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Lumen - Maurizio Ferraro, Mirto Antonel

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“Riutilizzare le briccole, in modo tale che possano diventare un oggetto senza alcuna necessità di imitazione ne di citazione lagunare, non è un’operazione semplice.”

Maurizio Ferraro, Mirto Antonel — Lumen

"Lumen" 01

Ma possibile! Nel progetto presentato una porzione di briccola, superando ogni riferimento ambientale, assume valenza simbolica. La funzione data, quella di “portaceri”, è sopraffatta dalla forza del significato che esprime. La “sofferenza” incisa lentamente nel legno dalle “Teredini Marine”, diviene immagine visibile di tutte le fatiche umane che si trasfigurano nella speranza luminosa di un cambiamento. La moltitudine delle fiamme di candela sono un coro unanime di invocazione e di richiesta. Il cambiamento, la rinascita, la rinnovata fiducia si rendono visibili grazie all’inserimento di un elemento cristallino, puro, luminescente: un prisma di vetro trasparente. Come un raggio di luce potente che, dall’alto, si abbatte sulle nostre paure, sulle nostre incertezze, sulle nostre povertà. E’ il superamento sperato, voluto, della condizione di limite che ogni uomo sperimenta e vive nella sua storia, ogni giorno. E’ la tensione verso “la vita” espressa da ogni sentimento religioso patrimonio inalienabile di qualsiasi uomo che vive su questa terra.

Maurizio Ferraro, Mirto Antonel — Lumen

"Lumen" 02


Listening Tree - rafael beneytez

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En el año 2010 animados por contestar a una duda que se prolongaba de nuestras aulas a la praxis de nuestro estudio , decidimos abordar el ámbito de la construcción de un modelo que se enfrentara a todas las preguntas acumuladas posibles. Se diseñó una pieza capaz de enfatizar el conflicto entre naturaleza y artificio en el limite de la materia. Este conflicto daría cuerpo a un paisaje. Listening Tree es un tótem que asimila los acontecimientos atmosféricos que se producen a “tiempo real” en la Sierra de Guadarrama, bajo el Cerro de San Pedro en el Término Municipal de Colmenar Viejo, Provincia de Madrid, España. Listening expresa mediante deformaciones los acontecimientos meteorológicos y atmosféricos que están concurriendo en el entorno atmosférico respirable. En su interior el material se expresará, a través de dichas deformaciones, de origen higroscópico, la adaptación de esta geometría ideal a este clima concreto, para llegar finalmente a un acuerdo estable o a un “spaesamento” (una perdida súbita del paisaje). A dicho modelo, le acompaña en un archivo de datos, deformaciones y partes meteorológicos, que se estructuran entorno a la construcción de un “modelo ecosófico” para una comunicación de lo crítico-atmosférico.

rafael beneytez — Listening Tree

Listening tree , Spaesamentos en el Cerro de San Pedro

rafael beneytez — Listening Tree

Spaesamento en el Cerro de San Pedro

Complesso Alberghiero a Supporto del Centro Congressi "Ville Ponti" di Varese - Stefano Teo Fabbris

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Nel progetto per un albergo a Varese vengono applicate teorie capaci di infondere all’evento architettonico una profondità di significati re-interpretati dal contesto e dalla storia del luogo, ricomposti mediante la différance filosofica.

Stefano Teo Fabbris — Complesso Alberghiero a Supporto del Centro Congressi "Ville Ponti" di Varese

Visualizzazione interno hall di distribuzione.

Recupero case di ringhiera - Fabio Carria

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Due interventi sulle tipiche case milanesi definite “a ringhiera” poco lontane dal centro cittadino, che hanno comportato oltre al rifacimento degli intonaci anche il recupero degli elementi in ferro battuto, il consolidamento dei ballatoi in pietra, la valorizzazione dei passaggi esterni di accesso ai ballatoi con riscoperta degli originali archi, l’adeguamento impiantistico di reti elettriche e percorsi idrici verticali. Gli interventi qui evidenziati riguardano gli stabili di Via Sciesa e di Corso Colombo 5 (cortili interni) ma sono stati affrontati anche interventi di recupero in Via Farini 6 e in Via Piero della Francesca 40 sempre a Milano.

Fabio Carria — Recupero case di ringhiera

Stabile di Via Sciesa 2 a Milano

Fabio Carria — Recupero case di ringhiera

Stabile di Via Sciesa 2 a Milano

Fabio Carria — Recupero case di ringhiera

Stabile di Via Sciesa 2 a Milano

Fabio Carria — Recupero case di ringhiera

Stabile di Via Sciesa 2 a Milano

Fabio Carria — Recupero case di ringhiera

Stabile di Corso Colombo 5 a Milano. Ultimo cortile

Fabio Carria — Recupero case di ringhiera

Stabile di Corso Colombo 5 a Milano. Ultimo cortile

Fabio Carria — Recupero case di ringhiera

Stabile di Corso Colombo 5 a Milano. Ultimo cortile

COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO - Andrea Giglia, Massimo Fiorido

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Il portico fa parte del complesso denominato “Casini di Ardenza”, fabbricato di notevole valore storico – architettonico situato nel quartiere residenziale di Ardenza mare, zona sud di Livorno, costruito nel 1844 in stile neoclassico su progetto dell’architetto Giuseppe Cappellini; si tratta di un fabbricato composto da tredici palazzine disposte secondo una caratteristica forma ad omega, aperta verso il mare dal quale dista poche decine di metri, che rimanda a precisi modelli architettonici quali il Royal Crescent di Bath. Il portico è posto nell’ala sud del complesso (denominata Palazzo Sud) nella parte centrale dell’ala rettilinea, rialzato rispetto ai Casini contigui e sorregge la terrazza che si affaccia sul mare.

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Il colonnato del portico e la terrazza soprastante sono realizzati in pietra arenaria rivestita di intonaco. La pietra, denominata Parrana ed estratta un tempo da cave locali, ha, tra le sue caratteristiche, una buona lavorabilità al taglio ma una certa disomogeneità materica che la rendono suscettibile a fenomeni disgregativi, anche gravi, in particolari condizioni microclimatiche. La pietra, prima dell’inizio dei lavori, si presentava in condizioni di intenso degrado che si manifestava con fenomeni di erosione profonda, con perdita di porzioni di modellato; inoltre erano presenti numerose fratture e microfratture che permettevano l’infiltrazione delle acque e il trasporto dei sali. Lo stato di decoesione della pietra aveva diminuito notevolmente la resistenza meccanica degli elementi con funzione portante.

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Vi erano zone interessate da fenomeni di distacco completo dell’intonaco che metteva in luce il supporto ed aree in cui mancava lo strato superficiale dell’intonaco stesso mettendo quindi in luce il rinzaffo sottostante. La precarietà delle condizioni statiche della struttura era resa evidente dalla presenza delle impalcature poste a sostegno della trave di bordo nonché delle cerchiature in acciaio sulle colonne; queste avevano i rocchi apicali interessati da lesioni anche passanti, le travi laterali, sovrastanti la rampa di accesso al portico, avevano lesioni longitudinali.

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Tale stato di degrado aveva reso necessario un primo intervento di consolidamento consistente nell’inserimento di una coppia di profilati in acciaio NP140 connessi con vincoli di semplice appoggio alla muratura dell’edificio ed alla colonna, inseriti in vani scavati all’interno dell’elemento lapideo. Anche i profilati metallici erano in gravi condizioni di degrado. La connessione tra la struttura metallica e quella lapidea era stata accuratamente eseguita mediante l’interposizione di mattoni pieni e malta additivata con resine. Le strutture lapidee dell’architrave presentavano anche tracce di precedenti consolidamenti con resine epossidiche le quali però non avevano penetrato in modo adeguato la pietra consolidandola solo parzialmente ed innescando altresì lo sviluppo di lesioni nelle nuove zone di accumulo delle tensioni. Dunque l’intervento conservativo più consistente, che aveva determinato le maggiori problematiche, è stato quello realizzato agli inizi del secolo come testimonia la data leggibile sulla pavimentazione in cemento del porticato; in tale occasione, oltre al rinforzo del terrazzo con i quattro profilati in ferro, furono ricostruite le parti mancanti di modellato con l’uso di un primo strato di malta cementizia ed uno strato finale di malta a calce ed inerte fine, pigmentata ocracea, simile all’aspetto della pietra di Parrana, con evidente scopo mimetico. Proprio l’uso di ferro e cemento, oltre agli elementi climatici vista l’ubicazione del fabbricato, è stato un fattore di complicazione ed aggravamento dello stato conservativo; la tendenza del ferro alla dilatazione in caso di ossidazione ha generato forti spinte che hanno causato danni anche di notevole entità, in associazione con i danni derivati dai sali rilasciati dalla malta cementizia utilizzata e dalla sua tenace forza adesiva sulla pietra.

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

L’intervento eseguito è stato di tipo conservativo nei confronti degli elementi strutturali e dello schema statico, il quale è da considerarsi ormai consolidato. La finalità progettuale da conseguire era quella del consolidamento e del restauro di travi, architravi e colonne, nonché del rifacimento dell’impermeabilizzazione della terrazza, al fine di restituire agli elementi la loro funzione strutturale e ricostruirne l’integrità da un punto di vista estetico. Il consolidamento delle travi laterali è stato eseguito mediante la sostituzione delle quattro putrelle in ferro (due per trave) e successiva posa in opera di nuove travi profilo HEA e relativo collegamento a muratura e solaio, previa preparazione delle zone di intervento mediante pulizia accurata e profonda, lavaggi ad acqua e solvente, neutralizzazioni saline profonde e complete.

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

In seguito, ai lati delle nuove travi, è stata posta in opera una rete elettrosaldata in acciaio inox fissata con barre di collegamento alla struttura e sono state ricostruite le porzioni di materiale mancanti. Il consolidamento delle colonne è stato eseguito mediante un consolidamento le cui parti strutturali si perdano all’interno delle successive ricostruzioni, utilizzando a tale scopo delle armature cerchiate in acciaio e/o fibra di carbonio applicate sulla metà superiore di ciascuna colonna per una copertura del 50% circa del totale.

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Per la riprofilatura dei motivi architettonici in pietra e per la ricostruzione delle parti mancanti dei cornicioni e delle colonne sono state utilizzate delle miscele, preparate in laboratorio, realizzate con arenaria e silice omologa polverizzata ed imbibite con resina precatalizzata e anidrizzata utilizzando soluzioni acquose additivate come innesco di cristallizzazione. Come protezione indurente finale sono state utilizzate miscele a base di gel di estere di silicio e silossani oligomerici mono e bicomponenti. Lo stesso procedimento è stato adottato per la balaustra della terrazza, dove però alcuni pilastrini sono stati sostituiti ex-novo, mediante stampo esistente, poiché gli stessi erano quasi completamente disgregati. Infine è stata eseguita l’impermeabilizzazione della terrazza con la demolizione della pavimentazione esistente e della fascia perimetrale di intonaco, il ripristino e regolarizzazione del piano di posa e la successiva posa in opera di guaina e rifacimento degli intonaci in precedenza demoliti.

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Andrea Giglia, Massimo Fiorido — COMPLESSO DEI CASINI DI ARDENZA A LIVORNO

Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate - LABS Architects, Barbara Airoldi, Alessandro Iannello, Stefano Teo Fabbris

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Con la dismissione dell’area, emerge una risorsa per la città, un’occasione per ripensare i luoghi dell’aggregazione urbana e umana, dichiarata in termini di qualità del vivere. Ed è proprio la percezione del recinto, luogo necessariamente chiuso e quasi impenetrabile, che l’intervento proposto vuole scardinare. Si è pertanto proceduto alla rottura, alla frantumazione del margine per aprire l’area a nuove e differenti relazioni verso gli spazi circostanti e renderla permeabile, portando al suo interno quei flussi che prima la sfioravano solamente passando oltre, ricongiungendoli così a quei tratti di percorso già esistenti nella struttura urbana attorno al recinto. Il progetto intende fornire soluzioni integrate che possano incidere contemporaneamente sulla qualità urbanistica e architettonica, ma anche sui consumi energetici, sul comfort e la mobilità sostenibile. Le prime scelte operate riguardano il rapporto tra il “costruito” ed il “volume zero”, nonché il ruolo che l’automobile assume nell’ambito dell’intervento.

LABS Architects, Barbara Airoldi, Alessandro Iannello, Stefano Teo Fabbris — Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate

Planivolumetrico.

Vivere Villa Greppi - LABS Architects, Stefano Teo Fabbris, Barbara Airoldi, Alessandro Iannello

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Villa Greppi si riappropria del suo ruolo di centralità, diventando motivo di attrazione e direttrice di una nuova produzione. Introduce al suo interno funzioni precise, che siano compatibili con gli spazi che essa offre e che ricalcano quelle funzioni di rappresentanza e di ospitalità che già possedeva in passato. Sceglie di ancorarsi alla presenza continua della proprietà e di chi accoglie, in tutte le ore del giorno e della notte, in tutte le stagioni, reinventandosi. Non polifunzionalità degli ambienti ma flessibilità di gestione dell’uso specifico dei luoghi; non scatole vuote prive di funzione ma peculiare vocazione degli ambienti. Una grande dimora neoclassica, immersa nel parco, recuperata per accogliere nei suoi locali una Casa di formazione, dedicata alle aziende per presentare nuovi prodotti, per convegni, formazione esperienziale e ogni attività di comunicazione e apprendimento, offrendo non uno spazio vuoto da utilizzare ma un luogo dove vivere: un luogo dedicato alle riunioni di lavoro e di riflessione. Un luogo in cui siano previste pause dall’impegno, per attività di svago, per rilassarsi, discutere e conoscersi meglio, pernottare. Un luogo conviviale per seminari residenziali, dove ci si senta a casa propria e non in un anonimo albergo o centro congressi, assistiti da un gestore sempre presente e da un personale tecnico specializzato. L’intero compendio torna a vivere e animarsi di presenza continua e capillare. Una risorsa preziosa, riscoperta e nuovamente pronta ad accogliere utenze differenti nella scansione dei suoi scenari. Un ambito speciale dove tutti i soggetti presenti, di ieri, di oggi e di domani, possano coesistere in sinergia, evidenziando le proprie specificità, su queste fare forza e con queste dare forza garantendo un accesso allargato e pubblico al patrimonio di Villa Greppi, che richiami fruitori anche oltre i confini del territorio strettamente d’ambito.

LABS Architects, Stefano Teo Fabbris, Barbara Airoldi, Alessandro Iannello — Vivere Villa Greppi

Programma funzionale.

Costruzione in XLAM - Cosimo Zaccagnino


Pabellón de Gimnasia - David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY

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El Pabellón de Gimnasia se ubica en el actual límite Norte de la ciudad de Malpartida de Plasencia, en una situación de media ladera y enclavándose a la mayor cota del municipio, dentro del recinto escolar del Instituto Quercus de Educación Secundaria Obligatoria al que viene a dotar de Gimnasio.

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — Pabellón de Gimnasia

constructive section

Acomete también el proyecto la necesaria urbanización del recinto de juegos y recreo asociado al centro, además de implantar una pista exterior deportiva y un nuevo acceso rodado desde el casco urbano. Así, se urbaniza desde el mismo proyecto tanto el entorno inmediato al Gimnasio como todas las relaciones del mismo con su entorno de relación, determinando en el mismo la propia elección del lugar donde se edifica y sirviendo de articulación para toda la acción domesticadora de la primigenia y difícil topografía de la que se partía para conformar el patio de recreo y la pista exterior deportiva, de 22×44 metros. Esta se ubica entre el IESO y el límite norte del solar, en fuerte pendiente ascendente desde el centro escolar.

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — Pabellón de Gimnasia

location plan

Se dispone en el límite entre la urbanización consolidada del casco urbano y la que describen los olivares y viñedos del entorno natural, organizándose en sucesivas plataformas de juegos, vinculadas con los diferentes accesos al centro, y ordenando los 17 metros de desnivel que ofrece la topografía del patio en su configuración originaria. Estas ascienden sucesivamente en su cota desde el nivel inferior, cota del acceso desde el viario, hasta la plataforma superior donde se construye la pista exterior y el mismo pabellón de gimnasia. Su configuración, así como la relación entre las mismas, es aquella que facilita el mejor flujo de desplazamientos en su respuesta a la interacción entre los nuevos usos planteados, como en su relación con las preexistencias edificadas y con la ciudad. Se realiza en base a una disposición ordenada de muros de contención que se asocian para geometrizar este ascenso topográfico generando, en todo caso, desniveles capaces de ser accesibles para todos los alumnos. Se facilita de esta forma el acceso al pabellón deportivo: dispuesto a la mayor cota de la urbanización proyectada: a la cota del acceso directo desde el nivel superior del centro escolar

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — Pabellón de Gimnasia

longitudinal elevation

El proyecto nace del diálogo entre dos formas simultáneas y diferenciadas de responder a los requerimientos que se nos plantean. Dos operaciones fundamentales, cada una de ellas desarrollada y construida según un sistema que le es propio:

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — Pabellón de Gimnasia

longitudinal section

- La domesticación de un terreno de topografía compleja, a media ladera, mediante la disposición de un orden pautado por una secuencia de muros de contención de hormigón que modelan en base al terreno que desplazan, y al cual se acomodan, hasta alcanzar mediante esta pauta el orden necesario para cada uno de los usos, tanto interiores como exteriores, de los que es dotado el centro mediante esta operación.

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — Pabellón de Gimnasia

transversal sections

- La disposición sobre los mismos de un prisma ciego, blanco, contenedor de un espacio en penumbra sobre un zócalo murario, lleno de luz, y dispuesto bajo el criterio de máxima compacidad y contención modular y estructural, y que se establece como referencia de las todas las decisiones del proyecto.

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — Pabellón de Gimnasia

interior 1

Un proyecto que es la suma de, al menos, dos formas de entender. De responder desde su interacción, y de responder desde su propia ley generadora directamente vinculada con su especifica posición topológica. De responder, cada una de ellas, a su particular ubicación y al programa desde un entendimiento constructivo y proyectual propio, que solo en su común diálogo se ofrece como la respuesta única y completa del proyecto.

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — Pabellón de Gimnasia

interior 2

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — Pabellón de Gimnasia

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — Pabellón de Gimnasia

interior elevation

Edificio in tesserine di ceramica - Fabio Carria

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L’edificio di Via Dandolo 4 a Milano è stato costruito nel 1948 su progetto dell’arch. Vito Latis. Lo studio Latis, composto dai due fratelli Vito e Gustavo, ha sicuramente svolto un ruolo importantissimo nel rinnovamento del tessuto urbano di Milano nel dopoguerra, ruolo finalmente oggi riconosciuto da pubblicazioni e seminari con itinerari per far conoscere la loro architettura. Negli anni ’50 e ’60 si sono largamente diffuse facciate dotate di rivestimenti ceramici a piccoli elementi dalle più svariate forme, dimensioni e colorazioni, le quali sono divenute quasi una costante del linguaggio architettonico di quel periodo. La modernità del materiale era il requisito più ricercato e proprio al carattere di novità era affidato il compito di riscattare l’architettura di quegli anni. Nei primi decenni del dopoguerra tesserine e clinker caratterizzarono moltissima dell’edilizia prodotta in quegli anni, durante i quali si ravvisavano nelle ceramiche una durevolezza e una resistenza superiori a quelle degli intonaci. Da quanto detto è facile intuire quale importanza potesse avere la qualità del materiale per l’edilizia di questo periodo storico e, pertanto, come possa essere importante per la conservazione futura di queste architetture del moderno puntare non solo alla conservazione delle forme ma anche a quella dell’essenza materiale degli aspetti costruttivi. IL DEGRADO Il tipico degrado dei rivestimenti in ceramica a manto continuo applicati per adesione alle strutture delle facciate si manifesta essenzialmente nel cedimento del rivestimento dal suo strato di sostegno alla facciata, cioè i rivestimenti si distaccano a causa della polimerizzazione delle malte di allettamento, del collante o delle resine utilizzate, le quali perdono la propria adesività provocando di conseguenza rigonfiamenti, fessurazioni sui giunti, lesioni o fratture sulle piastrelle, distacchi parziali di alcuni elementi isolati o di intere porzioni che si distaccano solidalmente. Per quel che riguarda il rivestimento ceramico a tesserine o a mosaico, il degrado si evidenzia soprattutto con rigonfiamenti e distacchi di porzioni di elementi ceramici causati, nella maggioranza dei casi, dalle dilatazioni termiche di materiali accostati in maniera incompatibile (ad esempio, dall’azione degli elementi di affrancatura di molti parapetti in ferro che, arrugginendosi nella parte murata, provocano aumenti di volume e tensioni tali da determinare distacchi) oppure da fessurazioni verticali o orizzontali lungo il manto ceramico, in corrispondenza degli elementi strutturali.

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

L’INTERVENTO Come la stragrande maggioranza degli edifici rivestiti a ceramica agli anni del secondo dopoguerra, con strutture portanti in calcestruzzo e tamponamenti leggeri in laterizio, l’asportazione dell’intero rivestimento è stata fatta con attenzione scrupolosa per non provocare gravi danneggiamenti alle pareti esterne. Poiché il rivestimento ceramico è sottoposto a elevate sollecitazioni meccaniche (soprattutto a causa dei cicli termici), è importante che lo strato di adesione sia compatto e poco poroso, ma anche sufficientemente elastico e che garantisca un ancoraggio forte e tenace del rivestimento al supporto. Una volta definito il materiale più idoneo per lo strato di adesione, è necessario selezionare quello per la sigillatura dei giunti, il quale deve essere molto elastico (per assecondare i movimenti del rivestimento ceramico), resistente all’attacco degli agenti chimici e impermeabile. Oltre che per l’importante funzione protettiva, deve essere valutato anche sotto l’aspetto estetico, in quanto partecipa, insieme al rivestimento ceramico, all’aspetto estetico dell’intero sistema di facciata. In questo intervento è stato fornito e posato un nuovo rivestimento di facciata in mosaico a tesserine scelte dalla committenza in gres porcellanato non smaltato della ditta TeamWork (www.Teamwork.it) nel formato cm.2×2 già predisposte su retine pronte da applicare e distanziate uniformemente nei formati standard per facilitarne la posa in maniera uniforme. La posa del rivestimento esterno a mosaico è stata effettuata, dopo aver rettificato tutti i fili di facciata su piani verticali di supporto finiti e lisciati perfettamente a piombo con spigoli precisi, mediante incollaggio con adesivo a base cementizia applicato a spatola dentata ed additivato con lattice elasticizzante. Le fughe sono state stuccate con adeguato prodotto a base di malta cementizia preconfezionata impastata con additivo specifico costituito da speciale lattice a base di resine sintetiche con superficie finale liscia, compatta e resistente all’abrasione, a basso assorbimento d’acqua e facilmente pulibile (tipo Fugabella di Kerakoll) . Pulizia finale delle facciate, dopo alcuni giorni dalla conclusione della posa, dai prodotti residui delle lavorazioni e lavaggio finale delle superfici piastrellate con idoneo pulitore acido in soluzione acquosa.

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Prima e dopo l'intervento

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Prima e dopo l'intervento

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Prima e dopo l'intervento

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Prima e dopo l'intervento

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Prima e dopo l'intervento

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Prima e dopo l'intervento

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Fabio Carria — Edificio in tesserine di ceramica

Torre campanaria S.S.Filippo e Giacomo Coriano Veronese - Walter Ambrosi

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Torre campanaria della parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo a Coriano di Albaredo d’Adige, messa in sicurezza e miglioramento statico e sismico della torre con interventi di ricucitura e consolidamento del paramento murario.

Walter Ambrosi  — Torre campanaria S.S.Filippo e Giacomo Coriano Veronese

Restauro conservativo Torre Campanaria foto dell'intervento e del cantiere

Switch to pure volvo - Francesco Faggian, Nicolò Colleoni

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L’idea alla base del nostro progetto è quella di realizzare un oggetto architettonico che non sia solamente una cornice che metta in evidenza una autovettura da pubblicizzare, ma così come la Volvo V60 Hybrid rappresenta un nuovo modo di guidare, così il nostro padiglione vuole rappresentare un nuovo modo di interpretare uno spazio espositivo promozionale di questo tipo: uno spazio che non sia più solamente un podio sul quale accendere i riflettori, ma un’oggetto interattivo che renda il visitatore partecipe dell’esposizione. L’intento è creare attorno al visitatore una atmosfera nuova e ricca di sensazioni inaspettate, che lo coinvolgano in prima persona e gli facciano vivere una esperienza emozionale. La forma futuristica del padiglione incuriosisce il visitatore e la copertura dal ventre specchiante e vibratile lo invita ad avvicinarsi per scoprire un punto di vista alternativo dal quale osservare la nuova Volvo V60 Hybrid. Durante l’esposizione notturna, invece, il padiglione catalizza l’attenzione di chi gli passa vicino grazie agli effetti cromatici che ne caratterizzano base, coronamento e pilastro di sostegno. Una volta entrato nel paglione, il visitatore, grazie ad un sistema di potenti diffusori acustici immersi nel controsoffitto, scoprirà i suoni della futura Volvo V60 Hybrid e la sua attenzione sarà attirata dal cavo per la ricarica elettrica dell’autovettura che sarà ben visibile sulla pavimentazione bianca. Interagendo con uno schermo touchscreen, collocato sul pilastro di sostegno, si potrà conoscere meglio la grande novità offerta dalla Volvo V60 Hybrid ovvero la possibilità di scegliere il tipo di propulsione da utilizzare durante la marcia dell’autovettura. Selezionando dallo schermo la modalità preferita Pure – Hybrid – Power sarà possibile vivere un’esperienza sensoriale, visiva e sonora, specifica. Ad ogni diversa selezione il padiglione espositivo assumerà un colore diverso a seconda della propulsione scelta: blu (Pure), verde (Hybrid), rosso (Power). Inoltre ad ogni propulsione saranno associati suoni evocativi come lo sfrigolio della corrente elettrica, il vento che soffia, le ruote che corrono sull’asfalto, il motore che sale di giri, le portiere che si chiudono. Suoni che verranno riprodotti dal sistema audio distribuito attorno al visitatore e che contribuiranno a fargli vivere una esperienza straniante e fuori dal comune.

Francesco Faggian, Nicolò Colleoni — Switch to pure volvo

esploso

Francesco Faggian, Nicolò Colleoni — Switch to pure volvo

render

OPERA VARIA Horologica@Microscopica - Anatolio Egidi

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OPERA VARIAè un titolo inusuale per una raccolta di documenti. La scelta è motivata dall’ esigenza di rimediare a una lacuna pubblicistica vecchia di tre secoli. Nel 1724 l’intera opera di Christiaan Huygens, coevo ed estimatore dei Campani, fu raccolta in un volume dal titolo “Opera varia”. Quella dei tre fratelli, perchè ritenuta minore, non godette delle stesse attenzioni. Libera dalla presunzione di voler riscrivere la storia, la presente raccolta documentale ha lo scopo di trascrivere e tramandare in forma cartacea un patrimonio storico-scientifico in buona parte inesplorato. Oltre 350 pagine di opere a stampa, 30 di manoscritti, 62 di lettere autografe complete di trascrizione. Tutti documenti provenienti da archivi pubblici e privati in grado di poter costituire un solido fondamento per ricerche e studi su alcuni dei più interessanti attori del Seicento tecnologico e scientifico italiano. Tra le opere a stampa citate ben cinque vengono riprodotte qui per la prima volta dopo l’edizione originaria. Tra queste vi è il Ragguaglio di due nuove Osservazioni di Giuseppe Campani, opera con la quale viene confermata l’esistenza dell’anello di Saturno.

Anatolio Egidi — OPERA VARIA Horologica@Microscopica

Anatolio Egidi — OPERA VARIA Horologica@Microscopica

Anatolio Egidi — OPERA VARIA Horologica@Microscopica

Anatolio Egidi — OPERA VARIA Horologica@Microscopica

Anatolio Egidi — OPERA VARIA Horologica@Microscopica

Anatolio Egidi — OPERA VARIA Horologica@Microscopica

Anatolio Egidi — OPERA VARIA Horologica@Microscopica

N x 500 Palladio Italy - Walter Ambrosi

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Interni Design -Allestimenti fieristici e per eventi.

Walter Ambrosi  — N x 500 Palladio Italy

Totem d'ingresso

E’ un progetto ideato da Officina Eventi che ha coinvolto designer e maestri orafi, invitati ad elaborare e produrre oggetti traendo ispirazione dall’architettura del Palladio.

Walter Ambrosi  — N x 500 Palladio Italy

Supporti agli oggetti creati dai designers

Progetto e realizzazione dei supporti per gli oggetti a cura di Walter Ambrosi. Realizzazione Nuova Menini Stand.

IES y Escuela de Hostelería en Plasencia - David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY

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El Instituto se enclava en el actual límite Oeste de la ciudad de Plasencia, dentro del barrio de San Miguel, lindando por el Sur con una pequeña área industrial y por el Oeste con un área de nuevo planeamiento todavía por urbanizar. Se desarrolla en paralelo a la vía del ferrocarril, sobre un solar de acusada topografía con más de 12 metros de desnivel. El programa funcional es el de un centro donde se imparte tanto la Enseñanza Secundaria Obligatoria como el Bachillerato además de albergar una Escuela de Cocina y Hostelería. El proyecto nace del diálogo entre dos formas simultáneas y diferenciadas de responder a los requerimientos que se nos plantean. Dos operaciones fundamentales, cada una de ellas desarrollada y construida según un sistema que le es propio: - La domesticación de un terreno de topografía compleja mediante un edificio ZÓCALO, modelado en base al terreno que desplaza y al cual se acomoda hasta alcanzar en su cubierta la cota más elevada del solar. - La disposición sobre el mismo de un prisma trabajado contenedor: el AULARIO, dispuesto bajo el criterio de máxima compacidad y contención modular y estructural, y que establece la referencia de las todas las operaciones realizadas en el ZÓCALO.

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — IES y Escuela de Hostelería en Plasencia

elevation collage

ZÓCALO Se desarrolla con el objetivo de una óptima adecuación a la topografía origen, modelando el terreno y adaptándose a él para evitar grandes movimientos de tierra. Concebida su construcción con fábrica de ladrillo flaseado negro, el Zócalo manifiesta su imbricación terrena. Mediante su disposición y volumetría, se genera el orden del proyecto, definiendo los accesos, las zonas exteriores de juegos, la pista deportiva y sus relaciones con el entorno urbano inmediato. Se ordena esencialmente en dos volumetrías de traza Norte-Sur, separadas por un amplio vacío central que configura el acceso y el patio de juegos de bachillerato. Este vaciado exterior desemboca en el vestíbulo principal del centro, generándose una continuidad espacial entre ellos y el horizonte lejano. Las volumetrías del zócalo se organizan mediante un distribuidor volcado hacia el vacío exterior común de acceso, configurándose una secuencia de aulas taller de 90m2, que ocupan todo el fondo del volumen, pautadas por aulas taller de 60m2 y patios abiertos a fachada ocupando entre ambos igualmente todo el fondo del volumen. Patios, como sustracciones de materia del zócalo, que proporcionan iluminación y ventilación a cada grupo de tres aulas, evitándose de esta forma las visiones directas entre ellas por la conformación de sus vanos. El zócalo de esta forma se ofrece a las vías del ferrocarril mostrando la opacidad del primer frente de su volumen.

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — IES y Escuela de Hostelería en Plasencia

collage section

AULARIO Prisma trabajado como contenedor de máxima compacidad con dos niveles de aulas polivalentes dispuestas bajo orientación Norte y seminarios en orientación Sur. De traza Este-Oeste y con dimensiones 103,5×14x7m, se dispone posado sobre el edifico Zócalo, relacionándose con el valle y con la ciudad de Plasencia. El volumen, con su cerramiento construido en hormigón prefabricado, se muestra como una suma de series construidas por repetición de módulos similares bajo distinto ritmo. Fachadas Norte y Sur se resuelven bajo los mismos parámetros y criterios constructivos, misma modulación de elementos prefabricados y misma de vanos, modificando el número de vanos que cada una de ellas demanda según las posibilidades de los usos que contiene, su orientación y su soleamiento. Su presencia posibilita el uso actual y pretende abarcar cualquier reconfiguración y uso futuro, no se ciñe al reiterativo ritmo de las aulas. Su lectura no quiere ser partitura literal de los usos que contiene ni lectura definitiva de su estado construido: finalmente transitorio. Sus dos plantas se organizan según el mismo sistema del que parten los alzados: seriación por repetición de módulos similares bajo distinto ritmo, seriación continua a Norte de aulas polivalentes en la crujía de mayor ancho, distribuidor central, y sucesión discontinua a Sur de agrupaciones de seminarios, despachos y aseos, dejando entre dichas agrupaciones vaciados, silencios donde se sitúan los accesos, vinculándose a la iluminación y a las vistas lejanas. Los seminarios se agrupan en volúmenes de color como referencia interior de ubicación, disposición de usos y lectura exterior de su orden interno. La comunicación física y espacial con el zócalo se realiza mediante el vaciado de un módulo de aula polivalente en el primer nivel del Aulario, generándose un espacio vertical alrededor de la cual se sitúa el vestíbulo, los accesos principales y los usos comunes.

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — IES y Escuela de Hostelería en Plasencia

construction detail

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — IES y Escuela de Hostelería en Plasencia

South elevation

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — IES y Escuela de Hostelería en Plasencia

Hall

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — IES y Escuela de Hostelería en Plasencia

classrooms corridor

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — IES y Escuela de Hostelería en Plasencia

location

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — IES y Escuela de Hostelería en Plasencia

location

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — IES y Escuela de Hostelería en Plasencia

Railway street

David LANDÍNEZ GONZÁLEZ-VALCÁRCEL, Mónica GONZÁLEZ REY — IES y Escuela de Hostelería en Plasencia

railway street


Allestimento per mostra fotografica nel parco - Maria Chiara Bonora

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Presso il parco del Santuario della Beata Vergine del Poggetto, in una frazione del comune di Ferrara, si svolge ogni anno, ogni domenica di maggio, una manifestazione che ha lo scopo di divulgare la bellezza del Santuario e della sua importanza storica e spirituale per i fedeli. Dal 2012 all’interno della programmazione degli intrattenimenti è stato inserito un concorso fotografico, il cui risultato viene reso pubblico l’ultima domenica dello stesso mese.

Maria Chiara Bonora — Allestimento per mostra fotografica nel parco

Santuario della Beata vergine del Poggetto

Si è reso necessario pensare ad un sistema espositivo idoneo per l’evento: l’allestimento avviene all’aperto, nel parco, con la sola protezione di un gazebo senza pareti e coperto da un telo plastificato; viene montato la mattina e smontato la sera dello stesso giorno; durante la settimana è esposto alle intemperie.

Maria Chiara Bonora — Allestimento per mostra fotografica nel parco

esposizione

Sono stati recuperati dei pallet in legno in un cantiere edile che li avrebbe dismessi. Sono stati puliti, protetti con una vernice trasparente e colorati a pennello. Sono stati applicati quattro occhielli: due per l’aggancio alla struttura del gazebo e due per il mantenimento della posizione verticale. Le fotografie sono state appese con un gancio sfruttando le fessure tra gli elementi trasversali dei pallet.

Maria Chiara Bonora — Allestimento per mostra fotografica nel parco

dettaglio del sistema espositivo

Maria Chiara Bonora — Allestimento per mostra fotografica nel parco

dettaglio del sistema espositivo

Maria Chiara Bonora — Allestimento per mostra fotografica nel parco

inaugurazione

S/Coperta in Barriera - studioata

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Famiglia felice fa un pic nic sul prato, immagine che ricorda l’uso sociale e collettivo dello spazio pubblico… Prati verdi e colline per giocare, rotolare, arrampicare, ma anche per fermarsi e osservare la città, che non sta mai ferma, da un altro punto di vista. Luogo d’incontro per tutti, grandi e piccini, giovani e adolescenti, amici e parenti, per un pic nic in città, un caffè insieme come a casa, sui quadri della coperta per la scoperta del territorio. Collinette verdi di prato sintetico, sempre tagliato e ordinato, non sporca, costa meno, zero manutenzione, straordinario! Bar affogato nel verde ammicca da sotto la collina che è anche dehor con vista per godersi un caffè nostrano.Panchine come coperte da pic nic, a quadri come i plaid di casa, ampie e morbide, per socializzare e rilassarsi in ogni momento della giornata. Giochi per toccare e scoprire lo spazio, arrampicarsi sul muro e divertirsi in città come in montagna. Bello di notte come di giorno! Illuminazione: diffusa da luci segnapasso come lucciole sui prati, a fuoco, puntuale e specifica, sulle sedute. 3 opzioni di budget (c’è crisi!): economy, standard, de luxe.

studioata — S/Coperta in Barriera

studioata — S/Coperta in Barriera

studioata — S/Coperta in Barriera

studioata — S/Coperta in Barriera

studioata — S/Coperta in Barriera

CRI Scandiano - Jessica Damiani

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Il progetto, che prevede la realizzazione della Nuova sede della Croce Rossa Italiana presso il Comune di Scandiano, in Provincia di Reggio Emilia, nasce dall’idea principale di voler riproporre il simbolo della CRI (una croce), sia per forma che per colore, adattandolo però al contesto urbano. Questo da luce a linee oblique che si intersecano a formare una sorta di croce.

Jessica Damiani — CRI Scandiano

CONCORSO DI IDEE IN DUE GRADI SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO (BL) - Giorgio Teggi

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Concept

Giorgio Teggi — CONCORSO DI IDEE IN DUE GRADI SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO (BL)

L’idea compositiva riprende concettualmente i caratteri delle tipiche case ampezzane costruite da un nucleo in muratura a forte spessore sul quale si appoggiano volumi perlopiù lignei con forti aggetti.

Giorgio Teggi — CONCORSO DI IDEE IN DUE GRADI SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO (BL)

Lo scabro volume di base contenente gli spazi di servizio, deriva dalla geometrizzazione del pendio, costituisce il piano di appoggio ed è realizzato in calcestruzzo con tonalità rossa. Su di esso sono appoggiati i due corpi residenziali interamente in legno, il primo formato da dieci, l’altro da venti alloggi e la serra in vetro e trafilati di acciaio.

Giorgio Teggi — CONCORSO DI IDEE IN DUE GRADI SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO (BL)

Gli alloggi beneficiano di orientamenti favorevoli dal punto di vista del soleggiamento e panoramico: il blocco minore è rivolto a est con veduta sul Pomagagnon; quello più grande a sud verso il panorama di valle, il Sorapis, l’Antelao. Il blocco vetrato della scala e ascensore è cerniera distributiva dell’insieme.

Giorgio Teggi — CONCORSO DI IDEE IN DUE GRADI SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO (BL)

Giorgio Teggi — CONCORSO DI IDEE IN DUE GRADI SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO (BL)

Giorgio Teggi — CONCORSO DI IDEE IN DUE GRADI SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO (BL)

Giorgio Teggi — CONCORSO DI IDEE IN DUE GRADI SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO (BL)

Spazi per gli oggetti della Collezione storica del Compasso d’Oro. Milano - LUCA DE BONA, cafearchitettura

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Il processo creativo che porta alla realizzazione di un’idea, si può identificare con una sorta di stratificazione: osservando il lavoro che inizia dal foglio dove le cose sono disegnate una sull’altra, alla ricerca di un accostamento e di una sovrapposizione di elementi a cui dare forma, materia ed energia. Da questa lettura della collezione, nasce l’idea di un’installazione composta da una sequenza di grandi fogli, tante preziose carte disposte in successione. Questi diversi intervalli compongono un volume stratificato che si materializza al centro dello spazio espositivo: i fogli piegati, di dimensioni sempre diverse, si innalzano dall’archivio interrato, serbatoio di idee, e si adagiano nello spazio fino a superarne i confini fisici “sfondando” idealmente la parete lungo via Bramante. La piega, nella sua accezione fisica e concettuale, è l’elemento generatore del progetto, il principio in base al quale la materia carta si trans-forma in materiale da costruzione e da esposizione, giocando con una superficie piana che con un gesto si fa tridimensionale. Come fossero dei libri o delle pagine, queste superfici versatili si offrono ai fruitori per narrare non solo le storie e i personaggi che hanno reso la collezione così importante, ma anche per trarre spunto per nuovi progetti e storie da raccontare. I fogli sono interfacce che accolgono l’oggetto e lo offrono al visitatore nel passaggio dal mondo delle idee a quello quotidiano.

LUCA DE BONA, cafearchitettura — Spazi per gli oggetti della Collezione storica del Compasso d’Oro. Milano

LUCA DE BONA, cafearchitettura — Spazi per gli oggetti della Collezione storica del Compasso d’Oro. Milano

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