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Zentral und Landesbibliothek Berlin - Max Dudler Architekt

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Max Dudler, Berlin
Landschaftsarchitekten: Hager Partner AG, Berlin
TGA: ZWP Ingenieur-AG, Berlin
Tragwerksplaner: Leonhardt, Andrä und Partner Beratende
Ingenieure VBI AG, Berlin

Max Dudler Architekt — Zentral und Landesbibliothek Berlin

Max Dudler Architekt — Zentral und Landesbibliothek Berlin


Zentral und Landesbibliothek Berlin - wulf architekten

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wulf architekten GmbH, Stuttgart
Landschaftsarchitekten: lohrer.hochrein landschaftsarchitekten bdla, München
TGA: SCHOLZE Ingenieurgesellschaft mbH, Leinfelden-Echterdingen
Tragwerksplaner: Mayr | Ludescher | Partner, Stuttgart

wulf architekten — Zentral und Landesbibliothek Berlin

wulf architekten — Zentral und Landesbibliothek Berlin

Zentral und Landesbibliothek Berlin - Cruz y Ortiz Arquitectos

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Cruz y Ortiz Arquitectos, Sevilla (E)
Landschaftsarchitekten: geskes.hack Landschaftsarchitekten, Berlin
TGA: ARCADIS Nederland BV, Arnhem (NL)
Tragwerksplaner: ARCADIS Nederland BV, Arnhem (NL)

Cruz y Ortiz Arquitectos — Zentral und Landesbibliothek Berlin

Cruz y Ortiz Arquitectos — Zentral und Landesbibliothek Berlin

Chapel - Möhn + Bouman

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Embedded deep in a beautiful landscape, itself shaped during the last ice age, this chapel embodies a peaceful and inspiriational atmosphere. The harmonious, timeless furniture, crafted from pure oak, reflects the building’s woodland environment. Behind the altar a unique piece of art shimmers softly in the light. This creation of transparent coloured slides drifts gently with every breath or movement in the room; making tangible the presence of those around it. The baptismal font is a unique, handmade piece of golden copper. At the lip of the font the metal curves, folding in on itself and giving a sense of protection and encirclement. The delicate creation of this chapel offers an ethereal peace, and a haven in a modern world.

Möhn + Bouman — Chapel

Möhn + Bouman — Chapel

Möhn + Bouman — Chapel

Möhn + Bouman — Chapel

Möhn + Bouman — Chapel

Möhn + Bouman — Chapel

Möhn + Bouman — Chapel

Möhn + Bouman — Chapel

Möhn + Bouman — Chapel

Möhn + Bouman — Chapel

Möhn + Bouman — Chapel

Residenza privata - Stefano Valbusa

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Richiesta della committenza era ottenere una casa esclusiva con ambienti funzionali e allo stesso tempo originali. Il progetto si configura come un intervento d’interni in uno dei parchi più rilevanti della città, dall’esterno la casa sembra essere stata progettata secondo i canoni tradizionali, infatti il giardino è ricco di essenze mediterranee con la presenza indiscussa dell’ulivo come elemento dominante e “cascate” di piante officinali e siepi a coprire le mura lasciate libere. Il tutto è avvalorato dall’utilizzo delle staccionate e tettoie in legno con tendaggi bianchi semi-trasparenti allo scopo di schermare leggermente la luce solare. L’unica nota a contrasto viene data dall’utilizzo di sfere adagiate sull’erba e vasi bianchi posizionati lungo i percorsi principali esterni alla casa. Entrando, poi, il contrasto è sorprendente, un’architettura fatta di geometrie pure, arredi contemporanei e sensibilità nei cromatismi e per materiali utilizzati. Un grande living si dirama in due direzioni ortogonali con al centro posizionato il grande tavolo da pranzo. Si tratta di una sequenza di ambienti differenti con una pavimentazione unica, ma caratterizzati singolarmente da superfici diversificate, la tinteggiatura color crema è presente in tutta la casa eccezion fatta per la parete della cucina realizzata con intonachino fracassato color cioccolato, la parete che divide il soggiorno dalla cucina è contraddistinta da un’ampia porta in vetro decorata con scritte nere che continuano sul muro e infine dalla parete frontale l’ingresso con una moderna carta da parati raffigurante una carpa. Il pavimento, composto da lastre in gres effetto resina, dona una morbidezza agli ambienti fondendosi con le pareti grazie anche all’utilizzo di battiscopa in legno laccati dello stesso colore. Il fulcro della zona giorno è il camino rivestito con un mosaico a strisce di marmo “creme d’algerie” con forma monolitica. Questa parete è arricchita da pedane il legno e mensole in vetro trasparenti illuminate da faretti installati in un ribassamento del soffitto. Entrando nella zona notte il pavimento cambia, infatti le lastre effetto resina lasciano il posto a lastre in gres effetto legno allo scopo di dare più calore alle camere da letto. Nella stanza matrimoniale la testata del letto è stata ricavata dalla posa di un rivestimento artigianale dove il tema del bassorilievo è proposto con diverse varianti di temi e profondità, il tutto incorniciato da un mosaico bianco. Le perle della casa sono rappresentate dai due bagni diversi per progettazione e materiali, ma entrambi di grande impatto. Uno realizzato interamente in resina sia a pavimento che a rivestimento, caratterizzato da una parete curva in mosaico floreale con piatto doccia a pavimento con piletta a scomparsa e vetro curvo “walk-in”, gli unici elementi d’arredo sono rappresentati dal mobile in legno che sorregge la grande bacinella con forma sinuosa come la rubinetteria, il tutto rigorosamente bianco opaco e il termo-arredo a parete con forma essenziale e di forte rimando classico . L’altro bagno è più ricco di elementi come il grande mensolone-lavabo, la vasca idromassaggio angolare in vetro, il termo-arredo free-standing con forma sinuosa e i quadri “verdi” come a voler inserire un pezzo di giardino all’interno della sala.

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Stefano Valbusa — Residenza privata

Lory House - Bartolomeo Fiorillo

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L’alloggio in esame, fa parte di una palazzina costruita negli anni sessanta. I lavori eseguiti, sono stati di ristrutturazione parziale interna e ripristino e messa a norma dell’impianto elettrico. Per tanto l’intervento è stato pensato come un rinnovamento dell’alloggio, con una nuova disposizione dei corpi illuminanti alloggiati in parte nella controsoffittatura (realizzata nella zona living e nel corridoio “disimpegno” di accesso agli altri ambienti quali: Cucina; Studio; Letto; Bagno; Letto), la quale diventa oggetto stesso di arredo. Restando nella zona living, si è poi pensato di abolire i due radiatori del riscaldamento e rivestire da una parte la parete con una pietra ricostruita scura, in modo da definire l’ingesso e mettere in risalto il resto dell’ambiente, mentre al posto dell’altro radiatore, si è scelto di montare un radiatore dal design unico ( un radiatore progettato dalla Tubes), avendo una doppia funzione, quella di calorifero e allo stesso tempo di un oggetto di arredo. Per questo motivo ed in virtù delle scelte fatte, il primo quesito da risolvere era quello di abolire quel giallo pallido che da tempo rendeva tutto l’alloggio quasi anemico e depresso. Il secondo di rendere gli ambienti più luminosi e vivi. Per questo la prima cosa è stata quella di pensare a dei colori e si è così espressa l’esigenza di dare dei toni alle pareti. E quindi sono stati pensati e studiati dei colori e dei parati, in modo da rendere l’intero appartamento più vivo, luminoso e allo stesso tempo caldo e accogliente. I parati , associati ai colori scelti, hanno creato negli ambienti che li ospitano quasi delle opere d’arte, accogliendo e avvolgendo in modo fiabesco chi vive questi stanze senza stancarli. Tra queste stampe, ne va sottolineata una disegnata dal noto designer “Karim Rashid”. Inoltre le due immagini presenti nella zona living, sul divano e nel disimpegno, sono opere del Fotografo” Luigi Spina”.

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

Bartolomeo Fiorillo — Lory House

BIO-PISCINA - ARKI-BìO Tafuro + Calzolaro architetti

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Realizzazione di bio-piscina, sistemazione e valorizzazione degli spazi a verde circostanti

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

ARKI-BìO    Tafuro + Calzolaro    architetti — BIO-PISCINA

OUR BEST WISHES TO YOU ALL - marco gigliotti architetto_zerocinquearchitetture


Edificio residenziale per 9 appartamenti - Antonio Gonella

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Il progetto è basato su un “concept” appropriato ed innovativo che risponde allo stesso tempo all’evoluzione del mercato e più in generale ad una qualità“globale” dell’intervento proposto in ordine sia agli aspetti architettonico – compositivi, sia a quelli di sostenibilità ambientale (qualità dell’involucro e del manufatto), sia a quelli di efficienza energetica (contenimento dei consumi e uso di fonti energetiche rinnovabili).

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Vista da Nord-Est

L’edificio residenziale è organizzato su tre livelli fuori terra che ospitano tre bilocali e sei trilocali, con un piano interrato sottostante per l’autorimessa con nove boxes, offrendo una scelta tipologica che risponda alle richieste dell’attuale difficile mercato immobiliare.

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Vista da Nord-Ovest

Per favorire al massimo gli apporti solari, l’orientamento prevede il posizionamento delle zone giorno verso est e verso sud, mentre le zone notte ed i bagni sono rivolti ad ovest

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Vista da Sud-Est

La formazione di ampi balconi in aggetto insieme con la grande gronda che protegge le facciate dagli agenti atmosferici, connessi alla struttura portante in c..a. con raccordi termoisolanti al fine di evitare ogni ponte termico, assicura la durabilità nel tempo del manufatto: l’utilizzo di griglie scorrevoli brise-soleil consentirà un’agevole gestione della luce solare durante tutte le stagioni.

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Vista da Sud-Est

Per ridurre al minimo la dispersione del calore in inverno e l’irraggiamento solare d’estate sono state previste murature esterne a cappotto ad alta coibentazione, così come i serramenti in alluminio ad alta prestazione isolante: gli stessi solai interpiano e la copertura hanno materiali e spessori adeguati a favorire un grande risparmio energetico.

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Terrazzo angolo Sud-Est

La caratteristiche costruttive del manufatto, insieme con l’aggiunta di materiali fonoassorbenti, resilienti/smorzanti nelle pareti divisorie interne, garantiscono un clima acustico ottimale nelle singole unità abitative.

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Vista dal soggiorno sul terrazzo angolo Nord-Est

Dal punto di vista energetico tutto è alimentato dalla rete elettrica, integrata da un impianto foto-voltaico sulla copertura piana da 12kWp: impianto di riscaldamento e rinfrescamento a pannelli radianti a pavimento e l’impianto idro-sanitario sono alimentati da una pompa di calore che si avvale di sonde geotermiche, mentre le cucine sono con piastre ad induzione, evitando in toto l’allacciamento alla rete del gas metano. Per migliorare la gestione dell’impianto elettrico i singoli appartamenti sono dotati di impianto domotico, mentre le parti comuni sono dotate di corpi illuminanti a basso consumo energetico, prevalentemente a led. L’ascensore centralizzato con struttura in acciaio e vetro garantisce la totale accessibilità e superamento delle barriere architettoniche.

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Soggiorno

La certificazione energetica CENED ha attestato il raggiungimento della Classe A, con un valore del fabbisogno energetico pari 16,42 kWh/m², largamente inferiore al massimo consentito di 29 kWh/m², ed una minima emissione di gas ad effetto serra in atmosfera pari a 3,26 kg/m²a, un valore molto vicino allo zero.

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Corpo scala con ascensore vetrato

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Dettaglio del corpo scala

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Dettaglio del prospetto Est

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Vista dal soggiorno sul giardino privato

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Terrazzo zona notte

Antonio Gonella — Edificio residenziale per 9 appartamenti

Ingresso pedonale

asilo nido - wiliam, arch. Roberto Fortuna

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Il Comune di Nepi ha realizzato un Asilo Nido nel proprio territorio comunale, all’interno del piccolo campus scolastico sito in Loc. San Bernardo nell’area sita tra la scuola media statale e la scuola materna. Tale realizzazione si è resa necessaria al fine di colmare una carenza attualmente evidente e migliorare l’offerta del servizio educativo e formativo pubblico per la prima infanzia. L’asilo in oggetto è stato progettato e realizzato secondo i dettami delle normative vigenti in materia previste dalla L.R. n° 5 del 5 marzo 1973 e dalla L.R. n° 59 del 16 giugno 1980 e successive modifiche e integrazioni. L’idea progettuale per questo Asilo Nido, è nata dalla consapevolezza che la progettazione e l’organizzazione degli spazi non può prescindere dalla conoscenza di programmi psicopedagogici, l’architettura deve incontrare e soddisfare i bisogni educativi e sociali dei bambini. Non è sufficiente progettare spazi funzionalmente adatti ad aiutare lo svolgimento delle attività dei bambini, ma è necessario impegnare le loro facoltà d’immaginazione e le loro risorse potenziali di fantasia e di gioco. L’intento progettuale è stato quello di offrire un prodotto di qualità che risponda non solo alle esigenze famiglia-educatori-bambino, ma che garantisca qualità ambientale sotto tutti gli aspetti. I bambini hanno esigenze di base che possono essere soddisfatte tramite il design e l’architettura. Il successo di qualsiasi asilo generalmente dipende dal modo in cui lo spazio è suddiviso e dalla forma in cui questo viene offerto ai bambini. Alcune aree dell’asilo sono definite tramite partizioni, ma in generale lo spazio viene lasciato a disposizione dell’educatore che potrà organizzarlo al meglio, la necessità di dare ai bambini spazio sufficiente è importante. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO Il nuovo Asilo Nido è strutturato al suo interno per accogliere due sezioni di bambini: una per “Lattanti”, da 3 a 12 mesi e l’altra per “Semidivezzi”, da 13 a 24 mesi, e Divezzi” da 25 a 36 mesi. Si è cercato il più possibile di raggruppare gli ambienti in spazi funzionali ed autonomi, pertanto, le due sezioni destinate ai bambini sono posizionate verso il lato sud divise in tre blocchi: i “Lattanti” occuperanno l’intero blocco verso est (Cubo Rosso) mentre i “divezzi” e i “semidivezzi” gli altri due blocchi (Blu e Giallo) evitando così interferenze o disturbo nello svolgimento delle attività quotidiane dei due gruppi. OPERE EDILI DI FINITURA I bambini comunicano in molte maniere e tutti i sensi dovrebbero essere stimolati dall’architettura (come dal sistema pedagogico) per creare un reale contesto di apprendimento. Questi “stimolanti” possono spaziare dall’esperienza acustica, come battere su un tamburo, all’esperienza tattile, come distinguere diversi pavimenti camminandoci sopra, toccare elementi con qualità contrastanti. L’utilizzo di materiali differenti favorisce lo sviluppo della sensibilità tattile dei bambini e li induce a riconoscere la materia che compone gli oggetti. Tutte le sensazioni, quando assumono una forma artistica, sono immerse in una sensazione di luce, quindi possono essere espresse tramite tutti i colori del prisma. Il colore è considerato di particolare rilevanza nell’architettura per l’infanzia, è un altro linguaggio con il quale i bambini possono relazionarsi, è uno strumento di identificazione e favorisce la formazione della sensibilità estetica. Inoltre il gioco delle ombre e dei chiaroscuri accentua la profondità degli spazi. La composizione policroma (esterno) rende lo spazio composito e articolato mentre la monocromia (interno) ne condiziona la percezione. Secondo le teorie di Goethe sviluppate nel tardo ‘700 e ulteriormente ampliate dal teosofo Rudolf Steiner il colore è percepito in relazione a specifici sentimenti e stati d’animo ed è una parte essenziale nella totalità delle forze che guidano la mente umana. Così i rossi, i gialli, gli arancioni sono “progressivi” e definiti positivi, brillanti e stimolanti, dalla parte opposta dello spettro il blu e il porpora sono considerati “riposanti” e definiti cupi e rilassanti. E’ noto che ad ogni colore sono associati determinati stati d’animo ed è per questo che i colori scelti dai bambini o preferiti, magari ripetutamente, nei loro disegni, sono dei messaggi sul loro vissuto, sulle loro emozioni, sulle loro situazioni non sempre espresse a parole. Il bambino piccolo, fino a circa 3 anni, ha bisogno soprattutto di lasciare una traccia di se sul foglio che rappresenta simbolicamente l’ambiente in cui vive, ha insomma bisogno di riconoscersi. Nessuna meraviglia quindi che i colori maggiormente usati siano spesso scuri: blu, marrone, nero. Perciò in questa fascia d’età la scelta del colore è per lo più casuale e non ha un significato psicologico particolare. Tuttavia l’obiettivo del nostro lavoro è stato quello di avvicinare i bambini al mondo dei colori facendo loro scoprire e provare le sensazioni che comunque ogni colore comunica. Lo abbiamo fatto scegliendo i tre colori primari che maggiormente li attraggono, per motivi spesso opposti: il rosso, il giallo ed il blu. Il colore ROSSOè l’espressione della forza vitale, dell’attività nervosa e rappresenta il desiderio in tutte le sue forme. Il bambino rosso è audace, impulsivo, energico, molto attivo nella vita quotidiana, sempre desideroso di raggiungere nuovi obiettivi. Il colore GIALLOè il più vivace tra tutti i colori ed ha un effetto luce che comunica allegria, sorriso, leggerezza, socialità. Il bambino giallo è gioioso, amichevole, ha l’istinto di avvicinarsi agli altri uscendo dai propri confini rischiando a volte di diventare invadente. Il colore BLU rappresenta, al contrario degli altri due, la quiete, la calma, l’abbandono, la profondità dei sentimenti. Il bambino blu ha una grande sensibilità ma anche una tendenza alla suscettibilità. Nel nuovo asilo i tre colori li troviamo separati nei tre cubi del lato sud per trovarli poi mescolati nel lato nord; questo passaggio è frutto proprio della fantasia dei bambini, del loro “scarabocchiare” i propri disegni… e dell’usare in maniera generosa matite e pennarelli…

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

Lato Sud-Est

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

lato sud

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

lato sud-ovest

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

Lato Nord-Ovest

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

Particolare Lato Nord

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

Lato Nord di Notte

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

Lato Nord-Est di notte

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

Il corridoio di distribuzione interno

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

Aula Divezzi

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

Aula Semidivezzi

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

Aula Lattanti

wiliam, arch. Roberto Fortuna — asilo nido

Planimetria

House under the oaks - juri troy architects

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The house under the oaks is a low budget passive house concept developed for an Austrian family. With a minimum footprint and a wide outstretching wooden box on six columns it offers a living area of about 100 m2.

juri troy architects — House under the oaks

The whole structure was done in prefabricated timber with all ecological wood wool insulation of up to 60 cm. The interior is done all in local wood as well with a simple white pigmented oil cover. A heat pump with ground collector, a controlled ventilation system with heat exchange and photovoltaic panels on the roof offer a perfect energy concept with a minimum of required external energy – which is provided by eco electricity.

juri troy architects — House under the oaks

Like this it is a new prototype for affordable living on minimal energy standard in Austria.

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

juri troy architects — House under the oaks

CASALE.1 - MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi

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nuova costruzione

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi — CASALE.1

TAKING CARE-OF - StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT

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La galleria Careof_DOCVA si ritrova a dover ripensare alla propria identità fondata su un patrimonio culturale e artistico accumulatosi in 25 anni di attività ed esperienze. L’allestimento per Careof intende riforgiare lo spazio espositivo quasi con un rito di ri-fondazione, con un segno che imponga un cambiamento, regole differenti. L’installazione obliqua del setto murario è l’elemento discriminante: la semplicità del gesto produce un effetto fisico di causa ed effetto (la suddivisione dello spazio secondo il programma) ma allo stesso tempo evoca scenari che rimandano alla stratificazione della cultura materiale, alla sapienza del costruire, alle possibilità insite nell’apparente banalità della realtà .

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

La serialità, l’accumulo, la sovrapposizione, l’accatastamento sono azioni che si ripetono nell’apparecchiatura del muro in mattoni forati, nella sequenza dei listelli di legno della struttura di tirantatura, nei volumi più o meno densi delle sedute e dei banconi.

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

Prendersi cura di qualcosa, in questo caso di semi-lavorati, non propriamente preziosi, se non per la loro attitudine in potenza a costruire scenari complessi, significa assemblarli in configurazioni non sospette, seppur semplici ed evidenti. Significa assecondare la natura del mattone, sovrapporre strato su strato. Significa affidarsi al legno in quanto struttura. Significa accatastare, l’una sull’altra, assi gialle da casseratura, in modo che non si possano imbarcare, pronte per essere utilizzate di nuovo. Come Careof in questi anni: mettere insieme, inventariare, ri-mettere a disposizione. Prendersi cura di.

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

StudioErrante Architetture, Andrea Tomasi, AUT — TAKING CARE-OF

B-smart center -VA- - CP ARCHITETTURA caretta & paggiarin

casa F.S. -CH- - CP ARCHITETTURA caretta & paggiarin


casa F.Z. -VA- - CP ARCHITETTURA caretta & paggiarin

Restauro Chiesa San Tolomeo - wiliam, arch. renato Concordia

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Il Progetto per i lavori di restauro e risanamento conservativo della Chiesa di San Tolomeo in Nepi è iniziato nel giugno del 2010 quando si prevedeva, e soprattutto sperava, la Beatificazione della Serva di Dio Cecilia Eusepi, avvenuta poi il 17 giugno 2012 con una grande presenza di popolo, in modo speciale giovanile appartenenti alla Diocesi di Civita Castellana e non solo. All’interno della Chiesa, infatti, nella terza cappella sulla destra, sotto la statua della Madonna dell’Addolorata, la Beata Cecilia Eusepi ha la sua sepoltura. Il luogo è determinato dal volere della stessa Cecilia che lo aveva espresso quale suo desiderio nei propri diari. L’intervento di restauro e risanamento conservativo della Chiesa di San Tolomeo in Nepi, iniziato il 23 febbraio 2012, è stato portato a termine in tempo per l’evento di beatificazione del 17 giugno 2012. Tutte le scelte operative e progettuali sono state eseguite nel pieno rispetto di quanto veniva concordato con la Soprintendenza per i Beni Architettonici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Data la straordinaria importanza dell’evento di beatificazione di Cecilia Eusepi e lo stato di conservazione assai precario della Chiesa, la Committenza ha deciso di intervenire e riportare il complesso al suo vecchio splendore. Così partendo da una accurata serie di analisi e monitoraggi della natura dei materiali e dello stato di conservazione di tutti gli elementi che compongono la Chiesa si è deciso di intervenire in distinte sezioni: 1. Copertura, 2. Facciata, 3. Interno,4. Impianto di Illuminazione (interno ed esterno) e 5. Nuova Cappella dedicata alla Beata Cecilia Eusepi.

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

Facciata Principale

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

Facciata Principale di notte

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

L'interno

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

La Cupola

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

Il coro

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

dettaglio

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

Ante Operam facciata esterna

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

Ante Operam Interno

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

Nuovo Altare Cecilia Eusepi

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

Nuovo Altare cecilia Eusepi

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

Nuovo Altare Cecilia Eusepi

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

Nuovo Altare Cecilia Eusepi

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

Nuovo Altare Cecilia Eusepi

wiliam, arch. renato Concordia — Restauro Chiesa San Tolomeo

La Cappella di Cecilia Eusepi prima dei lavori

APPARTAMENTO .1 - MAURIZIO MASTROIANNI, elena giulia espositi

Ordination Vienna Woods - juri troy architects

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Not far from the Viennese boarder – in between the Wien River and the Wiener Street as well as in close proximity to Josef Hoffmann’s well-known sanatorium dating from 1905 – lies the Wienerwald surgery. The three-story high solid building accommodates three apartments in the top floor, which are illuminated by means of cut in terraces.

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

The ground floor is entirely reserved for the surgery. The entire surface area of 250m2 is solely structured by birch wood furniture that is 2,1m high. Approximately 280 birch logs enclose the surrounding glass facade. These serve as a sight- and solar protection and create a pleasant working environment. By means of a birch grove in the generously designed garden the same atmosphere is expanded into the exterior.

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

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juri troy architects — Ordination Vienna Woods

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juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

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juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

juri troy architects — Ordination Vienna Woods

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Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - Passo Rolle - Mirko Galesso, MOG ARCHITETTI - leonardo michieletto e federico giacometti, Matteo Favaro

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La ricerca della forma architettonica nasce da una sequenza di suggestioni, riflessioni e osservazioni sulle forme caratteristiche degli elementi naturali del luogo, delle manifestazioni costruttive delle comunità presenti espresse nelle tipologie tipiche dei Tabià, dei Masi e delle malghe, lo studio del loro rapporto con l’orografia ed il paesaggio, fatto di adattamenti sul sito e sempre alla ricerca della migliore esposizione solare. A partire da queste considerazioni il processo progettuale ha portato all’origine di una forma frutto di una serie di operazioni di carattere plastico. In primo luogo si è considerato l’impostazione tipologica ricorrente degli edifici tipici nel contesto a base rettangolare allungata, piano unico e copertura a due falde. Tale impostazione è stata presa come archetipo da cui ricavare l’edificio di progetto attraverso un processo di rielaborazione formale. Tale processo è la sequenza delle seguenti azioni plastiche così riassumibili: le falde vengono stirate verso l’alto per enfatizzare il volume e massimizzare l’esposizione solare a sud – est, il blocco viene poi scisso in 2 volumi di dimensione e peso gerarchico differenti, corrispondenti ad esigenze funzionali e spaziali ricavate dal programma. Azioni successive di rotazione e taglio portano i 2 elementi a relazionarsi direttamente con gli stupendi panorami del Cimon della Pala e verso valle ed a definire gli allineamenti con la malga a sud. Per rapportare e articolare meglio le parti si è intervenuti con una ulteriore azione di taglio smussando gli angoli ottenendo una nuova giustapposizione. Un’ultima azione è stata quella di sfalsare in altezza i due volumi ottenuti, in modo da permettere un’ulteriore dialettica tra i due: il primo, ad ovest, si appoggia al terreno, accoglie i visitatori mostrandosi all’inizio, dal lato dell’ingresso carrabile, introverso e scultoreo, per poi svelare all’improvviso la sua interiorità calda ed accogliente, sempre in relazione attraverso grandi finestrature con la vallata a sud. Il secondo si alza da terra, creando un basamento vetrato con gli spazi più“pubblici” in relazione visiva continua con il contesto paesaggistico. Dal punto di vista architettonico i due volumi si articolano come forme archetipiche derivate dalla sezione tipo delle malghe locali, originate a loro volta dalla capanna di vitruviana memoria, ma acquistano la loro autonomia formale in un processo di rielaborazione che porta il progetto ad inserirsi nel contesto con personalità coniugando l’esigenza di rispettare il delicato equilibrio ambientale e quella di portare una nuova visione, derivata dalla percezione contemporanea della montagna e del paesaggio.

Mirko Galesso, MOG ARCHITETTI - leonardo michieletto e federico giacometti, Matteo Favaro — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - Passo Rolle

Mirko Galesso, MOG ARCHITETTI - leonardo michieletto e federico giacometti, Matteo Favaro — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - Passo Rolle

Mirko Galesso, MOG ARCHITETTI - leonardo michieletto e federico giacometti, Matteo Favaro — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - Passo Rolle

Mirko Galesso, MOG ARCHITETTI - leonardo michieletto e federico giacometti, Matteo Favaro — Riqualificazione di Malga Fosse comune di Siror - Passo Rolle

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