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Our-Cook - Carlo Migliardi

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Cos’è“Our- CooK” ?

Carlo Migliardi — Our-Cook

n.1

In un mondo fluido dove il mangiar bene riveste sempre di più un ruolo centrale nell’interscambio culturale, il nostro paese, l’italia, ha sempre coperto una posizione di leadersheap nel settore. Il progetto ” our-cook “ se da un lato ha lo scopo di continuare a coltivare la passione verso l’arte culinaria che ci ha sempre contraddistinto e ha ispirato modelli nel mondo da secoli , dall’ altro vuole rinnovare , ricercare,sperimentare e contemporaneizzare il format di cucina. Un luogo non luogo che rende riproducibile l’esperienza del cucinare in qualsiasi contesto , dal catering per un party privato ad un evento fieristico , da un incontro di show –cooking fino ad un utilizzo privato domestico. L’arte del cucinare viene sintetizzata attraverso la realizzazione di un unico modulo cucina, autonomo, con particolare attenzione agli aspetti legati al trasporto, montaggio e allacciamento di corrente. Le caratteristiche principali di questo progetto sono facilmente riconoscibili: Piano cottura ad induzione, forno, lavello con doccetta, cappa,piastra a resistenza, vano porta oggetti sono inglobati in un unico blocco dalle dimensioni ridotte ( 350×1085 x 460 mm ) il tutto a vantaggio del trasporto, dell’ergonomia e della facilità di montaggio anche perchè da montare non c’è proprio niente, è già pronto all’uso. La superficie del prodotto che a sua volta è anche la struttura è in lamiera. La scelta di questo materiale è stata fatta in base allo studio accurato di tutti i processi produttivi legati al mondo degli elettrodomestici, inoltre questa finitura, chè corrisponde anche alla struttura, lo rende, sia da un punto di vista estetico che da quello funzionale, adatto a qualsiasi contesto e cluster di consumo . Un prodotto pensato “ made in Italy” come la “Vespa “ dove “telaio e carrozzeria” coincidono tutto a vantaggio delle prestazioni e dello stile, che facilmente brendizzabile vuole diventare una nuova voce nel settore.

Carlo Migliardi — Our-Cook

n.2

DesignerArchitect  Carlo Migliardi

Collezione storica del Compasso d’Oro - CAFèARCHITETTURA, LUCA DE BONA

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Il processo creativo che porta alla realizzazione di un’idea, si può identificare con una sorta di stratificazione: osservando il lavoro che inizia dal foglio dove le cose sono disegnate una sull’altra, alla ricerca di un accostamento e di una sovrapposizione di elementi a cui dare forma, materia ed energia. Da questa lettura della collezione, nasce l’idea di un’installazione composta da una sequenza di grandi fogli, tante preziose carte disposte in successione. Questi diversi intervalli compongono un volume stratificato che si materializza al centro dello spazio espositivo: i fogli piegati, di dimensioni sempre diverse, si innalzano dall’archivio interrato, serbatoio di idee, e si adagiano nello spazio fino a superarne i confini fisici “sfondando” idealmente la parete lungo via Bramante. La piega, nella sua accezione fisica e concettuale, è l’elemento generatore del progetto, il principio in base al quale la materia carta si trans-forma in materiale da costruzione e da esposizione, giocando con una superficie piana che con un gesto si fa tridimensionale. Come fossero dei libri o delle pagine, queste superfici versatili si offrono ai fruitori per narrare non solo le storie e i personaggi che hanno reso la collezione così importante, ma anche per trarre spunto per nuovi progetti e storie da raccontare. I fogli sono interfacce che accolgono l’oggetto e lo offrono al visitatore nel passaggio dal mondo delle idee a quello quotidiano.

CAFèARCHITETTURA, LUCA DE BONA  — Collezione storica del Compasso d’Oro

CAFèARCHITETTURA, LUCA DE BONA  — Collezione storica del Compasso d’Oro

Vernice0007 / Vernissage0007 - Lorenzo Degli Esposti

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Lorenzo Degli Esposti, vernice bianca coprente su riproduzione su carta 80g formato cm 28,9×16,2 di foto di Manhattan, Milano, 2013

Lorenzo Degli Esposti — Vernice0007 / Vernissage0007

Lorenzo Degli Esposti, white covering paint over a 28,9×16,2 cm 80g paper picture of Manhattan, Milan, 2013

Kindergarten Susi Weigel - Bernardo Bader

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New Kindergarden in Bludenz

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Bernardo Bader — Kindergarten Susi Weigel

Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme - Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco

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L’acqua rappresenta un elemento significativo nella storia e nell’economia di Monsummano; dalla Madonna di Fontenova, alla rappresentazione di paesaggio con fiume di Leonardo fino alle famose terme, ed è proprio il tema dell’acqua che ha ispirato il progetto. Sul porticato della Basilica è apposta una lapide che ricorda l’evento miracoloso del 1602, una sorgente sacra, un fiume che scorre sotto Monsummano. La suggestione di questa fonte miracolosa, di questa linfa vitale che scorre da centinaia di anni sotto Monsummano, ci ha fatto pensare al progetto come un fiume che scorrendo riunisce in un unico flusso le piazze del centro. La sorgente da cui tutto nasce, si palesa con la fontana prospiciente la Basilica, che come una polla sorgiva scaturisce dal terreno per poi diramarsi con linee fluide in tutto il centro, andando ad unire con unico gesto Piazza del Popolo, Piazza San Marco, Piazza Giuseppe Giusti, Piazza Martini e Piazza Amendola. Le linee di questo flusso sono rese con fasce di travertino, materiale della tradizione locale, che vanno ad incorniciare zone caratterizzate dall’uso di diversi materiali a seconda della loro funzione: le parti dedicate alla sosta pedonale sono realizzati con sanpietrini, già utilizzati nella vicina piazza Berlinguer, le parti carrabili sono caratterizzate dall’uso di asfalto colorato,più resistente al passaggio seppur ridotto di macchine ed utilizzato in parte anche in Viale Martini. Il cuore centrale, che racchiude la fontana e la statua dedicata a Giuseppe Giusti, è realizzato in pietra serena, materiale nobile e caratteristico di tutti i centri toscani. Le piazze centrali in questo modo vanno a racchiudere gli elementi caratterizzanti degli interventi recenti e vicini di Piazza Berlinguer e Viale Martini. L’unitarietà non è data solo dal disegno della pavimentazione che coinvolge le piazze centrali, ma continua idealmente fuori dal confine dell’intervento, con il richiamo dei materiali utilizzati nelle altre zone limitrofe. L’illuminazione notturna va a marcare l’idea di flusso del progetto, le fasce di travertino di notte diventano delle onde guizzanti che uniscono visivamente le piazze. Il cuore centrale invece viene definito e protetto da elementi di arredo urbano che oltre a funzionare da panchine e dissuasori, di notte si trasformano anche in punti luce.

Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Piazza Giusti

Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Piazza del Popolo

Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Piazza del Popolo

Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Piazza Giusti

Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Alessia Bettazzi, Pierluigi Percoco — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Mostra “Lo stile italiano". Luca Beltrami per la Banca Commerciale Italiana. - A4A Monti Rivolta Savioni Architetti

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In collaborazione con NEXO. – L’allestimento della mostra sulla costruzione, agli inizi del ‘900, della nuova sede della Banca Commerciale Italiana è pensato in sintonia con il linguaggio del nuovo polo culturale e museale.

A4A Monti Rivolta Savioni Architetti —  Mostra “Lo stile italiano". Luca Beltrami per la Banca Commerciale Italiana.

In mostra le foto conservate e catalogate nell’archivio storico di Intesa Sanpaolo che documentano la storia di questo intervento e invitano il pubblico a usufruire del vantaggio di trovarsi nell’edificio in mostra.

A4A Monti Rivolta Savioni Architetti —  Mostra “Lo stile italiano". Luca Beltrami per la Banca Commerciale Italiana.

Materiali naturali sia per le cornici in legno appositamente disegnate, sia per le grafiche realizzate con taglio laser in cartone riciclato e per il grande “tavolo dell’architetto”, anch’esso in cartone, di 4×1 mt. Su quest’ultimo, le riproduzioni dei disegni tecnici ed esecutivi del Beltrami, consultabili liberamente dal pubblico, raccontano l’approccio progettuale dell’architetto.

A4A Monti Rivolta Savioni Architetti —  Mostra “Lo stile italiano". Luca Beltrami per la Banca Commerciale Italiana.

Alle pareti, grandi planimetrie dell’edificio aiutano il pubblico a orientarsi rendendo la visita alla mostra un viaggio attraverso il palazzo.

A4A Monti Rivolta Savioni Architetti —  Mostra “Lo stile italiano". Luca Beltrami per la Banca Commerciale Italiana.

A4A Monti Rivolta Savioni Architetti —  Mostra “Lo stile italiano". Luca Beltrami per la Banca Commerciale Italiana.

A4A Monti Rivolta Savioni Architetti —  Mostra “Lo stile italiano". Luca Beltrami per la Banca Commerciale Italiana.

Imperia Tower - UNK Project

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The closed tender was announced in late February, 2013 by the investor of the complex “Empire Tower”, the company named “MosCityGroup” at the initiative of Chief Architect of Moscow Sergey Kuznetsov. In late April, the judging panel opted for the proposal by UNK Project; according to the organizers, this bureau as the contest winner will be commissioned with the further work on designing the second stage of the construction of the complex. (The hyperlinks lead to Russian articles – translator’s note)

UNK Project — Imperia Tower

The building of the second stage will be built on the square land site between “Empire Tower” and the embankment. Over the period of 2002-2009, this spot saw the following succession of projects: a glass dome with an aqua park and an entertainment center (Giovanni Corradetti), white striped building with rounded corners (NP), and finally, one of the latest projects was the streamlined wavy “tongue” that stretched in the project by NBBJ from the tower to the embankment. Now, in 2013, the functional content of the second stage of the complex has changed: the building will no longer be connected to the marina, as was previously planned, and it will not have an aqua park in it; according to the contest specifications, part of the complex was to be occupied by the above-ground parking garage, part of the complex – by offices, and the top and bottom floors were to be turned into a public area with shops and cafes.

UNK Project — Imperia Tower

The architects of UNK Project concentrated their attention on the movement of the pedestrian flows, and thus the role of the “main hero” here is played by the atrium that pierces the cubic volume of the complex diagonally, from southeast corner to the northwest one. It splits the cubic volume into two buildings in fact: the north and the south ones. The north building, from its 3rd to its 8th floor, is occupied by the parking garages (floors 3 to 6 being occupied by non-mechanized garages, floors 7 and 8 – by mechanized ones), higher up – by offices. The second and third floors of the southern building are occupied by a medical center; higher up there are office premises. It is planned that the landscaped roof will be turned into a sightseeing platform accessible by elevator directly from the atrium. The center of the north triangle is the circular ramp of the drive-up of the parking garage (just like in the “European” shopping mall; the architects are providing scientifically proven reasons that such type of a drive-up is more convenient for the drivers who will not need to spin the wheel too much). In the nucleus of the triangle, there is yet another triangle of a smaller size, that includes two elevator shafts, which, in turn, allows for dividing the southern part into yet another two triangles, each one oriented to its elevator, meaning – use the office space with minimal losses of the usable area and provide for good insolation. The efficiency and economy became one of the central themes of the project (which allowed the authors to fit into the budget providing at the same time for quality materials): wherever possible, typical solutions are used. Besides, the architects were able to use in their project the existing sub-structures – the grid of underground columns, built earlier. The entire first floor is turned into a public area with shops and restaurants. It is planned to be open 24/7. The role of the center, or rather, the axis of the first floor is played by the diagonal “road” of the atrium. In its beginning and in its end, at the two corners of the cubic volume, in front of the entrances, there are small landings that are designed as “stanzas” and protected by the overall roof of the complex “from direct precipitation” as the architects put it in the explanatory note. The ravine of the atrium opens up eastwards, to the side of “Bagration” bridge and “Vystavochnaya” metro station, where usually the city-bound pedestrian flows come from. According to the architects idea, the people will be able to circle the building from the south and from the east but the main scenario proposed by the architects implies, of course, going through the atrium, through the “body” of the building: coming out at the opposite side, we find ourselves at the square before “Empire Tower”, from where one can easily get to the center of “Moscow City”. From the bridge side, the mouth of the atrium looks like a “perspective portal” – this is how the authors themselves call it, even though it would only be fair to admit that the resemblance with a portal is but partial here; one can clearly see only one perspective bevel, namely, the right eastern one. The role of the second bevel is played by the wall that faces the embankment: it is turned at a 3-degree angle to the side of the atrium entrance. So it turns out that if we speak about “portal”, then it is radically shifted to the right – it looks like in the classical “TV” layout of the 70’s the axis is jerked aside. Following suit with the axis, the bevels also became very different: one formed an acute angle, and the other turned into a glass partition that serves to hide the riverside entrance rather than helps reveal it. As for the entrance itself, it is, as was already said, is turned to the side of the bridge, i.e, at an angle of approximately 45 degrees to the surface of the main riverside facade. In other words, if we are to speak about the “portal” in the classical sense (the one that you might see in the architecture of the post-war modernism), then this portal did something that is very much like combatant realignment – it made a step left and about-faced. This motion is as simple as one-two-three but in its essence it is spiral, and the authors righteously claim that the composition of their building “supports the spiral-like” composition of the silhouette of Moscow City”.

UNK Project — Imperia Tower

The described “about face” twist left the shape practically devoid of any classical allusions, endowing it with romantic resemblance to the Pillars of Hercules, the legendary gate of the Antique world. Indeed, we are standing before something that is THE City Gate – passing through it, we find ourselves in the world of the rocks of the skyscrapers, and the energy of the “gorge among the rocks” prepares us for getting into the space of a different scale and different tensions that we are used to deal with in the usual city.

UNK Project — Imperia Tower

One should say that the resulting aberration between what is familiar and classical and what is spicy and romantic permeates the whole project creating within it the kind of tension that is both plastic and meaningful.

UNK Project — Imperia Tower

The architects proposed to cover the glass walls with a grid of architectural concrete. The grid will get reflected in the glass, getting fractured and multiplied, enhancing but not dissolving the ornament in the succession of reflections. In the simple and big pattern one can easily discern the replica of the original idea of the building based on dividing a quadrant into triangles. This same kind of fracturing repeated many times in the pattern of the concrete grid of the facade. All the more so, because when one is looking from the ground level, he or she will hardly be able, because of the foreshortening, to tell a diamond shape from a quadrant. At the same time, on the corners, the triangles interlock and form an almost-sculptural zigzag, putting one in the mind of the classic of the genre – Hearst Tower by Norman Foster. To liven things up a bit, though, the architects have designed their grid in the “parametric” fashion: the thickness of the ribs gradually varies, getting at times sparser and at times thicker, just like the skin of a living being might look like, so there are “waves” rippling over the surface of the facade.

UNK Project — Imperia Tower


Complesso Inter-parrocchiale "San Benedetto" - Arch. MICHELE CANNATA’ (Cannatà&Fernandes), Arch. FATIMA DE MARIA FERNANDES (Cannatà&Fernandes), Antonio Lento (@rchitet.ti associati), ARCH. GENEROSO ARPAIA (@RCHITET.TI ASSOCIATI), ARCH. MARIA PITRUZZELLO (@rchitet.ti associati), ARCH. ANNA CORRADO (Studio IKON), ARCH. ALDO LAZZARO (Studio IKON), Arch. Biagio Cantisani, Arch. Pietro Gigliotti, Ing. Francesco Pietropaolo

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Rapporto con l’ambiente urbano

Arch. MICHELE CANNATA’ (Cannatà&Fernandes), Arch. FATIMA DE MARIA FERNANDES (Cannatà&Fernandes), Antonio Lento (@rchitet.ti associati), ARCH. GENEROSO ARPAIA (@RCHITET.TI ASSOCIATI), ARCH. MARIA PITRUZZELLO (@rchitet.ti associati), ARCH. ANNA CORRADO (Studio IKON), ARCH. ALDO LAZZARO (Studio IKON), Arch. Biagio Cantisani, Arch. Pietro Gigliotti, Ing. Francesco Pietropaolo — Complesso Inter-parrocchiale "San Benedetto"

Il nuovo edificio e gli spazi pubblici non edificati intendono, attraverso la proposta progettuale, partecipare attivamente alla formalizzazione di una nuova centralità urbana. Il complesso religioso dovrà costituire il completamento di una serie di servizi e infrastrutture per integrare le necessarie funzioni di una realtà urbana in fase di consolidamento e soprattutto costruire un luogo di riferimento fondativo di una nuova identità della comunità dei fedeli. Una nuova presenza per introdurre nuovi valori della millenaria tradizione cattolica di costruzione dei luoghi dell’esercizio della fede. L’esistenza di alcuni edifici municipali con le relative sistemazioni esterne, impone una attenta col- locazione del nuovo complesso religioso, per recuperare tutte le qualità potenziali dei nuovi spazi pubblici, con l’obiettivo di definire precise indicazione sul futuro dell’area. La lettura della morfologia, la geometria del lotto, l’orientamento solare e le indicazioni del piano urbanistico, sono stati gli elementi che hanno suggerito l’impianto planimetrico del nuovo complesso religioso. Seguendo una logica di adattamento del progetto alla morfologia del terreno e di contenimento dei costi, il profilo delle quote altimetriche esistenti è servito ad organizzare le differenti funzioni. Dalla quota più bassa, corrispondente al nuovo viale alberato del progetto urbanistico fornito, si accede al sistema dei servizi complementari all’edificio religioso quali: il salone parrocchiale, i locali per il ministero pastorale, gli uffici interparrocchiali, la casa canonica e le zone tecniche. Alla quota superiore corrispondono il pavimento del sagrato, l’accesso all’aula liturgica e la torre campanaria. La quota del sagrato si raccorda ad un adeguato spazio aperto capace di accogliere oltre 10.000 persone configurandosi come luogo centrale della nuova realtà cittadina. Un spazio collettivo per grandi assemblee pubbliche di carattere polivalente, luogo di festa e di celebrazione di messe campali.

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Riconoscibilità Edificio Sacro

Arch. MICHELE CANNATA’ (Cannatà&Fernandes), Arch. FATIMA DE MARIA FERNANDES (Cannatà&Fernandes), Antonio Lento (@rchitet.ti associati), ARCH. GENEROSO ARPAIA (@RCHITET.TI ASSOCIATI), ARCH. MARIA PITRUZZELLO (@rchitet.ti associati), ARCH. ANNA CORRADO (Studio IKON), ARCH. ALDO LAZZARO (Studio IKON), Arch. Biagio Cantisani, Arch. Pietro Gigliotti, Ing. Francesco Pietropaolo — Complesso Inter-parrocchiale "San Benedetto"

Il progetto individua alcuni caratteri tipologici e volumetrici legati agli aspetti architettonici per definire gli elementi di sintesi del significato più visibile del luogo di raccoltà della comunità religiosa. La chiesa dovrà apparire da lontano, richiamare, ri-tagliarsi dall’accidentale, costituire uno spazio che da un lato sappia recingere e proteggere (un’arca, una “nave”), ma, dall’altro, anche liberare, sprigionare nuova nostalgia. La torre campanaria e il volume dell’aula liturgica, sono chiaramente evidenziati e riportati ad ar- chitetture antiche in cui le forme geometriche visualizzavano nelle dimensioni fisiche e monumentali il livello di adesione alla professione di fede della comunità. La croce sulla torre campanaria a 52 metri di altezza annuncia il complesso religioso a vari chilometri di di- stanza manifestando inequivocabilmente la sua funzione. Il volume dell’aula liturgica, con i sui 25 metri di altezza e 50 di sviluppo longitudinale ripropone la grande sala comunitaria della tradizione del tempio cattolico La geometria dell’abisde disegna una superficie curvilinea sulla quale è ritagliata una grande croce che conferma la presenza dell’edificio religioso. L’ingresso è marcato da uno scavo nella facciata in cui le proporzioni e la forma ci riportano a una idea di portale comune a molte architetture della storia degli edifici religiosi. Alcune realizzazioni contemporanee della seconda metà del secolo scorso, sono servite come ri- ferimenti del progetto. In particolare : la Chiesa di Santa Maria Maggiore a Francavilla a Mare di Ludovico Quaroni, con il suo volume compatto e la torre campanaria, permettono una grande visibilità e chiarezza nei rapporti volumetrici e formali la Chiesa di San Giovanni Bosco a Bologna di Giusppe Vaccaro, per la grande semplicità tra i differenti elementi funzionali e per l’utilizzo di un unico materiale nella sua espressione formale e costruttiva la Chiesa di Santa Maria a Marco de Canavezes (Portogallo) per l’interpretazione contemporanea della tradizione, evocando con pochi elementi i caratteri spirituali delle funzioni, utilizzando la luce come materia principale della costruzione degli spazi. Profilo estetico, formale

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Nell’assumere i caratteri tipologici degli edifici religiosi relazionati alla tradizione costruttiva, gli aspetti estetici e formali sono riportati a geometrie semplici con l’uso di pochi materiali. Il progetto si fonda sull’uso di stereotomie e volumetrie elementari con l’introduzione di poche varianti. Le proporzioni geometriche, l’uso dei materiali di costruzione e gli elementi di transizione tra l’interno e l’esterno costituiscono le scelte fondanti di un approccio progettuale in cui si riscontra una reale e concreta corrispondenza tra l’immagine a la sua configurazione estetica e formale. Il controsof- fitto interno sarà costituito da una superficie voltata di lamelle in legno con finitura in smalto bianco che regolano l’ingresso della luce dalle finestrature superiori e al tempo stesso evocano si- stemi costruttivi delle volte ribassate. In termini espressivi, il cemento bianco bocciardato, che elimina i segni delle casseforme, aspira ad assumersi come materiale unico dell’immagine della nuova chiesa manifestando il carattere con- temporaneo della pietra artificiale. Una grande pietra in cui gli spazi funzionali risultino dall’opera di scavo necessario per lo svolgimento delle differenti attività. Le opere d’arte saranno elementi complementari e integrativi di uno spazio architettonico modellato dalla luce e dal cemento, marmo, legno e acciaio. Le finiture del cemento, le venature dei marmi e del legno e il trattamento dei metalli saranno fondamentali nella definizione delle qualità estetiche della nuova costruzione.

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Impianto liturgico

La facciata prospiciente il sagrato sintetizza formalmente, a somiglianza d’immagini chiaramente evocative delle antiche cattedrali presenti nella storia dell’architettura religiosa, l’idea di una grande porta. L’elemento architettonico che esprime il transito dal mondo al sacro, si fa dunque percepire immediatamente non solo come segno di distinzione, ma soprattutto come tramite di apertura e di continuità. La facciata è pensata per esprimere l’idea che l’assemblea, identificata dal suo entrare e radunarsi attorno alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, non è chiusa nello spazio interno, ma è comunità che accoglie ed è pronta ad uscire per andare incontro agli uomini. La grande porta esalta in tal modo la sua intrinseca valenza simbolica, che la ricollega a Cristo: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9). Questa soluzione simbolica è al contempo un’immagine che può trasformarsi e assumere un ruolo di fondale: quasi un’altra abside per le celebrazioni all’aperto. L’impianto liturgico è stato quindi concepito secondo una logica di transizione, attraverso la grande porta, dall’esterno all’interno, dallo spazio omogeneo e profano, allo spazio comunitario e sacro. Un passaggio che è un coinvolgimento con la “bellezza” derivante dal mistero storico di Cristo Signore. Ed è proprio dentro l’aula liturgica che il progetto intende intersecare tre dimensioni identificative dello spazio sacro: la croce, la Pasqua e la presenza eucaristica, misteri evocati e incorporati da al- cuni precisi livelli architettonici. Infatti, lo spazio riservato all’assemblea è segnato dai percorsi in- dividuati da un’ideale croce, proiettata in terra, che pur indicando prioritariamente la via verso tutti gli altri spazi sacri, idealmente segna e distingue i fedeli rispetto al cammino che li lega al mondo esterno. All’ingresso, segnati dai percorsi così individuati, si trovano il luogo per la cele- brazione della Riconciliazione e il Fonte Battesimale. Quest’ultimo, situato alla destra per chi entra, occupa un posto di grande evidenza liturgica: è aperto da uno spazio adeguato ed è ben contrad- distinto da una fonte disegnata in forma semplice, scevra da decorativismi, individuata da un’acqua che sgorga alla bisogna. Il fonte può così essere percepito come focale punto di partenza per il percorso che accompagna la comunità dalle acque del Battesimo all’Eucaristia e alla Gerusalemme celeste. Frontalmente e punto centrale, generatore di tutte le linee essenziali dell’architettura di cui è composta la Chiesa, è posto l’altare, concepito non come oggetto ma soprattutto come simbolo abitato in cui è evidente la priorità della presenza di Cristo, nel suo Mistero pasquale, rispetto alla struttura architettonica che lo delimita. Tutta la zona presbiterale è progettata con semplicità proprio per non sacralizzarla come oggetto e quindi non far perdere alla liturgia il proprio riferimento misterico-sacramentale. Il presbiterio è sopraelevato proprio per marcare la centralità della celebrazione eucaristica, ed è ampio – quasi tutta la larghezza dell’aula per consentire un’adeguata partecipazione di tutta l’assemblea. È completato con l’ambone e la sedia presidenziale, oltre che dalle sedute per i concelebranti. Le Specie Eucaristiche trovano adeguata sistemazione all’interno della cappella feriale posta alla destra del celebrante. Questo spazio liturgico si pone così sia come luogo del Santissimo sia come cappella di preghiera esterna all’aula. Il tabernacolo è facilmente raggiungibile durante le celebra- zioni, poiché vicino all’assemblea e visibile dall’altare

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Occorre osservare inoltre la presenza dello spazio per il coro posto sopra la cappella feriale e che si affaccia nell’aula liturgica, in modo che la sua presenza sia distinta ma in continuità rispetto a tutto il contesto assembleare. Uno spazio raffigurato da fori illuminati dall’esterno domina l’abside sopra l’altare e porta la luce che fa abbandonare le tenebre; tutto l’edificio viene avvolto da questa presenza di luce, chiaro segno del Risorto, della Chiesa e della fede, che spinge la comunità a essere in Cristo luce del mondo:“Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato” (1Gv 1,5-7).

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Opere d’arte

Arch. MICHELE CANNATA’ (Cannatà&Fernandes), Arch. FATIMA DE MARIA FERNANDES (Cannatà&Fernandes), Antonio Lento (@rchitet.ti associati), ARCH. GENEROSO ARPAIA (@RCHITET.TI ASSOCIATI), ARCH. MARIA PITRUZZELLO (@rchitet.ti associati), ARCH. ANNA CORRADO (Studio IKON), ARCH. ALDO LAZZARO (Studio IKON), Arch. Biagio Cantisani, Arch. Pietro Gigliotti, Ing. Francesco Pietropaolo — Complesso Inter-parrocchiale "San Benedetto"

Lo spazio architettonico è completato da una serie di opere d’arte che segnano le differenti zone funzionali della chiesa. Le differenti croci collocate sulla torre campanaria e sull’abiside, la figura della Vergine e del Santo protettore, le porte, la fonte battesimale, la vetrata del presbiterio, i pannelli della Via Crucis, alcuni elementi di arredo e di complemento, saranno collocati nelle diverse zone per segnalare i diversi momenti della liturgia. L’altare, l’ambone, la fonte battesimale, sono complementari ed integrativi degli elementi architettonici; sono caratterizzati da un rivestimento a formelle in ceramica bianca in bassorilievo a fasce orizzontali, molto fluide e avvolgenti, con decoro in foglia oro. Gli altri elementi iconografici sono volutamente caratterizzati da uno stile molto figurativo, in un dialogo dialettico con la stereotomia pura ed essenziale dell’edificio. La statua del santo sarà realizzata in marmo bianco e sarà collocata nella nicchia della parete laterale dell’aula; la Via Crucis sarà realizzata in pannelli a bassorilievo colorato e smaltato. Nello spazio del presbiterio, avvolto da una luce indiretta, proveniente dalla parete di fondo dell’abside, si colloca il Crocifisso, che sarà in legno con la croce in foglia oro o metallo laccato lucido dorato. Tutti gli altri interventi iconografici saranno caratterizzati dalla brillantezza del materiale e contemporaneamente da semplicità formale, consentendo così di sottolineare i diversi luoghi liturgici, rappresentando quindi un ruolo visuale di riferimento per il fedele.

Aspetti funzionali

Il complesso religioso si articola in due livelli principali: il primo alla quota più bassa in cui sono lo- calizzate le attività di carattere sociale, residenziale e tecnico; il secondo alla quota superiore in cui si propongono le attività liturgiche. La quota inferiore con le attività di carattere sociale è direttamente connessa alla futura viabilità prevista dal piano urbanistico in cui i percorsi veicolari e pedonali permettono una diretta utiliz- zazione delle differenti funzioni. Un unico ingresso distribuisce i locali per il ministero pastorale e aule per attività catechetiche, il salone inter-parrocchiale, gli spazi ed uffici inter-parrocchiali, la casa canonica, i locali tecnici. Tutti i locali sono stati previsti per essere dotati di illuminazione e ventilazione naturale. L’area d’ingresso, che funziona come foyer del salone parrocchiale, con circa 300 metri quadrati, permette uso polivalente (spazio espositivo, presentazioni di libri, spazio buffet, ecc.) di appoggio alle attività specifiche. Oltre ai collegamenti tecnici e di sicurezza tra i due livelli è stato previsto un collegamento della canonica con la sacrestia e con il livello del sagrato. La torre campanaria è stata pensata per una utilizazzione pubblica per permettere una visibilità del territorio dal mare ai monti. Un punto alto 52 metri dal piano del sagrato per vedere e per essere visto al quale si accede da un percorso di collegamento sotterraneo prossimo alla zona tecnica che rende agevole il controllo degli impianti acustici e di illuminazione. L’aula liturgica è chiaramente definita dal volume principale costituito da un parallelepipedo di 25×50x25 metri; mentre un volume minore, separato dal corpo principale, accoglie i locali destinati alla cappella feriale e alla sacrestia, entrambi accessibili dall’interno dell’aula liturgica, permettendo così una ventilazione naturale dei locali inferiori. Una scala laterale alla zona d’ingresso sará utilizzata per l’accesso alla zona del coro e al percorso tecnico di manutenzione perimetrale, che corre lungo le pareti dell’aula liturgica all’altezza di 20 metri dalla quota del pavimento. Il percorso, oltre l’utilizzo per finalità tecniche, potrà essere in- serito in un circuito di visita del complesso religioso per una visione più ampia di tutto il sistema e dello spazio liturgico.

Aspetti tecnologici Il sistema costruttivo è demandato ad una struttura di pareti e pilastri in cemento armato, oppor- tunamente calcolata, con la possibile integrazione di strutture di acciaio e travi precompresse. Gli spessori delle strutture e i materiali previsti così come lo studio acustico e illuminotecnico hanno puntato al contenimento dei costi energetici adottando strategie passive. In particolare sono stati previsti i sistemi di ventilazione e illuminazione naturale attraverso la rea- lizzazione di aperture regolabili con opportunamente dimensionate. Lo studio illuminotecnico per gli interni è stato concepito al fine di realizzare sistemi di luce indiretta cercando sempre di far coincidere i rapporti di luce diurna con quella notturna. L’illuminazione degli spazi esterni è stata prevista con elementi puntuali e superfici luminose integrate agli elementi architettonici che segnalano i percorsi di accesso al complesso. Particolare attenzione sarà data al campanile, all’abside e al grande portale d’ingresso. Il trattamento bocciardato del cemento bianco limiterà i costi dei rivestimenti e le future spese di manutenzione. Pavimenti e rivestimenti saranno realizzati in materiali naturali (marmo e legno) con attenzione alla sostenibilita’ privilegiando prodotti e mano d’opera locali.

Altro

La mancanza di un ambiente urbano consolidato lascia intravedere grandi incertezze sul sistema di relazioni con gli spazi da edificare ma allo stesso tempo impone una precisa collocazione del nuovo edificio per indicare in termini esemplari un possibile futuro per questo importante luogo di attività sociali e di culto. La proposta si estende alle sistemazioni delle aree circostanti per costruire dei percorsi di avvicinamento e di accesso al complesso religioso.

Si prevede la definizione di una piazza in cui la facciata della chiesa costituisce un fondale architettonico; un grande spazio aperto ma dotato di luoghi per riposare, per ascoltare, per giocare e per pregare. Calibrati elementi di arredo urbano, sedute e fontana, raccordano gli spazi pubblici esterni al complesso religioso evidenziandone gli assi principali. Per gli edifici pubblici oggetto di proposta si prevedono funzioni legate ad attività artistiche, culturali e all’associazionismo di tipo umanitario e assistenziale, in stretta relazione con il complesso religioso.

ristrutturazione studio professionale - Massimiliano Cirani

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Nei pressi dei Giardini di Viale Venezia, luogo dove ogni anno ha inizio la storica corsa della Mille Miglia, un’importante residenza borghese di inizio ‘900, rinnova gli spazi a pian terreno destinandoli a studio odontoiatrico. La committenza converte 170 mq. di locali, prima adibiti a deposito e autorimessa, ad un nuovo studio professionale. Il progetto ridefinisce gli ambienti esistenti ricavando uno spazio atto ad accogliere la clientela. Un percorso che gode di preziosa luce indiretta conduce agli studi. Vani tecnici e servizi igienici si inseriscono negli spazi di risulta. Salvaguardata la struttura originaria, parte della pavimentazione e gli adorni portoni masselli, si interviene con rinnovati materiali. Le resine, gli stucchi e superfici decorate rivestono le superfici preesistenti con nuove texture e nuance di colore che “scaldano” gli ambienti cupi originari. Elementi d’arredo contemporanei intervallati sapientemente da “pezzi “d’epoca preziosi contraddistinguono i locali principali. Una ridondante illuminazione artificiale crea in ogni spazio effetti scenici che variano al variare delle ore diurne. Un efficiente impianto di domotica gestisce le scenografie luminose oltre a permettere la regolazione dei parametri climatici, la gestione degli impianti specialistici, l’audio e la sicurezza dell’immobile. La natura vincolistica e storica dell’immobile ha fatto propendere per un approccio degli spazi esterni ad un approccio più misurato, con inserimento di una vegetazione arborea a bordura dei percorsi esistenti. Ancora una volta la scelta di un’adeguata illuminazione ha permesso l’identificazione dei percorsi d’accesso, la sottolineatura della morfologia imponente del palazzo disposto su quattro livelli e la presenza di elementi di arredo esterno progettati su misura.

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

dettagli termoarredo

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Massimiliano Cirani — ristrutturazione studio professionale

Brutalist Facelift - D.A.U.haus, Lorenzo Diana, martina paterlini, Tommaso Scrivano, Alessia Spirito

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The consistent and static shape of the building has been re-edited throughout a motion, a twisting motion of the shell alongside the longitudinal axes by which ensuring a clear dinamyc looking.

D.A.U.haus, Lorenzo Diana, martina paterlini, Tommaso Scrivano, Alessia Spirito — Brutalist Facelift

The reinforced concrete structure is the only mention of the previous building left. The wall-plug panel system within the frame has been removed and replaced with new ones, colorful and hosting wider windows. The facade sectors which hide the added curvy volume within the previous building framework, will be filled with white panels. Colored ones will be used in correspondance to the intersection between the previous building framework and the overhanging added curvy volume.

The new structure distinguished itself by the likeness to a rib cage wrapping the early building. The rib’s assignement is to be a retaining structure for the next outfittings, becoming a grid of sun-shading thin sheets and so providing every apartments’ sight for natural resources enjoy. Thanks to the outside-hanged structure added, coating of the previous one, each flat gain new outdoor spaces, which can be alternately used as terraces or solar glass-houses, eventually equipped with elevators. The overall wrapping of the new structure, even on rooftop area, allows to provide the inhabitants with new common spaces and services.

Bike-parks, compost bins and stocking chairs are placed in the low-height area beneath the balconies, at the base of the structure.

Haus am Moor - Bernardo Bader

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Bernardo Bader Architects used locally sourced spruce, fir and elm to clad the interior and exterior of this rural cabin in Vorarlberg – Austria. Based on the traditional houses of the Bregenzerwald district, the two-storey residence has a simple rectangular plan with a steep gabled profile and a wooden deck driven through its middle. Austrian studio Bernardo Bader Architects used 60 trees to produce all the wood needed for the house with minimal waste. As well as the walls, the timber provided material for doors, flooring and also some of the furniture. The structure of the building is concrete, which reveals itself on a selection of walls and ceilings to contrast with the light tones of the wooden surfaces. Living and dining areas occupy the largest side of the ground floor. A wood-burning stove creates a central hearth. Additional heating is generated from a ground-sourced heat pump. A home office sits on the other side of the deck, alongside a garage with room for two cars. Bedrooms and a children’s playroom are located on the floor above. Entitled Haus am Moor, which translates as “House on the Moor”, the cabin is situated near the market town of Krumbach.

Bernardo Bader — Haus am Moor

Bernardo Bader — Haus am Moor

Bernardo Bader — Haus am Moor

Bernardo Bader — Haus am Moor

Bernardo Bader — Haus am Moor

Bernardo Bader — Haus am Moor

Bernardo Bader — Haus am Moor

Bernardo Bader — Haus am Moor

Bernardo Bader — Haus am Moor

Bernardo Bader — Haus am Moor

Bernardo Bader — Haus am Moor

Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti - FG architetti Faraguna_Girotto, apiucarchitetti

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Albedo apparente… “Circondato da pallide cime, a Nord di Cortina d’Ampezzo, vi è una montagna che ha il colore del fuoco. Gli abitanti della Pusteria la chiamano “Cima Alta – Hohe Geisler”, gli ampezzani invece “Croda Rossa”. Nei tempi antichi però questa montagna era anch’essa pallida come tutte le altre Dolomiti… Solo più tardi ha preso il color rosso fuoco che ha oggi…” (Liberamente tratto da “L’anima delle Dolomiti”, di L. Felix Wolff)

FG architetti Faraguna_Girotto, apiucarchitetti — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

vista da sud

Idea di progetto La filosofia dell’approccio progettuale è basata sull’osservazione del sito, sulla raccolta delle informazione e dei dati per poter restituire un idea. La lettura del SITO avviene attraverso due declinazioni: 1. Paesaggio tridimensionale costituito dagli elementi presenti: l’orografia puntuale del lotto, la forma delle montagne, l’acqua, l’edificio esistente, i vuoti e i pieni, le staccionate… quindi paesaggio come elemento esistente su cui innestare altri elementi; 2. Percezione del paesaggio: attraverso i sensi, la vista, il tatto e gli odori, ma anche lo spazio agito sia esterno che interno; la restituzione di queste sensazione avviene però ponendosi le domande: “Come vede un anziano? Come percepisce i colori, Come misura lo spazio ? Conta i suoi passi? Per LUI il tempo scorre velocemente o lentamente ?” Per ora a queste domande però non vogliamo dare risposte ma vogliamo “utilizzarle” per capire la nostra idea , per metabolizzare le nostre percezioni … Analisi delle possibilità Raccolto dati e sensazione, dopo alcune letture sul “ rifabbrico ottocentesco” abbiamo deciso di concentrarci _ per ora _ sull’ inserimento dell’edificio nel paesaggio e sulla percezione di questo: Quindi abbiamo analizzato le varie possibilità di aggregazione degli alloggi (disegnato un alloggio tipo sui dati forniti dal bando di concorso) e ovviamente posizionando l’area di parcheggio esterno sulla parte a monte come per l’edificio contiguo, quindi abbiamo suddiviso le nostre riflessioni in tre punti: 1. Elementi disgregati con il basamento contenente i servizi: questa soluzione ricrea un nucleo di edifici ma ha un eccessiva dispersione energetica e un elevato costo di realizzazione rispetto al buget fornito dal bando; 2. Elementi aggregati a corte con il basamento contenente i servizi: questa soluzione ricrea un volume compatto con soddisfacenti prestazioni energetiche, costi più contenuti, ma presenta il problema di avere una corte chiusa non molto soleggiata e tipologicamente non consona; 3. Elementi aggregati aperti con il basamento contenente i servizi: questa soluzione con un volume compatto ma “spaccato” su alcuni punti offre il duplice vantaggio di una buona resa energetica e di un diagramma funzionale razionale con un buon orientamento: quindi abbiamo optato per sviluppare quest’ ultima “soluzione”.

FG architetti Faraguna_Girotto, apiucarchitetti — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

concept

FG architetti Faraguna_Girotto, apiucarchitetti — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

diagramma funzionale

FG architetti Faraguna_Girotto, apiucarchitetti — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

planimetria

FG architetti Faraguna_Girotto, apiucarchitetti — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

schizzo

Ristrutturazione integrale e ampliamento, Corso Vercelli, Milano, Italia - Luigi Drogo, Tito Canella

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L‘immobiliare Cavim s.r.l ha affidato ad un gruppo di progettazione l’incarico della ristrutturazione di un edificio dei primi del 900 affacciato su C.so Vercelli a Milano. L’intervento ha previsto l’aumento di un piano e ha interessato in maniera sostanziale il prospetto su strada. La scelta è stata quella dell’inserimento di elementi di “milanesità” quali le vetrate a doppia altezza per gli spazi commerciali, le finestre a battente, le persiane a doghe e in particolare un rivestimento in lastre di acciaio per l’alto basamento che caratterizza l’edificio. Gli appartamenti affacciano anche sull’interno con grandi vetrate scorrevoli su logge aperte. Qui il fronte cambia registro linguistico e nei volumi articolati delle logge in mattoni ed intanaco così come nell’essenzialità geometrica, che richiama alcuni progetti di grandi protagonisti dell’architettura milanese del 900.

Luigi Drogo, Tito Canella — Ristrutturazione integrale e ampliamento, Corso Vercelli, Milano, Italia

Luigi Drogo, Tito Canella — Ristrutturazione integrale e ampliamento, Corso Vercelli, Milano, Italia

Luigi Drogo, Tito Canella — Ristrutturazione integrale e ampliamento, Corso Vercelli, Milano, Italia

Luigi Drogo, Tito Canella — Ristrutturazione integrale e ampliamento, Corso Vercelli, Milano, Italia

Piazza Bonomi a Romentino - Camillo Lauro

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La proposta progettuale di riqualificazione, si pone come obiettivo di dare alla piazza una sua precisa identità, in linea con le funzioni del nostro tempo. Di ritrovare un luogo dove il verbo “sostare”, non sia più da associare unicamente all’uso della propria automobile, ma all’uso del proprio tempo libero. Qualunque riutilizzazione di uno spazio diviene valida, anche sul piano strettamente filologico, se è funzionale alle necessità contemporanee di un individuo e di una collet-tività che opera in un realtà sempre più cosmopolita, senza snaturarne per questo, la peculiarità originaria.

Camillo Lauro — Piazza Bonomi a Romentino

La geometria come principio ispiratore.

Camillo Lauro — Piazza Bonomi a Romentino

La piazza, è idealmente collegata con gli altri invasi spaziali limitrofi: Piazza Garibaldi, Piazza S. Giovanni, Largo Pombia. Tale “connessione” ideale, porta alla deframmentazione del disegno della piazza stessa in linee che si intercettano tra loro e che si interrompono lungo la geometria “normale” delle aree destinate alla sosta delle autovetture e allo svolgimento del mercato. La fissità di quest’ultima, è rafforzata dalla presenza dei pergolati in legno. Durante il giorno, questi, creano giochi di ombre e luce che vanno a interagire col dise-gno deframmentato della pavimentazione. Di notte, sono caratterizzati dalla luce a led, distribuita sulle linee aeree a contrasto con quelle a pavimento. Tutti elementi volti alla rivitalizzazione sensibile di quest’area, creando un percorso ide-ale all’interno della piazza e nel contempo di sosta, restando versatile agli utilizzi ne-cessari all’amministrazione: copertura temporanea per il periodo del meracato, mostre itineranti, esposizioni, funzione di “dehorse” per le attività esistenti al contorno dell’invaso spaziale, e di quelle future. Così operando, la nuova piazza esalta la sua natura di invaso ricettivo, oltrechè di par-cheggio di superficie, con un numero di 60 posti auto.

Camillo Lauro — Piazza Bonomi a Romentino

I materiali.

Camillo Lauro — Piazza Bonomi a Romentino

Per le pavimentazioni si propone il disegno ricorrente nel centro storico della città, con utilizzo di pietra locale sia per la pavimentazione principale più chiara sia per quella se-condaria delle linee scure a delimitazione delle aree di sosta auto e delle linee di fuga, formate da mosaico di pietra in cubetti. I pergolati e i frangisole del nodo scale ascensore sono in legno lamellare del tipo repe-ribile nella zona di riferimento e a basso impatto economico sia per la fornitura sia per il trattamento di mantenimento, pensato con apposizione ciclica e distanziata nel tempo di vernici trasparenti idonee alla conservazione e preservazione contro l’attacco degli agenti atmosferici e batterici.

Camillo Lauro — Piazza Bonomi a Romentino

Il parcheggio interrato.

Il progetto prevede la realizzazione del parcheggio interrato che può ospitare 61 posti auto e che trae accesso dal lato sud-ovest della piazza per mezzo di rampa a doppio senso in ingresso e uscita. Nella fase esecutiva, viste le iniziali risorse economiche messe a base d’asta dall’amministrazione comunale, si procederà alla realizzazione della sola opera struttu-rale dell’interrato, lasciandone ad un successivo lotto il completamento.


design - sabrina romani

Casa L - Arch. Claudio Criscione, Valeria Gelsomino

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Site: Ragusa (RG) Intervention: new construction Designer: Arch. Claudio Criscione In collaboration with: Valeria Gelsomino Client: Private Design: 2011 Realization: 2012

Arch. Claudio Criscione, Valeria Gelsomino — Casa L

kitchen

Description: The apartment is located on the ground floor of a building on six levels consisting of 6 apartments. The project concerned the interior design and garden entrance. The apartment is spread over a total area of ​​about 240 square meters and is characterized by a large open space in the living area with a central massive cubic volume of wood, containing the wardrobe and that marks the great living space, from here you can access to the sleeping area and the dining room connected through a large window to a more private courtyard.

Arch. Claudio Criscione, Valeria Gelsomino — Casa L

kitchen

Arch. Claudio Criscione, Valeria Gelsomino — Casa L

Dining

casa V+S - sabrina romani

THE ECO-LUXURY HOUSE - Salvatore Putzu

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L’abitazione è situata in una zona centrale a Sassari e si articola su due livelli ricavati dalla sopraelevazione di un fabbricato esistente e si integra con il linguaggio formale dell’edificio sottostante pur affermando una propria autonomia. L’integrazione tra il linguaggio moderno del nuovo intervento e la tipologia costruttiva dell’edificio preesistente è uno dei temi fondamentali affrontati nel progetto. Infatti, uno dei problemi che spesso si verificano negli interventi di sopraelevazione e recupero dell’esistente è quello di avere vincoli troppo profondi rispetto all’esistente: in città siamo abituati ad un linguaggio monotono e tradizionale, che non lascia spazio espressivo all’estetica architettonica moderna e all’uso ottimale delle nuove tecnologie, influenzando quindi sia l’estetica che le prestazioni energetiche del nuovo intervento. Questo progetto, cerca di invertire la tendenza e propone un intervento contemporaneo e ad alte prestazioni energetiche, nel cuore della città, mostrando che è possibile creare un dialogo con l’esistente, anche senza imitarne il linguaggio. L’edificio su cui è stata realizzata la sopraelevazione presenta una pianta rettangolare con un corpo fuoriuscente sulla facciata principale, in corrispondenza degli ingressi al piano terra e al primo piano. Il corpo aggettante è caratterizzato dalla presenza di tre finestre, che vengono mantenute nel primo livello della sopraelevazione. Le terrazze e i balconi che caratterizzavano la preesistenza sono stati mantenuti ed integrati ad una serie di balconi di servizio collocati ad ogni piano sulla facciata ovest. Essi a loro volta fungono da sbocco per un nuovo corpo scale collocato sulla facciata Nord, e quindi nella corte interna non visibile dalla strada. Questo nuovo corpo scale era necessario a mantenere l’autonomia delle singole unità abitative ai vari piani e a consentire l’accesso ai nuovi piani della sopraelevazione, che altrimenti sarebbero stati accessibili solo attraverso un ascensore interno. A livello di prospetti, non essendo presente una ritmica definita nell’alternarsi di pieni e finestrature, con unica eccezione del corpo aggettante, la scelta progettuale è stata quella di creare un nuovo linguaggio, introducendo ampie finestrature dotate di frangisole in doghe di legno. Le finestre sono collocate in una porzione di prospetto in cui la facciata ventilata è rivestita in lamiera metallica grigio antracite, per evidenziare nel prospetto la voluta differenziazione del corpo aggettante, che mantiene finestrature tradizionali in linea con quelle dei piani sottostanti. La scelta dei brise-soleil in facciata e del rivestimento in lamiera è una scelta atipica per il centro urbano sassarese, ma fortemente voluta per segnalare il carattere innovativo del progetto. Infatti, il rapporto con il tessuto urbano esistente si estende anche allo studio attento del comportamento bioclimatico della casa, concepita come un nucleo autonomo ad alte prestazioni energetiche. L’attenzione ai temi bioclimatici, parte dagli aspetti più generici come l’orientamento e il posizionamento delle aperture, determinato dal sito e dalle aperture dell’edificio preesistente, e si estende ad elementi di dettaglio come materiali e finiture adeguate. Tutti questi elementi funzionano armonicamente grazie all’impianto domotico, attentamente progettato per ottimizzare il benessere indoor e i consumi energetici. Al piano principale, le aperture maggiori si concentrano sulla facciata principale, orientata verso Sud-Ovest, e parzialmente sui lati Est e Ovest della zona giorno e sono dotate di brise-soleil a doghe in legno orizzontali, il cui orientamento viene gestito dall’impianto domotico in relazione alle condizioni meteo, oppure manualmente. E’ quindi possibile ottenere un migliore irraggiamento durante l’inverno, e schermare efficacemente durante l’estate. Aperture minori sono collocate sul lato Nord, che si affaccia sul giardino, per mantenere un dialogo formale con quelle dell’edificio esistente e per garantire una buona illuminazione naturale degli ambienti. I velux, collocati sopra la piscina presente in mansarda, permettono un buon irraggiamento invernale e una buona ventilazione estiva, sfruttando efficacemente la doppia altezza che creaun dialogo con il piano sottostante. La composizione della struttura muraria perimetrale e il tetto ventilato permettono un migliore comportamento termico dell’edificio, consentendo una protezione adeguata durante l’inverno e una minore trasmissione del calore durante l’estate. In aggiunta, tutta la casa è dotata di un impianto radiante a pavimento, diviso a zone a seconda delle necessità, per evitare sprechi. Infine, i pannelli solari e l’impianto fotovoltaico posizionati sul tetto, permettono di utilizzare energia pulita per i consumi elettrici della casa e per riscaldare l’acqua, si quella usata giornalmente che quella della piscina. Una delle caratteristiche più interessanti del progetto è come la pianta rettangolare venga organizzata secondo flussi atipici per un ambiente domestico, ma più affini a quelli del mondo nautico. Infatti lunghi corridoi, danno un ritmo all’articolazione della casa, concepita come un grande open space, dove porte e pannelli scorrevoli creano una serie infinita di potenzialità spaziali I corridoi citati prima si attestano sull’asse longitudinale dell’abitazione, in entrambi i piani, intersecandosi ai percorsi di dialogo con gli ambienti laterali, possibili grazie ai pannelli scorrevoli che delimitano le stanze. L’idea alla base della distribuzione interna è quella di dare maggior peso alla zona giorno, riducendo lo spazio dedicato alle camere da letto, che sono ridotte al minimo, pensate come luogo solo per dormire, mentre il resto della vita domestica si svolge nella zona giorno.

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

Salvatore Putzu — THE ECO-LUXURY HOUSE

WHITE HOUSE - Oarchitects.ie

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The orientation of the site, surrounding houses and the access road, caused significant site constraints. The concept was to create a house surrounded by trees on all sides, with a private garden. All living and sleeping accommodation have an aspect to this new private garden. Parking is placed at the gable end of the house, which maximised the size of the new garden.

Oarchitects.ie — WHITE HOUSE

Externally the elevations of the house are designed with reference to the local architecture of North Co Clare. However the details are refined to provide a minimal modern aesthetic through the use of modern materials and techniques, such as aluminium window cills and zinc gutters.

Oarchitects.ie — WHITE HOUSE

The external windows and doors are fitted either flush internally or flush externally, which highlights the thickness of the overall wall construction. This thickness and weight is comparable to the older vernacular buildings in the town, which roots the house architecturally within its context. The depth of the openings also provides solar shading in summer months.

Oarchitects.ie — WHITE HOUSE

The palette of materials and colours throughout were consciously kept to a minimum. The walls, wardrobes, kitchen and floors were kept white and were complemented by slate, zinc, oak flooring and custom-designed oak furniture.

Oarchitects.ie — WHITE HOUSE

Oarchitects.ie — WHITE HOUSE

Oarchitects.ie — WHITE HOUSE

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