Quantcast
Channel: Divisare - Projects Latest Updates
Viewing all 11324 articles
Browse latest View live

Yemen, Sana'a, Grande Moschea al-Giamì al-Kabir - pallucco rivier

$
0
0

Social Found for Development (Unesco), Dipartimento per la Conservazione dell’Arte Islamica. Intervento di restauro per conto dell’Istituto Veneto per i Beni Culturali di Venezia. Coordinatore generale arch. Isam Awaad M.Rivier: Incarico di docente per il corso di formazione di restauratori e per la gestione tecnica degli interventi di restauro.

pallucco rivier — Yemen, Sana'a, Grande Moschea al-Giamì al-Kabir

pallucco rivier — Yemen, Sana'a, Grande Moschea al-Giamì al-Kabir

pallucco rivier — Yemen, Sana'a, Grande Moschea al-Giamì al-Kabir


Residenza privata M+L - ANTONIO CALIA ARCHITETTO

Residenza privata G+A - ANTONIO CALIA ARCHITETTO

Residenza privata RV - ANTONIO CALIA ARCHITETTO

Loop Design Centre - Francesco Coppola

$
0
0

Il progetto del Loop Design Centre assume un valore a parte perché non solo documenta il recupero di un silos del 1934 ma perché ha rappresentato per l’Autore la realizzazione di un ambizioso progetto di creazione di un luogo di sperimentazione nell’ambito dell’Architettura, Design e Comunicazione ,nonché lo spazio operativo del proprio studio.

Francesco Coppola — Loop Design Centre

Gli spazi interamente recuperati ripropongono con nuovi usi tutti gli elementi metallici esistenti( tubazioni,passerelle,raccordi,ecc).

Francesco Coppola — Loop Design Centre

Alle strutture esistenti si affiancano per contrasto i nuovi elementi, come la torre dell’ascensore esterno in rete metallica e lo studio illuminotecnico esterno ed interno, che ne mettono in risalto la forte caratterizzazione formale.

Francesco Coppola — Loop Design Centre

Francesco Coppola — Loop Design Centre

Francesco Coppola — Loop Design Centre

Francesco Coppola — Loop Design Centre

Francesco Coppola — Loop Design Centre

Francesco Coppola — Loop Design Centre

Concorso internazionale di idee Ombre d'artista - Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli

$
0
0

Cosa sono le ombre? Possiamo solo vederle, o possiamo anche sentirle? Le ombre sono colorate? Hanno una varietà cromatica o sono sempre nere o grigie? In cosa sono diverse dalle silhouette? Possono avere un riflesso? Queste sono alcune delle domande che ci siamo posti nell’affrontare il tema di progetto..

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

La nostra installazione prende le mosse dall’osservazione dell’ombra che la luce del sole proietta filtrando attraverso le chiome degli alberi. La luce passando attraverso la massa discontinua del fogliame da origine ad un’ombra frammentata, continuamente diversa. Luce e ombra creano una trama che varia la propria modulazione al trascorrere delle ore del giorno, mentre il fogliame, attraversato dai raggi luminosi, colora lo spazio circostante. L’albero è capace in questo modo di definire uno spazio i cui confini sono definiti dall’ombra che esso stesso proietta durante la giornata, caratterizzato dalla modulazione della luce e del colore che i suoi riflessi producono.

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

Nel contesto urbano una situazione simile si riscontra nel souk arabo dove i teli posti a protezione dal sole contribuiscono a definire uno spazio architettonico. Questa stessa esperienza la si vive nei vicoli di molte città italiane dove è ancora tradizione appendere i panni ad asciugare all’aria aperta, stesi su fili tirati da un lato all’altro della strada. Il susseguirsi di panni stesi definisce un diaframma che è al contempo chiuso e aperto. Essi creano una maglia tridimensionale, che, se vista in prospettiva, è in grado di entrare in competizione coi volumi degli edifici circostanti, ma al contempo permette alla luce di arrivare al suolo, filtrata e colorata dal riflesso. I teli, attraversati dalla luce del sole diventano quinta e copertura; capaci di definire uno spazio intermedio tra interno ed esterno, tra edificio e piazza.

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

La nostra installazione, attraverso la creazione di un sistema di ombreggiamento, si definisce come una macchina ottica capace di cambiare la percezione dello spettatore, e avere un profondo effetto su di esso. Il nostro intento è quello di fare in modo che l’intervento realizzato e lo spazio urbano diventino una cosa sola, in modo che l’uno riveli le dimensioni nascoste dell’altro, portando il fruitore a guardare in maniera diversa, e nella sua interezza, lo spazio che lo circonda. Quello che prima era uno spazio esterno diventa così un interno pur non perdendone la luminosità, e il cielo viene filtrato da una superficie in vibrante e continuo movimento, i cui riflessi ci regalano una visione nuova della città.

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

Il sistema di ombreggiamento viene realizzato mediante la stesura di una maglia di teli, fissati su una serie di cavi d’acciaio tesi, disposti ad un metro l’uno dall’altro e posizionati ad un’altezza variabile a seconda delle specifiche situazioni al di sopra di piazze e strade della città.

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

Dove possibile essi saranno fissati alle facciate degli edifici, mentre laddove la presenza di finestrature o le distanze lo impediscano, si ricorrerà all’utilizzo di appositi pali tra i quali tendere un cavo di supporto. I teli verranno tesi tra i cavi orizzontalmente, facendo in modo che una parte di essi ricada verticalmente, libera di muoversi sospinta dal vento. I teli, realizzati con tessuti specifici per esterni, di dimensione 1m X 2m, verranno fissati ai cavi d’acciaio con rivetti metallici che ne assicurino la tensione e ne impediscano lo scorrimento. I cavi, i tenditori e il sistema di ganci metallici verranno dimensionati in modo da supportare il peso proprio, quello del tessuto e la forza esercitata dal vento sui teli.

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

I teli stessi, disposti secondo una scacchiera sono dimensionati in modo da non offrire una eccessiva resistenza alla forza del vento, secondo una logica già ampiamente sperimentata in città come Granada, Siviglia e Cordoba, ecc. Il sistema di ombreggiamento, per la sua modularità può essere riprodotto in diverse forme e dimensione a seconda delle necessità specifiche del luogo e degli effetti di luce ed ombra che si vogliono perseguire. I teli possono dar vita a scacchiere di diverse geometrie di modo da poter ottenere un controllo della luce mirato alle specifiche necessità dei luoghi ospitanti. Similarmente in relazione al tipo di stoffa utilizzato, piu o meno pesante, e a seconda dei colori prescelti, si possono perseguire diversi effetti di ombreggiamento e luminescenza. Il colore e la trasparenza dei materiali utilizzati, in contrasto con le forme ‘minerali’ della città, regalano sorprendenti riflessi cromatici che variano al variare dell’incidenza della luce sui teli, permettendo di creare atmosfere che cambiano costantemente nel corso della giornata.

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

La trasparenza e l’apparente assenza di peso dell’installazione generano un dialogo e un contrasto stimolante con la cortina stradale e gli edifici della città. La parte di stoffa che pende dai cavi tesi asseconda il movimento del vento valorizzando la leggerezza dei materiali che lo compongono. Alla sera i teli riflettono e amplificano la luce dei lampioni stradali così che la loro superficie sospesa si trasforma in una grande lanterna.

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

La nostra proposta mostra come questo sistema, di facile realizzazione e dalla grande adattabilità, possa essere facilmente applicato in diverse situazione all’interno del contesto urbano. Ad esempio in Piazza Sedile del Campo i teli sono stati posti molto in alto, all’altezza del cornicione dei palazzi che la definiscono, così che, coprendo quasi interamente il suo invaso, creino una grande stanza all’aperto. In largo Abate Conforti e in largo dei Barbuti, per la scarsa omogeneità dell’edificato e la notevole presenza di edifici privati si è preferito creare ambiti di ombreggiamento più raccolti. In largo Abate il sistema di ombreggiamento assume una forma organica ed inserendosi tra le palme preesistenti è stato posizionato in modo da favorire la sosta ed un maggior godimento della fontana posta al centro della piazza, come nel cortile delle case mediterranee. In piazza Sant’Agostino si vede come la nostra installazione può diventare il prolungamento di un edificio esistente aumentando la profondità del portico sul lato nord della piazza.

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

La nostra proposta progettuale ha un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale prefiggendosi di offrire un sistema di ombreggiamento che consenta di diminuire notevolmente la temperatura del suolo e dei paramenti murari sui quali va ad insistere e lasciando libera la risalita dell’aria calda che dal terreno attraversa facilmente la maglia aperta dell’installazione. Inoltre tutti i materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera sono di facile reimpiego per altri utilizzi.

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

Simone Montali, pietro rizzoli, margherita zambelli — Concorso internazionale di idee Ombre d'artista

villa plurifamiliare, Perugia - pallucco rivier

Taichung City Cultural Center International Competition - Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON Arquitectos

$
0
0

Il nuovo “City Cultural Center” nasce dalla terra con la forza del mare e delle montagne, per mostrare al mondo come è Taiwan, e come è Taichung, con la forza lussureggiante dell’architettura in grado di proiettare il nuovo centro culturale a livello internazionale.

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

Dalla “Taichung Gateway Park” vediamo come il terreno si va lentamente sollevando, formando onde, che rappresentano le pieghe delle placche tettoniche che hanno modellato l’isola di Taiwan. Esse richiamano alla mente il meraviglioso paesaggio di montagna di Taiwan e le sue famose piantagioni di tè. Il “Taichung Gateway Park” e il nuovo “centro culturale della città” si fondono nello stesso paesaggio, dando una risposta unitaria al sito. I sentieri del “Taichung Gateway Park” ci mostrano, naturalmente, l’accesso al nuovo “centro culturale della città.”.

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

I volumi sinuosi che si innalzano dal parco sono aperti, e finiscono per disegnare le forme che evocano il mare. Vengono alla mente immagini di onde che si infrangono contro gli scogli. L’edificio è aperto e permeabile alla città e ricerca un intenso rapporto con essa.

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

La formalizzazione dell’edificio è realizzata concatenando una struttura di costole di legno lamellare dalle grandi luci. La maggior parte della superficie è coperta da uno strato vegetale, ma trovano spazi anche vetrate per il passaggio della luce.

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

Bilbao Architecture Team, ORTIZ LEON  Arquitectos — Taichung City Cultural Center International Competition

sezioni


Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme - Marco Bigozzi, Massimo Bigozzi, Stefano Riva, Warner Sirtori, Coprat soc coop, Marco Migliore

$
0
0

La piazza è il luogo più importante della città. Un sistema di piazze costituisce l’occasione unica di Monsummano Terme per riscattare la cittadina e consolidare l’idea di centro storico oggi latente. Il progetto rilegge gli spazi della socialità con un occhio all’immagine storica dei luoghi e con attenzione all’uso promiscuo degli spazi aperti e alle pratiche contemporanee. La riforma degli spazi aperti del capoluogo lavora su un doppio livello, da una parte la necessità di uniformare i materiali e le soluzioni per conferire equilibrio e armonia e dall’altra preservare le diversità dei vari ambiti. Con naturalezza, attraverso l’uso della vegetazione, la piazza assume una nuova dimensione spaziale esaltando le vedute sui palazzi storici e sul territorio (colline di Montalbano). Ombra, vegetazione, acqua, materiali, sono gli elementi della nuova scena urbana pensata come sfondo agli usi e pratiche degli abitanti. L’assetto della struttura vegetale persegue tre obiettivi distinti: . inserimento di natura nel centro storico, elementi vivi che dialogano con presenze vive di avifauna e microfauna e che mutano con le stagioni nel rispetto degli ambienti del territorio circostante; . miglioramento delle condizioni di vivibilità degli spazi pubblici, attraverso la riduzione dell’insolazione, la creazione di spazi ombreggiati e l’alternanza di aree libere ed aree alberate con aria a differente temperature per favorire le circolazioni locali d’aria; . connotazione paesaggistica ed architettonica delle piazze, con utilizzo di essenze e vegetazione la cui presenza all’interno del contesto urbano assume un valore architettonico e simbolico che appartiene alla tradizione e alla cultura toscana. Questi tre aspetti si fondono nella scelta delle essenze, nelle caratteristiche architettoniche degli elementi e nella disposizione d’insieme all’interno della proposta di progetto. Per migliorare la qualità urbana del centro storico è necessario intervenire sul piano della mobilità (viabilità e sosta) separando la viabilità a lunga percorrenza da quella di interesse locale. Formazione di una zona a traffico limitato che riduca l’attraversamento e spinga ai margini del centro quel traffico inutile e lesivo, facilitando la percorribilità pedonale e ciclabile, oltre ad abbassare i livelli di inquinamento acustico e atmosferico. In stretta relazione con la mobilità sono ripensati gli spazi di sosta degli autoveicoli privati, da individuare al contorno dei luoghi di maggior rilevanza pubblica e pregio architettonico in un quadro strategico pianificato che sia flessibile ai diversi usi e orari senza limitare l’accessibilità al centro cittadino. La piazza Giusti è“sempre” stata attraversata da una diagonale che oggi assume un lieve disegno determinato dal cambio di pendenza e dall’accesso controllato dei mezzi privati. Infine, il progetto del piano “orizzontale”, non può prescindere dalla scelta dei materiali e dal disegno della pavimentazione. L’idea è di pensare la stereotomia delle lastre di cls come fossero preziose lastre di pietra serena tipiche delle pavimentazione dei centri storici. In passato il materiale e la posa avevano un rapporto di necessità con la natura e con i diversi tipi di disegno che erano in realtà tipi di costruzione.

Marco Bigozzi, Massimo Bigozzi, Stefano Riva, Warner Sirtori, Coprat soc coop, Marco Migliore — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Marco Bigozzi, Massimo Bigozzi, Stefano Riva, Warner Sirtori, Coprat soc coop, Marco Migliore — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Marco Bigozzi, Massimo Bigozzi, Stefano Riva, Warner Sirtori, Coprat soc coop, Marco Migliore — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Marco Bigozzi, Massimo Bigozzi, Stefano Riva, Warner Sirtori, Coprat soc coop, Marco Migliore — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Marco Bigozzi, Massimo Bigozzi, Stefano Riva, Warner Sirtori, Coprat soc coop, Marco Migliore — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

Marco Bigozzi, Massimo Bigozzi, Stefano Riva, Warner Sirtori, Coprat soc coop, Marco Migliore — Riqualificazione sistema piazze del Capoluogo. Monsummano Terme

UNA CHIESA NELLA STEPPA - Giorgio Burza

$
0
0

Chiesa Cattolica in Kazakistan

Giorgio Burza — UNA CHIESA NELLA STEPPA

UN TEMPIO SIMBOLO DI MORTE E RESURREZIONE A chiunque di noi senza dubbio è capitato di vedere le cosiddette kamennye baby (“femmine di pietra”) , provenienti dalle distese della steppa russa . Queste figure femminili nude, intente a comprimersi il petto o a reggere tra i seni un uccellino (molto probabilmente una colombella), mentre l’altra mano ricade sul grembo, o ancora, raffigurate con un piccolo vaso a forma di coppa tra le mani, sull’ombelico o più in basso queste figure, venivano poste dagli abitanti delle steppe russe meridionali sui kurgan funerari e costituivano un chiaro simbolo religioso, intimamente legato all’idea della morte. Noi collochiamo una croce sulle tombe; questi antichi abitatori delle nostre terre mettevano invece sui tumuli queste “donne”. …..E’ un viaggiatore francese che nel 1253 arrivò presso i Tatari come ambasciatore di Luigi il santo, narra dei Cumani: ” i Cumani innalzano sopra al defunto un grande kurgan e vi erigono una statua che tiene in mano una coppa sull’ombelico”……alcune osservazioni etnografiche ci consentono di ritenere che il vaso posto sul grembo o più in basso (e quindi associato intenzionalmente all’idea della nascita), contenesse una parte delle ceneri ottenute dalla cremazione del defunto, mentre il resto veniva messo sotto il piedestallo della “ donna “. In altre parole , il simbolo in questione significa che il defunto entra nel ventre della madre. Questa stessa madre comprime i seni per strizzarvi fuori il latte necessario per allattare il suo nuovo figlio. Per giunta, ella tiene in mano, tra i seni, un uccellino o una colombella e noi sappiamo bene che l’uccello in generale e la colomba in particolare è universalmente ritenuta simbolo dell’anima. Ma chi è questa madre che accoglie, nutre e riscalda l’anima del defunto? E’ evidente che si tratta della Terra, della Madre-Terra…..la quale ha partorito tutti i viventi ed è la progenitrice di tutta l’umanità. Ella darà nuovamente ricetto a tutto quel che vive, allorché la fase dell’esistenza terrestre si concluderà per ciascuno”. ….. Questa madre genitrice che nutre e divora i suoi figli, poteva assumere un’unica sembianza: quella femminile.

Giorgio Burza — UNA CHIESA NELLA STEPPA

Tratto da: STRATIFICAZIONI Scritti sull’arte e la tecnica di Pavel Aleksandrovic Florenskij , prete ortodosso, filosofo, matematico, storico dell’arte.

Giorgio Burza — UNA CHIESA NELLA STEPPA

modello

Giorgio Burza — UNA CHIESA NELLA STEPPA

modello

Giorgio Burza — UNA CHIESA NELLA STEPPA

modello

Giorgio Burza — UNA CHIESA NELLA STEPPA

prospetto

Giorgio Burza — UNA CHIESA NELLA STEPPA

prospetto

Giorgio Burza — UNA CHIESA NELLA STEPPA

pianta

Giorgio Burza — UNA CHIESA NELLA STEPPA

pianta

XIV Premio Compasso D'oro ADI comune di milano - pallucco rivier

$
0
0

PULSANTE, accessori da bagno Produttore Cristal Fabri-Nito srl, Asciano (SI)

pallucco rivier — XIV Premio Compasso D'oro ADI comune di milano

HANS E ALICE sedia impilabile Produttore Pallucco srl, Roma

TIRANTE, cornice per specchio Produttore Cristal Fabri-Nito srl, Asciano (SI)

La Timpa del Cucco - d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato

$
0
0

L’intervento prevede la ristrutturazione di un vecchio deposito rurale in ristorante sulle colline del Cilento. Il principio fondante si identifica nella rilettura della tradizione e del contesto attraverso un linguaggio deciso e personale volto alla valorizzazione ed esaltazione del genius loci.

d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato — La Timpa del Cucco

Soprasotto

In un contesto dove predomina il verde delle montagne e delle colline limitrofi, il vigneto ed il boschetto di proprietà, l’idea è stata quella di far entrare all’interno la natura, creando qualcosa che ben si inserisse e si identificasse disponendo di un budget limitato.

d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato — La Timpa del Cucco

L'ingresso

Così l’architettura e l’arredo si servono della natura e della tradizione del territorio proponendone la semplicità dei materiali ed i colori.

d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato — La Timpa del Cucco

Attra-verso

Il locale è caratterizzato da semplici elementi: l’utilizzo di materiali come il legno allo stato puro ed il ferro allo stato naturale, lo studio attento della luce e la ricerca dei riflessi.

d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato — La Timpa del Cucco

Il bancone

Tutto l’ambiente gioca su questi elementi ma il soffitto, con la sua forma organica, integrandosi ai tronchetti di legno, nasconde gli impianti rubando per un pò la scena:.....come il vento accarezza i rami, così i tronchetti sfiorati dall’aria (condizionata) creano quel soave dondolio, piacevole da vedere”.

d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato — La Timpa del Cucco

Il ferro e il legno

L’arredo è stato studiato sulla base di un sistema modulare che si integra sia al controsoffitto che alla pavimentazione.

d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato — La Timpa del Cucco

Il particolare

Il bancone in ferro presenta le saldature e le sbavature lasciate volutamente a vista a non camuffare l’essere “naturale”.

d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato — La Timpa del Cucco

Il quadro

La pavimentazione è stata studiata tenendo in considerazione la volontà del cliente di utilizzare un vecchio gres già a disposizione ma in quantità non sufficiente a coprire l’intera area; il locale presenta una superficie di circa 80 mq con 60 mq di gres a disposizione. Così, il disegno del gres è stato pensato in modo tale da evitare tagli delle mattonelle e che allo stesso tempo riprendesse in “versione lineare” il gioco del controsoffitto.

d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato — La Timpa del Cucco

Il ferro

In questo modo abbiamo risolto il problema del gres insufficiente creando delle aree di legno in modo tale da avere una corrispondenza formale e materiale con il soffitto: gres e legno dialogano creando un osmosi tra di loro e tra il sotto ed il sopra.

d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato — La Timpa del Cucco

Sotto - sopra

I tavoli e le sedie hanno quella semplicità nella forma e nel colore a non sminuire ciò che succede sopra di loro, come a voler lasciare le “sfumature” del contorno il ruolo da protagonista.

d2w studio, Maria Wancolle , Nicola Di Dato — La Timpa del Cucco

Il sopra

Gli espositori, realizzati in cartongesso secondo il criterio della semplicità e modularità, vanno a continuare il controsoffitto ed avvolgono le aperture come le cornici a quadri, dove si trascinano all’interno le colline verdi che dipingono l’orizzonte.

L’arredo si compone anche di mobili di recupero e vintage, con un effetto molto piacevole ed in linea con lo stile informale: “come essere a casa, coccolato dalla natura”. Anche per il rivestimento del bagno è valso il principio del riuso con delle vecchie ceramiche 10×10 dove emerge il lavabo su un antico davanzale di finestra in pietra.

L’illuminazione artificiale partecipa al procedimento di differenziazione e qualificazione delle parti con luce diretta ed indiretta creando volutamente giochi d’ombra interessanti sul soffitto “come le ombre degli alberi si adagiano a terra al tocco della luce”. Come in tutti i nostri progetti, l’illuminazione artificiale ha un ruolo determinante nel sottolineare gli elementi caratterizzanti dello spazio e dell’arredamento, giocando sull’effetto regalato dalle ombre.

La sala ristorante è dimensionata per 36 coperti in 50 mq; il resto del locale riservato al pubblico è caratterizzato da un bancone multifunzionale in ferro e legno.

L’impiego dei materiali, definiti da noi, “semplici e naturali”, uniti al design ed all’utilizzo di toni caldi a richiamare i colori del contesto, hanno permesso di realizzare un ambiente accogliente dove gustare prodotti tipici locali in un’atmosfera da “nature restaurant”: La Timpa…..semplicemente un luogo amichevole ed informale dove l’esperienza del cibo si possa trasformare in una parentesi di calma e relax assoluto in contrapposizione alla convulsa vita cittadina.

Santa Rosa Cemetary - Jose Orrego

$
0
0

The project was designed to honor the members of the Meritorious police of the Peru inside a property of its property

Jose Orrego — Santa Rosa Cemetary

The name of the park cemetery corresponds the Saint of this institution

Jose Orrego — Santa Rosa Cemetary

The main idea was to create a dominant volume that organized a great extension of plane land so that it served as axis of all the activities, events and homages of the police institution before being given to the creator

Jose Orrego — Santa Rosa Cemetary

BUILDING

Jose Orrego — Santa Rosa Cemetary

Through a personal interpretation of the funeral bales characteristic of some coastal cultures of the Peru. you work the chapel in their mystic conception by way of Bale, round and surrounded by layers. The chapel was conceived as an accustomed to sintetize of the silhouette of a bale so that its form is easily grateful from the different approaches to the cemetery like a important building

Jose Orrego — Santa Rosa Cemetary

To be a cemetery dedicated to an institution, it became necessary the creation of a martial square where it could group squads that and where also you of the opportunity of highlighting the achievements of a life in front of the institution, or to have fallen in a heroic act

Jose Orrego — Santa Rosa Cemetary

These square has become a commemorative space and that it acts like an extension of the chapel when it is necessary to harbor great quantity and people.

Jose Orrego — Santa Rosa Cemetary

The square has been defined by some concrete badges that inscribe in an I circulate superior a vitral where the stations of the cross are described, this architectural expression allows the projection of the ship on the space open of the square

The chapel shines to the exterior as a closed sphere with suspended and recognizable layers that don’t subtract to its primary form, however to the interior one feels as the chapel he/she opens up on the landscape and like it integrates the cemetery in its group to the religious rite

The chapel in its bale form contrasts with a geometric volume of industrial and opposed metaphor to the mystic condition of the ship where it is harbored to the crematory one, the game volumetric search to make obvious the mystic condition of the chapel, as an uterus that harbors to the faithful ones with an industrial device where a functional crematory oven is harbored

CURRICULUM

DATA OF THE PLANNER

Arq name. José Orrego Offices: La Oropendolas 149 San Isidro Lima Peru Telephones (511) 421 0844 (511) 222 2594 info@metropolisperu.com web www.metropolisperu.com

Architect for the University Ricardo Palm Lima Peru (1997) Member of the School of Architects from the Peru from 1998 It has participated in conferences and private competitions. He/she has specialized in different type of proyects

Cemeteries and Cult Corporate offices Restaurants Commercial projects, from arquigrafia, modules, stores, cinemas, stores of departments, supermarkets and commercial centers of great format Houses of Beach Commercial image Recycling

With but of 19 years dedicated exclusively to the design, it takes developed so far but of 400 projects among deprived responsibilities of different type At the present time one of the architecture studies leads but important of the Peru

To obtain information of the work about the study it visits the place web www,metropolisperu.com

PRO[VOCAZIONE] ARCHISTAR - VOZZARCHITETTI

Metropolis Building - Jose Orrego

$
0
0

This building is a unique proposal that stands above other buildings of similar characteristics because of its facade geometry and materials.

Jose Orrego — Metropolis Building

The composition of the facade gives it a contemporary and unique look, where the different treatments on each floor allow each office to have a single image. We identified a frame to develope it in, so that we could accomplish a transition between our building and the others next door. The different-width stripe discontinuity turns also the elevation in an artistic composition that differs from from the traditional “curtain wall” facades.

Jose Orrego — Metropolis Building

The aluminium blinds create a difference between building functions; the first two floors are parking, the other ten are offices.

Jose Orrego — Metropolis Building

The Hall has a graphic treatment in which the name of the building can be read in different levels along the wall; this treatment guides the visitor toward the elevators. Lights an a red cube are the main characters of this space.

Jose Orrego — Metropolis Building

The counter was thought as a light box using whites and reds to match the overall color scheme. The stripe mirrors give the space the final touch.

Jose Orrego — Metropolis Building

Architects: Arq Jose Orrego Location: Santiago de Surco – Lima, Peru Type Of Project: Office Building Structural Engineers: Ing. Jorge Avendaño Project Architect: Arq Jose Orrego Design Team: Arq Alicia Zapata Client: INVERSIONES INMOBILIARIAS BOULEVARD S.A. Tender date: January 2010 Gross internal floor area: 702.00 sqm. Total cost: US S 2, 000 000. 00 Main contractor: CyJ Constructores

Jose Orrego — Metropolis Building


Panchita Restaurant - Jose Orrego

$
0
0

Renown chef Gastón Acurio´s PANCHITA is a peruvian cuisine Restaurant, where the main idea was to recreate recurrent elements of the architecture of the coastal hacienda. To achieve this we set the scenario as a typical housing tipology known as “casona”; a place to feel cosy and festive and to enjoy exquisit peruvian dishes.

Jose Orrego — Panchita Restaurant

As a contemporary element, exterior walls are meant to be the the main character of the Project. These simulate acient peruvian architecture such as stone inca walls or mud colonial walls by using a metal frame and mesh with loose stones, then dramatized with he application of night lighting based on LEDs. This lighting dies white and red light waves that are reminiscent of the Peruvian flag.

Jose Orrego — Panchita Restaurant

Placed at a corner of the project, another colonial feature would be the “zaguán”, a previous space that “announces “ that a bigger and more important one is coming. At the inside we find the “big patio”: a two-level space that revolves around a bread oven and tubers that becomes the focus of the entire restaurant.

Jose Orrego — Panchita Restaurant

The exteriors have been treated as a concrete esplanade that serves as a framework for the volumetry and details of this Peruvian Cuisine Temple.

Jose Orrego — Panchita Restaurant

Jose Orrego — Panchita Restaurant

Jose Orrego — Panchita Restaurant

EUROPAN 12 | Mannheim Rethinking the City Gateway - KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS

$
0
0

PATCHWORK CITY | Mannheim is a patchwork city, where areas of very different character and typologies are located next to each other. The problem of the competition site in our opinion is not the different characters of the areas north and south of the B38. Rather we think these different patches to be characteristic for Mannheim – that demonstrably work very well – and therefore do not intend to assimilate them in order to connect them.

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Aerial view of the new city entrance, the engineers‘ mile promoting Mannheim‘s reputation

The problem of the site is the extreme separation by the Autobahn-like street B38, that separates the patches like a ripped cloth. Instead of separating the patches, the street should be a connecting element that stitches the patches together.

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Aerial view of the inverse boulevard connecting the patches north and south of the B38, creating a new entrance to the city that as an engineers‘ mile promotes the city reputation

SLOWING DOWN TRAFFIC SPEEDA NEW CITY ENTRANCE | The high speed of cars on the B38 is a strong factor of separating the areas north and south of the street. The high speed does not allow any crossing of the street, neither for pedestrians, bikes or even cars on street level. Also, the high speed prevents drivers from realizing the entrance to the city. The area seems to be a nameless industrial area that one drives through and forgets about as soon as having passed by. Our aim is to move the city entrance further outside while giving it a strong identity that reflects Mannheim’s power in engineering as well as its quality of life and living. The city entrance should become a new landmark that promotes the reputation of the city. Slowing down traffic speed makes the new city entrance more perceivable, reduces noise to the areas around and allows a crossing of the street on the same level.

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Site plan

REDUCTION OF OVER-DIMENSIONED STREETSSEPARATING DIRECTIOS IN FAVOR OF A REDUCED BORDER | Another reason for the separating effect is the extreme width of the street. Built for the convenience of car drivers, the huge number of lanes strengthens the border effect of the street. Reducing the number of lanes to the necessary, while at the same time separating the directions, we hope to facilitate the crossing of the street and the connection of the areas north and south of the street.

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Zoom-in of the site plan

ADJUSTMENT OF BUILDING STRUCTURES FOR A NEW CITY ENTRANCEINVERSE BOULEVARD | To change the B38 from a transit route into an urban boulevard that as an “Engineers’ mile” would become a new representative city entrance, a new building structure is necessary. Normally a boulevard is a wide street within a dense, urban area, where buildings of several storeys’ height define a clear edge along both sides of the street. Trees along the street and a green area between the lanes (often with trees as well) give it a generous and representative character. Along the B38 we do not find any building typology that would promote the image of a classic boulevard. The areas on both sides of the B38 are characterized by a spread out and open building structure with a high percentage of green enhancing life quality. In order to keep the characteristics of areas around while at the same time creating a new representative entrance to Mannheim, we propose an inverse boulevard. Instead of creating a clear edge on the sides of the street, a dense and urban building structure is placed as an inlay between the lanes. On both sides, the open structures and green areas keep their character and are bound to each other by the inverse boulevard.

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Various patches of the city with different characteristics

PUBLIC AREAS BETWEEN HYBRID BUILDINGS AND NEW PUBLIC BUILDINGS AS ATTRACTORS | The inverse boulevard features hybrid buildings. Usages with a focus on businesses that represent the “Engineers’ mile” are completed with a huge variety of public and commercial use especially on the ground floor levels as to stimulate urban life in the public areas between the buildings. A series of new public buildings on both sides of the street attract people from the areas in the north and south, stimulating the traversing of the street and therefore connecting the areas.

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Typical open building structures on both side of the B38

PERMEABILITYFULL LENGTH STREET CROSSING | The new building structure of the inverse boulevard is characterized by a permeable layout between north and south, that stimulates the crossing of the street and therefore connects both sides of the street. The crossing of the B38 on street level is facilitated by the separated direction lanes. With a new traffic system replacing ordinary traffic lights, pedestrians and bikes are allowed to cross on the full length of the “islands” that are created as a middle of the inverse boulevard.

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Left: Speed of cars currently | Right: Slowed-down speed of cars, shifting of city entrance

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Left: Multiple lanes do not allow crossing | Right: Reducing of lanes with islands inbetween facilitate crossing

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Left: Classic boulevard | Right: Inverse boulevard

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Left: New public buildings attract people from both sides of B38 | Right: Permeable structures connecting north and south of B38

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Inverse boulevard connecting north and south

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Engineers‘ mile offers respresentative office spaces for the engineering businesses combined with other functions in hybrid buildings, new public buildings work as attractors

KAWAHARA KRAUSE ARCHITECTS — EUROPAN 12  | Mannheim Rethinking the City Gateway

Hybrid buildings as a new connector of the areas north and south of B38

Heart of Doha - Brisac Gonzalez

$
0
0

Two new cultural buildings are the focal point of the main city centre square. The museum, clad with a light-weight light-filtering screen hiding a series of exhibition spaces of varying heights, is a lantern projecting beautiful shapes onto the reflecting pond at night.

Brisac Gonzalez — Heart of Doha

View from the square

The theatre is a sculpted mass lifted above the ground to create a passage between street and square.Between its dramatic leaning façade and the volume of the auditorium inside, a series of stairs link the open platforms of the vertical slanted space of the foyer and VIP rooms, where large openings afford views onto and from the square.

Brisac Gonzalez — Heart of Doha

Theatre foyer

Brisac Gonzalez — Heart of Doha

Theatre foyer

Brisac Gonzalez — Heart of Doha

Theatre and Museum buildings

Brisac Gonzalez — Heart of Doha

Groundfloor plan

Brisac Gonzalez — Heart of Doha

Museum section

Brisac Gonzalez — Heart of Doha

Theatre section

Brisac Gonzalez — Heart of Doha

Site plan

Open|Space - Luca Gangemi

$
0
0

I would say I’m sorry If I thought that it would change your mind But I know that this time I have said too much Been too unkind

Luca Gangemi  — Open|Space

I try to laugh about it Cover it all up with lies I try and laugh about it Hiding the tears in my eyes Because boys don’t cry Boys don’t cry

Luca Gangemi  — Open|Space

I would break down at your feet And beg forgiveness Plead with you But I know that it’s too late And now there’s nothing I can do

Luca Gangemi  — Open|Space

So I try to laugh about it Cover it all up with lies I try to laugh about it Hiding the tears in my eyes Because boys don’t cry

Luca Gangemi  — Open|Space

I would tell you That I loved you If I thought that you would stay But I know that it’s no use That you’ve already Gone away

Luca Gangemi  — Open|Space

Misjudged your limit Pushed you too far Took you for granted I thought that you needed me more

Luca Gangemi  — Open|Space

Now I would do most anything To get you back by my side But I just keep on laughing Hiding the tears in my eyes Because boys don’t cry Boys don’t cry Boys don’t cry

Luca Gangemi  — Open|Space

Altri testi su: http://www.angolotesti.it/C/testi_canzoni_cure_the_2303/testo_canzone_boys_dont_cry_74563.html Tutto su Cure The: http://www.musictory.it/musica/Cure+The

Casa R2014 - Architetto Giacomo Procino

$
0
0

Si tratta del progetto preliminare da me rielaborato della casa del mio caro amico Emiliano e della sua bella famigliola…ad maiora…Arch. Giacomo.

Architetto Giacomo Procino — Casa R2014

Render_2

Architetto Giacomo Procino — Casa R2014

Schizzo_1

Architetto Giacomo Procino — Casa R2014

Render_1

Architetto Giacomo Procino — Casa R2014

Render_3

Architetto Giacomo Procino — Casa R2014

Render_4

Architetto Giacomo Procino — Casa R2014

Render_5

Architetto Giacomo Procino — Casa R2014

Schizzo_2

Architetto Giacomo Procino — Casa R2014

Rilievo

Architetto Giacomo Procino — Casa R2014

Progetto

Viewing all 11324 articles
Browse latest View live




Latest Images