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Taichung City Cultural Center International Competition - caruso torricella architetti

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Conceptual premise The proximity with the park is definitely the main drive for this proposal that has a lot to share with the classical mix of nature and architecture, of vegetal and mineral, of water and terraces that we can see in chinese traditional gardens. Not less condivisibile, mostly in contemporary world, is the classical view of the garden as an idealized miniature landscape meant to express the harmony that should exist between man and nature. Last but not least the two cultural institutions that insist on the lot, immediately made us remember the scholars’ gardens and pushed us to look for an equivalent recipe to assure, even to a much more massive user, the same possibility of reading and appreciating art outdoor.

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Architecture The translation of these concepts into architecture brought us to the following choices: - lessen the individuality of the two buildings, looking for making them more an element of the park than an architectural statement in themselves; - give the two buildings terraced volumes that integrate directly into the park; - putting a pond as the center of the composition between Library and Museum; - overpassing the pond with bridge housing the common facilities of the two institutions; - completing the indoor use of the buildings with the outdoor space on the terraces that are in front of the reading and exhibition rooms. Buildings: their shape derive from stacking, in slightly irregular way, six layers of parallelepipeds with a set-back facing the park, allowing for lawns and vegetation on the resulting terraces. This will create a powerful effect of continuity with the park, implemented also by vertical green facades. Terraces: resulting from this set-back will be used as outdoor reading or exhibit spaces, creating a type of outdoor space, intermediate between public and private, that will allow users of the library and of the museum an experience of reading or seeing artworks in total immersion in the nature. Pond: water is an important item to make the building part of the park. Zig-zag bridges remind us of the proverb: “ by detours, access to secrets”. Bridge: some parallepiped, of the stacking process, bridges over the pond supporting a series of facilities shared by the two institutions: cafeteria, bookshop, learning, auditorium etc. The bridge allow a direct passage under the building from Park Avenue to the Park.

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Sustainability The physical shape of the buildings, the presence of greenery on the greater part of the roofs and on 70% of the facades, the use of triple insulating glass for windows will have a mitigating effect on the climate impact on the building that will prove effective in reduction of Energy consumption. A surface of 6000 sqm of high performance photovoltaic panelling will provide enough energy to run the building. A rainwater re cycling system will allow the reuse of rainwater for sanitary and watering use.

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RESTAURO DELLA CAPPELLA DEL SANTO SUDARIO - Mario Brunetti

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SINTESI DELLE FASI LAVORATIVE I lavori di risanamento ambientale e strutturale dei supporti murari con interventi di conservazione e restauro degli affreschi e dell’apparato decorativo della cappella del S.Sudario possono essere così sintetizzati: • ripassamento di tetto con tegole, comprendente il rimaneggiamento totale delle tegole, il fissaggio dei tegoloni di colmo, la sostituzione della piccola orditura e delle tegole obsolete, esclusa la sola provvista delle tegole e dei listelli sostituiti • pulizia dell’estradosso delle volte con sgombero di tutto il materiale e detriti presente • consolidamento delle lesioni delle volte della navata mediante sigillatura con calce idraulica naturale fluida e fissaggio eventuale di reti in fibra di carbonio e/o in polietilene a resistenza garantita da sistemare ed ancorare sull’estradosso delle volte • realizzazione di isolamento termico della navata principale mediante getto di calcestruzzo alleggerito composto da sughero e calce idraulica naturale • posa di membrana impermeabile all’acqua e permeabile all’aria interposta a due strati di tessuto non tessuto, da sistemare sopra l’isolamento termico per protezione delle volte da eventuali infiltrazioni d’acqua dal tetto • rimozione della pavimentazione in piastrelle quadrate di quarzite nei colori grigio e dorato • demolizione del sottofondo del pavimento • getto di caldana in calcestruzzo di cemento alleggerito con argilla espansa e rete in polietilene o metallica • spicconatura d’intonaco degradato esterno e interno alla cappella • lavaggio delle parti d’intonaco con presenza di sali mediante impacchi di acqua deionizzata e polpa di cellulosa • posa di tubazioni sotto pavimento dell’impianto elettrico e telematico • ripristino degli intonachi e decorazioni a stucco mancanti e/o degradati mediante l’utilizzo di malta di grassello di calce arricchita con calce idraulica naturale, granulometria degli inerti e finitura uguale a quella originaria • posa di isolamento termico costituito da pannelli rigidi in sughero mineralizzato o polistirene • posa di serpentine in polietilene per l’impianto termico a pavimento radiante fissate all’isolamento mediante apposite graffe • copertura dell’impianto termico con getto di caldana in pastina di cemento • ricollocazione delle piastrelle in quarzite posate su letto di malta di calce idraulica naturale e cemento secondo lo schema originario • demolizione di marciapiede in cemento presente sul perimetro esterno • scavo per la realizzazione di tubazioni di raccolta acque meteoriche • realizzazione di impianto di collettori solari termici ad alto vuoto per alimentazione impianto di riscaldamento a pavimento della cappella. • realizzazione di tubazioni in polietilene per la raccolta delle acque meteoriche sul perimetro esterno della cappella • copertura delle tubazioni • realizzazione di pavimentazione esterna in pietra di Luserna con elementi squadrati e regolari e lavorazione a spacco naturale fine aventi dimensioni variabili dai 70 ai 120 cm • rimozione di serramenti in alluminio preverniciato • realizzazione di serramenti vetrati con struttura minima di ferro brunito • realizzazione di impianto di collettori solari termici ad alto vuoto per alimentazione impianto di riscaldamento a pavimento della cappella. • documentazione fotografica prima, durante e dopo i lavori • restauro superfici affrescate e decorate comprendente: 1. rilevamento dello stato del degrado e delle tecniche di conservazione ed esecuzione con fornitura di mappatura di cantiere 2. esecuzione di saggi relativi alle diverse fasi dell’intervento per l’applicazione di materiali e metodologie diverse 3. assistenza e coordinamento del restauratore all’esecuzione del rilievo e alla restituzione grafica definitiva della mappatura di cantiere 4. assistenza e coordinamento del restauratore all’esecuzione della documentazione fotografica 5. assistenza e coordinamento del restauratore all’esecuzione di indagini diagnostiche e conoscitive; 6. assistenza e coordinamento del restauratore al montaggio e smontaggio del ponteggio 7. rimozione di depositi superficiali incoerenti sia in situazione di buona coesione che di cattiva coesione 8. rimozione di depositi superficiali parzialmente coerenti e parzialmente aderenti con metodologie varie 9. ristabilimento preliminare della adesione e della coesione della pellicola pittorica 10. ristabilimento della coesione della pellicola pittorica con metodologia puntualizzata nel corso delle fasi precedenti 11. operazioni di verifica dei risultati 12. ristabilimento della adesione della pellicola pittorica 13. verifica dei risultati 14. ristabilimento della coesione degli intonaci di supporto degli affreschi 15. ristabilimento della coesione del sistema pellicola pittorica-strati preparatori 16. ristabilimento dell’adesione tra supporto murario ed intonaco di supporto mediante iniezione di adesivi riempitivi 17. ristabilimento dell’adesione tra l’intonaco e l’intonachino 18. eventuale disinfestazione mediante applicazione di biocidi 19. rimozione di depositi superficiali parzialmente coerenti quali polvere sedimentata, fissativi alterati e sostanze di varia natura soprammesse al dipinto 20. rimozione meccanica di stuccature eseguite durante i precedenti interventi 21. operazioni di stuccatura, reintegrazione e protezione superficiale applicando metodologie puntualizzate prima e durante l’intervento 22. esecuzione accurata di documentazione fotografica – prima, durante e dopo l’intervento 23. relazione di restauro 24. assistenza del restauratore alla redazione della documentazione complessiva finale del progetto. • indagini diagnostiche non distruttive con monitoraggio e regolazione dei valori termo-igro-ventilatori e pressorici mediante controllo dinamico modulabile parametrico realizzato con sistema computerizzato CUSTOM-MADE regolato da software progettato secondo le esigenze specifiche richieste per la ideale conservazione degli affreschi e dell’apparato decorativo della cappella • impianto di illuminazione a led ad alto rendimento con sorgenti luminose a sospensione a cluster di led a luce bianca corretta a luce solare e led colorati senza emissioni di infrarossi e ultravioletti.

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Parco del benessere per le famiglie - Roberto Moscon, Alessia Buratti

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In esecuzione della Deliberazione della Giunta comunale n. 249 del 18/09/2013, il Comune di Cles indice un concorso di idee denominato “Parco del benessere per le famiglie”. Il concorso di idee, da esperirsi in forma anonima in un unico grado, è aperto a gruppi professionali in possesso dei requisiti richiesti nel bando. Esso è volto alla formulazione di idee e proposte progettuali in grado di delineare lo sviluppo delle aree interessate secondo linee di indirizzo che valorizzino la dimensione familiare, in una prospettiva di sostenibilità economica, ambientale e sociale.

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Scadenze: - Termine per l’iscrizione – 14.10.2013 - Termine per la consegna dei progetti – 16.12.2013

Premi: 1° premio: € 5.000,00 2° premio: € 2.000,00 3° premio: € 1.000,00

Criteri di valutazione e attribuzione dei premi: La valutazione delle proposte progettuali e l’attribuzione dei premi di concorso avverranno da parte di una commissione giudicatrice, composta da cinque membri, nominati dall’amministrazione comunale.

Il bando integrale è disponibile presso il Comune di Cles – Servizio Segreteria e Servizio attività sociali e culturali – Corso Dante 28 – tel. 0463/662050–662093 fax 0463/662009 – e-mail: info@comune.cles.tn.it oppure sul sito internet www.comune.cles.tn.it

Appartamento XX settembre - écru architetti

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20 settembre è la ristrutturazione di un appartamento nel centro storico di Parma per un giovane professionista. L’intenzione dell’opera è stata quella di ripulire, ridefinire e di rimisurare lo spazio esistente, renderlo geometricamente esatto e percepibile. Lo stato di fatto presentava già le potenzialità per assorbire questo tipo di operazione di sintesi. È stato sufficiente quindi portare al minimo le “distrazioni” cromatiche e volumetriche in favore di un primato assoluto delle masse di luce e della precisione delle prospettive.

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Un unico elemento, esatto e potente è incaricato di controllare gli spazi come accade in “in vedetta” di Fattori. Tre soldati a cavallo, in uno spazio vuoto, riempito solo da un muro bianco visto in prospettiva trasversale. La pianura, anch’essa bianca perché assolata, si conclude in una linea di orizzonte basso che apre ad un cielo di un azzurro polarizzato. Una sensazione di tempo rallentato che sembra preannunciare la dimensione onirica della pittura metafisica. I soldati sono fermi, in vedetta, in uno spazio talmente vuoto che non si riesce ad immaginarvi alcun nemico, né presente né futuro. Questa è la tonalità dello spazio che il progetto mira a raccontare. Il lungo mobile contenitore, quindi, percorre longitudinalmente tutto l’appartamento, esasperando la velocità della fuga in prospettiva che si ha non appena varcata la soglia.

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Edificio Ecocarburantes Españoles en Escombreras, Murcia - CHS arquitectos

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Escombreras como paisaje. Un voraz desarrollo industrial lo ha modificado fuertemente, sembrándolo de enormes depósitos y tinglados. Nos acostumbramos a asociar refinerías con desolación. Tuberías de gran calibre serpean el valle hasta sus terminales en la bahía. Un fondo árido envuelve toda la actividad fabril. Montañas austeras, paisaje yermo, desértico en su naturaleza y hostil en su artificio.

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Los edificios de Servicios, Oficinas y Personal, sirven como fachada y cerrramiento fabril. El muro de piedra de contundencia visual, unifica las diversas funciones, que se adosan detrás y sirve de amortiguación bioclimática del fuerte sol de poniente del Valle de Escombreras. Las oficinas se abren al exterior, un huerto de limoneros las separa de las instalaciones fabriles y hacia unos patios de luz.

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El edificio que proyectamos, resuelve el programa de necesidades administrativas y técnicas de la factoría y solventa las necesidades generadas por el personal que allí trabaja. Interiores serenamente expresivos y sugerentes, junto al complejo fabril. Las tres funciones que se requieren, técnica, administrativa y el complemento higiénico, se disponen en U, alrededor de un patio/plaza semihundido, abierto hacia el sur. Esta depresión del patio, origina rampas hacia los accesos y genera plataformas con diferentes pendientes, provocado geometrías irregurales donde se dispone la jardinería y una pequeña lámina de agua.

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interior design - Antonio Natale

Mell resort & wellness - MICHELE MERLA

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The intervention of the project “Mell resort & spa” comes from the need to recover a degraded architectural environment.

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The design idea comes from the integration of environmental issues, energy and fruition. The architecture of Mel resort & spa is a perfect blend between environmental sustainability: respect for the landscape, integration with the territory, use of local materials, energy efficiency and the sustainability of psychological comfort: respect for the site, the materials, the green of the autochthonous species including smells, sounds, etc.

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The key to understanding the intervention is to be found in an architecture where the environment, technology, energy efficiency mingle with the psychological comfort broadcast environments and landscape.

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L’intervento progettuale del “Mell resort& wellness” nasce dalla necessità di recuperare una situazione di degrado architettonico-ambientale. L’idea progettuale scaturisce dall’integrazione delle tematiche ambientali, energetiche e fruitive. L’architettura del Mel resort& wellness rappresenta un ottimo connubio tra sostenibilità ambientale: rispetto del paesaggio, integrazione con il territorio, utilizzo dei materiali locali, efficienza energetica e la sostenibilità del confort psicologico: rispetto del luogo, dei materiali, del verde, delle essenze autoctone compresi odori, suoni, ecc.La chiave di lettura dell’intervento è da ricercare in un’architettura dove il contesto, la tecnologia, l’efficienza energetica si compenetrano con il comfort psicologico trasmesso dagli ambienti e dal paesaggio.

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PARTECIPAZIONE AL BANDO PER LA RISTRUTTURAZIONE EX AULE DELLA CASERMA CANTORE - Mario Brunetti

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RELAZIONE TECNICO METODOLOGICA DI PROGETTO L’ipotesi progettuale di riuso e ristrutturazione delle ex aule della caserma Cantore di seguito descritta si pone come obiettivi primari, oltre al predisporre l’edificio con criteri di massima flessibilità e diversificazione funzionale per il Conservatorio di Cuneo, di garantire nel contempo la fruizione e l’accesso dei locali per attività affini alle attività di didattica svolta durante l’anno accademico. A tale proposito si è ipotizzata la possibilità di allestire, in occasione di eventi musicali, in tutte le sue più svariate forme ed espressioni, diverse sale con numero di posti a sedere definibile di volta in volta con il semplice montaggio e smontaggio di salette per laboratori e didattica musicale. Entrando nel merito dell’ipotesi progettuale si pone in primo luogo l’attenzione sulla necessità di prevedere delle opere di adeguamento antisismico delle strutture in cls armato, di cui l’edificio è costituito, con la realizzazione di una struttura portante in acciaio formata da pilastri e centine ad arco in profilati metallici da sistemare in corrispondenza dei pilastri esistenti e all’intradosso della volta. Il passo di circa 2.40 m tra i portali centinati consentirà, con adeguati ancoraggi e solidarizzazioni struturali, di appoggiare la volta alla nuova struttura evitandone il collasso in caso di sollecitazioni orizzontali. Una volta eseguita e completata questa prima fase di lavori sarà possibile eliminare i tiranti in acciaio che costituiscono attualmente gli elementi di contrasto delle componenti orizzontale della volta. Tale operazione consentirà di percepire amplificata la spazialità interna esaltata ulteriormente dal ribassamento del piano di calpestio dei nuovi locali sottostanti. Di fatto l’attuale piano rialzato costituisce una considerevole barriera architettonica all’accesso e all’utilizzo dei nuovi locali in progetto; il ribassamento della quota attuale dei pavimenti di circa 1.50 metri garantirà libero accesso ed uscita in sicurezza senza l’ausilio di apparecchiature di sollevamento o rampe a scivolo. Le pareti perimetrali saranno ricoperte da un cappotto termo e fonoisolante su tutto il loro sviluppo, La finitura interna a vista è ipotizzata in tavolato di legno ancorato alla struttura in acciaio a ricoprimento dei vari strati isolanti e passaggi tecnologici degli impianti di distribuzione elettrica domotizzata, riscaldamento e raffrescamento con pompe di calore, ventilazione controllata con recupero di calore, rivelazione e spegnimento incendio, illuminazione led, cablaggi multimediali e server regia a servizio di eventi e della attività didattica. L’illuminazione naturale sarà garantita da pozzetti circolari di captazione di luce naturale sistemati nella volta in cls previa adeguato carotaggio da eseguirsi in chiave di volta in mezzeria di ogni passo di portale metallico centinato sopra descritto. Nello stesso vano dei pozzetti, formato da una tubazione altamente riflettente, verranno collocati le lampade per l’illuminazione artificiale e per la schermatura solare. Esistono in produzione tecnologie che garantiscono il connubio delle tre funzioni impiantistiche, necessari e gestibili in modo separato e complementare a seconda delle necessità. L’intercapedine esistente e presente a separazione dei due blocchi di edificio, sarà coperta da una vetrata con struttura metallica per dare un considerevole contributo di illuminazione nella zona centrale, al disotto della quale è previsto il posizionamento del palcoscenico ellittico e/o sala 4, servito da un giro completo di gradini che rialzano di circa 1.40 m l’attuale nuova quota dei locali interni. Questo intervento consentirà inoltre di garantire la continuità dei locali in un’unica e continua manica polifunzionale con un incremento esponenziale di versatilità di distribuzione funzionale dell’intera struttura. L’ingresso alla struttura è previsto sul fronte ovest della manica dalla Via Pascal, all’angolo con Corso J.F.Kennedy, in corrispondenza degli accessi attualmente esistenti ma debitamente abbassati alla quota del marciapiede esterno. Le salette sono ipotizzate come delle cellule componibili con pareti e soffitti realizzati in materiale fonoassorbente su tutti i lati del parallelepipedo ad esclusione della parete che viene accostata alle pareti perimetrali della manica voltata. Gli attacchi e la distribuzione della componentistica tecnologica e impiantistica, per agevolare l’eventuale smontaggio e rimontaggio in caso di cambiamento temporaneo e funzionale degli spazi interni. sono localizzati esclusivamente sulla parete perimetrale della sala. Nelle planimetrie allegate sono evidenziate alcune delle diverse possibilità di allestimento degli spazi interni con le varie ipotesi di sale concerti e/o eventi musicali con foyer per la gestione ed accoglienza degli eventi, salette per la didattica e per i laboratori, spazi per associazioni musicali e corali, locali per la registrazione e per la gestione del suono e delle tecnologie audiofoniche, Esternamente le facciate manterranno l’attuale configurazione architettonica con la sola copertura e chiusura delle attuali vetrate mediante l’applicazione di una pannellatura opaca e isolata in leggero sfondato con finitura a vista di colore grigio. In modo tale da mantenere l’effetto simile di pieni e di vuoti attualmente presente. Le pavimentazioni dell’intera manica sarà realizzata con un getto in cls lisciato sopra al quale potrà essere sistemato un rivestimento in tessuto sintetico per eliminare i rumori fastidiosi del cammino durante i laboratori e gli eventi musicali. SINTESI DELLE FASI PROGETTUALI Gli interventi di Ristrutturazione delle ex Aule della Caserma Cantore si possono così di seguito sintetizzare: • Verifica dello stato di degrado delle coperture e delle impermeabilizzazioni esistenti • Demolizione di pavimenti e rimozione dei sottofondi e riempimenti fino alla quota di circa – 0.40 dal piano di campagna attuale posto a 0.00 • Verifica e miglioramento antisismico con realizzazione di strutture in acciaio a portali centinati solidarizzati alla esistente struttura in cls armato verticale e di copertura • Tamponamento delle finestrature esterne, esclusi gli accessi e le uscite di sicurezza reviste, mediante pannellatura in cls a vista ancorata ai telai dei serramenti esistenti • Rimozione dei serramenti esterni previsti nelle zone di accesso e di uscita con sostituzione dei medesimi con nuovi telai provvisti di tamponamento interno opaco e fonoisolante. • Realizzazione di carotaggi in chiave della volta di copertura per la localizzazione di pozzetti di presa di luce naturale, provvisti di sistema di oscuramento interno e illuminazione artificiale led incorporata. • Demolizione di tamponamenti perimetrali che separano le due maniche fra di loro con conseguente chiusura delle pareti del vano di intercapedine con nuove vetrate isolanti e della porzione di volta mancante con una copertura vetrata isolante montata su struttura metallica rispondente alle normative previste in materia di contenimento energetico. • Sistemazione esterna dopo le opere di demolizione delle scalette di accesso esistenti con integrazione della pavimentazione dei marciapiedi in mattonelle autobloccanti e rappezzature dell’asfaltatura esistente con localizzazione di mitigazione dell’irraggiamento solare estivo mediante la localizzazione di piantumazioni di medio fusto lungo la facciata ovest a margine del marciapiede esistente. • Verifica, dimensionamento e realizzazione di impianto di distribuzione e smaltimento acqua sanitaria per i servizi igienici posti in corrispondenza delle due testate della manica, divisi tra uomini e donne con spazio intermedio dedicato alla gestione audiofonica, registrazione e regia generale. • Dimensionamento ed esecuzione di impianto di distribuzione rete antincendio secondo le normative vigenti • Realizzazione di impianto di riscaldamento e raffrescamento mediante pompe di calore • Realizzazione di impianto di ventilazione controllata con recupero di calore • Realizzazione di impianto di alimentazione e distribuzione elettrica, da eseguire totalmente in esterno alle murature perimetrali e all’interno del vano di intercapedine predisposto tra la pannellatura in legno di finitura interna e gli isolamenti termici ed acustici • Realizzazione di impianto di rilevazione fumi ASD con aspirazione continua dell’aria • Realizzazione e adattamento con l’esistente di impianto di spegnimento incendio mediante acqua nebulizzata ad alta pressione, comprensivo di stazione di pompaggio e riserva d’acqua dimensionati secondo i parametri indicati dalle normative vigenti • Ricollocazione di pavimenti esistenti da conservare • Realizzazione di nuove pavimentazioni in getto lisciato di cls con ricoprimento in tessuto sintetico fonoisolante e antitacco • Realizzazione di impianto di illuminazione a basso consumo mediante diffusori lineari a strisce e apparecchi illuminanti led ad alta potenzialità.

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PARTECIPAZIONE AL BANDO PER LA RISTRUTTURAZIONE E RIFUNZIONALIZZAZIONE DEL PALAZZO SANTA CROCE - Mario Brunetti

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Relazione Tecnico Metodologica Di Progetto Gli interventi di integrazione e adattamento della struttura hanno avuto luogo sino ai primi decenni del XX secolo, prima che la struttura ospedaliera fosse ormai considerata non più idonea ad assolvere ai requisiti di funzionalità richieste in campo sanitario. L’approccio tecnico metodologico proposto mira a valorizzare l’intero isolato quale luogo di conservazione e diffusione del sapere in tutte le sue forme ed espressioni oltre che luogo di incontro, di relazioni culturali e socializzanti per le quali le biblioteche moderne costituiscono oggi elemento centrale di riferimento. A tale scopo si propone di localizzare l’ingresso principale alla struttura su Via Santa Maria dove è ubicato l’attuale ingresso carraio. La via di Santa Maria di fatto costituisce una direttrice fondamentale di collegamento con l’asse storico di Via Roma oltre che per la visibilità ed accessibilità presente dalla via di scorrimento perimetrale al centro urbano costituita dal Viale Kennedy. La vicinanza con l’ingresso del Museo Civico consentirà di rendere maggiormente complementari fra loro i servizi culturali ad essi richiesti, compenetrando spazialmente e urbanisticamente le rispettive fabbriche. Alla sinistra dell’ingresso del piano terra si apre l’accesso allo spazio della Caffetteria, servita da una rampa che consentirà di superare il dislivello presente ed accedere senza barriere al locale costolonato che si affaccia sul cortile interno. La Caffetteria è localizzata all’angolo tra le vie di Santa Croce e di Santa Maria, coperta con una volta a botte lunettata. Alla destra dell’ingresso è ricavata una rampa di scala che insieme alla piattaforma elevatrice consentirà di superare il dislivello di circa un metro presente tra il porticato e i locali della manica ovest. Nel portico d’ingresso è localizzata una stazione di informazione e smistamento verso le varie sezioni con servizio di deposito borse prima dell’ingresso alle sale di consultazione e lettura. Anche sulla manica ovest è prevista una stazione di Informazione ed assistenza agli utenti con annesso deposito di borse in appositi armadietti chiudibili a chiave. In questa manica del piano rialzato sono localizzate le sezioni per bambini e ragazzi, gli adolescenti e gli adulti con annessi vani per i laboratori, sala consultazione e sala lettura. In fondo alla manica che si affaccia su Via F.lli Vaschetto è stato predisposto un montacarichi per il carico e scarico dei libri e delle attrezzature di servizio della biblioteca. Detto impianto consentirà di collegare in modo agevole fra loro il piano della piazza Santa Croce con il piano seminterrato, destinato a magazzino di stoccaggio libri, il piano primo e il piano secondo. La corte centrale, per la quale si auspica l’utilizzo complementare con le sezioni a scaffale aperto, dedicati alla narrativa e alla saggistica, è stata pensata coperta e provvista nel contempo di dette sezioni. Questa ipotesi consentirebbe di avere su un unico piano l’accesso diretto agli scaffali e trovare poi una seduta comoda nella zona centrale del cortile e lungo il perimetro interno delle facciate o sul terrazzo posto in sommità dell’ellisse servita da rampe con pendenza regolare non superiore al 6%. La struttura a forma di ellisse è formata da anelli concentrici di “scaffalature aperte” tra le quali si sviluppano le rampe che conducono senza barriere sino alla sommità posta a circa 7.00 metri di altezza dal piano cortile dove è localizzata una sala lettura per circa sedici posti a sedere. Al piano terra, nella zona centrale dell’ellisse, è ricavata la sala di lettura con capacità ricettiva di circa 50 unità, predisposta in modo flessibile per consentire l’allestimento di una sala per conferenze e presentazioni di eventi, piccoli concerti, attività culturali, seminari, presentazione di Premio Primo Romanzo, ecc.., procedendo alla sola movimentazione delle sedie e dei tavoli presenti che verrebbero impilati e stoccati in un settore periferico del cortile predisposto per la loro sistemazione temporanea. Lungo il percorso di ascesa delle rampe ellittiche si potranno vedere direttamente i libri esposti e prelevarli per la lettura in loco. Le scaffalature sono a tratti interrotte con dei varchi per dare permeabilità alle visuali durante l’ascesa e la discesa degli utenti e per alloggiare delle piante in vaso che dovrebbero contribuire a ricondurre il luogo confinato, coperto da una vetrata piana posta a circa 15.0 metri di altezza e sostenuta da una struttura metallica appoggiata a otto pilastri circolari in acciaio, ad un giardino d’inverno con clima regolato ed indifferente al variare delle stagioni. A questo scopo la grande serra consentirebbe di mitigare e ridurre in modo considerevole la dispersione termica dei fronti verso cortile dando l’apporto termico dell’effetto serra invernale che verrebbe recuperato con l’installazione di un impianto di ventilazione controllata con recupero di calore. Per la regolazione della temperatura estiva, oltre alla ventilazione naturale garantita dall’apertura di elementi della copertura, saranno predisposti dei sistemi frangisole direttamente sopea alla copertura vetrata che sarà interamente pedonabile con accesso diretto dai terrazzini presenti al piano terzo. Lo schema distributivo completo è sintetizzato nelle tavole allegate che seguono. Gli interventi di Ristrutturazione e Rifunzionalizzazione del Palazzo Santa Croce si possono così di seguito sintetizzare: • Verifica dello stato di degrado delle coperture con consolidamento eventuale e/o sostituzione delle strutture portanti costituite da capriate e falsi puntoni di legno, conservazione e/o sostituzione della struttura lignea secondaria costituita da arcarecci di legno • Rimozione di pavimenti da ricollocare dopo l’esecuzione dei consolidamenti strutturali con catalogazione ed accatastamento degli elementi recuperabili • Demolizione di pavimenti non idonei ad una successiva ricollocazione e recupero • Verifica e miglioramento antisismico con legatura delle strutture portanti di copertura con le murature portanti onde evitare scivolamenti e spostamenti eccentrici in caso di evento sismico con conseguenti cadute di elementi portanti sugli impalcati sottostanti • Verifica e consolidamento strutturale delle volte in muratura con miglioramento antisismico e rinforzo strutturale atto a garantire un carico di esercizio di almeno 600 kg/mq di sovraccarico accidentale richiesto per la destinazione di biblioteca • Pulitura di pareti e soffitti da strati di tinta o coperture successive che ne hanno danneggiato o occultato le decorazioni originarie precedute da mirate ed esaurienti campagne di saggi stratigrafici concordati e coordinati con le competenti Soprintendenze • Verifica e valutazione di sostituzione e/o restauro di serramenti esterni ed interni con redazione di abaco e mappatura grafica e fotografica • Rimozione e catalogazione dei serramenti da conservare e restaurare (abaco dei serramenti) • Rimozione e smaltimento dei serramenti non recuperabili • Verifica, dimensionamento e realizzazione di impianto di distribuzione e smaltimento acqua sanitaria per servizi igienici • Dimensionamento ed esecuzione di impianto di distribuzione rete antincendio secondo le normative vigenti • Realizzazione di impianto di riscaldamento e raffrescamento mediante pompe di calore • Realizzazione di impianto di ventilazione controllata con recupero di calore • Realizzazione ed adattamento con l’esistente di impianto di alimentazione e distribuzione elettrica, da eseguire totalmente in esterno alle murature esistente senza l’utilizzo di tracce ed incassi con possibilità di completa ispezione per successive ed eventuali modifiche, adattamenti e riparazioni • Realizzazione di impianto di rilevazione fumi ASD con aspirazione continua dell’aria • Realizzazione e adattamento con l’esistente di impianto di spegnimento incendio mediante acqua nebulizzata ad alta pressione, comprensivo di stazione di pompaggio e riserva d’acqua dimensionati secondo i parametri indicati dalle normative vigenti • Realizzazione di protezioni e compartimentazioni REI su pareti e solai per la protezioni delle strutture portanti in caso d’incendio • Ricollocazione di pavimenti esistenti da conservare • Realizzazione di nuove pavimentazioni in sostituzione a preesistenti pavimenti non idonei e/o irrecuperabili • Realizzazione di impianto di illuminazione a basso consumo mediante diffusori lineari a strisce e apparecchi illuminanti led ad alta potenzialità.

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Reebok Sport Club Madrid - Teresa Sapey Estudio

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The starting point for this project has been set by the idea of purposely recreating an outdoor ambience within the indoor gym. In fact, we wanted to develop a natural habitat, ad hoc for its users. Teresa Sapey always insists on space being a living element. As a consequence, it has a soul. More specifically, the new dimension of Reebok Sports Club, will have its own soul: natural, calm, eco-friendly, respectful, modest and somehow poetic. This essence will talk softly through the light, elegant, and materially timeless birch-wood. Materials, as us and the space we move in, is alive too. Tree-tops have been metaphorically represented on the ceiling, through circles of various diameters. These, remind us of the foliage of a forest, which as in nature covers, here it protects and redresses the space container from its naked and imposing volume. Leit motiv is the light wood, articulating and defining the beat of the content. As a consequence, the bodies and the machines appear as spaceships: they have just landed into the new Reebok Planet. Teresa Sapey team’s aim was to develop and establish a dialog between space and user, content and container: time and place merge, thus allowing to enhance the physical wellbeing of the users. When discovering relaxation points which remerge as submerged islands, humanising the effort and encouraging face-to-face communication: this allows to socialise in a moment in which human relation-ships are always more defined by ‘touch’ and less by words.

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Photo by Eva San Juan (http://www.evasanjuan.com)

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LAVORI DI RESTAURO E DI RIUSO DEL CASTELLO DI VILLANOVA SOLARO DA DESTINARE A RISTORANTE, SALA CONVEGNI – NUOVA SISTEMAZIONE DEL PARCO - Mario Brunetti

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RELAZIONE DI PROGETTO Il castello di Villanova Solaro, antica roccaforte del dominio di Filippo II d’Acaia contro il Marchesato di Saluzzo, divenuta in seguito residenza stabile della famiglia dei Solaro per circa quattro secoli, venne trasformato nei primi anni del Novecento in Ospedale intitolato a San Vincenzo Ferreri. Nei primi anni ottanta l’attività assistenziale cessò per la difficoltà oggettiva di adattare in modo sistematico una dimora di pregio architettonico e artistico (vincolata dalla legge 1089 del 1939) alle necessità funzionali delle strutture assistenziali. Incominciò così il lento e progressivo decadimento delle strutture della copertura che provocò numerose infiltrazioni d’acqua nei piani sottostanti. Nei primi anni novanta con le poche risorse che l’Amministrazione possedeva venne recuperata una porzione della copertura della manica sud che aveva subito cedimenti strutturali in alcune capriate. Nel 1995 dopo gli accordi intrapresi con gli attuali gestori dell’attività commerciale si procedette, con l’Assessorato Assistenza della Regione Piemonte, al piano di riconversione della destinazione d’uso che da assistenziale doveva mutare in commerciale. Con le prime autorizzazioni delle competenti Soprintendenze iniziarono i lavori di recupero totale della copertura, il consolidamento strutturale della torre nord-ovest particolarmente lesionata, la sistemazione degli ambienti interni con il recupero degli spazi originari della manica nord e sud del piano primo da adibire a sale da pranzo, la sistemazione ed il recupero dei locali del piano terra affacciati sul fossato da destinare a locali cucine e disco-bar. Una nuova sistemazione del parco, ormai ridotto a terreno agricolo dopo il taglio degli alberi avvenuto intorno agli anni sessanta, mirava a ricomporre l’ambito spaziale della dimora dopo la trasformazione architettonica ottocentesca che aveva comportato la demolizione della manica est e l’ampliamento del terreno adibito a parco. La realizzazione della copertura dello spazio interno racchiuso dalle maniche del castello ha completato i lavori di sistemazione previsti negli accordi contrattuali con la società commerciale CASTELLO DEI SOLARO S.N.C.. Sono stati esclusi da interventi di restauro e di riuso i locali del piano terzo, le maniche nord e parte di quella ovest del piano secondo e il sottotetto della manica sud. Il nuovo salone pranzi e congressi, ottenuto con la copertura dello spazio interno racchiuso da tre delle quattro maniche che formavano il castello fino al 1850, data in cui compare ancora nei documenti d’archivio la forma quadrilatera chiusa, si affaccia sul parco di nuova realizzazione con una parete interamente vetrata. La struttura di copertura è costituita da pilastri tondi in acciaio, da travi e piccole capriate in legno lamellare coperte da tavolato in legno, isolamento termico e manto in lamiera preverniciata. La sistemazione di un peristilio, composto da pilastri in acciaio del diametro di 100 mm – posizionati in asse con le strutture murarie delle rispettive facciate interne nord e sud – ha consentito il montaggio indipendente del corpo centrale della nuova struttura oltre che la consistente riduzione dell’altezza delle travi in legno lamellare attigue alle facciate esistenti. La fascia perimetrale della copertura, realizzata in opera dopo il montaggio delle strutture in acciaio e legno, è in struttura metallica con chiusure in vetri isolanti e antisfondamento. Tale soluzione garantisce un buon illuminamento naturale anche nelle zone del salone più lontane dalla facciata vetrata che è situata a circa 18.50 metri dal muro di fondo della manica ovest. Il lato est e ovest del peristilio è costituito da due file di pilastri di cui tre di essi, quelli centrali di diametro di 150 mm, sostengono le travi lamellari a luce unica di circa 17 metri, mentre quelli perimetrali, di diametro di 100 mm , contengono al loro interno i pluviali per la raccolta delle acque meteoriche della nuova copertura. La parete vetrata di facciata è realizzata in struttura metallica con profili in alluminio preverniciato di colore avorio uguale a tutte le altre parti metalliche della struttura quali pilastri, piastre, tiranti e coperture vetrate. Suddivisa in specchiature regolari, con leggera predominante verticale, risulta formata dall’accostamento di quattro tetti a capanna aventi passo regolare di 3.70 metri, raccordati alle pareti sud e nord in modo asimmetrico e subordinato alle facciate interne nord e sud del castello. Una mantovana in rame, con disegno alternato da semicerchi e punte intervallate da doccioni “troppo pieno”, corona e conclude il frontale della copertura…

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LAVORI DI CONSERVAZIONE E RESTAURO DELLA CASA PARROCCHIALE DI SCARNAFIGI - Mario Brunetti

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RELAZIONE STORICA E DI PROGETTOPIANO CANTINA Le attuali cantine si trovano a circa 2.00 metri sotto il piano di campagna della piazza e seminterrate sui lati nord e est. Verso la piazza, posta a nord dell’edificio, sono presenti finestre centinate ricavate tra il piano di campagna e l’intradosso delle volte della cantina che determinano il livello del piano rialzato soprastante. Una scaletta con gradini in pietra, accessibile dal disimpegno contiguo alla scala posta sul lato est, consente l’accesso ai locali. Nel progetto è prevista la sistemazione di una piattaforma elevatrice da collocare all’estremo ovest dei locali, dopo aver provveduto alla demolizione della cisterna dell’accumulo dell’acqua riscaldata dai pannelli solari installati alla fine degli anni ’70 nel cortile sud di proprietà ed oggi in totale disuso. Sarà inoltre rimossa la centrale termica alimentata a gasolio e demolito il filtro REI costruito per isolarla dal resto dei locali seminterrati. Il nuovo locale centrale termica verrà rilocalizzato nel seminterrato presente sul lato est dell’ex cinema parrocchiale e posto al di sotto dei camerini e del palcoscenico. L’attuale pavimentazione delle cantine, in terra battuta per i primi due locali e in battuto di cemento per l’attuale locale centrale termica, verrà sostituita con lastre in pietra di Luserna a spacco naturale fine di pezzatura variabile, posate a correre con malta di calce idraulica sul piano di terra e sabbia adeguatamente livellato. Le volte e le pareti verranno pulite mediante spazzolatura manuale per rimuovere lo sporco e la calce decoesa nei giunti. A pulitura effettuata seguirà la ristilatura finale dei giunti mediante l’utilizzo di calce idraulica naturale o calce aerea con coccio pesto giallo a perfetta imitazione e integrazione con le parti esistenti ancora presenti e previa adeguata e concordata campionatura. La piattaforma elevatrice, provvista di pareti interne vetrate, consentirà– anche ad utenti con difficoltà motorie – l’accesso autonomo ai locali della casa canonica dei piani cantina, rialzato, primo e secondo. Le aperture finestrate rivolte a nord, oggi quasi totalmente prive di serramenti, verranno dotate di telai in legno o metallo e zanzariera con movimento a wasistas o ad anta-ribalta e vetri doppi. Le canalizzazioni per la ventilazioni naturale delle cantine che sfociano nel piano sottotetto – rilevate nei muri e nelle volte delle cantine – saranno riattivate e munite di griglie in rame per impedire l’intrusione di ratti e insetti vari. PIANO TERRENORIALZATO Il piano terreno o rialzato, sopraelevato di circa 80 cm dal piano di campagna, è costituito da locali di forma regolare coperti con volte in muratura a padiglione. Prima degli interventi di trasformazione del XX secolo detti locali risultavano contigui fra di loro e senza corridoi di distribuzione e di disimpegno – come era comune nelle architetture del tempo. Da alcune planimetrie della fine del 1700 a firma dell’arch. Carlo Borda, consultate presso l’archivio parrocchiale, si può leggere l’impostazione planimetrica originaria prevista nel progetto prima delle trasformazioni e degli adattamenti successivi desumibili dalla “Licenza Architettonica” datata novembre 1826. La destinazione funzionale del piano terreno verrà mantenuta – con alcuni adeguamenti – per le attività pubbliche e ricettive della parrocchia quali uffici, parlatorio, salone incontri, cucina foresteria, salone giochi, ecc. Nel locale attualmente adibito ad ufficio del parroco è prevista la collocazione di servizi igienici senza barriere ad uso privato e per diversamente abili, oltre a servizi per il pubblico. Detto ufficio verrà ricollocato nel vano compreso tra l’atrio d’ingresso principale e l’atrio senza barriere che conduce al pianerottolo della piattaforma elevatrice. L’impianto elevatore, posizionato sulla parete ovest di detto locale, sarà realizzato con struttura metallica e tamponamenti interamente vetrati e porte panoramiche. L’ufficio sarà disimpegnato con pareti alte circa 2 metri aventi struttura metallica e tamponamenti in legno e vetro. Nel corridoio di distribuzione sarà collocata una rampa con pedate anch’esse in pietra in sostituzione di quella attualmente presente e collocata nello spessore del muro che divide con l’atrio a quota 0,00 metri. L’attuale pavimentazione, realizzata negli anni ’90 con piastrelle in ceramica e presente nell’atrio, nell’ufficio, nella camera e nei disimpegni, verrà sostituita da una pavimentazione in pietra di Luserna a spacco naturale fine posato a correre con larghezza e lunghezza variabile. Anche il pavimento del locale cucina-pranzo foresteria, realizzato negli anni ’60 con piastrelle in gres rosso, verrà sostituito con lo stesso pavimento in pietra sopra descritto. Nel locale sud est della manica principale verrà demolito il servizio igienico esistente e successivamente ricomposto il pavimento in legno mancante per ridare forma e volume al locale originario che sarà adibito a salone incontri e/o aula catechismo. Il pavimento del salone centrale costolonato verrà restaurato e conservato con la sua impostazione originaria. I saggi stratigrafici eseguiti in detto locale hanno evidenziato la presenza di un apparato decorativo risalente alla fine del XVIII° secolo e inizio XIX° secolo, costituito da elementi geometrici quali filetti e pannelli policromi. Le pareti presentano anch’esse – sotto un consistente strato di scialbi di calce e tappezzerie – decorazioni risalenti allo stesso periodo. I lavori di restauro sono mirati a ricondurre lo stato dei luoghi all’impostazione architettonica e decorativa originaria o alla più coerente impostazione tipologica a noi pervenutaci, con particolare riguardo ad ogni aspetto ad esso legato. Nel documento di Licenza architettonica, datata novembre 1826 e consultato presso l’archivio storico della Parrocchia, al punto 1 si legge del “traslocamento dell’intero scalone ora esistente nell’entrata coll’arbitrio nel ricollocarlo di farlo protendere da mezzanotte a mezzogiorno, ovvero viceversa”. Con tutta probabilità, in seguito a questo progetto venne operata la demolizione dello scalone principale posizionato nell’atrio d’ingresso e realizzata la scala attualmente presente nell’ingresso senza barriere posto sul lato nord della manica più bassa. Questo intervento era finalizzato a dare maggiore respiro all’ingresso principale della canonica disimpegnandolo dalla scala che conduceva all’abitazione del parroco. La scala invece presente sul lato est è stata probabilmente realizzata all’inizio del secolo scorso per agevolare l’accesso al piano superiore che richiedeva sino ad allora l’utilizzo della sola scala precedentemente descritta. Questo intervento comportò la totale o parziale demolizione della volta della camera nord est del piano terra – attualmente destinato ad ufficio accoglienza – oltre alla realizzazione o risistemazione della volta e dei relativi pavimenti del piano superiore. Al piano primo, la volta che ricopriva l’intero vano originario nord-est venne con probabilità ridefinita – senza essere demolita – con una porzione di volta leggera a controsoffitto per inquadrare e caratterizzare meglio la nuova scala sottostante appena costruita. PIANO PRIMO Il piano primo che corrisponde al piano “nobile” dell’edificio, si presenta, come per il piano terreno, coperto da volte in muratura per tutti i locali ad eccezione del grande vano centrale rivolto a sud e attualmente suddiviso in due locali principali distribuiti da corridoio centrale. Per questi locali, realizzati negli anni ’50 del XX° secolo, veniva realizzata una nuova soletta in c.a. intermedia tra il pavimento e la volta di copertura dello spazio voltato a doppia altezza del salone originale. Oltre alle nuove tramezzature veniva rimosso il pavimento originario in cotto sostituendolo con pavimenti in listoncini di legno e piastrelle in graniglia. Le attuali porte con sopraporta che danno accesso alle due camere, al ripostiglio e al vano scala che conduce al piano amezzato, sono state recuperate e ricollocate dalla trasformazione del precedente salone. La volta originaria – costituita da struttura in tavole e listellatura in legno intonacata – risulta essere molto simile a quella rappresentata nel progetto presente presso l’archivio parrocchiale. Detta volta necessita di restauro in diverse parti a causa delle ripetute infiltrazioni d’acqua piovana provenienti dalla copertura che purtroppo è risultata per anni in serio stato di degrado. Il disegno, impostato simmetricamente sulla pianta rettangolare del salone, era composto di quattro piccole volte a padiglione a pianta quadrata poste agli angoli e di una volta centrale a cupola con due grandi lunette sui lati lunghi e due più piccole su quelli corti. Salvo qualche piccola differenza dimensionale e di dettaglio si può considerare l’attuale volta fedele al progetto originale. Il progetto di restauro riporterà gli spazi del salone all’impostazione originaria presente prima degli interventi degli anni 1950 circa procedendo con la demolizione delle tramezzature e la rimozione dei pavimenti in quella data realizzati. A demolizioni eseguite occorrerà eseguire la pulitura delle pareti e delle volte del salone, ricostruire il pavimento in cotto precedentemente demolito secondo il modello ancora rilevabile nel ripostiglio esistente utilizzando le piastrelle recuperate dalla rimozione del pavimento dei locali di sottotetto e di alcune camere del piano primo. I locali destinati a camere, verranno dotati di servizio igienico inserito come volume autonomo all’interno dell’ambiente originario e provvisto di copertura piana posta ad altezza di circa 2,60 m. e corrispondente all’architrave che divide in due le finestre di facciata. Dall’esterno sarà così dissimulata la vista del soffitto dei servizi con il serramento medesimo. All’interno dei locali sarà possibile apprezzare la spazialità originaria e la visione globale dei soffitti anche dopo l’inserimento dei nuovi servizi igienici che risulteranno circa 1,00 m. più bassi dell’imposta delle volte. La camera nord-est verrà dotata di servizio igienico ricavato dalla chiusura del pianerottolo esistente posto di fianco della scala utilizzando pannellature in cartongesso ad altezza massima di m. 2.40 misurato all’intradosso del soffitto. Anche in questo caso avremo un volume tecnico inserito all’interno della volta della scala. L’accesso al servizio igienico è previsto attraverso ad una porta scorrevole inserita all’interno dell’armadiatura della camera e in cima ai due gradini che separano i livelli dei pavimenti. Date le esigue dimensioni, il servizio non potrà essere utilizzato da utenti diversamente abili o con disabilità motorie. Nell’attuale disimpegno, sarà demolita la scala che conduce al piano sottotetto. A demolizione avvenuta occorrerà procedere alla sistemazione della volta del disimpegno e sistemare l’appoggio necessario a sostenere la volta esistente e coprente il locale cucina-pranzo previsto in progetto. Particolare attenzione sarà riservata alla demolizione della porzione di volta esistente in modo da consentire il passaggio della piattaforma elevatrice che condurrà fino al piano superiore. La piattaforma servirà anche il piano primo della manica bassa per consentire l’accesso senza barriere al minialloggio previsto in progetto. Le destinazioni funzionali degli spazi saranno evidenziate con la diversa scelta della pavimentazione; in legno per gli ambiti privati delle camere e in cotto – recuperato dalla rimozione di alcuni pavimenti presenti in questo piano e nel piano sottotetto – per il salone, lo studio, l’ingresso e la cucina pranzo che costituiscono la parte comune del piano residenziale della casa canonica. PIANO SECONDO In questo piano – attualmente utilizzato come locale di sgombero – saranno localizzate le aule per catechismo che, all’occorrenza e soprattutto al termine dell’attività didattica e pastorale – coincidente con il termine dell’anno scolastico – potranno essere trasformate in camere per foresteria o per l’accoglienza di gruppi in visita alla parrocchia. Nel vano voltato che conteneva l’arrivo della scala, demolita nel XIX° secolo, verranno localizzati tre servizi igienici, uno dei quali accessibile per misure e disposizione ad ogni tipologia di utenza. L’ingresso al piano sarà garantito dal prolungamento della scala esistente che ha accesso diretto dalla piazza e attualmente giunge sino al piano primo. Le nuove rampe sono previste in struttura metallica con pedate in pietra di Luserna. La piattaforma elevatrice, che si immette nella prima aula posta sul lato nord ovest, permetterà un comodo accesso al piano anche per utenti su sedia a rotelle o con difficoltà motorie. Gli attuali soffitti a volterrane che ricoprono i due locali posti verso ovest verranno in parte demoliti per consentire la realizzazione di aule con altezze adeguate a doppia altezza. Il soffitto sarà costituito dalla copertura lignea del tetto a vista recentemente restaurata. Le volterrane conservate, costituiranno il piano pavimento dell’impalcato dei locali di sgombero del piano superiore di sottotetto. Dal piano secondo, attraverso a due nuove aperture, sarà possibile accedere al nuovo ballatoio-soppalco del salone, che corona a circa 4,70 m di altezza il locale ripulito del solaio in c.a. e delle tramezzature di recente esecuzione. Le nuove porte saranno ricavate nel muro di spina e centrate a due delle quattro volte a padiglione poste agli angoli del salone. Il soppalco, che sarà sostenuto da una struttura metallica formata da profili HEB o IPE, consentirà l’accesso ai piani alti della biblioteca-archivio favorendo nel contempo una più facile gestione e manutenzione dello spazio, delle luci e delle aperture. Considerato l’uso privato del salone, l’accesso al soppalco sarà regolato dall’utenza del primo piano. Le aule che si trovano sul lato est del corpo di fabbrica saranno suddivise tra loro da pareti in cartongesso fonoassorbenti, al fine di garantire un’adeguata insonorizzazione durante lo svolgimento concomitante dell’attività pastorale giovanile. Dette tramezzature potranno anche essere realizzate utilizzando tende mobili termo e fonoisolanti o serramenti mobili metallici o in pvc o in legno. L’attuale pavimentazione in cotto presente in questo piano verrà rimossa e recuperata per essere ricollocata al piano primo nei locali del salone, disimpegno, studio e cucina-pranzo. Dopo la rimozione delle piastrelle sarà necessario procedere al consolidamento delle volte con il getto di una caldana di calce idraulica armata con rete elettrosaldata zincata a maglia fine. Nel contempo verranno predisposti i passaggi tecnologici dei vari impianti sfruttando il rinfianco delle volte posti sul perimetro dei locali. La nuova pavimentazione dei locali del secondo piano sarà realizzata con un getto di materiale autolivellante a base di resine acriliche di colore rosso ad imitazione del coccio pesto. Questa finitura, resistente agli urti, rigature e acidi consentirà l’utilizzo dei locali per le svariate attività didattiche e formative della parrocchia quali, catechismo, riunioni, incontri, ecc. PIANO SOTTOTETTO Come precedentemente accennato, il piano sottotetto o piano dei soppalchi, verrà utilizzato come locale di sgombero per il ricovero di attrezzature e materiali utilizzati saltuariamente per le attività della casa canonica. L’accesso a questi solai sarà consentito da una scala in legno o in ferro sistemata all’interno del locale sud ovest del piano secondo. Per impedire l’accesso non autorizzato ai soppalchi è prevista una cancellata con porta in ferro che divide la scala dal locale che la contiene. Al di sopra della volta del salone sarà realizzato un impalcato in legno con struttura portante in putrelle di acciaio recuperate in parte dalla demolizione di porzioni di solai a volterrane che coprono i locali posti a ovest del piano secondo. Detto solaio dovrà proteggere la volta sottostante da danneggiamenti o cedimenti conseguenti ad involontario calpestio di parti della struttura preservando nel contempo dal rischio di cadute accidentali data la precaria resistenza della volta costruita con struttura in incannucciato e listelli di legno intonacati. Lo stesso tipo d’impalcato coprirà anche la volta esistente che dopo i restauri coprirà i locali adibiti a servizi igienici. Le volte in volterrane che verranno conservate come piani soppalchi saranno consolidate con il getto di una caldana di calce idraulica naturale armata da rete elettrosaldata a maglia fine. Gli estradossi delle volte verranno isolati con isolanti posati a secco di materiale leggero di sughero bruno o di lana di roccia ricoperti da membrane permeabili al vapore atte a preservarli da polveri e parassiti.

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Padiglione Falzè di Trevignano - Arch. Giannino Pellizzari, Arch. Marco Bozzetto, geom. Andrea Antonio Ciuffreda

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Trattasi di un padiglione dimostrativo in paglia. La struttura portante dell’immobile è il legno la paglia è usata come tamponamento. Il padilgione è un paralellepipedo di lunghezza 6,00 ml e di 2,4 ml dilarghezza. Ha i solai e le pareti in paglia. La trasmittanza termica delle pareti è di 0,117 W/mqK. Classe energetica A+.

Arch. Giannino Pellizzari, Arch. Marco Bozzetto, geom. Andrea Antonio Ciuffreda — Padiglione Falzè di Trevignano

Interno del padiglione.

L’edificio in paglia presenta un’ottima prestazione all’isolamento acustico, tanto da superare i valori richiesti dall’attuale normativa sull’acustica vigente.

Arch. Giannino Pellizzari, Arch. Marco Bozzetto, geom. Andrea Antonio Ciuffreda — Padiglione Falzè di Trevignano

Vista ovest del padiglione.

La paglia è un grande isolante sia per gli inverni rigidi che per l’estati torride. Il valore K o di trasmittanza termica per uno spessore di circa 50 cm è pari a 0,117 W/mqK, contro i 0,44 W/mqK di un muro in calcestruzzo o mattoni con classico isolamento. La sua prestazione viene poi esaltata dalla presenza dell’intonaco in argilla cruda che funge da termoregolatore che oltre a dare una qualità ambientale dell’aria interna, garantisce una massa termica prestante anche nei lunghi periodi di intensità estrema climatica . Gli edifici in paglia consumano pochissima energia e rispetto ad un edificio tradizionale consuma circa il 75% in meno. Questo permette quindi un risparmio che aumenta notevolmente ogni anno e riduce fortemente l’effetto serra.

Arch. Giannino Pellizzari, Arch. Marco Bozzetto, geom. Andrea Antonio Ciuffreda — Padiglione Falzè di Trevignano

Particolare pavimento in noce.

Vivere in un edificio in paglia è una sana alternativa a vivere in casa con materiali tradizionali che emettono nell’ambiente sostanze nocive come la formaldeide. La paglia usata è il stelo del cereale, non contiene fieno e pollini e quindi non presenta problematiche di roditori e provoca allergie. Inoltre le murature sono traspiranti e quindi il vapore transita dall’interno dell’edificio verso l’esterno, mantenendo l’ambiente sano ed evitando la formazione di muffe insalubri.

Arch. Giannino Pellizzari, Arch. Marco Bozzetto, geom. Andrea Antonio Ciuffreda — Padiglione Falzè di Trevignano

Ingresso padiglione

Le balle di paglia costano, mediamente circa 2 Euro per uno spessore di 45 cm. I muri di una casa di paglia costano quattro volte di meno rispetto ai muri di una casa con materiali convenzionali.Un costo aprossimativo di una costruzione in paglia chiavi in mano è: 1100,00 €/mq.

Arch. Giannino Pellizzari, Arch. Marco Bozzetto, geom. Andrea Antonio Ciuffreda — Padiglione Falzè di Trevignano

Vista esterna padiglione.

Progettazione e Direzione dei Lavori del Restauro e riuso di manufatti edilizi del centro storico di Cefalà Diana (PA) - Elio Caprì

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Restauro e riuso di manufatti edilizi del centro storico da adibire a biblioteca, sala conferenze, bookshop e infopoint per la valorizzazione del Castello e delle Terme Arabe di Cefalà Diana e del sito archeologico di Pizzo Chiarastella di Villafrati (PA)

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori del Restauro e riuso di manufatti edilizi del centro storico di Cefalà Diana (PA)

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori del Restauro e riuso di manufatti edilizi del centro storico di Cefalà Diana (PA)

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori del Restauro e riuso di manufatti edilizi del centro storico di Cefalà Diana (PA)

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori del Restauro e riuso di manufatti edilizi del centro storico di Cefalà Diana (PA)

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori del Restauro e riuso di manufatti edilizi del centro storico di Cefalà Diana (PA)

SMALL OFFICE - Enrico Fulfaro

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Il progetto ha previsto la ristrutturazione di un ufficio che si trova all’interno di una palazzina signorile degli anni ‘40 nel quartiere Prati in Roma. La rimozione delle tramezzature esistenti e lo spostamento del servizio igienico in prossimità dell’ingresso, ha la peculiarità di portare la maggior quantità di luce naturale all’interno, e dilatare lo spazio. “L’emozione architettonica è il gioco sapiente rigoroso e magnifico dei volumi nella luce. L’architetto, organizzando le forme, realizza un ordine che è pura creazione della sua mente, attraverso le forme, colpisce con intensità i sensi, e provocando emozioni plastiche attraverso i rapporti che egli crea, risveglia in noi risonanze profonde, ci da la misura di un ordine partecipe dell’ordinamento universale, determina movimenti diversi del nostro spirito e del nostro cuore; è qui che avvertiamo la bellezza. Gli elementi architettonici sono la luce, l’ombra, il muro lo spazio. La costruzione è per tenere su. L’architettura è per commuovere. La casa è una macchina per abitare. Le Corbusier

Enrico Fulfaro — SMALL OFFICE

Elemento caratterizzante il progetto è il volume puro in muratura all’ingresso sovrastato da lastre di cristallo trasparente su tre lati. I controsoffitti in cartongesso sono incisi da elementi incassati utilizzati per l’alloggiamento di faretti. Nella gamma dei materiali utilizzati predomina lil rovere sbiancato della pavimentazione, accanto all’acciaio e vetro delle pareti divisorie, e al bianco delle pareti e dei soffitti.

Enrico Fulfaro — SMALL OFFICE

Enrico Fulfaro — SMALL OFFICE

Enrico Fulfaro — SMALL OFFICE

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Progettazione Opere di Restauro della Villa Florio a Levanzo (TP) - Elio Caprì

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Progettazione Opere di Restauro della Villa Florio a Levanzo (TP)

Elio Caprì— Progettazione Opere di Restauro della Villa Florio a Levanzo (TP)

Elio Caprì— Progettazione Opere di Restauro della Villa Florio a Levanzo (TP)

Elio Caprì— Progettazione Opere di Restauro della Villa Florio a Levanzo (TP)

Elio Caprì— Progettazione Opere di Restauro della Villa Florio a Levanzo (TP)

EUROPIA - EST | architecture[s]platform

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HISTORY OF A EUROPEAN RE-GENERATION This is the story of a process. It’s the story of a regeneration. It’s the story of a land and its community. It’s the story of an opportunity granted. It tells about people and their social relations,it speaks about cooperation, solidarity and creativity. It involves public authorities, private companies and it gives value to scientific communities and industrial associations. It spreads nature, art and it deals with new production and material/immaterial wealth. It applies ideas, strategies and it fabricates products, prototypes, generating a resilient formula of flow and outflow. It takes account of system of growth/decline and it makes hope. Everything starts from the awareness of common identity that consists of cultural and historical heritage. It goes beyond ethnic differences and gradually it spreads an unstoppable hope of rebirth. It starts from a common and shared project characterized by high-tech qualities and able to receive, analyze and update itself. It takes from through a concession to local communities of a hybrid and malleable spaces able to inseminate new activities and knowledge. In response to a depressed territory in the heart of historic city and in response to a failed industrial system, as there are many in Europe.

EST | architecture[s]platform — EUROPIA

SCENARIO Europe comes as a promoter of regeneration and identifies a territory to give back to the population. It designs a laboratory space, a dynamic organism that is an outcome of successes, failures, intelligence and human skills and able to evolve in different forms. This space finds its functions and activities thanks to local faculties that customize it. The receptive skin of the space analyzes information of places and the possible scenarios. It uses local skills and promotes global relations using technology, materials, triggering research and communications. This process takes its roots and grows through the production of a fabric/structure. This generates the multiplication of organism and activation of the area’s evolution. Like a bacterial culture it contaminates increasing the percentage of business, work, production, and population, it transforms the depressed areas and gives back to the receptive community material and immaterial wealth. The labs are energy self-sufficient and they promote values through local and global networks, looking forward to spread to new and upcoming areas. The different content of information and productions determines the degree of saturation and the decline of the system. Spaces and their contents dive into the sea to reach new areas of contamination. During the trip, in the mother land, model and well established strategies connect, maintain their connection with the spaces in migration. At last the process has built local/global/shared/social model and continuosnet of relations

EST | architecture[s]platform — EUROPIA

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Progettazione e Direzione dei Lavori Opere di Restauro del Castello di Vicari (PA) - Elio Caprì

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Il Castello di Vicari (in Provincia di Palermo), si presenta come elemento forte e caratterizzante sia del paesaggio urbano sia del paesaggio territoriale circostante.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori Opere di Restauro del Castello di Vicari (PA)

Dall’alto della rocca domina il centro abitato ed un “elemento” immediatamente percepibile percorrendo la sottostante superstrada Palermo – Agrigento. Il Castello di Vicari è uno dei più estesi Castelli della Regione Siciliana. Esso occupa una superficie di circa 12.000 mq. Le origini del centro urbano di Vicari risalgono ad epoche molto remote.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori Opere di Restauro del Castello di Vicari (PA)

Il borgo è di fondazione medievale dell’VIII / IX sec., anche se alcuni storici fanno risalire la sua origine ad epoca protostorica, tra il XIX e l’VIII secolo a.c., da popoli esterni provenienti dall’Egeo e dalla penisola italiana. Il primo nucleo di fondazione, ai piedi del Castello, ha un impianto urbanistico di tipo medievale. La tipologia urbana è a comparti irregolari con aggregazione intorno a corti interne con cordonate e scalinate che collegano, anche con notevoli dislivelli, le parti del nucleo più antico.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori Opere di Restauro del Castello di Vicari (PA)

I presupposti culturali e metodologici-progettuali su cui si è impostato il progetto di restauro e consolidamento del Castello di Vicari hanno avuto come riferimento tutto il dibattito, le conoscenze, le certezze e le incertezze, che dalla elaborazione della prima Carta del Restauro dal 1931 e più recentemente dalla Carta del Restauro del 1972 fino ad oggi, hanno sviluppato ed elaborato la teoria e prassi del restauro e dei monumenti e dei centri storici, e dei rapporti e delle interelazioni cristallizzate nel corso dei secoli tra il “monumento” e l’ambiente circostante.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori Opere di Restauro del Castello di Vicari (PA)

Un intervento di consolidamento, restauro ed uso di un monumento o di un “complesso architettonico monumentale” come nel caso del Castello di Vicari, pone una problematica complessa ed articolata; ogni monumento ha una sua storia particolare sia nel senso letterale del termine, sia nel senso della storia del suo degrado e dei suoi crolli e alterazioni successive all’impianto originario. Anche per tutto ciò, ogni monumento, dopo attento studio e analisi, richiede un intervento specifico e mirato che non parta da presupposti generali ed assoluti da applicare comunque ed in ogni caso, ma piuttosto da soluzioni ed interventi suggeriti dallo stesso monumento singolo. Un altro tema di rilevanza non indifferente, è il tema del riuso del monumento restaurato; anche tale principio va esaminato e verificato caso per caso. Ma è evidente, che il restauro di un monumento non debba essere finalizzato solo ad un recupero morfologico o ad una esercitazione di metodologie di restauro.

Bisogna tendere ad un riuso del manufatto cercando e scoprendo una fruizione del manufatto che lo “faccia rivivere” sia per ricollegarlo al centro urbano e ai suoi abitanti, sia per evitare, che trascorsi alcuni anni, si possano ripresentare gli stessi fenomeni di abbandono e di degrado. Al monumento in oggetto ci si è accostati con tre diversi livelli di analisi: 1) conoscenza analitica del manufatto allo stato attuale; 2) conoscenza dello stato di degrado strutturale; 3) conoscenza del monumento con ricerca bibliografica e iconografica. I livelli di intervento identificati sono stati: 1) intervento immediato di conservazione del manufatto attraverso il consolidamento ed il restauro di alcune parti del manufatto; 2) riallacciamento dei rapporti funzionali, estetici, storici del monumento col centro storico urbano; 3) inserimento di funzioni polivalenti per l’uso continuo e costante del monumento; 4) creazione di un ambiente museo all’interno di una delle torri del Castello; 5) fruizione del monumento in un contesto di itinerari culturali storici alternativi. Si è arrivati ad identificare due diversi momenti temporali per giungere alle finalità di cui sopra: - una prima fase (quella realizzata) di intervento tesa al consolidamento ed al restauro delle parti in elevato della cinta muraria e delle tre torri del fronte nord e delle zone cisterne del fronte ovest e una immediata fruizione del monumento; - una seconda fase in cui sarà possibile, dopo ulteriori campagne di scavi archeologici e le ulteriori verifiche, studi e ricerche, procedere ad un eventuale opera di completamento delle opere di restauro e nella quale avendo identificato anche la migliore “destinazione funzionale”, si predisporranno le necessarie opere di fruizione e di riuso.

Progettazione e Direzione di Lavori del Completamento del Restauro del Castello di Cefalà Diana (PA) - Elio Caprì

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Progettazione e Direzione di Lavori del Completamento del Restauro del Castello di Cefalà Diana, valorizzazione e sistemazione delle Terme Arabe, del sito archeologico di Pizzo Chiarastella, realizzazione di attrezzature e servizi aggiuntivi –POR 2000/2006 – Cefalà Diana (PA)

Elio Caprì— Progettazione e Direzione di Lavori del Completamento del Restauro del Castello di Cefalà Diana (PA)

I Comuni di Cefalà Diana e Villafrati fanno parte di un contesto territoriale con notevoli preesistenze e presenze di Castelli, di torri urbane e di siti di notevole interesse archeologico. Edificato in un momento imprecisabile fra XIII e XIV secolo, altissimo e ben visibile da ogni punto della baronia, l’attuale Castello di Cefalà Diana ha sostituito il vecchio castellum normanno, ereditandone in primo luogo le funzioni strategiche e militari.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione di Lavori del Completamento del Restauro del Castello di Cefalà Diana (PA)

Il complesso castrale si abbarbicò ad uno scoglio di arenaria che non ci si preoccupò neanche di sbancare del tutto: la corte del Castello, così, risultò costituita dal nudo pavimento roccioso, posto in accentuata pendenza e delimitato da un altissimo muro di cinta (oggi quasi del tutto scomparso) munito di merli ed altre opere difensive in legno. All’interno del cortile, cui si accedeva mediante un duplice dispositivo d’ingresso, tutta una serie di locali, voltati a botte ed allineati lungo il muro perimetrale, costituivano i servizi del Castello, ospitando stalle, magazzini, alloggiamenti per la piccola guarnigione. Sul punto più elevato del rilievo, a strapiombo sulla parete rocciosa, venne edificata la torre mastra, una saldissima costruzione a pianta rettangolare, elevatesi per quasi una ventina di metri e coronata da una terrazza munita di merlatura.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione di Lavori del Completamento del Restauro del Castello di Cefalà Diana (PA)

Il mastio del Castello venne internamente ripartito in tre piani: il più basso, poggiante direttamente sul piano roccioso e coperto da due volte a botte, fungeva da magazzino e cisterna comunicando col piano superiore mediante una stretta botola; le uniche altre aperture erano due strette feritorie strombate. Al piano nobile della torre si accedeva mediante un sistema di scale che, partendo dalla corte centrale, conduceva fino all’unica porta dei mastio, aprentesi sul lato nord a diversi metri dal piano dì calpestio.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione di Lavori del Completamento del Restauro del Castello di Cefalà Diana (PA)

L’intervento proposto si inserisce negli obiettivi del Programma Operativo Regionale 2000/2006 e nell’obiettivo specifico di cui all’Asse 2 – Misura 2.1.1 – Azione C – Circuito C1. Completare il restauro del Castello di Cefalà Diana, procedere ad una adeguata campagna di studi ed indagini interessante Pizzo Chiarastella, completare il restauro delle Terme Arabe, creare un percorso di fruizione che metta in relazione questi tre siti tra di loro e con il territorio circostante individuando e localizzando un insieme sistematico e coordinato di servizi aggiuntivi e di attrezzature, prevedere l’impiego continuativo di unità lavorative per le diverse funzioni e servizi previsti: l’insieme di questi elementi progettuali riportati nell’intervento proposto consentirà di inserire in un circuito integrato, di fruizione dei siti monumentali ed archeologici, il Castello di Cefalà Diana, Pizzo Chiarastella e le Terme Arabe , le strutture e i servizi aggiuntivi previsti.

I livelli di intervento identificati sono stati: Pizzo Chiarastella: 1) ripristino del rapporto storico con le altre emergenze architettoniche e monumentali anche attraverso dei percorsi pedonali di visita e di fruizione; 2) fruizione del bene in un contesto di itinerari delle aree archeologiche e dell’architettura civile e militare; 3) indagini e studi finalizzati al ripristino del sistema naturale del circuito idrotermale; 4) previsione di una campagna di sondaggi geognostici e indagini geofisiche propedeutici ad una fase successiva di indagine archeologica; 5) Sistemazione dell’area con valorizzazione degli elementi residuali con pulitura, asportazione di impianti radicali invasivi e diserbamento; 6) sistemazione della recinzione dell’area della riserva della zona A; 7) previsione di un percorso pedonale di valorizzazione all’esterno della zona A della riserva; 8) sistemazione del percorso di valorizzazione e di visita degli elementi residuali monumentali di Pizzo Chiarastella. Terme Arabe: 1) fruizione del bene in un contesto di itinerari dell’architettura civile e militare; 2) completamento dell’intervento già eseguito di restauro del manufatto con il consolidamento ed il restauro della zona detta “Il Mulino”; 3) previsione di scavi e indagini archeologiche a supporto dell’intervento di restauro e consolidamento della zona detta “il Mulino”; 4) realizzazione, all’interno degli edifici limitrofi alle Terme Arabe, di servizi aggiuntivi a completamento della funzionalizzazione già eseguita.

Castello: 1) completamento dell’intervento di conservazione del manufatto attraverso il completamento degli interventi già effettuati di consolidamento della rocca su cui poggia lo stesso; 2) completamento degli interventi di restauro già eseguiti con il consolidamento ed il restauro dei locali limitrofi alle murature del “magazzino”; 3) previsione di scavi e indagini archeologiche per le zone interessate e a supporto dell’intervento di restauro e di consolidamento degli elementi da restaurare; 4) realizzazione di ambienti espositivi all’interno dei locali restaurati; 5) fruizione del monumento in un contesto di itinerari dell’architettura civile e militare. Servizi aggiuntivi e attrezzature: 1) individuazione di un percorso guidato di visita e di fruizione delle tre emergenze archeologiche, monumentali e architettoniche; 2) realizzazione di servizi aggiuntivi dislocati lungo il percorso guidato di visita e di fruizione e localizzati in parte nel Castello e nelle Terme Arabe e soprattutto in alcuni manufatti edilizi del tessuto urbano del centro abitato di Cefalà Diana; 3) realizzazione di attrezzature a servizio del percorso pedonale e dei percorsi veicolari di fruizione individuati.

Progettazione e Direzione dei Lavori di un Parco Urbano a Cefalà Diana (PA) - Elio Caprì

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Lo snodo principale a cui è legata l’attuale e consolidata interdipendenza fra parco urbano e struttura urbana, prende avvio dall’esperienza americana della seconda metà del XIX secolo con la quale “si compie l’assimilazione dell’architettura dei giardini (landscape gardening) nella pianificazione urbana, anzi nella pianificazione del territorio” (Puppi).

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori di un Parco Urbano a Cefalà Diana (PA)

La serie di parchi urbani bostoniani progettati da Olmsted nella seconda metà dell’800, che si configurano come un unicum pressoché ininterrotto che attraversa osmoticamente l’intero agglomerato urbano ed è parte attiva e propositiva nell’ambito della disciplina pianificatrice, diviene l’esempio più pregnante del “verde” come elemento di qualificazione territoriale della struttura della città. Ne è conseguito, con l’accumularsi delle esperienze, l’affermarsi di un rapporto dialettico fra ambiente, territorio e città le cui problematiche sono oggi oggetto della più attenta e lucida attività di programmazione. Il parco urbano può quindi a pieno diritto venire inteso come strumento di intervento utile a qualificare e a razionalizzare anche i margini del tessuto urbano, qualora sorga in posizione periferica, aggregandosi a un tessuto urbano storico. Un tessuto urbano storicamente contestualizzato ha offerto, come nel caso specifico di Cefalà Diana, spunti di grande interesse legati a un sistema regolatore e divenire maglia o tracciato, qualificante l’intervento sul paesaggio sia dal punto di vista del riferimento alla storia specifica del luogo, prendendo in esame come elemento dimensionante la piazza “cuore” dell’abitato, sia sotto il profilo di un’attenzione alle tradizioni in senso più lato, quasi un rievocare la stagione del giardino geometrico, utilizzando come sistema di misurazione la canna siciliana (1 canna = 2,06 metri). È proprio questo sistema di misurazione che nel progetto di parco urbano per Cefalà Diana costituisce la base numerica e la griglia geometrica di riferimento derivata dall’antico tessuto urbano.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori di un Parco Urbano a Cefalà Diana (PA)

Il progetto di parco urbano per Cefalà Diana tenta di ristabilire un contatto con un capitolo della storia dei giardini allo scopo di rendere leggibile e attuabile il ristabilimento di un equilibrio fra città e territorio. Il parco urbano di Cefalà Diana utilizza quadrati e ottagoni (anche la forma triangolare e quella rettangolare derivano dal quadrato, l’una per sottrazione, l’altra per aggregazione armonica), percorsi diagonali e aree di raccordo con elementi arborei. L’uso stesso dei materiali scelti, richiama alla memoria lo studio e le autentiche textures delle pavimentazioni legate alla storia delle città minori siciliane. È quindi nell’ideologia del rivolgersi alla storia e al patrimonio culturale di ciascun luogo civilizzato che il parco urbano di Cefalà Diana trova i suoi punti di contatto con il giardino inglese a cavallo fra XIX e XX secolo, reinterpretandolo in chiave moderna e tuttavia recuperandone alcune valenze significative come, per esempio, il variare della fioritura che dai bianchi e gialli primaverili di robinie e di acacie, si arricchisce del rosso senza foglie di jacaranda e della fioritura estiva dei “piumini rosa” di albizie.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori di un Parco Urbano a Cefalà Diana (PA)

L’area scelta per la realizzazione del parco urbano è posta a cerniera tra il tessuto edilizio del centro abitato e la zona destinata ad uso e fruizione dell’emergenza del castello di origine saracena. L’impianto planimetrico – orizzontale dell’area del parco urbano si rifà al sistema analizzato per l’invaso della piazza riportando nell’area di progetto misure di “canne inferiori” (10, 5, 2, 1 canna); cioèè evidente nelle piazzette pedonali interne, nei percorsi pedonali, nelle delimitazioni delle aree a prato, e anche alle “linee direttrici ribaltate” delle essenze arboree. L’analisi delle tessiture delle pavimentazioni esistenti è stata utilizzata per collegare anche con i materiali di rivestimento dei percorsi pedonali “il parco” col nucleo urbano.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori di un Parco Urbano a Cefalà Diana (PA)

La pretesa progettuale è stata quella quindi di progettare e di realizzare un parco urbano che sia strettamente collegato storicamente, morfologicamente e tipologicamente sia a livello di stratificazione e di sviluppo planimetrico col sistema della piazza principale, sia a livello dei materiali usati ed impiegati per il rivestimento e le costruzioni dei percorsi pedonali, dei muretti di contenimento e degli ulteriori elementi di definizione, con il centro abitato di Cefalà Diana e con la storia e con il suo sviluppo urbanistico. Nel parco sono presenti inoltre panchine di sosta, fontanelle, cestini per rifiuti, punti luce per illuminazione, segnaletica interna ed esterna. Le essenze arboree indicate sono state scelte in rapporto al sito. Sono state considerate, oltre le dimensioni e la sagoma generale delle piante anche altri criteri quali il tipo di ramificazione, la forma e il colore dei fiori, la forma e il colore delle foglie, il colore e la struttura della corteccia, sempre in rapporto alla morfologia e alla altimetria dell’area oggetto dell’intervento. La superficie occupata dall’intervento del parco urbano è di circa 18.000,00 mq.

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