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Padiglione commerciale a Pola, Istria (HR). - Architetto Giorgio Mauro

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La soluzione progettuale si pone l’obbiettivo di utilizzare un linguaggio ispirato alle caratteristiche dei monumenti circostanti con soluzioni riviste in chiave contemporanea, adeguate alle tecniche più avanzate per poter sviluppare la struttura del padiglione in tutto il suo potenziale.

 Architetto Giorgio Mauro — Padiglione commerciale a Pola, Istria (HR).

Vista di insieme padiglioni commerciali.

La struttura del fabbricato è in profilati di acciaio di varie dimensioni e forgiature opportunamente dimensionate per i carichi accidentali e propri, questo tipo di struttura ci dà la possibilità di inserire facilmente nelle intercapedini impianti e cavedii tecnici per il passaggio dei sotto servizi, inoltre con questo tipo di struttura sono possibili adeguati ancoraggi per i sistemi di fissaggio delle facciate ventilate in pietra d’Istria.

Le pareti perimetrali sono per la maggior parte in vetro, sui lati lunghi della porzione terminale verso sud il rivestimento sarà in lastre di pietra d’Istria, questa sezione di parete costituisce la parte opaca corrispondente alle zone di servizio di retro bar, magazzino e servizi igienici, mentre per la parte terminale di copertura il fabbricato si conclude con un coronamento perimetrale in pietra d’Istria.

Per quanto riguarda la copertura si è previsto un tetto a padiglione con 4 falde rivestito con un manto in lamina di metallo di tipo Rheinzink. Questi accostamenti con metallo pietra d’Istria e vetro rendono il padiglione particolarmente coerente con l’architettura dell’edificio del mercato a pochi passi di distanza, infatti il metallo verrà utilizzato per tutta una serie di dettagli e finiture comprese altre sovrastrutture in fase di progettazione.

Le pareti interne saranno in pannelli sandwich di alluminio tipo Isopan coibentato e rivestiti con lastre in fibrocemento,materiale quest’ultimo molto resistente all’umidità e particolarmente indicato per zone di grande utilizzo come; nelle aree di preparazione, deposito, spogliatoio e servizi igienici successivamente le pareti saranno rivestite in piastrelle di ceramica o gres lavabili, le pavimentazioni sono previste in materiali lavabili e resistenti con un grado adeguato di anti scivolamento sia per la parte pubblica che per le zone di servizio, materiali tipo Gres.

Per quanto riguarda invece l’accesso del pubblico al bar si sono predisposte delle aperture sui lati e sul fronte verso la piazza, con porte scorrevoli in cristallo comandate da sensori di vicinanza o radar di presenza per l’apertura automatica.

L’edificio è circondato da un dehor, dove vengono organizzate sedute e tavoli, coperto da un sistema di tendalini in metallo tipo breis soleil orizzontale e orientabili, perimetralmente sono stati installati dei pannelli in cristallo telescopici motorizzati.

Impianti di climatizzazione con pompa di calore ad alta efficienza. Controllo remoto con sistema domotico per illuminazione temperature e audio hi/fi. Impianto acustico hi/fi attraverso trasduttori.


JustK - AMUNT

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Site and commission
This 365 square-metre site is located in Tübingen; on a south-facing slope with a view over the city and of Tübingen castle. The 1960s development plan stipulates a specific position for the house on the site as well as “insertion into the surroundings” according to §34 of the Federal Building Code. The client commissioned the design of a family home that would provide passively heated living space for two adults and four children. Use of energy efficient passive house technology, natural application of materials and prudent use of the resources at hand, make the building sustainable. The potential adaptation of the house to the family’s living situation was an important aspect thereof.

AMUNT — JustK

The question is, what is “good” living space? What defines it and what does one really need? These issues guided us in our approach to the layout of the house, which has been efficiently designed to optimally deliver maximum use of space, functionality and flexibility. We strove to create outstanding spatial quality using a minimum of materials. Imaginative overlapping of spatial areas and uses were designed to give the inhabitants a feeling of spaciousness, manifold atmospheres and various realms of possibility—despite minimised living area.

AMUNT — JustK

Envelope
The parameters of a limited-sized site, distance spacing regulations, and ample living space for six people, led the building to grow upwards in tower-like fashion. JustK relates to the surrounding grey 1920s tuff buildings in a contemporary manner through its compact envelope and defined roof volume. The swing of its hipped roof and its multiply-kinked shape derive on the one hand from a desire to create maximum spatial volume with minimum distance spacing, which the 70° angle facilitates in adherence to state building regulations, and on the other hand from a request by the neighbours to keep the view of Tübingen Castle unimpeded—under which conditions they sold the site.

AMUNT — JustK

Roof Cladding
The top and roof level of the house has been clad in a “southwester hat” of roof sheeting to provide protection from wind and weather. Similar to exterior “seams”, the roof sheeting meets to form ridges at the edges, these have been welded together to stand out from the water surface. This interpretation of the ridge seal accentuates the envelope of this membrane-covered warm roof. A drainage edge on the eaves guides away the rainwater that falls on the roof cladding, just like the brim of a hat.

AMUNT — JustK

Prefabrication, Structure, Surface Treatment
The structural physical demands on passive houses, their short construction period as well as sustainability considerations, all culminated in a decision to build this house in solid wood, optimally using the potentials of prefabrication. The whole building consists of 136 elements, which were fabricated with notches for carpentry and joinery as well as with drill holes and grooves for installation of the electrics.

AMUNT — JustK

Wood is the main material to be used consistently throughout the structure and interior surfaces; as a renewable raw material it was chosen not least for its favourable energy balance. To keep costs down, the wooden surfaces in the common rooms have been designed in “refined shell construction.” The industrial surface of these cross-layered wooden elements have been sanded down, bucked and soaped to preserve the light character of the wood.

AMUNT — JustK

Splittable
One can become two
Sustainable and flexible; the house can be split into two living units with separate entrances without much effort should the family situation change to require that. The total area of the house is 138 square-metres; one unit would measure 81 square- metres and the other 57. In the warmer months of the year, this living space can be extended by the 12 square-metre balcony and the 23 square-metre forecourt.

AMUNT — JustK

Ground floor Climate Zone
The staggered main living space creates various room heights which zone the ground floor and automatically create different climate zones in winter. Cold outside air remains trapped in the lower entrance area while moderate temperatures prevail in the kitchen-living room and the sitting room higher up is warmest.

AMUNT — JustK

Site: 365 m2
Floor space: 138 m2 (81m2 + 57 m2)
Gross floor area: 278 m2
Cubic content: 583 m3
Energy needs: 14,4 kWh/(m2a)
Building costs: € 330.000,-
Design period: November 2007 to December 2008
Construction period: April 2009 to June 2010 (with discontinuities)

AMUNT — JustK

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AMUNT — JustK

Nuovo Centro Civico Integrato - Francesco Cossu, FRANCESCO PES, Federica Taras

VESUVIO DESIGN Comunicazione e Rilancio - Alessia De Michele, Manuel Fumo, Viviana Criscuolo

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Nell’ambito del “Concorso di Idee per la Promozione e valorizzazione dell’Area Vesuvio” la presente relazione illustra nel dettaglio l’idea progetto relativa al gadget/souvenir e al chiosco/bancarella. L’idea da cui partire è il rilancio dell’Area Vesuvio al fine di valorizzare le sue caratteristiche e peculiarità che la rendono una delle bellezze naturali a connotazione geologica più conosciute al mondo. In particolare per il gadget si è pensato ad un oggetto che richiamasse in modo molto semplice ed immediato le tipicità e la bellezza del paesaggio, mentre la bancarella formata da elementi modulari assolverà diverse funzioni quali infopoint, vendita souvenir, bar, degustazione e vendita prodotti tipici, bookshop. La collocazione prevista è nel piazzale antistante il sentiero che porta fino alla cima del Vulcano da cui è possibile osservare l’interno del cratere. Il posto è altamente suggestivo e si gode di un panorama mozzafiato. Il chiosco/bancarella proposto mira a dare “una marcia in più” al piazzale che diventerà un luogo di relax dove sostare sia prima che dopo l’escursione al cratere. Il gadget e la bancarella sono accumunati dalla stessa forma geometrica ossia il cubo che però può essere aperto e richiuso dando vita a forme diverse modulabili.

Alessia De Michele, Manuel Fumo, Viviana Criscuolo — VESUVIO DESIGN Comunicazione e Rilancio

La collocazione prevista è nel piazzale antistante il sentiero che porta fino alla cima del Vulcano da cui è possibile osservare l’interno del cratere. Il posto è altamente suggestivo e si gode di un panorama mozzafiato.

Alessia De Michele, Manuel Fumo, Viviana Criscuolo — VESUVIO DESIGN Comunicazione e Rilancio

Il box risulta essere autosufficiente grazie alle celle fotovoltaiche poste in copertura, l’energia elettrica sarà infatti autoprodotta, trasportabile in quanto posto su ruote così da prediligere il luogo che maggiormente risponde alle necessità. La facilità di montaggio consentirà agli stessi venditori di montare il proprio box aiutati anche dalla leggerezza dei materiali in lamine di legno locale, per agevolare inoltre la trasportabilità dei pezzi è stata prevista una struttura che raggiunge piccole dimensioni grazie all’utilizzo di cerniere che piegano ogni singolo pezzo.

Alessia De Michele, Manuel Fumo, Viviana Criscuolo — VESUVIO DESIGN Comunicazione e Rilancio

L’idea è quella di non partite da un box statico ma modularlo in base alle necessità dell’utenza. E’ stato previsto un abaco che consta di piante, prospetti e coperture da scegliere ed abbinare per i diversi usi. Le funzioni scelte, in base ad uno screening del luogo sono state: info point, shop e negozio di souvenir, bar e snack bar, vendita frutta e verdura, locali con annessa degustazione di prodotti tipici. Ogni box/ chiosco prevede una diversa configurazione aperto-chiuso. Il box è stato studiato in tutte le sue dimensioni; partendo dal basso il box poggia su quattro piedi per evitare il contatto diretto con il terreno evitando l’ umidità e prediligendo l’areazione; la stessa distanza tra terreno e pavimentazione del box sarà occupato da un blocco scale che all’utilizzo scorrerà su apposito binario permettendo così il facile ingresso. Ogni singolo box sarà anche trasportabile in quanto dotato di ruote che all’occorrenza potranno essere bloccate.

Alessia De Michele, Manuel Fumo, Viviana Criscuolo — VESUVIO DESIGN Comunicazione e Rilancio

Alessia De Michele, Manuel Fumo, Viviana Criscuolo — VESUVIO DESIGN Comunicazione e Rilancio

Il progetto in tutte le sue declinazioni di box come si souvenir è un elemento perfettamente funzionale, montabile, smontabile, che assume diverse configurazioni se aperto o chiuso. Nel caso del gadget può assumere in scale di misura differenti usi diversi, il suo carattere dominante è la modularità ed è proprio questa che permette di spaziare da passatempo a calamita, da portachiavi a ciondolo per il cellulate ed infine a cappuccio di pennette usb.

archea associati (+) FFB - Fabrizio Fraboni Baroni

AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba - Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi

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Nel rispetto degli obiettivi strategici previsti dal Piano di Governo del Territorio riguardanti la trasformazione del territorio e nella condivisione della ricerca per una nuova struttura urbana la proposta di fare un segno forte in termini spaziali ci è sembrata la più pertinente. La configurazione si esprime nella unitarietà delle parti, nella differenza degli aspetti fisici che costituiscono l’unità. L’apparente contraddizione “unità-parti”è la base delle scelte per il nuovo paesaggio del settore della città oggetto di concorso: architetture continue e frammentarie poggiate sul suolo che esprime fra pavimentazioni lapidee e prati alberati una solida continuità spaziale. In questo settore della città la tessitura edilizia è spesso interrotta dalla viabilità e dagli insediamenti industriali ormai dismessi, la stessa ferrovia e il fiume Lambro creano una diagonale che taglia gli orientamenti edilizi e crea piazze più o meno grandi triangolari, senza definizioni precise. Queste diventano parcheggi e non offrono nessuna possibilità per una sosta gradevole. Gli stessi capannoni ex Gasfire tagliano percorsi per accessibilità e chiudono visuali prospettiche.

Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi — AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba

Erba nel territorio. La tensione territoriale fa di Erba il luogo centrale fra le differenti declinazioni dei valori paesaggistici e ambientali del territorio: le prospettive delle colline verdi, le vie dei rami del lago di Como e quelle dei tre laghi verso est; l’ambiente montano e quello lacustre. La indeterminatezza del nucleo originario, o meglio la molteplicità dei centri che hanno composto l’attuale città testimonia la ricchezza delle vocazioni, agricole prima, industriali e turistiche poi, e la sua importanza riconosciuta come polo sovra comunale. “Un sistema riconoscibile di spazi rappresentativi”è quindi da ricercare per integrarsi al sistema del PTCP della provincia di Como e per rispondere alle attuali esigenze di vivibilità, sostenibilità, mobilità, stanzialità, eco-compatibilità. L’area ex Gasfire si presta per la ricomposizione di una struttura ambientale efficiente nella direzione della stazione lungo l’asse che parte dalla piazza del mercato e si dirige verso nord-est, così che l’asse trasversale ridisegna parti di città che erano state separate dall’insediamento industriale. Ai margini dell’area in esame esistono vari tipi di insediamenti: ville con giardino, nuovi edifici 2 residenziali ad alta densità, sedi bancarie, edifici per la cultura (biblioteca) a conferma della frammentazione che denota la città. Tutta la zona soffre per la non permeabilità dell’area a concorso, la stessa viabilitàè deformata e non risponde alla fluidità che i tracciati all’intorno indicherebbero. La risposta urbanistica ha individuato alla scala territoriale e a quella comunale le esigenze che si sono presentate nel tempo nei diversi aspetti funzionali e ambientali e, considerando una struttura di funzionamento complessivo ha stabilito i ruoli delle parti per una precipua identità. All’analisi delle consistenze locali, alle destinazioni e alle misure dell’intorno è necessario aggiungere il ruolo di polo attrattore che si richiede alla città di Erba dal PTCP della provincia di Como. Dai dati territoriali relativi ai servizi pubblici Erba emerge per la numerosa presenza di essi a livello sovra comunale. Questi confermano l’evoluzione che nel tempo ha caratterizzato la città e la necessità di connotarne il nuovo assetto-aspetto per il duplice aspetto organizzativo e figurativo. L’area occupa un nodo strategico della rete urbana e territoriale; le vie di comunicazione della zona dei laghi e di quella montana sono facilmente raggiungibili e la ferrovia è quasi a contatto. Il ruolo storico di Erba con la dotazione di standard a livelli elevati è confermato dalle previsioni del PGT del 2010 e di conseguenza le aree centrali, resesi disponibili per cessate attività, potranno accogliere e rappresentare il potenziamento dell’offerta di servizi. Questa descrizione sommaria è la premessa per le scelte progettuali che intendono assorbire il mandato tecnico di piano e tradurlo in piano architettonico. Il progetto.

Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi — AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba

La tessitura urbana della città si presenta come la sovrapposizione su antichi tracciati di manufatti prodotti per risolvere esigenze che si sono verificate nel tempo. La dismissione dell’insediamento industriale offre l’occasione per dotare Erba di nuovi spazi urbani per insediamenti di edilizia residenziale e rappresentativa. Il paesaggio si presenta compatto, ed accoglie oggetti inusuali non riservati a consuete destinazioni. Percorrendone i margini si può da un lato e l’altro traguardare l’area e osservare gli edifici fuori scala che lo occupano. 3 Alle spalle si sono lasciate presenze della città che ritagliano spazi dedicati agli abitanti, sempre segnati da confini che sottolineano la privatezza dell’area. Qui il respiro dovrebbe essere più ampio ed i confini più liberi fra il nuovo e la biblioteca che oltre alle banche rappresenta un confine. E’ il luogo ideale per disegnare percorsi, spazi d’uso all’aperto, alberature e pavimentazioni tematiche. Inoltre è sedime prezioso per inserire quell’edilizia fatta di abitazioni e di servizi per riqualificare tutto l’intorno. L’inserimento di attività commerciali di alto livello, di una sala per teatro o convegni, di laboratori artigiani faranno da supporto allo svolgersi delle attività di tempo libero che potranno svolgersi nella zona. Il bando descrive l’area dalla prima urbanizzazione fino all’attuale condizione fisica e sociale; sappiamo anche come lo spostamento di economie di mercato abbia la capacità di ritrasformare aree urbane o periurbane. L’esercizio di progettazione urbana è consapevole che la qualità conferita ai luoghi può innescare il complesso processo economico, politico, sociale che ritaglia nel tessuto quel tassello. Nell’area fra le residenze, le attività commerciali e quelle di tempo libero sono occasione per ritrovare, ricongiungere, dotare un frammento urbano di servizi ai quali la comunità aveva rinunciato. I confini dell’area, compromessa dalla viabilità e da servizi generali fanno della piazza e del parco il vero punto dove la socialità può aver luogo, e così le vie di accesso assumeranno il ruolo di aggregazione e svolgimento di eventi voluti dalla comunità che vive il quartiere ed invita ad avvicinarlo. Eventi musicali e manifestazioni promosse dalle scuole e dalle associazioni culturali della zona potranno svolgersi lungo le vie ormai divenute un susseguirsi di piazze. La grande piazza sulla via Fiume che confina con l’attuale piazza ad angolo con XXV Aprile diventerà centro di incontro e luogo per traguardare il meraviglioso scenario a nord. Un filare di alberi la separerà dalla attuale piazza-parcheggio che si rivaluterà con la realizzazione dei tre parcheggi interrati previsti dal progetto. Dalla nuova piazza attraversando via Fiume, lasciata carrabile, si accede alle residenze e all’edificio ex Enel che sarà recuperato e destinato a mostre temporanee. Questa testimonianza edilizia potrà essere destinata anche a laboratori o esposizioni di artigianato locale con leggere alterazioni architettoniche. La presenza dei tre parcheggi interrati con settori riservati semplificherà lo svolgersi di attività di svago e culturali. Le pedonalizzazioni proposte dal bando alludono al desiderio di riappropriarsi dei luoghi urbani, al bisogno di riavvicinarsi agli spazi orizzontali fra le case e di stare, osservare, camminare, pedalare, giocare, incontrarsi. E’ occasione per modificare il paesaggio urbano per un uso adeguato al modo di percorrere e vivere la città. Gli spostamenti figurativi dell’area hanno subito molte trasformazioni ai margini nord-occidentali che non hanno giovato al dialogo fra le parti che sostanzialmente risultano autonome pur avendo occasioni di scambio nell’uso dei numerosi edifici pubblici presenti. Il paesaggio è così disperso, con aspetti di grande fascino nelle distanze. Questa orizzontalità divenuta vuota si consegna una nuova identità. La prospettiva verso le colline ritaglia in fasce orizzontali il cielo, il verde delle chiome degli alberi, la corona montana. Questo ordine è elemento di riferimento e su questo si attestano gli elementi da sottolineare con la nuova sistemazione. Grandi edifici isolati, ai quali si accede in diverse ore della giornata che saranno dotati di spazi all’aperto per sostare e leggere con pavimentazioni disegnate e sedute dedicate.

Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi — AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba

L’architettura e gli spazi aperti. Inserti verdi di varie consistenze arricchiscono l’arredo e connotano gli spazi di incontro con caratteristiche cromatiche riconoscibili, punti di riferimento per gli incontri di anziani, giovani e bambini. L’orizzontalità del parco è più mentale che fisica; esso si impone per volumetrie verdi alte che interrompono le prospettive delle vie di accesso al suo uso. La continuità con le vie pedonalizzate è consegnata ai filari di aceri e di ontani bianchi che si dipartono dalla piccola massa boschiva ad est dell’area; gli accadimenti arborei sono presenti negli spazi di nuova progettazione per conferire un carattere domestico nei pressi delle residenze. La scala dell’architettura, dal rappresentativo al domestico, è uno dei temi affrontati dal progetto. L’architettura delle singole parti si inserisce nel rispetto della complessa morfologia dei luoghi e declina figure significanti nella maglia edilizia di Erba. Le relazioni spaziali che l’insieme stabilisce fra le parti di nuova progettazione e l’esistente reinventa una continuità che dialoga a distanza con le importanti presenze figurative del paesaggio all’intorno. Il progetto di questo nuovo landmark urbano crea una dinamica che incide sul ruolo delle altre parti della città. L’azione si sostanzia oltre che nella disposizione degli edifici anche per i materiali che li contraddistinguono. L’eleganza distillata fra la moltitudine di elementi dedotti dalla storia si contrappone alle ondulazioni verdi o innevate delle prospettive. Il rigore figurativo si innesta nel tessuto articolato dei verdi, delle edificazioni e degli spazi vuoti con una identità regolata da ritmi le cui figure cambiano con la luce. Gli spazi liberi sono affidati ai tracciati dei probabili percorsi e disegnano figure dinamiche. Il panorama delle montagne crea vari punti di vista che intersecandosi come tracciati alterano lo schema regolare di una possibile impostazione.

Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi — AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba

Vasche d’acqua con sedute parziali nei bordi raccontano lo stare, il leggere e l’incontrarsi. I fronti degli edifici residenziali sono segnati da rigature di ombra e luce intervallati da superfici continue con coloriture a contrasto e al piano terra, oltre agli ingressi, ampie vetrate conchiudono gli esercizi commerciali. Il profilo delle alberature si sovrappone al paesaggio architettonico e ci riporta al disegno delle tessiture scelto per i percorsi pedonali. Il piano dei negozi è pensato come un basamento trasparente attraverso il quale osservare l’animazione delle zone all’intorno per sottolineare la reciprocità dell’uso degli spazi fra via XXV Aprile, via Fiume e il parco. Nel Centro polifunzionale, che ha l’ingresso sia da via G. Mazzini che dalla nuova Biblioteca, l’architettura avvolge le attività che si svolgono all’interno con volumetrie silenziose.

Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi — AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba

Una grande sala polifunzionale è un ovoide rivestito di legno. Questo a sua volta lo è da cemento colorato nei toni corrispondenti all’insieme delle nuove edificazioni. Il Centro è composto da un basamento per gli accessi e per mostre e da due corpi sovrastanti che si confrontano su di una piazzetta soprelevata per leggere, e per intrattenersi all’aperto. Laboratori artigianali sono previsti nel corpo di fronte alla sala teatro-convegni articolati in spazi interni ed esterni. Dalla via Mazzini si accede per un viale bordato da una vasca d’acqua e da alberature dove un piccolo bar in quota può servire per le occasioni di eventi e per gli abitanti della zona. Quattro Acer platanoides o in alternativa Liriodendron tulipifera segnaleranno gli accessi alle aree pedonalizzate lungo il confine dell’area. La chioma vasta ed elegante di questo albero è di un verde chiaro e si colora di giallo pallido in primavera con piccole infiorescenze. La sequenza delle specie caratterizza i ruoli dei percorsi e dei viali: lungo le vie ancora in parte carrabili l’Alnus incana o la Quercus pubescens saranno scelti a seconda del terreno per scandire gli spazi dedicati ai pedoni, piccole piazzole di sosta con sedute in pietra dalla forma geometrica con incisi tagli per le biciclette. Sorbus aucuparia, Sorbus aria, Carpinus betulus quandocompatibili, arricchiranno le aree vicine alle residenze. Nel giardino-parco saranno previste zone di sosta di limitate dimensioni tali da consentire un momento di riposo e di scambio. All’interno, lungo i margini delle residenze, l’area è prevalentemente pavimentata con alcune aree verdi che disegnano la gli spazi. La “distanza” diviene termine del paesaggio, la qualità dei vuoti e la semplicità dell’ordinamento connotano la declinazione del passaggio dalla via G.Mazzini alla grande piazza sulla via Fiume e dal parco-giardino allo spazio fra gli edifici collettivi e quello fra le abitazioni. Il disegno segue la deformazione dell’orditura primaria, trasversali di passaggio scandiscono il ritmo della dimensione fra le vie all’intorno. Questo sottolineare la misura dei vuoti conferma l’impostazione del progetto per gli edifici residenziali: volumi piegati che si susseguono e si confrontano come completamenti o sottrazioni. L’architettura non rinuncia ad offrirsi come interprete della complessa realtà di cui rappresenta una icona. Le sovrapposizioni cromatiche che caratterizzano le superfici delle residenze e, con declinazioni dimensionali gli edifici per uffici, sono complessità risolte che raccolgono temi della icona urbana. Le volumetrie scelte dialogano e ritagliano figure che generano e conferiscono identità al luogo: anch’esse si aprono, si piegano per concludere spazi o aprirsi verso prospettive lontane. L’aspetto tecnico dimensionale è risolto con una molteplicità di offerte di cui segue la descrizione: il taglio degli alloggi è per i bilocali di 45, 60 mq; per i trilocali di 70 e 95 mq; per i quadrilocali di 100 mq. Tutti sono corredati da una loggia. Queste misure variano leggermente all’occasione di minime sottrazioni od aggiunte. Il progetto nel tessuto esistente, alterato dalla Gasfire, vuole ricostituire parti urbane non concluse e sceglie di creare una continuità edilizia e di verde fra piccole ville, giardini alberati e le nuove attività culturali, come si è detto nella introduzione. Le prospettive si dilatano e le possibilità di muoversi nell’area sono molteplici. Intersezioni o interferenze fra sistemazioni verdi e pavimentate, fra oggetti ed individui per avvicinare i luoghi al mutare degli usi. L’architettura deve possedere valori suoi propri per durare nel tempo ed offrirsi a cambiamenti temporanei che non ne stravolgano le qualità; per questo i materiali per le sistemazioni a terra e per gli edifici sono scelti per sostenere le variazioni climatiche che non necessitano di manutenzione continua. Per le pavimentazioni materiali non gelivi e traspiranti per la protezione dell’ambiente. La raccolta dell’acqua piovana è fatta con griglie continue, linee che si uniscono al disegno delle pavimentazioni e che convogliano l’acqua in bacini per essere riusata per le piante. Nella sistemazione degli esterni si è pensato al grigio come colore dominante, le cui gradazioni si possono ottenere dalla dimensione del taglio della pietra e dalla direzione di posa. Il grigio ci è sembrato il più adatto a colloquiare con i luoghi della città, a non rendere estranea questa parte che si vuole riattivare. La pietra extraforte sabbiata in lastre a correre di larghezza variabile. La relazione fra i diversi materiali e le diverse tonalità sono il tema architettonico portante dell’insieme progettato: continuità degli innesti e interferenze denotano l’appartenenza o la derivazione e si prolungano negli interni dei locali collettivi o negli ingressi degli alloggi. Le grandi vetrate rispondono alla logica compositiva dei fronti, la dimensione e la posizione variate offrono viste dell’interno con tagli prospettici sulle montagne all’intorno. Lo studio è meglio specificato nella parte sulla tecnologia della relazione. L’illuminazione segue l’uso assegnato agli spazi, è alta nei percorsi con ritmo costante e trova forme particolari nella nuova piazza dove la posizione disegna percorsi preferenziali con pali e vicino alle vasche d’acqua o alle sedute nelle piazzole diffusori bassi e tondi incastonati nel suolo. Lo stesso uso della città ha subito trasformazioni fino ad essere oggi centro di attrazione e di scambio a livello sovra comunale. Questo nuovo ruolo nel territorio ha bisogno di una identità nuova a cominciare dal riordino delle destinazioni delle parti di città, alle quali corrisponde un diverso uso, già in atto, e nuove risposte conformative. I segni consolidati, interrotti da usi impropri, devono essere ripristinati e riorganizzati da un più fluido percorso sia locale che di scambio con il territorio. L’area a concorso rappresenta un sito strategico per timbrare questa identità sia per la localizzazione del sito sia per la viabilità e le vie di comunicazione già esistenti o in parte da ripristinare.

TRAME URBANE DELLA CITTA' DEL MARE - Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti

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Immaginare spazi non convenzionali, con l’alternarsi di pieghe inverdite, di pietra o lignee come cornice architettonica del lungomare e della spiaggia. Spessore disegnato, inciso, emergente nel panorama di Gabicce, nuovo luogo di sosta e di passaggio, per incontrarsi, leggere e osservare il panorama nelle differenti stagioni: quella dei silenzi e quella delle affollate presenze. DISTINGUERE LE PARTI DI CITTA’ PER CARATTERE IDENTITARIO pensare ai luoghi della città esplorare possibili attraversamenti dimensionare, controllare relazioni traguardare l’orizzonte. Il tessuto edilizio della Gabicce-mare ha un impianto costruito in relazione al mare, con il limite naturale del canale e della collina dall’altro lato. La storia della conformazione della parte in pianura ha una datazione recente. La parte alta ha le vestigia di un antico castello e in quella valliva le tracce di insediamenti di pescatori e di contadini si sono perse o mai si sono consolidate. Il territorio in pianura è scandito dall’impianto regolare dei primi anni del secolo passato e nel tempo si è confermato nelle sue specificità: nella longitudinalità parallela al waterfront e la perpendicolarità di servizio e accesso alla costa. Gli spazi lasciati dalle diverse urbanizzazioni sono diventate piazze di sosta e di rappresentatività. Si può affermare che la omogeneità del tessuto urbano della Gabicce-mare conferisce un ordine precostituito che misura la città e si predispone alle azioni dinamiche del passaggio e dell’attraversamento. CONCEPT Linearità dei vuoti e consistenze edilizie ritmate inducono a scelte unitarie e anch’esse ritmate. Acqua e tessuto urbano compatto, la tessitura delle relazioni, tracciati di spostamento, segni di passaggio dinamico dell’uomo. Immaginare e inventare, pensare e ricordare, tracciare e disegnare sottili future incisioni. Il disegno del bordo, la distanza dei limiti visuali, i ritmi dell’edilizia residenziale sono la corografia del profilo articolato e disegnato del limite della spiaggia verso la città. Questo spessore è la nuova ARCHITETTURA del lungomare: come una grande scultura da vivere in tutte le ore della giornata. Una grande folie adagiata e piegata per essere percorsa a piedi, in bicicletta, per sedersi a prendere il sole e leggere, per incontrarsi ed assistere ad eventi che possono svolgersi in movimento o nell’arenile. Il disegno della nuova architettura del profilo urbano deriva da ragionamenti intorno alla dimensione della orizzontalità sabbiosa, della strada che la borda e dei punti di vista differenti del limite verso la città. La presenza del cuneo verde che si insinua dalla collina fino a connotare-disegnare alberature e dune costiere al termine della spiaggia si contrappone alla zona più costruita dove sarà disegnata la pavimentazione e la passeggiata a mare. discontinuità– continuità confini naturali: fiume – collina – mare confine aperto verso la campagna, sfrangiatura edilizia

Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti — TRAME URBANE DELLA CITTA' DEL MARE

PROGRAMMA Una linea continua con incisioni per accedere alla spiaggia è l’idea del lungomare di Gabicce che si immagina. Soluzione architettonica per connettere-differenziare la città del mare dalla città di pietra. Pedonalizzando o definendo una carrabilità controllata, il lungomare si espande verso la città, con trasversalità con cui collegarsi visivamente, funzionalmente e matericamente, generando un circuito connettivo che lega in maniera dinamica tutti gli ambiti oggetto del concorso. Una architettura lineare che unisce dinamicamente la parte costruita della città con i silenzi e l’armonia delle distese di sabbia e il mare attraverso tre elementi identitari di progetto: le pieghe del nuovo limite del lungomare, le puntuali macro/micro architetture di servizio e i percorsi sull’acqua costituiti dai moli esistenti e da quelli nuovi. Una ordinata disposizione di pieghe di pietra o di superfici inverdite accolgono e avvolgono i servizi per la balneazione, alcuni spazi all’aperto per le attività culturali e sportive, i punti di vista e di sosta e vasche d’acqua. Spazi architettonici disposti a ricercare un contatto visivo con il mare e con il Parco naturale del Monte San Bartolo. Le diverse presenze degli stabilimenti balneari che oggi si susseguono lungo il litorale saranno ripensate e inglobate da involucri/box in materiali non rinnovabili fino a ridisegnare il disegno del lungomare ricercando una immagine piu’ dialogante con il paesaggio identitario del territorio. L’individuazione di alcune direzionalità verso il mare, verso le diverse prospettive del paesaggio, definisce un disegno che ordina le parti e le connessioni con l’urbano fino a scandirne il ritmo inserendo una serie di moli dinamicamente protesi verso l’acqua. Sistemi architettonici in grado di ospitare affacci, rampe e passerelle galleggianti per le attività sportive acquatiche. In questo sistema si inseriscono anche quelli del Mississipi, ripensato nella sua architettura per attività culturali e di ristorazione e il molo del lungo-porto da recuperare anche con delle gradonate-accesso all’acqua per attività sportive. I numerosi alberghi e ristoranti avranno i loro dehors, già oggi di grande resa scenografica, bordati e collegati ai viali urbani con una pavimentazione disegnata, ritmata con l’uso di materiali in pietra e legno. Pavimentazione e arredo urbano segneranno non solo il lungomare Cristoforo Colombo ma anche gli assi urbani di via Veneto e di via Battisti fino a caratterizzare alcuni vuoti urbani come la piazza Giardini Unità di Italia, spazi intesi come cerniere di connessione con le trasversalità principali di accesso al lungomare.

INFRASTRUTTURE DI SERVIZIO E NUOVE ARCHITETTURE - Raffaella Gatti, Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi

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L’ondulazione del territorio ai bordi del lago di Varese è l’incipit paesaggistico per chi si accinge a visitarlo. Il territorio all’intorno, fra i grandi laghi di Como e Maggiore, è un susseguirsi di colline, valli, piccoli laghi e folte alberature. In mezzo e fra questi le residenze ritagliano spazi inclusi con vegetazioni domestiche che sono in armonia con le presenze boschive naturali – o quasi naturali -. Il territorio si presenta omogeneo, con aree industriali ben localizzate e strade di collegamento non troppo invasive. La corona dei paesi il cui confine comunale arriva al lago ha consistenze conformi con il suolo di appoggio, edilizia commisurata al contesto con propaggini edilizie particolari quando si avvicinano al lago. Alcune, come Varese, si estendono nell’entroterra – rispetto al lago – e hanno una estensione maggiore tanto da ambire ad assumere ruoli di centri metropolitani strategici di coordinamento con il territorio. I paesi che affacciano sul lago hanno il privilegio della vista sul piano d’acqua e sui profili delle sponde di fronte. In questi il lungolago è destinato allo svago, allo sport e a residenze di grande prestigio. In alcuni casi la posizione nel perimetro del lago lascia spazio ad attrezzature per gare internazionali o per il collegamento fra una riva e l’altra.

Raffaella Gatti, Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi — INFRASTRUTTURE DI SERVIZIO E NUOVE ARCHITETTURE

L’evoluzione dell’uso del territorio per una visione più ampia degli spazi collettivi ha portato al completamento della pista ciclabile con l’organizzazione dei comuni che la ospitano e la determinazione di migliorare l’offerta lungo tutto il percorso ciclo-pedonale. Un adeguato miglioramento delle aree a lato della pista, con punti di sosta per incontrarsi, per far giocare i bambini, per riposarsi, eviterà anche spiacevoli occupazioni lamentate dai ciclisti. Progettare lungo il percorso ciclabile del lungolago per valorizzarne l’immagine e la funzione, è l’occasione per ristabilirne e ridefinirne confini e ambiti d’interesse fisico-territoriale e sociale. La proposta progettuale, viste le linee guida del PTR e gli strumenti urbanistici dei singoli comuni interessati, si conforma ai principi della tutela e della valorizzazione del consistente sistema delle aree verdi, la difesa e valorizzazione del lago come entità fisico-ambientale e delle sue sponde, le esigenze delle comunità locali e naturalmente le caratteristiche del paesaggio.

Raffaella Gatti, Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi — INFRASTRUTTURE DI SERVIZIO E NUOVE ARCHITETTURE

L’intero percorso ciclabile diventa così l’anello di congiunzione tra i sistemi naturali e artificiali. Attraverso la localizzazione, lungo di esso, di piccoli “nodi” che contengono le varie funzioni e servizi necessari alla godibilità dei luoghi, alternati a tratti di percorrenza lenta e silenziosa che si insinua nei luoghi attraversandoli e permettendone la vivibilità fisica, funzionale e percettiva. I “nodi” sono generalmente realizzati in corrispondenza degli innesti con la viabilità esistente e il tracciato del percorso ciclabile diventa così il “fil rouge” che unisce tutto il sistema circolare del lungolago.

Raffaella Gatti, Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi — INFRASTRUTTURE DI SERVIZIO E NUOVE ARCHITETTURE

L’inserimento di Landmark architettonici “PIEGHE”, lungo tale sistema, oltre ad interpretare e alludere alla morfologia dei luoghi e al moto ondoso dell’acqua, rafforza l’idea di continuità del sistema, evidenziando e segnalando i “fatti” che accadono e moltiplicando, in rimandi continui, le possibili percezioni dei luoghi e dai luoghi. La dimensione dell’intervento dovrà misurarsi con la nuova concezione verso gli spazi pubblici e nei confronti del paesaggio. Nuove misure di confronto per una nuova percezione del territorio. Una configurazione unitaria si rende necessaria per disegnare il bordo della pista ciclabile e il bordo del lago in una unità continua fatta di spazi aperti o riservati, di piazzuole di sosta e punti di ristoro, di campi dalle coloriture particolari delle nuove piantumazioni fitodepuranti per il un nuovo stile di vita. La percezione visiva alla distanza ravvicinata o alla grande scala riconosce la unitarietà dell’intervento a corredo dei percorsi di terra e di acqua. La corografia in questo nuovo assetto sostanzierà il nuovo parco del lago di Varese fatto di vegetazione naturale e disegnata, di rive accessibili e godibili con sedute, tettoie, bar e strutture per ciclisti. L’omogeneità del materiale e soprattutto il disegno delle pieghe in acciaio corten come landmark identitari segneranno le rive che saranno ristrutturare con materiali lignei e pietre locali.

Raffaella Gatti, Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi — INFRASTRUTTURE DI SERVIZIO E NUOVE ARCHITETTURE

La pista ciclabile diventa occasione per riconfigurare il turismo regionale. I piani sui quali riqualificare le relazioni fra territorio e il suo uso sono molteplici. Le presenze naturalistiche, archeologiche e ambientali di alto valore sono vissute con abituale visione che non contempla la descrizione o meglio la osservazione dello spessore storico-ambientale che si attraversa. Il tour del lago oltre ad essere un esercizio fisico deve diventare una esperienza nella natura e dei suoi paesaggi d’acqua, di verde e edilizi. Attivare esercizi per la conoscenza e riqualificare le azioni che si compiono, a volte senza osservare i luoghi in cui si svolgono, è il compito di una corretta progettazione. La circolarità del territorio e il vuoto rappresentato dal lago inducono a un gioco di rimbalzi figurativi e a ritmi ricorrenti di aspetti paesaggistici.

Raffaella Gatti, Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi — INFRASTRUTTURE DI SERVIZIO E NUOVE ARCHITETTURE

Il disegno e il ritmo delle attrezzature ai lati della pista ciclo-pedonale deve essere un disegno che risponde alle richieste locali, alle richieste regionali e che configuri la corona del bacino d’acqua come una continuità ritmata di eventi. Collegare virtualmente i luoghi e fare del lago di Varese una unità identitaria. Il progetto coinvolge, in una sistemazione complessiva, i nuovi spazi della fascia lungolago adottando materiali e forme connotative nei colori delle pavimentazioni e degli arredi architettonici correlati. Parcheggi e soste con pieghe del terreno (corten) e sedute in legno con pavimentazione in pietra di luserna o in porfido. Al disegno geometrico delle “stazioni” che si innestano ai lati o nei pressi del percorso è affidato il compito della unità configurativa. Il progetto non prevede cambiamenti della viabilità.

Raffaella Gatti, Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi — INFRASTRUTTURE DI SERVIZIO E NUOVE ARCHITETTURE

Le aree a parcheggio saranno in prevalenza lungo la strada statale in corrispondenza delle aree libere da alberature e da confini privati. Il museo archeologico è progettato per inserirsi all’interno del tessuto abitativo senza alterarne le misure. L’altezza del corpo di fabbrica non supera i dieci metri. La sua forma segue l’andamento del lotto e si articola in due sale per mostre collegate dal volume dell’ingresso. Il lato verso il lago si protende in un affaccio con vista dell’altra sponda e della corona delle colline e dei monti. Il museo è rivestito in doghe lignee che si adattano a formare una architettura conchiusa come un guscio protettivo per gli oggetti contenuti. L’ingresso è al centro dell’edificio fra la parte dedicata ai reperti archeologici e l’altra per mostre temporanee con la rampa che conduce all’affaccio sull’area lacuale. La vista del lago, gli spazi aperti con vista sull’altra riva, le molteplici piccole insenature per l’approdo e i nuovi landmark disegnati nella continuità della piega creano un circuito artificiale innestato nei prati e nei boschi della zona lacustre. I percorsi pedonali e ciclabili rigano il parterre con misure attente a non alterare la scala degli interventi esistenti. Le distanze, le aree di sosta, le piccole torri di avvistamento e gli approdi saranno segnalati con totem lignei con immagini e scritte esplicative delle funzioni, degli orari con l’elenco delle specie arboree presenti all’intorno. Una opera strutturale necessaria per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico. La predisposizione al turismo convertirà gli usi attuali di alcune strutture urbane. L’edilizia presente nei centri intorno al lago si presta ad essere trasformata, senza alterare le misure e il sapore dei luoghi, in alberghi. Alcune abitazioni potrebbero consorziarsi per creare insiemi di accoglienza e trasformarsi in operatori turistici. La magia dei luoghi dovrà essere sottolineata con illuminazioni moderate lungo il perimetro del lago che segnaleranno nella notte le aree strategiche per soffermarsi e godere della vista dell’altra sponda. La progettazione della vegetazione assume qui una connotazione variegata per tipologia, forma e colori, alle differenti scale da piccole aree sino a comprendere estese e fitte porzioni. Si alternano in questo modo alberi, arbusti, siepi e superfici a prato, disposti in modo da alternare anche zone d’ombra a zone al sole; un continuo mutamento di colori e volumi, dove, con il trascorrere del tempo e con l’alternarsi dei cicli stagionali, impiantano una qualità specifica e singolare. I prati fioriti che timbrano i lati del percorso sono collocati con intervalli in funzione del sito e del ritmo che si è scelto per la vista dalla bicicletta. Sono luoghi per la sosta per chi voglia avvicinarsi alla conoscenza della flora. Architettura come qualità dell’ambiente. Gli elementi naturali di eccezionale bellezza devono essere valorizzati attraverso un ordinato disegno delle piccole infrastrutture per la godibilità degli spazi. Cominciando dalla pista ciclopedonale si dà in input per un più ampio recupero delle aree di pertinenza. Una circolarità minuta di parcheggi e piccoli hotel con luoghi all’aperto o al chiuso per incontri culturali insieme a commercio anch’esso di ridotte dimensioni ma di alta qualità, potranno segnare la continuità dei luoghi di svago e di soggiorno. I molti altri programmi delle comunità andranno misurati e coordinati per la corografia del lago. La Ghiacciaia di Lomnago e l’Isola Virginia saranno progettate come elementi emblematici e caratterizzanti nell’ottica d’inserimento nel nuovo disegno dell’uso del territorio. I materiali sono scelti in base alla loro durata e la minor incidenza manutentiva. La pavimentazione potrà essere in elementi in pietra di Luserna, In alcuni casi rigature a contrasto indicheranno particolari zone per la sosta o cambi di direzione. Lastre di granito potranno essere usate per caratterizzare meglio gli spazi in prossimità delle città. La ciclabile sarà in cemento corredata di scritte indicative o disegni per segnalare luoghi con particolari viste sul lago o attrezzature per la sosta e di ristoro. Ai materiali lapidei e cementizi si aggiunge il legno come materiale per le sedute e nei totem esplicativi. Il corten è il materiale per le pieghe architettoniche, per sostenere movimenti di terra e come sostegno delle sedute lignee. Gli attracchi e le piattaforme galleggianti saranno realizzati in legno per integrarsi con il paesaggio. Lungo tutto il percorso saranno predisposte aree per installazioni di opere d’arte contemporanea e landart dal carattere temporaneo, per sottolineare la ciclicità del tempo che tutto muta. Canne sonore/theremin che con piccole oscillazioni provocate dal vento o dall’uomo, emettono suoni saranno installate, in alcuni punti, lungo le rive del lago a macchie più o meno concentrate per reinterpretare alcuni elementi appartenenti ai paesaggi dell’acqua e per creare zone di svago e interattività con gli elementi che disegnano il luogo.

Raffaella Gatti, Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi — INFRASTRUTTURE DI SERVIZIO E NUOVE ARCHITETTURE

Raffaella Gatti, Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi — INFRASTRUTTURE DI SERVIZIO E NUOVE ARCHITETTURE


couronne - Malte Kloes, Christoph Reichen, Alessandro Bosshard, Sven Rickhoff

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Das Ziel des Entwurfes “Dachkrone” ist es, dem bestehenden, kantonalen Administrationsgebäude unter Gewährleistung eines kosten- und aufwandseffizienten, baulichen Eingriffs, eine in räumlicher und funktionaler Hinsicht maximale Erweiterung zu ermöglichen. Der entworfene Aufbau denkt die Tragstruktur des Bestandes weiter und überführt sie in ein System von Fassade zu Fassade spannender Rahmen, die im Innenraum für maximale Offenheit und Flexibilität sorgen. Äusserlich formuliert diese Lösung einen ausdrucksstarken Gebäudeabschluss, der zusammen mit der vorhandenen Kubatur ein neues, selbstbewusstes Gesamtvolumen bildet.

Malte Kloes, Christoph Reichen, Alessandro Bosshard, Sven Rickhoff — couronne

Malte Kloes, Christoph Reichen, Alessandro Bosshard, Sven Rickhoff — couronne

Malte Kloes, Christoph Reichen, Alessandro Bosshard, Sven Rickhoff — couronne

Malte Kloes, Christoph Reichen, Alessandro Bosshard, Sven Rickhoff — couronne

Malte Kloes, Christoph Reichen, Alessandro Bosshard, Sven Rickhoff — couronne

Malte Kloes, Christoph Reichen, Alessandro Bosshard, Sven Rickhoff — couronne

Malte Kloes, Christoph Reichen, Alessandro Bosshard, Sven Rickhoff — couronne

Malte Kloes, Christoph Reichen, Alessandro Bosshard, Sven Rickhoff — couronne

Malte Kloes, Christoph Reichen, Alessandro Bosshard, Sven Rickhoff — couronne

Concorso di idee per restauro, risanamento conservativo e riqualificazione funzionale dell'ex Mulino Pastificio di Nuragus - nurstudio, Casimiro Forte, Luca Cabizzosu, Andrea Deplano, Gabriele Deplano, Ignazio Garau, Andrea Mario Lostia

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Il progetto si pone come obiettivo la riabilitazione e il recupero architettonico del complesso dell’ex Mulino e della sua capacità produttiva e innovativa che questo ha avuto nel passato fino alla sua chiusura. La storia del Mulino ha infatti visto il succedersi di attività produttive legate fortemente con il paesaggio rurale di Nuragus ed, in particolare, alla produzione cerealicola inizialmente come Mulino e successivamente come pastificio. Il recupero, in questo senso, si inserisce nel tessuto cittadino come un tassello in cui produzione, innovazione e conoscenza recuperano centralità e determinano nuove prospettive. La strategia operativa è determinata da alcune considerazioni, ritenute di fondamentale importanza nell’elaborazione dell’idea progettuale.

nurstudio, Casimiro Forte, Luca Cabizzosu, Andrea Deplano, Gabriele Deplano, Ignazio Garau, Andrea Mario Lostia — Concorso di idee per restauro, risanamento conservativo e riqualificazione funzionale dell'ex Mulino Pastificio di Nuragus

NURLABUN LABORATORIO PERMANENTE L’idea progettuale è ispirata dalla stessa composizione dell’Ex Mulino ed, in particolare, dalla morfologia delle sue addizioni, seguendo un’ideale continuità con il passato e relazionandosi con i vecchi edifici che diventa fonte di ispirazione. Il significato della parola Nur, oltre richiamare il nome del centro, è associato a uno dei significati attribuitogli dagli studiosi di popolazioni nuragiche. Si pensa, infatti, che questa potesse significare blocco di pietra. Nle progetto i blocchi funzionali inseriti nella struttura rappresentano dei grossi blocchi di pietra, sono rivestiti in pietra arenaria locale) che modificano, senza distruggere, l’aspetto e le funzionalità del vecchio edificio. Abbiamo quindi studiato l’inserimento dei nuovi volumi funzionali all’interno delle fabbriche esistenti seguendo diverse modalità di intervento a seconda delle condizioni strutturali del contesto. Le scatole sono di diversa dimensione ma si richiamano formalmente e tecnicamente l’una con le altre. L’intervento progettuale si identifica come una nuova stratificazione, immediatamente identificabile sia dal punto di vista architettonico che tecnologico.

nurstudio, Casimiro Forte, Luca Cabizzosu, Andrea Deplano, Gabriele Deplano, Ignazio Garau, Andrea Mario Lostia — Concorso di idee per restauro, risanamento conservativo e riqualificazione funzionale dell'ex Mulino Pastificio di Nuragus

Le “scatole” tagliano, completano o si appoggiano ai volumi esistenti, li racchiudono o sono contenute al loro interno mentre i volumi esistenti diventano un segno storico del passato. L’intervento progettuale prevede il loro recupero al fine di mantenere i segni e i valori storici che essi hanno per la comunità. Il recupero sarà volto soprattutto ad interventi di consolidamento dei paramenti incoesi mentre, dal punto di vista strutturale, saranno gli stessi blocchi ad offrire stabilità al complesso.

nurstudio, Casimiro Forte, Luca Cabizzosu, Andrea Deplano, Gabriele Deplano, Ignazio Garau, Andrea Mario Lostia — Concorso di idee per restauro, risanamento conservativo e riqualificazione funzionale dell'ex Mulino Pastificio di Nuragus

nurstudio, Casimiro Forte, Luca Cabizzosu, Andrea Deplano, Gabriele Deplano, Ignazio Garau, Andrea Mario Lostia — Concorso di idee per restauro, risanamento conservativo e riqualificazione funzionale dell'ex Mulino Pastificio di Nuragus

nurstudio, Casimiro Forte, Luca Cabizzosu, Andrea Deplano, Gabriele Deplano, Ignazio Garau, Andrea Mario Lostia — Concorso di idee per restauro, risanamento conservativo e riqualificazione funzionale dell'ex Mulino Pastificio di Nuragus

Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario - sergio fumagalli

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Il progetto risponde alla richiesta di un organismo polifunzionale per una nuova sede municipale che, soddisfando le esigenze di carattere funzionale, offra alla comunità di Travacò Siccomario un edificio istituzionale altamente rappresentativo, capace di evidenziare il proprio ruolo ed al contempo costituire riferimento urbano e simbolico per lo spirito comunitario. Per raggiungere questo obbiettivo è necessario concepire un organismo architettonico preciso ed autorevole e individuare nuovi spazi aperti sull’area che interagiscano con l’edificio per accrescerne la valenza e favorirne uso ed accessibilità. L’idea fondativa del progetto consiste nel riunire i principali elementi funzionali previsti dal programma (il corpo edilizio su tre piani che ospita gli uffici municipali e le relative funzioni complementari e di supporto del salone polifunzionale e della biblioteca) entro un unico organismo edilizio estremamente compatto, organizzato attorno ad una grande corte urbana ed evocativo del “genius loci” facendo riferimento direttamente alla tipologia della cascina. Il progetto intende cogliere la duplice opportunità, offerta dal programma funzionale e dalla localizzazione dell’area messa a disposizione, di intervenire tanto sugli aspetti architettonici quanto sulle sue rilevanze urbane e territoriali. La riconoscibilità del municipio e la sua rappresentatività sono ottenute non solo tramite il linguaggio dell’architettura ( l’uso delle forme dei materiali e delle dimensioni che evocano la cifra pubblica e “monumentale” del manufatto) ma anche grazie al rapporto urbano che lega l’organismo edilizio agli spazi aperti di pertinenza. La visione progettuale tende pertanto a realizzare un complesso architettonico che si definisce secondo il criterio primario di individuare uno spazio collettivo, aperto alla città, sul quale si attestano l’ingresso alle strutture municipali, gli edifici aperti al pubblico ed i relativi accessi; la nuova piazza coperta assume valenza urbana grazie alla presenza degli spazi collettivi aperti anche all’uso non strettamente legato all’attività del municipio. L’area, posta al limite dell’abitato, offre l’occasione di “disegnare” un nuovo limite urbano e, al contempo, pone il tema della connessione con il paese e con la rete infrastrutturale. La giacitura dell’edificio è generata oltre che, dalla geometria del lotto, dall’orientamento e dalla viabilità circostante, dalla necessità di realizzare l’accesso alla nuova struttura polifunzionale nella porzione dell’area con maggiore valenza urbana, alla sommità del lotto che si pone così a baluardo est del nucleo abitato. Gli accessi dall’esterno sono concepiti secondo due direttive principali: da una parte come collegamento diretto pedonale dallo spazio centrale della chiesa e della piazza comunale, passando attraverso il bosco urbano, dall’altra con accesso diretto dai parcheggi distribuiti a corona, per chi proviene da fuori. Un passaggio coperto introduce alla corte interna dove sono collocati tutti gli ingressi alle varie funzioni, situandosi sull’asse visivo che collega idealmente lo spazio urbano esistente con quello nuovo. Questo semplice schema ideativo è reso possibile, sotto il profilo tipologico, dall’introduzione di una piazza coperta, intermedia e baricentrica rispetto alle varie attività, che consente una ricchezza di sistemi distributivi che oltre ad innalzare la qualità architettonica degli spazi interni, favoriscono la condivisione positiva degli spazi da parte dei vari utenti, durante le varie ore della giornata e permettono di conferire allo spazio pubblico antistante un significativo ruolo urbano contribuendo ad accrescere il valore simbolico e rappresentativo dell’edificio. La presenza di un patio favorisce la penetrazione della luce naturale nel cuore dello spazio coperto stesso e introduce un elemento naturale positivo. Una serie di chiusure vetrate interne garantiscono la continuità visiva degli spazi e la diffusione della luce naturale assicurando l’indipendenza degli accessi e dei percorsi distributivi. La proposta ideativa permette di assicurare assoluta indipendenza ai diversi spazi garantendo al contempo la massima aggregazione delle funzioni di uso comune. Tale scelta permette di ottenere significativi vantaggi: -ottimizzare i percorsi distributivi e le vie di fuga; -contenere le superfici delle pareti esterne con evidenti benefici sia sotto il profilo dei costi di costruzione che del rendimento energetico dell’edificio; -enfatizzare il valore simbolico e rappresentativo dell’edificio. -realizzare una continuità visiva degli spazi pur garantendo indipendenza sotto il profilo distributivo-acustico e termico. Il volume dell’atrio, inserito all’interno del cubo degli uffici comunali, è riconoscibile nella composizione architettonica dell’edificio e contribuisce a conferirne gerarchia. Esso permette di offrire a tutti i livelli, dall’interno dell’edificio, una vista suggestiva sul paese e sulla campagna circostante e funge da elemento captante della luce naturale, convogliando illuminazione naturale diffusa all’interno dell’edificio sugli spazi funzionali e sui percorsi distributivi .

sergio fumagalli — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

Gli aspetti distributivi, organizzativi e funzionali del progetto Lo schema funzionale descritto compiutamente negli schemi grafici allegati è estremamente semplice e chiaro. L’edificio comunale è sviluppato su tre piani fuori terra, il massimo consentito dal bando, ed è servito da uno scalone principale collocato nell’atrio a tutta altezza e da un gruppo con ascensore e scala di emergenza. Come richiesto, non sono stati previsti piani interrati. Al piano terra, alla quota della piazza l’ingresso principale distribuisce i vari accessi interni agli uffici, alla sala polifunzionale ed al centro diurno per giovani e anziani che dispongono di un accesso indipendente verso il parcheggio. Le funzioni municipali, raggiungibili sia dall’ingresso principale, tramite l’atrio, che dall’ingresso secondario posto in prossimità dell’ascensore, sono collocate entro un unico corpo ai due piani superiori, con le varie funzioni tecnico amministrative sempre distribuite da un desk point di piano. Per l’aula polifunzionale , considerata anche l’opportunità di poterla adibire ad auditorium e ad usi extra politici, si è preferita una collocazione alla quota del suolo ove risulta facilitata sia l’accessibilità che l’evacuazione del pubblico ai fini della sicurezza antincendio. Per il resto i vari corpi che compongono il nuovo organismo architettonico del complesso comunale sono distribuiti a piano terra e funzionalmente collegati da un porticato. In corrispondenza dell’atrio interno, è stata prevista una scala di emergenza in grado di assicurare le vie di fuga per gli uffci dei piani superiori secondo la normativa in materia di prevenzione incendi. E’ previsto l’uso di pavimenti galleggianti e adeguati controsoffitti per l’alloggiamento degli impianti interni e la separazioni dei locali ufficio con pareti attrezzate ad armadio. La composizione piuttosto articolata dei tre volumi che caratterizzano il nuovo organismo, rispettivamente il corpo del salone polifunzionale con il palco ed i servizi di teatro, il volume a tre piani degli uffici comunali ed il corpo della biblioteca, fa da contrappunto alla scelta di limitare a pochi materiali l’immagine delle facciate che quindi favoriscono una immagine di compattezza e ne fissano il carattere. Le parti basamentali recuperano la memoria del materiale classico della campagna pavese, il mattone che qui viene composto con pannellature e rivestimenti in pietra chiara di travertino e con elementi di rivestimento a pannelli prefabbricati trattati con colori ossidi scuri. Le tipologie delle aperture assecondano i diversi trattamenti di facciata e si collocano sul filo esterno delle superfici di facciata a sottolineare, di nuovo la compattezza dell’involucro edilizio. Se sul fronte esterno l’edificio risulta molto chiuso e protetto, le funzioni pubbliche della biblioteca, del salone e dell’atrio affacciano sulla corte interna con ampie aperture, protette negli affacci sud da elementi di schermatura verticale, che favoriscono un più ampio rapporto fra attività interna ed esterna. Gli aspetti tecnologici Per quanto riguarda gli impianti meccanici, la scelta delle tipologie di impianto è stata condotta in relazione al fatto che il progetto prevede un organismo estremamente compatto, involucri edilizi ben coibentati e gestione delle aperture e relative schermature in relazione all’esposizione solare al fine di favorire il guadagno di illuminazione naturale da nord e limitare gli apporti di illuminazione diretta e carico termico da sud. Gli spazi di attività rivolti a est e sud hanno generose vetrate protette da schermature solari esterne configurabili. Questi elementi, consentono di concepire un involucro edilizio che, disperdendo poco e necessitando di un fabbisogno energetico limitato, richiede poca energia per la produzione del riscaldamento invernale e per il raffrescamento estivo. Le dimensioni dell’edificio, l’orientamento ed il contesto urbano ( assenza di edifici che producono ombreggiamenti sulle coperture) unitamente agli obbiettivi posti dal bando (alto livello di innovazione tecnologica con particolare indirizzo alla sostenibilità e alla autosufficienza) suggeriscono l’introduzione di un impianto fotovoltaico collocato sulla copertura della biblioteca. Tale impianto sarà dimensionato – circa 20 kw – per coprire il fabbisogno di energia di una serie di pompe di calore, di tipologia differente, in grado di alimentare i diversi impianti previsti nell’edificio. Le aree interne comuni saranno dotate di impianti di ventilazione meccanica a tutt’aria controllata con recupero di calore e pretemperazione geotermica sfruttando l’acqua di falda. Per gli uffici, il riscaldamento sarà affidato ad impianti radianti a pavimento o a soffitto. La produzione dell’acqua calda a bassa temperatura necessaria per il funzionamento degli impianti radianti sarà demandata ad una pompa di calore. Si prevedono inoltre impianti di ventilazione in grado di soddisfare il ricambio d’aria interno, che saranno di tipo a “dislocamento”, con immissione ed estrazione da soffitto assecondando il flusso dell’aria nell’ambiente dal basso verso l’alto, dovuto ai carichi termici (persone, PC), aumentando l’efficienza del sistema di ventilazione con riduzione della portata dell’aria esterna di rinnovo e conseguente risparmio energetico. Per contenere i consumi energetici dovuti al sistema di ventilazione degli uffici sono previste unità di recupero di calore entalpico ad alto rendimento. Anche la produzione di acqua calda sanitaria sarà demandata alle pompe di calore; sarà valutata l’introduzione di una piccola caldaia a condensazione, alimentata a gas metano, da utilizzare solo nell’eventualità che, in particolari condizioni, le pompe di calore ed i pannelli fotovoltaici non siano in grado di produrre la temperatura necessaria per l’acqua calda dell’impianto idrico sanitario. Gli impianti elettrici integreranno sistemi bus e domotici che consentiranno il controllo “intelligente” e remoto di tutti gli impianti dell’organismo edilizio: Il sistema domotico permetterà di gestire gli accessi, i sistemi di sicurezza e quelli legati al funzionamento degli impianti meccanici in relazione alla protezione e/o guadagno solare, oltre che al sistema di evacuazione dei fumi in caso di incendio. Esso permetterà di comandare accensioni e spegnimenti delle utenze, per gruppi o unità, in particolare per tutti i punti luce ed i terminali degli impianti meccanici.Tutto il sistema potrà essere inoltre comandato da personal computer con software specifico; mediante pannelli grafici si potranno comandare tutte le utenze da un punto a scelta o da remoto (via internet) oltre ai comandi locali. L’impianto sarà provvisto di modulo memoria che, in caso di black out elettrico, permetterà di ripristinare le utenze in uso al ritorno dell’alimentazione elettrica. Nel sistema sarà installato un web server da collegare ad un pc o ad una rete lan; in questo modo tutte le utenze potranno essere comandate da una mappa grafica. La regolazione e gestione delle varie componenti elettriche e della sicurezza verranno concentrate in quadri sinottici da collocare in punti preconfigurati limitando le possibilità di manomissione da parte degli utenti. Per la riduzione dei consumi energetici relativi all’illuminazione degli ambienti saranno impiegate lampade fluorescenti dotate di reattori elettronici di tipo dimmerabile che permettono il controllo del flusso luminoso in funzione del livello fornito dall’illuminazione naturale.

sergio fumagalli — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

sergio fumagalli — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

sergio fumagalli — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

sergio fumagalli — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

sergio fumagalli — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

sergio fumagalli — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

sergio fumagalli — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

sergio fumagalli — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

XIYONG Film Studio - MDM08

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The building site area is located among the Pacific Ocean and few mountain slopes nearby the city center of Shenzhen, China. Shenzhen is actually one of the most strategic developing metropolis in the southern China thanks to its proximity to Hong Kong and Guangzhou. In this crowded city every construction process is led fast and faster and most of the time the surrounding natural context is oppressed by an increasing number of high-rise buildings. On the other hand this project gets its firts aim from the surrounding landscape and outlines the integration and harmony between a sustainable building and its own environment.

MDM08 — XIYONG Film Studio

All the film office studio facilities are buried under a green hill which provides the requested sound proofing to the main stages and doesn’t influence the equilibrium of the original site area. A 250 meters long fault on the ground provides natural sun light to the studios and a shared mixed use plaza. Just a small landmark which incorporate the main entriance of the the complex is located outside the fault in order to advice the vistors of the film office studio presence.

MDM08 — XIYONG Film Studio

MDM08 — XIYONG Film Studio

MDM08 — XIYONG Film Studio

MDM08 — XIYONG Film Studio

MDM08 — XIYONG Film Studio

MDM08 — XIYONG Film Studio

MDM08 — XIYONG Film Studio

MDM08 — XIYONG Film Studio

MDM08 — XIYONG Film Studio

MDM08 — XIYONG Film Studio

F. Bassan's Family house - MDM08

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The single house is conceived like a suspended bridge. The living area is located on the ground level while the sleeping area is located on the first suspended level. The project is led by a functional and rational design and the facades outlines the difference between the service spaces and the living spaces. Spaces for service are cladded by plaster walls while spaces for living are cladded by wide glass sliding windows. All inner rooms has been oriented during the planning phase as more southern-west as possible in order to gain the best solar exposition. Living rooms are arranged with two glass windows on two sides in order to create a continuous sight link between front and back yards of the house.

MDM08 — F. Bassan's Family house

MDM08 — F. Bassan's Family house

MDM08 — F. Bassan's Family house

Kameleon - NL Architects

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Super-sized Housing block, shopping center, parking and elevated garden in Bijlmermeer area – Amsterdam Zuidoost

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

NL Architects — Kameleon

Nuova Camera di Commercio di Prato - michele londino

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Sono questi i temi che hanno costituito lo strato, “la cava”? Da cui estrarre il materiale destinato al progetto della nuova sede della Camera di commercio. – Ho tracciato con un pennarello rosso l’area d’intervento su un lucido poi, con questo nuovo metro ho misurato la città. – Un paio d’esempi: la dimensione dell’area d’intervento coincide con piazza del Comune, le logge, Via Ricasoli, compresi gli edifici che in essa si affacciano, fino a lambire piazza San Francesco; comprende e supera la dimensione di piazza San Marco, il viale Piave fino al limite del Cassero. Solo due esempi per comprendere le proporzioni con il tessuto della città. L’edificio occupa più della metà della dimensione del lotto oggetto di concorso il resto è spazio aperto. I luoghi della città presi come esempio, sono due luoghi che attraversano la città, la rendono permeabile al movimento. L’edificio del concorso, invece, si presenta come un blocco monolitico, non attraversabile. Nato per soddisfare problemi di produzione impedisce persino lo sguardo al suo interno. Definisce il tracciato delle strade e ne indica la direzione. Verso la città propone e si propone con cortine murarie imponenti e indifferenti al “dialogo”. Si entra al suo interno solo attraverso il monumentale portale di via del Romito, e lascia intuire grandi spazi vuoti dalla scansione ritmica di aperture tutte uguali. “Cambiamento e resistenza”, questa frase in realtà nasconde il conflitto fra il tentativo di resistere nel tempo delle grandi fabbriche e la capacità di assorbire in se funzioni diverse per le quali sono state progettate. Le nuove esigenze chiedono un cambiamento, forse solo un leggero scostamento. L’edificio deve poter essere modificato in alcune parti del suo organismo. Modificare l’organismo significa introdurre elementi di “continuità” con il contesto e il tempo in cui la fabbrica è chiamata ad operare. La nuova distribuzione interna e la nuova “pelle” il nuovo involucro, sono elementi trascurabili. Le fabbriche resistono a questi cambiamenti. Il punto è inserire nuovi elementi che permettano all’organismo di continuare a funzionare, di rimettersi in movimento.

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato

michele londino  — Nuova Camera di Commercio di Prato


Bio piscina Balneabile - LDA.iMdA, Gianni Bellucci, Paolo Posarelli, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Marco Tozzi

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Balneazione naturale_Breve racconto

LDA.iMdA, Gianni Bellucci, Paolo Posarelli, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Marco Tozzi — Bio piscina Balneabile

Particolare interno cubo

Il progetto nasce e si sviluppa intorno al concetto di acqua ed alla presenza di due sorgenti termali Lavatoio e Lagoncino che da sempre sono elementi essenziali del territorio nelle relazioni e nella storia.

LDA.iMdA, Gianni Bellucci, Paolo Posarelli, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Marco Tozzi — Bio piscina Balneabile

L’acqua richiama molti concetti nell’immaginario collettivo : oltre ad essere un dei quattro elementi base del cosmo insieme ad aria terra e fuoco richiamava per i greci l’intuizione e l’emozione. In età contemporanea, l ‘acqua è maggiormente legata a concetti come purezza, dinamicità e rigenerazione: purezza perchè in un contesto dove il mondo artificiale prevale su quello naturale l’acqua mantiene inalterato il proprio significato semantico ; dinamicità perchè l’acqua non si ferma mai trasmettendo l’idea di forza e di energia; rigenerazione perchèè l’elemento base per spazzare via le scorie della vita materiale e rientrare nella dimensione ancestrale di quiete e di attesa. Ci è sembrato subito interessante estendere questi concetti e pensare al progetto come ad un sistema di luoghi coinvolti dal movimento delle persone che, come l’acqua, entrano negli invasi per poi ritornare al percorso naturale. E così come l’acqua calda delle due sorgenti si immettono nella vasca superiore riscaldandola, così le persone dalla rampa d’ingresso scendono verso la balneazione naturale, incontrando i diversi cubi in policarbonato e legno che costituiscono i servizi: Cassa, Deposito, Spogliatoio e Modulo invernale di accesso alla vasca. Con la balneazione l’acqua sorgiva e le persone entrano in contatto procedendo idealmente nella stessa direzione. Così dalla prima vasca che ha una temperatura di 37° gradi le persone, come l’acqua, si spostano nel secondo invaso dove troviamo una temperatura inferiore per poi tracimare metaforicamente nel laghetto naturale balneabile. L’invaso artificiale diviene naturale l’acqua in eccesso ritorna al suo percorso l’uomo finisce il suo “cammino” con la natura e nella natura.

LDA.iMdA, Gianni Bellucci, Paolo Posarelli, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Marco Tozzi — Bio piscina Balneabile

Alcuni Dati Tecnici

LDA.iMdA, Gianni Bellucci, Paolo Posarelli, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Marco Tozzi — Bio piscina Balneabile

01 I Servizi I servizi per l’impianto balneabile si compongono e articolano su cinque elementi modulari distinti estremamente semplici nella forma e nella loro realizzazione.

LDA.iMdA, Gianni Bellucci, Paolo Posarelli, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Marco Tozzi — Bio piscina Balneabile

E’ stato concepito delle strutture estremamente leggere e visivamente caratterizzate dalla loro trasparenza, costituite da parallelepipedi di dimensioni variabili, con un modulo base di m.5.00×5.00 e m.4.20 di altezza, costituito da una struttura in travi e pilastri di legno lamellare (pannelli di legno multistrato coibentati e irrigiditi strutturalmente per i locali spogliatoio) e esternamente con pannelli in policarbonato alveolare di mm.40, montati su supporti metallici rigidi. I moduli sono stati organizzati secondo una sequenza legata alle funzioni dell’impianto e contrassegnati da : A- modulo biglietteria: elemento di m.5.00×5.00 costituito al suo interno da una postazione fissa per un operatore, da impianti limitatamente all’utilizzo specifico, con elementi di tamponamento fissi e apribili. B- modulo magazzino: elemento di m.5.00×5.00 completamente libero internamente, con una porta di accesso, e adattabile eventualmente per la collocazione di impianti, quadri elettrici e quant’altro. C- modulo spogliatoio: elemento di m.8.00×8.00 costituito al suo interno da una organizzazione degli spazi suddivisa in uomini e donne, con cabine, docce e servizi igienici separati. I servizi sono stati concepiti inoltre anche per i fruitori del campo da tennis. Gli impianti studiati in funzione dell’utilizzo specifico, e gli elementi di tamponamento saranno di tipo fisso e apribile come negli altri moduli con un ulteriore schermatura interna che potrà essere realizzata o con pannellature rigide prefabbricate o con paramenti murari. D- modulo bar: elemento di m.5.00×5.00 costituito al suo interno da una zona attrezzata a piano di lavoro e da un bancone per il servizio al pubblico. E- modulo per l’accesso all’acqua nella stagione invernale; elemento di m.7.00×7.00 costituito al suo interno da una gradinata per l’accesso alla vasca artificiale per mezzo di un infisso saliscendi o elementi mobili a sfioro da definire in fase di progetto esecutivo.

LDA.iMdA, Gianni Bellucci, Paolo Posarelli, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Marco Tozzi — Bio piscina Balneabile

02 Vasca artificiale La vasca superiore elemento geometrico regolare accessibile attraverso un percorso e Deck in legno dal versante est, è stato concepito come una vasca molto allungata e con la possibilità di accedervi anche dal modulo prefabbricato per mezzo di scalinata interna. La profondità prevista si mantiene costante e per ragioni di sicurezza e di normativa contenuta entro il m.1,40. Questo primo invaso si getta per mezzo di una piccola cascata nella biopiscina sottostante; è stato previsto pertanto la realizzazione dell’elemento cascata che vuol essere anche una seduta per i bagnanti.

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03 Vasca Naturale Il lago inferiore si sviluppa con una forma armoniosa naturale e si estende sull’intera area suddiviso in una zona di acqua relativamente bassa dove saranno poste a dimora piante acquatiche (fitodepuranti e ossigenanti) e una zona più prettamente balenabile con acqua profonda (max m.1,40). Il laghetto è stato realizzato con l’impiego di tecnologia tipica delle biopiscine, con zone di riva rivestite con ciottoli rotondi di fiume con sottostante zeolite di varie pezzature per rendere il tutto più naturale possibile. E’ stato previsto l’ inserimento di Deck in legno per spazi per il prendisole direttamente in prossimità delle sponde dell’invaso.

LDA.iMdA, Gianni Bellucci, Paolo Posarelli, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Marco Tozzi — Bio piscina Balneabile

Note tecniche e normative: In una piscina naturale non si utilizzano elementi chimici per la purificazione dell’acqua, ma si creano le condizioni naturali affinchè questa rimanga assolutamente pura e quindi balneabile. Gli elementi di ottenere naturalmente acqua balneabile sono: l’area di rigenerazione, che associa filtri biologici a filtri di tipo minerale, il filtro orizzontale di ghiaia, la cascata e due sistemi di ricircolo, che fanno capo ad un vano tecnico in cui sono alloggiate le rispettive pompe. Le piscine naturali pubbliche o laghetti balneabili non vengono espressamente menzionate nell’atto di intesa stato regioni relativo agli aspetti igienico-sanitari del 2003 e neppure nel precedente D.P.R. 8 giugno 1982 n. 470 relativo alla qualità delle acque per la balneazione.

LDA.iMdA, Gianni Bellucci, Paolo Posarelli, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Marco Tozzi — Bio piscina Balneabile

LDA.iMdA, Gianni Bellucci, Paolo Posarelli, Stefania Catastini, Massimiliano Settimelli, Marco Tozzi — Bio piscina Balneabile

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Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario - Gianluca Gelmini

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L’area di progetto si trova ai margini settentrionali del nucleo abitato, lungo via Dante Alighieri, in una zona compresa tra il parco pubblico a nord della chiesa parrocchiale e le recenti espansioni edilizie che costruiscono il nuovo limite verso la campagna. Si tratta di un’area urbana di elevato valore strategico in quanto costituisce la conclusione del sistema d spazi pubblici articolati in senso nord-sud sul quale si attestano in successione l’area pedonale, la chiesa della natività e il parco pubblico.

Gianluca Gelmini — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

Il progetto proposto si basa sull’idea di costruire un edificio organizzato come le cascine storiche, attorno ad una corte. Un edificio compatto dai margini precisi in cui il rapporto tra interno ed esterno diviene una peculiarità spaziale ed emozionale.

Gianluca Gelmini — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

Un unico edificio in cui tutte le funzioni si dispongono su un piano leggermente rialzato rispetto al terreno. Con la sua posizione e dimensione l’edificio del nuovo centro civico si inserisce in modo coerente nella misura e nel carattere radicato nel territorio circostante. Verso l’esterno il nuovo edificio assume il ruolo di “cerniera” tra città e campagna, verso l’interno assume il compito di definire più precisamente i limiti del parco urbano esistente in giustapposizione al complesso monumentale della Chiesa.

Gianluca Gelmini — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

L’edificio del nuovo centro civico segue le necessità imposte dal bando, con un progetto pensato per la realizzazione in tre lotti d’intervento: la sala polivalente, gli uffici comunali e la biblioteca. Ad ogni lotto l’edificio si configura come un’entità definita e pienamente funzionale nelle sue parti. La particolare posizione dei tre corpi potrà consentire anche un eventuale riorganizzazione della tempistica realizzativa del lotto uffici e biblioteca.

Gianluca Gelmini — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

La corte è il cuore dell’edificio, è l’atrio del nuovo Centro Civico. In essa si concentrano gli accessi principali ai tre corpi. L’impianto della corte consente infatti di avere una chiara gestione degli ingressi, mantenendo nel corso della realizzazione dei tre lotti il medesimo accesso principale, e parallelamente disporre di una buona relazione e permeabilità con l’esterno e con il parco attiguo. Non ci sono scale interne, non ci sono ascensori, le barriere architettoniche sono completamente risolte. La costruzione ad unica pianta consente la giustapposizione e il collegamento delle tre parti mediante percorsi nel piano coperti e protetti.

Gianluca Gelmini — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

Gianluca Gelmini — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

Ristrutturazione dell'edificio Sede dell'Istituto bilingue Sloveno-italiano - Vittorio & Associati S.s.

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Demolizione parziale con ricostruzione di un’ala dell’edificio e ristrutturazione con adeguamento antisismico del corpo principale

Vittorio & Associati S.s. — Ristrutturazione dell'edificio Sede dell'Istituto bilingue Sloveno-italiano

Scheda generale di progetto

Ristrutturazione Palazzetto dello sport di Maniago - Vittorio & Associati S.s.

Centro Pastorale - Gianluca Gelmini

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La vecchia casa parrocchiale da anni in stato di abbandono è stata oggetto di un programma di riuso e riconfigurazione interna ed esterna nel rispetto della tipologia storica e di materiali. Si tratta di un progetto nel quale si è cercato di valorizzare l’impianto a corpo semplice allungato con al centro la scala.

Gianluca Gelmini — Centro Pastorale

Gianluca Gelmini — Centro Pastorale

Gianluca Gelmini — Centro Pastorale

Gianluca Gelmini — Centro Pastorale

Gianluca Gelmini — Centro Pastorale

Gianluca Gelmini — Centro Pastorale

Gianluca Gelmini — Centro Pastorale

Gianluca Gelmini — Centro Pastorale

Gianluca Gelmini — Centro Pastorale

Gianluca Gelmini — Centro Pastorale

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