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ZOOart 2014, prorogato il bando di selezione - Art.ur

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ZOOart 2014, prorogato il bando di selezione

Art.ur — ZOOart 2014, prorogato il bando di selezione

L’Associazione culturale Art.ur annuncia la proroga del bando di selezione, per la tredicesima edizione di ZOOart, rassegna internazionale dedicata alla diffusione dell’arte contemporanea nello spazio pubblico, al 28 febbraio 2014.

L’evento, a cura di Art.ur, in collaborazione col curatore Fabio Cafagna – Arteco, si terrà, secondo una tradizione ormai consolidata, durante le prime tre settimane di luglio negli spazi dei Giardini Fresia, in passato parco zoologico, ora area verde e ricreativa nel centro storico della città di Cuneo (Italia).

Più di trenta giovani artisti, nazionali e internazionali, saranno invitati al confronto con il caratteristico territorio del giardino urbano, un paesaggio ricco di suggestioni nel quale la natura si presenta nella duplice veste di elemento spontaneo e addomesticato.

I progetti site-specific, che comprenderanno installazioni, sculture, pitture, fotografie, disegni, video, performance e nuovi media, saranno allestiti nelle differenti aree del parco cittadino.

Viene riconfermata anche la peculiare formula espositiva, che intende promuovere una relazione di scambio tra arte e società. Gli artisti sono infatti chiamati a intervenire in un contesto strutturato che durante il periodo espositivo mantiene intatta la sua funzione di area di svago per adulti e bambini. Grazie all’incontro verbale o alla semplice osservazione, artista e cittadino sono portati a condividere conoscenze e percezioni di un luogo in costante mutamento.

A questo proposito, con l’auspicio di contribuire a interrogare in modo efficace il rapporto tra l’uomo, il paesaggio e il contesto sociale, saranno tenuti in particolare conto i progetti che affronteranno il tema del giardino urbano inteso quale zona ibrida, di libero transito e al contempo ben delineata all’interno del tessuto cittadino.

S’invitano gli interessati a leggere con attenzione le condizioni di partecipazione al bando sul sito www.zooart.it.

Si ricorda che la partecipazione è gratuita. Gli artisti selezionati potranno usufruire del supporto dell’organizzazione nella fase di progettazione e d’installazione dei lavori in situ e saranno ospitati a Cuneo per lavorare all’allestimento delle opere e prendere parte a tutti gli eventi collaterali di ZOOart.

Per l’edizione 2014, ZOOart si conferma contenitore di eventi collaterali:

ZOOlive, rassegna di arti performative e musica elettronica, espressione della creazione live partecipata e consumata in tempo reale;

ZOOincittà, itinerario di opere di arte pubblica nel centro storico della città, ideate grazie alla progettazione partecipata di architetti e designer della provincia di Cuneo e di studenti del Politecnico di Torino.

ZOObimbi, laboratorio didattico d’improvvisazione creativa a partire dall’utilizzo di materiali di riciclo riservato ai bambini;

Tra gli eventi collaterali, si annuncia inoltre la terza edizione del concorso LocalArt, indetto dalla Fondazione CRC in collaborazione con l’associazione Art.ur e destinato agli artisti under 40 del territorio cuneese il cui bando verrà reso noto all’inizio del 2014.


Marni, Las Vegas - Sybarite

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The design for the Marni flagship at the Crystals in Las Vegas was inspired by the image of a cracking whip, seemingly suspended in mid-air as it unfurls. Defining the perimeter, this sinuous ‘lasso’ of stainless steel encircles the boutique, providing hanging space for the RTW collection. At one end it is anchored by the cash and wrap desk, and at the other it morphs into a sculptural wall inset with fibreglass shoe displays.

Sybarite — Marni, Las Vegas

Painted smooth grey, the curving walls are broken up by an array bubbles in relief – randomly concave and convex, backlit and shadowed – which build up in textural composition. A selection of accessories are displayed in some of the recessed bubbles, enhancing the perception of value and uniqueness. Other sections of the perimeter contain backlit fibreglass display boxes and scattered throughout are suspended mannequin pieces in a mix of natural fibreglass and pearlescent purple lacquer, a new finish inspired by Marni’s latest accessories collection. Beyond the walls is space for fitting rooms, stock room and office.

Sybarite — Marni, Las Vegas

Freestanding elliptical display tables, also in pearlescent purple, offer additional display surfaces and clusters of white PVC stools and soft grey wool rugs provide comfy seating. In the ceiling, giant Barrisol discs echo the bubble motif of the walls and cast soft diffuse light, while the polished concrete floor provides a clean backdrop. Similarly, the exterior treatment is minimalist. Rather than a conventional window display, a simple glass facade with a few hanging mannequins allows a clear view into the shop, putting the collection centre-stage to draw the attention of traffic from the busy escalators nearby.

Sybarite — Marni, Las Vegas

Sybarite — Marni, Las Vegas

Sybarite — Marni, Las Vegas

Sybarite — Marni, Las Vegas

C05 - Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro, Mauro Tonello

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buen retiro

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro, Mauro Tonello — C05

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro, Mauro Tonello — C05

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro, Mauro Tonello — C05

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro, Mauro Tonello — C05

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro, Mauro Tonello — C05

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro, Mauro Tonello — C05

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro, Mauro Tonello — C05

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro, Mauro Tonello — C05

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro, Mauro Tonello — C05

C06 - Cristiano Loberti Architetto, Luca Farinelli, Giovanni Fortini

Ristorante Pizzeria Pomod'oro - Matteo Vidali

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La pizza è la regina incontrastata di questo locale. Tutto è pensato per enfatizzarne le qualità, a cominciare dal gioco di parole usato per il nome del locale.

Matteo Vidali — Ristorante Pizzeria Pomod'oro

Matteo Vidali — Ristorante Pizzeria Pomod'oro

Matteo Vidali — Ristorante Pizzeria Pomod'oro

Matteo Vidali — Ristorante Pizzeria Pomod'oro

Matteo Vidali — Ristorante Pizzeria Pomod'oro

Degu' - isabella denora

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Degu’ si trova nel cuore del centro storico della città, ai piedi della splendida cattedrale.

isabella denora — Degu'

Degu'_ Immagine interno frontale

isabella denora — Degu'

Degu'_ Interno

isabella denora — Degu'

Degu'_ esterno

isabella denora — Degu'

Degu'_Pianta

C07 - Cristiano Loberti Architetto, Luca Farinelli, Giovanni Fortini, Nicola Di Pietro

Leaf Chair - luca caputo architetto

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Leaf è una sedia in legno massello in “essenza” o laccata; la sua particolare conformazione lascia spazio alla creatività dell’utente il quale crea diverse composizione “naturali” adattando e colonizzando qualsiasi tipo di ambiente o spazio. Leaf è anche seduta da esterni per eventi o feste in giardino.

 luca caputo architetto — Leaf Chair

 luca caputo architetto — Leaf Chair

 luca caputo architetto — Leaf Chair


C08 - Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro

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Los Angeles Forum for Architecture and Urban Design

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro — C08

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro — C08

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro — C08

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro — C08

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro — C08

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro — C08

Cristiano Loberti Architetto, Nicola Di Pietro — C08

D02 - Cristiano Loberti Architetto

A06 - Cristiano Loberti Architetto

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loft

Cristiano Loberti Architetto — A06

Cristiano Loberti Architetto — A06

Esporre il compasso d'oro - dott. arch. Federico Lardera, Valerio Ciampicacigli, Arch. Roberto Mercoldi

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Esposizione del concept

dott. arch. Federico Lardera, Valerio Ciampicacigli, Arch. Roberto Mercoldi — Esporre il compasso d'oro

Tavola 1 di concorso

Vogliamo presentare, con questo sintetico concept espositivo, non una conclusa e rigida proposta di allestimento ma una più complessa piattaforma espositiva, dinamica e programmabile, un vero e proprio kit di strumenti da consegnare al curatore scientifico della collezione. Sensibilizziamo la necessità di dare una risposta museografica risolvendo uno spazio particolarmente complesso, soprattutto per le proporzioni architettoniche di 11×70 Mt pari a circa 600 Mq trasformandolo, con una successione di ambienti espositivi flessibili, in uno spazio museale di ben 1.160 Mq.

dott. arch. Federico Lardera, Valerio Ciampicacigli, Arch. Roberto Mercoldi — Esporre il compasso d'oro

Tavola 2 di concorso

Gli elementi della proposta

Liv. -1/0, navata alta Recupero di superficie attraverso la copertura in vetro della buca dei grandi trasformatori che saranno conservati ma liberamente trasformati al nuovo uso. Tale intervento valorizza il deposito rendendolo un’immensa teca osservabile al piano museale con innumerevoli potenzialità. Moltiplicazione in altezza dell’esposizione con i dinamici e multimediali expo-paternoster. Ridisegno della distribuzione verticale già prevista, con l’introduzione di un montacarichi più adatto alla movimentazione della collezione, portato fino al livello ballatoio, e una razionalizzazione dei percorsi con la creazione di grandi aperture simbolicamente enfatizzate. Liv.0, navata bassa Spazio aperto programmabile, dotato di 6 expo-cubi: ambienti espositivi multimediali ambulanti innestati ad un impianto elettrico a rotaie. Tali ambienti possono essere utilizzati per approfondire temi specifici o singoli autori. L’idea delle rotaie oltre a risolvere il problema dell’alimentazione elettrica dei componenti installati evoca l’antica funzione dell’immobile come ex deposito dei tram a cavallo. La dinamicità di queste “macchine espositive” permette, una volta riposti, di usufruire di un ampio spazio libero centrale allestibile con eventuali oggetti della collezione di grandi dimensioni. Miglioramento della funzione espositiva generale attraverso il tamponamento delle vetrate previste fra le navate principali e la galleria vetrata (via interna). Creazione di un secondo blocco per la distribuzione verticale con un corpo scale ed un elevatore vetrato. Tale apparato funzionale ha anche un’interessante funzione espositiva che si dipana lungo il percorso. Liv.1, galleria vetrata Non convinti dell’opportunità di soppalcare interamente la navata principale, che si ridurrebbe ad uno mero spazio poco funzionale e privo di attrattiva, suggeriamo di distribuire alcuni morbidi volumi (ovuli) nella parte alta della galleria vetrata. Tali 6 ambienti espositivi da 27 Mq ciascuno possono essere allestiti come autentiche wunderkammer (arricchiti anche con apparati multimediali e previsti sia con illuminazione controllata che solare) che ora immaginiamo di allestire con i 6 temi o “pretesti” ipotizzati da Enrico Morteo per la mostra di Roma del 2011. Gli ovuli si percepirebbero dalla galleria come volumi aerei, sospesi ed accarezzati dalla luce solare zenitale. La parte sottostante di ogni ovulo è attrezzata con un led-wall con funzione informativa su tutte le molteplici attività della cittadella del design. La superficie esterna degli ovuli, nelle ore serali, può illuminarsi trasformando il volume degli ambienti in quota in potenti strumenti di comunicazione. Liv.1, navata bassa e alta L’asse principale di distribuzione a quota +3.40 è un ballatoio che non ha soltanto la funzione di rendere accessibili gli ovuli, utilizzando come passaggi le aperture esistenti, ma diventa una autentica promenade espositiva su entrambi i lati (pensata prevalentemente per gli oggetti medio piccoli) lunga ben 60 Mt e dalla quale poter osservare frontalmente il grande expo-paternoster.

Suggestione

Tre potenti meccanismi elettrici, preziosi frammenti archeologici della città-fabbrica ormai deindustrializzata, emergono da un “lago” d’acciaio e di cristallo come giganteschi guardiani del prezioso deposito metaforicamente immaginato come un profondo serbatoio. I terribili trasformatori a bobina di un tempo diventano affascinanti strumenti a disposizione dei visitatori: non solo simbolo propulsivo della nuova fabbrica culturale ma punto di socializzazione ed osservazione privilegiato da cui poter comodamente contemplare le varietà delle specie più diverse di preziosi oggetti adagiati sul fondale. In prossimità dell’enorme teca da mt 5×20 si ergono, allineati, potenti meccanismi a torre che trasmettono l’emozione di poter elevare senza soluzione di continuità i capolavori del deposito. Si tratta di uno strumento mutuato dalla produzione industriale, fra il mulino ad acqua ed il nastro trasportatore: il paternoster diventa un congegno che crea un dialogo fra il deposito sotterraneo e lo spazio espositivo. Il progetto illustrato prevede l’utilizzo di 12 contenitori verticali, allestibili al piano del deposito, distribuiti su 6 torri che consentono l’esposizione di 72 oggetti di cui sinotticamente visibili (a livello 0) ben 24. Affiancati ad ogni expo-paternoster sono previsti schermi di proiezione (da 2 mt fino ad un’altezza di mt 8) su cui, in projection mapping, possono venire esposti dinamicamente alcuni contenuti relazionati agli oggetti presentati. La percezione espositiva è pensata su due livelli: visione generale lontana (tutte le 6 colonne) e visione prossimale con l’oggetto allineato al livello del visitatore. In questo caso il visitatore, in prossimità dell’oggetto o della composizione di oggetti, ha a disposizione anche un pannello multimediale interattivo (sotto lo schermo di proiezione) con contenuti didattici e con una specifica grafica di approfondimento. Lo schema sinteticamente rappresentato illustra quella che può essere ludicamente definita come una paternoster machine cioè un sistema integrato, programmato e dinamico, in grado di fornire molteplici combinazioni di oggetti allineabili (per esempio) in base al linguaggio, al materiale, alla categoria, al designer o all’industria produttrice. Non è impensabile predisporre il sistema in modo da permettere anche un’interazione del pubblico tramite apposita app su iPad e smartphone.

Bathroom Cabinets Luxury Designs - Goccia design

edificio bifamigliare - Fabrizio Casati

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l’intervento edilizio prevede l’edificazione sul lotto di un edificio bifamigliare, disposto su due piani fuori terra, composto da due alloggi uno al piano terreno ed uno al piano primo, con ingresso comune.

Fabrizio Casati — edificio bifamigliare

vista aerea prospetto sud

Completano l’intervento un locale tecnico adibito all’alloggiamento delle apparecchiature impiantistiche, un’autorimessa tipo box e due posti auto ubicati sotto un pergolato.

Fabrizio Casati — edificio bifamigliare

prospetto nord

Dall’ingresso comune al piano terra si accede direttamente all’alloggio A che si sviluppa interamente al piano terreno, mentre attraverso una scala interna si accede all’alloggio B che si sviluppa interamente al piano primo. L’alloggio A, è costituito da una zona giorno, esposta a sud, caratterizzata da una zona living con soggiorno e zona pranzo dalla quale si accede direttamente alla cucina con annesso locale dispensa.

Fabrizio Casati — edificio bifamigliare

prospetto est

Dal living si accede al disimpegno che distribuisce la zona notte, costituita da una camera matrimoniale con bagno annesso, da un secondo bagno da una camera/studio.

Sempre al piano terreno, in aderenza al confine ovest, trovano ubicazione il locale tecnico accessorio che contiene gli impianti centralizzati a servizio dei due alloggi ed il box, entrambi costituiti da copertura piana. Oltre al box è presente uno spazio esterno per numero 2 posti auto, con copertura a cielo aperto formata da travi in legno tipo pergolato.

Attraverso la scala interna si accede al piano primo dove si sviluppa l’alloggio B, costituito da una zona giorno con soggiorno, zona pranzo e angolo cottura. Dal living si accede al disimpegno della zona notte che distribuisce la camera matrimoniale con bagno annesso, un secondo bagno ed una camera da letto doppia.

Attraverso le aperture finestrate della zona living si accede al terrazzo, che funge anche da copertura alla zona living dell’alloggio A posto al piano terreno. Dalle aperture finestrate della camera matrimoniale si accede alla loggia di pertinenza.

In copertura è prevista l’installazione, su appositi supporti, di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.

Sopra la cucina e la dispensa è prevista la realizzazione di una area caratterizzata da un tetto verde coibentato.

La facciata è di colore bianco del tipo a cappotto (spessore cm 10 in polistirene espanso estruso), quindi la finitura dovrà necessariamente essere di tipo plastico, permeabile al vapore ed impermeabile all’acqua. I serramenti sono del tipo in PVC di colore grigio antracite. I parapetti del terrazzo e della loggia sono in acciaio inox con cavo e relativi tiranti. I frangisole, i pluviali e le scossaline sono di colore grigio antracite.

Europan 12 - rosso19, Tommaso Rossi Fioravanti, Luca Bani, Lucia Benitez Fernandez, Caterina Frittelli

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L’area di progetto è occupata in gran parte da strutture appartenenti alla Dubied, industria manifatturiera attiva sin dal primo ’800, alcune delle quali di un certo interesse architettonico, con un edificato ad alta densità ed una limitata accessibilità all’aera stessa. Quest’ultima si trova stretta fra un corso d’acqua e la linea ferroviaria terminando ad est con il nuovo stabilimento della Cartier. Una visita del sito ci ha permesso di comprendere quelle che erano le principali problematiche legate alla sua morfologia nonché al previsto cambio di destinazione d’uso, indirizzando la nostra linea d’azione verso un intervento non invasivo, nel rispetto delle peculiarità del sito stesso. Si è deciso infatti di andare a diradare puntualmente il tessuto, conservando le strutture più interessanti ed inserendole in un percorso polifunzionale con l’alternanza di funzioni pubbliche e private, commerciali, culturali e per il tempo libero, in modo tale da ottenere un complesso che fosse vitale durante tutta la giornata e capace di attrarre utenze di vario tipo. Ciò anche in considerazione del fatto che Couvet, trovandosi al centro di un comprensorio di piccoli paesi collegati fra loro dalla linea ferroviaria regionale ed ospitando la nuova Cartier, avrebbe avuto la possibilità di porsi come centro non solo commerciale ma anche culturale, offrendo tutta una serie di servizi che vanno dal mercato coperto al teatro passando per lo skate park. Tale approccio è stato scelto nella consapevolezza dell’importanza del ruolo che le funzioni pubbliche e gli spazi di aggregazione ricoprono nella pianificazione al fine di restituire vivibilità e funzionalità alla città. Dal punto di vista architettonico si è poi deciso di andare ad intervenire sugli edifici, trasformandoli ed integrandoli senza snaturarne il carattere; ad esempio mantenendo a vista la struttura o gli apparati murari ed affiancandogli volumi semplici e riconoscibili che per linguaggio e materiali denunciassero la propria contemporaneità ma che, allo stesso tempo, ricercassero un legame con le preesistenze stesse.

rosso19, Tommaso Rossi Fioravanti, Luca Bani, Lucia Benitez Fernandez, Caterina Frittelli — Europan 12

planimetria generale

rosso19, Tommaso Rossi Fioravanti, Luca Bani, Lucia Benitez Fernandez, Caterina Frittelli — Europan 12

vista del complesso dalla nuova passerella

rosso19, Tommaso Rossi Fioravanti, Luca Bani, Lucia Benitez Fernandez, Caterina Frittelli — Europan 12

vista del ristorante/pub e degli spazi espositivi

rosso19, Tommaso Rossi Fioravanti, Luca Bani, Lucia Benitez Fernandez, Caterina Frittelli — Europan 12

pianta di dettaglio del ristorante/pub e degli spazi espositivi

rosso19, Tommaso Rossi Fioravanti, Luca Bani, Lucia Benitez Fernandez, Caterina Frittelli — Europan 12

pianta di dettaglio del teatro e della biblioteca

rosso19, Tommaso Rossi Fioravanti, Luca Bani, Lucia Benitez Fernandez, Caterina Frittelli — Europan 12

vista dell'ingresso all'area con il nuovo mercato coperto

rosso19, Tommaso Rossi Fioravanti, Luca Bani, Lucia Benitez Fernandez, Caterina Frittelli — Europan 12

sezione longitudinale della biblioteca verso il teatro

rosso19, Tommaso Rossi Fioravanti, Luca Bani, Lucia Benitez Fernandez, Caterina Frittelli — Europan 12

sezione del ristorante/pub

rosso19, Tommaso Rossi Fioravanti, Luca Bani, Lucia Benitez Fernandez, Caterina Frittelli — Europan 12

vista del teatro all'aperto


AQVA project - Ibaca architetti - Stefano Baldaccioni & Mila Cappello

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La richiesta del committente in merito al progetto per un nuovo spazio commerciale in franchising è stata quella di un layout forte, caratteristico, distinguibile e contemporaneamente facilmente adattabile alle diverse situazioni e spazi senza interventi troppo radicali o invasivi, attuabili con tempi (e costi) contenuti e mantenendo sempre l’identità che caratterizza il marchio.

Ibaca architetti - Stefano Baldaccioni & Mila Cappello — AQVA project

Nasce così l’idea del BOX come elemento distintivo, modulare ripetibile ampliabile; caratterizza il marchio, definendo stile colori “gusto”, identificandolo all’interno del mercato. Le due parti da cui è a sua volta composto, ‘look-in’ (esposizione del prodotto in vetrina) e ‘taste-it’ (area degustazione con arredi, esposizione, ...), visti dall’esterno dello spazio commerciale, si combinano per definire un’unica scena in cui vengono coinvolti anche avventori e commessi; un’immagine d’insieme che diventa essa stessa una grande vetrina, segno riconoscibile del brand.

Ibaca architetti - Stefano Baldaccioni & Mila Cappello — AQVA project

progetto: 2013

Ibaca architetti - Stefano Baldaccioni & Mila Cappello — AQVA project

committente: privato

progettisti: Ibaca architetti – Stefano Baldaccioni & Mila Cappello

collaborazioni: Ivano Tomba – grafica e immagine (MI)

Gallery Monma Annex - Akasaka Shinichiro Atelier

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Under the eaves of about 50 years old residence, the tubular gallery was inserted in the renovated storage room. The site is in a residential area on the foot of Mt. Moiwa, where overlooks the downtown of city Sapporo. Even though the house is only 15 minutes away by car from the city central, natural swamp, which cannot be easily found from front road, remains in the back of the house. The gallery was designed as a tunnel which connects the nature and urban, or the artists and visitors. It is intended to have the visitors to discover new values and senses by the exhibitions in this gallery, just like discovering new scenery spreading as passing through the tunnel.

Akasaka Shinichiro Atelier — Gallery Monma Annex

Due to the budget, the exterior structure around the building, including the level, was kept same, and tried to reuse the existing structure as much as possible. The concrete slab was newly placed in the position at about 400m lowered from existing floor level, to secure the inner width of about 1600mm, inner height of about 2150mm, and entrance height of 1660mm. Although, this gallery space might not be suitable for the exhibition, by considering some simple mechanisms such as, window arrangement that takes in outside environment, paint and color selection that can reflect incoming light and colors sensitively, and slightly inclined floor toward the terrace that invites visitors to the nature of swamp, this small space was designed to give a feeling of clear air which cannot be colored by the existing aspects.

Akasaka Shinichiro Atelier — Gallery Monma Annex

Most artists who rent this gallery, often produce new work specifically for this space, or come up with a new way to display their work, or have some site-specific work using a nature of the swamp. A new displaying method unexpected by the designer of this gallery, or even an art work that takes in surrounding nature and seasons, would be produced from the artists inspired by this gallery space and surrounding environment. And when that happens, we believe that this gallery could also become a tunnel which connects architecture and art.

Akasaka Shinichiro Atelier — Gallery Monma Annex

Akasaka Shinichiro Atelier — Gallery Monma Annex

Akasaka Shinichiro Atelier — Gallery Monma Annex

Akasaka Shinichiro Atelier — Gallery Monma Annex

Akasaka Shinichiro Atelier — Gallery Monma Annex

Akasaka Shinichiro Atelier — Gallery Monma Annex

Akasaka Shinichiro Atelier — Gallery Monma Annex

Akasaka Shinichiro Atelier — Gallery Monma Annex

LGS WÜRZBURG - bekaa - beretta kastner architetti

Abitazione privata a Courmayeur - studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti

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Un piccolo appartamento in pieno centro, al settimo piano, che gode una vista invidiabile sul massiccio del Monte Bianco. Il progetto diventa elogio alla vista e cerca di valorizzare gli scorci sul paesaggio di ogni stanza. I materiali sono tutti locali: dalla pietra ai legni, alle pelli; ma il disegno non cerca riferimenti della tradizione, bens nella natura montana. L’acqua, il fuoco, la roccia, i prati, la luna, il muschio e gli alberi gelati.

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

A small apartment at the seventh floor of a residential building in the down town, with a impressive view on the Mont Blanc. The project become a tribute to the beautiful view adding in the meantime value to the scene visible from every room. The materials are all local as stone, wood, leather, but the design gets inspiration from the mountain nature and not from the local tradition. Water, fire, snow, sky, ice, autumn leaves, rock, fields, moon, musk and frozen trees.

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

studio elementare _ Paolo Pasquini Architetti — Abitazione privata a Courmayeur

Oresen House - Akasaka Shinichiro Atelier

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By hearing the client saying, “It is so comfortable just being under this tree…“, the idea to recreate the environment of the land site into the residence started to come out.

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

First, the topographical feature was created by 4 levels of the floor along the slope. These level differences of the floors function as to divide the spaces gradually in this house, where there are very few internal fittings.

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Depending on the base floor level, the level differences are created on the second floor, reflecting the land inclination. The roof and the ceiling consist of four surfaces, considering the snow coverage and sliding down direction. The walls, lined in a polygonal shape, connect the gap from the required space of the function of each floor. In this space, the image of sunlight shining through the tree leaves is created by the sunlight coming in from all sorts of openings. The sunlight changes every moment by seasons and time, just like a “distribution of light”. The polygonal walls, ceiling, and different floor levels make the unpredictable complex light distribution to appear inside the house, by catching, enlarging, and copying the incoming lights. Our hope was that the lights in this house can bring the opportunity to create the place where family gather, such like feeling comfortable being underneath a tree.

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

Akasaka Shinichiro Atelier — Oresen House

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