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140 Franklin - AA Studio

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140 Franklin Street is one of Manhattan’s most spectacular Romanesque Revival buildings. Located in the center of TriBeCa, the 70,000 sq. ft., 6-story yellow brick structure trimmed in yellow terracotta was designed in 1889 by the architect Albert Wagner. Sanba spearheaded the renovation of this building into 14 large-scale, high-end residential condominium lofts. The lofts and penthouses range in size from 3021-6,226 sq. ft. The kitchens and closets have been designed in conjunction with Varenna, an Italian manufacturer.

AA Studio — 140 Franklin

AA Studio — 140 Franklin

AA Studio — 140 Franklin

AA Studio — 140 Franklin

AA Studio — 140 Franklin


56 Thomas - AA Studio

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A 6-story residential condominium in the heart of TriBeCa, 56 Thomas Street was the first development downtown to feature custom European kitchens by Varenna of Poliform, bathrooms with mosaic Bisazza tiles and specially designed passage doors. Special attention was paid to the lighting system, with lightcoves, halogen down lights and track lighting throughout the finished lofts. Sanba also built a small penthouse addition with a terrace, connected to the floor below.

AA Studio — 56 Thomas

AA Studio — 56 Thomas

AA Studio — 56 Thomas

AA Studio — 56 Thomas

AA Studio — 56 Thomas

Aquazul - AA Studio

Hermitage - AA Studio

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A ten-story contemporary addition to an existing townhouse, located in Manhattan’s Upper West Side. The project consists of eleven high-end loft apartments, facing Riverside Park.

AA Studio — Hermitage

AA Studio — Hermitage

AA Studio — Hermitage

AA Studio — Hermitage

Progetto di restauro della facciata con annessi campanile e sagrato della Basilica di San mauro Abate in Casoria - Antonietta Cristiano

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La facciata della Basilica di San Mauro è di epoca successiva all’edificazione della chiesa (1606), presenta dimensioni e senso di ariosa spazialità in armonia con il tempio. L’intera facciata è in tufo intonacato e tinteggiato, arricchito di numerosi stucchi in gesso ed epigrafi marmoree: è suddivisa in due ordini di cui il primo, quello inferiore, è ripartito in cinque spazi dei quali i tre centrali corrispondono alla navata centrale e alle cappelle laterali. Il basamento di circa 180 cm è in piperno al di sopra del quale vi è un’altra fascia marmorea (marmo bianco di Carrara) di 40 cm. La quota interna della chiesa a 70 cm più alta rispetto al sagrato e l’accesso è garantito dai gradini, sempre in piperno, che arricchiscono ulteriormente il basamento. L’ingresso centrale ( arricchito nel 2000 da un portale in bronzo istoriato con scene di vita di San Mauro) con ornia in pietra marmorea è a timpano curvilineo sormontato da un fregio con stemma di Casoria e arricchito da un bassorilievo in gesso e da un’epigrafe marmorea; è inquadrato da due colonne che, su un alto piedistallo, con basi e capitelli compositi, sorreggono la trabeazione ed il timpano curvo spezzato. Anche i due portali laterali sono con ornia in pietra marmorea e timpano curvilineo, meno ricchi di quello centrale; sono inquadrati da lesene baccellate delle stesse dimensioni delle colonne centrali che sorreggono la trabeazione continua su tutta la facciata. I portali laterali sono realizzati in lastre di ferro decorate con disegni geometrici applicate su supporto ligneo. I due spazi laterali, estremi e simmetrici sono caratterizzati da cornici in gesso che inquadrano epigrafi di marmo, anche per le campate laterali lesene baccellate le inquadrano sorreggendo la trabeazione. Il secondo ordine, limitato alla larghezza della navata è raccordato con un elemento curvilineo al pilastrino terminale, un finestrone rettangolare sormontato da una lunetta, si inserisce nel timpano spezzato sottostante ed è inquadrato, insieme a due nicchie laterali, da quat¬tro lesene baccellate, che riprendono lo schema compositivo del piano inferiore e sorreggono la trabeazione ed il timpano terminale sempre decorato da stucchi.

Antonietta Cristiano — Progetto di restauro della facciata con annessi campanile e sagrato della Basilica di San mauro Abate in Casoria

STATO DI CONSERVAZIONE Sulla facciata della basilica di San Mauro sono presenti diverse forme di degrado oggi ancora più evidenti dal momento che non vi sono tracce di un precedente restauro a meno di quello degli anni ‘90 che riguardò esclusivamente l’interno della chiesa. La tipologia di degrado più diffusa è il deposito superficiale evidente su quasi l’intera facciata dovuto all’accumulo di materiali estranei di varia natura, soprattutto polvere e guano a spessore variabile e causato per lo più dal forte inquinamento dovuto alla congestione del traffico veicolare cittadino che si concentra in largo San Mauro. Lungo le cornici in pietra dei portali d’ingresso e in corrispondenza dei gradini, nonché lungo tutta la cornice del timpano terminale, si notano fenomeni di degradazione differenziale, essa si manifesta come un deperimento della superficie marmorea o di gesso dovuto per lo più agli agenti atmosferici. In numerose parti poi vi sono fenomeni di distacco dell’intonaco superficiale dovuto sia a fessurazioni (le quali non riguardano necessariamente una lesione di tipo strutturale ma piuttosto una perdita di soluzione di continuità del substrato dovuta ad assestamenti dell’apparato murario e dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura), sia ad errori di posa in opera che, insieme all’azione degli agenti atmosferici, hanno contribuito al deterioramento della pellicola pittorica fino ad interessare lo strato superficiale di intonaco. Alcune fessurazioni si registrano lungo le cornici in pietra degli ingressi laterali dovute stavolta a problemi di natura strutturale probabilmente a causa degli assestamenti scaturiti dai precedenti interventi di restauro che videro il rifacimento del tetto della chiesa eseguito smontando interamente il soffitto cassettonato. Il basamento in piperno, oltre alla presenza di depositi superficiali è interessato da diffusi fenomeni di esfoliazione provocati dall’azione degli agenti atmosferici e da un possibile movimento d’acqua presente all’interno del substrato. In corrispondenza delle aree intonacate altro fenomeno diffuso è la presenza di macchie, ovvero di alterazioni pigmentarie dovute sia al deposito superficiale sia, in molti casi, ad atti di vandalismo. Lungo la cornice più sporgente della trabeazione e in corrispondenza dei raccordi curvilinei con le colonnine laterali e all’altezza del timpano terminale, copiose sono le tracce di umidità riscontrate, sono causate da un deterioramento della guaina impermeabile e da un’errata esecuzione dell’impermeabilizzazione, questa patologia di degrado ha dato forma alla patina biologica che si manifesta come strato sottile aderente alla superficie e di colore verdastro, insieme a questo fenomeno si riscontra una fitta presenza di vegetazione che, a causa della presenza di umidità accresce sempre di più. Il pristino stato della facciata verrà garantito attraverso soluzioni disparate associate al tipo di degrado e alle diverse tipologie materiche su cui il degrado è manifesto. La prima fase di intervento riguarderà la soluzione ai diffusi problemi di fessurazione sia superficiali (quelli presenti sulla superficie intonacata) che profondi (quelli presenti sulle cornici dei portali laterali). Per le parti intonacate verrà eseguito un precosolidamento atto a migliorare la coesione del materiale alterato e la sua adesione al substrato sano, successivamente si provvederà alla stuccatura per ripristinare la continuità superficiale del materiale e in fine la ridipintura a cui seguirà la velatura e la protezione finale della superfici mediante prodotti che si consumino al suo posto, eseguita con materiali trasparenti che non modifichino le caratteristiche cromatiche della superficie. Per le fessurazioni presenti sulle parti in pietra verranno eseguiti saggi tali da assicurare che le fessure presenti non si associno a più grossi fenomeni di lesioni strutturali, in seguito si provvederà ad una stuccatura delle parti mancanti con materiali idonei e garantito il consolidamento e la protezione finale. Terminata questa fase, si passerà alla soluzione dei problemi di umidità mediante la realizzazione di una nuova guaina impermeabile associata ad una pulitura meccanica delle parti in cui è evidente la presenza di vegetazione e ad una disinfezione delle aree interessate da patina biologica mediante la rimozione delle colonie vive poco aderenti al substrato e alla disinfezione della superficie con prodotti chimici ad azione biocida specifici per le diverse specie biologiche. Successivamente si potrà passare alla pulizia dell’intera facciata con spazzole e aspiratori ed eseguire nuovi intonaci laddove i distacchi presenti sulle parti intonacate hanno provocato la perdita di materiale e lo strato superficiale risulta pericolante, in tal caso, non potendo eseguire il preconsolidamento delle parti superficiali pericolanti al substrato (caso in cui vi siano stati errori di posa e quindi l’intonaco risulta di per sé poco aderente alla base in tufo), si provvederà al anche al rifacimento dell’intonaco murario. Per assicurare che l’intervento di restauro duri il più a lungo possibile occorrerà rimuovere tutte le cause che nel tempo hanno deturpato la facciata, una di queste è ad esempio la presenza costante di piccioni che lungo tutto l’arco della giornata si appostano sui cornicioni e sulle modanature provocando spesso danni irreparabili. Ad uopo è prevista la realizzazione di un sofisticato sistema elettrico antivolatile che, non invasivo, assicurerà che i piccioni vadano altrove.

CAMPANILE Sul lato destro della facciata si erge il campanile, interamente in tufo a vista, edificato, in luogo di quello preesistente, nel 1827. Esso è a pianta quadrata alto 37 m. e diviso in quattro ordini di cui, quello inferiore, con il portale di accesso realizzato con lastra di ferro appoggiata a supporto ligneo e sormontata da una grata in ferro lavorata, è a scarpa, senza alcuna decorazione a meno di una fascia in piperno che ne arricchisce il basamento. Dal primo all’ultimo ordine vi è una variazione sia dello spessore murario sia delle dimensioni dei lati, il campanile presenta una rastremazione man mano che si sale partendo dalle dimensioni di 9 m di lato per la base a 6,70 m per l’ultimo livello. I vari ordini sono ritmati da una serie di cornici costituite da conci di tufo opportunamente lavorati: il primo piano si imposta su di una cornice marcapiano a toro; per ciascuno dei tre livelli e lati è ricavato un finestrone sagomato ad arco, tutti i finestroni sono collocati al centro di ogni lato e in asse sono completamente aperti a meno di una grata in ferro: in corrispondenza degli squarci, i mattoni di tufo lasciano il posto ai mattoni pieni di laterizio a meno dell’ultimo ordine in cui, anche gli squarci sono realizzati in tufo. Al primo livello vi è solo una bucatura, quella sulla facciata principale, per i restanti tre lati non vi sono bucature ma le fasce di mattoni pieni sono collocate in modo da lasciar intendere un disegno di finestrone (con buona probabilità la scelta di non bucare gli altri tre lati al primo livello è motivata dal voler rafforzare l’importanza della facciata principale rispetto alle altre, infatti anche per l’ingresso al campanile vi è un unico portone proprio sulla facciata principale). Su ciascuna delle facce del secondo e terzo ordine, sono sistemate lesene con basi prive di capitelli che inquadrano i finestroni che sorreggono la trabeazione. Questo motivo viene ripetuto, con alcune varianti nello sviluppo verticale e, all’ultimo ordine le lesene che sorreggono la trabeazione, qui arricchita da mensole, terminano in capitelli realizzati con mattoni pieni di laterizio. La copertura è piana e realizzata con nervature metalliche e voltine di mattoni attualmente murate; un gabbiotto, fuoriuscente di circa 50 cm costituisce la copertura di una botola con apertura scorrevole per l’uscita verso l’esterno. La fruizione interna del campanile avviene per mezzo di una scala in ferro poco agevole in diversi punti (in particolare in corrispondenza della quota interna a +1928 cm e a +3500 cm in cui la scala tradizionale lascia il posto alla scala pioli), costruita durante i restauri della chiesa, a sostituzione della prima interamente in legno della quale restano visibili gli appoggi nella muratura di tufo; la scala ha una struttura portante in acciaio zincato, composta da profili a C ed HE da 160 con pedate e pianerottoli in grigliato elettrofuso, ha una larghezza di 90 cm con pianerottoli di sosta da 140 cm. In corrispondenza del terzo ordine sono collocate tre campane di diversa grandezza, azionate elettricamente: la più grande è sistemata, mediante una robusta intelaiatura con travi IPE 210 al centro, mentre le altre due sono collocate in corrispondenza dei finestroni e sono ben visibili dall’esterno.

STATO DI CONSERVAZIONE Sotto il profilo statico il campanile non presenta segni di ferite. Le cornici e i marcapiano sono interessati da fenomeni di erosione, alveolizzazione e mancanze, queste ultime riscontrate soprattutto negli angoli dove l’azione del vento è più forte. Lungo le cornici marcapiano e le basi delle lesene vi sono evidenti depositi superficiali, soprattutto guano e polveri da inquinamento; a causa delle piogge e quindi del deposito di umidità che si concentra lungo le cornici marcapiano, si nota un cospicuo deposito di patina biologica e, lungo l’attaccatura a terra, quest’ultima si accompagna ad una fitta vegetazione. Per eliminare il fenomeno della patina biologica verrà eseguita una disinfezione mediante la rimozione delle colonie vive poco aderenti al substrato e la disinfezione della superficie con prodotti chimici ad azione biocida specifici per le diverse specie biologiche, in seguito la superficie verrà pulita mediante acque e spazzole di saggina, poco si potrà fare per i fenomeni di erosione e di alveolizzazione superficiali ma per le alveolizzazioni più profonde si provvederà al consolidamento mediante la ricostruzione del cemento della pietra alterata con prodotti impregnanti inorganici, in seguito si eseguirà la stuccatura mediante triturazione, eseguita a mano, della pietra di tufo, aiutando l’impasto ottenuto miscelando polveri di marmo o pietre colorate per raggiungere il colore desiderato, verrà apposta una velatura ed in fine la protezione finale con prodotti che si consumino al suo posto, eseguita con materiali trasparenti che non modifichino le caratteristiche cromatiche della pietra, la stessa procedura, a partire dalla stuccatura verrà riservata alle zone con mancanze evidenti come gli spigoli. Per eliminare i depositi superficiali si provvederà, a seconda delle aree di intervento ad eseguire un’accurata pulitura meccanica con bisturi o spazzole o vibroincisori. Anche per il campanile come per la chiesa la presenza di volatili ha provocato danni a volte irreparabili, a soluzione del problema il sistema elettrico antivolatile si estenderà anche al campanile mentre per evitare che anche i più piccoli volatili possano penetrare all’interno dello stesso sono state progettate nuove grate antintrusione. Le nuove grate saranno realizzate con profili al elle in acciaio estruso e cavi tesi in acciaio, orizzontali con interasse di circa 10 cm, mentre una rete di protezione in nylon sarà posta all’intradosso delle grata assicurando che insetti o volatili non penetrino all’interno. Il progetto di restauro prevede la sostituzione delle scale a pioli in corrispondenza dei livelli +19,28 m e +35 m (allegato 1); la sostituzione avverrà mediante l’inserimento di rampanti realizzati con la stessa tecnologia già presente per il resto della scala, ovvero carpenteria in acciaio zincato con profili a C ed HE da 160 e gradini e pianerottoli in grigliato elettrofuso da 3 cm, il tutto tenendo conto delle travi che sorreggono la campana centrale. La botola che garantisce l’accesso in copertura sarà sostituita da una nuova botola e apribile mediante sistema elettrico, la nuova botola sarà più grande della precedente in quanto la sostituzione della scala a pioli con una rampa inclinata, prevede l’ampliamento del vano uscita del solaio di copertura naturalmente eseguito seguendo lo stesso verso del precedente e non arrecando danni alla statica del fabbricato in quanto la copertura è realizzata con travetti di ferro e voltine in mattoni secondo la disposizione indicata nei disegni e per la quale l’ampliamento del vano di uscita è eseguito lungo la direzione dei travetti e non perpendicolarmente ad essi quindi non comporta sconvolgimenti statici inoltre è previsto un nuovo sistema di impianto parafulmine. Dovendo intervenire sulla copertura e dovendo ampliare il vano d’uscita è prevista una nuova pavimentazione con relativa impermeabilizzazione.

SAGRATO Il sagrato comprende un’area di circa 200 mq, è posto ad una quota di circa 20 cm rispetto alla piazza. Nella forma sembra seguire l’andamento della facciata della chiesa, è simmetrico, più ampio in corrispondenza della basilica, si assottiglia in corrispondenza del campanile e della cappella del Buon Consiglio. E’ in basalto e probabilmente è stato ampliato nel dopoguerra. Da alcune foto storiche della chiesa il sagrato appare solo pertinente allo sviluppo orizzontale della chiesa e sicuramente più basso di come appare oggi che si estende anche alla cappella laterale e al campanile, inoltre non vi era la cancellata; durante i lavori che negli anni la piazza ha subito deve essere stato abbassato il livello per cui il sagrato risulta più alto. Osservando accuratamente la pavimentazione si nota come la parte centrale sia probabilmente più recente della laterale (sebbene quest’ultima sia stata inserita nel dopoguerra), questo perché i conci, posti a cardamone sono perfettamente squadrati a differenza dei laterali che invece risultano irregolari e molto più consunti. La cancellata è in ferro battuto con elementi di raccordo verticali in ghisa che fungono anche da corpi illuminanti. Lo stato di conservazione del sagrato è piuttosto preoccupante, i fenomeni di degrado presenti riguardano esclusivamente deposito superficiale, patina biologica e presenza di vegetazione inoltre, molte sono le mancanze di materia registrate soprattutto in corrispondenza delle aree prossime alla facciata della chiesa. Il fenomeno più evidente è sicuramente la presenza di vegetazione, và rimossa ma, per fronteggiare il problema della patina biologica a cui si rimanda ogni volta che vi sono fenomeni di umidità, occorrerà in molti punti sollevare i basoli e provvedere, dopo averli numerati e puliti, a disinfestare il terreno dai batteri e provvedere ad integrare le parti mancanti. Per la cancellata è prevista la rimozione totale delle ridipinture sovrappostesi nel tempo e un successivo trattamento con appositi prodotti contro l’ossidazione e preparazione alle mani di finitura per una pitturazione finale che si avvicini di più ai colori tradizionali del periodo di costruzione della chiesa.

Distretto Sociosanitario e Struttura Polivalente per l’Aggregazione Giovanile - mP.Settanta

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L’intervento ha previsto la realizzazione della nuova sede del Distretto Sociosanitario e di una Struttura Polivalente per l’Aggregazione Giovanile nel quartiere dell’Oltreletimbro a Savona. Il progetto fa parte di un intervento strategico a scala più ampia, il Contratto di Quartiere, che, promosso dall’Amministrazione Comunale ed approvato e finanziato dalla Regione Liguria e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha condotto alla riqualificazione complessiva del quartiere, attraverso una serie di realizzazioni sia private che, come in questo caso, pubbliche.

mP.Settanta — Distretto Sociosanitario e Struttura Polivalente per l’Aggregazione Giovanile

L’intervento rappresenta l’occasione per inserire un importante servizio pubblico nel quartiere di piazzale Moroni che, da quando è sorto negli anni ‘50, soffre per la propria natura di agglomerato a destinazione esclusivamente residenziale, dipendente dal centro cittadino per quasi tutti i servizi terziari e pubblici. Oggi la situazione sta gradualmente cambiando: piazzale Moroni sta trovando finalmente un proprio equilibrio, una propria identità.

mP.Settanta — Distretto Sociosanitario e Struttura Polivalente per l’Aggregazione Giovanile

Con questo intervento si completa un edificio pubblico da tempo esistente e non finito, così da diventare polo dei servizi pubblici del quartiere. Il fabbricato ospita da molti anni, al piano superiore, l’asilo nido e la scuola materna, mentre il piano inferiore, dove si colloca il distretto, era rimasto a lungo inutilizzato e incompleto.

mP.Settanta — Distretto Sociosanitario e Struttura Polivalente per l’Aggregazione Giovanile

I serramenti, a tutt’altezza, di dimensioni diverse, tagliano in successione la muratura perimetrale, un codice a barre di identificazione della nuova architettura.

mP.Settanta — Distretto Sociosanitario e Struttura Polivalente per l’Aggregazione Giovanile

All’interno gli spazi sono divisi secondo le esigenze dei soggetti utilizzatori. Un controsoffitto in cartongesso ospita gli apparecchi illuminanti. Gli studi musicali sono dotati di opportuni sistemi e materiali fonoassorbenti per massimizzare la resa del suono sia in fase di produzione che di ascolto, e fonoisolanti, per evitare che il suono si propaghi e possa recare disturbo alle altre attività pubbliche insediate nel complesso.

mP.Settanta — Distretto Sociosanitario e Struttura Polivalente per l’Aggregazione Giovanile

mP.Settanta — Distretto Sociosanitario e Struttura Polivalente per l’Aggregazione Giovanile

mP.Settanta — Distretto Sociosanitario e Struttura Polivalente per l’Aggregazione Giovanile

mP.Settanta — Distretto Sociosanitario e Struttura Polivalente per l’Aggregazione Giovanile

PORTO AGRICOLO - Jonathan Galli, Emiliano Capasso, Roberto Alesi, Serafino D'Emidio, Serena Armandi, Giammario Volatili

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Il progetto si fonda su un approccio di tipo iconico. Esso infatti nasce intorno ad un immagine. Gli elementi costitutivi di questa “immagine” e quindi dell’idea di progetto e della sua genesi compositiva sono: la volontà di recuperare un rapporto con la memoria dell’antica destinazione dell’area, cioè quella di porto urbano, l’intento di creare una nuova polarità fondata sui flussi sociali urbani. Si ripropone in chiave futuribile l’immagine del vecchio “Porto di Mare”, in “Porto Agricolo”. Si è voluto infatti creare una zona rur-urbana dove sono netti i margini tra artificio e natura.

Jonathan Galli, Emiliano Capasso, Roberto Alesi, Serafino D'Emidio, Serena Armandi, Giammario Volatili — PORTO AGRICOLO

vista del co-housing e parco agricolo

Un luogo dove si sintetizzi in un unico disegno l’identità delle due anime dell’area, integrando stili di vita e andamenti socio-urbani, con un interazione reticolare e multicentrica che definisce nuovi luoghi centrali per generare nuovi usi basati sulla comunicazione e interazione dei suoi abitanti.

Jonathan Galli, Emiliano Capasso, Roberto Alesi, Serafino D'Emidio, Serena Armandi, Giammario Volatili — PORTO AGRICOLO

concept

Un grande segno urbano funge da elemento di packaging dell’esistente: racchiude e unifica i vecchi edifici non demoliti e i nuovi, pensato sia come una rete di percorsi che crea nuove prospettive e nuovi modi di vivere l’area, sia come un segno urbano che da un’impronta forte all’area caratterizzandone masterplan, skyline e percezioni sensoriali dovute alle differenti quote che lo caratterizzano.

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A competere con il segno principale, ma in rapporto di subalternità, sia in termini di quota che di trattamenti materici, è invece la Green Belt. Essa traccia un percorso verde naturale attraversando la zona agricola e creando una connessione necessaria tra l’est e l’ovest dell’area. Si interconnette con la rete dei percorsi che partono dalla parte sottostante della copertura. Percorsi che creano spazi geometrici, assimilabili agli spazi che si creano in prossimità dei canali agricoli locali: i campi dell’agricoltura e le risaie. Geometrie in grado di ospitare polifuzioni, e differenti configurazioni dello spazio. Il progetto verte sul concetto di malleabilità degli spazi: la scelta del container come elemento modulare infatti permette di creare molteplici e differenti tipologie di aggregazione che possono soddisfare le esigenze delle attività che vi si insediano.

Jonathan Galli, Emiliano Capasso, Roberto Alesi, Serafino D'Emidio, Serena Armandi, Giammario Volatili — PORTO AGRICOLO

Mobilità e sistema del verde

Questa adattabilitàè finalizzata per soddisfare sia le esigenze delle imprese che andranno ad insediarsi nel territorio, sia quelle del grande bacino di utenza che usufruirà di questi spazi durante tutto l’arco della giornata e delle varie stagioni, creando un area artigianale in grado di essere uno spazio da scrivere nel futuro. Inoltre si concretizza negli spazi verdi e dell’agricoltura: nel parco Cassinis, nei percorsi principali e secondari che si possono connettere a passerelle modulari. Le quali tracciano sul verde differenti soluzioni per differenti attività e necessità, dalla produzione alla didattica, dalle funzioni agricole a quelle sociali.

Jonathan Galli, Emiliano Capasso, Roberto Alesi, Serafino D'Emidio, Serena Armandi, Giammario Volatili — PORTO AGRICOLO

Esistendo un rapporto dal punto di vista storico tra l’area e l’acqua, il progetto in sostanza, tramite una superficie sopraelevata, vuole simboleggiare una grande banchina portuale, che si affaccia su di un “mare agricolo”, riunificando la frammentazione creata dai segni del passato, e dando risposte concrete e qualità all’area. E’ una banchina dove attraccano le diverse attività progettate, che si spostano, vanno via, ritornano, e cambiano come se fossero tante barche all’interno di un porto. Inoltre questa nuova area di Milano è stata concepita in maniera tale che diventi tendenzialmente autonoma in ambito energetico, grazie ad impianti di energie rinnovabili: fotovoltaico, solare, solare termico, posizionati sui tetti degli edifici e sulla superficie stessa. Eolico a sud, adiacente all’ area della discarica in fase di bonifica, dove abbiamo pensato di limitare le coltivazioni agricole, a favore di coltivazioni botaniche e floreali; dove è possibile percorrere sentieri pubblici e godere il verde. Dove è possibile in contemporanea avere anche un attenzione per il riciclo e la depurazione delle acque bianche e meteoriche per mezzo di fitodepurazioni. Molto importanti sono anche le tecniche bio-climatiche applicate, come l‘ orientamento, lo studio dei venti prevalenti e l’irraggiamento solare per un confort passivo dei futuri residenti. Un grande disegno urbano, caratterizzato da una varietà architettonica basata su regole comuni, produce edifici con una forte caratterizzazione individuale, in una visione omogenea. Il “gate” agricolo della città, valorizza la filiera corta e garantisce un rapporto diverso con la natura per tutta Milano.

Jonathan Galli, Emiliano Capasso, Roberto Alesi, Serafino D'Emidio, Serena Armandi, Giammario Volatili — PORTO AGRICOLO

Housing, completamento del quartiere Mazzini

Jonathan Galli, Emiliano Capasso, Roberto Alesi, Serafino D'Emidio, Serena Armandi, Giammario Volatili — PORTO AGRICOLO

Uffici e servizi

Home staging - Antonella Trerotoli, Sergio Nitti

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L’home staging consiste in un veloce ed economico intervento di restyling per un appartamento, in vista di un contratto di vendita o affitto, volto a valorizzare gli interni di un appartamento. In questo preciso caso si è dato valore ai dettagli decorativi ed al colore inserendo arredi di recupero.

Antonella Trerotoli, Sergio Nitti — Home staging

PRIMA e DOPO

La contrattazione risulta, pertanto, più veloce e proficua.

Antonella Trerotoli, Sergio Nitti — Home staging

PRIMA e DOPO

Antonella Trerotoli, Sergio Nitti — Home staging

PRIMA e DOPO

Antonella Trerotoli, Sergio Nitti — Home staging

PRIMA e DOPO

Antonella Trerotoli, Sergio Nitti — Home staging

PRIMA e DOPO


Marithé+ François Girbaud - Donatella Ermanni, Andrea Piatti

social green housing - dianarchitecture, Piccolo Antonio, Sorrentino Odoardo

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The project is part of an urban setting with a high social character. The close correlation with the park La Sagrera present in the western part places the area of intervention in a key position and strategic compared to the multitude of streams that are concentrated near the site. The park becomes a central element in the project, because its linear structure connects in the south, with the Sant Andreu district of Barcelona city center, while in the northern part extends into the Trinitat Vella Park being extended down to the banks of the river Besòs. To the east and south-east of the lot there is a large industrial area, which, in an urban context in which they are not identifiable details and relevant architectural features, results to be, in our opinion, the only system with well-defined characteristics and recognizable. In fact, in an attempt to create a connection to urban and architectural relationship with this area, the tracks of the factories are prolonged until the batch of project they construct the basic framework on which they are born of the terraces of different heights, which sometimes contain gardens or gardens, sometimes paved squares with pools of water, and still others the buildings themselves. In the inner part of the lot, in this game of offsets of shares, are the architectures of the social-housing-essential (45 square meters), the nursing home for the elderly and office tower in the north. On the western edge of the lot is positioned the cue of social-housing (90sqm) that relies on the structure of the terraced basement, breaking away from the ground, giving both visual and perceptual continuity between the linear park of La Sagrera and that of the project. In this particular system assume considerable importance public spaces and those of aggregation. The project idea was to associate the private spaces of individual accommodation areas aggregative semi-private (or semi-public) consisting of paths, rest areas or small hanging gardens which overlook the inputs of housing. These areas, in their turn, are reconnected with public greater dimension. The succession of space areas of private, semi-private and public, put in close relation to each other, represents for us an efficient architecture that can answer to the question of collective life. Another important aspect of the project is related to the sustainability of the entire site, which is not so much relatable to the various intervention techniques that can make a place or an eco-friendly, the attitude and behavior of people (stimulated by well-defined spaces in the design phase and innovative techniques and comfortable for those who use it) towards a sustainable living. We trigger with our choices of “virtuous” behavior with great results in terms of energy saving and consequent reduction of environmental impact, at virtually no additional cost compared to standard solutions more expensive and even less efficient.

dianarchitecture, Piccolo Antonio, Sorrentino Odoardo — social green housing

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dianarchitecture, Piccolo Antonio, Sorrentino Odoardo — social green housing

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dianarchitecture, Piccolo Antonio, Sorrentino Odoardo — social green housing

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dianarchitecture, Piccolo Antonio, Sorrentino Odoardo — social green housing

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building the quietness - Luca Belatti, Enrico Casagni, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni, Giulio Margheri

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The characterizing inadequacy of the residential buildings from the postwar age stimulates researches that try to respond to different kinds of housing needs, dictated by new user profiles, new ways and times of living the apartment, as well as different possibilities in terms of aggregation and sharing of spaces. At the same time, the common technological obsolescence requires a strategic intervention for reducing high consumption levels caused by the metabolic behavior of the referenced heritage, following the date of construction. Architecture requalification is therefore becoming a major topic in contemporary debate, identifying in public housing a potential ground where to combine actions aimed at improving both the functional and distribution structure of the existing apartments and a typological renewal, with introduction of new units. This careful consideration prepares the ground for identifying new ways of building requalification, in the sense of “constructing on the constructed”, where the object of requalification, the existent city system, becomes itself new building and transformable area. This is an alternative attitude to the tabula rasa, and it identifies as “new city” not only the city built on virgin soil but also the one resulting from needs critically applied on the “old city”. After all, as argued by Aldo Rossi, the city can be defined only referring to time and space, its evolution parameters, even if “who lives in the same city slowly gets used to this transformation, but nonetheless this transformation is not less real” (Rossi, 1995). These considerations are confirmed also by the latest interpretations of the strategic concept Architecture as Resource (Petzet, 2012), where buildings have been rethought as a starting point, as a resource on and with which to trigger urban regeneration strategies. This requires a deep knowledge of the object of intervention, whether it’s a building in the suburbs or in old city centers, so to know the real residue quality. Whether buildings are part of historical cities or of the suburbs, or whether they are public or private, they always have to be analyzed as part of a greater system, and not as alone entities: it’s system made of many systems, characterized by the issues of contemporary cities, from urban scale to technological scale. This comparison can be an occasion to operate surface or volume transformations, and address design towards approaches that contribute in a sustainable way to urban development, using the available resources of the heritage and starting policies of densification that strengthen the centrality of the city system. This unfolds a series of considerations on intervention rules, on constraints and potentialities of the preexisting, that can generate transformations on buildings and on the urban context. Therefore, starting from the observation that city changes in time in different ways and by transformation of its architecture and its voids, these modifications are influenced both by architectural composition rules belonging to buildings and by the relation system that these trigger with the surrounding reality, that is the city itself. The suggestion to use existing buildings as new soil to transform is realized extending the architectural object, by means of a process that develops outside of the building, going beyond the original limit. Here, in this inhabited perimeter of the building, are focused most of the typological and technological experimentations, responding to comfort and energy saving issues, and also providing new space and fruition quality. This strategic operating from the outside can occur in many ways: • Integration of new elements directly on the building curtain, where additional volumes can be incorporated (expansion or insertion of a filter space; insertion of a complementary function to housing); • Insertion of new parts in the original structure, introducing new buildings or more additional units in discontinuity points in the preexistent housing system (on a non usable roof, on a blind portion of the building or on its unresolved end).

Luca Belatti, Enrico Casagni, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni, Giulio Margheri — building the quietness

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Luca Belatti, Enrico Casagni, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni, Giulio Margheri — building the quietness

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Luca Belatti, Enrico Casagni, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni, Giulio Margheri — building the quietness

Luca Belatti, Enrico Casagni, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni, Giulio Margheri — building the quietness

Environmental strategy

Luca Belatti, Enrico Casagni, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni, Giulio Margheri — building the quietness

Lodgings

Luca Belatti, Enrico Casagni, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni, Giulio Margheri — building the quietness

common ground

Luca Belatti, Enrico Casagni, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni, Giulio Margheri — building the quietness

parking

Luca Belatti, Enrico Casagni, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni, Giulio Margheri — building the quietness

Courtyard

Luca Belatti, Enrico Casagni, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni, Giulio Margheri — building the quietness

common ground

Camino - Marco Feriani

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Realizzazione di un camino a camera aperta rivestito in mattoni di cotto e in biancone con finitura bocciardata.

Marco Feriani — Camino

Marco Feriani — Camino

Marco Feriani — Camino

Fasi realizzative del camino.

Marco Feriani — Camino

Biancone finitura bocciardata per rivestimento del piano camino.

UN ATOLLO SOSPESO - Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello

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Un segno architettonico forte che diventa un simbolo e tratto distintivo di tutta la composizione, ma anche elemento generatore dell’intero impianto, non solo per la valenza estetica ma anche per le caratteristiche funzionali; un atollo sospeso nel vuoto, un belvedere dal monolitico volume circolare in calcestruzzo che si estrude dal centro di una piscina dalla forma sinuosa; il bordo a sfioro non pone ostacoli alla particolare disposizione della struttura. La morbidezza della piscina è evidenziata dagli elementi della pavimentazione chiari e squadrati. L’edificio vero e proprio dalla forma allungata, si sviluppa longitudinalmente affiancando quasi parallelamente la piscina.

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello — UN ATOLLO SOSPESO

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello — UN ATOLLO SOSPESO

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello — UN ATOLLO SOSPESO

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello — UN ATOLLO SOSPESO

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello — UN ATOLLO SOSPESO

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello — UN ATOLLO SOSPESO

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello — UN ATOLLO SOSPESO

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello — UN ATOLLO SOSPESO

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello — UN ATOLLO SOSPESO

Villa della Regina - ACDM architetti, Andrea Laserpe

Europan 12 Hammarö - federico colella, Hugo Vargas

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“Time is but the stream I go a-fishing in. I drink at it; but while I drink I see the sandy bottom and detect how shallow it is. Its thin current slides away, but eternity remains.”(H.D.Thoreau-Walden) “Every landscape has histories, and every history has landscapes”(Sonja Duempelmann)

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

skyline moon

We can see Hammarö territory like a sum of different systems: Urban, Architectural, Mobility, Landscape and Social. Every layer is defined by a very strong connection with nature, that is the Identity of the place and its inhabitants. Natural processes are the driving force of the project, considering nature by three different apectss: environment, heritage and time.

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

phases

Project considers connection an re-connection like the most important available tools to generate a new natural equilibrium in the place.Actually existing buildings are not connected with the environment. The lack of pedestrians, bikes and mobility has created an abandoned landscape. Environment and its ecological balance can be restored developing a new paths system between lagoon and the future town center, between nature and community.

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

Ecopath

This project will create meaning and feeling by wing elements of the historic heritage of the land. Utilizing the existing structures as an outline for the development, project will allow a permanent urbanistic and architectonic design strategy ready to future growth or decrease of the area. Future development will incorporate cultural elements to the existing urban plan. This heritage of Hammaro concerns:The existence of pavilions with its old uses; the presence of the long-time paths and its connection between lagoon, farm and towns; typical Swedish rural Landscape with his woods and fields. Design strategy regenerates all these physical characters achieving a restored cultural landscape.

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

birdeye

At last the project gives prominence to the Time like expression of nature and life cycle, and not like an economical parameter. Project doesn’t look for a fast urbanism, a totally solved masterplan with a new well-defined urban form. To produce an organic and healthy Hammaro community, we need time and a progressive growth. For an efficient integration of the proposal with social and economical environment, the growth will be divided in different phases like an important resource, not only as an economic point of view, but an opportunity to development architecture with logical of maximum flexibility and progressive adaption. Duration of every phase should depend from natural rhythms of social and economical growth.

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

Used tools are rehabilitation and recycling of existing buildings, urban structures and landscape. This project is trying to achieve a model of development that will conserve and adapt the original buildings as main idea to rejuvenate the environment. The first phase is a social-economical reactivation: re-use the existing pavilions to generate economic growth and social activities that will promote “new” facilities.

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

wetland

This renovation of the existing pavilions need to be attractive to the younger generation; strategy is to improve coworking and new technologies companies and creative factories, mixed up with new entrepreneurial activities concerning land use and heritage, like agriculture, breeding, fishing, handcraft, arts, education and hospitality. To fulfill the necessary this has to be an ever evolving project that will always preserve and utilize the existing structures. The proposal is divided in to two main sections:

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

Building the Urban Path We decided to not consume rural soil but to preserve forests and agricultural areas. The strategical plan is to create growth around a closed a street in the shape of a “Ring” producing a new urban pathway with open public spaces and a new stone flooring. To achieve a connection with the existing pavillons layout, we developed towers dwelling typology and an integrated system of links with rehabilitated pavilions on ground floor.

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

plan

The lower plant of the tower is occupied by common spaces, bicycles parkings and meetings rooms. There are glass porches that work as thermal regulators as well as filter spaces which links the pavillions with the houses. The porches also work like an extension of the pavillions towards the street and will act functional spaces for commercial activities or cultural events.

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

housing

The urban ring system gives many benefits to the new Hammarö community:
  • The development of a new urban street with better climatic conditions and a safety perception , and improvement of social relationships.
  • Centralization and improvement of commercial activities, generation of new public spaces. In this “built ring” pedestrian and bicycle mobility is supported.
  • More density
  • The environmental rescue of forest and agricultural soil.

Along this path the locations of interchange stations allow cars outside of the urban ring. The perimeter is defined by six storey towers and other activity oriented corridors. Others two or three level buildings will be incorporate to the existing street layout generating new public spaces and completing urban ring. These buildings offer differing bioclimatic solutions; the south side will have a double glass facade terrace, the north side will have a totally closed façade containing services and wet areas, and on east and west façade, transparent bow-windows will work like heaters.

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

Panel 1

Building the Eco Path Project defines strategies to restore the existing forest; to preserve and regenerate the perennial landscape and strengthen the system of functional vegetation for sun and snow season. Eco Path will be developed on the outward ring around the urban core area. A complete ecological restoration would be necessary to produce the forest and to offer a visual and climatic protection for the new built area: a natural way of contention of urban growth.

federico colella, Hugo Vargas — Europan 12 Hammarö

Panel 2

A wetland trail will increase a natural progression and will link the urban area to the lagoon, changing from a static to a dynamic landscape. The wetland line generates constant change all the time within the landscape. The production of smaller community orchards creates meaning, conservation activities, and constantly changing landscape that will give the area a strong identity.

Landscape: The landscape is based on two guidelines:
  • Restore and regenerate the forest.
  • Using the new wetland (rain gardens) it will connect the lagoon to a wet landscape, that is dynamic and will change over the summer and winter. the main idea is to achieve integration with the urban landscape and the first ring of the forest. New community orchards regenerate the landscape and give identity to the place as well as maintaining a dynamic and productive landscape. The wetland line creates a strong bio-diversity that help spread grasses and reeds which follow the pedestrian path through the lagoon.

MILANO_ type A | type B - Zeno Piccoli

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Lo stesso complesso edilizio,lo stesso taglio di alloggio, diverse famiglie, diverse esigenze, diverse soluzioni.

Zeno Piccoli — MILANO_ type A | type B

Maison type A L’intervento ha previsto la ristrutturazione di parte dell’appartamento per renderlo più funzionale alle esigenze della grande famiglia e metterlo a norma dal punto di vista impiantistico. L’attenzione è stata posta in particolare nella zona giorno, salotto e pranzo, dove si è optato per la scelta di un colore intenso, il marrone, per definire i diversi volumi in un contrasto di luci e ombre.

Zeno Piccoli — MILANO_ type A | type B

Maison type B La necessità del cliente era quella di suddividere l’abitazione esistente in spazi distinti di due locali ciascuno destinati uno alla madre, l’altra al figlio. Visto il budget si è cercato di limitare gli interventi suddividendo ad hoc gli spazi e rendendoli indipendenti sia distributivamente che impiantisticamente. Le scelte architettoniche e di arredo hanno poi seguito i gusti e le necessità del cliente creando ambienti accoglienti e funzionali.

Zeno Piccoli — MILANO_ type A | type B

MILANO_ live on the top - Zeno Piccoli

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L’abitazione, un attico in zona navigli, si presentava in discrete condizioni ma non risultava adatto alle esigenze dei nuovi proprietari. E’ stato così necessario un intervento di ristrutturazione che ha coinvolto sia la parte architettonico-distributiva che la parte impiantistica. L’appartamento originale si componeva di zona giorno-notte al livello inferiore e zona notte al livello superiore. Gli spazi sono stati ricalibrati secondo le esigenze dei nuovi proprietari, una giovane coppia, che hanno voluto dare un carattere di living al livello superiore con un’ampia zona cucina-pranzo che si apre, grazie anche alle nuove aperture, su un terrazzo, rivestito in doghe di legno, affacciato sullo skyline di Milano.

Zeno Piccoli — MILANO_ live on the top

Al livello inferiore si è mantenuto un ampio soggiorno e si sono distribuite le camere e lo studio. Nella scelta dei colori e dei materiali si è cercato di dare un aspetto intimo, attraverso l’uso del legno a pavimento e del crema alle pareti al livello inferiore, ed un aspetto più mondano al piano superiore.

Zeno Piccoli — MILANO_ live on the top

L’arredo si propone in tutta la sua essenzialità valorizzando gli spazi dell’abitazione.

Zeno Piccoli — MILANO_ live on the top

MAP SERVICE - gabriele girolamo

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The Emilia Romagna Region through the Geological , Seismic and Soil Survey – Regional Cartographic Archive , manufactures and sells historical maps , topographical and geological evolution of the region.*In June 2012, decided to move the seat of the Cartographic Via dello Scalo 2 /3 in Viale Aldo Moro 28 , Bologna Fiera District area , setting up the new space on the ground floor of one of the buildings of the tower renowned Japanese architect Kenzo Tange .

gabriele girolamo — MAP SERVICE

Esterno

gabriele girolamo — MAP SERVICE

Esterno

gabriele girolamo — MAP SERVICE

interno

gabriele girolamo — MAP SERVICE

interno

gabriele girolamo — MAP SERVICE

interno

gabriele girolamo — MAP SERVICE

interno

gabriele girolamo — MAP SERVICE

Render study

gabriele girolamo — MAP SERVICE

Render study

gabriele girolamo — MAP SERVICE

Executive detail

gabriele girolamo — MAP SERVICE

Security Plan

Marly en place - Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno

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Shortlisted project

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Masterplan

The Winckler / Saint Sacrement site plays a fundamental role along the public city axis: the project Area is a strategic point for both the Agglò’s development and for consolidate a strong Marly’s cultural identity, the two main Marly potentialities are the direct connection with Fribourg and with the Sarine natural landscape. In order to improve and ensure a qualitative growth of the Cantonal Road spine, the proposed image for Marly focuses on densifying and qualifying the different spaces linked with the road, highlighting three main enviroments: - The Winkler/Saint Sacrement site as a new sustaina ble mixed-use neighbourhood - Rethinking the public space and urban quality be tween the old town and the “école publique de Marly” - Definition of an urban park adjacent the school

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Diagrams

The project aims to extend the city in the city itself, to clarify the “study area” role with the existing urban tissue and to provide a new mixed-use urban dense reality. The proposed image reveals a specific “grain” of the open spaces, result of a multi scale approach. The project combines flexibility and a qualitative urban morphology ready to absorb the contemporary city needs. The transition between “mono-functional to multi-mix” is the combination of three “urban stories”, each with a well-defined identity. The need to divide the area in three stories is due to the complexity that characterized the project site. They help to combine elements such as the landscape beauty, the Marly’s vibrant cultural life, the strict relation with Fribourg and the interesting in the Agglo’s agenda. The first story is “Open End”. On the project site northern part, facing the Sarine river and Fribourg, a new XL public space, will act as a field of opportunities (i.e. cultural activities) that Fribourg and Marly could share. The “Community Rooms”, in the southern part, belongs to Marly people. It is the filter and the collector between the site and the existing neighbours, it surrounds the existing church, embedding it as part of this environment. In-between “Open End” and “Community Rooms” finds place a flexible urban platform, where an overlapped system of flows and programs generate an innovative and vibrant district. The so called “Urban Tray” will respond to the Agglo needs, creating different jobs opportunities, as well as a new mass of housing. The three different “strips” allow to specify different roles in a phasing process. “Open end” and “Community Rooms” are conceived as a fixed point in this area. On the other hand, the in-between strip has a flexible nature, both in program and density.

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Section

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Urban tray: the toolkit

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Open end: night view

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Comunity Rooms: view from the cantonal road

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Open end: plan of the main building

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Urban tray: the woonerf

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Marly and the “public city axis”

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Board 01

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Board 02

Giacomo Mulas, Matteo Boldrin, Matteo Motti , Paolo Russo, Claudio Bonfanti, Emanuele Bruno — Marly en place

Board 03

Regional geological garden - gabriele girolamo

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The service project Geologic and Seismic, in collaboration with the Heritage Service of the Emilia Romagna region, arises from the need to present an important collection of minerals, rocks, fossils and soils from the area of the region and never exposed to the public.*The project is divided into two areas: one inside the museum, and one outside, the outdoor garden.*The Museum houses a collection of minerals and fossils from the area of the region, through a guided tour, presents the main concepts of the Earth sciences. In outer space there is a geological garden: an ideal walk in time.*The external path is divided into fourteen stations, the rocks are entrusted with the task of telling the geological history of the region.*The rocks of the garden are a significant part of the geological heritage that, from about 250 million years ago, led to the formation of the Apennine mountain range, the Po valley and the Adriatic coast.

gabriele girolamo — Regional geological garden

gabriele girolamo — Regional geological garden

gabriele girolamo — Regional geological garden

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