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Intervento di Manutenzione Straordinaria di un edificio Aler - Studio Ferrazza Gatti

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Rifacimento intonaci di facciata, pitturazioni, ricorsa del tetto, pensiline in vetro a copertura dei balconi dell’ultimo piano. Progetto preliminare e definitivo, Diezione Lavori e Coordinamento per la Sicurezza.

Studio Ferrazza Gatti — Intervento di Manutenzione Straordinaria di un edificio Aler

In roeeo l'edificio oggetto dell'intervento

Studio Ferrazza Gatti — Intervento di Manutenzione Straordinaria di un edificio Aler

Prima dell'intervento

Studio Ferrazza Gatti — Intervento di Manutenzione Straordinaria di un edificio Aler

Studio Ferrazza Gatti — Intervento di Manutenzione Straordinaria di un edificio Aler

prima dell'intervento


CALZATURIFICIO MANUFACTURE DE SOULIERS LOUIS VUITTON - Floriano Baldan

Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma - Eugenia Ancidoni

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L’area di progetto rientra, dal punto di vista urbanistico, all’interno del Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni degli Immobili Militari del Comune di Roma. Il Piano, firmato nel 2008 tra il Comune e il Ministero della Difesa, individua alcune aree militari sul territorio “non più strumentali alle funzioni istituzionali per cui erano stati create” e, pertanto, cedute alla città di Roma con la finalità di riconvertirle in spazi per attrezzature pubbliche. L’area presa in considerazione, collocata nel quartiere Prati, è l’ex Stabilimento Trasmissioni dell’Esercito Italiano, un complesso sorto intorno agli Anni ’20 e che presenta alcuni elementi di pregio architettonico come l’Edificio Trasmissioni, che si attesta su viale Angelico, e l’Edificio del Comando.

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Primo passo è stato l’individuazione degli obiettivi specifici del progetto, frutto di una attenta analisi del contesto urbano, dei suoi abitanti e delle loro necessità. Fortunatamente, il quartiere Prati rappresenta una realtà urbana, per così dire, privilegiata: non è un quartiere periferico, possiede gran parte dei servizi necessari e, data la vicinanza con il centro storico, è ben collegati dai mezzi pubblici sia su gomma che su rotaia. Andare ad individuare cosa mancasse in una realtà del genere è stato complicato, ma ascoltando i pareri dei cittadini e leggendo i blog e i giornalini di quartiere è stato possibile delineare un quadro sufficientemente preciso delle esigenze cui far fronte. Innanzitutto, si è notato come la biblioteca comunale di quartiere sia attualmente collocata in uno spazio angusto al piano terra di un condominio in una via vicina. La biblioteca è caotica e lo spazio per gli utenti è insufficiente. Nel quartiere vi sono numerosi istituti scolastici di vario grado (Licei Classici e Scientifici, nomi prestigiosi nel panorama delle scuole romane), pertanto, una biblioteca adeguata nelle dimensioni e nelle raccolte bibliografiche sarebbe certamente gradita e sfruttata da studenti e cittadini. Un altro aspetto che si è notato è la voglia dei cittadini di partecipare a corsi e seminari riguardanti arti applicate, musica e attività legate all’artigianato; non è raro infatti passeggiare per il quartiere e ricevere volantini che pubblicizzano corsi di questo genere. Tuttavia, gli spazi in cui tali corsi vengono svolti non sono certamente idonei ad accogliere i sempre più numerosi partecipanti. Questo elemento è diventato lo spunto per poter creare, all’interno dell’area di progetto, anche una scuola di questo tipo, ovvero un luogo in cui musica, arte ed artigianato si incontrano in maniera moderna e dinamica.

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Inquadramento urbano

L’idea progettuale è dovuta necessariamente partire dal contesto esistente, cioè dalla Caserma. Le prescrizioni urbanistiche impongono il mantenimento degli Edifici del Comando e delle Trasmissioni, mentre non pone vincoli sulle restanti strutture presenti nel lotto, pertanto, è stato ritenuto opportuno demolire queste ultime perché prive di un preciso carattere architettonico. Si è dovuto poi passare alla forma e, analizzando il contesto, è subito percepibile come il tessuto urbano di Prati impone che gli edifici ingombrino interamente i lotti creando, il più delle volte, corti interne. Quindi, ricostituire il perimetro del lotto, ad oggi occupato dal muro di cinta della caserma, e creare una corte interna sono stati gli obiettivi architettonici principali e da cui si è partiti per lo sviluppo del progetto. Inoltre, il lotto di progetto rappresenta una anomalia morfologico – dimensionale all’interno del tessuto; infatti, il lotto ha una forma trapezoidale che assolutamente si discosta dai lotti adiacenti prevalentemente rettangolari. Non trascurabile è anche l’interruzione della via C. Morin proprio a causa della presenza della caserma. Tale via è l’unica, tra quelle che attraversano il quartiere da est a ovest, che viene interrotta dalla caserma. Quindi, un’altra intenzione è stata quella di creare permeabilità al lotto mediante il prolungamento di via Morin; la via da carrabile diventa pedonale, l’edificio di progetto diventa il filtro tra la strada e la piazza, dal traffico veicolare alla tranquillità di una corte. La corte è ribassata per proteggerla ulteriormente dal rumore; tale operazione ha permesso anche la possibilità di percepire questo luogo come il cuore del progetto, la sua parte più interna e protetta, punto di smistamento tra le varie funzioni che vi si aprono. Infine, per quanto riguarda il principale corpo di fabbrica oggetto del progetto, è stato opportuno far coincidere forma, funzione ed intenzione progettuale; la presenza dei due volumi che si protendono verso l’interno del lotto deve necessariamente tenere conto dell’articolazione degli spazi pubblici e viceversa.

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Obiettivi specifici del progetto

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Iter progettuale

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Pianta Piano Interrato

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Pianta Piano Terra

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Pianta 1° Piano

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Pianta 2° Piano

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Prospetto Est

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Prospetto Ovest

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Prospetto Nord

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Prospetto Sud

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Sezione

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Sezione

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Sezione

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

Eugenia Ancidoni — Biblioteca e Servizi nell’ex Caserma di viale Angelico a Roma

casa unifamiliare a Lainate - Francesco Peveri

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Il progetto per questa unità unifamiliare ha come scopo un costo per mq che non deve superare i 1.200 € per mq. Costruita totalmente a secco ha una struttura portante in legno, è attrezzata d’impianto demotico che ne garantisce il confort sia nei periodi estivi che in quelli invernali attraverso l’utilizzo di sistemi radianti. Composta da soggiorno, cucina, ingresso con annesso studio, 2 camere e altrettanti bagni, distribuiti su una superficie di 142 mq.

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

planivolumetrico

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

vista esterna

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

vista esterna

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

vista dalla pergola

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

vista dal giardino

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

soggiorno

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

soggiorno

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

cucina

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

loggia

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

studio

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

camera

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

foto

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

vista

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

vista

Francesco Peveri — casa unifamiliare a Lainate

pianta

Cortile 4 Novembre - Riccardo Stermieri, Enrico Forghieri

Residenze Social Housing a Corte - Gianluca Peplis

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L’edificio fa parte di un complesso residenziale a corte a sud di via Lombroso e si colloca all’interno di un progetto di riqualificazione dell’area di Porta Vittoria, che attualmente ospita le strutture dell’Ortomercato di Milano.

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Fronte via Lombroso

Obiettivo primario è stato raggiungere un efficace mix funzionale e sociale attraverso la realizzazione di diverse tipologie residenziali e l’inserimento di attività commerciali e terziarie e di servizi per i residenti, come nel caso delle infrastrutture sportive implementate nella zona sud del lotto.

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Masterplan Porta Vittoria

Il filo conduttore dell’intervento risulta essere la sostenibilità, declinata a livello di quartiere dal punto di vista della mobilità, che predilige i percorsi ciclo-pedonali e l’accesso alle reti pubbliche esistenti, dell’orientamento degli edifici (per sfruttare l’irraggiamento solare, sia attraverso sistemi solari termici e fotovoltaici collocati sulla falda esposta in copertura, sia con grandi vetrate poste a sud), dello scarso uso di suolo attraverso tipologie ad alta densità abitativa, del recupero delle acque piovane e dell’impiego del verde come strumento di mitigazione delle isole di calore, ad esempio come copertura pensile dei garages interrati.

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Sezioni Territoriali

Tema che domina la composizione delle corti è il rapporto tra interno ed esterno. Dentro la corte dominano le logge che creano una superficie continua articolata e permeabile capace di garantire una buona interazione tra spazi privati e pubblici. All’esterno il tema principale è la chiusura (dettata anche da esigenze di isolamento termico per gli affacci meno favorevoli): aperture accoppiate in altezza danno l’impressione di strette feritoie. Un ulteriore elemento di separazione tra interno ed esterno è dato dal piano terra della corte rialzato rispetto al piano stradale: l’accesso avviene quindi sempre attraverso scale o rampe. Gli spazi interni caratterizzati dalla presenza di aiuole provviste di sedute sul perimetro rialzato sono veicolo per le interazioni sociali dei residenti e allo stesso tempo, agendo come tetto giardino, mitigano l’impatto ambientale dei garage situati nell’interrato, cui si accede attraverso gli appositi ingressi carrabili.

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Fronte Corte

In quanto intervento di social housing, gli alloggi risultano privi di spreco di spazi: gli spazi serventi sono ridotti all’essenziale per garantire una circolazione efficiente e i vani sono dimensionati appena sopra le metrature minime richieste dalla normativa. Leitmotiv è inoltre l’accoppiamento di cucina e sala in un unico vano. Per coprire una vasta gamma di richiesta tipologica, gli alloggi presentano tagli differenti sia sul piano tipo sia ai diversi piani con metrature che vanno dai circa 44 mq del bilocale ai 90 mq dei quadrilocali. Le scelte distributive seguono la logica della salubrità e dell’efficienza energetica: a sud affacciati sulle logge, si trovano le zone giorno (quando ciò non è possibile è garantito comunque un affaccio favorevole su balconi a est o ad ovest). In presenza degli affacci l’edificio arretra in modo da aumentare la superficie esterna e creare giochi chiaroscurali in facciata. Sempre in una logica di riduzione degli spazi serventi, risulta essere rilevante il taglio del vano scala: posizionato perpendicolarmente all’asse, consente grazie ad una sporgenza protesa verso gli alloggi di servire tre appartamenti, uno di maggiori dimensioni e 2 più piccoli.

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Planimetria Corte

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Pianta Piano Tipo

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Sezione B-B'

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Prospetto Nord

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Prospetto Est

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Prospetto Sud

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Pianta esecutiva

Gianluca Peplis — Residenze Social Housing a Corte

Spazi pubblici

Bridgestone - Juan Carlos Baumgartner, Jimena Fernández

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This project is developed on a single floor of about 2,300 sqm. Its design was inspired in functionality to increase productivity, as well as in movement, dynamism and light in motion. All this was achieved through the use of rugs and lighting that emulate the blur effect of cars in motion. Small pops of red light directed towards the ceiling work as accent in order to emphasize the motion blur effect. Bridgestone products were incorporated into the design in a whole different context and put to a different use, creating some areas in which the user can identify with the brand.

Juan Carlos Baumgartner, Jimena Fernández — Bridgestone

Open area

The reception area captures completely one of the strongest features of Bridgestone: the use of reflecting materials creates a distinctive feeling of immersion that connects the user to the brand. The perfectly distributed floor separates public areas from operating areas, reflecting through architecture the very essence of the company.

Juan Carlos Baumgartner, Jimena Fernández — Bridgestone

C.Central Cassual

“Casual collisions” are more than collaborative-work areas: they are key elements that reflect the direction Bridgestone is heading to and its market position. One of these casual collisions is located right after the reception area, welcoming the user for a second time. This area also becomes automatically a showroom since the furniture, walls and ceilings are designed with Bridgestone tires, such as the swings and armchairs made of tractor tires.

Juan Carlos Baumgartner, Jimena Fernández — Bridgestone

C. Golf Cassual

Casual collision Golf was built to create a Green where you can feel completely identified with one of the products which few people know is developed by Bridgestone: golf balls. The effect was created by a great rug with a panoramic view of a golf rolling countryside and a golf ball curtain that through the combination of reds and whites gives the impression of a golf swing -referencing the state of the art technology that Bridgestone uses to manufacture the balls.

Juan Carlos Baumgartner, Jimena Fernández — Bridgestone

Director´s office

The architecture and design create a space where the essence and values of Bridgestone are expressed, redefining the way we work. All through the 360° of the project, we incorporated Bridgestone products (such as tires and golf balls) in the design of spaces and informal work areas in order to create a unique working experience.

Juan Carlos Baumgartner, Jimena Fernández — Bridgestone

Juan Carlos Baumgartner, Jimena Fernández — Bridgestone

Casual Collision

Juan Carlos Baumgartner, Jimena Fernández — Bridgestone

Committee meeting

The Black Barn - Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič

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The owner is a successful Slovenian businessman who spends some of his spare time in the countryside. The property is situated on the edge of a small village on top of a hill, and consists of farm land, forest, residential building, barn house, apiary and wooden pavilion used as a tool shack. The client decided to replace the broken-down barn house with a new, multi-functional building, a sort of “modern Slovenian hayrack”. The building is intended for dispensing honey, sorting, handling and drying fruit, storage of crops and tools, while the spacious ground floor is intended as a meeting place to host partners from abroad and celebrate family events. Although the client’s idea of a modern hayrack which would function both as a barn house and prominent protocol house seemed controversial at first, however, the idea revealed a great archetypal and development potential, which is inherent in the architecture of a hayrack in Slovenian cultural awareness. Professor Marjan Mušič compared hayracks with Greek temples due to their architectural purity and antique origin, as well as monumentality, derived from pure form. In terms of size, position and importance, the hayrack was a central structure of a homestead and the source of livelihood in general. This is where their almost sacral character stems from. The beauty of hayracks should not be sought in luxurious décor but rather in their proportions, harmony of strict lines, functional credibility and installation in space, giving their surroundings a monumental character. This concept originates in the Antiquity and still has the expressive power for the modern times and new tasks. The building was placed at the end of a ‘pier’, which concludes the site of the small village and from it panoramic views of the picturesque surroundings open up. Together with the residential building and the wooden pavilion this plot of land forms a large inner grassy courtyard of the homestead. The building has a semi dug-in basement, a ground floor and the attic. The construction basis is similar to that of the double hayrack with stone corner pillars. The corners of the new building feature four strong corner pillar structures, with a 12 meter bridge construction placed in between, thus allowing large unified spaces on the ground floor and in the attic. The construction is reinforced concrete with steel roofing. The basement, accessible via pathway directly from the farm land, is designed for dispensing and storing honey, pressing and storing fruit, storing tools and similar. The basement also features a heat pump for heating and cooling the building, as well as a basement bathroom with a sauna. The ground floor of the building is almost empty, which is similar to a hayrack. There is also a handy open kitchen, a fireplace, the entrance hall and a staircase connecting all three floors. The ground floor is glazed with large sliding doors which can be open wide and connect the ground floor with the natural environment or the backyard. The first floor is mostly empty. In the summer the large space is intended for various farm chores, whereas in the winter time it is used as a billiard room and fitness. The first floor also features a mini guest bedroom with bathroom and a storage room. The dimensions, appearance, colour and logic of inner division of the building are based on the tradition of the hayrack. The dark façade looks similar to old wooden barnhouses in the immediate surroundings and also allows a discreet inclusion of the photovoltaic roofing into the basic volume of the building. Due to the photovoltaics on the roof, the snow guards are replaced by wide jutting roofs placed above the ground floor openings. The interior is covered with bright ash tree panels which gives the impression that the interior is hollowed from a single piece of wood. Furniture is simple and accents clean lines of the spaces. Even though the building is intended for agricultural activities of the homestead it is also an elegant »protocol« and symbolic architectural creation. With it the owner wishes to express a respectful attitude towards Slovenian cultural heritage and Slovenian constructional and architectural tradition and to the way in which buildings are placed into the environment. The bold construction of large spans which strikes us with hayracks also gives this new building an air of nobility, in harmony with the picturesque landscape of the surrounding pastoral scenery.

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič— The Black Barn


panca "dispettosa" - matteo maresi

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Progetto vincitore al SUN LAB 2013

matteo maresi — panca "dispettosa"

panca in legno con seduta gonfiabile

Il concorso chiedeva la progettazione “di arredi per esterni che propongano una visione di outdoor come occasione di socialità… prodotti che incoraggino la conoscenza… la comunicazione diretta e reale… la riscoperta del piacere della fisicità delle relazioni umane”. Il semplice gesto di sedersi su questa panca, mette in relazione le persone, tramite un primo incontro di sguardi che può diventare un gioco “dispettoso” nell’ottica di conoscersi e interagire.

matteo maresi — panca "dispettosa"

matteo maresi — panca "dispettosa"

matteo maresi — panca "dispettosa"

matteo maresi — panca "dispettosa"

matteo maresi — panca "dispettosa"

Centro Civico Integrato - Marialuisa Laureati, Emiliano Capasso, Roberto Alesi

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Il lotto di progetto si trova in una posizione privilegiata all’interno della cittadina: è in asse con l’area pedonale che costeggia la Chiesa parrocchiale del XIII secolo. Verso nord ed est fronteggia i campi coltivati dell’area agricola circostante, a ovest si affaccia sull’edificato urbano che è formato principalmente da singoli edifici di massimo 3 piani mentre a sud è presente un piccolo parco urbano che verrà riqualificato.

Marialuisa Laureati, Emiliano Capasso, Roberto Alesi — Centro Civico Integrato

Vista generale

SISTEMAZIONE VIARIA E PROGETTO PAESAGGISTICO. La riqualificazione del tratto di strada prospiciente il lotto è necessaria per rendere fruibile il Centro Civico da chi utilizza le auto inoltre vengono inseriti 46 parcheggi in più oltre quelli già pianificati. L’intervento paesaggistico di sistemazione del parco antistante il Centro Civico vuole renderlo il naturale prosieguo della zona pedonale, una connessione forte tra il centro città e il nuovo edificio. I’idea consiste nella sovrapposizione di un nuovo layer progettuale al parco esistente, effettuando il minimo intervento possibile per renderlo fruibile e funzionale. La trama dei percorsi rappresenta il flusso ideale delle persone che lo percorrono, il tracciato di maggiore spessore guida i visitatori verso la corte del Centro Civico, un segno forte che viene raccolto anche dalla pianta dell’edificio stesso.

Marialuisa Laureati, Emiliano Capasso, Roberto Alesi — Centro Civico Integrato

vista Ovest

CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE L’INNOVAZIONE DEL LINGUAGGIO VERNACOLARE L’intervento proposto trae ispirazione tanto dalle architetture locali, quanto dalla natura in cui è immerso. L’edificio vuole essere razionale, semplice e sobrio, si integra alla perfezione con il luogo, ma allo stesso tempo si differenzia per poter essere riconoscibile in quanto punto cardine della futura vita cittadina. Quello che si viene a definire è un’architettura innovativa, nella forma e nella composizione ma fortemente radicata al luogo. La definizione del volume è avvenuta per sottrazione: una fitta foresta di pioppi a cui vengono sottratte due parti, la corte interna e l’ingresso a Nord della sala consiliare. Quello che rimane è un taglio, una bruciatura, che rimane impressa nel colore dei mattoni neri che compongono le pareti della corte, mentre esternamente i pilastri in acciaio rivestiti in cotto nero simboleggiano gli alberi. LE PARTI E IL TUTTO Si è scelto di dare una visione unitaria al complesso una volta portato a termine, ma di poter comunque distinguere le sue parti a prima vista. Ogni edificio possiede una propria anima: è in grado di vivere da solo, ma solo se lo si guarda nell’insieme il Centro Civico è capace di esprimere al meglio la sua bellezza e funzione. Terminata la costruzione si potrà usufruire della grande corte centrale: l’ampio spazio aperto è un punto di relazione tra tutte le attività presenti nel Centro. Al piano terra gli edifici si interfacciano con la corte grazie a un portico vetrato che li percorre tutti e che permette un continuo scambio di relazioni, spaziali, visuali e sociali. Al secondo piano invece si incontra un’ininterrotta superficie di mattoni neri, un volume puro che per scelta non ha aperture, celando le attività che vi si svolgono all’interno dagli occhi di chi staziona nella corte e riparandole dal caos di una piazza viva; solo in tre punti la cortina muraria viene squarciata da vetrate da cielo a terra che indicano gli ingressi pubblici ai diversi edifici. I piani superiori in contrasto rispetto al piano terra, si aprono verso l’esterno, rendendo di fatto l’intera zona circostante la loro corte. Gli ambienti interni sono fortemente illuminati dalle vetrate a tutta altezza che percorrono il perimetro esterno dell’edificio.

Marialuisa Laureati, Emiliano Capasso, Roberto Alesi — Centro Civico Integrato

Vista Est

ASPETTI DISTRIBUTIVI E FUNZIONALI L’impianto distributivo dell’edificio è uno dei suoi punti di forza. Al piano terra il portico vetrato si occupa di collegare funzionalmente tutti e tre i blocchi. Al piano superiore, il sistema distributivo è posizionato verso l’esterno, inserendosi all’interno solo nel blocco della Sala Consiliare, dividendo il centro anziani dal centro giovani, per poi proseguire verso Sud e sfociare nella luminosa biblioteca a doppia altezza. Concettualmente il centro è organizzato per tenere separati il flusso di utenza pubblico da quello dei dipendenti.

ASPETTI TECNOLOGICI La forma dell’edificio così come i materiali, oltre alle valenze di carattere compositivo nella percezione della tettonica del manufatto, trovano una più pragmatica ragione in una strategia di controllo climatico. La fitta disposizione dei pilastri crea, infatti, una cortina che scherma gli ambienti interni da un irraggiamento diretto, contrastato anche della copertura pronunciata. Verso la zona abitata a Est fungono anche da schermatura visiva. Le pareti massive di mattoni neri aumentano l’inerzia termica dell’edificio. La ventilazione è affidata alle grandi vetrate e alle numerose aperture presenti sul tetto che oltre ad illuminare con luce naturale e in maniera zenitale gli ambienti di lavoro permettono un continuo movimento dell’aria. Si predilige l’illuminazione naturale, lucernari negli uffici e captatori solari nei corridoi. Per l’illuminazione artificiale sistemi a tempo gestiscono l’integrazione tra luce artificiale e naturale.

APPARTAMENTO A MILANO - bdastudio

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Design di interni e progettazione di arredi per un appartamento in uno stabile d’epoca.

 bdastudio — APPARTAMENTO A MILANO

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Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità - Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo

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Rapporto con l’ambiente urbano Il sito di progetto del nuovo complesso parrocchiale, caratterizzato dalla presenza di orti e serre e prospiciente una centrale elettrica, risulta privo di significative qualità architettoniche, pertanto con il nuovo impianto si è inteso realizzare un organismo architettonicamente autonomo, articolato attorno ad una corte centrale, che lega tra loro tutti gli spazi architettonici. La presenza in aderenza delle aree F2 e F3 permetterà al nuovo complesso di soddisfare gli standard urbanistici.

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

vista del complesso parrocchiale dalla via principale

Riconoscibilità dell’edificio sacro La tipologia a corte con quadriportico rende riconoscibile la sacralità del complesso. La croce estroflessa della torre campanaria è traguardo visivo sulla strada di accesso. Fulcro architettonico e simbolico è rappresentato dalla chiesa, riconoscibile da più elementi ispirati alla tradizione architettonica degli edifici sacri. In facciata, dalla conformazione della copertura, che richiama l’iniziale del nome mariano e l’abito segno della protezione di Maria, si percepisce lo spazio interno scandito da tre navate ideali. In facciata vi è la croce, che si innesta nell’architettura con tre feritoie simboliche, vetrate come il volume in aggetto del battistero.

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

planovolumetrico

Profilo estetico, formale L’idea di progetto si ispira alla cultura costruttiva locale e ad esempi della tradizione sacra rivisitati in chiave contemporanea. Il complesso architettonico richiama l’impianto della domus romana articolato intorno ad un quadriportico. L’impianto è dettato da un modulo geometrico visibile nella scansione metrica del porticato. Unica eccezione è la chiesa che sporge con l’apparato del portale e l’abside. La complessità geometrica della copertura reinterpreta la classicità dell’edificio sacro a tre navate mantenendo, in tutto il progetto, una linea compositiva minimale, che esalta la ricchezza cromatico-materica dell’apparato iconografico.

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

fotoinserimento

Impianto liturgico L’aula liturgica, rivolta ad Est, risponde all’esigenza di coinvolgere l’assemblea durante le celebrazioni e all’individuazione precisa dei luoghi liturgici, garantendo spazi e percorsi richiesti dai riti. La definizione spaziale dell’aula, insieme allo sviluppo dell’impianto iconografico, sottolinea la definizione dei “fuochi liturgici” e dei “percorsi processionali” rendendoli simbolicamente eloquenti. La porta d’ingresso è in asse con l’altare. Dall’alto, la luce che interessa l’area presbiteriale ne rafforza il simbolismo escatologico di cui è anticipazione il mistero celebrato. Sul fondo, l’abside tradizionale cede il posto ad uno spazio geometricamente rilevante che fa emergere la Croce, mentre il Cristo, come distaccato da essa, sovrasta l’altare stesso. Nello spazio presbiteriale, insieme all’altare, emerge l’ambone dello stesso materiale dell’altare. Anche se non allineati sull’asse orizzontale, l’ambone e l’altare– mensa della Parola e mensa del Pane – manifestano le due parti dell’azione liturgica “strettamente congiunte tra loro da formare un unico atto di culto” (SC 56; OGMR 28). Lo spazio che si crea rende evidenti i movimenti processionali verso essi dalla sede e dalla navata. Significativo il percorso che parte dal fonte battesimale. La sua collocazione, a destra dell’ingresso, visibile anche dall’esterno per il rivestimento in vetro, in uno spazio che quasi si distacca dal resto dell’aula liturgica, rievoca l’antico battistero e richiama ai fedeli, che giungono dal sagrato e dal lato della chiesa, il cammino iniziatico della fede e il passaggio dal di fuori al di dentro, nella comunità. Vicino all’ingresso vi è la penitenzeria: l’avvicinamento anche al luogo del battesimo, coglie l’accostamento tra i due sacramenti richiamando il sacramento della riconciliazione quale “secondo battesimo”, in riammissione del penitente riconciliato con Dio e con i fratelli. In asse col fonte battesimale, il luogo della custodia Eucaristica, sottolineata dalla luce che giunge dall’alto per la copertura arretrata, è meta del cammino di iniziazione di coloro che “rinati dall’acqua e dalla Spirito” mediante la comunione sacramentale, formano “le membra vive del Corpo di Cristo”. Il tabernacolo, nello spazio dell’adorazione, risulta ben visibile da tutta l’aula liturgica. Lo spazio per il coro e l’organo è in prossimità del presbiterio come da nota pastorale.

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

pianta

Opere d’arte La porta simbolo di Cristo, raffigurato risorto su di essa e progettata in bronzo, richiama la “porta stretta” e unica della sua Croce, che sovrasta l’intero portale. Da essa dipartono tre feritoie che prefigurano la luce e la gloria di risurrezione invitando ad entrare nella celebrazione del Mistero per uscirne trasfigurati. L’altare, su cui sporge il crocifisso ligneo, è formato da due parti litiche, diverse per finitura, unite da bronzo dorato che riprendono il disegno della copertura. La parte inferiore ruvida è ricoperta da una pietra chiara e liscia come fosse tovaglia a memoria dello Spirito Santo dono del Padre. Degli stessi materiali sono realizzati l’ambone, decorato con le formelle degli evangelisti, la sede e la custodia eucaristica. Visibile dall’assemblea sono: l’immagine mariana, realizzata su una tela e collocata tra l’area presbiteriale e la navata, e la via crucis, con stazioni bifronte in vetro e lastre metalliche fresate, sospesa dall’alto lungo la navata dal battistero verso il luogo della custodia eucaristica: cammino penitenziale e redentivo. Il fonte battesimale è collocato nel battistero vetrato decorato con il tema della rinascita dall’acqua e dallo Spirito.

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

sezioni

Aspetti funzionali L’accesso al complesso avviene tramite un porticato che immette sul sagrato. Dal porticato si accede anche ai locali parrocchiali. Il sagrato è qualificato dal portale della chiesa e dal volume del battistero. Lo spazio dell’aula liturgica, comprende anche la cappella di adorazione del Santissimo e il battistero. Dall’aula liturgica si accede alla sacrestia e ai locali di ministero pastorale in collegamento con la Canonica. La Canonica, su due livelli, per il suo carattere funzionale-formale è autonoma in modo da poter essere realizzata successivamente. I locali del Ministero pastorale, si sviluppano su un unico livello, e sono direttamente areati ed illuminati dall’esterno. Su via Petraro si trovano anche gli accessi, indipendenti, all’area della canonica e all’orto didattico su cui affaccia il portico di accesso posteriore al salone parrocchiale favorendo l’ospitalità di attività autonome alla pastorale. La parte del lotto non occupata dagli edifici e dal verde ospita le aree a parcheggio come da standard.

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

esploso assonometrico

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

vista della chiesa dal sagrato

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

vista notturna del portale

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

vista interna della chiesa verso la cappella dell'adorazione

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

vista interna della chiesa verso il presbiterio

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

programma iconografico e progetto artistico

Francesco Paolo Gismondi, Alessandra Scarcelli, Sofia Zaccaro, Eliana De Nichilo — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

programma iconografico e progetto artistico

PROGETTAZIONE DELLO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78° MOSTRA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO - Andrea Foti, Dario De Vita, Claudio Pangaro, Helder Santos, Vincenzo Ajello

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Concept[ originalità, creatività] E’ possibile, partendo da una serie di geometrie semplici, creare uno spazio fluido, dinamico e funzionale? Con questa domanda abbiamo iniziato a riflettere su quale potesse essere il risultato dell’utilizzo di forme e geometrie elementari, proposte in modo reiterato, ruotato, specchiato o sweeppato su binari sinuosi e fluidi o rigidi e più schematici. Immaginiamo una massa di persone in continuo movimento all’interno del padiglione stesso, una massa che per ovvie ragioni percorre in maniera ripetuta diversi percorsi in diverse direzioni. Il flusso continuo segna, marca ed evidenzia delle linee concettuali. Individuando a terra questi percorsi e queste linee, si potrebbe rintracciare un sistema di curve spline sinuoso e morbido, per la composizione di un disegno planimetrico organico.

Andrea Foti, Dario De Vita, Claudio Pangaro, Helder Santos, Vincenzo Ajello — PROGETTAZIONE DELLO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78° MOSTRA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO

fish eye shot

Implementiamo tale concetto, prendendo cioè in considerazione anche gli spostamenti rettilinei, quindi più regolari, si estrapola un impianto planimetrico composito. Disegnato cioè con line morbide e tratti più rettilinei e marcati. Differenziando i due sistemi di flussi, si hanno due aree distinte, da dedicare agli espositori ed al sistema ricettivo-servizio-desk-riunioni. Ne esce fuori un sistema che ben risolve il problema dell’uso razionale dello spazio per quanto concerne l’inserimento dei box espositivi a schema rigido, e che allo stesso tempo rende lo spazio di ricezione e accoglienza, più sinuoso fluido e dinamico. La struttura esistente del padiglione, di forma rettangolare, presenta 7 ingressi/uscite. Tutti disposti sui due lati lunghi del rettangolo. Precisamente, ve ne sono 4 su un lato e 3 sull’altro. Abbiamo individuato, per l’area di accoglienza di ca. 200 m², il lato con tre ingressi. La scelta deriva dal fatto che questo lato è rivolto verso Piazza Bambini di Beslan; prospiciente i tre ingressi alla Fortezza da Basso posti su Viale Filippo Strozzi. (Porta S. M. Novella, Porta Faenza, Porta alle Carre). Il concept ideativo si estende fino al dettaglio, alla progettazione degli arredi ed accessori per dare risposta anche alla richiesta di una immagine grafica coordinata. In scala più piccola viene riproposta l’idea della fluidità e del movimento, concretizzata tramite l’utilizzo di geometrie reiterate, ruotate, traslate…

Andrea Foti, Dario De Vita, Claudio Pangaro, Helder Santos, Vincenzo Ajello — PROGETTAZIONE DELLO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78° MOSTRA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO

planimetria allestimento

Immagine[immagine coordinata] Come espressamente richiesto dal bando, rilevante importanza assume l’immagine grafica coordinata. I colori utilizzati ed il concept grafico sono utilizzati e riproposti nel nostro progetto di allestimento. Gli arredi, il desk, i cestini, i divisori, i percorsi, nascono per arricchire e rafforzare l’immagine corporate ID della Regione Lazio. La riconoscibilità dei segni, dei colori e delle forme impregna il nostro concetto di allestimento. Materiali[forme e colori] I materiali utilizzati rispondono ai requisiti di sicurezza imposti per il loro impiego in locali e spazi pubblici. Risultano leggeri, economici e rappresentano bene il concept-immagine. Abbiamo utilizzato:
  • lastre in forex 2050×3050x19mm (bianco)
  • moquette in vari colori (blu,verde,rosso)
  • collanti per assemblaggio del forex (atossici, ignifughi)
  • elementi in plastica di assemblaggio e/o distanziali a secco
  • pvc per pavimenti

Tecniche costruttive[realizzazione] Le tecniche utilizzate risultano rapide, semplici ed economiche. Per il taglio degli elementi è previsto l’ utilizzo di macchine a controllo numerico. Con opportune operazioni di nesting tramite software che cercano di ridurre al minimo gli sfridi incastrando il più possibile i vari elementi che bisogna ottenere sarà possibile ottimizzare i tagli dei pannelli e l’uso del materiale. L’assemblaggio avverrà per incollaggio o connessioni a secco. Gli elementi potranno essere pre-assemblati per blocchi e trasportati per la posa in opera e l’ulteriore connessione. La posa in opera dei “pavimenti” (linoleum, moquette) avverrà mediante biadesivi appositi o collanti. Si è prestata particolare attenzione per avere un buon equilibrio tra fattibilità tecnica e facilità di realizzazione.

Andrea Foti, Dario De Vita, Claudio Pangaro, Helder Santos, Vincenzo Ajello — PROGETTAZIONE DELLO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78° MOSTRA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO

sezione longitudinale

Andrea Foti, Dario De Vita, Claudio Pangaro, Helder Santos, Vincenzo Ajello — PROGETTAZIONE DELLO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78° MOSTRA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO

vista prospettica

Andrea Foti, Dario De Vita, Claudio Pangaro, Helder Santos, Vincenzo Ajello — PROGETTAZIONE DELLO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78° MOSTRA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO

concept

Andrea Foti, Dario De Vita, Claudio Pangaro, Helder Santos, Vincenzo Ajello — PROGETTAZIONE DELLO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78° MOSTRA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO

elementi arredo

Andrea Foti, Dario De Vita, Claudio Pangaro, Helder Santos, Vincenzo Ajello — PROGETTAZIONE DELLO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78° MOSTRA INTERNAZIONALE DELL’ARTIGIANATO

COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE - laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri

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In un paesaggio caratterizzato da uno sprawl urbano sul quale dominano le immagini della natura si è assunto il paradigma designativo per marcare un luogo simbolico elevandolo a caposaldo dell’organizzazione territoriale. Nel limite delle regole previste dal piano urbanistico si è cercato si trasformare un possibile elemento di criticità (dimensione del lotto in rapporto all’articolato programma funzionale) in opportunità, lavorando sui concetti di stratificazione e innesto, traducendoli in un dispositivo insediativo di immediata leggibilità in rapporto al contesto. In risposta a tale principio, un basso zoccolo stereotomico e parzialmente ipogeo si adegua alla geometria del lotto definendone i margini in stretta connessione con le sollecitazioni finitime mentre all’edificio sacro, adagiato sulla copertura del basamento, è lasciato il compito di attivare relazioni a grande scala.

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

Due architetture per due funzioni (religiosa e civica) e due dispositivi (demarcazione e designazione) per due diversi modi di relazionarsi con il contesto: alla scala umana dell’intorno prossimo per il basamento variamente permeabile ed in grado di intercettare i flussi rispondendo alle regole dell’intorno (rapporto con la strada e con l’area verde ad ovest) ed alla scala divina della natura per l’edificio sacro, iconico nel cercare di aggiungersi al reticolo delle connessioni visive che da sempre orientano fisicamente e/o simbolicamente il paesaggio della piana del Sarno (monti Lattari, Vesuvio, S. Maria del Carmine, Santuario della Beata Vergine di Pompei. Il progetto si nutre delle relazioni architettoniche e simbolico -metaforiche tra il basamento contenente le funzioni civiche (solido elemento portante saldamente ancorato nella terra) e l’apparato dell’ edificio sacro (aulico elemento portato proteso verso il cielo). Il basamento in ruvido lapil-cemento gettato a vista alternato ad ampie vetrate schermate da un sistema strutturante di lamelle in legno, si dispone nell’area demarcandone il perimetro con morfo-tipologia claustrale, citazione della feconda presenza sul territorio dei conventi Carmelitani, definendo in questo modo uno spazio esterno ed uno interno variamente interconnessi e recuperando il valore di soglia quale simbolo di passaggio.

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

Tale soglia si duplica nel rapporto tra il cortile ipogeo (memoria dei chiostri conventuali) ed il sagrato rialzato, spazi aperti raccordati da rampe schermate da un sistema lamellare che dal fronte del basamento piega verso l’ingresso della chiesa con geometria mistilinea (dinamismo generativo) e profilo ascendente (proiezione dello spirito.

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

Il fronte della chiesa, posto lateralmente alla rampa di accesso in ossequio al canonico orientamento est-ovest e caratterizzato dalla presenza di una artistica schermatura reticolata in ottone a tutta facciata, si pone così al termine di un breve percorso rituale come un traguardo simbolico da raggiungere ed oltrepassare per ambire al divino.

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

Oltrepassata la terza soglia attraverso il varco dell’esonartece si giunge nell’aula liturgica progettata come un involucro nell’involucro, composizione che prende evidenza nel rapporto materico tra la membrana in legno della parete nord e del soffitto ed il cemento lisciato della parete sud e del pavimento.

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

Impianto liturgico: all’interno dell’aula la doppia diagonale (in pianta ed in alzato) direziona lo sguardo, alimentato dalla luce indiretta proveniente dal fronte, verso il presbiterio dominato dalla grande croce lignea, diventando punto focale dell’impianto liturgico nel quale l’altare ne rappresenta la massima espressione simbolica. Dalla doppia porta d’accesso alla sinistra della quale si colloca l’acquasantiera, si accede direttamente all’aula a tutta altezza (parzialmente sovrastata dal matroneo e dal coro con organo) superando una soglia di luce salvifica definita dal dialogo polare tra due importanti spazi quali il battistero a destra e la penitenzieria a sinistra. La direzione longitudinale dell’aula è poi sottolineata dalla disposizione sulla sinistra di un profondo e basso ambulacro che conduce dall’ingresso principale alla cappella feriale (dotata anche di un accesso diretto dal cortile ipogeo) lungo il muro del quale un incisione muraria ospita la Via Crucis. Il presbiterio, rialzato di 50 cm su un podio in pietra basaltica nera dal quale prendono forma gli arredi liturgici, è progettato disponendo gli elementi principali della celebrazione in successione ordinata seguendo una logica di vicinanza ai fedeli, per tali ragioni l’ambone è proiettato nell’aula e la custodia si addossa all’iconostasi illuminata zenitalmente da un taglio trasversale tra il muro cementizio ed il soffitto ligneo (inteso come rappresentazione ideale dell’abside e del tiburio soppressi), in una continua relazione dialogica tra umano e divino. Opere d’arte: caratteristica fondamentale delle opere d’arte risiede nella loro doppia rielaborazione attraverso un processo ideativo classico ed uno elaborativo digitale, rievocativo di un dialogo generazionale che chiede all’arte di essere tradotto ed alla chiesa di essere diffuso. La croce incisa in facciata dialoga direttamente con la scultura in pixel estrusi di legno smaltato (6×6m) posta a ridosso dell’iconostasi nel presbiterio, scultura che ci indica il ruolo rigenerante del sacrificio di Gesù con un diretto rimando alla geografia del luogo (vulcano) ed all’idea di una comunità che anima la chiesa (pixel). Ogni spazio simbolico-rituale riconosce la sua forma nella funzione e il suo senso nell’arte. Gli arredi liturgici assumono infine carattere artistico/simbolico nella giustapposizione di due elementi costituiti da parallelepipedi di diverse misure (sempre proporzionalmente modulari) con basi in pietra basaltica nera nelle quali vengono innestati o sovrapposti elementi testurizzati in bronzo, assecondando il principio ideativo dell’intero progetto strutturato attorno al dialogo tra portante e portato, pesante e leggero, terra e cielo, umano e divino.

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

laura legramanti, Giobbi Emilio Braian, Roberto Zampoleri — COMPLESSO PARROCCHIALE S.MARIA DEL CARMINE

Fruizione delle aree a Parco Urbano e a Parco dello Sport - Stefano Tavella, GRAZIA ROSSI, Samantha Zambon

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Il progetto, come richiesto dal Bando di concorso, ha l’obiettivo di riqualificare e ricucire il sistema di relazioni costituito da strade (esistenti e di previsione), percorsi pedonali e ciclabili, aree verdi, che interessa la vasta zona che si sviluppa alle spalle del centro storico e si estende verso la campagna che segna, invece, il limite est dell’intervento. L’idea progettuale nasce dall’intento di attribuire allo spazio oggetto del Bando una fisionomia nuova, organica e intera. L’esigenza di conferire a questo volto un nuovo disegno urbanistico e paesaggistico si è concretizzata attraverso i tre elementi che caratterizzano il progetto: - un asse visivo, che partendo dal campanile del Duomo e passando per il Torrione del Foro Boario, si allunga verso la campagna, - un percorso pedonale e ciclabile che si snoda senza soluzione di continuità dal Torrione stesso e collega fisicamente tutti gli ambiti di intervento, - i filari di alberi che, con sviluppo più o meno regolare, contraddistinguono e circoscrivono gli ambiti che formano il Parco dello Sport. Mentre il primo elemento è fatto soprattutto da punti di vista che si susseguono, da scorci prospettici che si richiamano, da elementi lineari che si ripetono pur non avendo continuità fisica, il secondo assicura questa stessa continuità attraverso l’utilizzo di una pavimentazione unica, in assi di legno trattato per esterni o in terra stabilizzata, di modo che l’utente che la percorre non percepisca l’esistenza di un confine. I due elementi si intersecano e sovrappongono in corrispondenza dell’attraversamento del Rio Paisa e della linea ferroviaria Sacile-Gemona, attraversamento che segna anche il passaggio da un settore di progetto all’altro: il Parco Urbano e il Parco dello Sport. All’interno di ognuno degli ambiti oggetto di intervento il verde esistente ha un carattere proprio: il Progetto ha puntato ad incrementare la vegetazione, partendo dall’esistente e mirando a valorizzarla e regolarizzarla

Stefano Tavella, GRAZIA ROSSI, Samantha Zambon — Fruizione delle aree a Parco Urbano e a Parco dello Sport

Planimetria di progetto

Stefano Tavella, GRAZIA ROSSI, Samantha Zambon — Fruizione delle aree a Parco Urbano e a Parco dello Sport

Parco Urbano

Stefano Tavella, GRAZIA ROSSI, Samantha Zambon — Fruizione delle aree a Parco Urbano e a Parco dello Sport

Parco Sport


Homage to a duck decoy - MD Landschapsarchitecten

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MDL’s plan for the revised layout and restoration of a duck decoy visualizes various historical layers in the landscape. The duck decoy (a piece of land that was structured with the aim of catching waterfowl, with a pond and often surrounded by woods) is part of the monumental Huis te Glimmen estate in Glimmen, a village in the north of the Netherlands. Due to various landscape alterations down through the years, the duck decoy had become scarcely recognizable as having once had this function. In a process of intensive collaboration with neighbours and users, the decision was taken to make new use of the duck decoy as a place of tranquillity for recreational purposes. In the new configuration, sustainable management and frequent use go hand in hand. As a result of a number of subtle interventions, visitors are encouraged to treat the monument with the utmost respect. The renewed duck decoy attracts more visitors than ever, but the vulnerable sections remain out of bounds.

MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

History The duck decoy was constructed as a part of the Huis te Glimmen estate in the early 17th century. The decoy was built on the flank of the extensive sandy ridge called the Hondsrug, which stretches from the Province of Drenthe to well into the Province of Groningen. This was a logical choice: sandy soil is not suitable for agriculture, and the placement of the necessary pond with surrounding banks could easily be realized. The duck decoy fell into disuse after 1819. To make the decoy terrain profitable, the decoy pond was converted into a ridge-plant wood for the harvest of acorns. The ridges enabled better drainage for the plants in the wet ground. The impoldering and construction of the Noord-Willemskanaal (canal) in 1857 ensured progressive drying of the local ground, although this made the former duck decoy even less recognizable in the landscape. In the twentieth century, the estate gradually became a public walking and recreation area. The nature-oriented management of the estate brought about a densification of tree and plant growth on the decoy terrain. In 2004, the entire estate was assigned the status of Listed Conservation Area and the various components were restored or renovated one by one. This was the impulse to expose and restore the historical stratification of the former duck decoy.

MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

Process The restorative interventions and layout of the duck decoy were formulated in intensive collaboration with the neighbours and users. Complete restoration of the duck decoy soon turned out to be impossible: the current situation with regard to water management made the construction of a new pond impractical. The ground had been primarily used for recreation in the recent past, so that the remains of the decoy had also incurred much damage. This kind of usage had to be discouraged, but preferably without the application of ‘prohibited’ signs or fences. In consultation with the owner, users and neighbours, the decision was taken to implement partial restoration in combination with new usage that would contribute to the other qualities of the estate. Thus, the decoy should not only become recognizable and, if possible, enterable, but also invite people to use it as a place of rest and contemplation. This function actually harmonizes well with its former use as instrument of confinement: in bygone days it was forbidden to make any noise in a wide area around operating decoys.

MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

Interventions
With the restoration of the surrounding earthen walls, the decoy is now closed off, but has been made accessible by means of a CorTen steel path in one of the former decoy pipes that enticed the ducks inward and now ends in a sitting element. The CorTen steel element is inviting yet simultaneously generates distance, in combination with the strategically planted holly bushes. Visitors feel welcome as they enter the decoy, but feel instinctively just how far they can go. Not only have the various sections of the decoy been restored, the later use of the terrain as ridge-plant wooded zone has also been visualized. The sitting element has been positioned in such a way that the ridges and decoy walls are easily recognizable. The steel of the sitting element provides a brief description of the various historical and current uses of the zone.


MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

The aforementioned recent, more active recreational function of the decoy has been made possible on an adjoining open piece of ground. This neglected area has been transformed into playing field with fruit trees and a robust, long picnic table. A number of cleverly sited transitions have been created between the decoy and the playing field. As a consequence, visitors who wish to use their leisure time actively opt for the playing field. The functions reinforce one another: recreational visitors also take a look in the duck decoy and vice versa. In this way, several aims can be realized at once with minimum resources: renovation of the conservation area, the visualization of the history of the landscape, continuing recreational use of the area and an increase in the number of visitors.

MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

Year of design: 2010-2011

Year of implementation: 2012-2013 Area: 2ha

Location: Glimmen, The Netherlands, 53° 8’40.59”N – 6°37’16.28”E

MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

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MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

MD Landschapsarchitecten — Homage to a duck decoy

Riqualificazione della Città Commerciale BTC city a Lubiana (SLO) - Vittorio Policaro, Valerio Morabito, stefania condurso, Gianluca Patanè

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Architettura del Paesaggio

Vittorio Policaro, Valerio Morabito, stefania condurso, Gianluca Patanè— Riqualificazione della Città Commerciale BTC city a Lubiana (SLO)

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Nuova Palestra del plesso scolastico "G. Scavia" - Andrea Desimone

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In funzione del buono stato di conservazione dell’immobile e della logica d’intervento che segue criteri di minimo impatto sull’esistente, si è scelto di conservare in maniera quasi totale l’involucro edilizio, operando una serie di interventi di distribuzione interna in grado di recuperare spazi e sistemi connettivi orizzontali e verticali completamente accessibili.

Andrea Desimone — Nuova Palestra del plesso scolastico "G. Scavia"

Lotto di progetto

Per risolvere i problemi di spazio, e per dare alla comunità di Castellazzo Bormida e a quelle gravitanti una scuola accogliente per molti anni in futuro, l’amministrazione ha scelto di aggiungere un nuovo corpo palestra nel terreno posto a nord del complesso così da configurare un naturale prolungamento dell’edificio esistente e generare un luogo urbano in grado di essere fruito anche oltre i normali tempi della didattica.

Andrea Desimone — Nuova Palestra del plesso scolastico "G. Scavia"

Sezione lato sud-ovest

La ricerca ottimale della distribuzione interna nel rapporto con l’esterno e con il verde pertinenziale, insieme a sistemi di accesso indipendenti tra le varie scuole presenti, con servizi comuni come il refettorio ed autonomi come spogliatoi e servizi igienici segue l’ottica della realizzazione di un sistema di edifici autonomi ma caratterizzati da spazi esterni comuni che possono funzionare anche da spazio pubblico come nel caso del giardino antistante la palestra, accessibile anche in orari non scolastici e quindi nell’ottica della creazione di un luogo urbano per la comunità.

Andrea Desimone — Nuova Palestra del plesso scolastico "G. Scavia"

Concept

Andrea Desimone — Nuova Palestra del plesso scolastico "G. Scavia"

La nuova palestra

Andrea Desimone — Nuova Palestra del plesso scolastico "G. Scavia"

Render di progetto

Andrea Desimone — Nuova Palestra del plesso scolastico "G. Scavia"

Render di progetto

Andrea Desimone — Nuova Palestra del plesso scolastico "G. Scavia"

Vista dell'ingresso principale

Andrea Desimone — Nuova Palestra del plesso scolastico "G. Scavia"

Pianta piano terra

Richard - UP_date Studio

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Il concorso “L’uomo misura dello spazio urbano – Suggestioni pisane”è nato da una iniziativa dell’Associazione Culturale Amigdala e dello Studio Associato UP_date con lo scopo di esplorare, tramite le fotografie degli autori, le diverse interpretazioni del complesso rapporto intercorrente tra l’uomo e la città.

UP_date Studio — Richard

La formula del concorso, gratuita ed aperta a tutti, professionisti e fotoamatori, ha mirato a ricevere foto che fossero espressione delle varie sensibilità.

UP_date Studio — Richard

Le immagini pervenute, che dovevano essere scattate all’interno del Comune di Pisa, sono state valutate da una giuria qualificata composta da 5 membri provenienti dal mondo della fotografia, dell’architettura e del giornalismo, che hanno selezionato i 30 scatti esposti nella mostra allestita presso il Centro Espositivo San Michele degli Scalzi e scelto le foto vincitrici.

UP_date Studio — Richard

Il locale che ha ospitato la mostra è un ex deposito di macchinari industriali della fabbrica di porcellane Richard Ginori e l’allestimento ne ha tratto ispirazione e sfruttato gli elementi compositivi.

UP_date Studio — Richard

UP_date Studio — Richard

Archaeological Pavilion - kadawittfeldarchitektur

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The uniqueness of the archaeological site in the Elisengarten park lies in its layering of different settlement structures (dating back some 5000 years) from various eras of Aachen city history. This extraordinary historical strata is mirrored in the concept of the pavilion’s shell: a conscientious aberration from the typical glass vitrines found within the urban context, its open stainless steel construction creates the necessary climatic mantle for the enclosed space. A public inter-zone is thus created, opening up to the surrounding gardens where one is invited to linger and contemplate the city’s history. The outside shell consists of two layers of diagonally overlapping stainless steel profiles. The transparent and reduced construction correlates not only to the building requirements of the excavation site but also to the climatic challenges of the site. It enables also an attentive integration of the building into one of the most popular parks in Aachen. The pavilion blends in with the row of archaeological windows and provides a further highlight to the “Charlemagne Route” in conveying visibility to the historic routes of the city of Aachen by means of a very specific constructional intervention.

kadawittfeldarchitektur — Archaeological Pavilion

kadawittfeldarchitektur — Archaeological Pavilion

kadawittfeldarchitektur — Archaeological Pavilion

kadawittfeldarchitektur — Archaeological Pavilion

kadawittfeldarchitektur — Archaeological Pavilion

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