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House in Iporanga - Nitsche Arquitetos Associados

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Iporanga House, is located in Iporanga, a condominium for summer houses on Sao Paulo’s coast, approximately 120km east from the capital. This condo is inside a very well preserved and protected area of the original Atlantic rainforest. The exuberance of this native forest made the client request a house that would occupy as little as possible of the ground surface. But he also wanted it to be large and comfortable, and asked for 5 suites: one for the couple, one for each of his 3 sons, and one for guests. This required no less than 400m2 of built area. So we decided to split the program into 3 levels: a suspended volume – a wood structure for the 5 suites, so they would be at the same level as the tree tops; a plan which is an elevated concrete slab to house all social activities, including living and dining rooms, the kitchen and the swimming pool; and underneath it, on ground level, a small enclosed space for services—the caretakers’ quarters, a laundry room and a storage room/pantry.

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

The wood frame volume is the “private” part of the house. On the street side, it is enclosed by opaque boards made of wood and covered on both faces with a cement slad, and glass panels along with a nylon curtain. On the forest side, the bedrooms open to a common veranda with sliding doors. This overhanging volume provides shade on the slab and for the social area. The “middle” floor is almost an open space, protected on all sides by transparent glass sliding panels, so the forest is visible at all times. The intention was to minimize the difference between inside and outside space, making it all work as one integrated area.

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

The structural concept of the house was inspired by the typical flat, rectangular river bridges that can be found all over this coastal area. Rising from the foundation in humid soil, concrete columns support the steel beams that hold the timber frame. We tried to make the construction an assemblage of parts more than an in loco process, producing less waste at the building site, building with more agility and making more efficient use of industrialized materials.

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga

Nitsche Arquitetos Associados — House in Iporanga


Museo dell tessile / Outlet urbano / Hotel / Residenze - Rémy MARCIANO

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Tra fiume e centro storico, il progetto di riconversione dell’ospedale degli infermi costituisce una rara opportunità di ripensare un settore urbano la cui posizione risulta piu’ che strategica per il divenire della città di Biella. Quest’area potrebbe, in effetti, aspirare a divenire il supporto ed il motore di una possibile e nuova articolazione tra le pratiche urbane già esistenti e una cultura e un’economia uniche e specificatamente locali. In questi ultimi anni, un interesse rinnovato per il patrimonio e l’artigianato locale, insieme a nuove energie imprenditoriali sembrano prendere forma. Pensiamo di potere immaginare in questa posizione, un complesso capace di raccontare, valorizzare e mantenere vivo, in una dinamica nuova e piu’ aperta, il « savoir-faire » locale. Non solo la cultura del tessuto, la creatività e la capacità produttiva, ma anche le relazioni, le modalità di scambio e di interazione tra le attività già presenti sul territorio, il centro città e i nuovi programmi.

Rémy MARCIANO — Museo dell tessile / Outlet urbano / Hotel / Residenze

Torre della memoria

Rémy MARCIANO — Museo dell tessile / Outlet urbano / Hotel / Residenze

Rémy MARCIANO — Museo dell tessile / Outlet urbano / Hotel / Residenze

Rémy MARCIANO — Museo dell tessile / Outlet urbano / Hotel / Residenze

Allestimento museale all’interno degli spazi espositivi del Museo d’Arte della città di Ravenna - angeli e brucoli architetti, Elena Labbate

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Il progetto riguarda il rinnovo del percorso espositivo e degli impianti di illuminazione del piano terra e del piano secondo del MaR. In particolare si propone un nuovo sistema di allestimento per le opere musive ospitate all’interno del quadriportico al piano terra (Sezione Mosaico) e per le opere pittoriche ospitate in due ali del quadriportico al piano secondo (Sezione Pinacoteca, Moderno e Contemporaneo); il sistema di allestimento risolve, con un’idea unitaria e con l’omogeneità dei suoi componenti, anche le esigenze di oscuramento per alcuni lati del quadriportico a piano terra e per le finestre al piano secondo, così come l’esigenza di protezione delle opere dal sistema di riscaldamento esistente, così come la segnaletica.

angeli e brucoli architetti, Elena Labbate — Allestimento museale all’interno degli spazi espositivi del Museo d’Arte della città di Ravenna

Il nuovo sistema illuminotecnico ha il fine di una valorizzazione non solo delle opere esposte ma anche degli ambienti ospitanti. Rientra nel programma anche la riorganizzazione dei percorsi all’interno del quadriportico a piano terra, in particolare con valorizzazione e differenziazione sia degli ambienti di passaggio (ingresso, bookshop / biglietteria) che degli ambienti espositivi (compresi chiostro e loggia nord-est)

angeli e brucoli architetti, Elena Labbate — Allestimento museale all’interno degli spazi espositivi del Museo d’Arte della città di Ravenna

angeli e brucoli architetti, Elena Labbate — Allestimento museale all’interno degli spazi espositivi del Museo d’Arte della città di Ravenna

angeli e brucoli architetti, Elena Labbate — Allestimento museale all’interno degli spazi espositivi del Museo d’Arte della città di Ravenna

angeli e brucoli architetti, Elena Labbate — Allestimento museale all’interno degli spazi espositivi del Museo d’Arte della città di Ravenna

Colosseo - Allestimento della mostra "La Musa Pensosa" - Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino

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Una mostra sul rapporto tra le muse e i filosofi nel mondo antico è accolta nelle strutture allestitive già esistenti al primo ordine del Colosseo. Nell’ambulacro esterno trovano ora posto statue e busti: fasci di luci verticali le illuminano dall’alto ribattendo il ritmo dei pilastri dei fornici esterni. Le figure fanno da contrappunto ai diversi reperti esposti nelle concavità metalliche della galleria interna. Nello spazio si stabilisce il nesso tra icone senza tempo e testimonianze della loro presenza nel fluire della civiltà.

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Colosseo - Allestimento della mostra "La Musa Pensosa"

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Colosseo - Allestimento della mostra "La Musa Pensosa"

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Colosseo - Allestimento della mostra "La Musa Pensosa"

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Colosseo - Allestimento della mostra "La Musa Pensosa"

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Colosseo - Allestimento della mostra "La Musa Pensosa"

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Colosseo - Allestimento della mostra "La Musa Pensosa"

Riqualificazione urbana e viabilistica del centro abitato di Croviana - Michele Gerli, Davide Fusari, Martina Gallan, Chiara Gasperini

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La lettura dei luoghi e delle parti di cui si compone il centro di Croviana, nonché l’approfondimento della loro storia, hanno restituito un quadro denso caratterizzato dalla presenza significativa dei tre nuclei originari, ancor’oggi chiaramente leggibili, nonchè di numerosi edifici di rilevanza storico-artistica quali, ad esempio, la chiesa parrocchiale, il castello dei Pezzen, la casa Sartori e la casa de Angeli. Alla compattezza dei nuclei antichi si contrappone la puntualità dell’edificazione recente che ha portato ad una espansione del costruito soprattutto lungo l’asse della s.p. 42 del Tonale e di via di Carbonara. Oltre l’edificato, lo sfondo dei rilievi e del paesaggio di fondovalle risignificato dalla presenza della pista ciclabile, degli impianti sportivi e del futuro Museo dell’ape, oltre il Noce.

Michele Gerli, Davide Fusari, Martina Gallan, Chiara Gasperini — Riqualificazione urbana e viabilistica del centro abitato di Croviana

Tale scenario, tuttavia, presenta alcuni risvolti problematici che costituiscono pregiudizio alla sua completa vivibilità e fruibilità. In primo luogo appare determinante la questione del traffico insistente sulla via Nazionale che, nonostante l’apertura della circonvallazione, non sembra essere risolta. Infatti, molti veicoli provenienti da Malé continuano ad attraversare Croviana per poi immettersi nella circonvallazione, o viceversa, causando un notevole disagio ai pedoni e determinando alcune situazioni di forte rischio, come quelle che si verificano in corrispondenza della chiesa parrocchiale o della scuola elementare. Ad esse si aggiungono quelle causate dalla presenza di numerose aree di sosta disseminate lungo lo svolgersi della via Nazionale molto spesso poco funzionali, di forma irrazionale e con poca visibilità per la manovra. In secondo luogo l’espandersi del costruito lungo una strada così trafficata, a saturare il vuoto tra gli abitati di Croviana, Liciasa e Carbonara non ha portato, nel tempo, all’individuazione di una nuova centralità, di uno spazio pubblico condiviso, riconoscibile quale luogo di aggregazione per il paese e di rappresentazione della sua vita sociale. Al contrario lo spazio urbano appare fortemente frammentato dalla continua interferenza infrastrutturale e dal dislivello che articola Croviana su quote differenti. Ciò si ripercuote sulla fruizione pedonale degli spazi, con marciapiedi ricavati negli interspazi tra sede stradale e edificato prospicente, ma anche nella percezione e nella fruizione delle funzioni di interesse pubblico, come la chiesa, il municipio, la scuola o la sala comunale. Infatti, le interconnessioni tra tali edifici, che dovrebbero costituire i recapiti del tessuto sociale del piccolo comune, paiono labili e poco adeguate alla loro valenza collettiva. A partire da queste riflessioni si è intesa l’opportunità del presente concorso come occasione per proporre una ristrutturazione dell’assetto del centro storico, attuabile attraverso il riconoscimento e la valorizzazione delle peculiarità, dei segni e delle tracce proprie del contesto che, ad oggi, paiono latenti.

Michele Gerli, Davide Fusari, Martina Gallan, Chiara Gasperini — Riqualificazione urbana e viabilistica del centro abitato di Croviana

A nostro avviso, infatti, il soddisfacimento degli obiettivi posti dal bando di concorso non può essere raggiunto solo attraverso operazioni di miglioramento estetico, soprattutto vista la complessità dei problemi presenti e in ragione delle opportunità che il contesto offre. È parso necessario, infatti, ripensare il sistema degli spazi aperti dell’abitato in modo globale, proponendo una strategia generale che ha trovato applicazione nel progetto proposto ma che, nel lungo periodo, potrebbe costituire il vettore di ulteriori trasformazioni volte a dotare Croviana di un sistema di spazi pubblici articolato ed organico.

Michele Gerli, Davide Fusari, Martina Gallan, Chiara Gasperini — Riqualificazione urbana e viabilistica del centro abitato di Croviana

Michele Gerli, Davide Fusari, Martina Gallan, Chiara Gasperini — Riqualificazione urbana e viabilistica del centro abitato di Croviana

Michele Gerli, Davide Fusari, Martina Gallan, Chiara Gasperini — Riqualificazione urbana e viabilistica del centro abitato di Croviana

Michele Gerli, Davide Fusari, Martina Gallan, Chiara Gasperini — Riqualificazione urbana e viabilistica del centro abitato di Croviana

Michele Gerli, Davide Fusari, Martina Gallan, Chiara Gasperini — Riqualificazione urbana e viabilistica del centro abitato di Croviana

Five Houses Condominium Bernarda Luiz - Nitsche Arquitetos Associados

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The Bernarda Luiz house condominium was conceived to conciliate the tranquility, security and cosiness of a village with the exclusivity and privacy of an isolated house.

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

The houses where carefully disposed on the plot to ensure that all of them could have a central garden and balconies related to it. With this concept all the compartments have light and natural ventilation.

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

The roof top works as an wide terrace with a magnificient view to the neighborhood- Alto de Pinheiros. At the underground there is a common area with access to a nice garden and a swimming pool.

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Instead of repeating five similar houses we decide to Project/design all different, according to its different position and also to amplify the possibilities of choice of the future owner. Visually the condominium harmony was defined by a single volumetric and façade panels with different dimension, color and situation.

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Nitsche Arquitetos Associados — Five Houses Condominium Bernarda Luiz

Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi - Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino

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La mostra delle opere di un artista moderno viene allestita nelle antiche Carceri del San Michele a Ripa. Nella penombra una scultura, concepita come meridiana, viene illuminata da dodici fonti che si avvicendano alludendo alla rotazione solare. Nel buio totale delle celle, le opere sono stagliate dalla luce. Il fruitore disegna la propria esperienza nelle scansioni e nei ritmi, di luci e di passi, nel lento riproporsi di immagini evocative sulle volte. Alle temporalità contemporanee fa da contrappunto l’immobilità, la monumentalità dello spazio.

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

Spazi Consonanti, Giuseppe (detto Mao) Benedetti, Sveva Di Martino — Impronte di Materia - Allestimento della mostra delle opere di Venturino Venturi

PROGETTO DUE PALAZZINE RESIDENZIALI A DUE PIANI - Gianluca Vergani

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Edificio residenziale pluripiano con 18 appratamenti e 20 bxo

Gianluca Vergani — PROGETTO DUE PALAZZINE RESIDENZIALI  A DUE PIANI

Vista Ingresso al lotto BN

Gianluca Vergani — PROGETTO DUE PALAZZINE RESIDENZIALI  A DUE PIANI

Vista ingresso al lotto


Allestimento del Museo Civico di Prato - Gonçalo Byrne, arquitectos Lda., Microscape, Architetti Associati BMZ, Tassinari Vetta, Studio Dedalo architettura, Metis lighting design, Gabriele Scali, Angelo Rovero, Mauro Furin

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La nostra proposta prevede che i percorsi di avvicinamento, provenendo dai principali punti d’accesso alla città, siano dotati di una segnaletica con una precisa identità grafica, consistente in una serie di “tessere” inserite nella pavimentazione urbana. I fili invisibili che collegano ogni tessera all’altra conducono verso la piazza del Comune, e da qui all’ingresso del museo. Ecco dunque che l’accesso al Museo Civico non è più soltanto una porta da cui passare, ma un sistema di spazi urbani che inizia già dal perimetro della città storica. Una volta giunti nella piazza del Comune entriamo nel cuore del Foro romano, caratterizzato da una grande “porosità” degli spazi pubblici, così da permettere un’ampia libertà di movimento anche a chi non è (inizialmente) interessato a visitare il museo ma, ad esempio, vuole solamente dare un’occhiata all’interno per capire di che cosa si tratta. Oppure intende solo fare qualche acquisto o prendere un caffè.

Gonçalo Byrne, arquitectos Lda., Microscape, Architetti Associati BMZ, Tassinari Vetta, Studio Dedalo architettura, Metis lighting design, Gabriele Scali, Angelo Rovero, Mauro Furin — Allestimento del Museo Civico di Prato

La scelta di trasferire l’ingresso principale del museo nel cortile interno(passando attraverso il suggestivo e “attrattivo” loggiato di palazzo Valentini) porta inoltre con sé alcune positive conseguenze di evidenza immediata, quali: - ricondurre ad un unico luogo centrale lo smistamento dei flussi di ingresso e di uscita, potendo così controllare facilmente gli accessi con minore quantità di personale - collegare organicamente il museo con gli altri edifici del comparto (palazzo Valentini, ex carcere,ex Monte dei Pegni) rendendo sempre possibile l’utilizzo svincolato di questi ultimi rispetto al museo, e creando le premesse per un futuro ampliamento di alcune importanti funzioni accessorie come la caffetteria, il bookshop, i servizi igienici - la creazione di uno spazio di attesa “protetto” nel quale compensare gli eventuali flussi improvvisi di pubblico (ad esempio autobus di turisti, comitive scolastiche) offrendo eventuale riparo in caso di brutto tempo (mediante copertura vetrata della corte o anche elementi puntuali e “leggeri” quali pensiline isolate) - la possibilità di posizionare la biglietteria in una zona strategica rispetto agli spazi di accoglienza interni (guardaroba, attesa, servizi igienici) con particolare attenzione al tema della gestione dei gruppi numerosi - la possibilità di ricavare un comodo guardaroba in un locale adeguato, in posizione strategica rispetto ai movimenti del pubblico in ingresso e uscita - la semplificazione e la chiarezza dei percorsi di accesso e di visita, ponendo in maggiore evidenza le scale senza precludere l’alternativa di usare l’ascensore - la possibilità di accesso controllato del pubblico alle sale di esposizione temporanea, sia in caso di mostre a pagamento che di mostre a ingresso libero, e in ogni caso senza necessità di personale aggiuntivo per la gestione delle mostre stesse.

Gonçalo Byrne, arquitectos Lda., Microscape, Architetti Associati BMZ, Tassinari Vetta, Studio Dedalo architettura, Metis lighting design, Gabriele Scali, Angelo Rovero, Mauro Furin — Allestimento del Museo Civico di Prato

Gonçalo Byrne, arquitectos Lda., Microscape, Architetti Associati BMZ, Tassinari Vetta, Studio Dedalo architettura, Metis lighting design, Gabriele Scali, Angelo Rovero, Mauro Furin — Allestimento del Museo Civico di Prato

Gonçalo Byrne, arquitectos Lda., Microscape, Architetti Associati BMZ, Tassinari Vetta, Studio Dedalo architettura, Metis lighting design, Gabriele Scali, Angelo Rovero, Mauro Furin — Allestimento del Museo Civico di Prato

Progetto di Manutenzione Straordinaria per opere interne di un Edificio a Cortina - Gianluca Vergani

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STATO DI FATTO L’abitazione oggetto di intervento è collocata all’interno dell’isolato delimitato come descritto sopra dalle vie XX settembre, via Colombo, via F. Baracca e via Trento. L’isolato è composto da più unità immobiliari, che vanno dai civici n. 9 al n. 14. L’immobile in oggetto d’intervento si trova al civico n. 10 e la proprietà si sviluppa per tutta la profondità dell’isolato, l’ungo l’asse nord-sud, l’abitazione è posizionata sul lato sud del lotto, mentre lungo il lato nord, è presente il box. Tra l’abitazione e il box, si estende il giardino. L’abitazione si sviluppa su due piani abitabili fuori terra, il piano rialzato e il primo. Ad essi si aggiungono il sottotetto non abitabile e la cantina di dimensioni ridotte rispetto alla proiezione dei muri perimetrali della casa. Nel rimanente spazio tra il perimetro della cantina e l’ingombro dell’abitazione è presente un vespaio aerato che è possibile verificare in quanto sui muri perimetrali dei gradini d’ingresso, sono presenti delle griglie di presa d’aria. Il piano rialzato si presenta diviso in sei spazi differenti, l’ingresso su via XX settembre, il vano scala che porta al piano superiore e al sottotetto, un locale centrale privo di finestre destinato a guardaroba, un antibagno, un bagno e la cucina che tramite una grande vetrata permette l’uscita verso il giardino di proprietà. I pavimenti dei locali sono tutti differenti, l’ingresso e la cucina, sono pavimentati con del cotto di Impruneta, mentre nel bagno, nell’antibagno e nel guardaroba, i pavimenti sono in ceramica di diversi colori. Il giardino è accessibile dal box e da un ingresso carraio posti lungo via F. Baracca. Il piano primo è composto da due camere, da un bagno e una grande terrazza che affaccia sul giardino, il pavimento della terrazza si presenta con le piastrelle che si rompono a scaglie. Il sottotetto è uno spazio unico con il soffitto inclinato, due lucernari rivolti verso via XX settembre e un abbaino che guarda il giardino.

Gianluca Vergani — Progetto di Manutenzione Straordinaria per opere interne di un Edificio a Cortina

I proposta - Soggiorno/Pranzo

PROGETTO Il progetto di manutenzione straordinaria è indirizzato a riorganizzare gli spazi interni del piano rialzato, demolendo i muri perimetrali che attualmente delimitano il guardaroba, la sua pavimentazione attualmente in ceramica, sarà chiusa la porta che attualmente dal guardaroba accede all’antibagno, mentre l’ingresso a questo spazio dalla cucina, rimarrà in uso. Verrà modificato l’andamento della prima rata di scale, attualmente parallela alla seconda e al muro perimetrale ovest, sarà ruotata di 90°, formando un angolo retto con la seconda rampa. Il muro che ora delimita il vano scala con l’ingresso-soggiorno, verrà demolito e sostituito da due pilastri, formando un portale che incornicia e enfatizza la presenza della scala a giorno, formata da gradini in legno, sostenuti da due cosciali in ferro di colore antracite. Sul lato destro della scala in cui si trova uno dei due pilastri del portale, verrà realizzato un parapetto in muratura a scaletta che segue l’andamento della rampa della scala. Il parapetto sul lato sinistro sarà quello attualmente esistente. Le demolizioni e le modifiche della scala, obbligano a rimuovere completamente il pavimento del guardaroba e sostituirlo con quello presente sia nell’ingresso-soggiorno che in cucina, realizzando un pavimento continuo in tutti gli ambienti salvo che nell’antibagno e nel bagno in cui rimangono quelli esistenti. Le modifiche apportate, obbligano inoltre a modificare parzialmente l’impianto elettrico, con lo spostamento di alcuni interruttori e di alcune prese, mentre per l’impianto idraulico, verrà rimosso il calorifero del guardaroba, verrà sostituita la caldaia termo autonoma con una di nuova concezione e ammodernate le canalizzazioni della canna fumaria. L’altezza del soffitto attuale è di 2,95 m, pertanto al fine di riuscire a distribuire uniformemente una adeguata illuminazione per i nuovi spazzi progettati, ingresso, soggiorno, pranzo e cucina, sono stati realizzati dei controsoffitti che abbassano l’altezza dei locali a 2,70 m, posizionati nella zona ingresso e cucina-pranzo, lasciando libero lo spazio soggiorno e vano scala che verranno illuminati da luce indiretta proveniente da lampade montate sui controsoffitti. Al primo piano gli interventi da realizzare sono solo la rimozione della pavimentazione degradata della terrazza, la rimozione della guaina impermeabile esistente e la loro sostituzione con una guaina nuova, il posizionamento di adeguata pannello termoisolante, ulteriore strato impermeabile e posa di un nuovo pavimento con piastrelle in clinker antigelive.

Gianluca Vergani — Progetto di Manutenzione Straordinaria per opere interne di un Edificio a Cortina

II Proposta - Ingresso/Soggiorno

Gianluca Vergani — Progetto di Manutenzione Straordinaria per opere interne di un Edificio a Cortina

III Proposta - Ingresso/Soggiorno

Gianluca Vergani — Progetto di Manutenzione Straordinaria per opere interne di un Edificio a Cortina

Ingresso - Soggiorno/Pranzo

Basalt House / 2013 - STRATO/martino fraschetti - vincenzo tattolo

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Il progetto della casa è stato pensato per liberare al massimo lo spazio della zona living lavorando sulla “misura” del progetto.

STRATO/martino fraschetti - vincenzo tattolo  — Basalt House / 2013

Tutte le partizioni di suddivisione fra ingresso, corridoio, pranzo e living sono state eliminate per dar forma ad un’ ambiente alto, spazioso ed assolutamente flessibile.

STRATO/martino fraschetti - vincenzo tattolo  — Basalt House / 2013

Le stesse aperture che conducono alla cucina ed alla zona notte sono state dilatate fino all’altezza di tutto l’appartamento cercando di rendere leggeri e ben leggibili gli interventi di aggiunta e, per contrasto, sottolineando l’intimità e la compostezza degli spazi di servizio e della zona notte.

STRATO/martino fraschetti - vincenzo tattolo  — Basalt House / 2013

STRATO/martino fraschetti - vincenzo tattolo  — Basalt House / 2013

STRATO/martino fraschetti - vincenzo tattolo  — Basalt House / 2013

identità, paesaggio, strategia - Francesco Ruocco

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L’elaborazione è frutto dell’approfondimento sui temi dello sviluppo per il territorio del Cilento condotto a partire dagli esiti della ricerca “Modalità di definizione e attuazione di un Piano Strategico di Sviluppo Globale di un’area protetta: il caso del Distretto Turistico-Culturale del Cilento” (2005-2007, Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica ALBERTO CALZA BINI, Università degli Studi di Napoli FEDERICO II), alla quale si è partecipato attivamente e con intenso impegno. La ricerca del C.I.R.U. Alberto Calza Bini è stata condotta in collaborazione con l’Istituto di Ricerca Si.T.I di Torino.

Francesco Ruocco — identità, paesaggio, strategia

modello strategico per la riforma amministrativa

PREMESSA Il presente contributo alla definizione di un Masterplan per il territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni si propone di ripartire dal processo storico che ha portato all’istituzione dell’area protetta nazionale, al fine di “ritessere” trame poco esplorate anche se tuttora di forte contenuto strategico. In particolare si intende riproporre l’istanza di rilancio del territorio cilentano dalle condizioni di marginalità socio-economica che ne hanno caratterizzato la storia. Il binomio tutela/sviluppo (nelle forme necessariamente durevoli, eco-sostenibili e morfologicamente significative) rimane la sfida essenziale della “CITTA’” del PNCVDA. In questo senso si è inteso correlare le tre categorie dell’IDENTITA’, del PAESAGGIO e della STRATEGIA. L’identità di un territorio, piuttosto che una forma immutabile, si è intesa come il difficile esito di un processo continuo e condiviso di cambiamento, dunque un processo storico. Del “Paesaggio” se ne è esaltata la sua natura relazionale, che suggerisce, di conseguenza, la necessità di approcci transcalari e transdisciplinari al fine di promuovere la qualità delle forme materiali (ed immateriali) “tra gli spazi” piuttosto che semplicemente “degli spazi”. Riconoscendo la categoria CITTA’ come forma e motore dello sviluppo, come storicamente si è constatato, attraverso l’approfondimento di un approccio strategico si è inteso contribuire, in via argomentativa e progettuale, a definire la CITTA’ del PNCVDA ovvero a strutturare il “capitale umano per l’innovazione”, proprio della esperienza urbana, ma che in questa sede deve costruire il suo stesso luogo o ritrovarne tracce nei luoghi del Parco, certamente significativi come la città di Poseidonia-Paestum, la città di Elea-Velia, l’architettura-territorio della Certosa di Padula, la rete articolata e variegata degli insediamenti monastici italo-greci che permette di intravedere la CITTA’ nell’immagine del CILENTO TERRITORIO-CONVENTO.

1. GLI AMBITI DI PROPOSTA L’idea-progetto che si propone, come evidenziato nella TAVOLA 1, si articola in più proposte progettuali, a scala differente:

a) IL PNCVDA alla scala interregionale e le correlazioni strategiche e tattiche con le aree protette nazionali e regionali prossime, al fine di costituire reti materiali ed immateriali garanti di massa critica, di strutturazione differenziata dell’offerta di beni e servizi ambientali ed ecosistemici, di nuovo posizionamento regionale e globale di una vera e propria REGIONE VERDE.

b) La proposta di riformulazione del quadro programmatico del Piano Territoriale Regionale PTR per il territorio del PNCVDA, nonché la proposta di riformulazione delle strutture per il governo di area vasta del territorio del PNCVDA, di cui si avverte la necessità di un approfondimento allargato, posto il processo avviato di abolizione delle Province. In questo senso si è da un lato riformulato il quadro programmatico del PTR a partire da un modello di pianificazione strategica, dall’altro definito un modello strategico-programmatico alternativo che possa accompagnare e strutturare una riforma dell’assetto amministrativo nel territorio del PNCVDA.

c) Se il quadro programmatico del PTR evidenzia un approccio sostanzialmente redistributivo, l’approfondimento delle differenze dei luoghi, comprese le criticità e potenzialità, esaltate dalla ricognizione dei valori del paesaggio, ha permesso di riconoscere macroaree o macrostrutture intenzionalmente selezionate e non dedotte semplicemente dall’assetto amministrativo. La riformulazione delle proposte del PTR, pertanto, si è esemplificata con un dettaglio di proposta sul sistema montano del Gelbison-Cervati, “attivato” dalla rosario di centri montani che lo cinge.

Obiettivo 1 – Identità e paesaggio culturale Azione 2 – Reti materiali e immateriali con le Province e le Regioni Confinanti

Obiettivo 3 – Implementare la mobilità sostenibile e la fruibilità del territorio Azione 1 – Corridoio plurimo Battipaglia-Sapri sia nella componente stradale che ferroviaria, rilanciando il progetto dell’alta velocità fino a Reggio Calabria

2. “LA CITTA’ DEL PARCO” Ripreso dalla stazione orbitante spaziale, il territorio del PNCVDA manifesta l’appartenenza obbligata alla CITTA’ GLOBALE. Più specificamente si evidenzia il rapporto di stretta correlazione con le aree metropolitane di Napoli (e Roma) e Bari. L’immagine evidenzia, inoltre, oltre alle terre emerse, anche la matrice avvolgente del Mar Mediterraneo orizzonte storico e naturale per il territorio e le comunità del PNCVDA. Il Mediterraneo come sede naturale di scambi globali di beni materiali ed immateriali, di culture e lingue, è all’origine del Paesaggio Culturale “custodito” nel PNCVDA, come attestato dal riconoscimento UNESCO (il ruolo svolto dal Cilento nelle connessioni EST-OVEST). Tuttavia cosa si intende per “CITTA’” se una ricerca ESPON del 2006 evidenziava il vuoto o “deserto urbano” nel transetto tirrenico-jonico del Cilento-Val d’Agri-Pollino?

Nel 2008 la popolazione urbana mondiale ha superato quella rurale e si prevede nel 2050 che il 75% della popolazione mondiale risiederà nelle città. Eppure vi è una crescente innovazione che avviene nel territorio rurale, principalmente di tipo tecnologico ed energetico, ma anche in termini di nuovi stili di vita. Quale ruolo allora del Cilento? Herkunft, ripartiamo dunque dalla storia. La letteratura testimonia le cronache crudeli e drammatiche delle condizioni di vita nel Cilento nell’Ottocento, evidentemente acuite dalla particolare orografia del territorio, comune anche al Lagonegrese ed al confine calabro-lucano. Tuttavia tracce di futuro appaiono nelle descrizioni armoniose di Ungaretti (appare Elea…), ma il paesaggio urbano di Palinuro, come biancheria stesa al sole, nel tempo farà posto ad un paesaggio differente ed il più delle volte anonimo e dequalificante. Ecco dunque che anche la “meraviglia dei luoghi” per divenire seme di nuovo sviluppo ha bisogno di modelli e strutture adeguate, per superare il modello “esterno ed estraneo” che dagli anni ’60 ha cominciato a diffondersi anche nel Cilento.

Un nuovo modello ha significato in primis rivendicare il Cilento, Vallo di Diano e Alburni come “sistema unitario”. Ma se le numerose proposte per l’istituzione della Provincia hanno avuto scarso esito, negli anni ’90, finalmente, si riconosce l’unità del territorio attraverso l’istituzione del Parco Nazionale e, dunque, anche il valore delle risorse naturali, ambientali e paesaggistiche custodite, quindi successivamente addirittura il valore eccezionale di Paesaggio Culturale di qualità come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Il riferimento al riconoscimento UNESCO concernente il Cilento come “Paesaggio Culturale” e dunque il rapporto tra uomo e territorio piuttosto che il valore naturalistico in senso stretto dell’area, conferma la necessità di approfondire il binomio tutela/sviluppo. In questo senso ci si riferisce all’interpretazione della proposta di legge dei senatori Pinto e Coviello del 6 maggio 1988 sul Sistema delle aree protette del Mezzogiorno Continentale: la proposta non si limitava a richiedere l’istituzione di un’area protetta riportandone il perimetro, ma alla definizione combinata di un sistema di aree protette e direttrici locali, regionali e interregionali. La proposta di legge, a sua volta, si ricollegava alla proposta di modello programmatico del PROGETTO 80 (1968) dove le aree protette e naturalistiche-ricreative, da individuare nelle cosiddette zone estensive, erano complementari e correlate con i sistemi metropolitani a rango differenziato ed i sistemi urbani di raccordo. Tuttavia le aree protette saranno in seguito istituite separatamente.

Si ritiene, dunque, che soltanto in un ottica transcalare e transdisciplinare ovvero integrata e non settoriale (e pertanto è legittimo parlare di “città”) è possibile proporre il Parco come modello di “new rural prosperity”, come immaginato nel 1973 dallo scienziato E.M.Nicholson in un convegno a Castellabate sulle aree marine protette. Nella tesi dello scienziato si esaltava l’alleanza tra pescatori, contadini ed ecologisti, anticipando il ruolo dei transetti costa-entroterra riferimento del riconoscimento UNESCO ovvero i corridoi culturali-ecosistemici o corridoi ecologici. Secondo una visione integrata, dunque, è naturale inquadrare il territorio del PNCVDA alla scala interregionale ove il cosiddetto “deserto urbano” della ricerca ESPON 2006 evidenzia una orografia comune ed un ruolo strategico delle valli interne, da rilanciare come centralità di un sistema se non unitario quanto meno fortemente correlato anche grazie all’attivazione delle opportune “direttrici”. L’arco dell’Appennino Lucano permette di individuare un sistema territoriale che comprende ben tre parchi nazionali del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, della Val d’Agri-Lagonegrese, del Pollino, una vera e propria Regione Verde. Tra le catene montuose prevalenti che corrono in direzione NO-SE si incuneano numerosi corridoi fluviali, configurandosi un sistema primario di continuità ecologica di particolare qualità. Di conseguenza si definisce un sistema di aree protette nazionali Agri-Cilento-Pollino di quasi 800.000 ha comprese le aree contigue, per una popolazione di circa 530.000 abitanti, esteso dal Tirreno allo Jonio, attraversato dal corridoio pluimodale Berlino-Palermo, servito dal porto e aeroporto di Salerno e da una rete viaria a scorrimento veloce che si dirama dall’asse autostradale interno, caratterizzato da un patrimonio variegato di risorse ambientali, paesaggistiche e storico-culturali ed articolato in subsistemi vallivi primari e secondari.

3. UNA VISIONE STRATEGICA ALLA SCALA INTERREGIONALE

3.1. UNA PROPOSTA STRATEGICA Posta dunque l’attenzione alla scala interregionale, si propone come prima articolazione dell’idea-progetto, l’approfondimento del tracciato proposto in variante Ogliastro-Sapri relativo al prolungamento della linea ferroviaria Alta capacità/Alta velocità da Battipaglia a Reggio Calabria. La proposta è in corso di progettazione da parte di RFI ed è riportata, per grosse linee, nel PTCP 2012 di Salerno (tav. 2.1.1.b, “il sistema delle relazioni”).

Il tracciato percorre il territorio del Parco a distanza dalla costa, praticamente quasi parallelo alla superstrada Cilentana, per poi continuare con percorso costiero a ridosso dell’attuale sede nel territorio della Regione Calabria. Si ritiene troppo importante l’innovazione nella modalità di trasporto a lunga distanza e a forte velocità, non comportante incremento del numero di veicoli, per poter essere oggetto soltanto di approfondimenti settoriali o trasportistici. L’innovazione potrebbe permettere una correlazione diretta, sostenibile e competitiva all’intero sistema delle aree protette Agri-Cilento-Pollino a partire dalle realità urbane e metropolitane, nazionali ed europee, favorendo tipologie di fruizione turistica-ricreativa più attuali. L’innovazione, dunque, al pari del processo di superamento progressivo del digital divide, risulta strategica per lo sviluppo sostenibile dei territori estensivi del “deserto urbano” Agri-Cilento-Pollino

Rispetto alla proposta RFI si propone un percorso secante ed interno che attraversa la Valle del Calore (Cilento), il Vallo di Diano (Agri), il nodo di Lauria (Pollino) con diramazione successiva in alternativa lungo l’attuale percorso lungo costa (Valle del Noce) o verso la Piana di Sibari, più strategico perché baricentrico. La diramazione verso l’Appennino assume ruolo strategico in una prospettiva interregionale, oltre a favorire le connessioni tirreno-adriatiche-joniche. I nodi-stazione sono immaginati come integrazione tra la segnica morfologica e le singolarità ambientali e paesaggistiche. La Stazione Agri nel Vallo di Diano, per esempio, è fuoco simmetrico della Certosa di Padula, mentre la stazione-museo del parco CILENTO, è intenzionalmente pensata nell’area interna e critica della Val Calore, per alleggerire la costa e attestarsi come porta sostenibile per la fruizione del cuore montano del Parco (turismo scientifico, escursionistico, scolastico), correlata con la Fondovalle Calore in via di completamento.

La stazione AC/AV Cilento, nella Val Calore, distante dunque dalle realtà più congestionate della costa, ma con queste evidentemente correlata grazie al sistema delle connessioni in via di potenziamento (Fondovalle Calore, variante alla SS18 tra Agropoli ed Eboli-Campagna) intende esaltare con la sua collocazione il più diretto rapporto con la natura e con il sistema naturalistico degli Alburni, del Gelbison e del Cervati. In questo senso non si può che riferirsi alla permeabilità del segno di Kengo Kuma per la stazione internazionale in Val di Susa.

3.2. UNA PROPOSTA TATTICA

Le orografie del territorio cilentano, lagonegrese, del confine calabro-lucano hanno favorito a partire dal VI-VII sec. d.C. l’arrivo di monaci dall’Oriente per sfuggire dalle invasioni arabe e dalle lotte iconoclaste. Le regioni del Cilento e dell’Alta Calabria, dunque, sono accomunate dalla presenza di una diffusa rete di insediamenti monastici nelle variegate forme dell’eremo, della laura (prime forme di vita associata non stabile), del cenobio. Ne sono derivate le tracce insediative nell’area del Cilento, del Latinianon (Lagonegrese) e nel Mercurion (Valle del fiume Lao), degne di un approfondimento in termini di strategia interregionale per la tutela e valorizzazione del sistema a rete di risorse materiali ed immateriali, culturali e naturali, artistiche e paesaggistiche. Opportuno riferimento a supporto è da trovare nel QSN 2007-2013 attraverso il Programma Operativo Interregionale Nazionale “Attrattori culturali, naturali e turismo”, con 305 Meuro per la Regione Campania. Un progetto sulla rete del monachesimo italo-greco può costituire un innovativo contributo allo sviluppo di una visione e di una strategia interregionale. L’antica rete insediativa monastica tra il Cilento, il Latinianon ed il Mercurion, trova oggi una evidente correlazione con lo sviluppo del Credito Cooperativo associato, secondo un’armatura diffusa dalle coste tirreniche a quelle joniche, coinvolgendo tre Parchi Nazionali e proponendo, di fatto, una rinnovata rete fondativa di strategie interregionali. Il Credito Cooperativo potrebbe supportare il fondamento storico, culturale, artistico e religioso di queste correlazioni.

4. IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE ED IL PNCVDA: MATRICI METODOLOGICHE DI RIFORMULAZIONE

Al fine di analizzare l’interpretazione del Piano Territoriale Regionale PTR (Lr 13/2008) del territorio del PNCVDA, si propone un approfondimento delle caratteristiche dei paesaggi cilentani, ritenendo che la natura relazionale della descrizione paesaggistica sia lo strumento opportuno per cogliere criticità e potenzialità oltre il riferimento all’assetto amministrativo attuale, come presente nel PTR. Il rapporto tra uomini e terre nel Cilento trova un importante fattore discriminante nel tipo di matrice terrigena ove sorge l’insediamento. La matrice terrigena prevalentemente flyshoide favorisce morfologie ricche di crinali e controcrinali, spesso nella forma stellare (Monte Stella), mentre la matrice terrigena prevalentemente carbonatica evidenzia le curve di livello di incontro tra matrici a diversa permeabilità e, pertanto, il sistema insediativo si localizza in corrispondenza dei punti ove si hanno sorgenti. In quest’ultimo caso ne deriva il sistema insediativo a rosario attorno al massiccio carbonatico (Alburni). La lettura congiunta dei segni caratterizzanti la morfologia delle terre e i segni della modalità insediativa dell’uomo (insediamenti e connessioni), ovvero la lettura delle configurazioni strutturali del territorio, suggerisce la descrizione intenzionale che permette di selezionare macrostrutture o ambiti di riferimento.

Nell’ambito del PTR, inoltre, il Cilento, Vallo di Diano e Alburni sono inquadrati nell’Ambiente Insediativo n.5, confermandone l’interpretazione unitaria. L’articolazione del territorio regionale in Ambienti Insediativi potrebbe suggerire la definizione di Ambiti Ottimali per l’esercizio di funzioni di area vasta, in sede di abolizione delle province, come richiesto dall’art.19 della L.135/2012. Tuttavia, l’ambiente insediativo n.5 è approfondito principalmente secondo l’articolazione amministrativa delle Comunità Montane nella forma di Sistemi Territoriali di Sviluppo, con dominante a prevalenza naturalistica, intesi come ambiti omogenei di riferimento per la programmazione regionale. Emergono quanto meno quattro criticità nell’interpretazione del PTR:

a) non è approfondita alcuna lettura in senso interregionale, in modo particolare del Vallo di Diano, pur coltivando la Regione Campania la connessione trasversale con la direttrice Napoli-Bari;

b) l’interpretazione delle dominanti ratifica uno stato di fatto piuttosto che descrivere strategicamente il territorio; pertanto si conferma per il Cilento “la vocazione naturale alla natura”, riducendosi la tesi del PTR ad una strategia essenzialmente redistributiva;

c) il riferimento principale dei Sistemi Territoriali di Sviluppo al perimetro amministrativo delle Comunità Montane, per il Cilento e Vallo di Diano, non permette di cogliere suggerimenti che si deducono, ad esempio, dalla conformazione strutturale del territorio e, dunque, dalle macroaree che intenzionalmente si possono definire per esaltare differenti potenzialità e correlazioni dell’intera area protetta. Due esempi sono la macroarea naturalistica del Gelbison-Cervati, cuore del sistema parco, frammentata in quattro STS (perché in quattro comunità montane) ed il nodo strategico di Elea-Velia, ove convergono tre STS (ancora tre comunità montane) che snaturano l’unità storico-culturale e paesaggistica della Chora Velina;

d) si evidenzia la scelta del PTR di puntare sul rafforzamento del sistema a grappolo che ruota attorno a Vallo della Lucania e del sistema policentrico del Vallo di Diano, come centralità principali dell’Ambiente Insediativo. Tuttavia emerge allo stesso tempo l’assenza di progettualità di ampio respiro nella forma di Campi Territoriali Complessi, diffusi in altre aree regionali.

In conclusione, nell’analisi del PTR, il riferimento all’articolazione amministrativa delle Comunità Montane viene superato dalla “descrizione intenzionale e strategica” dei paesaggi del Parco, a partire dal riconoscimento di configurazioni strutturali del territorio e di un sistema di Macrostrutture o ambiti. La proposta di un modello di piano strategico supporta il quadro programmatico dedotto. A partire, dunque, dalla individuazione delle macrostrutture per la riformulazione del PTR si propone un approfondimento metodologico su di un MODELLO DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA, basato sulla correlazione tra identità, paesaggio e strategia, ed inteso come processo argomentativo e relazionale di progressivo affinamento prima del quadro dei valori condivisi, quindi delle effettive criticità cui rispondere e delle potenzialità da esaltare, infine delle alternative programmatiche e progettuali conseguenti. La definizione di un’IDEA FORZA, esaltante il rapporto uomo-natura, suggerito dal riconoscimento UNESCO di Paesaggio Culturale piuttosto che dallo status di area protetta, si è tradotta in una VISIONE STRATEGICA alla scala locale ed interregionale. La Visione è stata riarticolata per PROCESSI STRATEGICI da “attivare” mediante TEMI CATALIZZATORI. La territorializzazione dei TEMI avviene per Programma di progetti nella forma di PROGETTI BANDIERA, dominio della convergenza istituzionale, sociale e programmatica per ciascun ambito di riferimento.

Il modello programmatico correlato con il modello di pianificazione strategica evidenzia il ruolo attribuito a ciascuno degli ambiti o macrostrutture individuate in precedenza, eventualmente affinate nella perimetrazione. Il modello programmatico trova il suo fondamento nelle due tesi della Centralità della Valle Interna e del rapporto Arco e Contrarco ovvero garantire al territorio cilentano l’ancoraggio della superstrada cilentana all’asse autostradale, sia a Nord (Agropoli-Eboli/Campagna) sia a Sud con la dorsale collinare Policastro Rivello. L’integrazione funzionale, paesaggistica ed ambientale per interventi di ruolo sovralocale necessita dedicati approfondimenti progettuali transcalari e transdisciplinari. Pertanto si propone di integrare il PTR con due Campi Territoriali Complessi, dei quali il primo con riferimento alla dorsale collinare alle spalle di Sapri ed il secondo con riferimento al transetto Vallo di Diano-Paestum coinvolgente il sistema della Val Calore ed oggetto della proposta di nuovo asse ferroviario AC/AV Battipaglia-Reggio Calabria con diramazione interna rispetto alla proposta di RFI. Dalle tesi che emergono si evidenzia l’attenzione al sistema storicamente e paesaggisticamente critico della Val Calore, in costante spopolamento da decenni. Il Campo Territoriale Complesso avrebbe l’intenzione, in tal caso, di “ispessire” di valori, di segni e di funzioni la direttrice della Fondovalle in via di completamento. Infine si evidenzia la correlazione tra Vallo della Lucania ed il dipolo Ascea-Casalvelino, cluster di ruolo primario e controfuoco sulla costa del sistema policentrico del Vallo di Diano all’interno.

4.1. UNA PROPOSTA ESEMPIO

A supporto del modello di piano strategico si è definito un processo valutativo correlato ed articolato in valutazione di contesto, di processo e di performance. Attraverso una prima verifica del modello di piano strategico e della correlata modalità di valutazione è emerso, per esempio, l’incidenza del tema catalizzazione “Rete degli EcoBorghi dell’Ospitalità” rispetto al quadro dei processi strategici definiti. Il risultato è interessante non solo rispetto al variegato e diffuso patrimonio edilizio in disuso, specie nei centri storici dei comuni cilentani, ma anche rispetto al patrimonio immobiliare dello stesso Ente Parco, che nel tempo si è composto e che attende ancora un durevole e credibile progetto di valorizzazione e messa a reddito. Il tema catalizzatore “la Rete degli EcoBorghi dell’Ospitalità” trova riferimento metodologico ed operativo nella recente proposta di legge regionale “Strumenti di rigenerazione urbana dei centri storici” che promuove in sede di redazione dei Piani Urbanistici Comunali, per i comuni con popolazione

Il tema catalizzatore della “Rete degli EcoBorghi dell’Ospitalità” può trovare territorializzazione, per esempio, nell’approfondimento programmatico dell’ambito corrispondente al sistema montano del Gelbison-Cervati al fine di rigenerare il tessuto dei centri storici che si dispongono a rosario.

PROGETTO BANDIERA

Realizzazione del prodotto turistico Gelbison-Cervati incentrato sul turismo naturalistico e scolastico; sistema a rosario con programma ricettivo distribuito tra i centri e gerarchizzazione dei nodi in funzione della accessibilità esterna. Nuova connessione Cannalonga-Campora. E ammodernamento tratto Sanza-Rofrano. Infrastrutturazione della montagna con sentieristica, cartellonistica, tecnologie wi-fi a servizio della didattica, strutture ricettive aperte per brevi soste, aree campeggio scolastico. Progetto Pruno di promozione del turismo montano attorno al borgo di Pruno di Valle dell’Angelo. Centralità di Rofrano, Novi Velia e Piaggine, strutture sportive per colonie di scolaresche. Promozione del Gelbison-Cervati nella rete delle mete del trekking ed escursionismo internazionale. Verifica di piccole strutture congressuali qualificate (Piaggine). Riutilizzo del patrimonio del Parco (Laurino, Monte San Giacomo, Piaggine, Cannalonga, Novi Velia) a servizio della fruizione didattica. Coinvolgimento delle associazioni locali. Target turistico: naturalistico/scolastico

5. SCENARI ATTUALI DI CAMBIAMENTO: LA CORRELAZIONE TRA MODELLO STRATEGICO E RIFORMA AMMINISTRATIVA, LA COMUNITA’ DEL PARCO COME“COMUNITA’DEI SINDACI

Attraverso un approfondimento ulteriore si sono correlate le precedenti istanze di visione interregionale e di riformulazione del quadro programmatico del PTR a partire da una lettura più specifica del territorio o “descrizione intenzionale” con le innovazioni di senso e di metodo che suggeriscono nuovi elementi presenti all’attualità.

In prima istanza si evidenzia l’evoluzione del dibattito in corso da tempo sull’abolizione delle provincie e, di conseguenza, sulla necessità di una riforma dell’assetto amministrativo attuale, in particolar modo per i comuni minori, nel senso dell’unione di comuni e/o della fusione amministrativa, comunque dell’obbligo all’esercizio in forma associata della maggior parte delle funzioni fondamentali. Ispirandosi al principio di correlare sempre una rinnovato quadro amministrativo con un dedicato modello programmatico ed istituzionale, si propone un approfondimento sul rapporto tra riforma amministrativa, modello strategico e riordino istituzionale, con riferimento specifico al ruolo possibile della Comunità del Parco.

Questo organo dell’Ente Parco, in particolare, disciplinato dall’art.10 della Legge quadro n.394/1991, vede di fatto incrementare il suo ruolo all’interno del Consiglio Direttivo in base al Regolamento di riordino degli enti vigilati dal Ministero dell’Ambiente (DPR n.73 del 16.04.2013). Il Consiglio Direttivo del Parco, adesso costituito da 8 membri, vede per la metà (4) rappresentanti della Comunità del Parco (dunque Regione, Provincia ed enti locali), scelti anche tra esperti in materia di aree protette e biodiversità. Essendo inoltre la Giunta esecutiva (nominata dal Consiglio Direttivo) ridotta a tre unità, compreso il Presidente, è evidente il maggior peso che assume la Comunità del Parco e, dunque, la necessità di questa di strutturarsi oltre l’episodico incontro semestrale. La strutturazione potrebbe avvenire attraverso la costituzione di COMMISSIONI interne, meglio ancora se supportate Unità Tecnico e Scientifico-Metodologica.

Questo “rafforzamento” in seno all’Ente Parco dei rappresentanti territoriali trova una convergenza possibile con gli effetti della Legge 135/2012 sul riordino degli enti locali, in particolare negli articoli 18 e 19 che non sono stati riconosciuti incostituzionali dalla Corte. Nel processo comunque in corso di “svuotamento di poteri” o abolizione delle province, è necessario interrogarsi sul destino delle funzioni di governo di area vasta. Secondo la legge 135/2012 è prevista l’obbligatorietà dell’esercizio associato di funzioni fondamentali per i comuni al di sotto di 5.000 abitanti (o di 3.000 abitanti per quelli appartenenti a Comunità Montane); si definisce inoltre un limite demografico minimo per le unioni di comuni (10.000 ab, rivedibile dalle regioni); si prospetta che le funzioni di governo di area vasta (come rifiuti, scuola, pianificazione territoriale, risorse idriche e depurazione, viabilità, protezione dell’ambiente e difesa suolo, valorizzazione BB.CC.) siano da esercitarsi attraverso “comunità di sindaci”, senza nuovi oneri, che possono a loro volta ricorrere agli strumenti della convenzione (art.30 D.Lgs. 267/2000) o del consorzio (art. 31 D.Lgs. 267/2000). Al tempo stesso le regioni devono individuare gli ambiti ottimali per l’esercizio associato delle funzioni fondamentali da parte dei comuni. Il territorio del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dunque, dopo aver lottato invano per veder istituita la provincia, si ritrova in periodo di abolizione delle province con una esperienza di governo di area vasta già attivata anche se non strutturata in modo opportuno.

La strutturazione della comunità di sindaci, vuoi all’interno dell’Ente Parco vuoi rispetto al tema della gestione in forma associata delle funzioni fondamentali, è ormai una necessità. In questo senso si propone il riferimento all’Agenzia di Pianificazione, unità tecnico-scientifica di supporto all’amministrazione pubblica con compito di attivazione dei processi partecipativi, di definizione degli scenari progettuali e previsivi, di valutazione e progettazione, sul modello dell’Agence d’Urbanisme dell’esperienza francese, oggetto di studio da parte della Comunità Montana Lambro e Mingardo, per esempio, all’interno del Progetto ISMENE (1999-2001).

La Regione Campania potrebbe trovare riferimento nel PTR ed in particolare negli Ambienti Insediativi per definire gli ambiti ottimali di cui sopra, con riferimento per esempio all’esercizio del governo del territorio di area vasta. In tema di pianificazione del territorio, per esempio, il Piano del Parco (sul quale si ricorda la Comunità del Parco esprime il suo parere obbligatoriamente) potrebbe essere integrato da componenti strutturali e strategiche, rappresentate in scala 1:10.000, per l’intero territorio, indicando le aree di trasformabilità urbana (art. 9 comma 3 del Regolamento attuativo n.5/2011 della Lr 16/2004) come zone “D” di promozione economica e sociale (zone urbane o urbanizzabili). Successivamente i comuni del parco dovrebbero far proprio il piano del parco come piano strutturale e redigere il Piano programmatico-operativo (art.9 comma 6 del suddetto Regolamento) esteso alle zone “D” del Piano del Parco.

La necessità di una revisione del Piano del Parco e, soprattutto, di una sua specifica rappresentazione alla scala minima 1:10.000 sono anche l’effetto della recente Sentenza del Tar Campania Sez. Salerno n.2153 del 27.11.2012 (sospesa tuttavia nell’esecutività dall’Ordinanza n.892 del 13.03.2013 del Consiglio di Stato), concernente le criticità che sorgono con un Piano rappresentato in scala 1:50.000.

A partire dunque dalle istanze convergenti intraviste e sopra riportate, si è formulata una proposta di riassetto amministrativo del territorio del Parco e aree contigue, correlato ad un modello strategico. Il modello strategico è basato sul rafforzamento della centralità interna del Vallo di Diano e della centralità tirrenica della Valle dell’Alento dove si correla il sistema insediativo a grappolo che ruota attorno a Vallo della Lucania con il dipolo costiero Ascea-Casalvelino. Di conseguenza si propongono le fusioni amministrative nel Vallo di Diano (Comune di Vallo di Diano), nel comprensorio di Vallo della Lucania (Comune di Gelbison) e nel dipolo Ascea-Casalvelino (Comune di Velia). Queste centralità del modello sono riconosciute come cluster primario di 1° livello, servite o dall’asse autostradale (integrato in previsione dall’asse ferroviario AC/AV) o dalla superstrada Cilentana (con il raccordo in completamento dalla Fondovalle Calore Campagna-Vallo delle Lucania). Si definiscono, successivamente due clusters primari ma di 2° livello ovvero la fusione amministrativa attorno a Sapri (Comune di Policastro) e l’Unione di Comuni attorno a Capaccio-Paestum e Agropoli (Unione di Comuni Paestum). Questi due clusters, porta nord e porta sud del Parco, sono alleggeriti dalla previsione dell’ancoraggio della Cilentana all’asse autostradale attraverso la dorsale collinare Policastro-Rivello e la variante alle SS18 Agropoli-Eboli/Campagna. Si perimetrano, inoltre, clusters secondari di 1° livello (quelli costieri come l’Unione di Comuni Monte Stella e l’Unione di Comuni Molpa o Palinuro) e di 2° livello (quelli interni e “naturalistici” dell’Unione di Comuni Cervati, dell’Unione di Comuni Alto Bussento, dell’Unione di Comuni Medio Sele). A questi si aggiungano clusters di raccordo, per lo più vallivi, come l’Unione di Comuni Alto Alento e l’Unione di Comuni Media Valle del Mingardo, oltre all’Unioni di Comuni Tanagro con ruolo di raccordo interregionale verso il potentino. Si evidenzia, infine, il cluster definito “in evoluzione” dell’Unione di Comuni Val Calore che, grazie al rafforzamento della connessione stradale e ferroviaria proposta, diviene Porta Interna al Parco, attestamento per la fruizione del cuore del Parco. In conclusione il modello strategico, correlato con il proposto quadro di riassetto amministrativo, è di fatti basato sul tentativo di alleggerire la fascia costiera e reintegrare il sistema della Val Calore nell’assetto più generale, promuovendo l’ulteriore aperture del PNCVDA alla Regione Verde Agri-Cilento-Pollino ed al sistema più generale delle aree metropolitane del Paese.

Restauro dell' edificio denominato "Sacello", Aviano (pn) - Gianluca Zanette, Ado Furlan, Vittorio Pierini

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L’intervento ha riguardato l’edificio denominato “Sacello” e l’attigua piccionaia in località Cortina di Giais nel Comune di Aviano, che versavano da anni in situazione di forte degrado, e la realizzazione di una piazzetta pubblica. Progettato dagli arch. Ado Furlan e Vittorio Pierini (capogruppo) con gli arch. Giorgio dal Fabbro, Gianluca Zanette e l’ing. Gianni Mirolo, l’intervento ha restituito ad uso pubblico un’area centrale importante dal punto di vista urbano, limitrofa alla piazza e alla chiesa. La nuova funzione consente infatti alla piccola comunità residente di avere a disposizione un proprio spazio per attività culturali, e offre una sede prestigiosa ad un ente associazionistico locale. Per la Commissione “questo progetto minuto valorizza l’identità locale e risponde alla filosofia del premio, in cui è stato raggiunto l’obiettivo di ridare identità al luogo per la comunità, ponendo l’accento sul valore culturale locale”.

Gianluca Zanette, Ado Furlan, Vittorio Pierini — Restauro dell' edificio denominato "Sacello", Aviano (pn)

Gianluca Zanette, Ado Furlan, Vittorio Pierini — Restauro dell' edificio denominato "Sacello", Aviano (pn)

Gianluca Zanette, Ado Furlan, Vittorio Pierini — Restauro dell' edificio denominato "Sacello", Aviano (pn)

situazione prima del restauro

EUROPAN 12 - Venezia - David Varone, Enrico Ansaloni, Ivan Lomuti, Tommaso Modesti, marco tius, Anna Riciputo, Giulio Galli

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From forma urbis to a new metropolitan image: The process behind the project idea begins by observing Venezia’s forma urbis from the sky, where you can clearly distinguish the two hystorical islands divided by the Canal Grande’s double bight. That image looks like two hands catched in a union act, just a moment before the union, remembering Michelangelo’s Universal Judgment in the Sistin Chapel, where man’s and God’s indexes are not in physical contact, and the distance beetween them generates in the picture a global tension. Through an abstraction process, Venice’s two hands have been rationalised in a regular “double L” shape, producing a logotype that represents two open hands, ready and willing to help the neighbour. In the meantime, the concept refers to Mestre and Marghera, two different boroughs wich visually tend to form a unicum, but they are physically separated by the strong urban sign produced by the railway yard. Therefore, our creative process express itself by applying the generated logotype to the competition requests and so the station, residences and parks have been designed to receive and accomodate a big number of commuters and visitors who choose Mestre as destination for visiting Venice. The idea has been developed by repeting the double L logotype at different scales, generating a flexible morphemic imprint. The global idea express itself by applying the double L juxtaposition to the design of the new architecture, so the logo generates the plan for the towers, the section for the station and the fronts of the medium-rise courtyard buildings. Our solution has been designed to characterize a total transit place through the definition of a urban scale project: since the Holy Roman Empire, Mestre never left his natural predisposition to be crossed to reach one of the most fascinating and best conserved cities in the world. Our proposal aims to translate in an alternative way the theme of comparation with the hystorical city, remebering Quaroni’s project for San Giuliano’s Barene. Here, the new settlement visually speaks to the Laguna, and globally express itself through the passage from forma urbis to a new city logotype.

David Varone, Enrico Ansaloni, Ivan Lomuti, Tommaso Modesti, marco tius, Anna Riciputo, Giulio Galli — EUROPAN 12 - Venezia

Railway station area - South view

The Mestre Railway Station area: The new Mestre railway station is one of the most important gates of the city as of the entire Venice territory. It represents the main access to Venice, but also a big and complex hub for people and goods, and it defines a territorial discontinuity characterized by its own specific morphology. It interprets itself and its functions, but its emotional tension rejects anonymity, indifferencence and apathy, that are typical realities of many infrastructural hubs. A boundary architecture beetween movement and wait (typical travelling peculiarities) wich accomodates the double L logotype coming from Venice’s forma urbis by assuming it as its cross section, while plans and facades speak directly to the city roads, generating an alternation of solid and porous elements. The entire complex reveals its rythmic and linear identity thanks to its structural and crosswalk variations, combining acelerations and breaks that refer to the actions of travelling and stay. The entire complex moves across the limit beetween representative monumentality (typical aspects of urban vestibules) and the functionalistic dynamism brought by visitors and transport directions and flows. Therefore two new different city fronts are set up: the first, towards Mestre, is open to the city and has a very strong impact, rich of visual interferences, while the second, fronting Marghera, is more moderate and discreet. The two fronts, as well as the two urban areas of Mestre and Margera, are related by a system of void and openings dictated by the natural continuation of the existing urban fabric.

David Varone, Enrico Ansaloni, Ivan Lomuti, Tommaso Modesti, marco tius, Anna Riciputo, Giulio Galli — EUROPAN 12 - Venezia

Venezia - Aerial view

The Mestre Railway Station area – Functions analysis: Beetween the two L, a long, telescopic multilevel arcade, where all the station related functions take place, creates a new covered, lightful and comfortable urban space so that the city gets into the station and the station tself becomes the city. The railway complex turns into a new portal where railway-related activities are settled into the bigger L, and commercial and office services in the smaller one. The old postal building has been refurbished and included in the big L structure for hospitality purposes. The track access has been improved, reorganized and integrated to the existing one by providing a system of four underground rails connecting to all the station docks. A footbridge completes the links system beetween Mestre and Marghera, by connecting the park of Via Ulloa to the new Station.

David Varone, Enrico Ansaloni, Ivan Lomuti, Tommaso Modesti, marco tius, Anna Riciputo, Giulio Galli — EUROPAN 12 - Venezia

Masterplan

The Mestre Railway Station area – Networks and connections: At the urban level the entire complex is an infrastructural hub that offers the possibility to use multiple ways of transport, a crossroads of interchange in the new geography of distances, designed by the networks of short, medium and long runs. This will give to the community a single place in the interconnection between rail transport, Favaro-Marghera overground lines, the urban and suburban bus line, and the network of pedestrian and cycle paths. Moreover, thanks to the multi-storey carpark and bicipark the hub will allow an efficient exchange between private and public vehicles with a view to sustainable mobility in both urban and suburban context.

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L-SHAPED MESTRE - Global view

Mestre Station in numbers: 31.000.000 travellers per year; 85.000 travellers per day; 3.000 peak hours travellers; 510 m lenght; 32,4 m wide; 8.000 sq.m. of railway services; 5.100 sq.m. o primary services (950 sq.m. of Tickets points); 9.000 sq.m. mq of secondary services; 8.100 sq.m. mq of accomodation facilities; 21 Elevators; 16 Escalators; 250 Car parking lots; 65 Motorcycle parking lots; 1.000 Bicycle lots;

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L-Concept

The towers: TheTwin Edges towers deal with the angle solution theme by solving it in two opposite ways. They are both generated by repeating a specific geometrical module of 7.20m, but in the south tower the structural frame has a 1.80m slip, leaving the corner structurally empty, referring to a Mies Van Der Rohe morphology. The towers articulate their volumes following the double L concept – also used to generate the station cross section – that here becomes the funtional nucleus on wich the plans take place. The smaller L, entirely opaque, contains service facilities as stairs, elevator and technological elements; the bigger L contains the residential units, and shapes with the smaller one a square shaped plan. Beetween the Ls, a big void engraves the facade. Each 6 floors the void is occupied by two-level volumes containing gardens and common spaces. The stereometric towers lean upon two different 3-level bases, one of wich includes commercial services, while the other one contains public services for the community. Particular attention has been paid to the big entrance lobbies, where the stairs reinterpret the high space, and where a water pool reflects the sunlight coming from the outside. The towers enphatize their relationship with the sky in a sculptural way: the top is composed by a opaque element that generate a new L on the fronts, and it accomodates techinical and solar energy facilities. The south tower has a 90° rotation, so it produces a continuum with the other one, also by casting its shadow upon it. The rotation process helps to recognize the towers as “complex architectural objects”, going beyond the traditional concept of the main facade. In this case, every single front can be a side of the city, fronting it in multiple ways.

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Railway station building - East view

The green system: When a natural system is inserted into a well-defined urban context, it gets more values in terms of environmental solidity. Those values need to be conserved and protected. However protecting doesn’t mean “leaving unchanged” because the designing and re-designing acts include the application of a concept and that concept can crash against some unsolved questions of contemporary living. For this reason, the design of the two green spaces of the project, aim to reunificate the new settlement lines with the existing green directions. The new draw, keeping and continuing the existing alignment, generates geometrical green sectors, where nature and reason converge in a syntactical way. From the project-nature alternation, vegetable gardens break out, such as spaces for sports, italian gardens and other areas. In a similar way, the existing directions define urban penetrations, linking the city to the ecological system. Existing vegetation has been protected and improved by adding some furnished points, where the community can relax, enjoy the park and make some social activities.

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Railway station building - West view

The court typology: The court typology allows to organize living spaces around a large empty square. In line with the design logic, the sides are alternately emptied and prepared with hanging gardens, making a building where nature and architecture are fully integrated and providing the inhabitants a fully sustainable living. According to the mesh size which dominates and organizes the entire project from the towers to the urban gardens, the two buildings have a square plan with a side of 43.2 m that contains the apartments whereas the services are arranged on the corners. The crowning then acts as a long ribbon which incorporates the emergency staircase. The volume is simple and regular in line with used materials as cement-plastered white and wood, giving the two buildings a simplicity and clarity of forms that ensures their perfect integration in the urban context of Mestre.

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Railway station - Departure lounge

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Railway station building - Sections

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Railway station - North front

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Mixed area - Global view

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South Tower

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Towers - Plans

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Green spaces - Ground level plan

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Residential buildings - South/West view

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Residential area

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Mixed area - North/West view

Europan 12 - Assen - Studio 06

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Our proposal begins from creation of new bike paths, to connect new district with other quartiers of the city. This connection is one of the main elements for the development of district, because it will bring a greater number of people in these area and this will result in great interest for real estate investements. The development of the area consists on 2 steps. First: Havenkanaal will could become the main attraction of the area, but to do this we need a new connection between water and people. Second: Near the basin there are some Council-owned buildings that will could be converted in buildings for catering, accomodation and cultural activities. Connection between water and people will be created through the construction of a terraced steps that surrounds Havenkanaal, where people can sit and read a book, talk to each other and enjoy the view, so…enliven the area. Citybike A has four levels: -1 level (water level) is for commercial use, in +1, +2 and +3 levels there are private apartments. Complex connects to the level 0 through bike-pedestrian ramps that guarantee accessibility at every level. Every apartmets have entrance from level +1, so everybody can directly enter into it with own bike. In -1 level there are eight commercial space surrounding by Havenkanaal and inner square. From +1 level there are fiftheen apartements, six of witch on one level and nine of witch on three levels. Citybike B consists of ten houses divided in three sizes. Two types of them have four levels, one type has three levels.

Studio 06 — Europan 12 - Assen

Studio 06 — Europan 12 - Assen

Studio 06 — Europan 12 - Assen

Studio 06 — Europan 12 - Assen

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Studio 06 — Europan 12 - Assen

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Studio 06 — Europan 12 - Assen

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Fabbricato Rurale - Luigi GIORGIO

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Con la ricostruzione del fabbricato, che non modifica in modo significativo la sagoma di quello preesistente, si è posto l’obbiettivo di avvicinarsi alla “facies” delle vecchie costruzioni rurali con materiali, elementi costruttivi ed architettonici tipici. L’incremento della volumetria consentita dalla LR n°1 del 5 gennaio 2011 agli artt. 5 comma 1 e 6/bis comma 1 e comma 2, oggetto della richiesta, costa essenzialmente di dotare il fabbricato dei necessari servizi per consentire la sua vivibilità, pur conservandone la sua originaria destinazione di fabbricato rurale. Il tetto sarà realizzato con una struttura in legno lamellare e tegole, adeguatamente coibentato in grado di proteggere efficacemente il piano sottostante e che soddisfi le prescrizioni previste dal D. lgs. 19 agosto, 2005 n° 192 e D. leg. 29 Dicembre 2006, n. 311 sul rendimento energetico degli edifici determinate al D.M. 26/06/2009 per la certificazione energetica. La copertura così concepita permetterà quindi di installare in modo ottimale un eventuale impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica oltre al posizionamento di pannelli termosolari per la produzione di acqua calda.

Luigi GIORGIO — Fabbricato Rurale

accesso al lotto

Luigi GIORGIO — Fabbricato Rurale

lato sud panoramico

Luigi GIORGIO — Fabbricato Rurale

Fotomontaggio

WII FOOD RESTAURANT - PLACIDO RAINERI, Ismael Abedin Ingelmo

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wII FOOD IS A RESTAURANT THAT PROPOSE DIFFERENT STANDS WHIT DIFFERENT KIND OF FOOD.

PLACIDO RAINERI, Ismael Abedin Ingelmo  — WII FOOD  RESTAURANT

PLACIDO RAINERI, Ismael Abedin Ingelmo  — WII FOOD  RESTAURANT

PLACIDO RAINERI, Ismael Abedin Ingelmo  — WII FOOD  RESTAURANT

PLACIDO RAINERI, Ismael Abedin Ingelmo  — WII FOOD  RESTAURANT

PLACIDO RAINERI, Ismael Abedin Ingelmo  — WII FOOD  RESTAURANT

PLACIDO RAINERI, Ismael Abedin Ingelmo  — WII FOOD  RESTAURANT

PLACIDO RAINERI, Ismael Abedin Ingelmo  — WII FOOD  RESTAURANT

PLACIDO RAINERI, Ismael Abedin Ingelmo  — WII FOOD  RESTAURANT

PLACIDO RAINERI, Ismael Abedin Ingelmo  — WII FOOD  RESTAURANT

Tenuta Giardini Nuovi - FèRiMa

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La Tenuta Giardini Nuovi apre le porte ai suoi ospiti dopo un paziente e attento lavoro di recupero dell’originaria destinazione agricola e residenziale. La Tenuta è composta dal susseguirsi di piccoli giardini conclusi e vasti spazi aperti, intervallati dalla presenza della dimora storica della villa a cui si affianca lo stabilimento vitivinicolo. Il progetto di recupero ha interessato non solo i due edifici, abbandonati e dismessi da più di vent’anni, riconvertendoli con un nuovo mix di funzioni residenziali e produttive, ma anche l’ intero territorio agricolo attraverso un progetto di paesaggio ad hoc. Il progetto di ristrutturazione dello stabilimento vinicolo prevede la riutilizzazione a fini agricoli con un più adeguato processo produttivo vinicolo finalizzata al miglior rendimento qualitativo e produttivo dell’ambiente. Trattandosi di un impianto realizzato negli anni ’60 esso va annoverato negli stabilimenti legati alla tradizione e quindi portato ai nuovi principi ed esigenze del “sistema agricolo” coniugato con l’accoglienza anche di tipo residenziale. Dopo l’accurato restauro, condotto nel pieno rispetto delle antiche forme e dei materiali e colori originali, la Villa si staglia oggi tra l’incredibile azzurro del cielo salentino ed il verde dei vigneti e oliveti della Valle della Cupa, una vasta depressione del terreno che abbraccia il territorio sud-ovest di Lecce.

FèRiMa — Tenuta Giardini Nuovi

FèRiMa — Tenuta Giardini Nuovi

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FèRiMa — Tenuta Giardini Nuovi

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FèRiMa — Tenuta Giardini Nuovi

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FèRiMa — Tenuta Giardini Nuovi

FèRiMa — Tenuta Giardini Nuovi

FèRiMa — Tenuta Giardini Nuovi

general plan

FèRiMa — Tenuta Giardini Nuovi

first floor

FèRiMa — Tenuta Giardini Nuovi

second floor

Concrete Lamp - Alberto Bertazzo

Casa F - Riccardo Russo

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