nell’Eurocodice 8,prevede una classificazione del sito in funzione sia della velocità delle onde S nella copertura che dello spessore della stessa. Vengono identificate 5 classi, A, B, C, D e E ad ognuna delle quali è associato uno spettro di risposta elastico. Lo schema indicativo di riferimento per la determinazione della classe del sito è il seguente:

Classe: Descrizione

C* Depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate o di argille di media consistenza, con spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori di Vs30 compresi fra 180 e 360 m/s (15

Stima dell’amplificazione sismica* Le metodologie speditive note in letteratura sono basate sulle caratteristiche litostratigrafiche del sito e sulla stima della velocità delle onde S nei livelli di copertura. Si tratta di metodi di analisi di II livello, secondo la definizione data nel Manuale Internazionale TC4.

Spettro di risposta elastico secondo l’Ordinanza 3274 Per l’area in studio è stato preliminarmente valutato lo spettro di risposta elastico il cui andamento è desumibile dalla figura 4

Malga Fosse, comune di Siror - Passo Rolle - Ignazio Saitta, Hannes Mahlknecht

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Il progetto rappresenta uno studio del limite, una sorta di ridefinizione del contorno del lotto su cui sorge la vecchia Malga Fosse. Si è deciso di sviluppare questa linea di principio al fine di ridurre l’impatto dell’inserimento paesaggistico del nuovo complesso integrandolo con il luogo di assoluto pregio che è il Parco Naturale del Paneveggio.

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Planimtria

Infatti l’inizio del progetto è rappresentato da un percorso fatto da ciottoli, vera e propria soglia che segna il passaggio dalla Strada Statale 50 asfaltata ad una strada costituita da materiale naturale che porta alla piazzola di sosta con posteggi all’aperto o al chiuso, scavati all’interno della montagna per non sottrarre spazio utile all’area circostante la Malga che dista una decina di metri dalla piazzola.

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Profilo

Alla fine del percorso, tramite una piccola rampa che porta su i visitatori e che sembra quasi sollevarli dalla vista del caseificio, si arriva alla nuova Malga.

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Profilo

La nuova Malga Fosse Date le particolari richieste, e la conformazione del territorio su cui sorge la vecchia Malga, si è deciso di non scavare la parte al di sotto la preesistente costruzione, al fine di evitare difficili e costose soluzioni tecniche dovute alla composizione del terreno che secondo la relazione geologica prevede la presenza di strati gessosi. Per questo motivo si è deciso di inserire i posteggi coperti ed i vani tecnici all’interno della montagna, dove il terreno presenta materiali di drenaggio e garantisce un basso impatto visivo sul territorio. Inoltre, per venire incontro alle leggi paesaggistiche vigenti, si è deciso di mantenere inalterata la forma in pianta della Malga, recuperando, mediante ristrutturazione, le pareti in laterizio portante dal pianoterra fino al primo piano, modificando sostanzialmente il tetto, che comunque si presenta in pessime condizioni. Il primo piano ed il tetto verranno completati utilizzando pannelli di legno portanti di tipo XLAM. Le pareti esterne avranno un cappotto termico di 20 cm ed il rivestimento esterno sarà realizzato con tavole di legno prefabbricato. Al pianterreno la Malga presenta gli ambienti per il pubblico, con una grande sala open-space che funge da bar/ristorante con 40 posti a sedere ed una grande vetrata in direzione del Cimon della Pala; mentre, entrando sulla sinistra è presente una Stube, che dà la possibilità ai clienti di avere un ambiente tipico della zona, decisamente più raccolto ed intimo grazie anche alla presenza di un camino. Il pianterreno è completato con la presenza dei servizi pubblici, della cucina, dei vani tecnici e dell’abitazione del custode che si divide su due livelli e che funziona in modo indipendente dal resto dell’edificio. Il primo piano prevede le sei camere da letto suddivise in: due doppie (di cui una per disabili) e quattro singole; oltre ad uno spazio comune con tavolini e poltrone che garantiscono uno scambio di relazioni sociali e rendono ancora più piacevole la permanenza ai fruitori.

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Pianoterra

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Piano primo

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Prospetto longitudinale

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Prospetto laterale

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Vista esterna

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vista del piccolo teatro ipogeo

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Vista interna della malga

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Vista interna della Stube

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Vista interna del primo piano

Senior City Cortina d'Ampezzo - Marco Palazzeschi

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LE REGOLE Gli studi di Edoardo Gellner sulla casa ampezzana e la tradizione storica delle Regole d’Ampezzo hanno dato avvio ad una serie di riflessioni sulla possibilità dell’abitare oggi, in un luogo dove confrontarsi con grandi bellezze naturali ma anche con un clima certamente difficile in certi periodi dell’anno. Il tema propone di insediare nell’area di progetto un complesso residenziale per anziani autosufficienti formato da 30 alloggi di piccola dimensione, arricchiti da servizi comuni e dotati di qualche attenzione progettuale in più dovuta all’avanzata età e dunque ad alcune particolari esigenze degli utenti. Crediamo però che un complesso abitativo ben progettato possa svolgere la propria funzione anche al modificarsi dell’utenza prevista, mantenendo margini di flessibilità dati da un attento studio tipologico, prima di tutto. Chi, infatti, non vorrebbe vivere in un complesso che abbia al proprio interno sale comuni, sale hobby, spazi attrezzati, palestra e quant’altro? Qui ci vengono in aiuto, come detto, le Regole d’Ampezzo e l’uso comune del suolo per una fruizione collettiva maggiormente rispettosa dell’ambiente e solidale. Così sono stati interpretati gli spazi comuni, senza soluzione di continuità fra interno ed esterno; il progetto permette sempre di vivere gli spazi e trovarsi all’esterno, dove il terreno in lieve pendenza viene terrazzato in tre parti che ne individuano altrettante del complesso progettato. Per quanto riguarda la disposizione generale, apprezzabile in planimetria, tre sono gli obiettivi principali che ci siamo posti: primo, il rapporto di scala con l’edificato circostante, per cui i volumi principali dei blocchi residenziali cercano un dialogo con la scala media degli edifici delle viles circostanti, nonostante ci troviamo di fronte ad uno dei pochi, ma evidenti, fuori scala di tutto il territorio ampezzano; secondo e conseguente a quest’ultima notazione, cercare di generare uno spazio pubblico dal difficile confronto con l’edificio condominiale a confine e relativo parcheggio; terzo, limitare al massimo scavi e riporti, inserendo il nuovo intervento in maniera dolce, terrazzando il terreno in modo da renderlo fruibile e in continuità con gli spazi interni. Inoltre, per evitare sia l’impatto volumetrico che l’eccessiva specializzazione funzionale del complesso, i blocchi residenziali sono stati pensati come “case” del tutto individuabili ed emergenti, per questo riconoscibili ed accordate con il contesto, mentre tutti gli spazi collettivi hanno copertura piana e tetto giardino ed insieme agli spazi esterni diventano dunque “terreno comune”.

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IL VI(LL)AGGIO Attraverso questa “condensazione” di elementi tipici del paesaggio e dell’insediamento ampezzano la Senior City si propone come nuova vila di Cortina: lo spazio pubblico all’aperto, i nuclei abitativi ben spaziati in modo da evitare ombreggiamenti e collegati direttamente ai servizi e alle parti di terreno di uso comune. Altro elemento di forte identità, nonché di intelligenza costruttiva delle viles ampezzane, è dato dalla disposizione dei colmi sempre nel senso della pendenza del terreno: aspetto che si è voluto riprendere nel progetto, “decostruendo” però l’immagine tipica della casa rurale in tre parti corrispondenti ai tre blocchi principali; le pendenze dei tre tetti ricompongono poi l’immagine di un’unica grande “casa” solo nella vista da valle e da monte del complesso. Entrando nel particolare, la manica Est del portico accoglie il visitatore e lo protegge dagli agenti atmosferici; ha l’aspetto di uno scavo, in quanto la soletta aggettante (ricoperta senza modificare le quote del terreno attuale) dispone al proprio interno alcuni volumi di servizio distanziati in modo da ottenere un ritmo di pieni e vuoti, ombre e luci che accompagnano il visitatore verso la parte chiusa e riscaldata del portico, quella frontale, vetrata e schermata all’esterno con una listellatura in legno. Un accesso è dunque possibile a metà del parcheggio pubblico esistente, un altro dal lato Nord, dove i posti auto proseguono per tutta la lunghezza disponibile adeguandosi alla lieve pendenza del terreno. Sono interrotti solo per la rampa di accesso al piano principale del complesso, per l’accesso al garage interrato al livello sottostante e per l’accesso dell’ambulanza in luogo protetto.

(L)A CASA Al fine di raggiungere gli obiettivi dichiarati sopra, ovvero la riconoscibilità e l’appropriatezza di scala delle “case”, è stata studiata un’aggregazione residenziale quanto più possibile compatta, in modo da poter dividere la volumetria totale in tre parti rispettando al contempo le distanze reciproche fra gli edifici e dai confini. La dimensione limite è stata individuata in 18×18 metri. In questo modulo si possono disporre ad ogni piano 4 alloggi-tipo da 50 mq. Sfalsando a due a due gli alloggi di mezzo piano, si riesce a limitare al minimo la dimensione del corpo scale con ascensore montalettighe al centro, poiché ogni pianerottolo, dopo una sola rampa di scale è d’arrivo e disimpegna due unità. La casa ampezzana combina le unità sfalsandole in altezza e in pianta e appoggiandole sul terreno con accuratezza a seconda che siano parti residenziali o di servizio all’attività agricola e pastorale, inoltre anche i materiali rispecchiano questa intelligenza ed economia di mezzi, appoggio solido in pietra e involucro massivo intonacato bianco per la parte residenziale, distacco da terra e rivestimento leggero ventilato in legno per il fienile annesso all’abitazione. Questa disposizione, una volta analizzata e compresa è stata “decostruita” per essere impiegata ed adeguata alle esigenze contemporanee e particolari del progetto. Lo sfalsamento come detto è stato sfruttato per minimizzare l’ingombro in pianta, mentre le pareti Est e Ovest sono state arretrate di 1,5 mt per far posto ai terrazzi. Come nella tradizione ampezzana, gli aggetti sono rivestiti in legno mediante una listellatura modulare in larice a tutt’altezza con passi variabili, più o meno permeabili alla luce, agli sguardi e all’aria. In corrispondenza delle aperture interne, ma di dimensioni maggiori, la listellatura presenta parti apribili a libro che scorrono su guide in acciaio. Questo sistema protegge lo spazio privato esterno delle abitazioni sia dagli sguardi che dall’aggressione eccessiva degli agenti atmosferici, sia in inverno, rendendoli meno soggetti all’accumulo di neve, sia in estate in caso di eccessivo soleggiamento. Inoltre le parti schermate e non apribili permettono agli utenti di sfruttare in libertà il terrazzo per usi personali e non prevedibili senza compromettere l’immagine unitaria dell’edificio. Accorgimento che consideriamo molto importante, oltre alla progettazione di spazi con identità fortemente riconoscibile, per far sentire veramente “a casa” gli utenti della Senior City. All’interno le unità si dispongono attorno al corpo scala centrale, identiche ma speculari ognuna con la contigua. Questo sistema porta notevoli economie costruttive, in quanto si presta ad essere prefabbricato anche in maniera completa, oppure diminuendo di molto il costo di costruzione in caso di realizzazione, come riteniamo opportuno, con un sistema di prefabbricazione a pannelli tipo X-LAM. Inoltre, dato l’accoppiamento dei servizi igienici sulla parete divisoria, anche i cavedii tecnici sono così ottimizzati e ridotti a due per ogni blocco. La distribuzione interna è semplice e risponde esattamente alle richieste del bando di concorso: l’ingresso funge anche da disimpegno per i vari ambienti e accoglie, dietro la porta di accesso, lo spazio per un mobile con panca; subito si apre la porta per l’ambiente unico di soggiorno con cucina vicino all’ingresso; un percorso centrale disimpegna la parte del salotto dalla zona pranzo senza occupare ulteriore spazio e termina nel finestrone unico che affaccia sul terrazzo; la camera, di forma leggermente allungata per permettere sia l’arredamento con letto matrimoniale che con due letti singoli, affaccia sempre sul terrazzo con porta finestra; il bagno presenta un antibagno in cui è possibile disporre la lavatrice e la zona lavaggio, mentre il servizio igienico vero e proprio si svolge in lunghezza su una sola parete e presenta e una disposizione dei pezzi (lavabo, wc, bidet, doccia) e una larghezza tale (1,6 mt) che rende agevole l’accesso per persone a mobilità ridotta e l’adeguamento eventuale per persone su sedia a ruote (tramite rimozione bidet e doccia a filo pavimento). I servizi igienici sono gli unici ambienti che hanno aperture sui fronti Nord e Sud dei blocchi residenziali che restano di aspetto e consistenza massive, intonacate in bianco. In questo modo tutti gli ambienti hanno luce e ventilazione naturale e nessuna unità presenta aperture degli ambienti principali sul fronte Nord. I livelli sono sfalsati di 2,90 mt (1,45 mt fra le unità Nord e quelle Sud contrapposte), con altezza utile di 2,50 mt e ovunque sono rispettate le altezze massime rispetto al proprio livello di riferimento del terreno, anche grazie allo sfruttamento del sottotetto generato dalla falda unica. In due dei tre blocchi le coperture sono rivolte verso Sud; in questo modo è anche possibile ed economicamente conveniente installare un impianto fotovoltaico a parziale copertura dei consumi energetici del complesso. Esso potrebbe essere del tipo integrato nella copertura in lamiera di rame e a seconda della tecnologia utilizzata, può fornire potenze di picco comprese fra 35 (per l’amorfo) e 100 kW (per il policristallino).

TERRENO COMUNE L’area di progetto, come detto, è stata divisa in tre livelli principali, in cui sono stati disposti ognuno dei tre blocchi residenziali e a cui corrispondono adeguate quote e gruppi di servizi e aree libere di uso collettivo. In questo modo è anche facilmente risolta la divisione del progetto in I e II lotto, in quanto il blocco residenziale da 10 unità e la palestra sono disposti nella parte più bassa dell’area di progetto, e possono essere realizzati in un secondo tempo. Oltretutto le due unità più alte, che hanno le falde convergenti fra loro, realizzerebbero comunque l’immagine unitaria della “casa” visibile da valle e da monte. Al livello (+2,90) si imposta il blocco più alto che è diviso dal portico a Nord da un vuoto, un’altra piccola corte, che giunge fino alla quota dei garage interrati, fornendo luce e areazione naturali. È circondato a Nord e a Ovest dai tetti giardino a quota +3,60 ma da essi diviso dal vuoto e dalla copertura del wintergarten mentre a Sud ed Est il terreno corrisponde a questa quota e si raccorda senza soluzione di continuità con il terreno naturale. Al livello (-2,90) si imposta il blocco più basso, corrispondente al II lotto di realizzazione. Inoltre, con apertura diretta dalla strada in pendenza che collega il parcheggio esistente al livello inferiore del condominio, senza ulteriori rampe, si incontra l’accesso ai garage interrati e allo spazio per l’ambulanza. I garage hanno la corsia centrale e i posti auto ai lati secondo la disposizione più semplice ed economica possibile, con setti ogni 5 metri per sostenere il solaio e le travi di copertura. I posti per disabili sono subito di fronte all’ingresso e vicini al corpo scale del terzo blocco ma anche al corridoio che collega il garage, in sequenza: alle cantine, tutte riunite in posizione centrale rispetto ai blocchi; alla palestra; al corpo scale del secondo blocco. Tutti i corpi scale sono diversamente collegati sia al parcheggio (con spazi filtro a prova di fumo) che alle cantine. La palestra è un volume esterno chiuso coperto con tetto giardino e con solo una grande vetrata verso Sud. Il livello principale e mediano (+0.00) corrisponde all’attacco del blocco residenziale centrale e alla quota del parcheggio esistente; l’accesso avviene perciò senza barriere architettoniche lungo il braccio che ne segue l’andamento. A questa quota sono disposti lungo il portico tutti i servizi collettivi di minore estensione, verso il parcheggio quelli che necessitano di maggiore contatto con l’esterno e non sono in aree riscaldate ma solo protette dalle intemperie. Procedendo dal punto estremo troviamo: la centrale termica con deposito cippato sottosante di facile accessibilità anche a grossi mezzi, seminterrata ma con parete libera in modo da poter prevedere ogni tipo di combustibile senza problemi a livello di prevenzione incendi; la zona per la raccolta differenziata, i magazzini per i mezzi spalaneve e di manutenzione del verde. La manica che si dispone Est-Ovest è pensata invece per essere climatizzata e all’inizio di essa si trova infatti la porta d’accesso. Al di là vi sono altri blocchetti di servizi intercalati da nicchie che generano un ritmo volumetrico e di luce e ombra per tutta la lunghezza di questo spazio. A cavallo fra interno ed esterno è previsto il deposito attrezzature e arredi, poi i volumi vetrati dell’amministrazione e della portineria, disposti strategicamente fra i due accessi dal parcheggio esterno; a seguire lo spazio di raccoglimento e preghiera in una nicchia, più avanti due blocchi di servizi igienici. Circa a metà della propria estensione questa manica incontra il wintergarten che s’insinua all’interno degli edifici costituendo anche la distribuzione principale delle sale comuni; data questa sua funzione di spina dorsale del progetto, esso è stato prolungato all’esterno in una sorta di basamento che costituisce anche il secondo accesso dal parcheggio. La manica continua dopo questo punto e distribuisce gli spazi destinati al poliambulatorio e in fondo si collega al corpo scala della terza “casa” corrispondente al II lotto. Il poliambulatorio comprende, oltre all’archivio e al servizio igienico “accessibile”, uno spazio degenza prende luce con una grande vetrata proprio dalla corte (lo “spazio esterno attrezzato”) su cui affacciano anche tutte le sale comuni. Ci piace pensare che il degente possa trarre in questo modo giovamento dal non sentirsi tagliato fuori del tutto dalle attività del “villaggio”. Il wintergarten è pensato come uno spazio pavimentato di 5,5 mt di larghezza (una dimensione da “strada” del “villaggio”) in grandi riquadri di pietra o resina che lasciano dei vuoti per accogliere piante e arbusti, piccoli spazi verdi all’interno della copertura interamente vetrata. Tale copertura, grazie al soleggiamento, potrà fornire in inverno anche un contributo passivo al riscaldamento degli ambienti circostanti. Dopo essersi collegata ai corpi scala delle altre due “case” ed essere uscita all’esterno, la “strada” termina ai limiti del lotto e permette tramite rampe di raggiungere i livelli del terreno ad uso comune superiore ed inferiore. Specifichiamo qui che solo dalle parti comuni è possibile l’accesso all’esterno, sui terreni ad uso comune, in quanto le quote delle unità si trovano sempre rialzate di almeno mezzo piano rispetto ad essi. Questo anche proprio per ribadire l’uso collettivo di questi spazi esterni. Il wintergarten distribuisce in sequenza tutte le sale per attività collettive: le tre sale hobby e musica e la cucina annessa alla polifunzionale sono di forma allungata e affacciano sulla corte attrezzata. Infine, nel punto centrale di questo “terreno comune”, la sala polifunzionale, con la sua grande vetrata che affaccia verso valle, può essere vista come una sorta di piazza sospesa e protetta fra la “strada” e il meraviglioso fondale prospettico delle Tofane.

Venecia Park - Héctor Fernández Elorza, Manuel Fernández Ramírez

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The green space within sector 88/1, known as Venecia Park, is located at its north-western limits, running parallel to the Ronda Hispanidad Avenue between the Calle Zafiro Roundabout and the historic channel of the Imperial Canal of Aragón. The project encompasses a linear urban infrastructure, averaging 415 meters in length and 60 meters in width: a surface area of approximately 2.5 hectares. It was required to address three issues: the resolution of an acoustic problem, the evacuation of rainfall deposits and the question of topography.

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The sound issue caused by road traffic on the Ronda Hispanidad (Third Ring Road) affecting neighbouring dwellings, requires the establishment of a sound barrier to include the whole north-western border of the park. The existing topographical ground level difference between ground-level of the new residential quarter and the ring road reaches a maximum height of 14 meters, where the containment of the terrain is resolved by means of a system of reinforced earth walls. This is made up four steps set apart from one another by 1.50 meters, composed of a galvanized steel mesh and large gravel stones, thus forming a sound barrier that will protect future residential developments in the area.

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To the far south-west of the park, where no significant topographical difference is noticeable, the issue of sound containment is resolved by means of a Cyclopean wall 100 meters long with a maximum height of 10 meters. This wall is moreover conceived as an icon that characterizes the new neighborhood and also provides access to the underground square or mill basin situated in its extrados.

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This laminar flow basin is designed to cope with the intense rainfall that affects the area, thus preventing floodwaters from emptying into the municipal network, whose diameter and capacity are insufficient to deal with such heavy quantities of rainwater. This compound with its large surface area (3,150 m2), whose use as a laminar flow space will be conditioned by the frequency and intensity of local rainfall, has been conceived and designed as an urban space or pedestrian square for most of the year and a welcome area of shelter from the unpleasant Cierzo wind which blows in this upper area of the city. Four stairs situated at the corners provide access to the underground square, connecting with the adjacent neighborhood and the city level. The incorporation of sufficiently wide ramps situated within the sound barrier wall gives access to service and maintenance vehicles and a more ample use of the compound.

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Finally Venecia Park is a carefully planned topographical operation that complements the acoustic functions and flow-forming processes described above in addition to providing green spaces to the city. All this is structured spatially over the Ronda Hispanidad by means of staggered interconnecting platforms in a linear or extended link-up of little squares (hard and soft), viewing points protected with light metallic pergolas, extensive groves of pines and pedestrian ramps leading to the historic heritage site of Aragón’s Imperial Canal.

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Thyrus - T SPOON

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Thyrus è il drago raffigurato nello stemma di Terni. Secondo la leggenda Thyrus, seminando il terrore, costringeva gli abitanti a vivere rinchiusi nelle proprie case. Finchè un giorno, un giovane coraggioso decide di affrontare il drago. Dopo una lunga battaglia, quando il giovane sta per avere la peggio, un raggio di sole colpisce la sua lucida armatura: il drago vacilla al riflesso della propria immagine e viene così sconfitto. Oggi Thyrus è una lunga seduta continua che si fa largo nella piazza tra elementi naturali, due morbide colline verdi, ed elementi artificiali, un podio circolare, che rendono inaspettato ed sorprendente il paesaggio di Piazza della Repubblica. Thyrus diventa il simbolo della possibilità che hanno i cittadini di riappropriarsi e di vivere liberamente lo spazio pubblico.

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The New Riga Theatre - Zaiga Gailes Birojs

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1. Analysis of the situation and location and the functional, compositional, constructional and other problems of the premises of the existing building and the new volume
The construction site contains several buildings: the building of eclecticism style, monument of architecture, from 1901 by architect Edmund von Trompovsky; complex of former factory buildings, which consists of two historically valuable buildings: a copper mint from 1883 by architect Jānis Frīdrihs Baumanis which now houses a restaurant with a terrace and a foundry from 1889 by Karl Johann Felsko which now houses theater decorations warehouse and workshops. These buildings have been rebuilt several times and changed their functions. But these reconstructions have not diminished their value because the architectural image and character have been preserved. The block has two courtyards. One of the courtyards can be accessed through a tunnel from Lāčplēša street, the other – from Ģertrūdes street. The courtyards are surrounded by firewalls of the nearby buildings but still they are well lighted and quiet if compared to Lāčplēša street which has turned from the historical peaceful street into noisy arterial road. The facade building was modified in 1931 due to construction of the stage and balcony. The complex cannot ensure wholesome work with three halls and premises for the actors and stuff. The premises are not efficiently used, they are outdated and do not meet the hygienic demands. The main entrance without a proper entrance area is not comfortable, it is unpleasant and even dangerous. Besides the historical hall with 400 seats, the entrance in future will have to serve the audience of two additional halls with 300 seats. The houses in the courtyard are not connected with the main building.

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2. Description of the concept of the proposal
The main entrance to the theater is from the courtyard. The historical entrance in the facade building has been substituted with entry through the lighted tunnel. The historical entrance door will serve as information plate of the repertoire. The new entrance is from the courtyard arranged between the two parts of the theater – the historical theater building and the former factory. The audience arrives at the main entrance lobby where they are guided to the right or left. On two brick facades in the hall there are inscribed directions to the audience halls. In the depth of the lobby there is a long universal counter which serves as a ticket office, information centre and cafe bar. The cafe tables are located behind the columns. This is the life of JRT (The New Riga Theater) which has moved from the dusty street to the nice courtyard, also it is the sign of the period. People in large cities seek to escape from the urban noises and rush into green and quiet courtyards, JRT provides this. The street facade is secluded and keeps a secret, which is revealed only when you enter the courtyard. People gather under the trees, chat during the intermissions, enjoy some wine on the terraces after the performances.

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Composition of two courtyards. The main new volume – the tower block – is located in the distant courtyard nearby two firewalls where the existing buildings allow to build a high construction with a basement. Thus there are two different courtyards – public and service. They are connected with a new tunnel through the foundry building and with an underground passage under the public courtyard. Stage decorations are delivered from Ģertrūdes street side. The service courtyard is connected with all stage workshops, stuff rooms and stage decoration storeroom with elevator to the performance and rehearsal halls and workshops. The service elevator unites all floors. Decorations to the historical building are taken through the underground passage or through the tunnel to the second elevator. Stuff entrance if from the courtyard. The actors move between the both blocks along the suspended bridge which associatively resembles the historical slide above the courtyard. Next to the new halls on the second level in the foundry building there are located dressing rooms. Complex of the new halls and complex of the historical hall are both provided with audience area with stairs, elevator, cloakrooms and toilets on the ground level. The other new volume with administrative function is located against the firewall above the lobby.

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3. Characterization of the main functional, compositional and constructional ideas.
The new added volumes – the tower, entrance block, attic, suspended bridge, elevator shafts – are designed with methods of industrial architecture, brick, rough metal constructions with glass planes. Facade above the new entrance is a brick plane with JRT logo. The bearing metal structures of the tower and the attic are brought outside on the facade adding to the volume the scale and rhythm of the divisions. The two upper floors are surrounded by metal balconies with evacuation stairs. The external walls are covered with steel plates, the glass elevator shafts in steel frames are brought forward and left open, as is the curved bridge above the courtyard, which is suspended by metal bars. The brick facades of the factory and the theater must be cleaned and repaired. The courtyard and the lobby floor is made of small chiseled granite cobblestones. The new halls can be transformed according to demands of the theater directors. The chairs can be moved together in a 1,1 m wide set. The dividing partition walls are made of light wooden constructions with many entrance door planes which are used by the actors or the public. The basement floor under the old house is suitable for technical premises and storerooms. The project envisages natural basement lighting on Lāčplēša street side. The basement with a wide passage is united with the volume of the former factory and the new entrance block under which there are located kitchen premises for the cafe. Delivery for the kitchen is planned through the service courtyard.

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4. Technical solutions of reconstruction and restoration of the existing theater building.
The historical theater of the famous theater director Eduards Smiļģis is a value of the national theater history and must be preserved in its composition, image and feelings. Patina of the walls, sheets of mahogany veneer, concrete tiles, parquet, stairs, doors, street facade windows, details, furniture such as tables from the actors dressing rooms must be preserved with their natural wear. The historical lobby is transformed by removing the present cloakroom thus making a square public space with access to the windows. There is a refreshment bar at the distant end of the lobby with tables by the windows. The lobby is accessed from the courtyard through the former cabinet of the theater director. From the time of Eduards Smiļģis there is preserved the actors’ entrance from the tunnel with administrator’s counter in art deco style.

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The second level is transformed into the actors’ CREATIVE FLOOR. The actors will still have their commune with additional dressing rooms, showers, WC, sauna, recreation zone, reading-room, library, hairdresser’s, costume storeroom and laundry. The historical office of Eduards Smiļģis is also preserved. In the hall there is also preserved the historical image and character with the balcony, curved sheets of mahogany veneer and lighting objects. It is the only art deco hall interior in Riga. The hall is transformed by shifting the balcony back and making it steeper, the parterre is also made steeper. There are 442 seats in the hall with sound, video and lighting control panel in the back. The stage is equipped with elevator for decorations in the size of a container, the attic space above the stage is also raised. At this point a dilemma appears between the functional demands and protection of the monument – the attic makes the facade 30 m high.

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New Riga Theatr - arhitektūras studija 1.618

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Significance of the New Riga Theatre is not as much physical matter of the existing buildings and architectonic qualities as the cultural background and non material imprints and layers related to it. The concept proposal is based on maximum preservation and highliting of these qualities. Another aim of the project is a reconstruction in which actors, employees and faithful audience could find and recognize defining elements of the theatre untouched, yet more comforatble in use.  

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For now the facade of the theatre is closed and inhospitable in the active urban environment. Usually theatre invites the audience using media activities, but restaurant exposed in the main street facade does the same all the time when opened.  We propose to make a second, equally important entrance to the theatre from the courtyard, keeping the functionality of the existing entrance and allowing to enter the theatre from less formal, more private side. It would also expand the recreational area for the audience before and after shows and during breaks using all courtyard area. Main facade idea is to use plaster instead of the glazing for the blind windows at the stage area and to open the fist floor resaurant windows to the street level.

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Senior City_Cortina d'Ampezzo 2013 - HOF

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GRANDE/PICCOLO Il progetto si propone di costruire un artificio naturale: un paesaggio analogo volto a riconciliare le diverse anime ambientali dell’ampezzano ovvero capace di contrapporre dialetticamente (ma anche di coniugare sinergicamente) la grande scala degli hotel e delle infrastrutture sportive con la piccola scala dei masi e delle villette turistiche. APERTO/CHIUSO Il progetto si propone di costruire un microhabitat ecologico: un paesaggio analogo volto non solo a produrre energia, in virtù dei pannelli fotovoltaici in silicio amorfo integrati nelle falde delle coperture, ma anche e soprattutto a risparmiare energia ovvero capace di funzionare come organismo bioclimatico in virtù della particolare conformazione tipologica oltre che della presenza di superfici verdi che negano ogni soluzione di continuità con l’intorno. COLLETTIVO/INDIVIDUALE Il progetto si propone di costruire una città-paese: un paesaggio analogo volto a combinare le qualità della “stracittà”, proprie delle aree vallive, con le qualità dello “strapaese”, proprie delle aree montane, ovvero capace di organizzare spazi comuni in vista per favorire la socialità collettiva e spazi privati appartati per salvaguardare l’intimità individuale. CONTINUO/DISCONTINUO Il progetto si propone di costruire una immagine riconoscibile: un paesaggio analogo volto a scongiurare ogni precarietà figurativa ovvero capace di risultare compiuto sia dopo il primo intervento, segnato dalla fondazione di un impianto continuo realizzato in opera, sia dopo il secondo intervento, segnato dalla sovrapposizione di un sistema discontinuo di corpi edilizi prefabbricati. UNIFORME/PITTORESCO Il progetto si propone di costruire un mix tipologico: un paesaggio analogo volto a restituire una forma di localismo globale ovvero capace di fondere il carattere uniforme dei condomini pianificati delle multiproprietà urbane, rimarcato dal rivestimento esterno in listelli di pietra oltre che dalla serialità delle finestrature, e il carattere degli annucleamenti spontanei dei villaggi rurali, rimarcato dal rivestimento esterno in tavole di legno oltre che dallo skyline variabile delle canne fumarie.

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Dall’area d’intervento (il luogo) emerge un edificio (la roccia) che viene progressivamente riconquistato dalla natura (il prato) attraverso azioni di sottrazione, al fine di conformarne la corte interna, e di stratificazione, al fine di caratterizzarne la copertura. Questo basamento alla grande scala, al contempo artificioso e naturale, e l’archetipo dell’architettura di alta montagna alla piccola scala (il maso), su cui si poggia, dominandolo, configurano il primo lotto dell’intervento. Il secondo lotto, caratterizzato dall’introduzione di una serie di abitazioni prefabbricate in legno e del wintergarten, posti a coronamento del basamento in pietra, esprime la volontà di restituire al luogo e a chi lo vive l’atmosfera ancestrale del tradizionale nucleo rurale (il villaggio). Si forma così la Senior City di Cortina d’Ampezzo: un “paesaggio analogo” delle architetture e dell’ambiente ampezzani.

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AGATA - Fabrizio Russo - Studio FRA, ettore mangione, Mirko Garufi

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A contemporary design inspired by the traditional forms of the Italian woman, and made using the latest generation material, HI-MACS®, by the Italian designers at Studio F.R.A (Fabrizio Russo Associati) in collaboration with the manufacturer M.A.D. (Marco Arena Design).

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Agata– with its sinuous shapes – is a combination of a desk and a seat, perfect for offices and commercial spaces. It integrates bespoke drawers and compartments to adapt to the most demanding working spaces. Available in different HI-MACS® colours and elegantly combined with fine wood such as bamboo, oak or chestnut.

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AGATA @ 100%design– London 18-21 September 2013 Earls Court London Stand LG Hausys – HI-MACS® (nr. E211– area Eco, Design and Build)

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AGATA @ KIFF– Kiev International Furniture Forum Exhibition center KyivExpoPlaza Stand Studio FRA– Padiglione Italia (nr. K 724>K725 HALL 3.1)

. project: Agata . design and project management: Studio F.R.A (Arch. Fabrizio Russo, Arch. Ettore Mangione, Arch. Mirko Garufi) . manufacture: M.A.D. (Marco Arena Design) . photos: Sebastiano Pitruzzello . material: HI-MACS®

Senior City Cortina d'Ampezzo - Giorgio Pettenò

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L’idea insediativi del progetto per la realizzazione di una struttura residenziale per anziani autosufficienti a Cortina d’Ampezzo si basa sulla tipica morfologia della valle d’Ampezzo caratterizzata da piccoli nuclei abitativi, detti anche viles o villaggi, circondati da ampie fasce di prati. La struttura urbanistica di Senior City vuole quindi essere quella tipica di un piccolo villaggio mediante l’inserimento di tre distinte unità abitative, con orientamento est-ovest per quanto riguarda l’esposizione al sole degli alloggi e ponendo attenzione che le ombre degli edifici non interferiscano tra di loro per quanto riguarda il soleggiamento. Il progetto, che nasce dalla necessità di avere un centro di servizio per l’intera comunità, contiene al suo interno oltre agli alloggi anche una serie di attività comuni (sala di ritrovo, ambulatorio, palestra) accessibile anche da persone esterne.

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Da un punto di vista compositivo Senior City si sviluppa su un rettangolo di 45,00×58,125 m nel quale una griglia modulare di 7,50×7,50 m permette la collocazione dei tre edifici residenziali e determina la posizione del garage interrato nella parte centrale che definisce nella parte fuori terra una vera e propria piazza verde delimitata su tre lati ed aperta verso il centro di Cortina d’Ampezzo. Inoltre due aree esterne realizzate in prato stabilizzato sono adibite a parcheggi. Quella posta ad est di forma rettangolare contiene 22 posti auto, quella ad ovest di forma quadrata 12, per un totale di 34 posti auto.

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I tre edifici residenziali contengono complessivamente 30 alloggi per gli anziani così suddivisi: 12 alloggi nel primo blocco posto a monte (5 al piano primo, 5 al piano secondo e 2 nel sottotetto), 6 alloggi nel secondo blocco posto in mezzo (3 al piano primo, 3 al piano secondo) e 12 alloggi nel terzo blocco posto a valle (5 al piano primo, 5 al piano secondo e 2 nel sottotetto). Inoltre nel sottotetto del secondo blocco è previsto un’eventuale appartamento ad uso del personale di servizio. Ogni alloggi è servito da un corridoio centrale con illuminazione naturale ottenuta tramite vetrate a tutta altezza poste alle estremità e da un corpo scala a doppia rampa con ascensore dimensionato anche per il trasporto di barelle. Anche questa zona, dotata inoltre di uno spazio comune, risulta essere ben illuminata tramite vetrate. Gli alloggi di 50 mq (più 10 mq di terrazzo) sono dotati di ingresso, bagno, cucina/soggiorno, parete armadio e camera da letto con relativo terrazzo. Al piano terra di ogni blocco residenziale sono collocati i servizi collettivi. Nell’edificio A, in corrispondenza dell’accesso pedonale, si trova l’ingresso, la portineria e l’amministrazione; oltre il vano scala: le sale hobby, il blocco cucina/dispensa/w.c. e la sala polifunzionale con la cappella; all’estero immediatamente adiacente è collocato lo spazio attrezzato. Nell’edificio B vi è il poliambulatorio, il wintergarten e la sala musica/tv. Nell’edificio C la palestra con i relativi spogliatoi e servizi igienici ed all’esterno uno spazio pavimentato di pertinenza. Tutti i servizi collettivi e gli alloggi sono connessi tra di loro internamente tramite il piano interrato ed esternamente attraverso un percorso pedonale pavimentato. Al piano interrato si trova il garage dotato di 34 posti auto. Esso è raggiungibile dall’esterno tramite una rampa carrabile posta in diagonale rispetto alla composizione ortogonale del complesso. Oltre il garage, tramite una zona filtro, si accede alle cantine/magazzini collettivi ognuno dei quali è posto in corrispondenza del blocco residenziale di pertinenza. Nell’edificio A vi è inoltre un secondo piano interrato posto tra il piano garage ed il piano terra: esso contiene la centrale termica, il deposito per il cippato, un locale per l’asciugatura, un vano raccolta rifiuti, due locali deposito/magazzini e due depositi/magazzini collettivi.

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Strutturalmente il nuovo edificio è concepito mediante l’impiego di un sistema a setti portanti in C.A. posti ad un interasse di 7,50 m. Le facciate, caratterizzato dall’impiego della tipica muratura della valle ampezzana, sono realizzata a secco mediante l’utilizzo di pietrame e calce. Ai prospetti est ed ovest (cioè i prospetti dove si affacciano gli alloggi) viene dato ampio risalto mediante l’utilizzo del legno di larice per la realizzazione degli infissi e dei terrazzi a sbalzo che sono costruiti mediante l’utilizzo di un sistema a pannelli verticali con sporgenza di 1,50 m dal filo della facciata. Tutti i serramenti dotati di ampie vetrate sono provvisti di scuri richiudibili a pacchetto creando in questo modo un effetto ad elementi verticali a sbalzo a più piani unitamente a quelli dei terrazzi. Il tetto a due falde è realizzato con struttura portante in travi di legno poste ad un interasse di 0,9375 m ed è rivestito con lamiera in lega di rame e zinco. Le falde hanno una pendenza del 30% ed una sporgenza di 1,50 m sui prospetti aperti e di 0,50 m sui prospetti chiusi.

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L’impianto adottato per il riscaldamento della struttura è del tipo a pavimento ovvero a bassa temperatura. Il fluido vettore (acqua calda) viene prodotto da un generatore di calore a cippato posto in apposito locale tecnico alla stregua del depositi di cippato. Dal deposito viene addotto al generatore, e quindi alla camera di combustione, tramite un coclea di caricamento a vite continua; la vite modula la propria velocità, e quindi la quantità di combustibile, in base alla potenza richiesta dall’impianto. Bassi consumi di energia elettrica sono ottenuti mediante l’impiego di lampade a basso consumo, fotocellule o rilevatori di presenza per l’accensione e lo spegnimento automatico degli impianti ad alimentazione elettrica nei locali di servizio. Bassi fabbisogni di energia per il riscaldamento invernale sono inoltre ottenuti mediante coibentazione molto efficiente (U04_modello_di_studio_large

Edificazione 1° fase: Nella prima fase l’edificazione riguarderà i primi due blocchi residenziali (edifici A e B) e contenenti nel primo: l’ingresso, la portineria, l’amministrazione, la sala polifunzionale, la cucina comune e 12 alloggi per gli anziani; nel secondo: il poliambulatorio, la sala musica/televisione, il wintergarten, 6 alloggi per gli anziani ed 1 per il personale di servizio. Oltre naturalmente aI garage interrato, la centrale termica e le cantine private di pertinenza.

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Photo by Maurizio Tarlà. © Giorgio Pettenò

Edificazione 2° fase: Nella seconda fase l’edificazione riguarderà il terzo blocco residenziale (edificio C) contenente: la palestra con il deposito dei materiali, i bagni/spogliatoi, 12 alloggi per gli anziani e le cantine di pertinenza.

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Photo by Maurizio Tarlà. © Giorgio Pettenò

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Photo by Maurizio Tarlà. © Giorgio Pettenò

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Photo by Maurizio Tarlà. © Giorgio Pettenò

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Photo by Maurizio Tarlà. © Giorgio Pettenò

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Photo by Maurizio Tarlà. © Giorgio Pettenò

Concorso per la Nuova Biblioteca Civica di Bressanone - Ufficio Progetti Architetti Associati

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Il progetto assume e condivide i limiti insediativi indicati nel bando, e con essi la necessità di rispetto dei vincoli di tutela nonché le ragioni di una delicata salvaguardia e valorizzazione di quei caratteri ambientali del sito, ben delineati negli allegati documentali. E’ questo un luogo cardine della elegante città di Bressanone ove la storia e i documenti, le indagini storiche e cronologiche, i saggi preliminari effettuati sugli edifici da recuperare e le prospezioni archeologiche, contribuiscono a determinare il climax nel quale il progetto si è sviluppato, sino a maturare in una condizione per certi aspetti di “rigido rispetto“ e cautela nei suoi principali e lusinghieri presupposti urbani ed ambientali. Due nuove case affiancate, i timpani trasparenti verso il paesaggio urbano e naturale della corona dei monti, racchiudono un funzionale sistema di luoghi civici e piacevolmente rappresentativi, garbatamente accoglienti, rivolti ad un corretto, rispettoso e colto trasferimento del senso positivo della modernità nella continuità di quell’ opera d’arte urbana iniziata oltre mille anni fa (il centro di Bressanone), in particolare rivolta alle giovani generazioni, che qui potranno essere accolti ed aprirsi alle più avanzate culture sotto un protettivo e durevole manto di pietra e vetro.

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Vista del giardino

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Tavola di Concorso n. 1

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Render dall'esterno

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Render dell'interno

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Tavola di Concorso n. 2

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