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Cantina Azienda Agricola in Valpolicella - Fabio Arduini

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L’ambiente destinato all’invecchiamento del vino nelle botti di rovere è stato ideato come una grande botte vista dall’interno, in una immagine di cantina completamente nuova, ma che si riconduce al passato attraverso materiali e forme riconoscibili nella tradizione.

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cantina

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cantina

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sala degustazioni

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Demolizione-ricostruzione di edificio rurale residenziale - Studio Tecnico Bellotto

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Interventi sul fabbricato

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Dal lato statico, la tipologia strutturale è mutata, passando, per quanto riguarda il fabbricato abitativo, da struttura in muratura portante ad una struttura a “telaio” in cemento armato, tamponata con laterizio POROTON spessore 25 cm. Il box+cantina interrato sarà invece realizzato tramite struttura “scatolare” in cemento armato e coperto tramite solaio “predalles”.

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Il solaio di calpestio piano terra, su vespaio areato tramite sistema IGLOO da 25 cm, è stato ricalcolato in base ad un pacchetto dimensionato ad accogliere, sopra al vespaio, un massetto per annegamento impianti con foglio fonoassorbente, un massetto di annegamento pannelli radianti a pavimento (con isolamento 3cm) e la finitura della pavimentazione in listoni di legno rovere scuro. Inoltre sono state progettate delle prese d’aria per la corretta circolazione all’interno degli igloo e quindi al loro corretto funzionamento (vedi grafici progettuali)

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Il nuovo solaio interpiano,maggiorato rispetto al precedente di spessore non sufficiente, è stato progettato con un pacchetto in laterocemento accoppiato a pannelli radianti annegati a pavimento.

Particolare attenzione è stata posta all’isolamento termico di copertura e tamponature che danno verso l’esterno: L’isolamento produce, infatti, una riduzione superiore al 10% dell’EPI previsto dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 e quindi non è conteggiato ai fini della determinazione del volume né della superficie.

Si realizzerà un tetto ventilato sottotegola, con orditura principale e secondaria a vista. La struttura, mantenendo la forma a “falde inclinate”, sarà in legno e la nuova stratigrafia sarà costituita da un islamento ISOTEC da 12 cm con anima isolante in poliuretano, fissata su tavolato con guaina antivapore. Il manto di copertura sarà posato tramite correntino in aluzinc, abbattendo così la trasmittanza termica ed aumentando il benessere climatico dei locali abitati. La gronda sarà realizzata in cemento armato

La struttura tamponata con laterizio POROTON da 25 sarà poi completamente “fasciata” da un isolamento a cappotto in lastre di EPS e finita interamente con pietra a spacco a vista stuccata nei giunti. La stratigrafia laterizio+isolante+finitura assicura un valore di trasmittanza termica pari a 0.263 W/m2K e si configura, nell’aspetto, come testimonianza dell’architettura rurale tipica locale

Canale di gronda e pluviali del fabbricato abitativo saranno in rame, a semplice disegno, con scarico in apposito impianto di raccolta ed allontanamento delle acque piovane, mentre nel box interrato è prevista una gronda in cls che corre lungo tutta la sua lunghezza, la quale funziona, accoppiata al massetto in pendenza ed allo strato drenante, per il deflusso delle acque meteoriche del pacchetto di copertura tetto-giardino del manufatto.

Distribuzione interna Verrà mantenuta la distribuzione interna con a piano terra la zona giorno, composta da 2 locali, un ingresso centrale con ampio salone e soggiorno sulla sinistra e sulla destra angolo cottura a vista, disimpegno e bagno. L’accesso alla zona notte posta al piano primo sarà realizzato mediante una scala a due rampe a “L” in cemento armato,rifinita con doghe di legno scuro e parapetto a correre, che porterà direttamente ai 3 locali a piano primo: la camera da letto matrimoniale, due camerette e al locale bagno. A piano terra e con accesso diretto dalla cucina verranno realizzati, in adiacenza ai terrazzamenti esistenti a est del fabbricato, due locali seminterrati sui tre lati: un garage di 25 mq ed un locale cantina di 20 mq. per un totale di superficie al netto delle murature di mq. 45,00.

Sistemazioni esterne Per le sistemazioni esterne si ricercherà un forte riferimento alle pratiche tradizionali, con l’aia pavimentata e la fasciatura in pietra per quanto riguarda i nuovi muri di contenimento, nonché nel rivestimento del corpo seminterrato. Verrà inoltre creato un marciapiede intorno al perimetro del fabbricato e una pergola per delinearne l’ingresso.

Villa RB - Fabio Arduini

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Un recupero dei caratteri architettonici originari dell’involucro esterno e una completa riorganizzazione e riqualificazione interna.

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Concorso di idee "Ricreiamo" - Studio Tecnico Bellotto

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VERNAZZA IS GREEN!!!

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LA MODULARITA’ CONTRO LE AVVERSITA’ Ricreare proponendo soluzioni nuove ed alternative, rinnovare in linea con la natura e il landscape, rendere modulare,fruibile e riconoscibile ciò che da sempre è stato pensato come una mera frammentazione di usi,materiali e immagini. Sarà proprio attraverso una modularità Verde che Vernazza ricostruirà il suo futuro: da cosa nasce cosa, a modulo si aggrega modulo e nascono strutture diversificate, adatte ad ogni uso e vocazione, le quali si inseriranno perfettamente nel paesaggio natural-antropizzato del parco delle 5 Terre…e non solo! I MODULI Il principio progettuale base è, come già detto, l’interazione tra 4 moduli base in legno di dimensioni fisse, i quali si andranno ad accorpare formando organismi adatti a molti usi, sempre al servizio dell’uso e della fruibilità del territorio, andando spesso a sostituire con “leggerezza” le strutture obsolete e senza riconoscibilità o andando a collocarsi perfettamente, integrandosi con il l loro intorno. La linea guida fissa di queste strutture, oltre alla metodologia costruttiva e i materiali impiegati, è la loro eco sostenibilità : dotate di tetto-giardino o di pannelli solari/fotovoltaici verdi a seconda dei bisogni in relazione alle funzioni svolte si integrano perfettamente nel paesaggio delle 5 terre e al contempo ricalcano perfettamente i criteri della bioedilizia e del risparmio energetico.I moduli base sono 4, tutti identici in quanto a dimensioni planimetrica ma aventi differenti coperture: l’inclinazione del tetto a falde varia, come variano tutti gli elementi, sia antropici che naturali, ma viste in successione e in accorpamento creano la riproposizione dello skyline del centro storico di Vernazza, con il suo movimento mai monotono, che si confonde con le verdi colline coltivate retrostanti.

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MATERIALI E TECNOLOGIE Il modulo base è progettato e pensato secondo i dettami del “materiale a chilometro zero”-“bioedilizia e bioclimatica”- low-cost: per mettere in atto tali prospettive si è pensata una struttura altamente semplice ed accorpabile, partendo da 4 moduli base di dimensioni identiche, che si differenziano solo per le diverse inclinazioni delle falde delle coperture a capanna. La metodologia costruttiva sarà costituita da una struttura in pali di legno impernati, ove possibile, ad un adatto sottofondo attraverso placche di ancoraggio. Le pareti verranno tamponate da legno locale in tavolato, di risulta dalla grande alluvione, la quale ha portato a valle quintali di alberi dalle colline circostanti. Dopodichè, scelta la destinazione d’uso e il numero di moduli da accorpare per ottenerla , si pensa alla copertura, la quale si otterrà attraverso un sistema travi-travicelli e da un tavolato che chiude le aperture,il tutto rivolgendo grande attenzione a micro ventilazione e, per mezzo di bucature e camini, all’ effetto Bernoulli-Venturi per la climatizzazione passiva. Ultimata la struttura avverrà la fase forse piu importante ossia quella dell’isolamento termico di tamponature e copertura: anche qui ritroviamo materiali e tecnologie sostenibili come, ad esempio, pannelli di sughero su guide fissate a parete e a copertura. Nella fase finale si provvederà, di caso in caso, a tutti quelli interventi che andranno a caratterizzare puntualmente la struttura, ossia tetto giardino-impianti di riscaldamento a pannelli solari/riscaldamento acqua/ACS-Fotovoltaico.

…E SE SI ESTENDESSE A TUTTA VERNAZZA? Non servono interviste per capire che il problema energetico a Vernazza è forse uno dei piu grandi e impattanti sul territorio e sulla gente. Non essendo presente una conduttura pubblica di gas, si cerca ancora di organizzarsi attraverso singole bombole, costose e pesantissime, a discapito degli anziani e dei disabili e si tutti coloro che no sono in grado di provvedere al loro trasporto. Proprio nelle situazioni di crisi come questa, il problema si enfatizza, rendendo necessarie forti e numerose braccia per trasportare, a mano, bombole di gas in numero sempre maggiore dall’inizio del paese raggiungibile con i mezzi, fino nelle zone bisognose. Proprio per questo serve un taglio netto al pensiero e all’ideologia dell’energia; serve un cambiamento dapprima mentale , poi fisico per attuare un cambiamento globale e non a piccole fasi. Occorre ripensare all’energia sostenibile, nella logica di paese e non di singola abitazione, credendo nelle linee guida che l’ambiente ci suggerisce. A questo scopo, forse con una sorta di utopia, proviamo ad estendere questa filosofia di modularità verde dapprima a tutto il paese e poi chissà..

…MA NON SOLO VERNAZZA! UNA MODULARITA’ applicabile ovunque: questo è il principio base del principio creativo-progettuale. Vernazza è solo una dei luoghi colpiti dall’alluvione ma il principio base è applicabile laddove ci sia bisogno di innovazione, di nuovi spazi correlati a nuovi usi del territorio, di modernità semplice e funzionale, sempre rimanendo in un ottica di sostenibilità e impatto ambientale zero.

Attico a Milano - A.I.Co. ingegneria pbrivio pfcasapieri acampagnoli

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Abbiamo rivisitato l’attico su due livelli con l’occhio e la mente rivolti alla cornice di montagne che si gode dal terrazzo del nono piano … guardando verso il gruppo del Rosa Milano da qui sembra un città verde. La distribuzione verticale è stata ripensata in modo che già all’ingresso la luce ci possa guidare verso l’alto.

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casa unifamiliare - Roberta Lena

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Il progetto è stato mosso dalla volontà di esplorare gli spazi “incompiuti” siciliani per trarre dalla forza dell’incompiutezza spunti per la nuova progettazione. Nella fattispecie il sito è caratterizzato da una fitta maglia di pilastri, da due muri di contenimento per il terreno e da una forte presenza di vegetazione spontanea che, nel tempo, è tornata a impossessarsi dello spazio sottrattogli, a causa dell’incompiuta costruzione.

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Tali presistenze sono state inglobate all’interno del progetto, che doveva contenere: tre stanze singole per la privacy delle committenti e spazi comuni, tra cui il bagno, la cucina e una zona open space.

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Il perimetro dell’abitazione è stato deciso dalla presenza dei due muri di contenimento, mentre si è deciso di partire dalla regolare maglia dei pilastri (4,5mx4,5m) per realizzare le tre singole stanze come se fossero delle scatole, o meglio dei cassetti, da infilare e sfilare all’interno della maglia prestabilita. Si è inoltre tenuto conto della forte pesenza di vegetazione spontanea e in particolare della tendenza che questa ha mostrato ad entrare all’interno del progetto, come se volesse appropriarsi dello spazio sottrattogli. Pertanto si è deciso di “coprire” la copertura della residenza con un tetto giardino, che ri-proponesse la vegetazione presente nel luogo, ottenendo così, un’abitazione immersa nel suo naturale contesto.

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plastico di studio

Concorso di idee per il nuovo complesso parrocchiale di San Pio X° a Porto Sant’ Elpidio - Rosanna Orienti, stefano federici, Mirco Vita, Luigina Schinchirimini

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Il nuovo complesso parrocchiale è costituito da tre elementi fondamentali. Un “muro attrezzato” posto sul lato est, verso la ferrovia, contenente la canonica, gli uffici pastorali, le aule per la catechesi e i saloni parrocchiali. Un basamento che permette di rialzare il piano su quale si adagerà la chiesa e la cappella feriale, separando, in questo modo, lo spazio civile da quello sacro permettendoci inoltre, di realizzare un giardino sul lato ovest della chiesa mantenendo così liberi gli spazi intorno ad essa. La chiesa, si dispone libera e leggermente ruotata rispetto all’impianto per assumere una posizione svincolata dagli altri elementi progettuali. Essa infatti si appoggia sul basamento come se fosse un oggetto prezioso posto sopra una sorta di vassoio.

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planivolumetrico

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interno

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interno

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lavaboT - studioarea999


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Qasera tu Cocina Store Gourmet - Edgar Sandoval, Manuel García

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El encargo consistía en diseñar una tienda especializada en productos gourmet en el Centro Comercial Las Ramblas en la Colonia Americana.

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El proyecto surgió propiamente del nombre de la marca, pues los clientes sabían muy bien lo que querían, tenían una clara visión de sus necesidades, se pretendía posicionar a la marca en la mente de los consumidores, que te hiciera sentir como en casa y con la viabilidad de crecimiento como franquicia.

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Por lo que a todo esto se respondió con una propuesta arquitectónica clara y fuera de los arquetipos en su categoría, el espacio se traduce en una abstracción de aquella casa tradicional de la abuela, donde los alimentos son hechos en casa y así evocar la atmósfera de comer como en casa.

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El uso de materiales como la madera quemada, los pallets y el adoquín, dan como resultado un trabajo contemporáneo haciendo reverencia a la tradición y buen gusto por el diseño.

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Floor Plan

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Pallucco - pallucco rivier

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“ Quella di Pallucco è la storia dell’azienda di Paolo Pallucco e Mireille Rivier, architetti capaci di lasciare un segno preciso del loro passaggio. Siamo nei primi anni Ottanta, fin da subito si affermano nel panorama internazionale per l’approccio anticonformista al mondo del design. Progettisti di chiara fama amano confrontarsi con designer atipici, creando prodotti irripetibili. Nasce con loro il Padiglione Sfilate alla Fiera di Milano un paradiso o un inferno chissà, dove potevamo immergerci nel loro mondo, un po’ appartati dalle banalità di tanta produzione. Indimenticabile, audace e geniale negli allestimenti del mattatoio abbandonato in occasione dei Saloni del Mobile di Milano (1987, 1988, 1989), dove veniva offerta solo birra e tequila da giovani in maniche di camicia super tatuati, e i suoi pezzi erano adagiati su una distesa di fiori;

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Scelgono Peter Lindbergh per curare l’immagine dei primi cataloghi,e Rei Kawakubo, la fondatrice del marchio Comme des Garçons, disegna perl’azienda una serie di tavoli e sedute. E poi John Hejduk e Shiro Kuramata. Le prime collezione sono ricche di suggestioni e rimandi culturali: accanto alla produzione di oggetti concettuali dal forte contenuto estetico,si affianca la riedizione di alcuni pezzi storic ifirmati dai grandi maestri del razionalismo italiano degli anni venti e trenta. È tuttora icona inconfondibile dell’azienda la lampada Fortuny: progettata nei primi del Novecento dall’eclettico e visionario Mariano Fortuny, è oggi tra i primi posti nell’antologia dei classici del design.” pubblicata da Phaidon.

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sedia impilabile Hans e Alice

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sedia comme des Garçons design Rey Kawakubo

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Asnago e Vender tavoli

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tavolo basso Tankette

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lampada Fortuny

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poltrona Barba d'argento

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dettaglio Barba d'argento

Casa Unifamiliare - Luigi Pascale

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Il fabbricato è ubicato a circa 2 Km dal centro cittadino. L’edificio si sviluppa su due livelli fuori terra, le finiture esterne sono realizzate in mattoni a vista e tufo giallo.

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Il Teatro Saranieri tra Eclettismo e Finzione - Matteo Romanelli, Lorella Lorello, Gloria Di Vincenzo, Maria Chiara Pernarella

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Restauro, rifunzionalizzazione e progettazione interna del teatro Saranieri, Itri (LT).

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Prospetto principale

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Interno_platea

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Interno_platea

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Interno_studio copertura sala teatro

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Interno_progetto pedana per le sedute

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Nuovo plesso scolastico a Bondeno (FE) - settanta7 studio associato, Ansaldi Ingegneri Associati, Ing. Ugo Trimboli, Ing. Valerio Stefanuzzi, ONLECO srl, ALVIT S.r.l.

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Il progetto prevede la realizzazione di un polo scolastico, comprensivo di una sezione di scuola elementare e due di scuola dell’infanzia, unico da un punto di vista costruttivo ma distinto per quanto concerne la gestione, gli accessi e le funzioni. L’edificio risulta caratterizzato dai tre blocchi funzionali e ben distinti che la compongono (scuola dell’infanzia + scuola primaria + servizi); ma l’intento figurativo-architettonico è quello di trattare l’edificio come un tutt’uno, eliminando ogni tipo di frammentazione formale.

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I corpi di fabbrica pur essendo articolati, sono resi compatti dalla stessa copertura a due falde; le forme geometriche delle aperture rispettano lo stesso modulo. Il gioco delle finestrature, degli elementi schermanti e delle tettoie insieme all’uso del colore contribuisce a sostenere l’espressività e la caratterizzazione dell’edificio.

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L'uliveto - Studio Associato Officina 8, Matteo Romanelli

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Nuova costruzione di un centro residenziale e direzionale, Terni.

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Riqualificazione di Largo San Nicola - Adriana Sbarra, Marina Di Iorio, Patrizia Porritiello, roberta galli

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Obiettivo della proposta progettuale avanzata è trasformare il largo San Nicola, oggi svincolo delle cinque arterie stradali che vi confluiscono in un nuovo spazio pubblico per la città di Ugento. La sua posizione centralissima e strategica, per la vicinanza a importanti elementi monumentali della città come palazzo Colosso e la Chiesa della Madonna Assunta in Cielo, lungo gli assi di collegamento che la relazionano con il mare e con le altre piazze della città, facilita la trasformazione del largo in un nodo urbano.

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Concept di progetto

L’idea è di lavorare sui bordi con il disegno di ‘zolle’, ampliamenti dei preesistenti marciapiedi dilatando così lo spazio e riqualificando anche le attività commerciali e in generale pubbliche ubicate lungo le cortine. Le zolle rappresentano gli emigranti che si sono dovuti allontanare da Ugento, il cui distacco dalla terra di origine è evidenziato da lame di luce nella pavimentazione. Elementi in corten, segno unificante le quattro zolle, che richiamano il legame alla terra e il ritorno alle ‘radici’, diventano dei veri promemoria, su di essi sono incise infatti parole come solidarietà, libertà, eguaglianza, mura messapiche, etc. che vogliono richiamare lo statuto comunale e ricordare le presenze storiche di Ugento. Queste fasce di acciaio partono da terra a costituire parte della pavimentazione e si alzano in alcuni casi nella parte conclusiva per diventare elementi espositivi o informativi, o pensilina per gli spazi aperti del bar o varchi di ingresso. Le zolle disegnano un sistema di relazioni che permette ai diversi punti dello slargo di interagire fra loro, innescando nuove dinamiche sociali e urbane, queste diventano veri e propri spazi pubblici, spazi dello stare, dell’incontro, della riflessione, del gioco. Quattro piccoli spazi che seppur planimetricamente distaccati si inseriscono nel tessuto urbano con l’intento di essere concepiti come piccoli spazi pubblici in cui non esiste un unico obiettivo. Più infatti sono le funzioni che accolgono, funzioni e azioni semplici della vita quotidiana: l’incontro, il riposo, la sosta, l’informazione la storia. Quattro elementi che, partendo dagli edifici esistenti, si protraggono verso il centro della piazza, un centro improprio non individuabile in modo univoco. Un elemento indefinito perché punto immaginario di connessione dei quattro elementi, proprio come invisibile e indefinibile è il legame che esiste tra gli emigranti ed Ugento.

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Sezione del Largo Sa Nicola

La composizione e l’interazione fra le zolle ed il lavoro sui bordi ha permesso di creare una continuità tra le cortine che evidenziando gli accessi, quindi il carattere di incrocio del largo, ma allo stesso tempo di disegnare spazi pubblici di varia natura concatenati tra loro e rivolti verso il centro, ‘luogo della memoria’. Oltre a fornire ampi spazi aperti per le attività ubicate sui lati di cui i commercianti possono usufruire soprattutto nella bella stagione (basti pensare ai diversi bar esistenti). Questo permette di ipotizzare un coinvolgimento dei privati in fase di realizzazione. Inoltre tutte le funzioni danno vitalità al largo. Ponendo particolare attenzione alla questione dell’_accessibilità_ degli spazi si è cercato di soddisfare le esigenze relazionali, di vivibilità e sicurezza, attraverso la riconoscibilità, fruizione degli spazi comuni da parte di un bacino di utenza il più ampio possibile, considerando anziani, bambini, disabili fisici, visivi e uditivi etc. mediante l’eliminazione di barriere architettoniche, visive e sensoriali, e le incisioni sulle lastre di acciaio. Il percorso della memoria, che diviene anche un percorso tattile, richiama attraverso parole chiavi i motivi e le speranze di coloro che hanno dovuto lasciare la propria terra e vuol ricreare, all’interno di un contesto urbano consolidato, un luogo in grado di ‘comunicare’ anche fisicamente al visitatore i ricordi e le sensazioni degli emigranti. Il desiderio è di disegnare uno spazio collettivo caratterizzato dalla molteplicità degli usi e degli incontri sociali e delle interazioni (Rodrigo Salcedo Hansen, 2002) per promuovere l’integrazione, la coesione e la qualità sociale; ricercando la continuità e l’accessibilità dei percorsi al fine di ottenere una migliore qualità degli spazi pubblici, integrando i nuovi spazi alla struttura urbana esistente. La proposta è di trasformare infatti il largo San Nicola in un vero e proprio spazio pubblico come luogo d’incontro e d’identificazione della comunità, di divertimento, di contemplazione, un supporto alla circolazione delle persone e dei veicoli, uno spazio complementare alle attività economiche ed un potenziale strumento di sviluppo sostenibile.

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Largo San Nicola

Il progetto illuminotecnico, è stato sviluppato infatti in stretta relazione con il progetto architettonico, sottolineando che la luce non ha solo valenze funzionali ma ha il potere di valorizzare i contesti in cui è inserita, accompagnando i fruitori nella loro quotidianità. Ugento e quindi Largo San Nicola, con le sue case basse, con le sue stradine in pietra, i suoi slarghi e la sua apertura verso il mare è un piccolo gioiello da mostrare senza eccessiva scenografia, per mantenere la sua intimità. I chiaroscuri presenti naturalmente nel territorio devono essere preservati anche nelle ore serali, quando inevitabilmente interviene la luce artificiale, il nostro progetto ha voluto riconoscere la luce come un elemento che accompagna il visitatore discretamente nelle diverse aree a tema della piazza, integrandosi perfettamente negli elementi di arredo urbano. L’illuminazione del largo è trattata in modo diverso a seconda delle diverse zone di progetto considerate, e quindi alle diverse zolle, in modo che la diversa natura delle funzioni e degli elementi simbolici adottati prendano ancora maggiore forza con la presenza della luce artificiale che ne rimanda ad effetti notturni quasi magici.

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Progetto illuminotecnico del largo

Architettura e Struttura - Maria Pregnolato

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Il sito del progetto è esattamente sul margine tra la città e la campagna: si tratta di una zona di frangia, in cui gli edifici e la natura si specchiano l’uno nell’altro. Il problema è come collegare questo due realtà, così diverse e allo stesso tempo contigue. Il processo di concept implica la considerazione della natura e della città come due piani, considerati come livelli: la natura è il primo, mentre il costruito è il secondo, conseguentemente elevato.

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Fotomontaggio: inserimento paesaggistico

Il risultato è una struttura, completamente permeabile e passante, che tocca il terreno solo in alcuni punti di appoggio: ciò assicura la continuità del paesaggio. L’ambiente naturale è a livello del terreno in forma di parco pubblico e orti urbani, la dimensione urbana è al livello superiore e coincide con un impianto sportivo. L’elemento protagonista di questa soluzione è la struttura: cinque archi che possono sostenere il carico di tutta la costruzione e mantenerlo elevato rispetto alla quota zero.

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Masterplan

Non ci sono pilastri nè pareti, il terreno è completamente libero, per raggiungere l’obiettivo della continuità del territorio e della agricoltura. Il progetto intende valorizzare il valore sociale, ambientale e paesaggistico, in quanto si configura come un vasto piano di analisi, valorizzazione e gestione di aree urbane e verdi periurbane, con particolare attenzione a quelli di uso agricolo. La riduzione del consumo di territorio nei nuovi insediamenti contrubuisce a migliorare la riqualificazione di un paesaggio re-interpretato come “infrastuttura verde” e costituisce l’ultima sfida per la salvaguardia del paesaggio di frangia, al fine di costruire un locus amenus dove natura, architettura e società sembrano finalmente incontrarsi: un’“esperienza verde” che insegna l’uso sostenibile dell’ambiente e la risposta alle esigenze di “vita di comunità”, contribuendo al recupero di aree non vissute.

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L’impianto sportivo si presenta come un ellissoide, innalzato e scavato, in modo da avere il passaggio completo al piano terra e una circolazione completa.

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A nord è collocato un parco agricolo, continuazione della campagne esistente, che si trasforma all’interno dell’area sportiva in diversi orti urbani. Questo è il fulcro del progetto, la congiunzione tra le due dimensioni: il paesaggio entra lentamente e gentilmente in città, mentre le costruzioni urbane accolgono la natura trovando spazi e momenti da vivere con essa. A sud un movimento tettonico artificiale che ricorda una foglia svolge la funzione di parcheggio coperto:la struttura-scultora copriva l’enorme ridefinisce la funzione caratterizzandosi come un’onda verde di erbe e fiori che danno il benvenuto al cittadino.

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Sotto il palazzetto dello sport, la natura dunque continua, ma in un modo diverso: grazie a un sistema di led e ad un accurata selezione botanica, il sitema di orti urbani permette di mantenere la dimensione naturale, a una scala minore e più regolare, ovvero più urbana. Lo scopo non è solo la produzione, ma anche l’istruzione, come anche il tema del World Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta” suggerisce.

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L’impianto sportivo è suddiviso in due piani, entrambi elevati, dal momento che al piano terra è possibile trovare solo una dimensione naturale. Il design si esprime attraverso un sistema di involucri,dove quello esterno soddisfa esigenze di sostenibilità e architettura, quello interno svolge funzioni strutturali e termiche. Al primo livello ci sono il campo sportivo principale, quattro spogliatoi per gli atleti, due per gli arbitri,l’infermeria, i locali tecnici, la biglietteria e il locale per l’amministrazione, insieme al bar e diversi servizi igienici; sulla pavimentazione del primo piano ci sono alcuni pannelli in vetro, al fine di creare un collegamento visivo con gli orti del livello sottostante.

Al secondo livello ci sono la palestra secondaria, una sala conferenze e il secondo piano del bar. I collegamenti sono gestiti con ascensori e scale, rispettosi della normativa.

In tedesco la parola “contadino” ha la stessa radice della parola “architetto”. Il fatto che queste parole,“bauen” e “bauer”, abbiamo la stessa origine sottolinea l’importanza del legame.L’elemento vegetale ha un rapporto versatile con l’architettura, la città e la campagna, che va oltre la progettazione e la realizzazione di spazi verdi: un tessuto connettivo, con valori diversi (funzionali, educativo, simbolico, estetico), attraverso percorsi pedonali, ciclabili e veicolari distribuiti e incorporati,per dare continuità fisica e funzionale a tutto il sistema. La tematica non è pensata circoscritta al singolo progetto, ma è intesa come un nuovo “stile di vita” della città, in cui le diverse dimensioni possono vivere e cooperare.

L’integrazione di un impianto sportivo prende in considerazione fattori di estrema attualità, in cui è presente anche l’ impatto sul territorio stesso, non tanto dal di vista visivo, ma soprattutto da quello ambientale. Il design “verde” o sostenibile è quella che riduce al minimo gli impatti negativi delle attività umane sull’ambiente naturale, o su materiali, risorse e processi che prevalgono in natura. Uno sforzo consapevole è necessario quando si considera un edificio interagendo con l’ambiente circostante:un sistema geotermico, pannelli fotovoltaici, il recupero e riuso delle acque piovane, la presenza di tetti verdi, un impianto di climatizzazione controllata sono gli elementi progettuali che concorrono al raggiungimento dell’obiettivo.

Il risultato è la soluzione: il paesaggio, insieme con l’architettura, è in grado di organizzare la città e migliorare l’esperienza urbana. Così, il tema iniziale della struttura sportiva si fonde con la più ampia questione della gestione del territorio. Architettura, struttura e tecnologia si uniscono per tutelare e promuovere l’ambiente, per una città più vivibile e sostenibile, attraverso una nuova interpretazione di costruire e di vivere.

Anfiteatro all'aperto - AARCH-MI, GIUSEPPE PEPPE MAZZEO, LAURA LEVI, Erica Bagarotti, Paolo Morandi, Marta D'Innocente, Marzia De Giovanni

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Il progetto per il teatro all’aperto è situato a Sant’Agata di Esaro, uno dei comuni appartenenti al Parco del Pollino. Dal paese è possibile osservare diversi scorci paesaggistici del parco che divengono scenografia naturale. Il teatro da noi progettato, inteso come rappresentazione della realtà, vuole avere come sfondo, come cornice per la propria scena, una realtà esistente e da tutelare.

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Vista del teatro all'aperto

GLI OBIETTIVI Il progetto del teatro all’aperto per il paese di Sant’Agata di Esaro ha come obiettivi: - la valorizzazione del paesaggio; - la valorizzazione di Piazza Carducci; - l’integrabilità con l’edificato presente nell’area di intervento; - l’ utilizzo di materiali locali.

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IL PROGETTO L’intervento può essere suddiviso nelle seguenti macro aree: 1 la cavea; 2 la scena e la scenografia; 3 lo spazio pubblico, continuazione di Piazza Carducci; 4 i servizi per il pubblico; 5 i servizi per i teatranti. Il concept dell’intervento è enfatizzare il varco che viene a frapporsi tra i due volumi della scenografia, un varco di porzione di paesaggio verso l’infinito e oltre.

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I MATERIALI Come precedentemente accennato i materiali utilizzati sono facilmente reperibili e in alcuni casi, anche locali. - la pietra Reggina per le sedute della cavea; - l’acciaio Corten per i setti perimetrali; - il legno per il rivestimento del palco, delle tettoie della biglietteria e dell’entrata, e per il rivestimento del volume dei camerini; - il cemento, il cui utilizzo sarà riservato al blocco dei servizi per il pubblico, ospitante i bagni; - i mattoni, utilizzati solo per costruire i due setti che costituiscono la scena; - i tubi innocenti, più che un materiale, una scelta progettuale, quella di poter allestire una scenografia che richiami gli ambienti interni di una casa, senza realmente esserlo. E’ un modo per rendere flessibile l’area del palco senza vincolarla alla costruzione di un volume fisso e ingombrante.

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Trasformazione della Pasticceria Citterio - Marco Ortalli, Giacomo Ortalli, Virginia Ortalli, gaelle verrier

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Il progetto presentato riguarda la ristrutturazione di una porzione di un edificio costruito nel centro storico di Canzo, in provincia di Como, verso la fine del 1800 di proprietà della famiglia Citterio. L’edificio si trova sulla strada che da Milano porta a Bellagio. Fino al 1920 era adibito ad albergo, poi, con ampliamenti e frazionamenti successivi, è diventato in parte residenza, in parte pasticceria e in parte è rimasto albergo.

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appartamento 1

Verso il 1970 le attività commerciali cessano e nel 2008 una parte dell’immobile viene ristrutturata secondo il progetto presentato. Il progetto prevede uno studio legale al piano terra e tre appartamenti, due di circa 100 mq e uno di 50 mq più soppalco. Le facciate esistenti hanno subito trasformazioni minime che hanno interessato solamente la corte interna: è stata completamente rinnovata la parte distributiva, che prevede nuovi ingressi autonomi dalla corte interna; in origine la pasticceria prevedeva un unico accesso da via Mazzini.

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Vista della corte interna

È stata demolita la scala esistente e ricostruita in modo da consentire il collegamento interno dei due appartamenti nell’edificio più alto, rendendo così possibile il collegamento con il vano ovest, altrimenti inutilizzabile. Anche nel volume più basso è stata ripensata la distribuzione: una nuova scala collega il piano terra d’ingresso con il piano superiore della residenza.

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Appartamento 2

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Appartamento 2

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Appartamento 3

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Appartamento 1

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Mulan Primary School - Rural Urban Framework

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The Mulan Primary school is located close to Huaiji, a county of approximately 100,000 in Guangdong Province. Working with the local education authority and a Hong Kong based charity, we were asked to expand an existing primary school of 5 classrooms by adding an additional building of 6 classrooms. The motivation behind this expansion is through the government’s desire to consolidate the total number of primary schools. In the process, some older schools will be demolished and others enlarged to make up for the loss and also to provide for a larger sphere of population distribution. The existing school is a simple tiled roof block with an overhanging eave supported on columns. The building forms part of an edge of a wall, which frames a courtyard. The strategy of the design was not only to extend the school but also to extend the courtyard and organize the site through a series of open, linked spaces.

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The new building defines the edge of the site as a U-section with one side of the courtyard left open. The roof plane is a continuous ribbon that rises from the ground as a series of steps forming a new public space and outdoor classroom that then becomes roof, before dropping down again to form a ground plane that defines the edge of the courtyard. The steps are punctuated with small micro-courtyards that continue into the library. The roof is clad in old, recycled tiles collected from numerous villages in the local area. At three moments the roof tiles become vertical walls and help direct run-off water to the ground. A perforated screen walI encourages climbing plants that then cool the air in the hot summer months. Smooth, mirror-tiles are deployed on the courtyard façade and on the vertical faces of the steps. This creates visual mirages and distorted reflections that animate as children play in the courtyard and steps. Through the provision of this open public space and library, the school can become a community focal point opened to all as the village evolves.

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