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Concorso di Idee per il Recupero e Riorganizzazione della Canonica di Prova di San Bonifacio - Federico Motta, Susi Menegatti

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La vecchia canonica della chiesa di “Santa Maria presentata al tempio” di Prova di San Bonifacio(VR) non presenta particolare interesse artistico/monumentale; essa è, tuttavia, considerata un bene vincolato dal Codice dei Beni Culturali in quanto antecedente al 1954 e, proprio per questo motivo, è sicuramente ormai entrata nella memoria visiva degli abitanti di Prova. Queste considerazioni hanno determinato la scelta di preservare la facciata rivolta sulla strada, ricostituendo in maniera puntuale la disposizione originaria della sua forometria mediante la riapertura delle tre finestre, ora tamponate, che un tempo si aprivano sul prospetto a sud. Essa diventa così una sorta di scenografia, una quinta teatrale rispetto a quello che accade ai suoi lati e sul retro. Si intende, innanzitutto, liberare l’involucro esistente da tutte le superfetazioni estranee al nucleo originario, ossia i volumi del box auto e del bagno, uniformare l’attuale sovrapposizione di interventi che hanno generato quote di solaio e altezze diverse e, infine, riprogettare completamente la parete a nord. È proprio su questa parete, così come sulle nuove aperture sul lato ad est verso la chiesa che si concentra uno degli aspetti chiave di questa proposta di intervento: la contrapposizione fra la staticità della preesistenza e il movimento che intende trasmettere il progetto: ordine e accidentalità, memoria e innovazione. Il nuovo ingresso principale al complesso è previsto lungo il lato ovest dell’edificio, dove viene in parte modificato il muretto di recinzione, così da costituire una zona di parcheggio esterno più ampia e agevole. Il viale d’ingresso, abbastanza ampio da permetterne la carrabilità, invita ad accedere sia alla sala parrocchiale sulla sinistra che all’edificio della canonica, oggetto del progetto, sulla destra. Sotto un alto portico, sono disposti sei moduli di vetrata perfettamente uguali nelle dimensioni e nella suddivisione, ma con il loro posizionamento, ora aggettante, ora arretrato rispetto a quelli adiacenti, si intende creare un vivace gioco di luci ed ombre; dietro le vetrate si trovano tutti gli ambienti ad uso collettivo della canonica. Al piano terra, oltrepassato l’ingresso a doppia altezza, illuminato da due ampie vetrate, si arriva ad un ambiente distributivo dove lo spazio è stato volutamente allargato, conferendo concavità per mezzo di una parete curva in vetromattone, che permette alla luce dell’aula adiacente di diffondersi anche nella hall. Da qui è possibile raggiungere i restanti piani mediante un ascensore o una comoda scala, o accedere alla zona amministrativa o ai servizi igienici, tutti accessibili da portatori di handicap. Dalla hall, inoltre, un corridoio permette di accedere ad uno spazio multifunzionale, progettato in modo da essere il più flessibile possibile, mediante un sistema di pareti mobili scorrevoli, che permettono di suddividere l’ambiente in più aule di dimensioni di volta in volta diverse in base alle esigenze. Al piano primo si trovano spazi analoghi al livello inferiore in quanto a distribuzione e servizi igienici e tre ampie aule di diverse dimensioni. La parte ad uso collettivo della canonica è completata infine da un ambiente open space, pensato come sala comune o sala giochi, che trova collocazione nella porzione centrale, più alta, dell’edificio, dotato di un ampio terrazzo al piano secondo, mentre un vano di pari dimensioni, da adibire ad archivio e magazzino, è ricavato nel nuovo e più ampio piano interrato. La linea guida di questa idea di progetto è, dunque, il movimento che si esprime anche nella parte ad uso amministrativo e privato della canonica, sebbene attraverso un differente linguaggio stilistico. In questa zona, infatti, la disposizione delle aperture di forma e grandezza diversa è solo apparentemente casuale; alcune di queste sono sottolineate da un contorno volutamente accentuato che le pone in aggetto e rimanda all’archetipo del bovindo, marcando la differenza degli ambienti che racchiudono: i due uffici parrocchiali, l’ufficio del parroco, la sala d’aspetto, il bagno e il box auto al piano terra, l’appartamento del parroco e un’ulteriore appartamento da adibire a foresteria, al piano primo. Qui gli ambienti privati godono di affacci e scorci verso la chiesa e tutto il complesso, pur mantenendo un necessario senso di domesticità e riservatezza. Le scelte progettuali sono state determinate anche da una seconda esigenza, non meno importante: mettere in relazione la canonica con la sala parrocchiale esistente che si affaccia sullo stesso cortile. Per questo si è pensato di proporre un intervento di arredo urbano atto a valorizzare il giardino sul lato ovest, mediante l’eliminazione dell’attuale rampa disabili, sostituendola con un sistema di brevi, comode e larghe rampe di risalita che non superino la pendenza del 5%, alternate ad aree di sosta e aiuole piantumate. Si crea così un gioco, come l’accostamento delle tessere di un domino, dove poter immaginare attività all’aperto: il superamento della barriera architettonica assume in questo modo un aspetto piacevole e fruibile allo stesso tempo, che intende andare oltre la semplice applicazione della normativa, attraverso uno studio più attento del dettaglio formale.

Federico Motta, Susi Menegatti — Concorso di Idee per il Recupero e Riorganizzazione della Canonica di Prova di San Bonifacio

Vista aerea

Federico Motta, Susi Menegatti — Concorso di Idee per il Recupero e Riorganizzazione della Canonica di Prova di San Bonifacio

Tavola 1

Federico Motta, Susi Menegatti — Concorso di Idee per il Recupero e Riorganizzazione della Canonica di Prova di San Bonifacio

Tavola 2


Viaggio nelleborgate tra passato e presente. Case popolarissime e periferia pubblica di Roma - Milena Farina, Mariella Annese, factory architettura

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Le borgate realizzate dall’Istituto Case Popolari nella seconda metà degli anni ‘30 sono oggi tra i luoghi più affascinanti e vitali della periferia romana: nate in territori di frontiera tra la città e la campagna, hanno conservato nel processo di espansione urbana una loro distinta identità, architettonica e sociale.

Milena Farina, Mariella Annese, factory architettura — Viaggio nelleborgate tra passato e presente. Case popolarissime e periferia pubblica di Roma

Un viaggio per immagini tra passato e presente conduce il visitatore alla scoperta di queste “isole” nella città, tra le monumentali arcate del portico del Palazzo della Civiltà Italiana.

Milena Farina, Mariella Annese, factory architettura — Viaggio nelleborgate tra passato e presente. Case popolarissime e periferia pubblica di Roma

© Silva Ferretti

La mostra è allestita in una delle architetture più monumentali e rappresentative realizzate dal regime fascista a Roma, il Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR. La scelta della sede assume una valenza particolarmente significativa rispetto ai contenuti dell’esposizione, esplicitando il contrasto tra gli interventi concepiti per esaltare il regime nelle aree urbane più visibili e gli interventi poverissimi attuati nelle periferie più isolate, secondo una logica opposta e complementare.

Milena Farina, Mariella Annese, factory architettura — Viaggio nelleborgate tra passato e presente. Case popolarissime e periferia pubblica di Roma

© Silva Ferretti

Il progetto dell’allestimento intende evocare l’atmosfera della borgata e in particolare il carattere peculiare dei suoi spazi aperti, dove molte risorse sono condivise dagli abitanti. Le tavole adagiate sui supporti ricordano i cortili delle case popolari dell’Ater, dove tuttora gli abitanti stendono i panni ad asciugare: i tipici stenditoi sono elementi caratteristici in grado di alludere a una dimensione collettiva che nasce come necessità e si trasforma ben presto in un valore.

Milena Farina, Mariella Annese, factory architettura — Viaggio nelleborgate tra passato e presente. Case popolarissime e periferia pubblica di Roma

© Silva Ferretti

Il viaggio nelle borgate si dipana soprattutto attraverso un racconto fotografico, che ne documenta l’evoluzione dalle origini alla realtà attuale. I pannelli delle fotografie, ‘stesi’ come panni, sono stampati su entrambi i fronti in modo da individuare due percorsi opposti e paralleli dedicati a due aspetti complementari di questi luoghi: - i caratteri spaziali, documentati con foto d’epoca e recenti in bianco e nero. Gli spazi sono attentamente calibrati in funzione della scala umana e della visione tridimensionale conciliando le forme urbane più tradizionali (assi prospettici, sequenze spaziali e ‘stanze urbane’) con i principi del Movimento Moderno; - le manifestazioni di appartenenza degli abitanti, documentate con foto recenti a colori. Gli abitanti manifestano la loro appartenenza all’ambiente attraverso pratiche di ‘colonizzazione’ e forme di condivisione che la generosità e il carattere degli spazi rende possibili.

Milena Farina, Mariella Annese, factory architettura — Viaggio nelleborgate tra passato e presente. Case popolarissime e periferia pubblica di Roma

© Silva Ferretti

Entrambe le serie fotografiche documentano il carattere architettonico degli edifici, che oscilla tra l’astrazione formale di matrice razionalista e la reinterpretazione della casa rurale.

Milena Farina, Mariella Annese, factory architettura — Viaggio nelleborgate tra passato e presente. Case popolarissime e periferia pubblica di Roma

© Silva Ferretti

Mostra a cura di Milena Farina e Luciano Villani, con foto di Silva Ferretti e allestimento di factory architettura.

Milena Farina, Mariella Annese, factory architettura — Viaggio nelleborgate tra passato e presente. Case popolarissime e periferia pubblica di Roma

© Silva Ferretti

Milena Farina, Mariella Annese, factory architettura — Viaggio nelleborgate tra passato e presente. Case popolarissime e periferia pubblica di Roma

© Silva Ferretti

Concorso di idee ARCA- ITEA - POLITECNICO di TORINO - Claudio Cortella architetto, Sintec Associati, Sintec Home, giulia tamiazzo

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Nel 2013 ARCA Casa Legno Srl in collaborazione con I.T.E.A. Istituto Trentino Per L’Edilizia Abitativa Spa e con il patrocinio del Politecnico di Torino, dipartimento di Architettura e Design, ha indetto una selezione di idee riguardo la riqualificazione architettonica, energetica e sismica di edifici di social housing esistenti, sui quali realizzare sopraelevazioni in legno, al fine di aumentare il numero di alloggi a consumo di suolo zero.

Claudio Cortella architetto, Sintec Associati, Sintec Home, giulia tamiazzo — Concorso di idee ARCA- ITEA - POLITECNICO di TORINO

La proposta presentata, premiata con il secondo premio nella categoria, nasce dalla volontà di sfruttare al massimo le caratteristiche tipiche del legno, proponendo un sistema di irrigidimento antisismico della struttura esistente realizzato da un esoscheletro in Xlam e acciaio esterno alla struttura, anziché utilizzare irrigidimenti interni in cemento armato che costringerebbero inoltre gli inquilini ad abbandonare per mesi le loro abitazioni. La riqualificazione energetica dell’edificio esistente avviene attraverso una parete ventilata in pannelli di farina di legno e fibra di legno che avvolge l’esoscheletro, ricavando delle nuove logge coibentate che possono essere chiuse e diventare dei giardini di inverno.

Claudio Cortella architetto, Sintec Associati, Sintec Home, giulia tamiazzo — Concorso di idee ARCA- ITEA - POLITECNICO di TORINO

La soprelevazione sfrutta ancora una volta le particolari caratteristiche intrinseche del legno, consentendo di realizzare rapidamente una struttura flessibile con unità abitative modulari ed accordabili in base alle esigenze di chi andrà ad abitare in questi nuovi attici sopra la città.

Claudio Cortella architetto, Sintec Associati, Sintec Home, giulia tamiazzo — Concorso di idee ARCA- ITEA - POLITECNICO di TORINO

La leggerezza della soprelevazione consente di aggiungere tre piani anziché un solo pesante livello in cemento armato e laterizi. Questa opportunitàè stata sfruttata per inserire oltre ai due livelli di attici un livello intermedio: il giardino sospeso.

Claudio Cortella architetto, Sintec Associati, Sintec Home, giulia tamiazzo — Concorso di idee ARCA- ITEA - POLITECNICO di TORINO

Questo elemento, oltre a differenziare in termini compositivi il volume esistente dalla nuova soprelevazione, consente di inserire nell’edificio anche spazi di aggregazione sociale che attualmente mancano: una vera e propria piazza sospesa, affacciata sulla città, nella quale sarà possibile ricavare spazi di incontro, un luogo per il gioco protetto dei bimbi, uno spazio ricreativo, luogo per piccole assemblee di condominio, ma anche un orto dei saperi per l’autoproduzione e per l’incontro e lo scambio di conoscenze tra generazioni.

Claudio Cortella architetto, Sintec Associati, Sintec Home, giulia tamiazzo — Concorso di idee ARCA- ITEA - POLITECNICO di TORINO

Il giardino pensile, inoltre, rappresenta un sistema passivo di accumulo del calore e di ventilazione: è dotato di infissi ad alta efficienza e sporti sovrastanti studiati in modo che i raggi solari lo raggiungano anche d’inverno. Completamente chiuso, accumula il calore in inverno per irraggiamento solare e preriscalda l’aria utilizzata per il riscaldamento degli attici con la ventilazione meccanica controllata, e completamente aperto, favorisce la ventilazione naturale in estate.

Claudio Cortella architetto, Sintec Associati, Sintec Home, giulia tamiazzo — Concorso di idee ARCA- ITEA - POLITECNICO di TORINO

L’utilizzo del legno come principale elemento costruttivo e la prefabbricazione spinta per i rivestimenti esterni consente di gestire l’intera realizzazione dell’intervento con un contenuto impatto logistico: ciò al fine di per garantire la continuità abitativa.

Claudio Cortella architetto, Sintec Associati, Sintec Home, giulia tamiazzo — Concorso di idee ARCA- ITEA - POLITECNICO di TORINO

Un’opportunità concreta e sostenibile che ben si presta anche ad essere “applicata” agli altri edifici del quartiere, realizzando in questo modo entro il fatidico 2020 un intero quartiere sostenibile.

Scuola Materna Dolzago - Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti

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Il progetto prevede la realizzazione di un edificio che, al piano terreno, ospiti tutti i locali relativi alle attività didattiche, di servizio e di amministrazione. L’ingresso si affaccia sul grande spazio comune polivalente attorno al quale si impostano le aule e gli ambienti di supporto alle attività didattiche. L’importanza di questo elemento risiede nella sua valenza sociale e pedagogica e nella sua versatilità funzionale che fa sì che questo ambiente possa essere utilizzato anche per attività culturali di interesse pubblico purché connesse al mondo della scuola.

Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti — Scuola Materna Dolzago

Vista dell'ingresso

I blocchi distinti garantiscono il massimo affaccio possibile verso l’esterno. Le sei aule si aprono verso il giardino circostante grazie alle grandi aperture vetrate. Agli ambienti si può accedere mediante ambiti che negano la tipologia del corridoio. Si tratta infatti di ampi spazi comuni che pur definendo molto chiaramente l’impostazione planimetrica dell’edificio non si limitano a soddisfare una semplice esigenza distributiva ma si arricchiscono di un valore connettivo che oltrepassa la semplice funzione. Lo schema planimetrico evidenzia l’ intrecciarsi di relazioni costanti pur nella netta distinzione delle funzioni. L’impianto planimetrico dichiara quindi che questo progetto vuole creare un’architettura “realmente sociale”, ovvero al servizio della comunità di bambini che la abiteranno.

Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti — Scuola Materna Dolzago

Il bambino e le sue esigenze sono continuamente al centro dell’attenzione di questo edificio. Un’ideale fascia trasparente, che “taglia” in orizzontale la costruzione, costituita in parte da vetrate fisse e da serramenti apribili definisce una sorta di zoccolatura di altezza non superiore a 210 cm, per trasmettere loro un senso di tranquillità e di serenità, di accoglienza e di protezione. La zoccolatura rafforza proprio il gioco di proporzioni volto a dare una percezione dell’edificio a misura di bambino.

Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti — Scuola Materna Dolzago

L’edificio è circondato da alberi e vegetazione autoctona che filtrano e modulano la luce del sole. Il verde svolge quindi una duplice funzione: microclimatica ed esornativa. Una parte del giardino sarà allestita per ospitare un piccolo orto dove i bambini possano dedicarsi alla coltivazione di erbe aromatiche. Una scalinata a gradoni può servire come sfondo per giochi improvvisati o come cavea all’aperto per piccoli spettacoli estivi. Quattro piazze esterne permettono l’uso del giardino anche dopo una pioggia.

Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti — Scuola Materna Dolzago

Aula piccola

Le aree attrezzate sono concentrate sul tetto in modo da non interferire con le aree libere al suolo. La copertura accoglie un giardino pensile, ideale estensione del giardino a piano terreno. Questo ulteriore spazio verde, oltre ad estendere la superficie di gioco per i bambini “dona” nuovamente al lotto la superficie “sottratta” dalla costruzione. I giochi saranno posizionati su questo giardino pensile, uno spazio sicuro, privato, raccolto, in modo da non ingombrare lo spazio davanti all’edificio, che può rimanere allo stato naturale, con vegetazione spontanea di flora locale.

Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti — Scuola Materna Dolzago

Il Vestibolo: spazio dell'accoglienza, dell'incontro e spogliatoio.

L’architettura prefigura un insieme organico di singole parti distinte che devono confluire in una composizione nella quale i frammenti si integrano, si sovrappongono e si giustificano in reciproca relazione tra di loro. In estrema sintesi, l’architettura esige l’unità del suo svolgimento ed il rigore nella sua composizione. Tutto deve condurre ad un obiettivo e nulla deve essere lasciato al caso. Ogni aspetto deve essere frutto di un’intenzione progettuale, anche l’eventuale fenomeno incidentale o discordante. Tutto ciò che risulta superfluo deve essere accantonato.

Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti — Scuola Materna Dolzago

Il giardino lato sud con la casa dell'energia a vista.

Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti — Scuola Materna Dolzago

tavola 1

Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti — Scuola Materna Dolzago

tavola 2

Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti — Scuola Materna Dolzago

tavola 3

Thore Schaier, Riccardo Salvi, Andrea Donetti — Scuola Materna Dolzago

tavola 4

CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO - Dario Oliva

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Il Comune di Latiano, proprietario di un fabbricato allo stato rustico della superficie di circa 1050 mq, intendeva completare la struttura e realizzare un impianto sportivo polifunzionale (basket e volley) che potesse garantire la pratica dello sport al coperto con la presenza di un piccolo pubblico di spettatori. Il fabbricato esistente, realizzato in cemento armato con struttura prefabbricata, era stato realizzato sulla base di un progetto generale di sistemazione dell’area che prevedeva la realizzazione per fasi dell’ impianto sportivo,comprendente il campo da gioco ed i servizi per gli atleti e per gli spettatori. La struttura prefabbricata esistente, destinata ad accogliere il campo da gioco, era stata oggetto di un primo lotto di lavori, sospesi poi per ragioni economiche.

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Il progetto di completamento dell’impianto riprende il layout distributivo del progetto iniziale, dotando la struttura dei necessari spazi attrezzati a servizio degli atleti e degli spettatori da realizzare in due corpi di fabbrica separati strutturalmente e funzionalmente, per un uso differenziato della struttura e nel rispetto delle normative.

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

L’obiettivo di miglioramento delle prestazioni energetiche ha suggerito di intervenire sull’involucro in calcestruzzo prefabbricato destinato al campo da gioco ed agli spettatori, prevedendo di rivestire i tamponamenti prefabbricati con pannellature in lega di alluminio, resistenti e durevoli, e prive di onerose manutenzioni. Il rivestimento di facciata si differenzia sui fronti rimarcando il prospetto principale, a nord, con una tipologia diversa di pannellature, integrate con il sistema delle vetrate. Tecnicamente, le facciate in alluminio sono ventilate al fine di abbattere le temperature superficiali interne.

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Parte dei tegoloni prefabbricati di copertura sarà rimossa e sostituita con strutture in policarbonato trasparente per favorire l’introspezione di luce naturale. Il campo da gioco e le finiture interne saranno realizzati nel rispetto delle normative CONI e delle federazioni sportive. Il progetto prende in considerazione le grandi alberature (platani, tigli) esistenti che svettano lungo il lato sud dell’area, ne incrementa il numero, e le organizza in un generale sistema del verde avente come obiettivi la caratterizzazione formale del polo sportivo e la mitigazione dell’impatto del volume della struttura prefabbricata esistente.

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

The District Council of Latiano, owner of an unfinished building with a surface of about 1050 square meters, intended to complete that structure to create a multipurpose sports centre (for basketball and volleyball) allowing the practice of indoor sports together with the presence of a limited audience. The existing building, made of a reinforced concrete prefabricated structure, had been built on the basis of a general project aimed at rearranging the surrounding area, which included a staged construction of a sports facility with playing court and services for athletes and spectators. Thus, the existing prefabricated structure, intended to accommodate the playing court, went through the initial stage of work, which was later suspended due to economic reasons. The project for the completion of the work keeps the initial building layout, and provides the structure with all the necessary spaces equipped to support athletes and spectators to be erected in two structurally and functionally separated buildings, so as to guarantee both a differentiated use of the structure and compliance with the regulations. The objective of improving energy efficiency suggested to intervene on the prefabricated concrete building envelope for housing the playing court and the spectators area, with the aim of cladding the curtain walls with aluminum alloy prefabricated panels, resistant and durable, and free of maintenance costs. The facade cladding is different on the two fronts, highlighting the main view of the north-facing side with a different type of panels, integrated with the glass wall system. Technically, the aluminum facades are ventilated in order to reduce the internal surface temperature. Part of the roofing shingle panels will be removed and replaced with transparent polycarbonate structures to facilitate natural lighting. The playing court and the interiors will be finished in compliance with the National Olympics Committee (CONI) and Sports Federation regulations. The project also increases the number of existing large trees (planes and limes) standing out along the southward side of the area, and arranges them into a broader, general green system aiming to formally characterize the sports center and to mitigate the impact of the existing prefabricated structure’s volume.

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

Dario Oliva — CENTRO SPORTIVO per il COMUNE di LATIANO

piazza fontana - MILANO - Nicola Masci

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Spazio espositivo in piazza Fontana a Milano

Nicola Masci — piazza fontana - MILANO

URBAN DESIGN IN CONTEST - ACIREALE: “NEW URBAN RACK” PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE - giuseppe raciti

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“lim_ONE”è una rastrelliera costituita da più elementi singoli, pensati appositamente per il comune di Acireale. L’idea, forse con un pizzico di nostalgia, nasce dalla rievocazione di quel periodo relativo alla storia della città che le ha conferito il titolo di “Riviera dei Limoni”, quando le sue campagne erano come adornate dai vivaci colori di questo splendido agrume tanto caro nella nostra area mediterranea: il limone.

giuseppe raciti — URBAN DESIGN IN CONTEST - ACIREALE: “NEW URBAN RACK” PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE

tavola in formato A1 contenente la proposta progettuale

La rastrelliera si compone, quindi, di quattro elementi indipendenti, distanziati 45 cm tra di loro, la cui sagoma vuole stilizzare l’immagine di un limone.

giuseppe raciti — URBAN DESIGN IN CONTEST - ACIREALE: “NEW URBAN RACK” PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE

logo

Si è cercato a tale proposito di esprimerne una sagoma che non si limitasse semplicemente a riproporre la forma del frutto ma, attraverso uno studio ed un procedimento costruttivo di tipo geometrico, ne potesse cogliere l’essenza stessa della forma, producendo un innovativo oggetto di arredo urbano e di design.

giuseppe raciti — URBAN DESIGN IN CONTEST - ACIREALE: “NEW URBAN RACK” PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE

concept

Dall’immagine di partenza di un ellisse, la cui proporzione tra gli assi è stata fissata in 6/7, si sono eseguite una serie di elaborazioni di rotazione e sottrazione, che hanno portano all’elemento finito; ognuno dei quattro elementi della rastrelliera si compone di una parte fissa ed una mobile.

giuseppe raciti — URBAN DESIGN IN CONTEST - ACIREALE: “NEW URBAN RACK” PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE

pianta, prospetti e sezione

La parte fissa, di colore giallo, è costituita da due piastre in acciaio, dello spessore di 6 mm, tagliate a laser, zincate a caldo (secondo norma UNI 1468) e verniciate a polveri epossidiche. Le piastre, distanziate tra di loro di 65 mm, accoglieranno la ruota anteriore del mezzo e saranno collegate per tre punti: alla base (con elemento di fissaggio al suolo), al centro (con elemento ferma ruota) ed in sommità (con perno rotante). Una parte mobile (di colore verde) costituita da due tondi pieni in acciaio, del diametro di 12 mm, sagomati, saldati e rotanti attorno al perno posto superiormente, ne completa il profilo, stilizzando la sagoma di una “foglia”. Tale elemento, visivamente leggero ma resistente, ha la funzione di assicurare il telaio della bicicletta alla struttura, evitando eventuali furti. Particolarità principale di tale collegamento consiste nel permettere il fissaggio di un lucchetto restando in posizione eretta, con maggiore comfort quindi, senza doversi chinare come avviene nelle rastrelliere di tipo classico.

giuseppe raciti — URBAN DESIGN IN CONTEST - ACIREALE: “NEW URBAN RACK” PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE

lim_ONE

Data la particolare conformazione ed i materiali utilizzati, lim_ONE necessita di una manutenzione pressocchè nulla, inoltre, per la sua ridottissima area di ingombro (77 mm x 260 mm) e per l’assenza di parti non accessibili direttamente, permette la costante pulizia del sito evitando l’accumulo di sporcizia.

giuseppe raciti — URBAN DESIGN IN CONTEST - ACIREALE: “NEW URBAN RACK” PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE

simulazione fotorealistica con inserimento della proposta progettuale sul sito di corso Umberto, presso piazza Duomo, Acireale

Il colore proposto per la verniciatura è principalmente il giallo (C: 0%, M: 0%, Y: 100%; K: 0%) per la parte fissa rappresentante il frutto ed il colore verde (C: 82%, M: 4%, Y: 100%; K: 1%). Non si escludono, comunque, tutte le tonalità di giallo che vanno dal “giallo oro”– “giallo ambra”, fino ad arrivare all’arancione, così come proposto nelle simulazioni fotografiche sulla tavola.

giuseppe raciti — URBAN DESIGN IN CONTEST - ACIREALE: “NEW URBAN RACK” PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE

simulazione fotorealistica con inserimento della proposta progettuale sul sito di corso Umberto, presso piazza Duomo, Acireale

giuseppe raciti — URBAN DESIGN IN CONTEST - ACIREALE: “NEW URBAN RACK” PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE

simulazione fotorealistica con inserimento della proposta progettuale sul sito di corso Umberto, presso piazza Garibaldi, Acireale

una casa a MILANO - Nicola Masci


Rilievi architettonici - Nicola Masci

Tesi di laurea - Riccardo Piccirillo

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“La scuola e` un luogo da cui si parte o un luogo dove si arriva?Per questa domanda inquietante non ho ancora trovato una risposta. Quando progetti una scuola, cominci pensando che avrai sette aule per seminari. . . Oppure si tratta di qualcosa d’altro, ossia di un luogo che e` fonte di ispirazione? Un luogo dove si conversa, imparando cosa significa conversare? Vi sara` posto per un camino? Vi saranno gallerie anzichè corridoi, perchè la galleria e` la vera aula degli studenti, dove l’allievo che non ha compreso del tutto cià che l’insegnante ha detto può dialogare con un compagno dotato di un udito migliore, e così entrambi possono imparare? Louis I. Kahn,1969

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

Schizzo di studio

La ricerca progettuale intorno all’edilizia scolastica `e un argomento di notevole attualità non soltanto in Italia. Essa dovrebbe mobilitare di pi `u per `o l’attenzione degli architetti, e dimostrarsi capace di seguire e di interpretare il continuo evolversi della scienza pedagogica. Allo stesso tempo il compito degli amministratori e dei legislatori dovrebbe essere rivolto alla preoccupazione suscitata dal costante e progressivo degrado delle istituzioni scolastiche e dei luoghi formativi. Inoltre i luoghi destinati alla formazione dei giovani dovrebbero non soltanto poter contare su più cospicui finanziamenti, ma rappresentare il baricentro della vita civile di una comunità. Invece, e` una prassi ormai diffusa quella che fa si che le costruzioni scolastiche vengano realizzate usufruendo di stanziamenti molto limitati e in aree marginali o nelle zone meno qualificate delle città. Si deve addirittura evidenziare, poi, che sono proprio gli edifici pro-gettati da architetti di fama a nascondere assetti tipologici antiquati che si rivelano totalmente inadeguati a soddisfare le esigenze didattiche. Non e` un caso che dietro la concezione delle scuole dell’infanzia reggiane, tra le pi `u studiate e apprezzate al mondo, non vi sia un architetto ma un pedagogista. Per raggiungere obiettivi di qualità ampiamente condivisi `e necessario che il progettista sia disponibile a misurarsi con un approccio pluri-disciplinare basato sul coinvolgimento, durante il processo progettuale, di educatori, psicologi e pedagogisti. E’ chiaro che il lavoro didattico svolto ha dovuto prescindere ampia-mente da queste considerazioni. Tuttavia esse hanno contribuito notevolmente ad orientare l’approccio progettuale. Cioè si è cercato sempre, sostenuti dalla normativa di riferimento, di porre al centro del lavoro le esigenze di coloro che ipoteticamente potrebbero fruire degli spazi immaginati. Altro punto importante, a sostegno dell’esercitazione, riguarda il fatto che l’architettura nell’ambiente costruito svolge un ruolo determinante nel recupero e/o nella formazione della “identità” di un luogo. Anche questo `e un fenomeno attuale che riguarda tutte le aree a forte concentrazione residenziale. Quelle aree che negli anni ’50 e ’60 sono state invase dalle lottizzazioni le quali hanno ingurgitato preesistenze naturali, emergenze monumentali e caratteri locali. Ci `o ha interessato in particolar modo anche la zona del fondo S. Giovanni, nella quale ricade l’area della nostra trasformazione urbana. Ci troviamo ai piedi del colle Palco, che ospita il castello dei Sanseverino, una zona leggermente in quota rispetto al resto della città, che per secoli `e rimasta fuori da qualsiasi intento edificatorio. Infatti `e dall’inizio degli anni 50 che si sono avute le trasformazioni urbanistiche pi `u rilevanti, con una serie di interventi di edilizia residenziale e scolastica. a zona, fino ai primi anni del dopoguerra, era caratterizzata dalla presenza rilevante del solo ex complesso conventuale di S. Giovan-ni in Palco. Risale, infatti, al 1960 la costruzione della scuola media e ginnasio “S. Tommaso d’Aquino” che insieme ad alcuni edifici di edilizia popolare chiude i lati, est, ovest e sud della piazza E. Imperio. E’ in quel periodo poi e con quelle trasformazioni che la “piazza” assumerà il suo aspetto definitivo: un vuoto indeterminato asfaltato contenitore e svincolo per automobili. Alle spalle di questo fatto urbano la città continua-va a crescere, estendendosi fino alla linea ferroviaria a sud, compresa tra i due limiti naturali del colle Palco a nord, e della collina Licenella a ovest. Nel 1973 viene realizzata un’altra scuola, confinante con la S.Tommaso D’Aquino, per l’istruzione primaria e materna. Risale invece agli anni ’90 l’inizio di un programma di opere pubbliche che vedrà la realizzazione di un parcheggio tra via Rimembranza e via G. Falcone e del progetto del parco pubblico “Il Boschetto”, ai piedi della collina Licinella, attualmente in corso d’opera. E’ questa l’area prescelta per il nostro studio, delimitata a est dal segmento di via Rimembranza, a sud dalla perpendicolare Via G. Falcone, a ovest dal “Boschetto” e a nord dal palazzo vanvitelliano. La ricerca ha preso le mosse dall’esigenza in primis di definire a scala urbanistica uno spazio piazza, capace di accogliere l’immagine municipale del palazzo e quella religiosa della chiesa. In virtù delle dimensioni dell’intero prospetto dell’ex monastero che misura circa 100 m per un’altezza di 18 m; e con la premessa che la morfologia della piazza moderna non può essere soggetta a regole rigidamente canonizzabili che non siano quelle generali della geometria e dell’architettura, si `e deciso di proporre uno spazio rettangolare, da pro-gettare, di circa 120 m x 50 m. Il compito di circondare questo spazio `e stato affidato a 2 volumi di edilizia residenziale che, fronteggiando il palazzo, chiudono in basso la piazza; a est la delimitazione `e garantita, invece, da un blocco residenziale a corte che sostituisce i due edifici esistenti. Il palazzo vanvitelliano chiude il terzo lato. A ovest, invece, la piazza `e delimitata da un filare di alberi, intesi come quinta necessaria per la “chiusura” dello spazio. Essi fanno parte di un’area sistemata a verde. La strada, che delimita il parco “Boschetto”, andrà a collegare la parte terminale del corso A. Diaz con la parte iniziale della strada per Ciorani. Proprio in questo punto di snodo si trova uno dei sentieri di accesso del futuro parco archeologico del castello di Mercato S. Severino. Subito dietro la nuova piazza, e` stato ritagliato, liberando l’area dalle strutture esistenti, un lotto quadrangolare di circa 17.000 mq, nel quale si inserisce il progetto della scuola. Il lotto segue strettamente la forma del-la città. L’andamento dei suoi lati `e dettato dalle direzioni delle strade che lo delimitano: via Rimembranza a est; via G. Falcone a sud; la nuova strada del parco a ovest; e infine una strada di progetto a nord. Nel dimensionamento della scuola, in termini di aule e sezioni, ci si e` riferiti alle dimensioni delle due scuole attualmente presenti nella zona. Dal censimento effettuato e` risultato che: la scuola media S. Tommaso D’Aquino e` frequentata da circa 580 alunni, quindi 8 sezioni articolate in 24 aule. Mentre la scuola E. Coppola e` composta da: 231 alunni, quindi 2 sezioni articolate in 10 aule per l’istruzione primaria; e da 77 bambini, quindi 3 sezioni per la formazione materna. Durante la progettazione queste dimensioni sono state rispettate tranne che per la scuola materna, per la quale si `e previsto soltanto 2 sezioni. Seguendo i dettami delle norme tecniche di attuazione della Legge 412 del 1975, si `e scelto un modulo base di 240 cm x 240 cm da utilizzare come matrice dimensionale per la progettazione al fine di consentire una omogeneità di impostazione sia sotto il profilo dimensionale che costruttivo. A questo punto si `e posto il problema della scuola, cioè individuare spazi architettonici capaci di caratterizzare e realizzare quei rapporti fra individui basilari per l’ordinamento scolastico. In generale due sono i cardini sui quali si impernia il problema della scuola: esigenze urbanistiche, ed esigenze pedagogiche la cui evoluzione, spesso parallela, determina, e ha determinato, l’organizzazione di questa. Pedagogia e urbanistica, quindi, ponendosi, come obiettivo comune, il superamento degli squilibri tra territori in sviluppo e quelli depressi, tra i diversi strati sociali, e quelli all’interno del tessuto delle città contemporanee, giungono alla definizione della scuola come “centro comunitario inteso come nucleo di qualificazione dinamico del territorio.” Nel nostro caso, l’intento urbanistico `e stato quello di “sistemare”, di ricucire con il nuovo, le fratture tra città e ambiente naturale, tra città e emergenze storiche, create con l’accaparramento fondiario, con la corsa alla lottizzazione, tipiche degli anni ’60. Il fatto poi che il nuovo per noi, è edilizia scolastica è un rafforzativo, per la definizione di cui sopra. Il progetto ha cercato di dare maggiore forza all’asse visivo rappresentato da via Rimembranza, che punta sul prospetto della chiesa di S. Giovanni, e sul nucleo longobardo del castello in alto. Ci `o attraverso la proposta di un “muro”, cioè una delimitazione netta per tutto il lato est del lotto. Questo corpo di fabbrica, pi `u basso rispetto al resto, e` l’interfaccia tra lo spazio esterno della città e quello interno della scuola. L’estradosso `e ovviamente praticabile; `e un terrazzo (pertinenza della scuola) che permette l’affaccio sulla città e sugli spazi aperti interni e alberati. Il prospetto esterno, interrotto soltanto dalle bucature degli ingressi dei cortili della scuola e delle attività non residenziali, `e rivestito intera-mente con lastre di pietra naturale per esaltarne la consistenza. Inoltre, all’interno questo corpo di fabbrica si svuota diventando portico per il parco della scuola elementare e materna; invece, per i due cortili della scuola media, e` semplicemente volume intonacato. Un altro obiettivo dello studio, `e stato quello di “dialogare” con il palazzo vanvitelliano, proponendo la soluzione dei cortili interni sistemati a verde. Il palazzo, infatti, si sviluppa interamente attorno alla centralità del chiostro e del cortile anche qui sistemato a verde dopo il restauro a memoria degli antichi orti dei frati Domenicani. Inoltre, così come verso il costruito si `e cercata la delimitazione, la separazione; allo stesso modo, a ovest verso il parco pubblico in costruzione, la scuola si apre completamente con le attrezzature collettive e quelle per l’educazione fisica. Queste, comuni sia alla scuola media sia a quella elementare, messe a disposizione della comunità esterna nelle ore extrascolastiche, “qualificano” la scuola in senso urbanistico. Per la progettazione `e opportuna una trattazione approfondita del dibattito sulle relazioni esistenti tra tipologia, pedagogia e architettura della scuola che in Italia, negli anni ’70, ha prodotto materiale di confronto. Non a caso le norme tecniche del 1975, alle quali si `e fatto riferimento, hanno notevolmente recepito quelle soluzioni spaziali e tipo-logiche che riflettono appieno le tendenze delle nuove richieste didattiche e pedagogiche. La scelta tipologica adottata, nel nostro studio, `e quella “a pettine” con le aule disposte in successione e disimpegnate da un corridoio collegato a un percorso di raccordo (galleria). Lo spazio dell’aula, che le nuove organizzazioni timidamente vogliono superare, non viene affatto cancellato dalla normativa. Infatti essa pro-pone il superamento dell’aula come ambiente chiuso e luogo primario di svolgimento delle attività didattiche. e esigenze dell’insegnamento attivo richiedono, innanzitutto, che l’aula assuma una dimensione maggiore, per consentire maggiore li-berta` di movimento e, che sia dotata di un proprio spazio verde. Il progetto, infatti, ha previsto tre corpi di fabbrica in direzione est/ovest contenenti le aule, i servizi e i collegamenti verticali (scale e ascensori). Le aule sono state dimensionate tenendo conto della superficie minima così come riportato dalla normativa (1,8 mq/alunno) con le vetrate ori-entrate a sud e aperte sugli spazi sistemati a verde e alberati. Il corpo di fabbrica perpendicolare ai bracci, in direzione nord/sud, `e composto da un corridoio-galleria, con alle estremità i due vestiboli di ingresso, vero elemento di congiunzione delle aule, i servizi e le attività complementari, con le attrezzature speciali e collettive (palestra e auditorium) e la scuola materna. La galleria dilatandosi verso est va a contenere, al piano terra gli spazi per le attività complementari (gli uffici, le direzioni didattiche, le sale insegnanti, gli atri e, al centro, la rampa di accesso alla palestra seminterrata) e, al primo piano le attività speciali per la scuola media (artistiche, tecniche, scientifiche e di gruppo) e la biblioteca comune. Inoltre si e` optato per le attività speciali per uno spazio aperto, continuo, con affaccio sui cortili interamente vetrato e orientato a est. Per `o, la mobilita` interna crea delle relazioni dirette tra una zona di lavoro e l’altra. Quindi si capisce subito quanto sia importante una qualificazione delle diverse aree, attraverso l’arredo fisso, i mobili, i sussidi alle attività pratiche, le attrezzature per le sperimentazioni e le ricerche, per evitare che il tutto si riduca a un unico ambiente indeterminato dove e` possibile fare tutto e niente. Questo ambiente si conclude a sud con la biblioteca, ovviamente, separata dal resto da un parete per ottenere il necessario grado di isolamento acustico e didattico che tale spazio richiede. Anche la biblioteca `e esposta a est con una vetrata che si apre sul prato alberato predisposto per i bambini della scuola elementare e della scuola materna. Quest’ultima, insieme al volume cuneiforme della palestra e a quello piramidale delle attività integrative, si pone, con il suo lato curvilineo, come eccezione alla rigida geometria di matrice razionalista del resto della composizione dove `e la regola che predomina. Così come, per la scuola media dell’obbligo e per la scuola elementare, l’aula rappresenta l’unità pedagogica minima, per la scuola materna `e la sezione a costituire l’unità pedagogica minima degli spazi per le attività dei bambini. Nel nostro caso `e stata studiata una sezione-tipo di poco pi `u di 115 mq lordi (3,5 mq/alunno) nella quale sono organizzate le varie attività (a tavolino, speciali e pratiche) così come previsto dalla normativa. Le due sezioni, in collegamento e tra loro speculari, si aprono sullo spazio per le attività libere attraverso partizioni mobili vetrate. La superficie per le attività libere `e comune alle due sezioni, ed e` illuminata dalla parete a tutta altezza in vetro-cemento, “forata” dalla porta dell’ingresso, che guarda a sud sul parco di cui ne segue il profilo. Infine lo sviluppo volumetrico dei due contenitori delle attività collettive, che si aprono alla comunità, `e una palese citazione della bellissima scuola progettata da V. De Feo nel 1968 a Terni. Qui De Feo conclude gli elementi funzionali della scuola, separati dai razionali volumi delle aule, con un volume definito da un piano inclinato continuo in gran parte percorribile, poichè si articola in gradinate rivolte verso i campi sportivi e ad un teatrino all’aperto. Il piano inclinato, inoltre, ruotando in testata, forma un corpo piramidale, che contiene l’aula magna, il quale si conclude con un precaria soluzione d’attacco con il terreno. Nel nostro caso, invece, si e` cercata l’interruzione e non la continuità, il distacco e non l’attacco con il terreno almeno per quel che riguarda l’auditorium. Il quarto di piramide della copertura, infatti, si interrompe ad un’altezza di 2.60 m rispetto alla quota di ingresso, peraltro a una quota inferiore rispetto al piano terra della scuola. Pertanto il piazzale esterno lastricato e pendente raccorda tale quota negativa dell’ingresso pubblico con la quota zero di progetto. Con il volume della palestra, invece, si ristabilisce la continuità con il terreno almeno per quello che riguarda la parte gradinata, in quanto la falda inclinata di copertura si interrompe laddove inizia a scendere la rampa a gradoni. Anche la quota di calpestio della palestra e dei servizi `e inferiore rispetto al piano terra della scuola, in questo caso, di 2.85 m. L’accesso a tale livello, in parte interrato, `e garantito oltre che da uno dei tre blocchi per i collegamenti verticali, dalla grande rampa interna centrale. Tutti i servizi della palestra sono stati sistemati al di sotto degli spalti con la possibilità anche di un accesso diretto, attraverso una rampa di scale, dai campi da gioco esterni. Per la copertura della palestra così come per l’auditorium sono state utilizzate, per la struttura portante, delle travi in legno lamellare, mentre il rivestimento di copertura prevede l’utilizzo di nastri di rame patinato. In definitiva si `e cercato di combinare due logiche architettoniche differenti: la prima, di chiaro stampo razionalista, articolata secondo il concatenamento di volumi puri; l’altra pi `u formalista carica di suggestioni plastiche si inserisce prevalentemente su percorsi espressionistici.

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

TAV.01

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

Tav.02

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

Tav.03

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

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Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

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Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

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Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

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Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

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Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

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Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

Tav.10

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

Tav.11

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

Tav.12

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

Tav.13

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

Modello

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

Modello

Riccardo Piccirillo — Tesi di laurea

Modello

Københavns Museum - Brisac Gonzalez

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The new museum will be within the existing Christian IV Bryghus that dates from 1608.

Brisac Gonzalez — Københavns Museum

Context

The proposal is of a light touch, meaning that all proposed changes are reparable. A new external core to the north allows for the three main floors to be completely uninterrupted by solid partitions. The floors are linked by a series of generous ramps that are placed between facing rows of tree-like timber columns.

Brisac Gonzalez — Københavns Museum

Ground floor

On levels 5 and 6 all floor boards will be removed thus exposing the soaring roof volume of the building. A metal walkway on top of the exposed beams of level 5 will provide access to existing roof mounted windows that afford spectacular views toward the city centre.

Brisac Gonzalez — Københavns Museum

Loft 1

Brisac Gonzalez — Københavns Museum

Loft 2

Brisac Gonzalez — Københavns Museum

Loft 3

Brisac Gonzalez — Københavns Museum

Loft 4

Brisac Gonzalez — Københavns Museum

Loft 5

Brisac Gonzalez — Københavns Museum

Model

Casa R - Claudio Cortella architetto

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L’intervento prevede la riqualificazione energetica ed architettonica di un piccolo edificio in legno che ha un elevato significato affettivo per la Committenza. L’intervento diventa occasione per reinterpretare il lessico compositivo del patrimonio rurale locale, coniugato in modo sobrio con il linguaggio architettonico attuale, proponendo un edificio semplice ed immediato nella lettura: un piccolo contenitore dell’abitare sotto ad una copertura ad ali di gabbiano.

Claudio Cortella architetto — Casa R

Incrociando la volumetria esistente, l’ampliamento realizzabile in base al quadro normativo vigente e l’altezza media ponderale, il progetto propone una pianta a base quadrata. Lo spazio interno viene diviso in zona giorno e zona notte-servizi: la suddivisione avviene attraverso una parete attrezzata che ospita la cucina.

Claudio Cortella architetto — Casa R

vista dell'edificio esistente

L’ingresso all’edificio avviene attraverso un portico, caratterizzato dalla presenza di un camino in muratura colorata, su cui verrà posata la bocca recuperata dal camino esistente che venne realizzato dai genitori della Committenza. Un ulteriore elemento di recupero della memoria.

Claudio Cortella architetto — Casa R

matrice distributiva interna

Per garantire ai locali interni il maggior apporto solare diurno, il progetto prevede una copertura ad ali di gabbiano, che consente di inserire lungo il perimetro dei serramenti più grandi. Ciò permette anche di dare più valore agli spazi interni, che pur nelle modeste dimensioni in pianta si affacciano sull’esterno con una maggiore ariosità.

Claudio Cortella architetto — Casa R

La sobrietà compositiva in pianta, si ritrova nei prospetti. L’idea è quella di attingere al patrimonio locale, che presenta alcuni materiali ricorrenti: in particolare il legno e l’intonaco in calce naturale, che una volta veniva prodotto direttamente nelle antiche “calchère”. Gli alzati sono caratterizzati da superfici “piene” intonacate, cui si alternano due pareti con un tamponamento in legno che recupera le tavole dell’edificio originario. Le aperture, distribuite equamente sui quattro lati, sono semplici, con serramenti in legno che vengono chiusi da ante d’oscuro in legno. Il nuovo edificio avrà una struttura portante in legno, mantenuta a vista internamente.

Claudio Cortella architetto — Casa R

La compattezza dimensionale e la forma con un ottimo rapporto superficie/volume, rappresentano la volontà di giungere alla realizzazione di un edificio che sia altamente performante dal punto di vista energetico, in modo che l’apporto di energia necessario al suo riscaldamento sia ridotto. I materiali isolanti proposti, l’impianto di riscaldamento a biomassa, i ragionamenti sull’inerzia termica e sullo sfasamento, contribuiranno a realizzare un elevato comfort ambientale senza ricorrere a combustibili fossili.

Claudio Cortella architetto — Casa R

Claudio Cortella architetto — Casa R

Claudio Cortella architetto — Casa R

Claudio Cortella architetto — Casa R

Suchet Sports Centre - Brisac Gonzalez

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Shortlisted competition for a Sports Centre comprising martial arts studios, fitness facilities and a climbing wall.

Brisac Gonzalez — Suchet Sports Centre

Exterior canopy

Brisac Gonzalez — Suchet Sports Centre

View over the sports hall

Brisac Gonzalez — Suchet Sports Centre

Site plan

Brisac Gonzalez — Suchet Sports Centre

Cross section

Brisac Gonzalez — Suchet Sports Centre

Entrance

Pietra Dolomia - enrico colosimo

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Alcune tipologie architettoniche, che hanno attraversato e rappresentato le più importanti epoche , si caratterizzarono, in Trentino per l’impiego della Pietra Dolomia come rivestimento esterno. A confronto un edificio religioso, una Villa Rinascimentale, due edifici tardo romanici. La Badia Civica di San Lorenzo, Villa Mersi, la Torre di Vigolo Basela un Edificio Civico in piazza Duomo a Trento, una Chiesa Barocca in Valle di Ledro.

enrico colosimo — Pietra Dolomia

Badia Civica di San Lorenzo (sec. XII), particolare di capitello, zona absidale

enrico colosimo — Pietra Dolomia

Villa Mersi, Trento, dettaglio di un portale

enrico colosimo — Pietra Dolomia

Edificio civico (sec XVI) piazza Duomo, Trento

enrico colosimo — Pietra Dolomia

Torre Campanaria (sec XIII),Vigolo Baselga

enrico colosimo — Pietra Dolomia

Portale di Chiesa Barocca, Valle di Ledro (Tn)

John Cranko School of Dance - Brisac Gonzalez

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Perched on top of the hill, partly carved into the ground, partly floating above, the new school emulates lightness.

Brisac Gonzalez — John Cranko School of Dance

Exterior

The stage emerging from the ground anchors the building. Stepping down in the landscape, the glazed foyer plays with changing scales from high to low spaces, below a series of suspended rooms, looking toward the city.

Brisac Gonzalez — John Cranko School of Dance

Central void

Connecting with the foyer, a central stair meanders through a large void cutting through the centre of the building, bringing light into its deep floor-plate.

Brisac Gonzalez — John Cranko School of Dance

Competition model

Low on the landscape, the building is wrapped in a facade of folded glass and translucent screens that breaks up its mass. Between day break and sun set, light penetrating through the façades and through the centre of the building change the character of its spaces.

Brisac Gonzalez — John Cranko School of Dance

Section

Brisac Gonzalez — John Cranko School of Dance

Section

Brisac Gonzalez — John Cranko School of Dance

Elevation

Brisac Gonzalez — John Cranko School of Dance

Elevation


Hersted Industrial Park Masterplan - Brisac Gonzalez, Maxwan

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Shortlisted competition entry for the Hersted Industrial Park Masterplan

Brisac Gonzalez, Maxwan — Hersted Industrial Park Masterplan

Masterplan

Brisac Gonzalez, Maxwan — Hersted Industrial Park Masterplan

Zoning

Brisac Gonzalez, Maxwan — Hersted Industrial Park Masterplan

Central campus

Brisac Gonzalez, Maxwan — Hersted Industrial Park Masterplan

Cyclist and pedestrian link

Brisac Gonzalez, Maxwan — Hersted Industrial Park Masterplan

Reuse of existing structures

Brisac Gonzalez, Maxwan — Hersted Industrial Park Masterplan

The boulevard

Brisac Gonzalez, Maxwan — Hersted Industrial Park Masterplan

West Park

Lot O4A Batignolles - Brisac Gonzalez

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Within the Clichy Batignolles masterplan on a very tight site between the dense urban fabric and an expansive park, a mixed- use project of extreme clarity and distinct resolution of detail and materials is created from the very demanding programmatic requirements of the client.

Brisac Gonzalez — Lot O4A Batignolles

Street

Along the new boulevard a host of large windows on a two storey base building reveal the different activities: housing, education, sport, and commerce. Above the base, a nine storey building contains different apartment units ranging from studios to four bedroom maisonnettes on the top floors. A shared roof terrace connects the two buildings.

Brisac Gonzalez — Lot O4A Batignolles

School Courtyard

Brisac Gonzalez — Lot O4A Batignolles

Housing façade

Brisac Gonzalez — Lot O4A Batignolles

Housing façade

Brisac Gonzalez — Lot O4A Batignolles

School circulation

Brisac Gonzalez — Lot O4A Batignolles

School library

Brisac Gonzalez — Lot O4A Batignolles

Sports Hall

Brisac Gonzalez — Lot O4A Batignolles

Dance room

Casa M+C: L'arte dentro casa - francesco franchini

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L’appartamento è situato in una delle zone residenziali più belle di Firenze: le colline sopra Porta Romana e il Poggio Imperiale. La casa si presentava in pessime condizioni: un anonimo appartamento degli anni ‘50 grande e completamente trascurato composto da un ingresso su quale si affacciava il salotto, una camera e un piccolo tinello-cucina da cui si accedeva al bel giardino di proprietà e poi a seguire un lunghissimo corridoio che serviva le rimanenti due camere e l’unico bagno della casa. Conoscendo bene i proprietari è risultato subito evidente che sarebbe stato necessario reinventare lo spazio in chiave moderna creando ambienti fluidi che accogliessero i numerosi dipinti di proprietà come una galleria d’arte personale dove pezzi di design e modernariato trovano posto accanto a mobili antichi. La generosa metratura – più di 120 mq netti – ha permesso di rivoluzionare l’assetto distributivo, realizzare un secondo bagno e creare un ampia zona giorno openspace. Quinte in muratura, controsoffitti e arredi ben posizionati hanno delimitato senza barriere visive i vari ambienti: la cucina, il grande tavolo da pranzo disegnato dall’architetto recuperando e assemblando come un patchwork plance di parquet di varie essenze, il salotto. Il pavimento è un unico “tappeto” di eco resina monocomponente dal colore neutro perfetta per esaltare quadri, oggetti d’antiquariato e di design. Entrati in casa una parete leggermente inclinata che accoglie diversi dipinti genera un ambiente dinamico che separa immediatamente la zona giorno da quella più riservata. Una quinta scenica in resina rigata di color blu intenso ci conduce gradualmente nella zona notte attraverso uno studio, un blocco di servizi e poi a seguire il bagno e le due camere da letto. La stanza padronale priva di armadiature è intima e riservata filtrata dalla cabina armadio che garantisce privacy senza bisogno di porte. Il parquet in rovere Pur Vintage a plance di 19 cm contraddistingue tutti questi ambienti. I due bagni sono completamente rivestiti in resina. Il bagno della zona giorno è concepito come una grande “vasca” blu dove i sanitari staccano con il loro colore bianco. Il piano lavabo e la vasca in muratura resinata sono stati realizzati su disegno dell’architetto. Il bagno della zona notte anch’esso bicolore è caratterizzato da una ampia doccia che occupa tutta la parte finale e delimitata da un grande cristallo perfettamente incassato a pavimento e in parete. Una veletta rivestita in resina effetto “ferro corten” illumina tutto il bagno e unisce visivamente il piano lavabo, i sanitari e la doccia. L’illuminazione è stata concepita per generare spazio e valorizzare gli oggetti esposti.

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

francesco franchini — Casa M+C: L'arte dentro casa

XBOX ONE PARTY - LOAD laboratorio officina architettura design, IAMABEAN, MAGN3T

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Per lanciare sul mercato la sua nuova consolle Microsoft ha voluto creare un evento di presentazione memorabile.

LOAD    laboratorio officina architettura design, IAMABEAN, MAGN3T — XBOX ONE PARTY

Vista dall'alto. Milano 21 11 2013.

Il concetto di “next”, di nuovo inizio, è stato interpretato visivamente attraverso un counter che si è freezzato sullo 00:00:01 e ha segnato l’inizio di una nuova era dell’intrattenimento.

LOAD    laboratorio officina architettura design, IAMABEAN, MAGN3T — XBOX ONE PARTY

La nuova era dell'intrattenimento ha inizio.

Una volta scattato il primo secondo di questa nuova era, accompagnata da giochi di luce e laser, è stata rivelata la nuova Xbox One, in una location postindustriale dal sapore futuristico e fluo.

LOAD    laboratorio officina architettura design, IAMABEAN, MAGN3T — XBOX ONE PARTY

Tema della serata: luci laser verdi.

Al termine della presentazione, la location buia allestita con sedute e luci verdi fluo, banconi luminosi e postazioni di prova ha dato vita al party tanto atteso, caratterizzato da performance live e dj set.

LOAD    laboratorio officina architettura design, IAMABEAN, MAGN3T — XBOX ONE PARTY

Il momento del "reveal".

LOAD    laboratorio officina architettura design, IAMABEAN, MAGN3T — XBOX ONE PARTY

LOAD    laboratorio officina architettura design, IAMABEAN, MAGN3T — XBOX ONE PARTY

Skin_dj set.

"C" HOUSE - Liborio Fabio Cannarozzo

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Il progetto prevede la realizzazione di un area antistante l’abitazione, che serve la residenza durante gli aspetti ricreativi e funzionali che la necessitano. Il sito è ubicato nelle campagne limitrofe di Enna, dove si respirano i profumi della vegetazione mediterranea e dove l’occhio si perde tra le onde di grano delle colline dell’entroterra siculo. L’idea progettuale è quella di realizzare un area che leghi l’abitazione vera e prorpia con la parte più naturale del lotto, e nello stesso tempo assolvere la funzione principale di zona “lunch” e ricreativa durante la stagione primaverile ed estiva. La suddetta area di forma rettangolare, esposta principalmete ad ovest, nord, e sud, è schermata da muri perimetrali, che occludono lo sguardo verso il basso, ma indirizzano e obbligano l’osservatore a guardare verso l’alto, verso l’orizzonte. Predominano i materiali naturali, si è cercato di contrapporre allo stile rustico della campagna ennese, uno stile più moderno, che cercassero comunque di dialogare con le preesistenze, con elementi d’eccezzione che ne facessero da legante, come l’ampio muro in pietra. Si è ricercato uno stile minimalista, e nella sua semplicità anche elegante. L’area si divide in tre spazi principali, quella più ampia, destinata ad essere non solo uno spazio ricreativo, e di relax, ma anche da legante tra l’area barbecue e lavoro con la zona “lunch” individuata da un gazebo in legno lamellare coperto da teli bianchi. Anche la cura per l’impianto illuminotecnico, ha cercato di valorizzare l’area anche durante le ore notturne, con luci soffuse, ad illuminare determinati elementi piuttosto che altri, come ad esempio la fonte d’acqua illmuminata da led, incassata a pavimento, creando un atmosfera che dia uno stato di benessere a chi lo vive.

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

Liborio Fabio Cannarozzo — "C" HOUSE

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