La facciata della Basilica di San Mauro è di epoca successiva all’edificazione della chiesa (1606), presenta dimensioni e senso di ariosa spazialità in armonia con il tempio.
L’intera facciata è in tufo intonacato e tinteggiato, arricchito di numerosi stucchi in gesso ed epigrafi marmoree: è suddivisa in due ordini di cui il primo, quello inferiore, è ripartito in cinque spazi dei quali i tre centrali corrispondono alla navata centrale e alle cappelle laterali. Il basamento di circa 180 cm è in piperno al di sopra del quale vi è un’altra fascia marmorea (marmo bianco di Carrara) di 40 cm. La quota interna della chiesa a 70 cm più alta rispetto al sagrato e l’accesso è garantito dai gradini, sempre in piperno, che arricchiscono ulteriormente il basamento. L’ingresso centrale ( arricchito nel 2000 da un portale in bronzo istoriato con scene di vita di San Mauro) con ornia in pietra marmorea è a timpano curvilineo sormontato da un fregio con stemma di Casoria e arricchito da un bassorilievo in gesso e da un’epigrafe marmorea; è inquadrato da due colonne che, su un alto piedistallo, con basi e capitelli compositi, sorreggono la trabeazione ed il timpano curvo spezzato. Anche i due portali laterali sono con ornia in pietra marmorea e timpano curvilineo, meno ricchi di quello centrale; sono inquadrati da lesene baccellate delle stesse dimensioni delle colonne centrali che sorreggono la trabeazione continua su tutta la facciata. I portali laterali sono realizzati in lastre di ferro decorate con disegni geometrici applicate su supporto ligneo. I due spazi laterali, estremi e simmetrici sono caratterizzati da cornici in gesso che inquadrano epigrafi di marmo, anche per le campate laterali lesene baccellate le inquadrano sorreggendo la trabeazione. Il secondo ordine, limitato alla larghezza della navata è raccordato con un elemento curvilineo al pilastrino terminale, un finestrone rettangolare sormontato da una lunetta, si inserisce nel timpano spezzato sottostante ed è inquadrato, insieme a due nicchie laterali, da quat¬tro lesene baccellate, che riprendono lo schema compositivo del piano inferiore e sorreggono la trabeazione ed il timpano terminale sempre decorato da stucchi.
© Antonietta Cristiano . Published on January 08, 2014.
STATO DI CONSERVAZIONE
Sulla facciata della basilica di San Mauro sono presenti diverse forme di degrado oggi ancora più evidenti dal momento che non vi sono tracce di un precedente restauro a meno di quello degli anni ‘90 che riguardò esclusivamente l’interno della chiesa.
La tipologia di degrado più diffusa è il deposito superficiale evidente su quasi l’intera facciata dovuto all’accumulo di materiali estranei di varia natura, soprattutto polvere e guano a spessore variabile e causato per lo più dal forte inquinamento dovuto alla congestione del traffico veicolare cittadino che si concentra in largo San Mauro. Lungo le cornici in pietra dei portali d’ingresso e in corrispondenza dei gradini, nonché lungo tutta la cornice del timpano terminale, si notano fenomeni di degradazione differenziale, essa si manifesta come un deperimento della superficie marmorea o di gesso dovuto per lo più agli agenti atmosferici. In numerose parti poi vi sono fenomeni di distacco dell’intonaco superficiale dovuto sia a fessurazioni (le quali non riguardano necessariamente una lesione di tipo strutturale ma piuttosto una perdita di soluzione di continuità del substrato dovuta ad assestamenti dell’apparato murario e dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura), sia ad errori di posa in opera che, insieme all’azione degli agenti atmosferici, hanno contribuito al deterioramento della pellicola pittorica fino ad interessare lo strato superficiale di intonaco. Alcune fessurazioni si registrano lungo le cornici in pietra degli ingressi laterali dovute stavolta a problemi di natura strutturale probabilmente a causa degli assestamenti scaturiti dai precedenti interventi di restauro che videro il rifacimento del tetto della chiesa eseguito smontando interamente il soffitto cassettonato. Il basamento in piperno, oltre alla presenza di depositi superficiali è interessato da diffusi fenomeni di esfoliazione provocati dall’azione degli agenti atmosferici e da un possibile movimento d’acqua presente all’interno del substrato. In corrispondenza delle aree intonacate altro fenomeno diffuso è la presenza di macchie, ovvero di alterazioni pigmentarie dovute sia al deposito superficiale sia, in molti casi, ad atti di vandalismo. Lungo la cornice più sporgente della trabeazione e in corrispondenza dei raccordi curvilinei con le colonnine laterali e all’altezza del timpano terminale, copiose sono le tracce di umidità riscontrate, sono causate da un deterioramento della guaina impermeabile e da un’errata esecuzione dell’impermeabilizzazione, questa patologia di degrado ha dato forma alla patina biologica che si manifesta come strato sottile aderente alla superficie e di colore verdastro, insieme a questo fenomeno si riscontra una fitta presenza di vegetazione che, a causa della presenza di umidità accresce sempre di più.
Il pristino stato della facciata verrà garantito attraverso soluzioni disparate associate al tipo di degrado e alle diverse tipologie materiche su cui il degrado è manifesto. La prima fase di intervento riguarderà la soluzione ai diffusi problemi di fessurazione sia superficiali (quelli presenti sulla superficie intonacata) che profondi (quelli presenti sulle cornici dei portali laterali). Per le parti intonacate verrà eseguito un precosolidamento atto a migliorare la coesione del materiale alterato e la sua adesione al substrato sano, successivamente si provvederà alla stuccatura per ripristinare la continuità superficiale del materiale e in fine la ridipintura a cui seguirà la velatura e la protezione finale della superfici mediante prodotti che si consumino al suo posto, eseguita con materiali trasparenti che non modifichino le caratteristiche cromatiche della superficie. Per le fessurazioni presenti sulle parti in pietra verranno eseguiti saggi tali da assicurare che le fessure presenti non si associno a più grossi fenomeni di lesioni strutturali, in seguito si provvederà ad una stuccatura delle parti mancanti con materiali idonei e garantito il consolidamento e la protezione finale. Terminata questa fase, si passerà alla soluzione dei problemi di umidità mediante la realizzazione di una nuova guaina impermeabile associata ad una pulitura meccanica delle parti in cui è evidente la presenza di vegetazione e ad una disinfezione delle aree interessate da patina biologica mediante la rimozione delle colonie vive poco aderenti al substrato e alla disinfezione della superficie con prodotti chimici ad azione biocida specifici per le diverse specie biologiche. Successivamente si potrà passare alla pulizia dell’intera facciata con spazzole e aspiratori ed eseguire nuovi intonaci laddove i distacchi presenti sulle parti intonacate hanno provocato la perdita di materiale e lo strato superficiale risulta pericolante, in tal caso, non potendo eseguire il preconsolidamento delle parti superficiali pericolanti al substrato (caso in cui vi siano stati errori di posa e quindi l’intonaco risulta di per sé poco aderente alla base in tufo), si provvederà al anche al rifacimento dell’intonaco murario. Per assicurare che l’intervento di restauro duri il più a lungo possibile occorrerà rimuovere tutte le cause che nel tempo hanno deturpato la facciata, una di queste è ad esempio la presenza costante di piccioni che lungo tutto l’arco della giornata si appostano sui cornicioni e sulle modanature provocando spesso danni irreparabili. Ad uopo è prevista la realizzazione di un sofisticato sistema elettrico antivolatile che, non invasivo, assicurerà che i piccioni vadano altrove.
CAMPANILE
Sul lato destro della facciata si erge il campanile, interamente in tufo a vista, edificato, in luogo di quello preesistente, nel 1827. Esso è a pianta quadrata alto 37 m. e diviso in quattro ordini di cui, quello inferiore, con il portale di accesso realizzato con lastra di ferro appoggiata a supporto ligneo e sormontata da una grata in ferro lavorata, è a scarpa, senza alcuna decorazione a meno di una fascia in piperno che ne arricchisce il basamento. Dal primo all’ultimo ordine vi è una variazione sia dello spessore murario sia delle dimensioni dei lati, il campanile presenta una rastremazione man mano che si sale partendo dalle dimensioni di 9 m di lato per la base a 6,70 m per l’ultimo livello. I vari ordini sono ritmati da una serie di cornici costituite da conci di tufo opportunamente lavorati: il primo piano si imposta su di una cornice marcapiano a toro; per ciascuno dei tre livelli e lati è ricavato un finestrone sagomato ad arco, tutti i finestroni sono collocati al centro di ogni lato e in asse sono completamente aperti a meno di una grata in ferro: in corrispondenza degli squarci, i mattoni di tufo lasciano il posto ai mattoni pieni di laterizio a meno dell’ultimo ordine in cui, anche gli squarci sono realizzati in tufo. Al primo livello vi è solo una bucatura, quella sulla facciata principale, per i restanti tre lati non vi sono bucature ma le fasce di mattoni pieni sono collocate in modo da lasciar intendere un disegno di finestrone (con buona probabilità la scelta di non bucare gli altri tre lati al primo livello è motivata dal voler rafforzare l’importanza della facciata principale rispetto alle altre, infatti anche per l’ingresso al campanile vi è un unico portone proprio sulla facciata principale). Su ciascuna delle facce del secondo e terzo ordine, sono sistemate lesene con basi prive di capitelli che inquadrano i finestroni che sorreggono la trabeazione. Questo motivo viene ripetuto, con alcune varianti nello sviluppo verticale e, all’ultimo ordine le lesene che sorreggono la trabeazione, qui arricchita da mensole, terminano in capitelli realizzati con mattoni pieni di laterizio. La copertura è piana e realizzata con nervature metalliche e voltine di mattoni attualmente murate; un gabbiotto, fuoriuscente di circa 50 cm costituisce la copertura di una botola con apertura scorrevole per l’uscita verso l’esterno. La fruizione interna del campanile avviene per mezzo di una scala in ferro poco agevole in diversi punti (in particolare in corrispondenza della quota interna a +1928 cm e a +3500 cm in cui la scala tradizionale lascia il posto alla scala pioli), costruita durante i restauri della chiesa, a sostituzione della prima interamente in legno della quale restano visibili gli appoggi nella muratura di tufo; la scala ha una struttura portante in acciaio zincato, composta da profili a C ed HE da 160 con pedate e pianerottoli in grigliato elettrofuso, ha una larghezza di 90 cm con pianerottoli di sosta da 140 cm. In corrispondenza del terzo ordine sono collocate tre campane di diversa grandezza, azionate elettricamente: la più grande è sistemata, mediante una robusta intelaiatura con travi IPE 210 al centro, mentre le altre due sono collocate in corrispondenza dei finestroni e sono ben visibili dall’esterno.
STATO DI CONSERVAZIONE
Sotto il profilo statico il campanile non presenta segni di ferite. Le cornici e i marcapiano sono interessati da fenomeni di erosione, alveolizzazione e mancanze, queste ultime riscontrate soprattutto negli angoli dove l’azione del vento è più forte. Lungo le cornici marcapiano e le basi delle lesene vi sono evidenti depositi superficiali, soprattutto guano e polveri da inquinamento; a causa delle piogge e quindi del deposito di umidità che si concentra lungo le cornici marcapiano, si nota un cospicuo deposito di patina biologica e, lungo l’attaccatura a terra, quest’ultima si accompagna ad una fitta vegetazione. Per eliminare il fenomeno della patina biologica verrà eseguita una disinfezione mediante la rimozione delle colonie vive poco aderenti al substrato e la disinfezione della superficie con prodotti chimici ad azione biocida specifici per le diverse specie biologiche, in seguito la superficie verrà pulita mediante acque e spazzole di saggina, poco si potrà fare per i fenomeni di erosione e di alveolizzazione superficiali ma per le alveolizzazioni più profonde si provvederà al consolidamento mediante la ricostruzione del cemento della pietra alterata con prodotti impregnanti inorganici, in seguito si eseguirà la stuccatura mediante triturazione, eseguita a mano, della pietra di tufo, aiutando l’impasto ottenuto miscelando polveri di marmo o pietre colorate per raggiungere il colore desiderato, verrà apposta una velatura ed in fine la protezione finale con prodotti che si consumino al suo posto, eseguita con materiali trasparenti che non modifichino le caratteristiche cromatiche della pietra, la stessa procedura, a partire dalla stuccatura verrà riservata alle zone con mancanze evidenti come gli spigoli. Per eliminare i depositi superficiali si provvederà, a seconda delle aree di intervento ad eseguire un’accurata pulitura meccanica con bisturi o spazzole o vibroincisori. Anche per il campanile come per la chiesa la presenza di volatili ha provocato danni a volte irreparabili, a soluzione del problema il sistema elettrico antivolatile si estenderà anche al campanile mentre per evitare che anche i più piccoli volatili possano penetrare all’interno dello stesso sono state progettate nuove grate antintrusione. Le nuove grate saranno realizzate con profili al elle in acciaio estruso e cavi tesi in acciaio, orizzontali con interasse di circa 10 cm, mentre una rete di protezione in nylon sarà posta all’intradosso delle grata assicurando che insetti o volatili non penetrino all’interno. Il progetto di restauro prevede la sostituzione delle scale a pioli in corrispondenza dei livelli +19,28 m e +35 m (allegato 1); la sostituzione avverrà mediante l’inserimento di rampanti realizzati con la stessa tecnologia già presente per il resto della scala, ovvero carpenteria in acciaio zincato con profili a C ed HE da 160 e gradini e pianerottoli in grigliato elettrofuso da 3 cm, il tutto tenendo conto delle travi che sorreggono la campana centrale. La botola che garantisce l’accesso in copertura sarà sostituita da una nuova botola e apribile mediante sistema elettrico, la nuova botola sarà più grande della precedente in quanto la sostituzione della scala a pioli con una rampa inclinata, prevede l’ampliamento del vano uscita del solaio di copertura naturalmente eseguito seguendo lo stesso verso del precedente e non arrecando danni alla statica del fabbricato in quanto la copertura è realizzata con travetti di ferro e voltine in mattoni secondo la disposizione indicata nei disegni e per la quale l’ampliamento del vano di uscita è eseguito lungo la direzione dei travetti e non perpendicolarmente ad essi quindi non comporta sconvolgimenti statici inoltre è previsto un nuovo sistema di impianto parafulmine. Dovendo intervenire sulla copertura e dovendo ampliare il vano d’uscita è prevista una nuova pavimentazione con relativa impermeabilizzazione.
SAGRATO
Il sagrato comprende un’area di circa 200 mq, è posto ad una quota di circa 20 cm rispetto alla piazza. Nella forma sembra seguire l’andamento della facciata della chiesa, è simmetrico, più ampio in corrispondenza della basilica, si assottiglia in corrispondenza del campanile e della cappella del Buon Consiglio. E’ in basalto e probabilmente è stato ampliato nel dopoguerra. Da alcune foto storiche della chiesa il sagrato appare solo pertinente allo sviluppo orizzontale della chiesa e sicuramente più basso di come appare oggi che si estende anche alla cappella laterale e al campanile, inoltre non vi era la cancellata; durante i lavori che negli anni la piazza ha subito deve essere stato abbassato il livello per cui il sagrato risulta più alto. Osservando accuratamente la pavimentazione si nota come la parte centrale sia probabilmente più recente della laterale (sebbene quest’ultima sia stata inserita nel dopoguerra), questo perché i conci, posti a cardamone sono perfettamente squadrati a differenza dei laterali che invece risultano irregolari e molto più consunti. La cancellata è in ferro battuto con elementi di raccordo verticali in ghisa che fungono anche da corpi illuminanti.
Lo stato di conservazione del sagrato è piuttosto preoccupante, i fenomeni di degrado presenti riguardano esclusivamente deposito superficiale, patina biologica e presenza di vegetazione inoltre, molte sono le mancanze di materia registrate soprattutto in corrispondenza delle aree prossime alla facciata della chiesa. Il fenomeno più evidente è sicuramente la presenza di vegetazione, và rimossa ma, per fronteggiare il problema della patina biologica a cui si rimanda ogni volta che vi sono fenomeni di umidità, occorrerà in molti punti sollevare i basoli e provvedere, dopo averli numerati e puliti, a disinfestare il terreno dai batteri e provvedere ad integrare le parti mancanti. Per la cancellata è prevista la rimozione totale delle ridipinture sovrappostesi nel tempo e un successivo trattamento con appositi prodotti contro l’ossidazione e preparazione alle mani di finitura per una pitturazione finale che si avvicini di più ai colori tradizionali del periodo di costruzione della chiesa.