Quantcast
Channel: Divisare - Projects Latest Updates
Viewing all 11324 articles
Browse latest View live

"Vogogna - borgo, citta', territorio": Riqualificazione centro storico - Riccardo Bosoni, CRISTIAN CALVO, Sara Bonfiglioli

$
0
0

Il progetto individua tre reti di percorsi principali e li identifica con diversi colori: il primo percorso, di colore arancione, si sviluppa lungo l’asta viaria principale (Strada Provinciale n. 166); il secondo percorso, di colore rosso/bordeaux (colore che riprende quello contenuto nel logo “I Borghi più belli d’Italia”), attraversa il borgo medievale e i nuclei storici, mettendo in relazione tra loro i punti di maggiore interesse culturale; il terzo percorso, di colore verde, connette il Parco Nazionale della Val Grande con il sistema fluviale del Toce, attraversando trasversalmente il paese e dando vita a dei corridoi di connessione con gli altri due percorsi. Lungo i tre percorsi sopra menzionati è previsto l’inserimento di elementi puntuali che, in funzione del diverso cromatismo, identificano e rendono immediatamente riconoscibili i diversi ambiti. La soluzione proposta, attraverso totem indicativi o informativi, ma anche di elementi di arredo urbano, pensiline, cestini, cancellate, apparecchi per l’illuminazione pubblica, etc., altera piuttosto la percezione che l’osservatore ha del luogo, e può essere adottata con costi relativamente contenuti e realizzata in tempi ragionevoli.

Riccardo Bosoni, CRISTIAN CALVO, Sara Bonfiglioli — "Vogogna - borgo, citta', territorio": Riqualificazione centro storico

Vogogna - Inquadramento

L’asta viaria che attraversa il paese costituisce il percorso “arancione” ed in presenza delle intersezioni significative presenta elementi colorati e comunicativi. Inoltre sono previsti diversi accorgimenti atti ad uniformare stilisticamente l’intorno e renderlo più gradevole alla vista degli utenti: valorizzazione del verde, omogeneità delle cancellate, inserimenti di nuovi apparecchi per l’illuminazione pubblica, colorazione di muri ciechi, etc.

Riccardo Bosoni, CRISTIAN CALVO, Sara Bonfiglioli — "Vogogna - borgo, citta', territorio": Riqualificazione centro storico

Arredo urbano

All’interno dei vari ambiti vengono inoltre identificate e risolte le diverse criticità: viene ridefinita la “zona 30” nella porzione di via Nazionale che collega la piazza Steffanina al nuovo polo servizi, in quello che collega con la via Lossetti Mandelli verso le scuole e nel tratto del cimitero; i percorsi pedonali inadeguati vengono ridisegnati al fine di garantire itinerari continui e sicuri; gli attraversamenti vengono integrati o ridefiniti; porzioni di tessuto urbano degradate vengono mascherate mediante vegetazione o con pannelli colorati. Inoltre per quanto riguarda gli ambiti allargati, oltre ai collegamenti lungo l’asta viaria, il progetto pone particolare attenzione ai sottopassi, unico collegamento per le porzioni di paese divise dalla ferrovia rinnovandone l’immagine attraverso l’applicazione di una quinta costituita da pannelli colorati e serigrafati, in analogia ai totem informativi posti puntualmente in paese; e ad una rivalutazione delle utenze e della viabilità dovuta alla loro ridotta dimensione.

Riccardo Bosoni, CRISTIAN CALVO, Sara Bonfiglioli — "Vogogna - borgo, citta', territorio": Riqualificazione centro storico

Riqualificazione asta viaria

La progettazione degli interventi previsti è stata condotta con particolare attenzione alle problematiche di salvaguardia e valorizzazione del luogo affrontando puntualmente le criticità evidenziate per macro e micro categorie.

Riccardo Bosoni, CRISTIAN CALVO, Sara Bonfiglioli — "Vogogna - borgo, citta', territorio": Riqualificazione centro storico

Riqualificazione sottopassi

Il bando identifica quattro ambiti ristretti: il polo dei servizi, la Piazza Steffanina, l’asta viaria e le porte del paese. Proprio queste ultime diventano un segno forte all’interno del contesto in cui sono inserite; i nuovi portali proposti così come sono strutturati non passano inosservati e diventano elementi identificativi del paese. Posizionati lungo la Via Nazionale a Nord e Sud del paese stimolano, attraverso forma e colore, l’attenzione dell’automobilista distratto sintetizzando le caratteristiche naturali del luogo, il fiume e le montagne, con l’iniziale della parola “Vogogna”.

Riccardo Bosoni, CRISTIAN CALVO, Sara Bonfiglioli — "Vogogna - borgo, citta', territorio": Riqualificazione centro storico

Riqualificazione generale

Per gli edifici che costituiscono il nuovo polo servizi (municipio, ricreatorio ed ex scuola) la soluzione progettuale prevede un un restyling estetico delle finiture esterne attraverso l’uso di materiali tipici del luogo, ma anche un miglioramento prestazionale dal punto di vista energetico e dei consumi oltre alla riorganizzazione delle aree esterne di pertinenza con la presenza di nuove aree verdi e di una zona pedonale che mette in connessione i tre edifici tra loro con il tessuto urbano.

Riccardo Bosoni, CRISTIAN CALVO, Sara Bonfiglioli — "Vogogna - borgo, citta', territorio": Riqualificazione centro storico

Le porte

Molta importanza è stata data alla riconnessione delle diverse parti del tessuto urbano attraverso i percorsi verdi e l’”asta viaria – cerniera” rappresentata dalla Via Nazionale ponendo la Piazza Steffanina e il Polo dei Servizi come importanti centralità e nuovi punti di riferimento per cittadini e turisti. E’ con questi elementi che il progetto propone al visitatore occasionale o al cittadino di Vogogna una nuova immagine seguendo il colore che maggiormente lo attrae.

Riccardo Bosoni, CRISTIAN CALVO, Sara Bonfiglioli — "Vogogna - borgo, citta', territorio": Riqualificazione centro storico

Planivolumetrico Polo dei Servizi

Riccardo Bosoni, CRISTIAN CALVO, Sara Bonfiglioli — "Vogogna - borgo, citta', territorio": Riqualificazione centro storico

Riqualificazione edifici Polo servizi


SOLID[air] CITY - OBa!, Marco Olivieri, Emilie Boudet

$
0
0

GENESIS OF THE CONSTRUCTION OF A TERRITORY Our strategy of occupation of this site is based on a clear diagnosis of the current situation: the two sites, the RATP and the CASERN on, are severely landlocked, with little dialogue and porosity with the surrounding city. It is clear that many existing buildings are old and unsuitable for use in contemporary life. To act on the terri- tory means to have the courage to demolish it. The city will be adaptable to those who deserve to stay. Our first action is to open new avenues, large main axes, but also secondary axes for slow traffic, to make porous plots project. The dilapidated buildings that forbid the implementation of this urban opening will therefore be destroyed or partially rehabilitated.

OBa!, Marco Olivieri, Emilie Boudet — SOLID[air] CITY

At cross road of different flows, the site is close to railway that draw a dynamic movement in the city. We decided to continue this movement, to echo him by waving our bar housing. In addition, the tramway is a tremendous asset to the project, to bridge the gaps, which involved the fragmentation of the site, and to give a homogeneous urban character at the Boulevard Ney. The project takes this into account. The verticality of the towers is enhanced by the introduction of green boxes, vertical gardens that will restore the qualitative into the superposition of the housing 70. Major pedestrian crossings are strategically imple- mented to overcome obstacles in the site : footbridge over the Boulevard Ney in the extension of the green line and further, pedestrian bridge to cross the tracks and to reach the Porte de la chapelle on the other side of the railway. Reconecting is at the heart of our thinking, which is why at each project level, a junction element and porosity is established.

OBa!, Marco Olivieri, Emilie Boudet — SOLID[air] CITY

Proposal for the“Porte des Poissonniers” To surpass the urban rupture of the Boulevard Ney and restore the status of urban boulevard, we propose to create a transparent ground floor, rich of the most diverse and porous features, topped by a “land- scaped” building with multiple activities. It is the plurality of functions of the building that gives him his qualities: library, shops, nursery… The planted roofs and the colorful windows of this ground floor provides a scale of intimity. The common gardens o the housings are open to the mail and to the boulevard Ney. They are areas of conviviality and exchange between neighbors, but also places of celebrations, meals and entertainment. Social housing of emergency are located on the streets Poissonniers, in a more confidential place. They are a place of self-reconstruction and protection, leading to a progressive resociabilisation. The housing on the top level meet the large-scale, and are turned to the cities of Paris and Saint Ouen. They offer a variety of types of housing that allows residents to remain in the place even if their social and family circumstances change. Generous terraces, optimal orientations, buildings are designed in search of light and views. We also propose to rebuild the gymnasium and to take advantage of the lower level of the sports ground floor to create a multifunctional complex with a polyvalent space than can receive the prayer room on the Friday.

OBa!, Marco Olivieri, Emilie Boudet — SOLID[air] CITY

HOUSING The project proposes to enroll in a high environmental quality approach that begins with the relationship of the building with its immediate context. At ground level, the base meets the surrounding buildings, mainly three floors, and follows also the scale given by the RATP buildings to be rehabilitated. At the urban scale, accommodations offer views of the railway track and the city of Paris and Saint Ouen, offering residents all the poetic and visual potential of the site. At the base, the supply of housing is atypical, with smaller surfaces, intended to be coupled with work- spaces. This is to allow flexibility of supply and a range of variability in the duo work / housing. Thus, a person who does not live in Paris but works ther may choose to have a studio flat next to his workplace. For top housing, each bar has an extremely varied typology of housing, ranging from T1 to T5 b duplex, each boasting generous terrace extension for greater privacy (visual filter plants) . The terraces are used to create vertical gardens, which resonates with the planted courtyards, forming a continuity and a visual identity for the site. Access to housing is partly pedestrian (sweet links) and partly motorized (underground parking Street Fishmongers, automotive Jean Cocteau way street). These multiply possibilties of uses. The project involves the use of renewable materials with low impact on the environment and on the courtyard, the facades are covered with wood and all the windows are made of wood to promote an intimate percep- tion of the building. A building energy management and optimal water gestion are expected, as the recov- ery of rainwater for watering gardens and shared roofs. The visual and thermal comfort is ensured by an optimal orientation of living rooms, the majority of wich exposed to East or West.

OBa!, Marco Olivieri, Emilie Boudet — SOLID[air] CITY

OBa!, Marco Olivieri, Emilie Boudet — SOLID[air] CITY

OBa!, Marco Olivieri, Emilie Boudet — SOLID[air] CITY

OBa!, Marco Olivieri, Emilie Boudet — SOLID[air] CITY

OBa!, Marco Olivieri, Emilie Boudet — SOLID[air] CITY

OBa!, Marco Olivieri, Emilie Boudet — SOLID[air] CITY

Nuovo Padiglione Infanzia Milano - Riccardo Bosoni, Silvia Cirabolini

$
0
0

L’edificio si configura all’interno della sagoma definita dal bando saturandola pienamente a piano terra (280 mq) e sagomandosi diversamente al piano primo (220 mq circa) in modo da garantire gli spazi richiesti senza eccedere il limite massimo di 500 mq. Il piano terra si articola intorno ad un ingresso baricentrico a tutt’altezza che ospita un bancone d’accoglienza, una zona spogliatoio a vista con armadietti e sedute, una scala che conduce al piano superiore, un ascensore per disabili. La posizione centrale dell’ingresso riduce gli spazi di distribuzione a favore delle aule per attività dei bambini. Le aule hanno forme planimetriche semplici e regolari al fine di garantire il migliore sfruttamento dello spazio e una migliore percezione degli ambienti da parte degli utenti. Generalmente l’esposizione a sud degli ambienti è da preferire in quanto permette di ottenere il massimo apporto di luce naturale e di sfruttare i guadagni passivi invernali; in questo caso purtroppo l’ombra riportata dall’edificio “Unicredit” interferisce, pertanto gli orientamenti migliori risultano sud/est e sud/ovest. Per tale motivo le aule privilegiano questi affacci (ad esclusione dell’aula completamente oscurabile), mentre i servizi sono localizzati a nord. Al piano primo sono stati inseriti gli ambienti richiesti; la sala per centro studi e formazione ha annesso un ampio terrazzo coperto da un pergolato.

Riccardo Bosoni, Silvia Cirabolini — Nuovo Padiglione Infanzia Milano

Vista dall'alto

Per aiutare i bambini a muoversi ed orientarsi all’interno degli spazi è previsto a pavimento un percorso “tattile” e colorato, adatto a tutte le disabilità. Ogni stanza è caratterizzata da un colore e da un simbolo tattile posto sulla porta ad altezza bambino. All’ingresso una mappa tattile spiega come orientarsi all’interno dell’edificio. Gli ambienti sono stati concepiti nel rispetto della normativa sull’eliminazione delle barriere architettoniche.

Riccardo Bosoni, Silvia Cirabolini — Nuovo Padiglione Infanzia Milano

Piante piani Terra e 1°

La facciata è caratterizzata da un sistema a parete ventilata con cappotto e rivestimento esterno in lamiera forata verniciata di bianco. E’ stato possibile introdurre gli elementi in lamiera grazie al ridotto apporto di raggi solari che colpisce le facciate ed evita il surriscaldamento. Il concept dell’involucro prende spunto dall’immagine del tradizionale gioco per bambini in cui vengono inseriti dei chiodini colorati su una tavoletta forata al fine di creare delle figure. Questo gioco è stato scelto per il suo significato simbolico: stimola la creatività dei bambini, la manualità e la percezione del colore, unendo divertimento ed apprendimento (elementi base per la crescita di un bambino ed ancor più per quella di un bambino diversamente abile). La particolarità dell’involucro, grazie al rimando “ludico”, definisce l’identità del fabbricato e garantisce una netta riconoscibilità; allo stesso tempo però l’edificio crea un’interazione col parco antistante grazie agli alberi stilizzati in facciata realizzati coi “chiodini” colorati e rimandando all’“incubatore dell’arte” per l’analogo involucro in lamiera forata. Per la copertura è stato scelto il sistema a tetto verde che aumenta la massa termica del fabbricato e difende lo stesso dal surriscaldamento, garantendo inoltre un aspetto gradevole essendo il tetto ben visibile dalle proprietà confinanti.

Riccardo Bosoni, Silvia Cirabolini — Nuovo Padiglione Infanzia Milano

Layout

La struttura portante dell’edificio è prevista in legno lamellare; questo sistema facilita e velocizza tutte le operazioni di montaggio, ha un ottimo riscontro antisismico, ha un minor impatto ambientale e soprattutto utilizza prodotti naturali. L’edificio prevede diversi accorgimenti tecnici volti alla riduzione dei consumi e al miglioramento dello stato di salubrità degli ambienti: elementi costruttivi (opachi e trasparenti) che rispettano i limiti di trasmittanza previsti dalla normativa vigente, impianto di riscaldamento a pavimento a bassa temperatura, aerazione meccanica controllata, illuminazione a led, impianto di produzione riscaldamento ad alta efficienza, utilizzo di prodotti naturali anallergici, etc.

Riccardo Bosoni, Silvia Cirabolini — Nuovo Padiglione Infanzia Milano

Sezione / Prospetto ingresso

Infine all’esterno il giardino è composto da tre zone distinte: la porzione antistante l’ingresso principale, da utilizzare come area gioco libera (sono previste delle forme a pavimento per stimolare la creatività ludica dei bambini) e per l’accesso di automezzi; una striscia a prato che gira attorno al fabbricato ed è di pertinenza delle varie aule; un’area a giardino che prevede un percorso sensoriale attraverso un orto didattico caratterizzato da fiori, piante, pannelli esplicativi e giochi educativi per bambini che offrono stimoli differenti a seconda le diverse disabilità dei bambini (motorie, visive, olfattive, mentali).

Riccardo Bosoni, Silvia Cirabolini — Nuovo Padiglione Infanzia Milano

Vista da orto didattico

Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità - Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto

$
0
0

Il progetto trova le sue ragioni in quei materiali dell’architettura che il progettista plasma per dare forma alla propria idea. Sono i materiali concreti della tecnica costruttiva come la pietra, il vetro, il calcestruzzo, l’acciaio, e quelli del paesaggio geografico e naturale del luogo come il mare, il Vesuvio, la penisola sorrentina, la fertile pianura e il clima mite, il percorso del sole e i venti dominanti. Ci sono, poi, i dati socio-economici dello sfruttamento dissennato del territorio che ha formato una città“diffusa” sull’intera pianura del golfo. Una città periferia; un sistema caotico in cui i gangli degli antichi centri urbani sono collegati da una fragile rete di vasi collettori. Il genius loci risulta in questo modo occultato; la sua ricerca fa scoprire elementi immateriali: la storia millenaria che traspare negli scavi archeologici, gli apporti dei popoli che in questa terra si sono incontrati e le stratificazioni culturali e cultuali che ne fanno un luogo di profonda fede religiosa.

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Tra i materiali intangibili non mancano suggestioni che provengono dal ricordo di luoghi visitati in tempi lontani e lontano da qui. Sono quei luoghi dove è permesso di guardare con occhi nuovi il mondo intorno e che per questo rimangono memorabili. Come il monte Carmelo, in Palestina, luogo memorabile anche per chi non l’ha mai visto coi propri occhi. Esso é il monte dove Dio incontra Elia e si manifesta come il Dio d’Israele che vince sugli idoli pagani. é qui che si fonda la prima comunità dove l’uomo cerca Dio attraverso la contemplazione e la preghiera solitaria e raccolta. Ma il monte Carmelo è anche un’isola di vegetazione, un luogo colmo di sorgenti che irrigano Saron, la sottostante pianura. Il Carmelo è un giardino, è l’orto di Dio, é Maria stessa, che aiuta ad incontrare Dio in silenzio e nella preghiera. Maria, piena di tutti i suoi attributi: Hortus conclusus, Domus sapientiae, Porta coeli, Scala Iacob, Speculum sine macula, Lilium inter spinas, Fons signatus, Puteus aquarum viventium, Stella matutina, Pulchra ut luna, turris eburnea, Electa ut sol. Ecco quindi configurarsi l’idea che la Chiesa da progettare debba, a somiglianza di un monte, apparire come una roccia, chiara e splendente, che si innalza al di sopra della pianura e che, come i monti, possa esser vista da lontano e orientare chi è alla sua ricerca. Insieme a questa immagine che richiama la turris eburnea, inaccessibile al male, c’è il desiderio di esprimere, all’interno dell’aula liturgica, la devozione per Maria l’accogliente, la soccorritrice che intercede e che porge lo scapolare ai peccatori perché più presto essi si salvino. Nel chaos, inteso etimologicamente come “abisso tenebroso e oscuro”, la chiesa, intesa come comunità, trova l’ordine di una corte; non un “claustrum” ma una corte che si apre ed accoglie chi giunge dalla via e dove gli elementi della composizione trovano la giusta collocazione, obbedendo ad una fitta maglia modulare che scandisce il ritmo proporzionato nella misura che si ripete. La corte, che altri non è che il sagrato, dove la comunità può sostare o celebrar messa all’aperto, permette la vista della chiesa nelle sue diverse facce, ora scabre ora levigate, dove la luce si addensa, si aggruma o scivola e conduce, inevitabilmente, alla porta che prende la forma di una scala (Scala Iacob) che si eleva verso l’alto fino al tetto.

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Il corpo della chiesa è stato concepito come una scultura; esso è stato plasmato nell’argilla, modellato e rimodellato sino al raggiungimento dell’effetto desiderato e pur mai definitivo. Poi, tagliato in due, è stato aperto e svuotato; un gesto che per lo scultore ha solo risvolti tecnici ma che diventa per l’architetto l’occasione per indagare lo spazio che si crea all’interno; uno spazio cavo, un grembo che accoglie la comunità dei fedeli, un ambito spaziale che è tutt’altro che la forma esterna. In esso la luce penetra da più punti, determinati dalla volontà di segnare significativamente i vari ambiti dedicati all’azione liturgica e gli elementi che lo configurano trovano un ruolo significante, pregnante e stringente, per rispondere alla necessità di rendere viva la liturgia ecclesiale. é attraverso tale procedimento, in un susseguirsi di soluzioni tecniche e di soluzioni formali, in un intercalarsi di gesti “poetici” e di verifiche funzionali e strutturali, che si è configurato il progetto: una piastra in cemento armato, che contiene il parcheggio seminterrato, innalza di un metro il suolo del sagrato rispetto alla strada che è posta a meridione del lotto assegnato; sul lato nord fa da sfondo il lungo corpo che contiene le aule per la catechesi, l’ufficio parrocchiale, la sagrestia e il corpo della casa canonica, (che può essere costruita in tempi differenti); Il salone parrocchiale è posto a limitare il sagrato ad Est; un orto, recinto da un muro, è sul confine ovest.

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

L’edificio della Chiesa, connesso all’orto, porge il fronte principale verso la strada e si protende, come un promontorio, sul sagrato. La Porta d’accesso all’aula, che è a pianta centrale, è allineata con il vero punto focale costituito dall’altare. Subito vicino l’ingresso, in ambiti spaziali che sottolineano la natura degli eventi che vi si celebrano, vi è, a destra, il Fonte battesimale e a sinistra, la penitenzeria. L’interno dell’aula s’innalza verso l’alto, vertiginosamente. Un velario semisferico copre la parte centrale dell’aula, raccogliendo sotto di se i fedeli e i presbiteri. é il simbolo della Domus Sapientiae, e diffonde, come Pulchra ut luna, la luce che proviene dall’alto, dal tetto che si “rompe” per farla entrare. La processione d’ingresso avviene attraversando le aperture che mettono in comunicazione l’aula con la sagrestia tramite un collegamento coperto, chiuso ai fianchi da vetrate. Queste consentono allo sguardo di cogliere, dal sagrato, la presenza dell’orto.

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

L’altare, l’ambone e la sede, ben distinti tra loro ma in relazione visiva, sono in pietra e trovano posto nell’area del presbiterio, sollevata di un gradino. Essi hanno come sfondo tre pareti verticali di diversa grandezza la cui parte inferiore porta un rivestimento di ceramica azzurra con simboli cristologici e mariani segnati in oro. Le tre pareti formano un “trittico” disposto su tre lati di un ottagono che è, in pianta, l’elemento ordinatore ideale: il pannello centrale porta la croce ed è allineato con l’ingresso e l’altare; nel pannello a destra vi è l’icona della Madonna del Carmine eseguita ad affresco dove una nube di tessere di mosaico cattura la luce e la conduce sul volto di Maria, nell’altro, posto a sinistra, più stretto degli altri, una semplice porta consente di raggiungere la cappella feriale dov’è la custodia eucaristica. Quest’ultima si trova in uno spazio inondato dalla luce che penetra dalla parete laterale dove una grande vetrata si affaccia sull’ hortus conclusus. La cappella comunica con la Chiesa attraverso una parete di forte spessore in cui vi sono due ordini di aperture che rendono visibili dall’aula sia la cappella che la soprastante cantoria. All’interno della stessa parete si inerpica la scala che raggiunge il campanile che, posto a ovest sul fronte più elevato dell’edificio, guarda nella direzione della esistente piccola chiesa di Santa Maria del Carmine.

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Carmelo Lo Curto, Enzo Rosario Mazzola, Marco Lo Curto — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Him & Her lamp - luca caputo architetto

$
0
0

Him & Her lamp è un omaggio all’Unione di Coppia qualsiasi esso sia; oltre che fisico sopratutto mentale. E’ da questa premessa che nasce la lampada da tavolo e/o abat jour Him & Her lamp,in cui Lui e Lei si mescolano con un unica fonte di luce; la testa. La lampada è in legno con basamento e piano attacco luce in alluminio spazzolato. Him & Her può anche essere lampada per single scegliendo di usare solo la parte Him o solo la parte Her. Etero e/o Omo entrambi possono essere fruitori della lampada giocando e cambiando le parti ma in cui l’Unione è fonte di Luce.

 luca caputo architetto — Him & Her lamp

 luca caputo architetto — Him & Her lamp

Mnisek - David Kopecky, Pavel Mejtsky, Jan Studeny

$
0
0

This project is based on the idea of sustainability, continuity of landscape and connections between living inner space and the garden. The house integrates the most progressive passive and active energy systems and stability of the interior climate. The sustainability concept is met through 3 elements: 1) grass roof is the unique surface of the house /except glass openings/; 2) thorough system of energetic self-sufficiency comprises recuperation connected to ground pump and solar panels; 3) the module envelope meets the criteria of passive constructions standards. It is roofed with a fero-concrete shell on three wall legs divided by glassed openings all along the module outer limits. Green roof secures an optimal climate. It connects directly and continuously with the garden surrounding the house. Hexagonal shell, simple organic form, allowed to exploit fully flat and slab elements in it’s construction. The space opens to exterior through big glass walls with sliding windows.

David Kopecky, Pavel Mejtsky, Jan Studeny — Mnisek

David Kopecky, Pavel Mejtsky, Jan Studeny — Mnisek

David Kopecky, Pavel Mejtsky, Jan Studeny — Mnisek

David Kopecky, Pavel Mejtsky, Jan Studeny — Mnisek

David Kopecky, Pavel Mejtsky, Jan Studeny — Mnisek

David Kopecky, Pavel Mejtsky, Jan Studeny — Mnisek

David Kopecky, Pavel Mejtsky, Jan Studeny — Mnisek

Ampliamento di centro sociale per anziani - GAM Progetti, Marco Torlone, Andrea Villani, Giuseppe Giuliano

Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine - Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia

$
0
0

Rapporto con l’ambiente urbano La chiesa di Santa Maria del Carmine è il primo elemento visibile al passante dalla strada di nuova costruzione tra via Petraro e via Motta Bardascini, così che l’edificio sacro diventa fulcro del progetto urbano. Il fedele ritrova da subito una focalità nella chiesa, sentendosi accolto e chiamato ad entrare. Questo volume risulta arretrato dal confine, così da creare uno sagrato quale spazio di accoglienza rivolto verso il quartiere. Le aule del ministero pastorale e la casa canonica sono isolate dall’edificio sacro e, sviluppandosi parallelamente alla strada, ne definiscono il fronte urbano. I vari corpi di fabbrica non risultano isolati, ma sono raccordati dagli spazi esterni e dialogano tra loro conservando trattamenti superficiali comuni. Questi fanno da cortina ai differenti episodi esterni: un giardino a terrazze che privilegia la vista sul Vesuvio, uno spazio cavea per celebrazioni all’aperto, un campo per attività sportive e ludiche. La casa canonica è stata progettata in modo che possa essere costruita successivamente e presenta propri spazi pertinenziali. Il parcheggio si prevede interrato, al di sotto delle aule, della casa canonica e del campo, con accesso dalla strada sul confine est del lotto.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render esterni 1

Riconoscibilità dell’edificio sacro L’isolamento dell’edificio sacro consente una completa percezione degli spazi sia interni che esterni e un continuo richiamo tra il dentro e il fuori: vi è corrispondenza della porta con il sagrato, della cappella feriale e della sagrestia con il giardino terrazzato, della copertura con la passeggiata esterna che contiene la via crucis, dell’abside con la cavea. La storia dell’architettura sacra è ispiratrice delle scelte progettuali, così da avere uno spazio riconoscibile dai fedeli. In tal senso l’aula liturgica ha un impianto a navata rettangolare unica, che concentra la vista sull’area presbiterale, coperta da una copertura a botte ribassata che avvolge l’aula. Le differenti altezze tra la sagrestia, la cappella feriale e l’aula, e il successivo abbassarsi della copertura fino a toccare il terreno, definisce un profilo familiare e rassicurante al fedele. Il campanile e la porta, definendo il prospetto d’ingresso della chiesa, ne rafforzano l’identità.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Inquadramento nel lotto

Profilo estetico formale La navata è delimitata lateralmente nel suo sviluppo da due elementi. A sinistra vi è un volume allungato che, quando viene fuori dall’aula, diventa campanile; all’interno ospita la penitenzieria, la custodia eucaristica, il fonte battesimale, ripiani per suppellettili e oli sacri, il coro e l’organo. A destra della navata, un muro accoglie il programma iconografico sul tema dei sacramenti, così da essere legato concettualmente a ciò che c’è sul lato opposto. Il trattamento superficiale in pietra lavica è comune, così che il fedele ha una percezione di simmetria e di unità. Il muro e il volume si evidenziano nella loro forma e matericità anche all’esterno, denunciando la presenza dell’aula liturgica. Il rivestimento in pietra riprende il tema dei cristiani come pietre vive che costituiscono la Chiesa popolo di Dio. Le altre superfici che delimitano l’edificio sacro sono elementi più leggeri, sia per i materiali (legno, vetro, intonaco), sia per le forme curve che si irradiano dal centro dell’aula. Per la copertura della navata si adotta il legno, come la carena di una barca, simbolo della Chiesa nonché testimonianza dell’economia locale dei cantieri navali. Tale copertura si spinge all’esterno, creando un percorso coperto che raccorda il sagrato alla cavea. La scelta dei materiali, pietra lavica e legno, è stata suggerita dall’asse Vesuvio – Faito su cui sorge il complesso parrocchiale. Vi sono due differenti tipi di illuminazione per l’aula: una di tipo zenitale che mediante pozzi di luce sulle opere artistiche, indirettamente illumina la navata; l’altra ottenuta mediante tagli di luce che scandiscono il passo del programma iconografico. L’inarcarsi della copertura garantisce una maggiore illuminazione dell’area presbiterale.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render esterni 2

Opere d’arte Il progetto artistico prevede forme consone al principio di essenzialità, così da avere unità dello spazio architettonico con le opere artistiche. Il fonte battesimale e la custodia eucaristica sono inserite all’interno del volume che accoglie i sacramenti, e sono in pietra lavica, come se derivassero dal muro, alternata ad una pietra calcarea chiara che ne risalta le parti principali. La custodia eucaristica, composta come una soluzione a due facce, è accessibile sia dall’aula che dalla cappella feriale dove fa da sfondo alla preghiera. Le forme fluide che caratterizzano questi elementi si ripetono sul presbiterio: l’altare, l’ambone e la sedia del presidente, anch’essi in pietra lavica, sono uniti da un nastro. Agli elementi scultorei si aggiunge il programma iconografico costituito da tele pittoriche di ampie superfici, predisposte sul lato destro della navata. La Via Crucis è collocata all’esterno di questo stesso muro, sul prospetto sud-est, lungo il percorso che dal sagrato conduce alla cavea. La porta-prospetto richiama alla simbologia del Monte Carmelo e pone superiormente alla croce un fiore, segno dell’economia locale, insieme al pane spezzato, anticipazione di ciò che il fedele vivrà all’interno dell’aula.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render esterni 3

Aspetti funzionali Il progetto ha l’obiettivo di risolvere compiutamente l’organizzazione degli ambienti e dei loro collegamenti. L’aula, per la sua conformazione, garantisce lo svolgimento di tutti i riti, favorendo il collegamento tra l’altare, il fonte battesimale e la custodia eucaristica. Questi ultimi due sono accessibili anche dalla cappella feriale, la quale assume carattere di riservatezza per la preghiera. L’ingresso alla sagrestia è consentito sia dall’aula che da un accesso esterno, che serve anche gli altri servizi: il locale per la preparazione dei fiori, l’archivio, i servizi igienici, gli uffici. All’esterno, dal sagrato, si ha l’opportunità di percorrere sia degli spazi verdi e di sosta, mediante un sistema di rampe, sia un percorso coperto che conduce alla cavea e al campo sportivo. Tutti i percorsi garantiscono la fruibilità a tutti gli utenti e non creano alcuna barriera architettonica. Il parcheggio interrato ha una superficie di circa 800 mq e ospita 30 posti auto. Mediante una scala e un ascensore si accede al piano superiore in uno spazio di distribuzione che permette di uscire all’esterno, di raggiungere le otto aule situate al piano terra, o salire al salone al primo piano. Il salone, inteso come spazio polifunzionale, ha una superficie di 200 mq ed è dotato di una terrazza. La casa canonica è distribuita su due livelli con un ampio soggiorno inteso come spazio di ritrovo e più camere da letto, per un totale di 4 posti.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Pianta edificio sacro

Aspetti tecnologici La distribuzione degli elementi sul lato sinistro della navata consente di avere cavedi che permettono di ospitare sia elementi strutturali che componenti impiantistiche. Per la copertura si utilizza il legno lamellare, con travi principali che partono dalla struttura verticale per arrivare, all’esterno, fino a terra, definendo uno spazio porticato che scherma l’edificio sacro dai raggi solari in estate. L’utilizzo di sistemi frangisole in legno, per le aule e per la casa canonica, protegge dal soleggiamento diretto delle facciate degli edifici sui prospetti sud e ovest, al fine di evitarne il surriscaldamento. Inoltre tale tecnologia evita l’introspezione degli ambienti che si affacciano su spazi comuni.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Prospetto Sud-Est

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Prospetto Sud-Ovest

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Sezione A-A

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Sezione B-B

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render interno 1

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render interno 2

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render interno 3

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Planimetrie Locali per il ministero pastorale

Gennaro Ferrara, margherita nappi, cibelli maria pia — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Schizzi progettuali


Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate - Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini

$
0
0

L’IDEA PROGETTUALE

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate

La definizione di un nuovo asse urbano a percorrenza ciclopedonale, che attraversa l’area di progetto unendo la via Marconi e la via Decò e Canetta, è l’elemento generatore dell’intero impianto proposto che si dispone intorno ad esso, creando spazi pubblici, episodi architettonici ed una più generale reinterpretazione dello spazio “chiuso” della ex-produzione industriale in funzione di una nuova apertura e centralizzazione rispetto alla città dell’area svuotata dei preesistenti fabbricati. Un elemento geometrico “diagonale” lungo il quale si distribuiscono gli spazi ludici e ricreativi, del commercio e della residenza. Un asse, questo, capace di generare una serie di luoghi diversi con diverse peculiarità, alcuni maggiormente strutturati, altri più flessibili e meno rigidi. La struttura spaziale generata dalla diagonale consente al corpo del nuovo edificio pubblico di presentarsi come vero e proprio protagonista dello spazio aperto e, più in generale, del nuovo spazio pubblico proposto. L’idea del nuovo impianto urbano vuole proporsi come estremamente dinamica, elegante e generatrice di ordine.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate

Planimetria

PROGETTO E QUALITA’INSEDIATIVA – Il nuovo quartiere è caratterizzato da una struttura urbanistica capace di proporsi come nuovo fulcro sia nei confronti dei comparti realizzati, o per i quali sono tuttora in discussione i criteri progettuali, sia nei confronti delle aree esistenti a destinazione pubblico – ricreativa. Le soluzioni tipo-morfologiche dell’insediamento mirano ad integrare i nuovi spazi e la città con particolare attenzione al sistema urbano del verde, a un sistema di accessibilità e mobilità che privilegi il sistema ciclo-pedonale e al collegamento del quartiere verso il centro storico di Seriate, in un ottica di riqualificazione dell’intera area urbana in cui il lotto di intervento si colloca.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate

Schemi morfologici

UTILIZZO DEGLI SPAZI– La strategia di utilizzo dei nuovi spazi edificati o aperti è stata quella di realizzare un quartiere attrattivo e caratterizzato da un mix funzionale che lo renda vivibile e vissuto. Le strategie si sono concentrate sulla previsione di cinque edifici multifunzionali e sulla realizzazione di una serie di aree caratterizzate da una destinazione d’uso prevalente. In particolare la maggior parte degli edifici presenta un piano terra più pubblico che comprende gli spazi commerciali e i piani superiori residenziali o destinati agli uffici. Nella parte nord del lotto, in un’area raccolta attorno ad una zona verde centrale definita dalla disposizione di tre corpi edilizi e pensata come verde pertinenziale accessibile principalmente agli inquilini, gli edifici sono caratterizzati dalla presenza di spazi residenziali. Attorno alle piazze nella parte sud si affacciano invece edifici che non comprendono residenze ma sono dedicati esclusivamente ad uffici e ad attività particolari quali sedi di associazioni, incubatori di impresa, locali per corsi di formazione, ristorazione. L’alternanza di zone pavimentate e zone verdi attrezzate di raccordo tra l’”isola” centrale e il costruito circostante consente di avere nella stagione estiva spazi pubblici freschi e confortevoli in tutto il quartiere.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate

Schemi volumetrici

Il nuovo edificio pubblico in dotazione all’area rappresenta il nucleo architettonico e funzionale dell’intero progetto ed è quindi collocato al centro del planivolumetrico e ne occupa un’area ampia contando anche le pertinenze. Non è pensato come un edificio monofunzionale e ad utilizzo solo temporaneo ma prevede spazi a fruizione quotidiana come un bar/ristorante e locali comunque flessibili e destinabili a numerose attività come lo spazio al primo piano dedicato alla preparazione degli artisti (nel caso di spettacoli) oppure allo svolgimento di attività dinamiche (corsi di ballo, corsi di yoga e più in generale attività fisiche).

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate

Schema della mobilità

MOBILITA

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate

Sezioni

Per la configurazione della viabilità interna e perimetrale all’area di progetto sono state operate delle scelte atte a rendere il nuovo quartiere una sorta di ”isola ciclopedonale” all’interno della quale il flusso automobilistico e quello di pedoni e ciclisti non risultino mai interferenti. Viene confermato l’accesso carrabile da via Marconi segnato dalla palazzina per uffici esistente (per la quale viene proposta la demolizione della porzione a nord) dal quale si accede all’area di 2000 mq. destinata ai parcheggi pubblici richiesta dal bando e alle rampe d’accesso ai parcheggi sotterranei di pertinenza delle porzioni private degli edifici. Per quanto riguarda il sistema della mobilità lenta è stata inserita all’interno del progetto una rete di percorsi pedonali che permettono di collegare agevolmente le varie aree previste, e queste con il sistema di viabilità limitrofa al lotto (gli assi di via Decò e Canetta, via Marconi e via Giussano). Questa rete è stata studiata in modo tale da rendere i percorsi il più possibile chiari e funzionali per i pedoni, individuando un asse diagonale principale e vari percorsi che si innestano in esso. I percorsi ciclabili perimetrali affiancano quelli pedonali circondando il lotto in modo da collegare le diverse zone del progetto e le altre polarità individuate nella zona incentivando l’uso di questo mezzo di trasporto. Per lo stesso motivo risulta inoltre possibile percorrere in bicicletta l’asse diagonale principale.

SISTEMA DEGLI SPAZI PUBBLICI– Uno dei principali obiettivi progettuali è stato la definizione di un sistema di spazi pubblici capillare e interconnesso con il tessuto urbano esistente e di progetto diversificando le funzioni di ognuno degli spazi pubblici progettati e variandone le caratteristiche in modo da assecondare le esigenze delle diverse utenze rispetto all’utilizzo prevalente dei fabbricati che vi si affacciano. In particolare sono previsti due spazi pubblici di maggiore importanza lungo i due percorsi principali di progetto (l’asse diagonale generatore dell’intero sistema e l’asse nord ovest-sud est che definisce l’orientamento del nuovo edificio pubblico e degli spazi aperti a questo annessi), uno spazio pubblico a verde attrezzato,dal carattere “raccolto”, su cui affacciano gli edifici più residenziali e tre spazi pubblici a verde. Questi ultimi si connotano come un parco pubblico cittadino suddiviso in tre componenti differenti separate (o unite) dai due percorsi principali.

Il primo di questi rappresenta il fulcro attorno al quale ruota l’intera composizione di edifici e spazi aperti e si configura come un ampio boulevard sul quale si innestano la grande piazza del nuovo edificio pubblico (versatile perchè attrezzabile per rappresentazioni e manifestazioni all’aperto (ma anche eventualmente per attività sportive come la pallavolo e la pallacanestro) e gli spazi verdi. Una seconda strategia è stata quella di stabilire la collocazione e dimensione degli spazi pubblici e dei percorsi principali e secondari di progetto secondo alcune direzioni privilegiate atte a stabilire delle gerarchie di utilizzo dell’area. Gli spazi del parco urbano sono infatti collocati agli estremi dei principali assi pedonali dei quali caratterizzano la fruizione e rappresentano al tempo stesso i principali ingressi all’”isola urbana” centrale. Per ottenere un sistema capillare di spazi pubblici e massimizzarne la quantità in rapporto ai nuovi abitanti teorici insediati non sono state previste aree private a servizio della residenza collocate alla quota dei percorsi pedonali.

SOSTENIBILITA’ ENERGETICA – In questa prima fase di sviluppo si vuole prefigurare un sistema di edifici con un ridotto fabbisogno di energia primaria (e con un basso consumo della stessa) e con al suo interno gli elementi tecnologici necessari per rispondere alle proprie esigenze energetiche. Su questa linea programmatica rientrano l’orientamento e la disposizione ottimali degli edifici in rapporto alle caratteristiche climatiche del sito. In questo senso è stato valutato il fenomeno di ombreggiamento tra i fabbricati del nuovo quartiere e tra questi e gli spazi pubblici, andando a modularne le altezze in modo ottimale e a decidere le distanze tra gli stessi per ottenere la disposizione più efficiente dei volumi. La copertura piana dei corpi edilizi agevola inoltre l’installazione e la manutenzione di ampie superfici modulari fotovoltaiche. L’utilizzo di un sistema costruttivo massivo garantisce la diminuzione degli scambi di calore tra interno ed esterno, oltre che un ottimale sfasamento e smorzamento del flusso termico durante la stagione estiva. Inoltre gli edifici sono progettati in modo da contenere il rapporto superficie/volume per rendere minime le dispersioni termiche. Per gli edifici con destinazione prevalentemente residenziale è stata prevista la possibilità di realizzare una centrale di biomassa che possa produrre energia elettrica per il quartiere attraverso la combustione dei rifiuti prodotti all’interno degli edifici e degli scarti vegetali provenienti dai giardini del progetto. La configurazione architettonica degli edifici determina anche la possibilità di prevedere un sistema di raccolta delle acque meteoriche che, opportunamente stoccate e depurate, possono essere riutilizzate per l’irrigazione degli spazi a verde, per gli usi domestici che non prevedono la potabilità (lavaggio delle parti comuni, reintegro degli sciacquoni) e per gli specchi d’acqua di progetto.

Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura - Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini

$
0
0

1 – INTRODUZIONE Da un’attenta analisi delle criticità del luogo, molte delle quali già evidenziate dal bando di concorso, il progetto tende a trovare soluzioni compatibili e facilmente gestibili nell’immediato e nel futuro, puntando sulla dimensione gerarchica degli spazi e la loro articolazione. Ogni elemento funzionale al raggiungimento di precisi obiettivi è stato raccordato in un disegno unitario che lo rende articolato ma armonico al tempo stesso. Le scelte progettuali nel disegno della Piazza della Libertà e di via Bechi sono fortemente orientate verso le esigenze del pedone, con l’intento di creare un luogo qualificato e permeabile con la vocazione di interagire con il contesto circostante. Per questo motivo la nuova configurazione sarà in grado di dare continuità al centro urbano creando una stretta connessione tra gli spazi, rivestendo questa porzione di territorio cittadino di una serie di valenze urbanistico-architettonico e sociali. Con lo stesso intento di creare unitarietà si sono analizzate le restanti aree di riqualificazione.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura

Ingresso alla spiaggia e servizi al pubblico

2 –PIAZZA DELLA LIBERTA’ E VIALE BECHI Piazza della Libertà si presenta come uno spazio non ben definito e poco si presta ad un uso aggregativo e collettivo in quanto area di transito e sosta veicolare, la cui pavimentazione in asfalto si confonde con gli assi stradali circostanti. Il muraglione di contenimento la isola dal sottostante asse di via Bechi, infatti non esistono collegamenti verticali atti a superare il dislivello presente. Il progetto cerca di creare un punto di contatto tra la “nuova” piazza e via Bechi, eliminando il più possibile la delimitazione fisica tra le due zone. Si è scelto quindi di abbattere una porzione della parte terminale del muro di contenimento e di risagomare la porzione di piazza corrispondente, creando un punto nodale in grado di definire le direttrici che in esso si immettono ma al tempo stesso connetterle in un disegno unitario generale. Il nuovo ingresso alla piazza, di cui ne definisce il fronte, è il punto di arrivo e di raccolta che attrae gli utenti e li distribuisce ad un livello superiore attraverso la rampa gradonata o direttamente tramite il piano inclinato adiacente gli edifici esistenti. Il nuovo simbolo urbano architettonico è la fontana monumento la cui configurazione planimetrica genera e definisce le direttrici del percorso a mare e dei percorsi all’interno della piazza stessa.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura

Planimetria generale

La fontana costituisce un richiamo visivo e sonoro (quest’ultimo generato dal fluire costante dell’acqua) anche per coloro che arrivano da via XX Settembre, asse che trova la sua naturale prosecuzione nella via Bechi. La fontana e la gradonata, posizionate sullo stesso asse, costituiscono le generatrici del disegno della nuova pavimentazione della piazza, che verrà realizzata con materiale lapideo locale e che verrà esteso anche ai marciapiedi ed al tratto carrabile di via Bechi fino a raggiungere gli ingressi principali del parco, attuando una completa ricucitura del contesto. Il modulo di conformazione della fontana viene riproposto all’interno della piazza per creare gli elementi di arredo e definire le diverse zone funzionali della stessa. Si vengono a creare quindi 4 aree organizzate, destinate a funzioni di socializzazione, sosta, passaggio, gioco o relax.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura

Viste della piazza

Il materiale prevalentemente impiegato per la realizzazione degli elementi di arredo è il legno, la scelta del quale è stata determinata da esigenze di ecocompatibilità, facilità di riciclo, flessibilità di trasformazione e facilità di manutenzione. Al legno, dove necessario, vengono accostati elementi in acciaio corten che si integrano perfettamente con il legno. Sempre in legno vengono realizzati gli elementi di filtro rispetto all’edificato esistente, definendo un limite con l’area di servizio; questi forniscono inoltre un alloggiamento per i corpi illuminanti e per le biciclette e modulati in modo tale da creare spazi ombreggiati, che si sommano a quelli già presenti grazie all’inserimento di fasce verdi alberate. Particolare importanza viene data al collegamento verticale tra la piazza e la via Bechi, che si attua attraverso la dotazione di una scala con struttura metallica e pedate lignee, e di un ascensore in grado di abbattere la barriera architettonica presente. La struttura della scala e il blocco ascensore sono inglobati tra un ulteriore sistema modulare ad elementi lignei, con funzione di alloggiamento per i corpi illuminanti, e il muro di contenimento del quale spezza la continuita’ Questo avviene anche attraverso l’insieme di elementi lignei che dalla quota superiore della piazza scendono sulla via Bechi, tra i quali sono inserite le sedute e i punti luce, creando un ulteriore elemento di raccordo virtuale tra i due livelli e spezzando l’imponente unitarietà del muro esistente.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura

Sistemazione della piazza

La presenza di queste sedute e la tipologia della pavimentazione, sottolineano l’importanza dell’asse di via Bechi come passeggiata a mare, riorganizzata in modo da creare una cornice adatta per godere appieno del patrimonio paesaggistico e naturalistico. Per evidenziare questa sua funzione, sono stati eliminati i posti auto a raso attualmente presenti lungo la via e sostituiti con un camminamento in legno con funzione anche di connessione con la zona della Torre Spagnola, favorendo quindi la pedonalizzazione e scoraggiando il transito veicolare. Resta comunque garantita la possibilità di passaggio veicolare limitandolo alla fascia centrale di via Bechi. Tutte queste zone pedonali sono facilmente accessibili e percorribili da ogni fascia di utenza data l’assenza di barriere architettoniche. A completamento della riformulazione dei nuovi spazi, si è deciso di riconvertire ed adeguare i locali attualmente presenti all’interno del sedime della piazza e con accesso da via Bechi, utilizzandoli per una destinazione di servizio ai nuovi impianti (stazione di pompaggio per la fontana, cabine tecniche per utenze varie). Infine è stato studiato il nuovo sistema di smaltimento delle acque meteoriche che grazie a griglie di raccolta garantisce il convogliamento alla rete comunale.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura

Elementi di arredo urbano

3 –AREE CIRCOSTANTI LA TORRE SPAGNOLA Il camminamento in legno che parte da via Bechi diventa elemento di completamento e di continuità con i percorsi già esistenti all’interno del parco, realizzando dei percorsi puntuali, discreti ed essenziali con la torre sempre in evidenza. La necessità di favorire l’incontro e l’approfondimento della conoscenza del luogo, nel tentativo di suscitare l’interesse del visitatore, ha suggerito la realizzazione di un Info Point, che diventa virtualmente la “porta di accesso” al parco. L’elemento Info Point è costituito da una struttura in acciaio che con dei giunti a ragno sostiene dei pannelli vetrati, schermati con degli elementi in legno con funzione di brise soleil. La schermatura è presente sulla copertura e sui tre lati maggiormente esposti. In prossimità dell’Info Point il camminamento si dirama e si connette da un lato con il vecchio percorso panoramico e dall’altro con il Belvedere, da cui parte il collegamento con la sottostante area della spiaggia. La parte finale del percorso panoramico è conclusa con un’area attrezzata per la sosta e per l’allestimento di eventuali eventi musicali o di altro genere. L’arredo di questa area si presta a diverse configurazioni, adattandosi di volta in volta alle diverse esigenze, trattandosi di elementi modulari in legno, combinabili in forme ed altezze diverse. Il secondo tratto di camminamento invece raggiunge il Belvedere, punto di snodo e di raccordo di altri percorsi (i sentieri naturalistici esistenti e il nuovo collegamento con la sottostante spiaggia). Data la sua importanza il Belvedere viene evidenziato con la presenza di un elemento che incanala nel percorso e attira l’utente verso il Belvedere stesso. Tale struttura è la riproposizione degli elementi che caratterizzano la Piazza della Libertà, contribuendo quindi a creare un ulteriore punto di continuità con la zona adiacente. Lungo i sentieri naturalistici pannelli esplicativi descrivono la natura delle essenze botaniche presenti, caratteristiche della macchia mediterranea, che in gran parte verrà rafforzata ed integrata con nuove piantumazioni autoctone. Il potenziamento della vegetazione permetterà di valorizzare le aree verdi pubbliche, specialmente nell’area attorno alla Torre. I percorsi esclusivamente pedonali esistenti attorno alla Torre sono stati regolarizzati e messi in sicurezza per renderli più agevoli e maggiormente fruibili; questi interventi, data l’importanza del sito, la necessità di tutelarne gli elementi naturalistici e di evitare l’uso indiscriminato del suolo (vista anche la presenza degli affioramenti rocciosi esistenti), hanno privilegiato l’utilizzo del legno. Lo stesso supporto impiegato per i pannelli esplicativi viene rimodulato e riproposto per la realizzazione del sistema di illuminazione delle aree circostanti la Torre. Si e’ scelto di ridefinire il percorso che collega l’area a parco naturale con la spiaggia. Il vecchio camminamento viene rimosso e sostituito da un sistema di rampe e scale in legno con struttura portante metallica che disegnano un sistema di affacci verso il mare.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura

Sistemazione percorsi Torre SPagnola

4 –AREE CIRCOSTANTI LA SPIAGGIA DI LA RENA BIANCA– Lo studio di quest’area ci spinge a ricercare un sistema integrato di interventi capace di dare qualita’ al litorale, migliorandone l’ accessibilita’ e la fruizione pubblica nel pieno rispetto delle risorse naturali e paesaggistiche, secondo le direttive del Piano Paesaggistico Regionale. Il progetto comprende e riunisce due percorsi principali: uno di carattere urbano a quota +10,00 m slm e uno prettamente marino sul piano spiaggia. Uno dei temi di progetto è l’articolata passerella in legno che riconnette le varie parti dell’arenile, accessi e camminamenti. La rampa-passerella, concepita in modo tale da non gravare sul litorale sabbioso, presenta una pendenza tale da permettere la totale percorribilità a qualsiasi tipo di utente e di condurlo ai servizi ed alle diverse zone della spiaggia. Precisamente si estende, con andamento sinuoso, lungo quasi tutto il litorale a diverse quote, da zero a +2 m slm. Raggiunge la quota di +4 m slm in corrispondenza della rientranza della parete rocciosa, punto in cui la rampa si protende e diventa panoramica. Al fine di ricucire il percorso tra la passerella e la soprastante quota urbana e’ stata progettata una terrazza intermedia, posta a una quota di 7 m slm, utile punto di sosta e belvedere, completamente rivestita in legno.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura

Ingresso alla spiaggia e servizi al pubblico

A sostituzione del precedente spiazzo adibito prevalentemente a parcheggio, e’ stata progettata una piazza, con pavimentazione in legno, le cui dimensioni sono tali da aver permesso il recupero di una porzione di suolo riconvertito a verde, in cui sono state messe a dimora essenze autoctone. La nuova piazza, in aggetto rispetto alle sottostanti terrazze con le quali ha in comune caratteristiche e funzioni, e’ il punto di arrivo e di snodo dei principali collegamenti alla spiaggia. Le terrazze-belvedere, assieme ai due blocchi di scale di collegamento, ridefiniscono il limite topografico tra tessuto urbano e arenile. Questo nuovo complesso e articolato sistema e’ stato realizzato seguendo le curve di livello del naturale profilo del luogo, e posizionato all’ interno dell’insenatura rocciosa ricucendone il vuoto.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura

Nonostante in questa fase non sia stato sviluppato un vero e proprio progetto strutturale, si danno di seguito delle indicazioni sul funzionamento statico delle terrazze-belvedere. Queste sono sorrette da una struttura portante costituita da mensole e travi in acciaio, ancorate alla roccia su cui trasferiscono i carichi verticali. La prima piastra, dato il notevole aggetto e ancorata ad una piastra di fondazione (vedi schema). Il nuovo percorso pedonale, realizzato nel tratto via Imbriani-ponte, ha il suo punto di arrivo nella nuova piazza belvedere con cui si integra completamente. Questo presenta le stesse caratteristiche dei percorsi pedonali delle altre aree urbane di progetto con pavimentazione in doghe di legno poggianti su di una struttura metallica. Un lato del percorso è delimitato da una serie di assi di legno posati in verticale ed inclinati, rispetto al senso di percorrenza della strada, al fine di schermare dall’adiacente tratto veicolare, per cui e’ prevista la limitazione, privilegiando la vista verso il mare. L’esistente parcheggio è stato mantenuto ma rivisto e studiato in maniera da poter garantire il parcamento di un numero maggiore di autoveicoli e di moto e da deviare l’attuale percorso carrabile. Un altro asse pedonale di collegamento alla spiaggia affianca l’edificio che attualmente ospita i locali tecnici, riconvertito e adattato ad una funzione di bar e punto ristoro, mediante la riprogettazione interna e la realizzazione di una pergola. I locali tecnici troveranno nuova collocazione all’interno di un nuovo edificio posizionato in un punto piu defilato, all’altezza dei servizi igienici di cui si e’ prevista la demolizione. Questo percorso pedonale permette di raggiungere la spiaggia anche a chi ha limitate capacita’ motorie, e da qui puo’ facilmente accedere ai servizi collegati direttamente.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura

Una serie di moduli funzionali tematici posizionati sullo stesso asse ospitano servizi come primo soccorso, spogliatoi, docce e locali igienici, mentre altri sono impiegati come magazzini per le attrezzature balneari. Ognuno di questi locali ha la forma di un prisma rivestito da elementi lignei vergati e si prestano ad essere adattati anche ad esigenze diverse da quelle per la balneazione e trasformati in funzione della stagionalita’ per manifestazioni di vario genere, eventi musicali, mostre. Al fine di garantire la piena autonomia delle attrezzature, è previsto l’inserimento di pannelli fotovoltaici e solari, nel pieno rispetto dell’ecosostenibilità dell’intervento. Come per i moduli di servizio, anche le strutture della pergola e la rampa di accesso alla spiaggia sono progettate in modo da poter essere smontate al fine di ritornare alla configurazione naturale della spiaggia. L’intervento proposto è orientato alla tutela e alla conservazione del paesaggio pur attuando interventi di trasformazione e innovazione, nell’intento principale di salvare la spiaggia dal possibile degrado dovuto alla pressione antropica. L’ottimizzazione qualitativa nella costruzione di accessi precisi e collegamenti agevoli scoraggerà la creazione di percorsi spontanei, regolarizzando i flussi e salvaguardando l’ambiente circostante. Con questo intento e’ stato ridisegnato il collegamento con il parco naturalistico della Torre Spagnola ,ottenendo la continuita’ dei percorsi per ogni area di progetto.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini, Sara Simonini — Riqualificazione Piazza della Libertà, viale Bechi, aree circostanti la Torre spagnola e la spiaggia La Rena Bianca. Santa Teresa Gallura

Recupero volumi tecnici

Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine - Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli

$
0
0

Rapporto con l’ambiente urbano La chiesa di Santa Maria del Carmine è il primo elemento visibile al passante dalla strada di nuova costruzione tra via Petraro e via Motta Bardascini, così che l’edificio sacro diventa fulcro del progetto urbano. Il fedele ritrova da subito una focalità nella chiesa, sentendosi accolto e chiamato ad entrare. Questo volume risulta arretrato dal confine, così da creare uno sagrato quale spazio di accoglienza rivolto verso il quartiere. Le aule del ministero pastorale e la casa canonica sono isolate dall’edificio sacro e, sviluppandosi parallelamente alla strada, ne definiscono il fronte urbano. I vari corpi di fabbrica non risultano isolati, ma sono raccordati dagli spazi esterni e dialogano tra loro conservando trattamenti superficiali comuni. Questi fanno da cortina ai differenti episodi esterni: un giardino a terrazze che privilegia la vista sul Vesuvio, uno spazio cavea per celebrazioni all’aperto, un campo per attività sportive e ludiche. La casa canonica è stata progettata in modo che possa essere costruita successivamente e presenta propri spazi pertinenziali. Il parcheggio si prevede interrato, al di sotto delle aule, della casa canonica e del campo, con accesso dalla strada sul confine est del lotto.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render esterni 1

Riconoscibilità dell’edificio sacro L’isolamento dell’edificio sacro consente una completa percezione degli spazi sia interni che esterni e un continuo richiamo tra il dentro e il fuori: vi è corrispondenza della porta con il sagrato, della cappella feriale e della sagrestia con il giardino terrazzato, della copertura con la passeggiata esterna che contiene la via crucis, dell’abside con la cavea. La storia dell’architettura sacra è ispiratrice delle scelte progettuali, così da avere uno spazio riconoscibile dai fedeli. In tal senso l’aula liturgica ha un impianto a navata rettangolare unica, che concentra la vista sull’area presbiterale, coperta da una copertura a botte ribassata che avvolge l’aula. Le differenti altezze tra la sagrestia, la cappella feriale e l’aula, e il successivo abbassarsi della copertura fino a toccare il terreno, definisce un profilo familiare e rassicurante al fedele. Il campanile e la porta, definendo il prospetto d’ingresso della chiesa, ne rafforzano l’identità.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Inquadramento nel lotto

Profilo estetico formale La navata è delimitata lateralmente nel suo sviluppo da due elementi. A sinistra vi è un volume allungato che, quando viene fuori dall’aula, diventa campanile; all’interno ospita la penitenzieria, la custodia eucaristica, il fonte battesimale, ripiani per suppellettili e oli sacri, il coro e l’organo. A destra della navata, un muro accoglie il programma iconografico sul tema dei sacramenti, così da essere legato concettualmente a ciò che c’è sul lato opposto. Il trattamento superficiale in pietra lavica è comune, così che il fedele ha una percezione di simmetria e di unità. Il muro e il volume si evidenziano nella loro forma e matericità anche all’esterno, denunciando la presenza dell’aula liturgica. Il rivestimento in pietra riprende il tema dei cristiani come pietre vive che costituiscono la Chiesa popolo di Dio. Le altre superfici che delimitano l’edificio sacro sono elementi più leggeri, sia per i materiali (legno, vetro, intonaco), sia per le forme curve che si irradiano dal centro dell’aula. Per la copertura della navata si adotta il legno, come la carena di una barca, simbolo della Chiesa nonché testimonianza dell’economia locale dei cantieri navali. Tale copertura si spinge all’esterno, creando un percorso coperto che raccorda il sagrato alla cavea. La scelta dei materiali, pietra lavica e legno, è stata suggerita dall’asse Vesuvio – Faito su cui sorge il complesso parrocchiale. Vi sono due differenti tipi di illuminazione per l’aula: una di tipo zenitale che mediante pozzi di luce sulle opere artistiche, indirettamente illumina la navata; l’altra ottenuta mediante tagli di luce che scandiscono il passo del programma iconografico. L’inarcarsi della copertura garantisce una maggiore illuminazione dell’area presbiterale.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render esterni 2

Opere d’arte Il progetto artistico prevede forme consone al principio di essenzialità, così da avere unità dello spazio architettonico con le opere artistiche. Il fonte battesimale e la custodia eucaristica sono inserite all’interno del volume che accoglie i sacramenti, e sono in pietra lavica, come se derivassero dal muro, alternata ad una pietra calcarea chiara che ne risalta le parti principali. La custodia eucaristica, composta come una soluzione a due facce, è accessibile sia dall’aula che dalla cappella feriale dove fa da sfondo alla preghiera. Le forme fluide che caratterizzano questi elementi si ripetono sul presbiterio: l’altare, l’ambone e la sedia del presidente, anch’essi in pietra lavica, sono uniti da un nastro. Agli elementi scultorei si aggiunge il programma iconografico costituito da tele pittoriche di ampie superfici, predisposte sul lato destro della navata. La Via Crucis è collocata all’esterno di questo stesso muro, sul prospetto sud-est, lungo il percorso che dal sagrato conduce alla cavea. La porta-prospetto richiama alla simbologia del Monte Carmelo e pone superiormente alla croce un fiore, segno dell’economia locale, insieme al pane spezzato, anticipazione di ciò che il fedele vivrà all’interno dell’aula.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render esterni 3

Aspetti funzionali Il progetto ha l’obiettivo di risolvere compiutamente l’organizzazione degli ambienti e dei loro collegamenti. L’aula, per la sua conformazione, garantisce lo svolgimento di tutti i riti, favorendo il collegamento tra l’altare, il fonte battesimale e la custodia eucaristica. Questi ultimi due sono accessibili anche dalla cappella feriale, la quale assume carattere di riservatezza per la preghiera. L’ingresso alla sagrestia è consentito sia dall’aula che da un accesso esterno, che serve anche gli altri servizi: il locale per la preparazione dei fiori, l’archivio, i servizi igienici, gli uffici. All’esterno, dal sagrato, si ha l’opportunità di percorrere sia degli spazi verdi e di sosta, mediante un sistema di rampe, sia un percorso coperto che conduce alla cavea e al campo sportivo. Tutti i percorsi garantiscono la fruibilità a tutti gli utenti e non creano alcuna barriera architettonica. Il parcheggio interrato ha una superficie di circa 800 mq e ospita 30 posti auto. Mediante una scala e un ascensore si accede al piano superiore in uno spazio di distribuzione che permette di uscire all’esterno, di raggiungere le otto aule situate al piano terra, o salire al salone al primo piano. Il salone, inteso come spazio polifunzionale, ha una superficie di 200 mq ed è dotato di una terrazza. La casa canonica è distribuita su due livelli con un ampio soggiorno inteso come spazio di ritrovo e più camere da letto, per un totale di 4 posti.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Pianta edificio sacro

Aspetti tecnologici La distribuzione degli elementi sul lato sinistro della navata consente di avere cavedi che permettono di ospitare sia elementi strutturali che componenti impiantistiche. Per la copertura si utilizza il legno lamellare, con travi principali che partono dalla struttura verticale per arrivare, all’esterno, fino a terra, definendo uno spazio porticato che scherma l’edificio sacro dai raggi solari in estate. L’utilizzo di sistemi frangisole in legno, per le aule e per la casa canonica, protegge dal soleggiamento diretto delle facciate degli edifici sui prospetti sud e ovest, al fine di evitarne il surriscaldamento. Inoltre tale tecnologia evita l’introspezione degli ambienti che si affacciano su spazi comuni.

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Prospetto Sud-Est

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Prospetto Sud-Ovest

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Sezione A-A

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Sezione B-B

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render interno 1

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render interno 2

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Render interno 3

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Planimetrie Locali per il ministero pastorale

Gennaro Ferrara, margherita nappi, Maria Pia Cibelli — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Schizzi progettuali

Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine - Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni

$
0
0

Rapporto con l’ambiente urbano La nuova parrocchia di Santa Maria del Carmine sorgerà, in località Petraro, in un luogo non a diretto contatto con un impianto urbano ma nel quale imprescindibile appare essere l’idea di poter stabilire un rapporto con la natura, rappresentata, in particolare, dalla imponente sagoma del Vesuvio. ‘Isolare’ la nuova chiesa come oggetto architettonico all’interno dell’area cui paratatticamente accostare le altre funzioni è apparsa una soluzione inidonea rispetto alla ‘scala’ di riferimento dettata dalla presenza del vulcano: la scelta è stata piuttosto quella di una composizione sintetica, una sorta di ‘cittadella conventuale’ che potesse generare una varietà di spazi aperti, scoperti, parzialmente chiusi fino a quello più intimo della grande aula della chiesa. L’aula liturgica è disposta al centro del lotto con orientamento prevalente est-ovest, aprendosi a ovest in un ampio sagrato e accogliendo sul retro distinti corpi di fabbrica (ufficio parrocchiale, sagrestia, sala polifunzionale e la casa del parroco) che nel loro insieme, determinano uno spazio aperto ma volumetricamente definito per le celebrazioni all’esterno. La testata della sala polifunzionale e la stecca delle aule per la catechesi e altre attività collettive definiscono, ruotando, l’allineamento con il confine nord dal quale sono separate da un sistema di orti didattici. Quest’articolazione di corpi di fabbrica consentirà una successione di spazi nei quali il raccoglimento sarà, come nei cortili degli antichi monasteri, favorito e il senso di comunità esaltato: ‘luoghi’ che si arricchiranno di scorci prospettici verso il Vesuvio mediati dalla nuova architettura.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Riconoscibilità dell’edificio sacro Il tema della chiesa ha subito molte differenti interpretazioni, combinando e talvolta ibridando tipi architettonici differenti: dal thémenos alla domus ecclesiae, dal tempio alla basilica. In una solo apparente contraddizione, la organizzazione complessa delle sue parti costitutive ha quasi sempre trovato sintesi in un principio unificante che si identifica con il tipo architettonico dell’aula. Rimane tuttavia fondamentale la questione del carattere specifico dell’invaso dell’aula in rapporto al significato dello spazio sacro che alcuni hanno definito ‘numinoso’, termine derivato dal latino numen e che indica quindi il riferimento al divino. La chiesa è un luogo ‘altro’ dalla natura e dal mondano e, pur immerso in esso, deve riuscire a trasfigurarlo: sobrietà delle forme, esattezza delle proporzioni, uso sapiente e controllato della luce sono gli elementi cui si affida lo spazio interno dell’aula per avvicinare l’umano al divino e il divino all’umano. All’esterno la riconoscibilità dell’edificio sacro è anch’essa rivelata dall’evidente primato del grande invaso per la liturgia cui si affiancano, rivestiti da un diverso materiale e gerarchicamente sottoposti anche in altezza, i volumi degli ‘spazi accessori’ tra i quali unico svetta il campanile. Alle forme dell’architettura, più che al simbolo, è stata quindi affidata la riconoscibilità dell’edificio sacro nel quale tuttavia ricorre – in facciata e soprattutto nella pianta dello spazio per le celebrazioni all’aperto – trasfigurata la forma della croce.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Profilo estetico, formale Tutto il complesso parrocchiale è stato disegnato sulla base di un modulo di 45 centimetri che ha determinato tanto l’assetto della pianta che quello dei prospetti. L’impianto è così caratterizzato da una scansione modulare coincidente con i passi costruttivi proiettata e denunciata sulle pareti perimetrali. Il complesso è inoltre ipotatticamente composto da un basamento prevalentemente chiuso, rivestito in corten e volumetricamente articolato a costituire le ‘parti’ funzionalmente autonome – cappella feriale, campanile, sagrestia, ufficio parrocchiale – sul quale la grande aula di pietra di Trani affida la definizione della sua forma agli elementi iterati che ne esaltano la carica evocativa: all’esterno nella loro tensione verso l’alto, all’interno lasciando filtrare la luce in maniera controllata.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Impianto liturgico La ricerca di un impianto ‘partecipativo’ per la liturgia è stata la guida per il progetto: una idea alla quale si ritiene che il tipo architettonico dell’aula risponda in maniera esemplare. Il grande invaso interno definito dai pilastri che identificano i percorsi laterali, è un rettangolo il cui rapporto tra i lati è identico a quello del rettangolo che, stavolta definito da muri continui, caratterizza lo spazio diafano del presbiterio sul quale sono disposti l’altare, l’ambone, la sede del presidente e la statua della Madonna. La sezione trasversale dell’aula, con la maggiore altezza dello spazio centrale pari a quello del presbiterio, e le scelte effettuate a partire dalla soglia e dall’endonartece per la chiusura/apertura delle pareti laterali realizzano una progressione dinamica della illuminazione naturale e filtrata dall’ingresso al presbiterio, favorendo la concentrazione dell’assemblea sulla mensa eucaristica. Ancora il lavoro sulla sezione consente di identificare i percorsi processionali negli spazi più bassi e meno illuminati intorno all’aula che accolgono anche la via crucis e assolvono alla funzione di disimpegnare la cappella feriale, la fonte battesimale, l’accesso al campanile e la sagrestia nonché l’uscita verso il grande spazio per le celebrazioni all’aperto posto sul retro della chiesa: quest’ultima assume in pianta la forma di una grande croce e costituisce quasi una seconda aula all’aperto il cui ‘presbiterio’è rappresentato dalla facciata posteriore della chiesa.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Opere d’arte Altare, ambone, sede del presidente, fonte battesimale e custodia eucaristica sono le opere d’arte che sono state disegnate nell’ambito del progetto intese non come semplici elementi di arredo ‘aggiunti’ ma come contributi alla definizione del luogo e dei momenti della liturgia. Assumono, infatti, come matrice il modulo base di 45 centimetri che governa la costruzione dell’edificio diversamente declinato nelle varie opere. Dialetticamente essi mettono in scena il contrasto tra due differenti materiali – il corten e la pietra – affidando, in una visione spazialista, al taglio della materia l’evocazione dell’Alter cui tendono.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Aspetti funzionali Il programma funzionale dettato dal bando è stato assunto come vincolante e rispettato integralmente nella stesura del progetto. Oltre a quanto già descritto a proposito della articolazione degli spazi della chiesa e delle sue più dirette pertinenze, intorno allo spazio a croce per le celebrazioni all’aperto trovano posto, verso nord, il grande salone polifunzionale con relativo atrio, depositi e servizi e, verso sud, l’abitazione del parroco che assume il tipo della casa a patio. Questi due corpi di fabbrica sono dotati di ingressi dedicati come pure il corpo lineare che, sul confine nord, accoglie le otto aule per catechesi e attività collettive con relativi servizi e con gli orti didattici sul retro. Ad ovest, separato dal sagrato con l’ingresso principale della chiesa da un muro basso con panche e un filare di alberi, è stato collocato il parcheggio su parterre verde drenante. Questa articolazione di spazi e volumi consente di utilizzare in maniera indipendente i diversi ‘edifici’ che costituiscono il complesso, anche negli orari di chiusura della chiesa.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Aspetti tecnologici Gli aspetti di natura tecnologica legati alla dotazione impiantistica sono già accennati in questa fase di elaborazione preliminare del progetto. Sono state quindi adottate soluzioni che garantiscono la non alterazione della definizione architettonica dei volumi nei successivi approfondimenti. È stato previsto, sulla copertura dell’aula polifunzionale, un ribassamento in corrispondenza degli ambienti interni destinati a servizi che consentirà la collocazione di tutte i macchinari necessari al funzionamento degli impianti che saranno opportunamente sezionati per consentirne l’utilizzo indipendente nei differenti corpi di fabbrica, anche per ragioni di contenimento energetico e dei costi di gestione. Un altro aspetto importante riguarda le sistemazioni esterne che prevedono l’inclusione di vasche collegate a un impianto per la raccolta e riciclo delle acque meteoriche e l’impiego di materiali prevalentemente permeabili per ridurre l’effetto ‘isola di calore’ come prescritto dalle più recenti normative europee.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Riqualificazione del Presidio socio-sanitario di Santa Fina in San Gimignano - Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini

$
0
0

PRESIDIO SOCIOSANITARIO

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini — Riqualificazione del Presidio socio-sanitario di Santa Fina in San Gimignano

Planimetria dell'intervento

Nell’intervento volto alla riorganizzazione e riqualificazione edilizio – urbanistica del Presidio Socio –Sanitario di Santa Fina, particolare cura è stata rivolta alla zona monumentale che è stata preservata totalmentee dedicata ad una funzione di rappresentanza e di accoglienza. Dal punto di vista del recupero storico – architettonico, è stato fondamentale rimettere in gioco le corti interne riportandole al loro disegno originale, tra le quali la centrale assume la funzione di fulcro per i percorsi distributivi. Le porzioni di edificio degradate, di scarso valore e non riconvertibili ad alcuna funzione sono state demolite. La necessità di creare dei collegamenti tra le varie zone ed al tempo stesso adeguare gli ambienti ad una corretta collocazione del personale impegnato e dei pazienti, ha contribuito a determinare l’impronta progettuale dell’intervento. Un’attenta analisi ha permesso di individuare la “vocazione funzionale” dell’intero presidio in modo da non snaturarne l’assetto tipologico e i caratteri costituitivi fondamentali del centro, conformandolo ai requisiti di accreditamento sanitario e agli standard per le strutture RSA definiti dalla Regione Toscana. Il primo punto di contatto della struttura sanitaria con l’utente deve essere quello con capacità di accogliere, rassicurare, orientare, indirizzare: ciò avviene al piano terra, dove prevalgono le funzioni pubbliche, i servizi generali e gli ambulatori ordinari principali. L’ingresso principale della struttura apre direttamente sulla zona monumentale che, assieme alla corte centrale, è caratterizzata da una funzione distributiva; l’utente percorrendo queste zone ha la possibilità di accedere ai vari servizi (ambulatoriali e amministrativi). In posizione più defilata rispetto alle zone pubbliche trovano collocazione gli spazi a servizio esclusivo degli operatori (spogliatoi, locale mensa, servizi igienici e spazi ricreativi). Conclude il piano terra la zona destinata alla guardia medica con ingresso esclusivo ed indipendente. Strettamente connesso agli spazi pubblici del piano terra è l’intero piano ammezzato, destinato ad accogliere i vari specialisti e gli assistenti sociali, con a disposizione una serie di servizi e di locali accessori. Caratterizza gli studi medici la presenza di porzioni di muratura preesistente, volutamente mantenuta al fine di creare una separazione per la zona visita. All’esterno un sistema di “brise soleil” scherma le ampie finestre degli ambulatori garantendo una maggiore privacy del paziente. Il primo piano della struttura, con destinazione di centro residenziale di riabilitazione, presenta uno sviluppo planimetrico molto articolato che permette di attribuire ad ogni zona una specifica funzione, sfruttando anche la presenza di diverse quote altimetriche. L’accesso principale a questo piano avviene tramite lo scalone monumentale. Percorrendo il corridoio, lungo il quale sono allocati una serie di uffici ed ambulatori a servizio dell’unità operativa di degenza, si arriva ad un’area dipartimentale costituita dalle camere doppie e singole dotate di servizi, attorno alle quali sono dislocati una serie di locali di servizio ed archivio. A disposizione degli utenti è stata dedicata una ampia zona soggiorno – pranzo ed occupazionale, raggiungibile dalla zona dipartimentale tramite una rampa che si impone come elemento architettonico di separazione. Adiacente a questa zona si trovano gli spogliatoi del personale, raggiungibili attraverso un percorso separato. A servizio dei degenti è presente inoltre una zona di riabilitazione vera e propria per il recupero delle funzioni motorie e orientative, con ambulatori per le varie terapie e la palestra per l’attività fisica. Le attività riabilitative trovano spazio anche nel piano interrato, dove sono ricavati ulteriori ambulatori e palestre, nonché una piscina dotata di spogliatoi. L’accesso diretto dal primo piano avviene tramite un montalettighe e una scala. A questo livello sono stati ricavati gli spazi tecnici necessari alla struttura. Il progetto prevede inoltre la demolizione e ricostruzione della porzione di edificio destinato alla residenza delle suore. Nel progettare la riorganizzazione degli spazi particolare attenzione è stata rivolta alla separazione dei flussi di percorrenza interna, di approvvigionamento dall’esterno e carico/scarico sporco/pulito, raggiungendol’ottimizzazione dei percorsi che risultano indipendenti tra di loro. Si sottolinea che per garantire sia la continuità ed il normale svolgimento delle attività sanitarie che il procedere dell’attività di cantiere, le fasi progettuali avranno inizio con la realizzazione del nuovo volume della RSA che permetterà di trasferire gli anziani ospiti della struttura e successivamente di intervenire liberamente nei vuoti creatisi nell’impianto sanitario preesistente. INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE DEL PROSPETTO TERGALE La nuova facciata tergale del Presidio Socio – Sanitario di Santa Fina è composta da due sistemi indipendenti ma strettamente connessi tra di loro: la facciata vera e propria viene affiancata da una maglia a scansione irregolare che, posta ad una distanza di circa due metri e mezzo, scandisce il variare delle ombre durante l’arco della giornata. La facciata studiata, calcolata e tradotta in un oggetto architettonico che qualifica lo spazio, mima con un gioco di luci e ombre le fughe mancanti della parete retrostante. Costituisce uno schermo attraverso il quale si viene guidati dall’interno verso gli scorci del paesaggio, un diaframma che identifica e distingue il volume del Presidio mitigandone la massività, ma anche una griglia di connessione nel paesaggio tra le due strutture socio – sanitarie, due blocchi distinti che non si annullano l’uno con l’altro. CENTRO DI RIABILITAZIONE SANITARIA ASSISTENZIALE

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini — Riqualificazione del Presidio socio-sanitario di Santa Fina in San Gimignano

Tavola 1

Il nuovo centro di Riabilitazione Sanitaria Assistenziale, con la sua volumetria ridotta e ben articolata, tende ad integrarsi con il paesaggio circostante adattandosi alla morfologia del sito e rispettando il carattere dei luoghi grazie all’utilizzo di materiali tradizionali. Nella complessità della realizzazione del progetto si sono affrontati temi come la personalizzazione e l’umanizzazione degli ambienti, la distinzione funzionale tra le aree con una particolare attenzione alle attività ed ai ritmi dell’anziano, l’eliminazione di barriere architettoniche visive tali da garantire la fruibilità degli spazi e la sicurezza personale dell’ospite. Il nuovo fabbricato è composto da un corpo che si sviluppa su due livelli a cui si innestano trasversalmente ad un unico livello i due nuclei abitativi, ciascuno composto da due ali monopiano. Il tetto del blocco superiore è rivestito in rame, quattro coperture piane a verde (terrazze panoramiche) ricoprono e isolano le ali perpendicolari mentre il rivestimento di tutta la struttura è realizzato in materiale lapideo. La parte superiore dell’edificio, posta alla stessa quota del piano interrato della struttura esistente, è destinata agli spazi collettivi e di collegamento verticale. In posizione centrale l’ingresso-atrio con scale, ascensori e montalettighe permette di accedere ad un ambiente molto ampio in cui trovano spazio l’ufficio del responsabile della struttura ed un ambulatorio accettazione. Questo è il punto di aggregazione in cui ospiti, operatori e visitatori possono sostare o uscire all’esterno verso le terrazze panoramiche adiacenti. Lo spazio distributivo termina in due sale pranzo – soggiorno dotate di servizi. Alle estremità due portici offrono riparo ai varchi di approvvigionamento delle cucine e segnano il percorso delle due terrazze panoramiche di confine. L’edificio è delimitato planimetricamente da due rampe, di cui una carrabile ed una pedonale. Alla quota inferiore, in posizione baricentrica, si trova la sala occupazionale multifunzionale ad uso esclusivo degli ospiti ben illuminata grazie alla presenza di un’ampia vetrata rivolta verso il parco. I servizi per gli operatori e per gli ospiti sono dislocati lungo il corridoio che costituisce la spina centrale dalla quale si diramano quattro collegamenti che conducono agli spazi di residenza (camere singole e doppie, dotate di proprio servizio igienico). Tali spazi si affacciano direttamente su delle corti – giardino interne, prosecuzione naturale del parco limitrofo ma con un uso limitato alla struttura assistenziale. Il rapporto interno – esterno, gli spazi di qualità, le zone di verde e l’ottimizzazione della fruibilità del centro amplificano le potenzialità terapeutiche. Il centro riabilitativo si impone come un vero e proprio modello architettonico più vicino ai confort abitativi che ai luoghi di cura, con i suoi grandi spazi per la vita diurna. L’RSA riqualifica il parco, non solo al proprio servizio ma anche a quello della comunità intera, e con la nuova articolazione degli spazi verdi offre importanti momenti di aggregazione e di integrazione degli ospiti.

Antonello Campus, Antonia Caterina Canu, Cinzia Mazzini — Riqualificazione del Presidio socio-sanitario di Santa Fina in San Gimignano

Tavola 2

RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO - Fabio Guarrera

$
0
0

Recupero di un piano seminterrato ad Assoro (En)

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Fabio Guarrera — RECUPERO DI UN PIANO SEMINTERRATO

Concorso Padiglione Infanzia - Armando Marra, Luca Da Tos

$
0
0

RELAZIONE“L’uomo è molto più vicino a se stesso quando raggiunge la serietà di un bambino che gioca” (Eraclito)

Armando Marra, Luca Da Tos — Concorso Padiglione Infanzia

La realizzazione di struttura ricreativa per l’infanzia rappresenta una sfida progettuale affascinante: la creazione di una piccola oasi ludica a servizio della collettività in un contesto urbano dominato da presenze edilizie importanti ed ingombranti; ovvero come conciliare un intervento di dimensioni ridotte (ma di grande rilevanza sociale) con un intorno fortemente connotato, quale la rinnovata area Garibaldi-Repubblica. La chiave interpretativa scelta prevede di considerare la nuova Ludoteca come una sorta di piccolo scrigno, di giardino incantato, dove gli utenti possano trascorrere momenti spensierati, di socializzazione, di apprendimento e di confronto. Si è cercato di conferire all’oggetto architettonico ed agli spazi esterni una identità ed una riconoscibilità che, unitamente alla valenza intrinseca dei servizi, ne facciano un vero punto di riferimento.

Armando Marra, Luca Da Tos — Concorso Padiglione Infanzia

L’accesso, fortemente marcato, è rivolto verso il Parco, esprimendo una interrelazione con quest’ultimo, assumendone le geometrie come principio compositivo ordinatore. All’interno della Ludoteca, gli ambienti per il gioco, la socializzazione, di incontro e l’apprendimento sono fortemente integrati. Tale convivenza permette separazione ed interazione a seconda delle esigenze. L’edificio presenta un impianto planimetrico lineare, coniugando facilità di orientamento, razionalità distributiva e relazione fra ambienti interni e spazi esterni, garantendo così un continuo rapporto visivo con il parco e la natura con un orientamento ottimale. La volontà di connotare l’edifico coerentemente con la funzione che lo contraddistingue, si è tradotta nella ricerca di un linguaggio che alludesse esplicitamente al concetto di ludus nella maniera più immediata ed intuitiva. La disposizione delle aperture in facciata è diventata il pretesto per rendere un involucro edilizio dalle linee piuttosto minimaliste e rigorose, una sorta di superficie scultorea, nella quale cornici aggettanti e rientranze determinano un gioco di ombre interessante ed evocativo. Anche l’impiego dei materiali, con i loro cromatismi, contribuisce alla percezione di un oggetto architettonico armonicamente integrato con gli spazi esterni, sistemati a parco-giochi, dove vengono riprese le tematiche e gli elementi geometrici del fabbricato a formare piazzole, aiuole, specchi d’acqua, ecc. in modo da generare un senso di empatia ed equilibrio.

Armando Marra, Luca Da Tos — Concorso Padiglione Infanzia

L’organizzazione funzionale è così definita: un atrio di ingresso che distribuisce i collegamenti verticali ed orizzontali su cui si affacciano gli spazi funzionali. L’impianto si ripete uguale su due livelli. Per una migliore articolazione degli ambienti, si è optato per la collocazione di locali solamente operativi su un piano supplementare, con accesso al tetto-giardino. Questo, essendo parzialmente coperto, potrà costituire un polmone per eventuali ampliamenti e offre comunque spazi aperti ma riparati dall’ampia tettoia. La modularità compositiva consente un uso flessibile degli ambienti. Una segnaletica e gli arredi fissi studiati sull’uso di colori differenziati e facilmente riconoscibili, consentirà un orientamento facile ed intuitivo all’interno e all’esterno della struttura, con particolare riferimento alle aree giochi comuni e ai luoghi d’incontro.

Armando Marra, Luca Da Tos — Concorso Padiglione Infanzia

Il concetto energetico si basa sull’installazione di un impianto di ventilazione controllata, integrato da sistemi di riscaldamento/raffrescamento e da un involucro edilizio adeguatamente coibentato, idonei al raggiungimento della certificazione energetica in Classe A. Si prevede di installare sulla copertura pannelli solari termici e fotovoltaici. La scelta definitiva per la fonte energetica (geotermia o caldaia ad alto rendimento) verrà verificata in sede esecutiva.

Armando Marra, Luca Da Tos — Concorso Padiglione Infanzia

La composizione di facciata dell’edificio è sottolineata dall’accostamento di materiali diversi, al fine di consentire una lettura immediata dell’organismo architettonico: parti vetrate per gli spazi di relazione; rivestimento ligneo per le parti adibite a didattica, studio e gioco; intonacate quelle dei servizi. I rivestimenti interni verranno scelti secondo le esigenze delle singole funzioni a garanzia di salubrità e facilità manutentiva. L’intero edificio sarà realizzato con sistemi di prefabbricazione avanzati ed assemblaggio in opera di elementi in legno e materiali naturali. In questo modo, si ottengono benefici in termini di controllo dei tempi, dei costi e di sicurezza in cantiere. Le recinzioni alternano superfici opache e permeabili alla vista, per una costante percezione del contesto.

Armando Marra, Luca Da Tos — Concorso Padiglione Infanzia

L’edificio è progettato per avere il massimo di semplicità costruttiva e di inerzia termica e quindi per ridurre al minimo i costi di costruzione e manutenzione. In definitiva, si prevede che gli oneri complessivi per la realizzazione dell’opera rientreranno all’interno del budget a disposizione anche se la superficie lorda progettata è maggiore di quella richiesta.


R.F. House - Andrea Agostini

$
0
0

Il Progetto di Ristrutturazione riguarda un edificio plurifamiliare risalente agli anni ‘60, realizzato in muratura portante. Le esigenze della Committenza richiedevano di ricavare un ulteriore piano di abitazione, ottenuto mediante lo spostamento di quota dei solai intermedi, e la fruizione del grande terrazzo sul retro, che prima dell’intervento era accessibile unicamente da una camera da letto del Piano Secondo. Partendo dallo spostamento del vano scale, portato dal fronte strada al retro del fabbricato, si è ottenuto uno sfruttamento ideale degli spazi interni, ricavando una ampia zona giorno al piano primo, divisa in Cucina, Pranzo e Soggiorno, e una zona notte al Piano Secondo, con Camera Padronale dotata di Cabina Armadi e Bagno Privato e di altre due Camere anch’esse con Bagno. Il nuovo accesso al Terrazzo avviene ad una quota intermedia del vano scale, mediante un pianerottolo opportunamente posizionato in quota. Il Progetto riguarda anche l’interior design, spaziando dalla scelta dei materiali e dei colori degli ambienti, agli infissi interni ed esterni, al progetto esecutivo dei bagni ed allo studio e realizzazione di mobili su misura. Una cura particolare è stata dedicata al disegno dei controsoffitti, in cui sono stati integrati gli impianti di aerazione e condizionamento, e al progetto illuminotecnico, che arricchisce la percezione degli spazi interni e la loro valorizzazione. L’intervento si completa con la realizzazione di impianti termici in pompa di calore, alimentati da pannelli fotovoltaici.

Andrea Agostini — R.F. House

Vano Scale

Andrea Agostini — R.F. House

Cucina

Andrea Agostini — R.F. House

Ingresso

Andrea Agostini — R.F. House

Ingresso Principale

Andrea Agostini — R.F. House

Armadio Ingresso

Andrea Agostini — R.F. House

Armadio Soggiorno

Andrea Agostini — R.F. House

Zona Pranzo

Andrea Agostini — R.F. House

Bagno Ospiti

Andrea Agostini — R.F. House

Particolare Bagno Ospiti

Andrea Agostini — R.F. House

Disimpegno Notte

Andrea Agostini — R.F. House

Bagno Padronale

Andrea Agostini — R.F. House

Camera da Letto

Andrea Agostini — R.F. House

Bagno Notte

Andrea Agostini — R.F. House

Esterno Nord - Ovest

Andrea Agostini — R.F. House

Esterno Sud - Est

Andrea Agostini — R.F. House

Prima dell'Intervento

Filomena Osteria moderna - Andrea Abbadessa

$
0
0

Ristorante dallo stile eclettico nel cuore pulsante del centro enogastronomico catanese. Nasce dalla volontà di fondere un’ enoteca, un ristorante con cucina sofisticata e un food shop di prodotti ricercati. Così come i tali elementi si uniscono in maniera omogenea tra loro, così il legno di castagno, il cemento e una texture di maioliche e pietra lavica tinte a mano creano uno stile unico dai colori nuovi. La luce è curata da Viabizzuno per Filomena; le piastrelle sono di Made a Mano; Attrezzature commerciali SCF forniture; Wine dispenser Enomatic.

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Enomatic

www.osteriafilomena.it

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Texture maioliche

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Porzione del banco

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Materiali

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Bottiglieria

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Illuminazione a cassetto Viabizzuno

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Enomatic

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Planimetria

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Render progettuale

Andrea Abbadessa — Filomena Osteria moderna

Render

Le fabbriche di dio - Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta

$
0
0

Rapporto con l’ambiente urbano

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

prospetto sud by Giuseppe Mirenda, Alessandra Sciurello

Un paesaggio di orti e serre. Una città costruita dentro la città coltivata. Tralicci di metallo, svettanti, tra fili che tessono nel cielo, un ricamo sottile. La memoria si stratifica dentro l’immaginario del popolo di Dio: “villae rusticae” romane, icone bizantine, monasteri normanni. Spazi recintati, conclusi, protetti, che guardano verso il vulcano, verso le montagne che si tuffano a mare e verso le “polveri urbane”. La contemporaneità descrive un caos figurale e formale fatto di fabbriche: dell’energia, dell’abitare e del produrre. Nel reticolo agricolo dell’”ager stabiamus”, il progetto recupera il senso dell’essere “città”. Piazza, vicolo, palazzo, cattedrale. Torre, porta, recinto. Un microcosmo urbano, dentro una città coltivata (rurale). Allegoria di un monastero Carmelitano posto sull’altura. Fuori dalle mura, ma, adiacente alla città costruita (urbana). La geometria della campagna, ortogonale, come generatore del progetto che individua spazi di contrazione (la corte dei bambini) e di espansione (la corte dei gentili). La chiesa è quindi coerente al paesaggio agricolo/industriale dello spazio di progetto e si propone, senza enfasi, come nuova polarità religiosa, sociale e visuale.

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

modello, ingresso principale by Angelo Perri

Riconoscibilità dell’edificio sacro

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

prospetto by Giuseppe Mirenda / Alessandra Sciurello

La fabbrica sacra. Steriometria arabo-normanna. Pietra: scavata, estrusa, intelaiata. Composizione di forme primordiali e geometriche. Dentro il corpo della chiesa viva, il volume del battistero, come pietra angolare: memoria e ridondanza della salvezza. Alla sua base una fontanella d’acqua pura. Il corpo della chiesa, sincero nella sua configurazione strutturale, spaziale e simbolica, costruisce, attraverso l’incastro di forme/funzioni un palinsesto sacro: il battistero (la cappella battesimale); la porta e il velario, triforato di luce; il muro abitato (che accoglie la cappella eucaristica, il coro e la penitenzeria). La tessitura muraria svela il senso della “naturalezza” arcaica, della fabbrica di Dio. Il campanile, racconta la memoria industriale del luogo e svela il gesto mite della benedizione. L’abside, aperta verso il cielo e bucata, diventa prolungamento dell’aula nella natura. Recinto prezioso. Accoglie la vita. Un albero di cipresso svettante, vicino, una croce di legno rugoso poggiata su di un piano inclinato come per salire sul monte del Golgota.

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

sezione trasversale, by Giuseppe Mirenda / Alessandra Sciurello

Profilo estetico, formale

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

prospetto nord interno, by Giuseppe Mirenda / Alessandra Sciurello

Memoria e luogo. Orti, energia e fabbriche. Acciaio, cemento, alberi. Dentro questo paesaggio uno spazio concluso. Frammento di una città. Composizione di volumi puri. Materia rivelata: pietra, legno, acciaio, cemento, intonaco. Nessuna ridondanza, nessuna “scultura iconica”. Un racconto di architettura semplice, sincera, sacra, sostenibile, sociale, solidale. Verticalità e luce. La corte dei gentili, luogo della socialità e spazio che introduce all’ecclesia. Nodo urbano tra la campagna, la porta e gli spazi della catechesi. La chiesa come monolite scavato si compone di strati; si sostiene con telai di pietre vive confinate da membrature di cemento. I suoi spessori murari sono racconti di santi. Il campanile ci conduce all’infinito. Lo spazio esterno e interno si articola declinando l’esperienza dello scorcio, dello sguardo, della profondità, di una prospettiva dinamica, verso l’orizzonte e verso il cielo. Un reticolo di acqua disegna le superfici orizzontali delle piazze, configura gerarchie simboliche e relazioni funzionali. Un velario piegato e bucato tre volte definisce in altezza l’aula che svetta verso Dio; allegoria delle volte barocche e della volta celeste, del cosmo.

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

prospetto principale chiesa, by Giuseppe Mirenda / Alessandra Sciurello

Impianto liturgico

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

interno verso l'altare by Massimiliano Rizza

L’aula, orientata sull’asse est-ovest e in leggera pendenza, si configura come volume puro ad unica navata. Lo spessore del muro a mezzogiorno accoglie il coro, la cappella feriale e il battistero. A settentrione la cappella della Madonna e la penitenzeria. Il presbiterio – sollevato dal piano dell’aula – prolunga la sua esistenza nell’abside quadrangolare a cielo aperto. Luogo della natura viva. La porta, intesa come scavo nel corpo della chiesa, introduce al battistero e alla sacrestia. Il campanile domina il complesso parrocchiale; allegoria della benedizione, accoglie tre campane. La fonte battesimale costituisce il centro di un simbolico sistema dell’acqua. Penitenzeria, acquasantiera, fonte, fontanella esterna per i bambini del catechismo e solco a terra svelano la strada della salvezza. Dal campanile, attraversabile, a partire dall’ulivo, si vive la via crucis esterna che porta, lungo tutta la chiesa – passando dalle aperture della penitenzeria – all’abside bucato e alla palma. La Porta traforata insieme alle bucature interne modellano la luce plasticamente.

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

interno verso l'altare by Massimiliano Rizza

Opere d’arte

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

visione interna verso l'ingresso by Massimiliano Rizza

I luoghi “eminenziali” sono opere scolpite con le mani, tagliati con il metallo e modellate fino a svelare la loro natura sincera, arcaica, geometrica. Pietra arenaria bianca, legno di cipresso e bronzo. La materia rivela nella forma e nella superficie, l’esperienza tattile-visiva, essenza della “naturalezza”. Nell’area presbiteriale, luogo in cui il pavimento è l’allegoria della vigna del signore con figure di vite antropomorfa, si collocano l’altare, la cattedra, l’ambone proteso verso l’aula. La custodia eucaristica posta a sud nella cappella feriale è incastonata dentro un muro di strati: pietra, legno e bronzo con dodici semi di grano. Nella cappella battesimale un catino di pietra rigata invade l’aula, incastrata nel muro maestro. La Madonna del Carmelo, presenza focale, inonda lo spazio di luce bizantina. S. Giovanni battista, il profeta Elia, S. Antonio Abate e S. Catello diventano figure essenziali, monocrome. Il cristo, fuoco prospettico dell’aula, appare arcaico e sofferente. La gelosia della porta d’ingresso modella la luce declinando il pavimento presbiteriale inteso come vigna/croce/fiore. Nella porta d’ingresso un registro raffigurante la vita della madonna. (nascita, presentazione al tempio, sposalizio, assunzione). La via crucis è composta da 14 pietre sporgenti a stiacciato donatelliano e una quindicesima come bucatura nell’abside che lascia intravedere la croce vuota. Cristo risorto.

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

visione interna verso l'interno by Massimiliano Rizza

Aspetti funzionali

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

visione interna verso l'altare by Massimiliano Rizza

Il progetto disegna un recinto bucato che racchiude un manufatto prezioso. Il portale d’ingresso sulla via di accesso (da via Petraro verso via Motta Bardascini) accoglie l’ufficio del parroco e l’ingresso al salone. Verso ovest il parcheggio e l’orto; verso est, l’area absidale, con il campo di bocce e la pista di atletica (50 ml). Gli spazi esterni e accessori permettono di svolgere attività teatrali, sportive, culturali e didattiche (orto, campo di bocce ecc.). L’orto didattico è compartimentato in lotti minimi per differenziare le colture e copre il parcheggio. Un matroneo circonda l’aula ed è raggiungibile anche dalle aule catechistiche. Tra quest’ultime e la chiesa, un piccolo salone aggiuntivo per le riunioni. La sacrestia possiede un accesso diretto dall’esterno in collegamento con la canonica attraverso la base del campanile. Le superfici di progetto e i volumi sono dentro i limiti normativi e richiesti dal bando.

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

visione interna verso l'altare, by Massimiliano Rizza

Aspetti tecnologici

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

plastico by Angelo Perri foto by Mariolina Mirone

Il sistema costruttivo, per il corpo della chiesa, è quello della “muratura confinata”, ottenuto dall’accoppiamento di telai in calcestruzzo armato (travi e pilastri) con pannelli portanti in muratura di pietrame squadrato. Economico e altamente performante da un punto di vista antisismico, consente di riproporre in chiave moderna l’uso dell’”opus vittatum” mediante tecniche costruttive semplici e maestranze locali. La luce è garantita dalle vetrate dell’abside e dai lucernari del velario; lampade a sospensione a led per il risparmio energetico illuminano l‘aula. La stessa è rivestita di pannelli di legno e canapa sia per l’isolamento termico che per il controllo acustico. La temperatura ottimale è garantita da sistemi passivi e dall’uso del geotermico. L’energia prodotta è ottenuta con il solare termico e fotovoltaico. Razionale e sostenibile l’uso delle risorse idriche, attraverso il recupero delle acque piovane per irrigare gli orti e delle acque grigie, provenienti dalle utenze igienico sanitarie (canonica, aula, locali accessori), per i tappeti erbosi e le alberature. L’orto è inteso non solo come spazio didattico, ma anche come luogo per la “land art” in quanto la modulazione delle colture/colore determina un paesaggio mutevole e colorato.

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

mattonella dell'area presbiteriale

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

vista della facciata principale by Massimiliano Rizza

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

visione degli ingressi sud e ovest by Massimiliano Rizza

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

visione centrale ingresso chiesa, sagrato principale by Massimiliano Rizza

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

visione dall'ingresso sotto portico sud, by Massimiliano Rizza

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

vista dalla piccola corte by Massimiliano Rizza

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

visione dal piccolo salone verso la corte dei piccoli by Massimiliano Rizza

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

vista posteriore della via crucis e abside by Massimiliano Rizza

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

modello di studio Kabla

Francesco Finocchiaro, Stefania Marletta — Le fabbriche di dio

modello by Angelo Perri, foto mariolina Mirone

Concorso Internazionale di Progettazione “Padiglione-Infanzia“ - Raffaella Forgione

$
0
0

La sostenibilitàè ormai un’invariante archetipica acquisita, ma non può essere soltanto sinonimo di risparmio energetico. E’ necessario trasfigurare il complesso di elementi, che compongono il progetto, in un’architettura bella da vivere, in uno spazio “intelligente” ed “ecologicamente efficace”, dotato di un‘autonomia esistenziale immediatamente percepibile. Il progetto della Ludoteca nasce appunto dall’idea di definire uno spazio d’incontro e di gioco con una forte connotazione formale, un edificio avvolto da una rampa e composto da volumi semplici e riconoscibili: il “parallelepipedo di vetro” accanto al “parallelepipedo trapezoidale di legno”, che s’interseca con il “cubo di vetro”. L’elemento d’innovazione del parallelepipedo trapezoidale con struttura portante in legno lamellare è caratterizzato da un “tetto verde” in pendenza, che si porta sulla facciata più corta: un telescopio che accoglie, guarda verso il mondo ed è osservato, grazie alla vetrata a doppia altezza. La qualità architettonica è nell’equilibrio di spazi e volumi, che s’inseriscono nel contesto urbano, senza modificarne le quote di livello, con due ingressi (carrabile e pedonale) per i fruitori della ludoteca distinti da quello per i manutentori. Il progetto pone al centro della composizione architettonica l’elemento che generalmente caratterizza gli spazi accessibili ai disabili motori ovvero la rampa, usata come legame tra le parti che compongono la ludoteca, un legame forte come un abbraccio: la rampa è una passeggiata tra i volumi costruiti ed il verde, accompagna e detta i tempi di percorrenza, uguali per bambini accompagnatori e personale della struttura, disabili e non. La trasparenza è altro elemento essenziale del progetto ed indica un modus vivendi: la disabilità non va nascosta e le capacità dei bimbi vanno valorizzate sempre, tutto alla luce del sole. Tutti gli interventi conseguono il massimo confort e benessere, con una spesa al disotto dei limiti previsti, ma soprattutto con un notevole risparmio delle spese di gestione dell’opera, usando materiali ad alta efficienza energetica: pareti ventilate per sfruttare i benefici dell’”edificio passivo”, vetrate esposte a sud con possibilità di fruire di sistemi di ombreggiamento d’estate e di godere del soleggiamento d’inverno, coperture a “verde” per attenuare il suono, abbassare la temperatura interna ed esterna in estate, assorbire e filtrare le impurità nell’aria, sistemi di raccolta e recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione dell’orto, sistemi d’illuminazione con lampade ad alta efficienza luminosa, pareti e strutture portanti in legno lamellare, con ottima risposta al sisma ed elevato isolamento acustico e termico. Le pareti portanti del parallelepipedo trapezoidale, composte da diversi strati con uno spessore complessivo di 30 cm, contengono elementi strutturali portanti verticali di legno lamellare, ed insieme ai pilastri, che caratterizzano anche gli altri volumi, sono flessibili e leggere rispetto ai sistemi tradizionali costruttivi, e garantiscono un elevato isolamento termo-acustico, con un valore di trasmittanza U = 0,18 W/mq K, non raggiungibile dai normali sistemi di costruzione in muratura. Copertura e solai intermedi di legno lamellare hanno una trasmittanza termica 12 volte minore del calcestruzzo: in virtù della sua densità il legno offre, infatti, una limitata dispersione di calore, per cui gli ambienti sono freschi d’estate e caldi d’inverno, con notevole risparmio energetico, circa il 35-40% in meno rispetto alle normali costruzioni latero-cementizie. Le facciate continue sono realizzate con elementi puntuali tipo “ragni” (rotoules e tubolari in acciaio inossidabile), e doppi vetri isolanti tipo “float chiaro” temperato stratificato ad alto isolamento termico. Per aumentare confort termico ed acustico, le coperture del cubo vetrato e del parallelepipedo trapezoidale sono integrate con sistemi di inverdimento intensivo (con perenni e aromatiche a bassa manutenzione) a “tetto verde”, che ne raddoppiano la vita. Infine l’efficacia dei sistemi di ventilazione trasversale è applicata anche alle pareti vetrate con l’inserimento di opportune aperture. Le caratteristiche bioclimatiche interne sono modulate grazie a sistemi di ombreggiamento mobili, composti da semplici frangisole, per garantire controllo degli apporti solari e protezione da abbagliamento e surriscaldamento in estate. I teli sono di colori diversi a seconda delle funzioni degli ambienti, come si evince da uno schizzo di studio. La forte connotazione formale dell’impianto si unisce alla funzionalità degli spazi, studiati per i tempi e le attività dei bambini, e si integra con la Biblioteca degli Alberi come fulcro di incontro e relazione, in un rapporto sempre diretto con la natura.

Raffaella Forgione — Concorso Internazionale di Progettazione  “Padiglione-Infanzia“

TAV. I

Raffaella Forgione — Concorso Internazionale di Progettazione  “Padiglione-Infanzia“

TAV. II

Raffaella Forgione — Concorso Internazionale di Progettazione  “Padiglione-Infanzia“

Schizzo di studio piante e prospetti

Raffaella Forgione — Concorso Internazionale di Progettazione  “Padiglione-Infanzia“

Schizzo di studio assonometria

THE HEART OF THE HELSINKI - michele londino

$
0
0

La biblioteca sacra I tre passaggi portavano in una sala con colonne, costruita in forma di ODEON, lunga sessanta metri. Questa sala era piena di statue di legno raffiguranti dei litiganti con lo sguardo rivolto verso i giudici. I giudici erano scolpito lungo una delle pareti, in numero di trenta, e senza mani, in mezzo c’era il giudice supremo con la verità appesa al collo e gli occhi chiusi, e a terra, accanto a lui, un mucchio di rotoli. Spiegarono che queste figure intendevano significare coi loro atteggiamenti che i giudici non debbono ricevere doni, e che il giudice supremo deve avere occhi soltanto per la verità. Di seguito c’era la biblioteca sacra, al di sopra della quale era scritto: luogo di cura dell’anima. Vi era anche una sala, costruita in modo sontuoso con un muro coincidente con la biblioteca.

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

I tre passaggi portavano in una sala con colonne

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

Vi era anche una sala, costruita in modo sontuoso con un muro coincidente con la biblioteca.

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

taglo netto

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

fronte

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

michele londino  — THE HEART OF THE HELSINKI

Viewing all 11324 articles
Browse latest View live




Latest Images