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Casa a TOLLEGNO - Gian Luca Bazzan

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Le richieste dei Committenti, una giovane famiglia del Biellese profondamente legata al settore tessile nell’ambito della lavorazione del Cachemire, prevedevano la realizzazione di una nuova e definitiva abitazione unifamiliare da collocarsi in un terreno di proprietà posto nelle prime alture dell’immediato intorno della città di Biella, ove la natura prevale sull’aspetto urbano. Gli aspetti fondamentali dovevano comprendere la razionalità del sistema costruttivo, il contenimento energetico abbinato ad un alto livello di confort abitativo, l’estrema pulizia formale degli spazi ed una generale visione estetica derivante dal personale gusto per i colori naturali propri del mondo nordico. Da qui la scelta di avvalersi degli elevati standard qualitativi in tema di prefabbricazione in Legno propri della azienda austriaca GRIFFNER, che ha permesso di mantenere intatti gli aspetti propri di una casa in Classe A dall’elevato livello di sistema costruttivo, pur accogliendo le specifiche integrazioni Progettuali sviluppate dallo studio AtelierBazzan che è stato così chiamato a curare il progetto di Interior design oltre alla gestione complessiva del processo realizzativo.

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

L’essenziale parallelepipedo bianco con tetto piano a terrazzo si interseca con il volume rivestito in doghe di larice al naturale che accolgono il living totalmente vetrato affacciato al deck esterno che guarda alla vallata prospicente. All’interno, disposti su due livelli i locali dedicati alla zona giorno e notte sono stati trattati con un ideale di continuità attraverso l’adozione di un pavimento in doghe di Rovere a lavorazione totalmente manuale che è stato usato anche per realizzare su disegno tutte le ante delle armadiature a scomparsa e del corpo scala completato dai parapetti in lastre di vetro. I soffitti in legno sbiancato accolgono un sistema di illuminazione lineare a scomparsa che si completa con l’adozione di specifici corpi illuminanti a parete al fine di creare una regia luminosa artificiale notturna a compendio dello scenario diurno dominato dalla grande quantità di luce naturale che invade gli spazi attraverso le previste superfici vetrate. I bagni sono rivestiti in materiale ceramico in lastra ed a mosaico della Brix, a sottolineare la memoria tessile attraverso continue texture e trame. Lo spazio dedicato alla cucina, di produzione Boffi, ruota attorno all’isola centrale posta a perno della vita familiare e mantiene un forte collegamento visivo e fisico alla zona pranzo e living.

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Living

La gestione degli impianti si avvale di un sistema di geotermia abbinato a pompa calore e pannelli fotovoltaici, oltre al previsto trattamento dell’aria a ventilazione in tutti gli ambienti.

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Pranzo

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Ingresso

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Scala

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Scala

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Cucina

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Cucina

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

vano scala

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Bagno

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Passaggio

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

collegamento

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Camera Matrimoniale

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Bagno Padronale

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Bagno Padronale

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Esterno

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Esterno

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Pianta Piano Terra

Gian Luca Bazzan — Casa a TOLLEGNO

Pianta Piano Primo


Villa Urania competition, Barcelona - camp arquitectes

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El objeto del concurso es la rehabilitación de la Villa Urania y la construcción de un edificio como nuevo equipamiento del barrio del Farró en Barcelona. El programa funcional incluye casal de gente mayor, ludoteca, casal de jóvenes, centro cívico y sala polivalente transformable. La Villa Urania y sus jardines, legado del astrónomo Josep Comas i Solà, se recuperan tal como eran y se mantienen a la cota actual sobre la calle. El nuevo edificio, adosado a la medianera sureste, funciona como un fondo ligero, translúcido y adaptado a las condiciones de los edificios vecinos. Por tanto, se propone una volumetría discontinua y una fachada escalonada de lamas verticales metálicas que deja entrever lo que hay en el interior, controla la radiación solar y permite la plantación de especies enredaderas como doble fachada vegetal. De esta manera se resuelve el programa propuesto mediante un edificio sencillo, ecológicamente sostenible y de coste contenido.

camp arquitectes — Villa Urania competition, Barcelona

camp arquitectes — Villa Urania competition, Barcelona

camp arquitectes — Villa Urania competition, Barcelona

camp arquitectes — Villa Urania competition, Barcelona

camp arquitectes — Villa Urania competition, Barcelona

camp arquitectes — Villa Urania competition, Barcelona

CONTINENTAL JUMP - Ardielli Associati

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The equipment of the space for a loisir resort on the shores of Lake Garda offers the opportunity to develop a modular, nomadic and informal architecture. The prominent feature in the arrangement of the open spaces is a large wooden trampoline-telescope: aim high… and jump!

Ardielli Associati  — CONTINENTAL JUMP

Ardielli Associati. CONTINENTAL JUMP 01

L’attrezzatura degli spazi per il loisir balneare sulle rive del Garda è l’occasione per una campionatura progettuale sui temi dell’architettura modulare, nomadica e informale. Nella conformazione degli spazi aperti, l’elemento di spicco è un grande trampolino-cannocchiale in legno: mirare, puntare, saltare!

Ardielli Associati  — CONTINENTAL JUMP

Ardielli Associati. CONTINENTAL JUMP 02

Ardielli Associati  — CONTINENTAL JUMP

Ardielli Associati. CONTINENTAL JUMP 03

Ardielli Associati  — CONTINENTAL JUMP

Ardielli Associati. CONTINENTAL JUMP 04

Ardielli Associati  — CONTINENTAL JUMP

Ardielli Associati. CONTINENTAL JUMP 05

SAN BERNARDINO WALLS - Ardielli Associati

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The renovation of this ancient building in Verona is characterized by the use of pure white: white wall surfaces, white roof beams, white interior partitions and fixtures create a luminous background for the ceramic flooring and carefully chosen design items.

Ardielli Associati  — SAN BERNARDINO WALLS

Ardielli Associati. SAN BERNARDINO WALLS 01

È la luce del bianco a dominare nella ristrutturazione di un’abitazione d’epoca a Verona. Bianche sono le superfici murarie a vista, le travature del tetto, le partizioni interne e gli arredi fissi. Su questo fondo si stagliano le figure dei tappeti ceramici delle pavimentazioni, e selezionati pezzi di design.

Ardielli Associati  — SAN BERNARDINO WALLS

Ardielli Associati. SAN BERNARDINO WALLS 02

Ardielli Associati  — SAN BERNARDINO WALLS

Ardielli Associati. SAN BERNARDINO WALLS 03

Ardielli Associati  — SAN BERNARDINO WALLS

Ardielli Associati. SAN BERNARDINO WALLS 04

Ardielli Associati  — SAN BERNARDINO WALLS

Ardielli Associati. SAN BERNARDINO WALLS 05

Ardielli Associati  — SAN BERNARDINO WALLS

Ardielli Associati. SAN BERNARDINO WALLS 06

Ardielli Associati  — SAN BERNARDINO WALLS

Ardielli Associati. SAN BERNARDINO WALLS 07

Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni - Pompeo Paolo Mazzucca, ANIELLO SESSA, Bauenstudio, Claudia Santonicola, Pasquale Santonicola, Rocco Santonicola, Antonello Di Domenico, Giovanni Mondillo, Geminiano Mancusi

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Il nostro approccio alla progettazione è del tipo sostenibile e tiene conto, a partire dalle specifiche caratteristiche ambientali del luogo d’intervento e dal rispetto di tutte le sue risorse, dei principi del risparmio energetico e dell’uso dei materiali naturali; di utilizzare il verde e l’acqua sia come elementi figurativi che come risorse che, da un lato, possano migliorare le caratteristiche microclimatiche e ambientali e, dall’altro, debbano essere tutelate e riutilizzate (si pensa all’uso di giardini pensili, di facciate verdi, di specchi d’acqua e sistemi per il riutilizzo dell’acqua piovana). L’approccio metodologico individuato deriva dalle esperienze compiute e pertanto la sola esperienza valida è quella che si fa contestualmente al progetto. Non ci piace: l’affannosa ricerca di molti architetti di creare opere d’arte; la volontà di produrre architetture che lascino un segno prepotente, di produrre per forza il landmark, caratterizzare in modo forte il territorio e finire per sopraffarlo. E’ questo uno dei rischi che corrono le nostre città, di diventare, parafrasando Italo Calvino, dei giocattoli in una sfera di vetro, belle da guardare ma non da vivere. Non ci piace neanche la banalizzazione degli interventi che avviene con i cataloghi dei materiali alla moda lanciati dalle fiere di architettura e design.

Pompeo Paolo Mazzucca, ANIELLO SESSA, Bauenstudio, Claudia Santonicola, Pasquale Santonicola, Rocco Santonicola, Antonello Di Domenico, Giovanni Mondillo, Geminiano Mancusi — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Vista da Borgo Scacciaventi

Pompeo Paolo Mazzucca, ANIELLO SESSA, Bauenstudio, Claudia Santonicola, Pasquale Santonicola, Rocco Santonicola, Antonello Di Domenico, Giovanni Mondillo, Geminiano Mancusi — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Planimetria e sezione parcheggio

Pompeo Paolo Mazzucca, ANIELLO SESSA, Bauenstudio, Claudia Santonicola, Pasquale Santonicola, Rocco Santonicola, Antonello Di Domenico, Giovanni Mondillo, Geminiano Mancusi — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Prospetto e planimetria

Pompeo Paolo Mazzucca, ANIELLO SESSA, Bauenstudio, Claudia Santonicola, Pasquale Santonicola, Rocco Santonicola, Antonello Di Domenico, Giovanni Mondillo, Geminiano Mancusi — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Rendering e concept

Pompeo Paolo Mazzucca, ANIELLO SESSA, Bauenstudio, Claudia Santonicola, Pasquale Santonicola, Rocco Santonicola, Antonello Di Domenico, Giovanni Mondillo, Geminiano Mancusi — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Rendering della fontana

Pompeo Paolo Mazzucca, ANIELLO SESSA, Bauenstudio, Claudia Santonicola, Pasquale Santonicola, Rocco Santonicola, Antonello Di Domenico, Giovanni Mondillo, Geminiano Mancusi — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Rendering del torrino

TAJIKISTAN CHALLENGE - Ardielli Associati

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A place dedicated to the exchange of goods, but also to sharing cultures and traditions, in order to help defining the cultural identity of a border area between Afghanistan and Tajikistan. The project reinterprets local building models according to principles of modular aggregation, dividing solids and voids, houses and streets, lights and shadows.

Ardielli Associati  — TAJIKISTAN CHALLENGE

Ardielli Associati. TAJIKISTAN CHALLENGE 01

Un luogo per lo scambio delle merci, ma anche per condividere cultura e tradizioni, per dare identità a un’area di confine tra Tajikistan e Afghanistan. Il progetto reinterpreta modelli costruttivi locali secondo un principio di aggregazione modulare, che articola pieni e vuoti, case e strade, luci ed ombre.

Ardielli Associati  — TAJIKISTAN CHALLENGE

Ardielli Associati. TAJIKISTAN CHALLENGE 02

Ardielli Associati  — TAJIKISTAN CHALLENGE

Ardielli Associati. TAJIKISTAN CHALLENGE 03

Ardielli Associati  — TAJIKISTAN CHALLENGE

Ardielli Associati. TAJIKISTAN CHALLENGE 04

Ardielli Associati  — TAJIKISTAN CHALLENGE

Ardielli Associati. TAJIKISTAN CHALLENGE 05

Ardielli Associati  — TAJIKISTAN CHALLENGE

Ardielli Associati. TAJIKISTAN CHALLENGE 06

Ardielli Associati  — TAJIKISTAN CHALLENGE

Ardielli Associati. TAJIKISTAN CHALLENGE 07

Ardielli Associati  — TAJIKISTAN CHALLENGE

Ardielli Associati. TAJIKISTAN CHALLENGE 08

Studio medico C. - Luigi Cimmino

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Tre soluzione progettuali per la ristrutturazione di un locale in Piazza Carlo III, Napoli.

Luigi Cimmino — Studio medico C.

Luigi Cimmino — Studio medico C.

Luigi Cimmino — Studio medico C.

Luigi Cimmino — Studio medico C.

Luigi Cimmino — Studio medico C.

Luigi Cimmino — Studio medico C.

Luigi Cimmino — Studio medico C.

Luigi Cimmino — Studio medico C.

Luigi Cimmino — Studio medico C.

Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni - Eugenio Certosino, Pasquale Miano, Giorgia Aquilar, Laura Chirichella, Patrizia Porritiello, Francesca Severino, Pasquale Staiano

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Piazza San Francesco, ubicata tra il Borgo Scacciaventi e il Presidio Ospedaliero di Santa Maria Incoronata dell’Olmo, si configura come uno del luoghi più significativi e emblematici di Cava de’ Tirreni per la rilevanza delle architetture storiche presenti e per l’importanza delle relazioni urbane che la caratterizzano. L’attuale destinazione degli spazi utilizzati, prevalentemente come parcheggio, il basso livello quantitativo delle sistemazioni e dei materiali utilizzati richiedono un intervento di riconfigurazione complessiva della piazza, che costituisce il tema del Concorso. La soluzione progettuale illustrata nelle pagine successive è stata elaborata sulla base degli obiettivi e delle esigenze dell’Amministrazione, sintetizzate nel Documento Preliminare alla Progettazione, che possono essere così riassunti:  riqualificare e ridefinire gli spazi e le strutture di Piazza San Francesco, in riferimento all’ambito urbano, ai punti di visuale della piazza, alle architetture di notevole pregio presenti (Borgo Scacciaventi, Santuario di San Francesco, complesso di Santa Maria del Rifugio, etc.);  prevedere una piazza sede di eventi, anche con un pubblico numeroso;  privilegiare la valorizzazione del verde, l’utilizzazione di materiali naturali e il rispetto per le persone disabili;  realizzare parcheggi interrati, approfondendo le tematiche connesse al traffico. In riferimento agli obiettivi fissati nel Bando e nel Documento Preliminare alla Progettazione e alla specificità dei caratteri urbani e architettonici dell’area di Piazza San Francesco su cui si è molto ragionato, si è impostata la proposta progettuale, tenendo conto di molteplici aspetti storici, di posizione urbana, di relazione con le quinte e con i margini urbani, di rapporti con un più ampio sistema di spazi aperti, di visuali prospettiche alle diverse scale, di articolazione morfologica dell’area di intervento. Punto di partenza dell’impostazione è la scelta di lavorare alla costruzione di un progetto urbano, ossia di un progetto riconoscibile e autonomo che, pur limitato e concentrato su una specifica area, è in grado di modificare gli attuali rapporti urbani, di incidere sull’organizzazione complessiva di Cava de’ Tirreni, ricalibrando i pesi e definendo nuovi equilibri tra le parti storiche e le nuove. Avanzare una proposta progettuale per Piazza San Francesco significa anche affrontare in maniera aggiornata uno dei temi più rilevanti e difficili nella cultura architettonica italiana: il rapporto tra tradizione e innovazione, tra conservazione delle preesistenze e riconoscibilità del nuovo. Gli elementi consolidati di riconoscibilità degli spazi dell’attuale piazza e dei giardini che la contornano si sono formati in un lungo arco temporale: le cortine, che proseguono il borgo Scacciaventi, il Santuario di San Francesco, il complesso di Santa Maria dell’Olmo. Questi elementi hanno mantenuto inalterati nel tempo il loro ruolo e i loro caratteri essenziali, ma la configurazione dello spazio aperto non è mai stata stabile: le fotografie storiche, alcuni disegni progettuali, realizzati e non, documentano questi diversi stadi della piazza. Da essi è possibile trarre molte indicazioni: l’essenzialità del “piano”- piazza davanti al Santuario di San Francesco, un “sagrato imponente”, ma anche il gioco delle rampe che colmano il salto di quota tra la strada (il prolungamento di attuale Corso Umberto I verso la SS18) e il livello del Santuario di San Francesco. Su questa traccia e nell’ottica urbana prima descritta, si è costruito il progetto, che può essere riassunto nei seguenti punti:  intendere la piazza come elemento di un nuovo sistema di connessioni urbane, uno spazio statico e dinamico nello stesso tempo, in grado di mettere in relazione i principali elementi architettonici del sito con il paesaggio e i suoi landmarks (il Santuario di San Francesco, la chiesa di Santa Maria dell’Olmo e il borgo, ma anche il Castello, la Croce di Cava, le colline e i valloni che contornano la città storica);  intendere la piazza come uno spazio centrale piano, attorno al quale si sviluppa un articolato e controllato sistema di spazi inclinati, caratterizzati da variazioni di direzione e di giacitura in grado di stabilire nuove relazioni urbane, con i diversi elementi posizionati ai margini dell’area-progetto;  intendere la “piazza-piano” come un palco e gli spazi inclinati come spalti per grandi manifestazioni (in particolare le molteplici e variegate iniziative della tradizione di Cava de’ Tirreni), con le quinte civili e religiose pensate come la scena di uno spazio teatrale nel suo complesso;  ribaltare in maniera innovativa il rapporto tra piazza e parcheggio interrato, rompendone in qualche misura la rigida separazione, attraverso l’introduzione di spazi intermedi, una sala polifunzionale, un luogo flessibile destinato a giovani, un primo luogo di accoglienza e alcune botteghe (eventualmente quelle indicate nel progetto di “Sviluppo del Centro Commerciale Naturale”), intese come un filtro, ma anche come un servizio fondamentale;  realizzare, nello stesso tempo, un parcheggio interrato, perfettamente a norma, con un numero di posti-auto superiore a quello attuale, facilmente accessibile, anche sulla base di un nuovo meccanismo di accesso, che potrà consentire di pedonalizzare buona parte degli importanti spazi (attuale viabilità carrabile), che circondano l’area di progetto;  disegnare un sistema di rampe percorribili da tutti, che determinano nuove continuità, un percorso lungo il bordo sopraelevato della piazza, che prosegue nei viali del parco, che in futuro potrà essere ulteriormente ampliato, circondando il Santuario di San Francesco;  costruire un nuovo sistema di spazi verdi, un parco, integrando le alberature preesistenti, in un nuovo disegno, che “accoglie” anche la fontana attualmente disposta al centro della piazza, riferendo, in maniera simbolica semplice, gli otto distinti giardini, che compongono il parco, agli otto Casali, che hanno costituito e costituiscono l’identità di Cava de’ Tirreni;  operare scelte relative alle pavimentazioni, alle sedute, ai molteplici elementi di allestimento di dettaglio e agli aspetti illuminotecnici in grado di favorire l’unitarietà degli spazi, anche riferiti alla tradizione costruttiva locale.

Eugenio Certosino, Pasquale Miano, Giorgia Aquilar, Laura Chirichella, Patrizia Porritiello, Francesca Severino, Pasquale Staiano — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Eugenio Certosino, Pasquale Miano, Giorgia Aquilar, Laura Chirichella, Patrizia Porritiello, Francesca Severino, Pasquale Staiano — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Eugenio Certosino, Pasquale Miano, Giorgia Aquilar, Laura Chirichella, Patrizia Porritiello, Francesca Severino, Pasquale Staiano — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Eugenio Certosino, Pasquale Miano, Giorgia Aquilar, Laura Chirichella, Patrizia Porritiello, Francesca Severino, Pasquale Staiano — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Eugenio Certosino, Pasquale Miano, Giorgia Aquilar, Laura Chirichella, Patrizia Porritiello, Francesca Severino, Pasquale Staiano — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Eugenio Certosino, Pasquale Miano, Giorgia Aquilar, Laura Chirichella, Patrizia Porritiello, Francesca Severino, Pasquale Staiano — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Eugenio Certosino, Pasquale Miano, Giorgia Aquilar, Laura Chirichella, Patrizia Porritiello, Francesca Severino, Pasquale Staiano — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Eugenio Certosino, Pasquale Miano, Giorgia Aquilar, Laura Chirichella, Patrizia Porritiello, Francesca Severino, Pasquale Staiano — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni

Eugenio Certosino, Pasquale Miano, Giorgia Aquilar, Laura Chirichella, Patrizia Porritiello, Francesca Severino, Pasquale Staiano — Riqualificazione Piazza S. Francesco. Cava de' Tirreni


Ville TM - 2a+d Studio

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Tre nuove ville unifamiliari con superficie abitabile di circa 150 mq e un giardino di pertinenza esclusiva di circa 400 mq. Il posizionamento delle ville all’interno del lotto e l’organizzazione degli spazi interni seguono le regole della bioclimatica garantendo una corretta esposizione delle abitazioni ai venti dominanti e uno studio delle aperture e delle funzioni degli spazi abitativi in base al soleggiamento dell’edificio. Ciò permetterà di ottenere una efficiente ventilazione naturale e un notevole risparmio energetico sia in relazioni alle funzioni di riscaldamento/raffrescamento dell’edificio stesso che di illuminazione naturale degli ambienti interni. Ogni abitazione gode di ampi spazi esterni che la circondano sui quattro lati . Tutte le abitazioni sono dotate di murature, solai e impianti adatti a rispondere alla vigente normativa sull’efficienza energetica degli edifici ed a contenere ulteriormente i consumi dell’abitazione stessa.

2a+d Studio — Ville TM

2a+d Studio — Ville TM

2a+d Studio — Ville TM

2a+d Studio — Ville TM

2a+d Studio — Ville TM

2a+d Studio — Ville TM

2a+d Studio — Ville TM

2a+d Studio — Ville TM

RE:IN:LAF / HUT! - Ander Barandiaran, JOSEBA SALBIDE (HUT! ARKITEKTURA), IMANOL GOENAGA (HUT ARKITEKTURA), ANDER BARANDIARAN (HUT! ARKITEKTURA)

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“Restoration of the building to help develop their new role as a meeting point and transfer of knowledge, maintaining a balance between the historical and constructive solutions and innovations, all in a context of openness to the surrounding.”

Ander Barandiaran, JOSEBA SALBIDE (HUT! ARKITEKTURA), IMANOL GOENAGA (HUT ARKITEKTURA), ANDER BARANDIARAN (HUT! ARKITEKTURA) — RE:IN:LAF / HUT!

ORGANIZATION IN LOTS-TEXTURE CATALOG_not only is tried to keep the character, numbering signage and industrial sections of the building that recall the different workstations or departments of the old store, but we emphasize that character fragmenting the building into cross dependencies. In this way we obtain a conceptual clarity and a very simple organization of the program. The floor is used as an exhibition itself. Using different textures and finishes creating a mosaic of sample Lafarge concrete products.

Ander Barandiaran, JOSEBA SALBIDE (HUT! ARKITEKTURA), IMANOL GOENAGA (HUT ARKITEKTURA), ANDER BARANDIARAN (HUT! ARKITEKTURA) — RE:IN:LAF / HUT!

OPENING UP TO THE ENVIRONMENT AND THE MARKET (SHOWCASE) _The new openings and internal connections allow the expansion of space by adjacent buildings or outdoor spaces, giving continuity to the program and opening it to the outside environment and the market.

Ander Barandiaran, JOSEBA SALBIDE (HUT! ARKITEKTURA), IMANOL GOENAGA (HUT ARKITEKTURA), ANDER BARANDIARAN (HUT! ARKITEKTURA) — RE:IN:LAF / HUT!

CENTRAL AREA-FLEXIBILITY_It is the larger and most monumental space of the building. An open space to host a variety of programs and large numbers of people. This space is which adapts to different programs, completed with adjacent buildings both in the exterior and the interior. It is a multifunctional space that highlights the balance between the value and the historical role of the building and the innovation in constructive solutions.

Ander Barandiaran, JOSEBA SALBIDE (HUT! ARKITEKTURA), IMANOL GOENAGA (HUT ARKITEKTURA), ANDER BARANDIARAN (HUT! ARKITEKTURA) — RE:IN:LAF / HUT!

BRIDGE CRANE-CHANGING PROGRAM_ The expo of Lafarge innovative solutions can scroll or move from side to side in the main hall of the building in the interests of the exposure, so that the movable member can respond in the best way possible to the specific needs that arise. It also serves as a support for auxiliary elements such as spotlights, ceilings, speakers, wifi…

Ander Barandiaran, JOSEBA SALBIDE (HUT! ARKITEKTURA), IMANOL GOENAGA (HUT ARKITEKTURA), ANDER BARANDIARAN (HUT! ARKITEKTURA) — RE:IN:LAF / HUT!

TEAM_ HUT! Arkitektura: Ander Barandiaran, Imanol Goenaga, Joseba Salbide

Ander Barandiaran, JOSEBA SALBIDE (HUT! ARKITEKTURA), IMANOL GOENAGA (HUT ARKITEKTURA), ANDER BARANDIARAN (HUT! ARKITEKTURA) — RE:IN:LAF / HUT!

Ander Barandiaran, JOSEBA SALBIDE (HUT! ARKITEKTURA), IMANOL GOENAGA (HUT ARKITEKTURA), ANDER BARANDIARAN (HUT! ARKITEKTURA) — RE:IN:LAF / HUT!

Ander Barandiaran, JOSEBA SALBIDE (HUT! ARKITEKTURA), IMANOL GOENAGA (HUT ARKITEKTURA), ANDER BARANDIARAN (HUT! ARKITEKTURA) — RE:IN:LAF / HUT!

Moritzkirche - John Pawson

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The renovation of the church of St Moritz in Augsburg

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

John Pawson — Moritzkirche

Riqualificazione di Piazza Matteotti e zone limitrofe - Studio Ferrazza Gatti

Alfa e Omega - Emanuele Franco

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Alfa e omega, i simboli dell’eternità di Dio. Il progetto è nato dalla volontà di trasporre in un’architettura differenti significati simbolici, collegando ogni concetto a una precisa scelta compositiva. I tagli sulla facciata rappresentano l’elevazione verso il cielo, la luce penetra il monumento e si diffonde sulle superfici curve che delimitano lo spazio di preghiera, mentre la croce è scavata nella materia. La brutalità del calcestruzzo è accostata alla purezza dell’acciaio satinato. Quindi il numero 7, che costruisce e regola tutto l’edificio. Il tempo è sospeso, ma scorre comunque, la pietra resta e racconta la storia delle persone che l’hanno scolpita.

Emanuele Franco — Alfa e Omega

Emanuele Franco — Alfa e Omega

Photo by Alessio Guarino. © Alessio Guarino

Emanuele Franco — Alfa e Omega

Photo by Alessio Guarino. © Alessio Guarino

Emanuele Franco — Alfa e Omega

Photo by Alessio Guarino. © Alessio Guarino

Emanuele Franco — Alfa e Omega

Parco etnografico di Rubano, Padova - B SCAPE architettura del paesaggio

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La necessità di definire più chiaramente l’identità del Parco etnografico di Rubano è stata il punto di partenza per una serie di riflessioni che hanno portato allo sviluppo di un progetto che coinvolge molteplici aspetti del parco, in primo luogo il riassetto dell’area attraverso un’azione di pulizia e diradamento della vegetazione esistente, con nuovi reimpianti localizzati e mirati ad un giusto equilibrio della flora esistente, in virtu’ della vocazione didattica che si intende ancor più sottolineare. In questo senso si prevede la realizzazione di un nuovo sistema di percorsi, che permetteranno di fruire il parco in maniera ordinata e con una logica che consenta di identificare chiaramente il tipo di esperienza che si vuole vivere all’interno del parco: sono state individuate infatti due macro tematiche attorno alle quali si sviluppano tutti i ragionamenti progettuali: il percorso didattico-botanico ed il percorso ludico-artistico.

B SCAPE architettura del paesaggio — Parco etnografico di Rubano, Padova

Architettura del paesaggio, Parco etnografico di Rubano Padova

B SCAPE architettura del paesaggio — Parco etnografico di Rubano, Padova

Architettura del paesaggio, Parco etnografico di rubano, Padova

Casa Même - Emanuele Franco

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Il centro della città e il centro della casa. Una contrapposizione tra i volumi interni. La zona giorno, grande e accogliente, contiene la parte periferica della casa, l’ingresso, che diventa cucina e poi salone. Le gerarchie tra gli spazi sono evidenti, ma gli ambienti sono connessi fisicamente. Il pavimento, il ribassamento, l’illuminazione e i colori la rendono un grande open space affacciato sulla città. Al suo centro, un volume mimetizzato, rivestito in carta da parati, contiene il cuore della casa, la zona notte. Intima e privata, anch’essa al suo interno non ha barriere. La moquette, le lampade e i tessuti, accolgono gli abitanti di casa Même, li viziano e li fanno riposare.

Emanuele Franco — Casa Même

Photo by Alessio Guarino. © Alessio Guarino.

Emanuele Franco — Casa Même

Photo by Alessio Guarino. © Alessio Guarino.

Emanuele Franco — Casa Même

Photo by Alessio Guarino. © Alessio Guarino.

Emanuele Franco — Casa Même

Photo by Alessio Guarino. © Alessio Guarino.

Emanuele Franco — Casa Même

Photo by Alessio Guarino. © Alessio Guarino.

Emanuele Franco — Casa Même

Photo by Alessio Guarino. © Alessio Guarino.


MOVING Schools 001 - Amadeo Bennetta, Dan LaRossa, Building Trust international

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The ‘MOVINGschool’ project provides relocatable, modular schools for migrant and refugee populations. Transforming the learning environments of more than 1000 children to date from schools made from merely a tarpaulin sheet stretched over a mud floor with a few pieces of bamboo into safe, clean, light, well ventilated classrooms that in some cases double as boarding houses. Refugees and migrants often do not have the right to own land in host countries making any infrastructural investment difficult. The innovative relocatable school building designs safeguard against this and provide lasting security to communities and a sustainable aid approach for humanitarian agencies.

Amadeo Bennetta, Dan LaRossa, Building Trust international — MOVING Schools 001

The MOVINGschool buildings are designed to minimise the detrimental effects of flooding, maximise natural light & ensure passive ventilation. Their modular form allows them to break apart & come together responding to any number of site conditions. The skeletal steel frame is designed for zero waste using uniform sized elements or divisions of standard lengths. Reclaimed tyres filled with gravel form foundations which can be relocated along with the school if desired. MOVINGschool 001 used a UV resistant tensile fabric for the roof which dramatically reduces internal noise in rain & overheating in the sun and far surpasses the life expectancy of tarp, zinc or thatch roofs. The internal walls move to create flexible spaces that get larger or smaller depending on the desired functionality. The construction process is an educational tool in its own right. Working with local social enterprise Ironwood Studio construction skills are taught to apprentices who take the skills home & make improvements to their own housing. Traditional skills using sustainable materials like bamboo are celebrated & where possible used in cladding & internal walls. By creating relocatable schools we save on materials, time & energy used to build repeated low cost structures thereby reducing disruption to education. This allows greater time for community members to spend on their own housing whilst fostering sustainable construction techniques & bringing communities together in shared goals.

Amadeo Bennetta, Dan LaRossa, Building Trust international — MOVING Schools 001

The project started on the Thai-Burma border where the third school has just been completed due to the popularity of the pilot. We have created a freely downloadable set of assembly drawings which lay out the steps for others to create their own MOVINGschool & we hope to repeat the success in 2014 in communities within informal settlements where land titles are also a big issue.

Program: A mobile, relocatable school building for Burmese migrant and refugee children on the Thai/Burmese border
Building status: in use
Construction period: 3 months
Location: Mae Sot, Thailand

Amadeo Bennetta, Dan LaRossa, Building Trust international — MOVING Schools 001

Amadeo Bennetta, Dan LaRossa, Building Trust international — MOVING Schools 001

Amadeo Bennetta, Dan LaRossa, Building Trust international — MOVING Schools 001

Amadeo Bennetta, Dan LaRossa, Building Trust international — MOVING Schools 001

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Tesi Sperimentale Vecchio Ordinamento in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali - Diego Battaglia

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Oggetto della tesi è il recupero e il restauro dell’Ospedale degli Innocenti, situato a Seminara in Provincia di Reggio Calabria, prevedendo l’utilizzo di un materiale costruttivo innovativo attualmente ancora poco utilizzato e nel 2006 limitato a poche sperimentazioni sopratutto in ambito europeo, quale il materiale composito in pultrusi.

Diego Battaglia — Tesi Sperimentale Vecchio Ordinamento in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali

Scheda dettaglio su i pultrusi nell'edilizia

Il centro abitato Di Seminara è situato alle pendici del Monte S. Elia. L’impianto dell’abitato è a scacchiera biassiale, come quasi tutti i centri urbani di concezione illuministica realizzati dopo il terremoto del 1783. Le fonti storiche riportano come origini del centro il X secolo, quando parte della popolazione della città magnogreca di Taureana, abbandonò il suo sito d’origine per il pericolo di invasioni turchesche e si trasferì nel castello detto appunto “Seminario”. La città assunse sempre maggiore importanza considerato il fatto che era attraversata dalla Via Popilia, al tempo unica strada di collegamento tra la penisola italica e la Sicilia. Nel 1495, dopo numerosi scontri con i Francesi, gli Aragonesi riuscirono ad impadronirsi della città. Ne sono testimonianza i bassorilievi che ornavano il monumento del duca Carlo Spinelli. Il terremoto del 1783 la rase completamente al suolo. Lo stralcio tratto dall’opera del Vivenzio ci permette di osservare come l’antico centro urbano fosse situato più a nord rispetto a quello attuale. L’attuale centro, infatti, fu ricostruito nella pianura adiacente.

Diego Battaglia — Tesi Sperimentale Vecchio Ordinamento in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali

Render angolo nord-est

L’Ospedale degli Innocenti è situato nel contesto dell’antico centro urbano. Il fronte est si affaccia sull’antica Via di mezzo, oggi Via delle Fabbriche, mentre quello ovest di relaziona con la strada provinciale Ponte Vecchio- Seminara tramite uno spazio pertinenziale. Originariamente l’edificio si sviluppava su 2 livelli e, il piano superiore, ormai allo stato di rudere, era accessibile solo dalla strada provinciale. Il sistema costruttivo è in muratura mista di pietrame e laterizi con spessore variabile da 135 a 60 cm. E’ da supporre che il sistema di copertura, oggi inesistente, fosse a doppio spiovente. Nel manufatto sono leggibili molti rimaneggiamenti dovuti alla vetustà e agli eventi sismici. Abbiamo testimonianza della sua esistenza anteriormente al 1500. Esso è, dunque, il più antico della provincia di Reggio Calabria ed era anticamente denominato “Santo Spirito” in quanto ammesso al beneficio della chiesa omonima. Dopo il terremoto del 1783 venne riparato dai danni subiti e funzionò da ospedale fino a quando il terremoto del 1908 ne decretò il suo abbandono.

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Render degli ambienti interni

L’analisi dei materiali costituenti il manufatto ha evidenziato, in particolar modo lungo il prospetto est, i vari interventi e rimaneggiamenti effettuati sull’edificio nel corso dei secoli. Sono stati classificati, in particolar modo, le tipologie di laterizio, i litotipi presenti, le malte e gli intonaci. La scelta progettuale si è indirizzata verso il restauro del manufatto con la voluta demarcazione tra il preesistente e la parte crollata che si è ricomposta mediante l’impiego di strutture portanti aventi caratteristiche fortemente innovative e comunque di tipo totalmente reversibile, tant’è che si potrà procedere allo smontaggio del nuovo impianto qualora si rendesse necessario. L’evidente scarsa qualità costruttiva della fabbrica ha orientato la scelta dei materiali da utilizzare verso caratteristiche in funzione della loro particolare leggerezza unita ad alte prestazioni. Ci si è pertanto rivolti ai materiali compositi. Essi sono costituiti da una fase continua denominata matrice, caricata tramite una fase fibrosa denominata armatura. L’unione di questi due elementi fornisce un vantaggioso rapporto peso-prestazioni. Le caratteristiche principali dei materiali compositi sono: l’alta resistenza, il basso peso specifico, la resistenza alla corrosione I settori in cui è stato già sviluppato l’uso dei materiali compositi sono i più svariati: settore aeronautico, navale, sportivo, edile. Il grande vantaggio dell’uso dei materiali compositi è la possibilità di modificarne il comportamento. Il più vantaggioso sistema per la produzione di elementi strutturali in questo materiale è quello della pultrusione che consente di ottenere manufatti diversi modificando la matrice sagomata. Confrontando le caratteristiche tra i pultrusi e i materiali tradizionali (in particolare l’acciaio) si evince che: la densitàè l’80% in meno rispetto all’acciaio e il 30% rispetto all’alluminio, la resistenza a trazioni e compressione risultano moto soddisfacenti; la caratteristica più stimolante risulta essere la progettualità in base alle caratteristiche desiderate. Il coefficiente di dilatazione termica risulta simile a quello dell’acciaio e i profilati pultrusi garantiscono una conduttività termica bassa. Si può ovviare alla bassa resistenza al fuoco delle resine, costituenti la matrice, tramite l’uso di additivi o quello di particolari resine resistenti alle alte temperature, come le fenoliche o l’uso di vernici intumescenti. La scelta del rinforzo in fibra di carbonio è dovuta alle alte caratteristiche di quest’ultimo rispetto alle altre fibre in commercio. Le proprietà meccaniche utilizzate nelle verifiche sono state tratte da manuale EUROCOMP.

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Analisi dei degradi

Il progetto di recupero dell’ospedale ne prevede il riuso a fini museali. Gli obiettivi chiave della progettazione che sono: la leggerezza, la trasparenza, la riconoscibilità, l’innovatività e la reversibilità dell’intervento. La scelta è stata dettata dal valore della testimonianza del manufatto e, contemporaneamente, dalla mancanza di attività culturali degne di rilievo nel centro urbano. Un centro museale caratterizzato da tre sale espositive permanenti ed una sala per esposizioni temporanee che funzioni anche come sala multimediale. La realizzazione della copertura, di solai sospesi, è sicuramente l’intervento più rilevante. La copertura è costituita da una struttura portante in materiale composito, così come i solai, mentre i tamponamenti sono realizzati in vetro. I solai sono collegati alla catene delle capriate tramite stralli in acciaio.

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Tavola storico-urbanistica

Casa V - Dosis de Arquitectura

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Casa V consists on the rehabilitation, adaptation and expansion of an existing house, designed and built in the early 1960’s. The family that inhabits the house has been spending the holidays in it for almost fifty years. In that time, even though the number of family members has increased, the house had remained the same, being unable to fulfill current and future needs. The intention of the project is to make a place where three generations of one same family can enjoy their holiday simultaneously. For that purpose, a new house is made for the two younger generations, which consists on a side wing that articulates itself with the old building on the northeast. The rooftop of this new house serves as a private garden for the pre-existing house as a landscape response to the existing topography. The original house accommodates now the spaces for family and social interaction, as well as the rooms of the first generation. Each family member has its own independence while remaining a part of a single set. A multilayered wall defined by a single construction detail, which serves both as structure and as thermal and environmental overcoat, meanders in order to embrace the multiplicity of events that occur in the house. Spaces are defined by the unfolding of matter in space-time, which topologically adapts itself to what happens inside. The new house is formalized by the continuous flow of a completely neutral wrap – no edges, no color, no texture – and, within this wrapping, life, action, is the protagonist.

Dosis de Arquitectura — Casa V

ENVIRONMENTAL STRATEGIES: adopting an exergy matching strategy (exergy = useful energy) between energy requirements for use and specific architectural solution, minimizing maintenance costs and optimizing exergy performance of the building. Thermal insulation is situated on the outside of the external shell, together with an element that provides thermal inertia mass inside. In the case of the intensive gardening intensive system, that not only integrates the building in the existing ecosystems, but gives the building a large additional insulation, both thermal and acoustic, to the additional thermal inertia provided by the slab concrete. The building incorporates a natural heating system within the orientation of the windows, a reinterpretation of the vernacular glass colonnade of La Coruña. By varying the opening position through the meander of the facade, the interior receives a greater number of hours of solar incidence, which allows natural warming by greenhouse effect that in this geographical location is an optimal energy sustainability strategy used in vernacular architecture of La Coruña. The house also has a solar heating system vacuum tube, which considerably reduces the use of conventional fuel.

Dosis de Arquitectura — Casa V

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Ristrutturazione di appartamento privato - MBAR architetti

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L’appartamento situato all’interno di una palazzina degli anni ’70 nel centro di Parma, viene ridefinito da una ristrutturazione totale. Tutti gli spazi vengono studiati cercando di accontentare le esigenze dei nuovi proprietari. L’ingresso si apre direttamente sul soggiorno, spazioso e dinamico e caratterizzato dalla presenza di un volume sospeso che definisce l’angolo cottura. Per dividere la zona giorno da quella notte è stata realizzata una porta a tutta altezza che, come una quinta separa ed unisce allo stesso tempo le due zone. Tutta l’illuminazione è stata studiata in modo tale da creare una dinamica unione tra i vari ambienti definendo comunque la dinamicità dei volumi in successione.

MBAR architetti — Ristrutturazione di appartamento privato

MBAR architetti — Ristrutturazione di appartamento privato

MBAR architetti — Ristrutturazione di appartamento privato

Progetto di interni per appartamento privato - MBAR architetti

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