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Guanghzou Circle internet gallery - Joseph Di Pasquale

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The architectural concept intends to design landmark building that will be immediately perceived as native Chinese Landmark Building using a closed and central structure instead of the usual western skyscrapers stereotype. Therefore the architecture is fully defined, and iconic, very close to the chinese way of perceiving and understanding. It’s a sort of “urban logo” that works as a landmark in the same way that ideograms are used in the Chinese writing, instead of the alphabet.

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

The architectural concept is inspired by the strong iconic value of jade discs and numerological tradition of fengh shui. In particular, the double disc of jade ( bidisk ) is the royal symbol of ancient Chinese dynasty that reigned in this area around 2000 years ago . The building reflected in the water of the river creates exactly the same image: a double jade disc. This figure also corresponds to the number 8 and infinity symbol that Chinese culture has a strong propitiatory value. Just remember how the date and time of the start of the Beijing Olympics was for the same reason fixed to 8:08 am of the ’ 8-8-2008.

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

But the building is also a clear reference to the theme dear to the Italian Renaissance “quadratura del cerchio” (squaring the circle). The two circular facades in fact contain and support suspended groups of storeys that are actually “squaring” the perfect circumference of the facades in order to make the interior space orthogonal and habitable.

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

The 33 floors are grouped to create two rows of volumes blocks that appears from the side of the building and are progressively pushed out till an extreme 25 meters cantilever. The main interior space is the exchange hall that is located just lower then the central hole of the building. This is the heart of the entire complex and of the entire company.

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

credits

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

Designer Joseph di Pasquale architect, (AM project, Milan)

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

Client Guang Dong Hong Da Xing Ye Group Mr Zhou Yi Feng (CEO) Mr Lu Xiao Qing (inernational relations)

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

Design team: Alessandro Tonassi Nazareno Cerquaglia Ma Jun (John) Zhang Hong Ge (Mary) Ma Chong ( Mikeal ) Wang Ying (Vicky) Yi Ji Xuan ( Evys ) Peng Hui Fang ( Migrate ) Cui Hong (Tracy)

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

Preliminary Structural concept: SIGGMA engineering Milan, Giuseppe Muciaccia, Giovanni Muciaccia. Politecnico di Milano, (wind gallery preliminary tests)

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

Local architects and Enginering: SCUT, South China University of Technology, Guangzhou prof Sun Yi Min Architect Tao Liang , Architect Song Gang, structures: prof. Wei Hong , prof. Fang Xiao Dan

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

Building site Engineer: Wang Zhan Shan (Chief enginner of the owner) Chen Jing Qian (vice- Chief enginner of the owner)

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery

Construction companies: Building company: Guang Dong Hong He Constrction Ltd Steel structure company: Zhe Jiang Jing Gong Steel Structure Ltd Facade company: Shen Zhen Rui Hua Constrction ltd Interior company: Shen Zhen Jian Hong Da Constrction ltd

Joseph Di Pasquale — Guanghzou Circle internet gallery


Centro sociale e laboratorio protetto a Dobbiaco (BZ) - I - Adolfo Zanetti, Mezzadringegneria Srl, Climosfera

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Il progetto ha l’obbiettivo di costruire una continuità con il delicato centro storico di Dobbiaco, senza produrre strappi , ma al contrario implementando la ricchezza del costruito e del disegno degli di spazi aperti. Due nuovi edifici scompongono il programma confrontandosi con la morfologia del luogo. I volumi si collocano sul bordo est del lotto liberando un’area a ovest. Questa collocazione ridefinisce, dilatandolo, il limite del vecchio centro storico. La demolizione del vecchio maso, prevista dal bando, e la scelta di non costruire nel suo sedime, diventa infatti l’occasione per dilatare lo spazio aperto costruendo uno spazio pubblico tranquillo, una sorta di grande cortile, che diventa luogo ideale per collocare gli ingressi del Centro sociale; nuovo episodio urbano, luogo di incontro per tutta la comunità. L’articolazione degli spazi sia in pianta, con le deformazione dei due corpi di fabbrica, sia in sezione, tramite la sistemazione del terreno piani orizzontali e inclinati, diventa elemento di raccordo tra il collegamento tra il paese e le passeggiate a ovest.

Adolfo Zanetti, Mezzadringegneria Srl, Climosfera — Centro sociale e laboratorio protetto a Dobbiaco (BZ) - I

L’importante programma richiesto viene organizzato in due corpi di fabbrica, tale soluzione consente da un lato di non smembrare troppo le funzioni e dall’altro di ridurre la scala dei nuovi volumi. Il progetto cerca una forte integrazione nell’ambiente costruito, infatti, grazie alle deformazioni in pianta con la scomposizione delle facciate e alle deformazioni in sezione con il taglio del tetto a falde, il volume viene percepito ridotto di scala. La proporzione viene così adattata alla scala degli edifici circostanti. I due nuovi edifici, si presentano come volumi più duri e precisi a nord e a est su via Ehrenberg, dove è collocato l’accesso carrabile, e più articolati e aperti a ovest verso il nuovo spazio pubblico e il centro storico. È infatti a ovest che sono collocati gli ingressi ed è in questi affacci che l’architettura diventa più domestica

Adolfo Zanetti, Mezzadringegneria Srl, Climosfera — Centro sociale e laboratorio protetto a Dobbiaco (BZ) - I

Anche dal punto di vista tipologico il progetto, pur denunciando il suo carattere di edificio pubblico, cerca una relazione con la scala più piccola della casa di abitazione dove l’anziano si senta a proprio agio. Il progetto si confronta all’esistente con rispetto e delicatezza al contesto, senza falso romanticismo, ma anche senza forzature, il nuovo edificio si presenta con un linguaggio contemporaneo che declina elementi della tradizione locale, dove vecchio e nuovo cercano un equlibrio.

Adolfo Zanetti, Mezzadringegneria Srl, Climosfera — Centro sociale e laboratorio protetto a Dobbiaco (BZ) - I

Adolfo Zanetti, Mezzadringegneria Srl, Climosfera — Centro sociale e laboratorio protetto a Dobbiaco (BZ) - I

Casa_T - Marco Capobianchi, Martina Di Lorenzo

Casa_S - Marco Capobianchi, Martina Di Lorenzo

Eco_Luoghi 2013 - Manuel Laporini

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La casa unifamiliare di “45 mq netti” è ubicata in Lunigiana; la scelta di questo territorio per la realizzazione del presente progetto è stata dettata dal fatto che la zona, è poco valorizzata. Tutte le costruzioni realizzate dal dopoguerra in poi non curano né l’ aspetto orografico, né tipologico costruttivo lunigianese, con conseguente assenza di impiego dei materiali del luogo. Tale mancanza ha fatto si che si perdessero di vista gli aspetti caratteristici che distinguono gli edifici di questa parte d’ Italia della altre parti. Partendo da questo aspetto ho sviluppato la progettazione di un edificio integrato con l’ambiente, con un elevato risparmio energetico, che richiami le caratteristiche architettoniche locali utilizzando materiali ecosostenibili della zona e quindi difficilmente replicabile in altre parti d’Italia. Attraverso l’ analisi della tipologia edilizia di montagna in questione, della morfologia del territorio, e conseguentemente lo skyline dell’Appennino Tosco-Emiliano sono giunto all’individuazione della forma che la casa deve avere: una forma irregolare asimmetrica, che, guardando il profilo, richiami l’ andamento delle montagne e allo stesso tempo l’ architettura della tradizione Lunigianese, rivisitata in chiave moderna, perfezionata con utilizzo di materiali autoctoni.

Manuel Laporini — Eco_Luoghi 2013

Fotoinserimento

Stand Citterio - studio aCd architetti

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La Giuseppe Citterio spa ci incarica di riallestire lo stand utilizzato negli anni precedenti in varie manifestazioni in Europa. Il riallestimento non stravolge il concept acquisito dall’azienda leader nel settore, ma con alcune variazioni e migliorie aumenta il valore simbolico del concetto di Casa Citterio. L’ambientazione ricorda la prestigiosa sede dell’azienda racchiudendo le eccellenze dei prodotti in un ambiente caldo e confortevole. Lo stand é stato qui riallestito nella manifestazione del SIAL di Parigi, a cui seguiranno, nel 2013, quella di Tuttofood a Milano e Anuga a Colonia.

studio aCd architetti — Stand Citterio

studio aCd architetti — Stand Citterio

studio aCd architetti — Stand Citterio

studio aCd architetti — Stand Citterio

Lavazza aree break - studio aCd architetti

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Un progetto di riqualificazione estetica e funzionale degli ambienti comuni degli uffici Lavazza con sede in corso Novara, in particolare delle aree break, mediante l’inserimento di grafiche e di nuovi mobili che rendono facile e possibile una buona manutenzione dei locali. Dalla necessità di realizzare un luogo di relax che sia piacevole, confortevole e contestualmente ordinato, pulito e di facile manutenzione nasce il banco caffè che soddisfa esigenze estetiche e pratiche in perfetta sincronia con le linee guida proprie di ogni ambiente Lavazza.

studio aCd architetti — Lavazza aree break

studio aCd architetti — Lavazza aree break

studio aCd architetti — Lavazza aree break

studio aCd architetti — Lavazza aree break

studio aCd architetti — Lavazza aree break

Istituto Sant’Anna - studio aCd architetti

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Il progetto prevede il rifacimento e l’abbellimento del cortile interno dell’istituto attraverso la realizzazione di varie aree, funzionalmente differenti: alcune dedicate al gioco (area scivolo, area dondolo, area percorso fiaba, area panchine), altre a scopi didattici (orto didattico). La pavimentazione delle aree gioco è stata progettata per essere anti-trauma e garantire quindi la sicurezza dei bambini (grazie al sistema vitriturf playground system). Il progetto prevede inoltre la ritinteggiatura della muratura perimetrale, l’inserimento di immagine dipinte di fiabe nelle nicchie esistenti creano un ambiente unico.

studio aCd architetti — Istituto Sant’Anna

studio aCd architetti — Istituto Sant’Anna

studio aCd architetti — Istituto Sant’Anna

studio aCd architetti — Istituto Sant’Anna

studio aCd architetti — Istituto Sant’Anna


Nuovo complesso scolastico a San Mauro Pascoli - Gianpiero Lepreti

Velostazione - Marco Castelletti

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Concept Il progetto prende spunto dalla conformazione della massima area di ingombro destinata alla nuova costruzione, un poligono che si rastrema per assecondare il disegno dei parcheggi esistenti e l’allineamento alla via Ronzoni, per inserire un edificio che riprende in pianta la forma della trasmissione di una bicicletta. Il concept si traduce nel disegno della velostazione generando un edificio semplice e leggero, un piccolo “hangar” interamente metallico, nel quale la struttura modulare costituita da un doppio sistema di montanti centrali sostiene una copertura a sezione lenticolare chiusa sul limite del perimetro dalla successione dei pannelli di rivestimento in lamiera forata. Un edificio nel quale le biciclette possono restare al riparo dalle intemperie e depositate in sicurezza ma all’aria aperta mentre solo i locali al centro sono stati progettati come ambienti riscaldati. La soluzione è stata studiata per potersi adattare e seguire l’andamento del piano leggermente inclinato dei parcheggi caratterizzato da pendenze in relazione dello smaltimento delle acque meteoriche. La struttura ospita locali per il ricovero di circa 170 biciclette che con la possibilità di crescita modulare possono arrivare fino a 230 biciclette.

Marco Castelletti — Velostazione

Inquadramento generale nell’area Il nuovo edificio è orientato secondo l’asse est-ovest parallelo verso sud alla via Ronzoni e verso nord al disegno dei parcheggi esistenti. L’accessibilità in entrata ed uscita alla struttura è consentita, per le biciclette, ad est della costruzione in corrispondenza dell’ingresso posto nella parte più larga della costruzione mentre verso ovest è previsto un ulteriore ingresso ed uscita solo pedonale in collegamento diretto con il sottopasso pedonale verso la stazione e l’attraversamento pedonale di via Ronzoni. La struttura modulare ha la possibilità di ampliarsi nella direzione ovest occupando la parte di parcheggio rimanente verso la stazione ferroviaria.

Marco Castelletti — Velostazione

Organizzazione interna dell’edificio L’idea concettuale ha guidato il disegno in modo da ordinare tutte le biciclette che vengono lasciate in deposito dagli utenti lungo il perimetro interno della costruzione e allineando nella parte centrale i locali di servizio destinati al custode e alla riparazione, alla vendita, al noleggio e bike sharing. Si entra con la bicicletta da est varcando un portone di ingresso che viene lasciato aperto durante le ore di funzionamento della struttura. In questo punto si trova un generoso spazio circolare di accoglienza sul quale si affaccia il locale del custode che controlla l’accesso e l’uscita delle biciclette: l’utente viene indirizzato verso destra nel corridoio anulare che gira lungo tutto il perimetro dell’edificio dove deposita la bicicletta nelle apposite rastrelliere che possono contenere fino a 140 bici. La parte centrale accoglie in successione, dietro alla reception, un servizio igienico, il locale adibito alle riparazioni ed un’area per la vendita delle bici e per il bike sharing per 30 bici e, nella parte finale più stretta, una doppia fila di armadietti nei quali gli utenti possono lasciare gli indumenti che utilizzano per andare in bici quali caschi, guanti, impermeabili, ecc. All’estremità verso ovest è stato inserito un tornello che consente l’ingresso e l’uscita dei pedoni ma non delle biciclette che devono seguire il percorso anulare obbligato per poi riuscire dall’ingresso principale ad est.

Marco Castelletti — Velostazione

Struttura e finiture della costruzione L’uso dei materiali è in sintonia con l’idea architettonica di concepire un edificio leggero e assemblato in analogia alle biciclette che dovrà accogliere e si lega per i caratteri di modernità alla presenza della nuova stazione ferroviaria. La costruzione prevede una struttura portante interamente metallica, zincata a caldo, composta da montanti verticali HE 120 che reggono la struttura della copertura a sezione lenticolare. La copertura è composta da travature longitudinali, che collegano i pilastri, con corrente superiore ed inferiore in HE 100, montanti verticali in tubolare 50×50 e diagonali con L 50×50 e da travi trasversali composte da tubolari 50×50x4 nelle quali la parte a sbalzo a forma di “becco” rimane a geometria costante mentre variano le travi trasversali centrali in relazione alla rastremazione in pianta dell’edificio. Tutta la struttura è pensata per un montaggio imbullonato che prevede, dopo la posa dei pilastri sulle piastre collegate ai tirafondi della fondazione, la posa delle travi longitudinali e successivamente le travi trasversali con i “becchi” a sbalzo. La struttura della copertura viene poi rivestita, sia sopra che sotto, da un assito grezzo di tavole di spessore 4 cm posate secondo la direzione longitudinale che forma un piano di posa delle lastre di rivestimento in rheinzink (zinco-titanio) che avvolgono sia la parte esterna superiore che quella interna inferiore della copertura. Verso il perimetro esterno sono inseriti a passo regolare dei montanti sempre con sezione 50×50 ai quali sono fissati sia gli attacchi delle lastre metalliche di rivestimento esterno in lamiera di rheinzink perforata calandrata e piegata che i tubolari delle rastrelliere delle biciclette. La parte centrale dell’edificio prevede di chiudere con delle pareti metalliche sandwich coibentate i locali chiusi con la possibilità di avere all’occorrenza anche delle parti vetrate per realizzare delle vetrine espositive di nuovi modelli di biciclette. Il pavimento realizzato con resine sintetiche colorate differenzia la parte di percorso anulare dalla parte di deposito delle bici e centrale e si collega con la pavimentazione asfaltata esistente garantendo il superamento delle barriere architettoniche ed il deflusso delle acque meteoriche e dato che l’edifico è concepito sollevato rispetto al piano di posa le superfici di calpestio consentono le operazioni di ispezionalbilità e ripristinabilità nel caso siano presenti sottoservizi impiantistici. All’esterno verso il parcheggio delle auto sono inseriti nella pavimentazione asfaltata dei ferma ruote per evitare che le auto parcheggiando possano urtare l’involucro esterno della costruzione danneggiandolo.

Marco Castelletti — Velostazione

Impianti ed energie alternative L’edificio si avvale di un impianto fotovoltaico piano inserito nel rivestimento di copertura che produce l’energia necessaria alla gestione della struttura ed al funzionamento dell’impianto di illuminazione, dello scaldabagno del servizio igienico e del sistema di riscaldamento elettrico radiante a pavimento che viene collocato al di sotto della pavimentazione dei locali di ricevimento e di riparazione e permette di ottenere un’ottimale distribuzione del calore senza dispersioni termiche. La potenza di tale impianto è di circa 3 kw che è sufficiente per soddisfare gli impianti presenti nella struttura.

Marco Castelletti — Velostazione

Funzionamento della struttura La gestione della velostazione prevede non solo la custodia delle biciclette, ma anche la loro eventuale riparazione, la vendita e il bike sharing. Chi lascia la bicicletta non dovrà chiuderla con un lucchetto dato che la struttura è studiata con un sistema di accesso ed uscita e di percorsi interni che consente al custode di controllare agevolmente il flusso in ingresso ed in uscita dei mezzi. Entrati con la bicicletta dall’ingresso principale l’utente riceverà, come succede nei guardaroba dei musei o dei teatri, un contrassegno numerato che verrà apposto anche sulla bici in modo che all’uscita, con la restituzione del contrassegno, si potrà identificare la corrispondenza tra il mezzo ed il suo proprietario.

Marco Castelletti — Velostazione

Marco Castelletti — Velostazione

Concorso di Progettazione del Complesso Parrocchiale di Santa Maria del Carmine - Giovanni Voto

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L’ipotesi di inserimento nell’ambiente urbano affronta una condizione del sito avulsa da un tessuto consolidato e dunque l’esigenza di costituire un polo ordinatore ben riconoscibile nel paesaggio frammentato e disorganico attuale. In questo senso sono state operate alcune scelte sulla configurazione dell’impianto planimetrico: la direzione che lega l’intervento a quella parte del paese in cui è inserita la parrocchia esistente e il verso della chiesa che tiene conto dell’irraggiamento e dell’illuminazione sull’asse est-ovest. L’articolazione graduale di tre elementi quali la piazza che presiede il sagrato e il nartece amministrano attraverso lievi cambi di quota il rapporto prossemico del complesso al territorio e alla sua dimensione sociale. In questo senso questa sequenza di spazi media la condizione di incontro e attesa allo spazio liturgico ed è luogo cui convergono tutti i corpi progettati quasi a suggerire il nucleo di una futura urbanizzazione. Dunque la scelta sul tipo dell’impianto planimetrico della chiesa è assiale, quasi a codificare questa condizione di cammino dell’uomo. L’edificio trova al temine dell’asse il tema dell’uovo simbolo della vita e qui originato dall’esigenza di comunicare la dimensione cosmica della maternità di Maria. L’uovo, forma non finita è analogia del ventre e funge da abside in senso classico connettendosi – apparentemente senza toccarsi – alla forma finita e rigorosamente proporzionata nella sezione verticale delle navate. La navata centrale è inizialmente un quadrato che si conclude sul presbiterio come rettangolo aureo, mentre quelle laterali inizialmente rettangoli aurei si trasformano in quadrati. Queste sezioni estrudono dunque uno spazio che, a dispetto delle piccole dimensioni, ha carattere fortemente ascensionale ed accenna metaforicamente allo scapolare anche grazie alla rappresentazione pittorica.

Giovanni Voto — Concorso di Progettazione del Complesso Parrocchiale di Santa Maria del Carmine

Lo studio delle misure dell’edificio, ben visibile nelle proporzioni dei fronti, e la modalità di ingresso della luce nelle diverse ore del giorno con una chiesa orientata come da tradizione a est è teso a rintracciare la sacralità immanente lo spazio. Nel sagrato in cui il disegno di pavimentazione amplifica la profondità dello spazio, la gerarchia compositiva è stabilita dalla contro facciata che risolve il portico con un movimento ventoso, quasi lo sfogliarsi dalla fabbrica originale, dando leggerezza alla forza iconica dell’intero alzato. Tutta la pavimentazione sia nel sagrato che all’interno della chiesa, ha un disegno che nell’ordine minore ruota muovendosi su un ordine maggiore (serie di fibonacci) alludendo a una realtà abissale quale è il mistero dell’essere. La scelta formale è originata dalla natura sacra del luogo come sopra esposto. Possiamo aggiungere che la pietra usata sui due fronti est e ovest è una tufacea chiara locale mentre per il resto è intonaco bianco con un disegno di listelli. Il portico, la cui direttrice geometrica è un frammento di uovo, configura il sagrato, spazio accogliente, all’ombra del quale si svolge la vita e fissa con forza la composizione plastica in una sospensione quasi metafisica amplificata dalla presenza del pozzo. L’aula si configura come “strada edificata” percorsa dalla comunità, soggetto celebrante. Il coro è posto in alto all’ingresso dell’aula subito dopo il nartece e vi si accede da una scala laterale, mentre Il fonte battesimale è posizionato all’inizio nella navatella sinistra. In fondo alla stessa possiamo trovare uno spazio isolato adibito a penitenzieria. Ambone, altare e sede presidenziale attuano nel settore celebrativo un allineamento e una scansione precisa secondo una diagonale sul proscenio del presbiterio avente come fondale un abside traslucido in alabastro che luminosamente allude, nella sua sezione plastica, alla maternità della Madonna. A destra di questa composizione si trova la custodia eucaristica (innestata nel muro che appartiene anche alla cappella feriale) che è assiale alla navatella laterale destra permettendo cosi l’adorazione. L’ambone si protende verso l’assemblea quale cerniera tra il celebrante e la comunità. L’altare è concepito come un blocco di pietra cui è impresso un movimento di strati verticalizzante. La sede, in posizione diametralmente opposta all’ambone, è posizionata dietro all’altare.

Giovanni Voto — Concorso di Progettazione del Complesso Parrocchiale di Santa Maria del Carmine

Entrando dalla promenade del sagrato attraversiamo un nartece diaframma tra interno ed esterno. Nella navatella destra vi si trova l’accesso, all’inizio alla scala per il coro e alle chiostrine aperte sulle coperture. L’ingresso all’ufficio del parroco, ritenuto di uso frequente, ha invece, oltre all’acceso dalla sagrestia un ingresso indipendente anche dall’esterno della chiesa. I due temi esposti nella fascia della navata centrale sono l’Akasistos, cantico alla Madonna e la storia della Madonna del Carmelo, sulle navatelle laterali vi è invece la Via Crucis.

Giovanni Voto — Concorso di Progettazione del Complesso Parrocchiale di Santa Maria del Carmine

La chiesa può contenere da 236 a 280 posti a sedere nell’aula principale e 36 posti nella cappella feriale. Nel resto del complesso i corpi, quali lo spazio polivalente con cucina e almeno 108 posti a sedere e le 8 aule con bagni per la catechesi, sono disposti a recintare l’area dietro un colonnato successivo alla canonica. Il connettivo tra i vari spazi tiene insieme le funzioni e gli spazi aperti favorendo la connessione trasversale degli stessi. Un parcheggio che sfrutta il piano semi interrato con 56 posti autoassolve alla normativa e altri parcheggi nelle aree ipotizzate per attività sportive e sociali di bambini, ragazzi e adulti, amplificano le possibilità.

La giacitura, l’orientamento e i caratteri distributivi della composizione, insieme all’alzato tengono conto dell’irraggiamento e dei flussi termici nelle diverse stagioni. Attraverso la presenza di intercapedini orizzontali che fungono da coperture ventilate, si generano quei flussi d’aria estivi e l’effetto serra invernale ( come visibile nei disegni schematici ) che permettono di migliorare la performance energetica e contenere i costi di gestione per il raffrescamento estivo e il riscaldamento invernale del complesso. Questo è particolarmente studiato nella copertura della chiesa dove è stata definita appositamente una copertura fatta con mini shed ad orientamento meccanico (cioè tramite un sistema di leve) che favoriscono l’ingresso variabile della luce e degli infrarossi. L’aerazione della chiesa è invece permessa attraverso la feritoia nelle pareti laterali e le aperture opposte sui fronti che impedisce situazioni di umidità modulando l’aerazione stagionale. Complessivamente escludendo l’uso di isolanti termici e degli impianti climatici quale il riscaldamento a pavimento strettamente necessari, l’uso dell’elettronica è stato ridotto al minimo onde rendere il complesso gestibile.

Una Tartaruga in Piazza Venerio - Alessandro Verona, Luca Gremese, Luigi Montalbano

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“Una tartaruga in piazza Venerio”è il nome di un progetto di riuso e rigenerazione urbana temporanea, realizzato a Udine nel maggio del 2012, nell’ ambito del festival Vicino/Lontano, che, attraverso una azione di guerrilla gardening, ha riattivato una piazza nel centro della città, che da spazio funzionale di attraversamento si è trasformato in luogo di sosta e attività a servizio della cittadinanza. L’ uso controllato del sistema verde/ghiaino/deck, la necessità del rispetto del sistema degli accessi, la volonta’ di generare un “interno urbano” hanno determinato la nuova toponomastica del luogo. In seguito al lancio del progetto su Facebook, immediatamente ripreso dalla dai numerosi articoli sulla stampa locale, è stata avviata una campagna di reclutamento di volontari tra le varie comunità etniche della città che in cambio della maglietta, quale “divisa di ordinanza” hanno reso possibile la realizzazione dell’ intervento, realizzato con forniture a carico di sponsors privati. La riappropriazione di questo spazio attraverso il processo partecipativo di riconversione hanno determinato, oltre ad una nuova immagine ed identità un nuovo luogo centrale dove programmare nuove attività : il Consorzio Friuli innovazione ha realizzato un convegno sulle Smart Cities, il Comune, che ha messo a disposizione la piazza, ha poi ospitato una tappa della giornata mondiale del gioco, feste serali e concerti hanno animato questa parte di città altrimenti non vissuta. Con entusiasmo dei commercianti, per i nuovi flussi che nel corso dell’ estate sono stati generati, Nel corso di tutta l’ estate, “Una tartaruga in piazza Venerio”è diventato un riferimento per i bambini e gli anziani in sosta sulle sedute predisposte all’ ombra degli alberi in contemplazione di una scultura in prestito temporaneo di Carlo Ciussi, scomparso in quei giorni, a chiudere la prospettiva sull’ abside della ex-chiesa di San Francesco. La realizzazione è stata resa possibile grazie al prestito di circa trecento piante in vaso, molte di altezza di circa 5/6 metri da parte di un vivaio. E’ stato realizzato un impianto di irrigazione per il mantenimento durante la calda estate, mentre la pavimentazione è stata realizzata in osb per le parti generali e in plance di teck, successivamente riutilizzate, ad accentuare la texture del carapace. Il riporto di ghiaino lavato ha mitigato le asole irregolari di mascheramento dei vasi e, con il semplice uso di un listello verniciato di nero ne ha definito l’ interno. Il progetto e la realizzazione sono stati inseriti su proposta della’Amministrazione Comunale, nell’ ambito del rilancio del storico quale Centro Commerciale Naturale, nel P.I.S.U.S.- Piano Integrato di Sviluppo Urbano Sostenibile. La cittadinanza e le categorie economiche hanno richiesto la trasformazione dell’ intervento da temporaneo a permanente ed attualmente nei programmi dell’ amministrazione è stata avviato un procedimento per trasformare questa piazza in una piazza dedicata all’ innovazione economica e sociale.

Alessandro Verona, Luca Gremese, Luigi Montalbano — Una Tartaruga in Piazza Venerio

Inaugurazione

Alessandro Verona, Luca Gremese, Luigi Montalbano — Una Tartaruga in Piazza Venerio

Stato di Fatto

Alessandro Verona, Luca Gremese, Luigi Montalbano — Una Tartaruga in Piazza Venerio

Realizzazione

NUOVA SEDE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DELLA PROVINCIA DI FERRARA E DELL’URBAN CENTER DI FERRARA - Michele Di Gennaro

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Il manufatto , realizzato nella parte meridionale degli spalti dell’ex Piazza D’Armi di Ferrara nel secondo quinquennio degli anni trenta del secolo 19°, nasce come palazzina uffici del Mercato Ortofrutticolo cittadino e rappresenta un esempio pregevole di architettura razionalista , anche se versa in condizioni di forte degrado. Esso si sviluppa su quattro livelli ,collegati tra loro da collegamenti verticali e ha una superficie di mq 320,00 , mentre l’area di pertinenza assegnata , occupa un’area complessiva di ….Le piante dei primi due livelli si strutturano in forme compatte rettangolari , con i vani distribuiti parallelamente ai lati lunghi del fabbricato , mentre il piano primo si articola su una pianta a C , con due ali laterali aperte sul corso Isonso , in cui sono state ricavate due terrazze che si affacciano sulla parte interna dell’area dell’ex mercato. Il secondo piano del fabbricato , anch’esso con una pianta a C , è costituito completamente da terrazze al cui centro si eleva simmetricamente la torre dell’orologio , che ha una struttura a base rettangolare e si eleva per altri due livelli fuori terra e contiene i meccanismi per il funzionamento di due orologi orientati verso Corso Isonso e verso l’ex piazza del mercato. A una geometrica distribuzione in piante del manufatto, corrisponde un rigoroso disegno dei prospetti, caratterizzati da fasce marcapiano che ne evidenziano i davanzali. All’interno dell’ex MOF al piano rialzato , nel salone utilizzato per le contrattazioni commerciali sono presenti due affreschi realizzati dal pittore Galileo Cattabriga. Nel Marzo 2007 il manufatto è stato dichiarato di interesse storico-artistico e , quindi, sottoposto a tutela da parte dello Stato.La palazzina ex MOFè identificata dal sub 10, mappale 8, foglio 160/a del N.C.E.U.. L’ obiettivo principale previsto dal bando è quello di recuperare la Palazzina Ex Mof, considerata nevralgica per il centro storico, individuando e organizzando al suo interno spazi da destinare agli uffici ed alle attività dell’Urban Center del Comune di Ferrara (piano terra dell’edificio oggetto di concorso) e alla nuova sede dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Ferrara (piano primo dell’edificio oggetto di concorso). L’ipotesi ideativa proposta , in congruenza con tali indicazioni , ne recepisce , le finalità e indica una metodologia di intervento di restauro e delle soluzioni architettoniche e distributive , finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati . In tal modo la Palazzina ex Mof sarà : – In grado di contribuire organicamente ed efficacemente alla trasformazione partecipata del territorio e della città ; – Uno strumento di ricerca , di riflessione, di formazione sui temi della Cultura contemporanea e sull’architettura , sul paesaggio e sul dibattito urbano ; – Coinvolgere la cittadinanza , le istituzioni e tutti gli attori economici , sociali culturali della città , promuovendo conoscenza, partecipazione e dialogo , ma anche capace di configurarsi in nuove forme di aggregazione e lavoro , di offrire convivialità e formazione a un’utenza diversificata e attenta anche alle nuove istanze culturali e sociali – Anche disponibile per gli anziani , i bambini , i diversamente abili e le loro esigenze.

Michele Di Gennaro — NUOVA SEDE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DELLA PROVINCIA DI FERRARA E DELL’URBAN CENTER DI FERRARA

Sala conferenze

Michele Di Gennaro — NUOVA SEDE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DELLA PROVINCIA DI FERRARA E DELL’URBAN CENTER DI FERRARA

Vista notturna dell'ex MOF

Michele Di Gennaro — NUOVA SEDE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DELLA PROVINCIA DI FERRARA E DELL’URBAN CENTER DI FERRARA

Urban Center -workshop -spazi aperti

Michele Di Gennaro — NUOVA SEDE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DELLA PROVINCIA DI FERRARA E DELL’URBAN CENTER DI FERRARA

Urban Center -workshop -spazi chiusi per piccoli gruppi

Michele Di Gennaro — NUOVA SEDE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DELLA PROVINCIA DI FERRARA E DELL’URBAN CENTER DI FERRARA

dettaglio orizzontamento traslucido, fotovoltaico calpestabile

casa unifamiliare - Nicola Gasperini

Casa unifamiliare - Nicola Gasperini, Cristina Rizzo


ampliamento abitazione unifamiliare - Nicola Gasperini, Giovanni Ferrarese

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ampliamento abitazione unifamiliare rivestimento esterno in marmo rosso verona, larice, graniglia di marmo rosso verona. coperture in lastre di marmo “biancone”.

Nicola Gasperini, Giovanni Ferrarese  — ampliamento abitazione unifamiliare

Nicola Gasperini, Giovanni Ferrarese  — ampliamento abitazione unifamiliare

Nicola Gasperini, Giovanni Ferrarese  — ampliamento abitazione unifamiliare

Nicola Gasperini, Giovanni Ferrarese  — ampliamento abitazione unifamiliare

Nicola Gasperini, Giovanni Ferrarese  — ampliamento abitazione unifamiliare

Nicola Gasperini, Giovanni Ferrarese  — ampliamento abitazione unifamiliare

Nicola Gasperini, Giovanni Ferrarese  — ampliamento abitazione unifamiliare

valorizzazione del sito archeologico della Cripta del redentore - angelo campo

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Il progetto riguarda la realizzazione dell’ingresso ad un sito archeologico di grande importanza per la città di Taranto. Si tratta di una cripta ipogeica probabilmente in origine una tomba a camera greco-romana, trasformata in chiesa intorno al IX – X secolo dopo Cristo ed oggi dedicata al Redentore. E’ un monumento post-classico di Taranto ed il più antico documento delle origini cristiane della città. Si trova in via Terni, in pieno centro, a cinque metri di profondità sotto il livello stradale ed è raggiungibile attraverso un percorso scavato nella roccia composto da 12 scalini.

angelo campo — valorizzazione del sito archeologico della Cripta del redentore

Si è trattato, in sostanza, della ideazione di un luogo rappresentativo capace di assolvere anche alla necessità funzionale di coprire un vasto foro dovuto al crollo della volta avutasi durante la realizzazione della sede stradale avvenuta alcuni decenni fa. In quell’occasione il sito fu riscoperto dopo secoli di oblio.

angelo campo — valorizzazione del sito archeologico della Cripta del redentore

Il progetto ha previsto la sistemazione della piazzetta con sedute e pavimentazioni e la valorizzazione dell’ingresso al sito attraverso l’ideazione di una struttura in pietra ed acciaio corten.

angelo campo — valorizzazione del sito archeologico della Cripta del redentore

angelo campo — valorizzazione del sito archeologico della Cripta del redentore

Twice - Archisbang

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Aria, luce e scorcio visuale guidano le scelte distributive in chiave di permeabilità: il doppio affaccio condiziona le proporzioni degli appartamenti, cannocchiali verso la collina oltre i tetti dall’atmosfera parigina. L’ottimizzazione è massima nel binomio calpestabile = vivibile, senza rinunciare al respiro. L’antibagno, con lavabo e doccia liberi sulla camera, funge da filtro trasparente tra zona giorno e notte. Il blocco sanitari ribassato, cui è accorpato il guardaroba, è l’unico elemento isolato, ma non completamente cieco: una chiusura vetrata lascia filtrare la luce nell’interruzione tra il corpo e il soffitto.

Archisbang — Twice

Twice è il progetto di suddivisione di un unico blocco in due bilocali. I due appartamenti, studiati sullo stesso schema, trovano personalità differente con gli strumenti del contrasto tra il vecchio e il nuovo, memoria e linee pulite giocate con un articolato accostamento di materiali diversi ed elementi recuperati in loco e ripristinati.

Archisbang — Twice

Archisbang — Twice

Archisbang — Twice

Archisbang — Twice

Archisbang — Twice

Archisbang — Twice

Archisbang — Twice

Archisbang — Twice

Archisbang — Twice

Archisbang — Twice

Archisbang — Twice

pianta progetto

Archisbang — Twice

schizzo progettuale

logo 38 - stefano bolzoni, guido bonatti, balena design

The New Generation (TNG) Youth and Community Centre Lewisham - RCKa

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Showcasing innovative sustainable construction and high-quality design, The New Generation (TNG) Youth and Community Centre is a £3.5m new- build venue designed by RCKa. It provides a range of vocational, leisure and support services for the young people of Lewisham, South London. The state-of-the-art building includes a climbing wall, training kitchen and café, multi-use games area, recording studios, health clinic, dance and performance spaces, teaching and conference rooms and an IT suite.

RCKa — The New Generation (TNG) Youth and Community Centre Lewisham

A dramatic central space resolves complex site levels and forms a vibrant heart to a building that engages and welcomes visitors, and is alive with activity and opportunity. Constructed of cross-laminated wood, the building’s timber-panelled carcass is punctured through walls and ceiling with large dramatic openings to maximise natural daylight and frame long views through and out of the building.

RCKa — The New Generation (TNG) Youth and Community Centre Lewisham

Externally, the building is clad in a lightweight, translucent polycarbonate rainscreen with a gently undulating profile. At street level where the building required a more robust finish, ultra-high performance pre-cast concrete panels cast from moulds of the profiled polycarbonate above, are hung from the building.

RCKa — The New Generation (TNG) Youth and Community Centre Lewisham

RCKa worked closely with Lewisham Council, its partners and the local community to realise the project. They identified the potential of the site for a significant facility and were instrumental in securing project funding. The practice’s aim was to create a positive place in which young people find inspiration, where they feel safe and secure, and in which they want to spend time.

RCKa — The New Generation (TNG) Youth and Community Centre Lewisham

Its success and popularity with young people in particular has far exceeded expectation. This is testament to the ambition of the London Borough of Lewisham and the approach of the design team, which placed users and the local community at the heart of the design, briefing and governance process.

RCKa — The New Generation (TNG) Youth and Community Centre Lewisham

Address: 111 Wells Park Road, London SE26 6AD
Gross internal area: 1200m2 (inc. 373m2 double/triple height)
Value: £3.5m

RCKa — The New Generation (TNG) Youth and Community Centre Lewisham

RCKa — The New Generation (TNG) Youth and Community Centre Lewisham

RCKa — The New Generation (TNG) Youth and Community Centre Lewisham

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