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Casa en la Loma - Jose Orrego

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This project was very promising, its location was in an area where the view was beautiful, it stood on a hill and the slanted terrain gave many possibilities to explore ways of doing a unique residential building and at the same time accomplish the household and social functions. Being in a high place made the main rooms of the house to face the pleasant view. The building has different elements which make it a place that will not be taken down by time, as it uses materials such as stone and wood for the façade, with the white walls that make it look both classic and modern. This façade is surrounded by plants and nature, which make it stand out and make it a pleasant space- this makes it a place where you can spend most of the time. The bathroom materials also have this juxtaposition: the main bathroom has marble on the walls, which create a unique image, and also is a classic element which opposes the lightness of the guest’s toilet. Although this project has many different languages, themes and spaces, we managed a way that it harmonizes, and has this lightness – which is accomplished by using big glass parts. This way it integrates the environment, where many different elements can become one. Lightning also played a big role in the project, as it helps this lightness, and at the same time it can be used as a guide in setting paths to walk around the house. This allows the user to have different ways to travel the house, be it by the main entrance and the interiors of the house, or by the stairs to arrive at the outer part where the garden is.

Jose Orrego — Casa en la Loma

Jose Orrego — Casa en la Loma


H Jeans - Oliviero Baldini - Studio O

UGO - Giorgia Rossi, ARCHolic

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“Ugo” è una parete attrezzata multifunzionale, eco-friendly, gioco-contenitore, trasformabile secondo le diverse necessità dovute alla crescita del bambino.

Giorgia Rossi, ARCHolic — UGO

TAVOLA 1

Può essere posto direttamente a terra, a muro con dei distanziatori o su ruote per poter essere spostato agevolmente in qualsiasi punto della stanza.

Giorgia Rossi, ARCHolic — UGO

Cubi-contenitori, leggeri e maneggevoli scorrono su nastri tesi colorati e possono essere personalizzati con pannelli in legno con chiusura a calamita. Grazie alla finitura in pittura magnetica su di essi si possono attaccare forme e numeri o disegnare in libertà.

Giorgia Rossi, ARCHolic — UGO

H Lorenzo Man - Oliviero Baldini - Studio O

H Lorenzo Shoes - Oliviero Baldini - Studio O

H Woman - Oliviero Baldini - Studio O

H.L.N.R. - Oliviero Baldini - Studio O

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H.L.N.R.

Oliviero Baldini - Studio O — H.L.N.R.

Oliviero Baldini - Studio O — H.L.N.R.

Oliviero Baldini - Studio O — H.L.N.R.

Oliviero Baldini - Studio O — H.L.N.R.

Oliviero Baldini - Studio O — H.L.N.R.

Oliviero Baldini - Studio O — H.L.N.R.

Oliviero Baldini - Studio O — H.L.N.R.

Oliviero Baldini - Studio O — H.L.N.R.

Oliviero Baldini - Studio O — H.L.N.R.

Oliviero Baldini - Studio O — H.L.N.R.

Interno 5 - Oliviero Baldini - Studio O

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Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5

Oliviero Baldini - Studio O — Interno 5


Cà 75 Rose - Globarch BioArchitettura

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La villa monofamiliare “Cà 75 Rose”è un edificio a basso consumo energetico che sorge nella pianura veneta caratterizzata dalla presenza, anche storica, del fiume Piave.

Globarch BioArchitettura — Cà 75 Rose

Il problema più difficile da risolvere in modo “passivo” nel clima caldo umido di questa zona della pianura padana è stato quello della riduzione dell’umidità dell’aria. Questo problema risulta risolvibile solo tramite una buona areazione naturale o forzata.

Globarch BioArchitettura — Cà 75 Rose

Qui, infatti, la difficoltà principale è data dal caldo eccessivo, aggravato dal fatto che non solo la temperatura dell’aria è elevata ma anche la sua umidità, quindi l’effetto raffrescante dell’evaporazione è limitato. In questa zona la copertura ha la stessa importanza del pacchetto murario, che deve garantire il “volano termico” interno, e il movimento dell’aria rappresenta l’elemento compensatorio fondamentale: lo studio planimetrico, perciò, oltre ad essere influenzato dai principi del Feng Shui e dalla necessità di proteggersi anche dal freddo invernale, è congegnato per favorirne il flusso mediante la creazione di grandi aperture.

Globarch BioArchitettura — Cà 75 Rose

In base a queste considerazioni preliminari, alle informazioni ricevute dall’analisi Feng Shui professionale chiamata Xuan Kong Fei Xing o Flying Stars (studio delle energie magnetiche nello spazio/tempo) ed alle necessità distributive del committente abbiamo scelto una pianta a C compatta con un semipatio centrale, esposizione sud/nord ed una costruzione massiva.

Globarch BioArchitettura — Cà 75 Rose

Il controllo dell’irraggiamento solare è un elemento molto importante della progettazione bioclimatica in quanto è volto a garantire durante la stagione fredda l’apporto solare passivo e durante quella calda la protezione dal surriscaldamento. Al piano terra la protezione solare è data da schermi scorrevoli che garantiscono un filtro efficace e contemporaneamente una libertà visiva dall’interno verso il giardino, nonché creano un senso di protezione nelle ore serali in quanto, dotati di serratura, costituiscono una prima chiusura.

Globarch BioArchitettura — Cà 75 Rose

La filosofia pensata per questa residenza è stata quella dell’autonomia energetica. L’impianto geotermico, accoppiato agli scambiatori di calore, alimentato da un sistema fotovoltaico, che raggiunge i 5,16Kwp, integrato da pannelli solari termici per 10 mq, permette all’edificio di essere autonomo per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico. Si può stimare che circa il 70% dell’energia resa all’abitazione venga prelevata dal terreno, e la rimanente quota del 30% prelevata dall’esterno sotto forma di energia elettrica. Tutte le componenti dei pannelli radianti, fatta esclusione per la sola tubazione, sono stati scelti con attenzione alla bioarchitettura: il pannello isolante di base è in fibra di legno, la striscia perimetrale in canapa. L’acqua calda sanitaria è garantita nella maggior parte dell’anno dai soli pannelli solari e a monte dell’impianto è stato posizionato un vitalizzatore d’acqua

Globarch BioArchitettura — Cà 75 Rose

Globarch BioArchitettura — Cà 75 Rose

Globarch BioArchitettura — Cà 75 Rose

Globarch BioArchitettura — Cà 75 Rose

Globarch BioArchitettura — Cà 75 Rose

Senior City - ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti

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L’impianto è costituito da due sistemi insediativi, il corpo edilizio destinato a servizi, che è conformato per essere utilizzato autonomamente anche da utenti esterni all’insediamento ed il sistema delle residenze. I due sistemi edilizi sono tra loro connessi da percorsi coperti. Il rapporto con il suolo, il paesaggio, la memoria, la topografia, gli affacci, l’esposizione solare sintetizzano le questioni teoriche con le quali il progetto si è confrontato.L’impiego di materiali locali, naturali e di recupero testimoniano un’attenzione per l’ambiente e per la tradizione costruttiva locale. a) Edificio per servizi e’ pensato come un grande spazio vuoto attorno al quale sono organizzati, analogamente ad una grande piazza coperta, i locali previsti dal programma funzionale.I percorsi interni e i sistemi di collegamento verticale risultano connessi tra loro da una relazione visiva, che consente l’orientamento all’interno dello spazio e la leggibilità distributiva dell’impianto.In corrispondenza dell’ingresso principale è collocato uno spazio ad uso portineria.Lo spazio centrale a tripla altezza, attorno al quale si sviluppano i percorsi, i collegamenti verticali ed i servizi, è dotato di un sistema di illuminazione naturale costituito da una facciata passiva orientata a sud e da due grandi logge coperte orientate ad ovest che si affacciano sul paesaggio.Al piano terreno si trova la sala polifunzionale con alcuni locali di servizio tra i quali la cucina comune. La loggia coperta si configura come un’estensione dello spazio interno destinato a luogo di socializzazione e di ristoro.Al piano primo sono presenti i locali destinati a laboratorio che si affacciano a sud e si protendono all’esterno sui nuovi prati ridefiniti dal nuovo sistema topografico di progetto.I laboratori si configurano come spazi modulabili, tramite l’utilizzo di pareti mobili, al fine di garantire una maggiore flessibilità di utilizzo.Al piano secondo il percorso che si affaccia sul vuoto centrale collega la hall di ingresso con la palestra e i locali di servizio ad essa destinati e termina in una loggia coperta che assolve il compito di grande finestra sul paesaggio.La palestra presenta un estensione all’esterno in corrispondenza della grande loggia coperta nella quale si può praticare attività fisica all’aperto.Il wintergarden, collocato sulla copertura del fabbricato, è completamente vetrato nella facciata orientata a sud, ed è collegato internamente dal sistema di connessioni verticali ed esternamente dal percorso pedonale che si sviluppa sulla copertura.La copertura del fabbricato si raccorda a est con il pendio dei prati soprastanti e si presenta come la naturale prosecuzione dei percorsi all’aperto.Il percorso pedonale che si sviluppa sulla copertura dell’edificio costeggia il wintergarden e si conclude con un grande solarium in pietra che si affaccia sul paesaggio dolomitico.Il volume si presenta come un elemento di grandi dimensioni, che si adagia topograficamente sul suolo, dal quale ne emerge configurandosi come un grande sperone di roccia, un elemento monolitico che affiora dal terreno.Il fronte nord si presenta prevalentemente chiuso con poche aperture in corrispondenza di alcuni spazi accessori, con la presenza di una sola grande apertura, caratterizzata dalla presenza di una pensilina in corten che individua gerarchicamente e protegge la hall di ingresso.Il fronte sud presenta un dissolvimento del sistema monolitico introducendo una serie di ampie aperture che ne sfruttano l’esposizione solare sia in termini energetici sia comfort ambientale.Esternamente il fabbricato si presenta ai piani terreno e primo con una facciata realizzata in calcestruzzo a vista che funziona come basamento in cui i casseri avranno lo stesso passo e le medesime costanti dimensionali del rivestimento in legno soprastante. b)Edifici residenzialiGli edifici destinati alla residenza si configurano come un sistema insediativo puntiforme, costituito da volumi elementari a due falde, che si relazionano tra loro per giustapposizione, per il rapporto con il paesaggio e per il rapporto con l’asse eliotermico.La topografia del suolo, genera l’organizzazione del piano terreno degli edifici residenziali, che sul fronte ovest si configurano come delle cornici che inquadrano il paesaggio ed allo stesso tempo costituiscono il basamento dei corpi di fabbrica puntiformi collocati superiormente.Gli appartamenti collocati al piano terreno presentano le camere da letto che si affacciano su degli spazi aperti ipogei, protetti superiormente dalla presenza di una grande seduta in legno che consente il passaggio dell’aria e della luce solare, ma allo stesso tempo è in grado di proteggere lo spazio ipogeo dalla pioggia e dalla neve.I padiglioni in legno collocati superiormente presentano grandi logge coperte sul fronte ovest. I fronti esposti a nord contengono i corpi scala e gli ascensori, a sud le zone giorno e le zone notte sono dotate di ampie aperture selettive che funzionano come facciate passive, mentre ad est aperture di dimensioni più ridotte istituiscono dei rapporti puntuali e privilegiati con il paesaggio circostante.Gli elementi puntiformi sono caratterizzati da un rivestimento esterno ed una copertura in legno, possibilmente di recupero, ed un sistema costruttivo a secco in x-lam.La copertura in pannelli fotovoltaici presenti sulle falde orientate a sud, oltre che alle facciate passive collocate in corrispondenza dei medesimi fronti, testimoniano l’attenzione per le tecniche rivolte alla produzione di energia pulita ed alla riduzione e al contenimento del fabbisogno energetico degli edifici.Tutte le residenze sono dotate di un camino a legna con un sistema di convezione dell’aria che durante le stagioni intermedie è in grado di riscaldare adeguatamente gli appartamenti. Il camino oltre ad assolvere alla propria funzione, si costituisce come un elemento in grado di enfatizzare la dimensione domestica dello spazio

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

VISTA GENERALE PRIMA FASE DI CONCORSO

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — Senior City

MET Miami - Oliviero Baldini - Studio O

supernova_piazza planetaria - sabrina romani, Cosimino Casterini

Ampliamento cimitero comunale - Filippo Carnevale

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La comunità di San felice del Molise ha discendenza etnico-linguistica di origine croata a seguito dell’emigrazione che avvenne intorno al 1500 in occasione dell’invasione della regione balcanica da parte dei Turchi. Il paese è collocato su un’altura dalla quale si aprono degli interessanti coni visivi sul paesaggio circostante. Anche il complesso cimiteriale, oggetto del progetto di ampliamento, è collocato sopra il colle Glavizza che fronteggia in centro abitato. L’area d’intervento è adiacente all’attuale recinto cimiteriale ed è inserita nell’ambito del vincolo cimiteriale definito dal P.d.F. vigente. Il progetto di ampliamento ha comportato la realizzazione di n. 104 loculi, di n. 12 cappelle di famiglia (ciascuna formata da 8) loculi e da n. 64 ossari.

Filippo Carnevale — Ampliamento cimitero comunale

Il modello

Filippo Carnevale — Ampliamento cimitero comunale

Filippo Carnevale — Ampliamento cimitero comunale

Filippo Carnevale — Ampliamento cimitero comunale

Filippo Carnevale — Ampliamento cimitero comunale

Riqualificazione e valorizzazione isola archeologica del mosaico romano - sabrina romani, Cosimino Casterini

Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino - Progettisti Associati, Mauro Marzo

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“Largo”: così un tempo veniva chiamata la piazza Libertà di Avellino. La sua ubicazione, la sua conformazione, le sue dimensioni apparivano dotate di senso: rispetto alla posizione geografica della capitale Napoli; rispetto alla natura di importante luogo di incontri e di traffici; rispetto ai conventi di Francescani e Domenicani, la cui presenza è ivi documentata a partire dalla fine del XIII secolo. La scomparsa delle chiese di S. Francesco e della Madonna del Rosario legate ai due ordini, avvenuta nel corso del XX secolo, ha acuito l’effetto di eccessiva vastità di questo invaso, sia se lo si rapporta ai caratteri del tessuto urbano più antico, sia se lo si raffronta con la misura degli isolati di più recente formazione, attestati su corso Vittorio Emanuele II di cui la piazza costituisce la naturale conclusione.

Progettisti Associati, Mauro Marzo — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

Insieme alle due chiese, il Largo non ha perduto solo il proprio valore spaziale; ha in qualche modo smarrito il proprio senso. La celebre “Veduta del Largo di Avellino”, dipinta da Cesare Uva alla metà del XIX secolo, illustra (con un carattere sospeso tra verità documentaria e prefigurazione progettuale) uno dei molti assetti assunti nel corso della storia dalla piazza. L’invaso connotato da una cortina edilizia relativamente omogenea per altezza, risulta fortemente connotato da due aspetti: la chiesa del Rosario (disposta secondo assi di giacitura apparentemente estranei alle geometrie del luogo) e la chiesa di San Francesco (eretta su un alto sagrato) assumono un ruolo di assoluta emergenza nello spazio della piazza; l’asse lastricato del corso attraversa l’intero invaso della piazza e individua due aree assai dissimili per forma e misura: l’una è pavimentata, l’altra appare sterrata; Affiancando alla veduta dell’Uva le fotografie scattate tra fine ‘800 e inizi ‘900, emerge un terzo aspetto che ha fortemente connotato il carattere della piazza nella sua storia recente: il verde era un elemento capace di creare una notevole qualità ambientale, un luogo adatto alle passeggiate, uno spazio protetto per la conversazione, gli incontri e la lettura; ciò anche grazie alla geometrica (e consistente) massa vegetale della topiaria e alle fitte zone d’ombra capaci di riparare dalla calura estiva. Questi tre aspetti della piazza, andati perduti ma ampiamente documentati da dipinti antichi e foto d’epoca, dotavano di senso e di valori estetico/percettivi questo spazio.

Progettisti Associati, Mauro Marzo — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

Rinvenire il senso di questo luogo e restituirgli valore estetico costituiscono gli obiettivi della nostra proposta. L’ideazione progettuale ha preso le mosse a partire dai tre succitati aspetti; senza nostalgici e improbabili tentativi di ricostruire la piazza “com’era”, ma con la volontà chiara di rievocare le tracce perdute e di valorizzare le figure di pregio ancora esistenti nell’invaso urbano.

Progettisti Associati, Mauro Marzo — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

A partire da ciò che c’era, abbiamo dunque agito, ma anche a partire dai valori espressi dalla Avellino contemporanea. Molti degli spunti progettuali sono stati infatti forniti dalla stessa città: dalla sua iconografia storica come dalle esigenze contemporanee; dagli articoli pubblicati nei quotidiani locali sul futuro della piazza come dai pareri espressi dalla cittadinanza; dal desiderio di verde dei bambini (che emerge dai questionari scolastici) come dalla condivisa volontà di valorizzare la presenza del cedro. Spunti materiali e immateriali, ancora presenti o perduti, intrecciati insieme, hanno generato il progetto, definendone i colori e la trama, individuandone le figure principali.

Progettisti Associati, Mauro Marzo — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

La volontà di prefigurare un contenimento delle spese di costruzione/manutenzione di questo spazio e le necessità dettate dalla congiuntura economica, possono costituire talora un’occasione favorevole per il progetto; allontanando il pericolo di soluzioni alla moda, dispendiose o lontane dal carattere storico del luogo, la contingenza si rivela generatrice di economia formale e sobrietà costruttiva.

Progettisti Associati, Mauro Marzo — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

Non è un caso che pochi materiali, misurati segni, selezionate figure stiano alla base della nostra proposta: masse arboree rievocanti un’immagine consolidata nell’iconografia fotografica prebellica; parterre che riprendono in chiave contemporanea l’uso tipico di pietra lavica nelle pavimentazioni stradali; piani orizzontali o verticali che, come sindoni della storia del sito, consentano di riconoscere il suolo su cui si innalzavano le chiese distrutte. All’invaso trapezoidale della piazza, oggi dequalificato dalla presenza di edifici contemporanei di scarsa qualità architettonica e dimensioni inappropriate alla preesistenza, il progetto prova a restituire un ordine compositivo.

Progettisti Associati, Mauro Marzo — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

Dando risposta alle indicazioni del bando, esso si adegua totalmente alle necessità impiantistiche e distributive del parcheggio interrato, non rinunciando ad accogliere altre richieste dell’Amministrazione; in particolare, quelle legate al carattere che questa piazza dovrà assumere in futuro tornando ad essere ambito privilegiato di riconoscimento identitario della collettività. Proprio a partire dalla Veduta dell’Uva, il disegno proposto per la piazza definisce due ambiti fortemente differenziati: uno totalmente pavimentato, posto a nord dell’asse di corso Vittorio Emanuele II; l’altro, a sud, trattato a verde. Il primo grazie all’assenza di alberi e alla relativa omogeneità della pavimentazione lavica (screziata da giochi d’acqua e da sottili segni in pietra bianca che sottolineano gli assi compositivi delle facciate e la presenza di strade laterali) esalta la bellezza dei fronti degli edifici attestati su questo lato dell’invaso. Alcuni pilastrini metallici definiscono un piano verticale che giace sul luogo in cui sorgeva il fronte principale della chiesa del Rosario e ne evoca la presenza, attingendo al repertorio figurativo dell’arte contemporanea. Il secondo ambito, posto a sud dell’asse del corso, è invece fortemente connotato dalla presenza del verde. La topiaria rievoca un’immagine della piazza che, risalendo ad un passato relativamente recente, è ancora viva nella memoria di alcuni avellinesi.

Progettisti Associati, Mauro Marzo — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

Lungi dall’essere tuttavia un mero omaggio ad una pregressa conformazione del luogo, la topiaria assolve ad altri tre compiti: 1) evidenzia l’asse del corso, rendendone manifesto il tracciato nel vuoto della piazza; 2) crea stanze vegetali, ambiti conclusi e riparati; 3) individua due cornici verdi: la prima a protezione di un piccolo spazio ribassato rispetto al parterre della piazza; la seconda a contenimento di una superficie trattata a prato, al cui centro si erge il cedro. Se il lato settentrionale della piazza si presta a divenire luogo di passeggio, il lato meridionale intende configurarsi come uno spazio adatto alla sosta. Il riquadro verde sul bordo orientale dell’invaso pubblico, laddove si staglia il cedro, ospita lungo i propri bordi una seduta ininterrotta dove poter riposare, incontrare amici, leggere all’aria aperta. Una doppia lieve pendenza (servita da una breve rampa per disabili) genera invece, nella parte occidentale della piazza, un modesto scavo rettangolare che si conforma a guisa di teatrino all’aperto; qui si potrà assistere a brevi concerti di suonatori di strada o semplicemente riposare, allietati dal mormorio di un velo d’acqua traboccante da una vasca d’acqua posta al livello stradale e collocata in un riquadro della pavimentazione, che è traccia del perduto sagrato della chiesa di San Francesco.

Progettisti Associati, Mauro Marzo — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

Uniche presenze costruite nella superficie della piazza, omogeneamente ricoperta in pietra lavica, sono le due coperture atte a proteggere le scale e gli ascensori del sottostante parcheggio. Lungi dall’essere puri dispositivi funzionali al collegamento con lo spazio sotterraneo, esse assumono ruoli diversi, divenendo, di volta in volta, sedute, spazi ombrosi, luoghi per affiggere informazioni di pubblica utilità, cornici attraverso cui inquadrare il cedro centenario, una facciata antica o un pezzo del cielo sopra Avellino.

Progettisti Associati, Mauro Marzo — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

Progettisti Associati, Mauro Marzo — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino


Palazzo Via degli Omenoni 2 a Milano - Fabio Carria

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Intervento di restauro conservativo di tutte le facciate dell’edificio vincolato dalla Soprintendennza di Via degli Omenoni 2 a Milano, nonchè di tutte le superfici delle colonne e del cassettone a soffitto del portico galleria del piano terreno.

Fabio Carria — Palazzo Via degli Omenoni 2 a Milano

Fabio Carria — Palazzo Via degli Omenoni 2 a Milano

Fabio Carria — Palazzo Via degli Omenoni 2 a Milano

Fabio Carria — Palazzo Via degli Omenoni 2 a Milano

Fabio Carria — Palazzo Via degli Omenoni 2 a Milano

Fabio Carria — Palazzo Via degli Omenoni 2 a Milano

Fabio Carria — Palazzo Via degli Omenoni 2 a Milano

Fabio Carria — Palazzo Via degli Omenoni 2 a Milano

Esporre il compasso d'oro - Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli

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Nell’affrontare questo lavoro ci siamo resi conto che per poter esporre in modo soddisfacente e stimolante le innumerevoli opere che compongono la collezione del Compasso d’Oro era necessario creare un sistema di allestimento estremamente flessibile, dove si rendessero facilmente possibili gli accostamenti, i rimandi, le contaminazioni tra le diverse discipline, le epoche, le tipologie, i materiali, aprendo la possibilità ad infinte variazioni di narrazione, senza per questo rinunciare ad un carattere iconico dell’allestimento. La nostra proposta definisce un sistema espositivo in cui la flessibilità degli spazi è resa possibile e al contempo rappresentata dall’allestimento stesso. Inoltre, per dare la possibilità di mostrare la maggior parte delle opere della collezione e tutte le sfaccettature del processo che porta alla realizzazione di un oggetto, di una nuova tecnologia o di un’idea si è scelto di incrementare la superficie espositiva con l’aggiunta di una passerella e di un ulteriore piano trattando in modo differente il volume dei due corpi di fabbrica del complesso. Nel primo volume che ospita i reperti di archeologia industriale si è scelto di creare un piano intermedio con una soletta tagliata in corrispondenza delle turbine nel quale si inserisce una grande gabbia. Questo volume accoglie oggetti liberamente disposti al suo interno e ha la capacità di dare la percezione dello spazio nella sua interezza, dall’interrato degli archivi alle capriate della copertura. Il visitatore avrà la possibilità di osservare gli oggetti da un punto di vista inusuale. Gli spazi che si affacciano su questa grande “voliera”, ospitano bacheche espositive e zone di approfondimento multimediale entrambe ricavate nello spessore dei pilastri di sostegno della copertura e rappresentano l’unica parte statica dell’allestimento. La ‘voliera’ sarà realizzata con una rete a maglie larghe. Il volume del corpo di fabbrica più basso invece è attraversato da un camminamento sospeso che si ricollega al piano intermedio del corpo di fabbrica più alto dando così la possibilità di apprezzare da più punti di vista lo spazio ex-industriale del sito e soprattutto l’allestimento che lo caratterizza. Questo allestimento è composto da una serie di quinte mobili realizzate con delle veneziane che scendono da una griglia a maglia quadrata che incorpora anche il sistema di illuminazione. La peculiarità di questo sistema di allestimento è data dalla flessibilità: semplicemente alzando o abbassando queste veneziane si possono creare diversi ambienti, delimitati in pianta da sottili pedane, nei quali gli oggetti trovano il proprio posto e interagiscono tra loro. Il fatto che questi non siano completamente impermeabili allo sguardo e che nell’accostarsi tra loro lascino sempre aperture e fessure consente al visitatore di andare continuamente alla ricerca di quello che traguarda oltre l’ambiente in cui si trova sviluppando un continuo interesse per quello che ancora deve venire. Questo dinamismo crediamo che bene si coniughi con l’idea di esporre una collezione in continua evoluzione e di tale entità da potere essere continuamente riallestita senza per questo perdere il forte carattere iconico della nostra proposta, semplicemente scegliendo quali moduli far discendere dal soffitto. Il poter variare l’inclinazione delle lamelle consente inoltre di dar vita a diversi tipi di percezione spaziale e di rendere le stesse veneziane ottimi supporti per proiezioni video che all’occorrenza possono completare la complessa narrazione del mondo Compasso d’Oro. L’allestimento stesso può quindi diventare all’occorrenza l’opera esposta, ospitando video o immagini proiettate su di esso. La nostra speranza è quindi quella di poter dar vita ad un museo dinamico, visitabile dallo stesso fruitore più volte l’anno dando vita ad allestimenti che si rinnovano di continuo pur mantenendo una forte riconoscibilità. Questo ci è sembrato il modo migliore di interpretare lo spirito del Compasso d’Oro.

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Esporre il compasso d'oro

Tavola 1

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Esporre il compasso d'oro

Tavola 2

Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti - Paola Rebellato, Nicola Isetta

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…le case ti appaiono confuse come un fascio di legna e ammassate una sull’altra, come se in quella solitudine volessero stringere il nodo dell’umano consorzio o ripararsi dal freddo, l’una con l’altra, come fanno le pecore… Antonio Ronzon, Almanacco Cadorino, 1875

Paola Rebellato, Nicola Isetta — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Il Progetto da sud ovest

Da questo pensiero sull’architettura tradizionale è partita la nostra ricerca progettuale. La scelta è stata di rinunciare a un fabbricato accorpato per prendere come riferimento l’aggregato di case sparse e vicine: il villaggio ampezzano. Questa scelta si integra con il contesto e crea spazi di maggiore qualità e vivibilità garantiti dalla sapienza costruttiva locale. Seguendo questa traccia abbiamo previsto un gruppo di sei fabbricati accoppiati posti lungo la pendenza del terreno impostati su tre livelli diversi e collegati fra loro da ambienti collettivi e spazi scoperti accessibili.

Paola Rebellato, Nicola Isetta — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Foto storiche della valle di Cortina

Seguendo le indicazioni del bando di concorso, è prevista la realizzazione di 30 alloggi per anziani autosufficienti con dotazioni di spazi collettivi e servizi. Il fabbricato tipo, di pianta rettangolare di ml. 10,70×16,00, ha tre piani fuori terra, il primo dei quali parzialmente seminterrato data la pendenza naturale del terreno. Contiene un blocco scala con ascensore, due alloggi ai piani primo e secondo ed un alloggio al piano terra orientato verso l’esterno del lotto, per un totale di 5 alloggi. Il restante piano terra è occupato dagli spazi collettivi che si prolungano al di fuori del sedime del fabbricato fino a creare un collegamento con il fabbricato adiacente e speculare. In questo modo si sono creati tre blocchi edificati, posti a tre diverse quote degradanti lungo la pendenza del lotto. Ogni blocco contiene 10 alloggi e gli spazi collettivi fanno da cerniera e collegamento fra i fabbricati residenziali. La scelta tipologica per i fabbricati residenziali è quella della casa tradizionale ampezzana con tetto a due falde, colmo ortogonale all’andamento della pendenza del terreno e orientamento dei corpi di fabbrica lungo il versante collinare, in modo che ogni corpo abbia la massima esposizione al sole.

Paola Rebellato, Nicola Isetta — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Planivolumetrico

L’accesso è previsto da nord est, come da bando, utilizzando l’accesso al parcheggio del condominio confinante, da questo si passa per un parcheggio scoperto per 9 auto e si entra al complesso: una rampa da l’accesso ai garage e uno spazio lastricato protetto da una pensilina permette l’accesso pedonale ai fabbricati. Il blocco più a est contiene l’ingresso al complesso con la portineria, gli spazi per il passatempo quali sala musica e hobby e il poliambulatorio con i relativi servizi. Dagli spazi collettivi è possibile raggiungere i due corpi scala che danno l’accesso agli alloggi ed al piano interrato che contiene i garage e le cantine. Il corpo scala a sud permette anche l’accesso al wintergarten che diventa punto di collegamento con il blocco centrale di fabbricati. Dal wintergarten si accede agli spazi collettivi del blocco centrale dove è collocata la sala polifunzionale e i relativi servizi. Da questi si va ai due corpi scala che danno l’accesso agli alloggi ed al piano interrato che contiene i garage e le cantine. Dal corpo scala a sud, attraverso un corridoio, si ha il collegamento con il blocco ovest che contiene lo spazio per la palestra e i relativi servizi, nonché l’accesso ai garage e le cantine di pertinenza del blocco stesso. Oltre ai percorsi interni di collegamento fra i fabbricati, è possibile percorrere lo spazio scoperto passando da un fabbricato all’altro mediante rampe e scale, in modo che i residenti ed i loro ospiti possano accedere agevolmente a ogni alloggio e spazio collettivo sia internamente sia all’aperto. Gli alloggi sono organizzati in modo che tutte le zone giorno servite da ballatoi abbiano affaccio a valle. Ad ogni alloggio si accede attraverso un ingresso direttamente collegato al soggiorno con cucina dal quale un disimpegno porta al bagno ed alla camera dotata di ampia cabina armadio. Si prevede che i singoli alloggi siano dotati di piano di cottura ad induzione per evitare l’uso di fiamme libere e gas. I servizi saranno dotati di ausili per i disabili come maniglioni e doccia a filo pavimento per un agevole ingresso anche alle carrozzine.

Paola Rebellato, Nicola Isetta — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Sezioni

I materiali previsti sono quelli tradizionali resi contemporanei dal dettaglio architettonico: il piano terra dei fabbricato ha rivestimento in pietra locale a spacco ed il restante volume, caratterizzato dall’aggetto dei balconi, è rivestito in tavole di larice. Il fronte delle terrazze è ritmato da montanti verticali in larice sfalsati che rendono la facciata vibrante. La copertura a due falde sarà rivestita in lastra di rame.

Paola Rebellato, Nicola Isetta — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Pianta livello ingresso

La struttura portante dei fabbricati è prevista in telaio in calcestruzzo armato con muratura perimetrale di tamponamento in laterizio; i solai sono in laterocemento e la copertura in struttura lignea con isolamento in lana minerale di 30 cm con ventilazione. Sono previsti inoltre pareti e controparti interne in cartongesso doppia lastra con lana minerale da 10 cm e cappotto esterno in EPS da 12 cm rivestito in pietra o legno. Le coperture piane hanno isolamento da 30 cm, membrana impermeabilizzante e pavimentazioni in pietra con vasche di piantumazione in cemento rivestite di pietra. I serramenti sono in legno di larice con vetro isolante doppia camera e tende oscuranti esterne con cassonetto a scomparsa. I pavimenti interni sono in gress porcellanato per le parti comuni e in legno per gli alloggi.

Paola Rebellato, Nicola Isetta — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

pianta livello intermedio

Paola Rebellato, Nicola Isetta — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

pianta livello basso

Palazzo di Via Manzoni 14 a Milano - Fabio Carria

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Il progetto di restauro delle facciate storiche del palazzo di Via Manzoni 14 ha comportato un cantiere di diversi anni essendo molto estesa la superficie complessiva di tutti i prospetti. Il palazzo ottocentesco, appartenente al Principe Trivulzio unitamente all’edificio di Via Manzoni 12 attuale Museo Poldi Pezzoli, ha subito la ricostruzione post-bellica delle fronti danneggiate durante i bombardamenti di Milano e successivamente, negli anni ‘60-’70 una serie di interventi che lo hanno portato all’attuale conformazione ed aspetto. Da ricerche effettuate presso gli uffici comunali, archivio storico e presso gli atti depositati in Soprintendenza di Milano, non è stato trovato alcun disegno grafico dei prospetti per cui si è proceduto ad un rilievo metrico diretto di tutti i prospetti anche utilizzando la tecnica del fotoraddrizzamento con controllo metrico.

Fabio Carria — Palazzo di Via Manzoni 14 a Milano

Fabio Carria — Palazzo di Via Manzoni 14 a Milano

Casa Unifamiliare Ristrutturazione - Christian Bonetalli

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