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Cartoon Park - Joseph Di Pasquale

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The functional program of the competition besides the opera house required large commercial spaces, a hotel and great shopping mall. The need to give the best visibility to commercial and hotel functions forced to place backward the theater which therefore would be not visible from the street. But to keep a visual link between the theater and the road, a huge crack was opened in the front of the hotel building, alligned with the main axis of the theater behind. The great street facade of the hotel opens as a huge red curtain which leads the people to pass from the urban scene of the city towards the stage fiction of melodrama and opera. The main entrance to the theater is elevated to the level of the existing pedestrian bridge. The passage leads the flow of people from the road to the theater just through the big red crack. At the lower street level there is the driveway to the hotel lobby and to the theater itself. On the east side of the theatre there is also an office building that looks to the street with a huge “whole facade screen”, a technological gadget that evokes the memory of the scenes of “Blade Runner” where huge moving images were peojected into the urban scene of the living theater of the XXI century city.

Joseph Di Pasquale — Cartoon Park

Joseph Di Pasquale — Cartoon Park

Joseph Di Pasquale — Cartoon Park

Joseph Di Pasquale — Cartoon Park

Joseph Di Pasquale — Cartoon Park


Nuova sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ferrara e dell’Urban Center - davide varotto, Roberto Righetto, Massimo Righetto, Roberto Maritan, Giovanna Osti

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Ci siamo accostati al progetto di ripristino e adeguamento funzionale della palazzina ex MOF con l’dea di preservare il valore architettonico, artistico e la memoria storica di questo edificio ma anche di caratterizzarlo con una nuova immagine adeguata alle funzioni richieste dal bando e al ruolo di elemento catalizzatore dell’intervento di rigenerazione urbana di questa parte di città, consapevoli che l’edificio possa divenirne uno dei simboli del rinnovamento. Il progetto si sviluppa su quattro elementi principali che sono contemporaneamente elementi formali, funzionali e tecnici. La nuova facciata ad est, a cui è stato applicato un rivestimento, una seconda pelle, realizzata in lamiera di acciaio corten, lascia percepire il volume, le linee razionaliste e gli elementi peculiari del prospetto retrostante, come modanature, finestre e segnala la nuova funzionalità della palazzina e dell’area degli ex Magazzini Ortofrutticoli. È un immagine moderna, in risposta alla necessità, espressa tra gli obiettivi del bando, di far si che questo recupero porti a una nuova polarità in grado di attrarre e di dialogare con quanto accadrà a seguito dello sviluppo del Masterplan.

davide varotto, Roberto Righetto, Massimo Righetto, Roberto Maritan, Giovanna Osti — Nuova sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ferrara e dell’Urban Center

Vista esterna dalla nuova piazza

La facciata è dotata di aperture a compasso in corrispondenza delle finestre per modulare l’intensità della luce; questo contribuisce a dare dinamismo al prospetto che, nelle ore notturne, cambia aspetto grazie alle finestrature illuminate che sottolineando ancor di più i caratteri peculiari dell’edificio esistente.

davide varotto, Roberto Righetto, Massimo Righetto, Roberto Maritan, Giovanna Osti — Nuova sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ferrara e dell’Urban Center

Vista notturna

La seconda pelle che avvolge il volume della facciata può essere intesa come una quinta urbana che, al pari di una quinta teatrale, può diventare lo sfondo per proiezioni variabili al variare delle informazioni che vengono comunicate

davide varotto, Roberto Righetto, Massimo Righetto, Roberto Maritan, Giovanna Osti — Nuova sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ferrara e dell’Urban Center

La sala delle contrattazioni viene recuperata come spazio rappresentativo con il mantenimento di pavimentazione, tetto a botte, affreschi e l’inserimento di alcuni elementi tecnologici necessari per le nuove funzioni che al contempo non impediscono la visione degli affreschi e divengono i mezzi per risolvere esigenze acustiche, illuminotecniche e termotecniche.

davide varotto, Roberto Righetto, Massimo Righetto, Roberto Maritan, Giovanna Osti — Nuova sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ferrara e dell’Urban Center

Sala Polivalente "Ex contrattazioni"

Al P1 vi è la sede dell’Ordine degli Architetti con uno spazio aperto e flessibile in cui vi sono la segreteria e gli uffici a supporto. Da qui si può percepire lo spazio della torre svuotato e riutilizzato come archivio/biblioteca dell’Ordine.

davide varotto, Roberto Righetto, Massimo Righetto, Roberto Maritan, Giovanna Osti — Nuova sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ferrara e dell’Urban Center

Sala Ordine Architetti al P1

La torre, simbolo dell’edificio ha una nuova funzione e una nuova valorizzazione grazie allo svuotamento dei solai esistenti e l’inserimento al suo interno di una struttura a telaio in ferro, elemento di rinforzo strutturale e contemporaneamente punto di ancoraggio di una nuova scala che si sviluppa per tutta la sua altezza e che contiene gli elementi della libreria/biblioteca. L’interno della torre è ora visibile anche dal piano terra, grazie ad un’apertura sul soffitto del vestibolo; la nuova scala conduce in sommità dove una terrazza belvedere consente un’osservazione a 360° della città.

davide varotto, Roberto Righetto, Massimo Righetto, Roberto Maritan, Giovanna Osti — Nuova sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ferrara e dell’Urban Center

La torre con la scala-libreria

davide varotto, Roberto Righetto, Massimo Righetto, Roberto Maritan, Giovanna Osti — Nuova sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ferrara e dell’Urban Center

Planimetria

davide varotto, Roberto Righetto, Massimo Righetto, Roberto Maritan, Giovanna Osti — Nuova sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ferrara e dell’Urban Center

davide varotto, Roberto Righetto, Massimo Righetto, Roberto Maritan, Giovanna Osti — Nuova sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Ferrara e dell’Urban Center

W(underkammer) da asporto - StudioErrante Architetture, Sarah Becchio, Paolo Borghino, Miriam Fabris, Emanuele Greco

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Il progetto “W(underkammer) da asporto” rilegge il concetto di collezione di meraviglie espresso nel progetto originale “W(underkammer)” presentato al concorso Local Art, organizzato all’interno della rassegna ZOOart 2013, ridimensionandoli secondo le esigenze dovuto allo spazio bidimensionale dello stand offerto ad Artissima.

StudioErrante Architetture, Sarah Becchio, Paolo Borghino, Miriam Fabris, Emanuele Greco — W(underkammer) da asporto

Lo stesso concetto di collezione di meraviglie viene reinterpretato nella reiterazione di uno stesso elemento variato.

StudioErrante Architetture, Sarah Becchio, Paolo Borghino, Miriam Fabris, Emanuele Greco — W(underkammer) da asporto

Come i cassettoni dell’installazione originale contenevano una collezione di oggetti veri e propri, di diversa natura, senza ordine, così l’allestimento per Artissima intende presentare quegli stessi lavori, frutto del percorso intrapreso durante i laboratori tenuti da Miriam Fabris ed Emanuele Greco con i ragazzi della Associazione Genitori Pro Handicap, sotto forma di tessere da collezionare, da portare via con sé per creare la propria personale, disordinata e selettiva collezione di meraviglie.

StudioErrante Architetture, Sarah Becchio, Paolo Borghino, Miriam Fabris, Emanuele Greco — W(underkammer) da asporto

StudioErrante Architetture, Sarah Becchio, Paolo Borghino, Miriam Fabris, Emanuele Greco — W(underkammer) da asporto

StudioErrante Architetture, Sarah Becchio, Paolo Borghino, Miriam Fabris, Emanuele Greco — W(underkammer) da asporto

StudioErrante Architetture, Sarah Becchio, Paolo Borghino, Miriam Fabris, Emanuele Greco — W(underkammer) da asporto

StudioErrante Architetture, Sarah Becchio, Paolo Borghino, Miriam Fabris, Emanuele Greco — W(underkammer) da asporto

Beijing Filter Tower - Crilo

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Beijing is one of the most polluted cities on the planet, the smog situation is unsustainable and the visibility on the road is dangerously below the 100m. The causes of smog are to be found in the rapid economic growth of the country, in the heavy industry, in the carbon emissions related to transportation and cars but also in the construction of hundreds of buildings per year with building sites that simultaneously emit clouds of dust and detritus who join to the existing cloud of smog over the city. As solution to this problem, we have designed a filter tower, that breathes pollution and cleans the air. Read more on www.Crilo.it

Crilo — Beijing Filter Tower

Crilo — Beijing Filter Tower

Crilo — Beijing Filter Tower

Crilo — Beijing Filter Tower

Crilo — Beijing Filter Tower

Crilo — Beijing Filter Tower

Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center - |dare-architettura|, Rudy Davi

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1 – SPAZIO URBANO Necessità di creare nuove conurbazioni sociali. L’intento del master plan di poter far diventare la nuova piazza ex MOF simile all’attuale piazza Castello è certamente una grande sfida. Progettare un luogo compatto, denso e misto è il modo di sviluppo più ecologico di tutti. Questo è il nostro primo goal: craere un progetto ricco, diverso e vivo. Per raggiungere questo obiettivo è altrettanto importante una forte rete di trasporto pubblico connessa a percorsi ciclo pedonali.

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Corso Isonzo

2 – CONSERVAZIONE Preservare al massimo l’architettura esterna disegnata dal Savonuzzi come testimonianza delle sue passate funzioni è fondamentale ma tenendo presente che internamente le nuove funzioni necessiteranno distribuzioni idonee ai nuovi usi.

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Strategia

3 – SOSTENIBILITA’ La sostenibilità nel progetto dovrebbe essere completamente integrata nel processo di progettazione. Crediamo fermamante che la sostenibilitàè composta da tre equi importanti fattori: 1.Sostenibilità sociale – ottenere e mantenere un salutare mix di gruppi socio-economico all’interno del quartiere che va a rafforzare un senso di comunità che sarà tramandato nelle generazioni. Quando un senso di comunitàè“coltivato” per diverse generazioni, il quartiere diventa auto-rinnovante e questo è il vero significato si sostenibilità sociale. Una varietà di spazi esterni, determina qualità per una grande varietà di fruitori, forzando non solo mix sociali ma anche mix di generazioni. 2.Sostenibilità economica – solo quando un progetto è efficiente nel proprio costo di costruzione in relazione alla sua aspettativa di vita, può essere considerato economicamente sostenibile. Un progetto deve essere dimostrato nella sua fattibilità economica, sia nella realizzazione sia nel suo ciclo di vita. Per questo motivo un fattore importante risulta la flessibilità nel progettare gli spazi che permette all’edificio di poter variare nel tempo per accogliere le nuove influenze. 3.Sostenibilità ambientale – la più sostenibile architettura è in grado di minimizzare i propri consumi energetici grazie all’apporto di energia pulita proveniente dall’ambiente. La domanda di energia si minimizza attraverso un’attenta considerazione delle condizioni ambientali presenti nel sito di progetto

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Planimetria

- SPAZI SOCIALI L’edificio oggetto di riqualificazione insiste su di un’area che fungerà da connessionefiltro tra l’arteria di scorrimento di corso Isonzo e la futura Piazza ex MOF. Il nuovo masterplan prevede che l’accesso alla piazza avvenga esclusivamente da una strada carrabile a servizio delle nuove residenze e dall’area pedonale che si svilupperà a partire dalla Darsena. Il mantenimento del vecchio muro di cinta creerebbe, dunque, una barriera. L’abbattimento del muro e l’inserimento di fasce verdi longitudinali hanno la duplice funzione di organizzare l’area attraverso un disegno unitario e di renderla permeabile alla mobilità ciclo-pedonale, attraverso percorsi trasversali da corso Isonzo alla Piazza ex MOF. La fruibilità esterna verso la piazza viene fornita da percorsi sicuri e diretti, mentre l’accessibilità viene garantita dalla presenza di una rampa che permette di superare il dislivello dato dal piano rialzato dell’edificio.

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Pianata piano interrato

2 – CONSERVAZIONE Esternamente l’edificio verrà mantenuto nella sua forma attuale recuperando e riqualificando i suoi elementi architettonici presenti. Solamente la torre presenterà una nuova estensione nella sua sommità. L’intonaco esistente verrà ripristinato a mezzo della tecnica a cappotto andando così ad aumentare le prestazioni energetiche dell’involucro. Internamente invece gli interi spazi saranno ripensati ed adeguati in funzione dei nuovi obiettivi dettati dal bando, tenendo conto e riportando in luce i due affreschi del Cattabriga e riqualificando parte della pavimentazione presente al piano terra.

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Pianta piano terra

3 – SOSTENIBILITA’ Per poter potenziare le capacità insite nell’edificio, si è resa necessaria l’apertura di tre patii ipogei nell’area esterna di pertinenza della palazzina novecentesca. Quest’azione ha permesso di soddisfare i requisiti di aero-illuminazione e di microclima interni necessari per la vivibilità dei futuri spazi di coworking e di associazionismo adottati al piano seminterrato. La visitabilità e fruibilità interna viene garantita dalla presenza di sistemi di connessione verticale meccanici.

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Pianta piano primo

PIANO RIALZATO Internamente la palazzina al piano terra presenta una piattaforma in legno rialzata che funge da guida distributiva all’interno del nuovo spazio, mettendo in luce l’autentica pavimentazione rimanente a vista. La grande sala d’ingresso diventa l’elemento di snodo di tutto il progetto e allo stesso tempo funge da sala espositiva per esposizioni temporanee. Sedute in legno movibili su rotaia creano uno spazio di incontro e socialità flessibile. Due aperture realizzate sul solaio, poste al di sotto delle pareti con gli affeschi, mettono in comunicazone visiva il piano terra con quello seminterrato portando allo stesso tempo maggior visibilità ed importanza agli affreschi stessi. Nella sala principale trova luogo la scala che porta verso l’accesso per la nuova sede dell’ordine degli Architetti. La scala funge da elemento di collegamento verticale per tutti i piani della palazzina. Dalla sala è possibile poi giungere agli uffci dell’urban-center, ad una piccola sala di formazione, ai servizi igienici, al bookshop/cafetteria, al bar e successivamente alla parte esterna verso la piazza ex MOF, in cui trova spazio anche un’area per sedute per il bar. Grazie ad un ascensore collegato esternamente ad una rampa tutti gli spazi possono essere raggiunti e fruiti da persone disabili e non.

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Sezione

PIANO SEMINTERRATO Questo spazio avente caratteristiche dello stato di fatto non idonee per lo svolgimento di attività a causa di limitati rapporti aero-illuminanti, mostra una sua nuova identità grazie all’apertura di tre patii ipogei atti a portare luce nelle nuove sale e craere un microclima adatto alle funzioni di progetto. Tre nuove aree di coworking/formazione, che affacciano su queste nuove corti ipogee a mezzo di grandi vetrate, comunicano e dialogano con una grande sala polifunzionale centrale la quale risulta collegata visivamente con la sala d’ingresso al piano terra grazie a due aperture trasversali sul solaio che portano luce alla sala e allo stesso tempo mostrano anche dalla sala seminterrata gli affreschi del Cattabriga. Tutte le sale sono fornite di chiusure/aperture a libro per poter rendere gli spazi il più possibile fl essibile ed allo stesso tempo integrate l’una all’altra. Un’area magazzino ad uso esclusivo bar ed un ripostiglio, completano le funzioni del piano seminterrato.

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Prospetti e vista sala panoramica di lettura

PIANO PRIMO Una scala in acciaio-legno collega la sala principale del piano rialzato con il piano primo dell’ordine degli architetti. Un sistema di pareti-arredo detta la nuova distribuzione interna dell’ordine la quale è divisa in due ali comunicanti tra loro. La prima atta a ricevere il pubblico con un uffi cio segreteria con area di attesa, un vano ascensore ed una sala riunioni. Una seconda accoglie quegli spazi di maggior uso interno del consilio dell’ordine ovvero uffi cio assistenza segreteria, archivio, servizi igienici ed aula consiliare. Due nuovi volumi aggettano verso l’esterno delle terrazze mettendo in comunicazione le rispettive ali. Un ascensore collega il piano primo permettendo l’accesso anche alle persone disabili. Il blocco scala successivamente diventa una rampa-biblioteca. Il blocco centrale su cui la scala si snoda diventa un arredo per accogliere la libreria dell’ordine. Al termine di questo percorso “didattico” si giunge alla sommittà della torre che funge da sala lettura panoramica. Quattro grandi vetrate permettono infatti una visiona a 360° della città di Ferrara. Una pavimentazione con la medesima cromia accompagna gli utenti dalla scala al piano terra sino alla sommità della torre.

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Vista sala ingresso

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Sezione

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Vista sale interrato

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Vista ingresso ordine Architetti e libreria

|dare-architettura|, Rudy Davi — Ripristino della palazzina ex MOF in sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara ed Urban Center

Schema funzionale

Ristrutturazione e ampliamento della sede municipale del Comune di Abbiategrasso - Studio Ferrazza Gatti

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Ristrutturazione dell’immobile degli uffici comunali , restauro della torre campanaria, riuso dei locali sottotetto. L’immobile si trova nel centro storico di Abbiategrasso.

Studio Ferrazza Gatti — Ristrutturazione e ampliamento della sede municipale del Comune di Abbiategrasso

Studio Ferrazza Gatti — Ristrutturazione e ampliamento della sede municipale del Comune di Abbiategrasso

pianta piano terra e piano primo

Châteaux en Bordeaux - Studio Keyart - Architecture Urban Design

Fashion Showroom - Studio Keyart - Architecture Urban Design

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Interior Design

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom

Studio Keyart - Architecture Urban Design — Fashion Showroom


Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità - architetti Rusci e Ariganello, Aldo Cipriani, Paolo Rusci

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Il nuovo complesso parrocchiale è strutturato secondo l’articolazione della villa rustica romana (primo insediamento del territorio stabiese), nella quale le tre parti: pars dominica, pars rustica e pars fructuaria, si sviluppavano e si affacciano attorno ad un patio per le attività all’aperto. In maniera analoga il progetto individua uno spazio centrale per le diverse attività e celebrazioni all’aperto (una sorta di sagrato esteso) delimitato dai volumi che ospitano le aule, la sala parrocchiale, gli uffici e la casa canonica e sul quale si affaccia la chiesa. Si crea così uno spazio chiuso e protetto, luogo e casa della comunità parrocchiale. Il tema ideale della composizione architettonica della chiesa è quello dello svelamento del Mistero divino: l’edificio si apre, rompe l’involucro esterno (metafora del legame terreno) per svelare al suo interno una natura divina e preziosa. La forza che rompe tale legame è quella della Risurrezione, la stessa che spostò la pesante pietra del Sepolcro. La chiesa proposta è anche metafora delle due nature di Maria, alla quale la chiesa è dedicata: Maria Mater Ecclesiae, rappresentata dal movimento rotatorio dell’involucro esterno che abbraccia il volume interno della chiesa e Maria Mater Dei, colei che gloriosamente ascende al cielo, rappresentata dalla spinta verticale che innalza e rompe l’involucro stesso. L’architettura tenta così di “esprimere l’inesprimibile e rendere visibile l’invisibile”.

architetti  Rusci e Ariganello, Aldo Cipriani, Paolo Rusci — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

La composizione è uniformata dall’essenzialità delle forme e dei materiali così che l’attenzione dell’osservatore e dei fedeli sia posta sul senso liturgico e sui significati profondi che l’edificio deve trasmettere. La chiesa è internamente caratterizzata da superfici pure e semplici; lo spazio interno si dilata verso il Tabernacolo rendendolo, insieme all’altare e all’ambone, la parte centrale di tutta la composizione. Tabernacolo, Altare e Ambone sono le uniche parti caratterizzate da una finitura delle superfici a foglia oro che ne esalta il significato liturgico e teologico, lo svelamento avviene anche qui con la stessa modalità e concezione dell’esterno. Analogo trattamento è riservato al Fonte battesimale. La forma planimetrica e altimetrica dell’aula (un vero e proprio cannocchiale visivo) contribuisce a focalizzare l’attenzione su questi tre elementi. Lo spazio interno si dilata, oltre che verso il tabernacolo, in direzione dei vari spazi liturgici: la cappella feriale, il Fonte battesimale, lo spazio delle confessioni e la piccola nicchia che accoglie il quadro della Madonna del Carmelo, posta in prossimità dell’entrata. La luce naturale è concentrata sull’area del presbiterio, su quella del Tabernacolo e in maniera più marcata sul Fonte battesimale così da esaltarne il significato. I due portali, uno per le celebrazioni solenni e uno per l’utilizzo ordinario, sono posti in angolo e arretrati a formare un ideale nartece, essi concorrono con la loro decorazione a marcare il limite dello spazio sacro, il cambio di dimensione interiore, un transitus più che un semplice ingresso. Lo spazio per il coro è posto sul margine della cappella feriale, a fianco alla consolle dell’organo; tale collocazione consente ai cantori di partecipare alle celebrazioni e contemporaneamente di avere a disposizione uno spazio flessibile per l’esercizio del proprio ruolo. Il corpo principale dell’organo è alloggiato sul fianco destro della chiesa in posizione sopraelevata. Sull’esterno della chiesa, tra questa e il suo involucro esterno, è presente un camminamento coperto che ospita la Via Crucis esterna e consente un suggestivo collegamento con la parte tergale del lotto. Le funzioni accessorie sono distribuite ai lati del complesso, rivolte sul sagrato e organizzate in modo da essere il più possibili funzionali e flessibili per i diversi utilizzi.

architetti  Rusci e Ariganello, Aldo Cipriani, Paolo Rusci — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

L’orientamento globale dell’edificio chiesa rispecchia l’orientamento della comunità Chiesa sempre rivolta al suo Signore, che abita in mezzo a lei e che viene. Infatti appena la comunità varca la grande porta, icona del Signore Gesù secondo le sue stesse parole «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvato», si trova visivamente attratta verso due punti essenziali della chiesa: il tabernacolo per la custodia eucaristica, presenza reale del Signore Crocifisso e Risorto, in uno spazio separato dall’aula liturgica e adatto per l’adorazione l’altro punto è l’altare. Mentre il tabernacolo indica la permanenza del Signore in mezzo al suo popolo, tutta la celebrazione eucaristica è attesa ed accoglienza di Colui che viene nel nome del Signore, per questo motivo il vertice di tutta l’aula liturgica è appunto l’altare. Esso rappresenta Cristo stesso il quale è allo stesso tempo vittima altare e sacerdote dal cui eterno sacrificio chiunque trova la salvezza. La celebrazione della Messa è però mensa dell’Eucaristia e della Parola e per questo l’ambone è visivamente simile all’altare affinché risulti chiara la relazione trai due. Il Battistero comunica con l’aula liturgica, perché si percepisca l’unità con gli altri sacramenti e principalmente con quelli dell’Iniziazione cristiana, ma è allo stesso tempo separata da questa per la specificità del sacramento. Elemento importante di questo spazio è la grande luce: il battesimo, già nel primi secoli, era definito il sacramento dell’illuminazione ed i battezzati illuminati.

architetti  Rusci e Ariganello, Aldo Cipriani, Paolo Rusci — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Nell’approccio iconografico l’artista ha orientato le proprie scelte a partire da tre punti fondamentali. L’aspetto funzionale dell’opera d’arte destinata a luogo liturgico e di preghiera. Le opere che verranno proposte non intendono essere puramente raffigurative o celebrative, ma pensate per essere strumento di meditazione e preghiera. Così la raffigurazione della Madonna del Carmelo sarà inserita in un paesaggio che richiami quello stabiese e accompagnata dalla simbologia mariana suggerita dal discorso di Giovanni Paolo II. Nello spazio “penitenziale” il dipinto inserito suggerisce la possibilità di riflettere su come solo un cuore che si senta perdonato e accolto (come quello del figliol prodigo) sia in grado di ridonare amore liberamente (fino ad abbracciare la croce). Il “polittico delle creazioni” conduce simbolicamente dall’origine del mondo alla nuova vita in Cristo risorto. La relazione tra le opere e la struttura architettonica Le opere pittoriche, tutte realizzate in olio su tele personalmente preparate dall’artista, saranno inserite in spazi di dimensioni poco superiori all’opera stessa, e arretrati in profondità rispetto al piano delle opere murarie con una illuminazione perimetrale nascosta. Questo ripropone l’idea di svelamento contenuta nella stessa doppia struttura esterna del complesso. Solo l’immagine della Madonna del Carmelo sarà invece situata in una nicchia ricavata nella parete come accenno di una cappella dedicata. L’ attenzione al rapporto tra contemporaneità e tradizione Pur nella estrema attenzione ai mezzi e ai linguaggi visivi che la contemporaneità propone come ricchezza, tutte le opere sono profondamente legate nel linguaggio e nella materia pittorica alla tradizione dell’arte italiana che tanto valore ha avuto, soprattutto nei secoli passati, nel favorire la relazione tra l’uomo e la dimensione più spirituale della sua esistenza.

architetti  Rusci e Ariganello, Aldo Cipriani, Paolo Rusci — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

architetti  Rusci e Ariganello, Aldo Cipriani, Paolo Rusci — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

architetti  Rusci e Ariganello, Aldo Cipriani, Paolo Rusci — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

architetti  Rusci e Ariganello, Aldo Cipriani, Paolo Rusci — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Struttura espositiva per Alfa Romeo - Studio Ferrazza Gatti

Allestimento del Centro di Informazione Enel di Porto Torres - Studio Ferrazza Gatti

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Progetto di allestimento per un centro di formazione all’interno di un capannone prefabbricato esistente in località Fiumesanto a Porto Torres.

Studio Ferrazza Gatti — Allestimento del Centro di Informazione Enel di Porto Torres

Studio Ferrazza Gatti — Allestimento del Centro di Informazione Enel di Porto Torres

Concorso di idee per la realizzazione di un asilo nido e l'attrezzatura di un parco pubblico e di un area gioco bambini - Giovanni Di Luise, Claudio Palladino, Antonio Napolitano, Arch. Ciro Catapano

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L’idea progettuale nasce dalla scelta di instaurare un rapporto critico col contesto basato sul dualismo tra “razionale” ( l’impianto modernista del quartiere a carattere residenziale) e “l’irrazionale” (il mondo fantastico dei bambini) facendo si che il complesso architettonico si ponga come elemento di mediazione tra la città e il parco. Da un punto di vista compositivo e morfologico sono ben distinguibili le parti dedicate alla didattica impiegate dai bambini (dalle forme organiche e articolate, rivolte verso il parco) rispetto a quelle adibite alla gestione tecnico amministrativa impiegate dagli adulti e connotate da una minore articolazione e una matrice geometrica più chiara, rivolte verso il quartiere. Il progetto è un racconto, talvolta pronunciato con le parole dell’adulto talvolta con quelle del bambino. L’incontro fra queste due identità concettuali ma anche funzionali avviene lungo il suo asse longitudinale e si dichiara con un lungo setto curvo. In questo ambiente, raccolto e protetto dall’esterno, i bambini di tutte le sezioni posso incontrarsi per attività relazionali e creative, atte a facilitare proprio la socializzazione con gli adulti. Questo spazio è caratterizzato da pareti curve che ospita il laboratorio creativo, una superficie sulla quale i bambini possono liberamente esprimersi, (disegnando, dipingendo) o apprendere ad osservare il lavoro altrui, immaginato come un sentiero magico in continua evoluzione e trasformazione, un sentiero narrativo capace di rappresentare il mondo del bambino a se stesso e agli altri.

Giovanni Di Luise, Claudio Palladino, Antonio Napolitano, Arch. Ciro Catapano — Concorso di idee per la realizzazione di un asilo nido e l'attrezzatura di un parco pubblico e di un area gioco bambini

Analisi del Contesto ambientale e paesaggistico Lo studio del contesto ambientale e paesaggistico è stato caratterizzato da un attenta analisi degli elementi che contraddistinguono il luogo dove sarà realizzato l’asilo nido ed il parco pubblico. L ‘area denominata “via di Villa Troili” ha una estensione di circa sedici ettari ed è localizzata in un ambito territoriale nel quadrante ovest della città, tra via delle Vignaccia e via degli Aldobrandeschi, all’interno del Municipio XVI a ridosso della Via Aurelia.La proposta d’idea e le strategie progettuali, dovranno essere in grado di rapportarsi con la preesistenza ambientale costituita dall’area boscata presente all’interno dell’area d’intervento che si estende per circa 12.250 mq., e dalla progettualità urbanistica, denominata comparto “ S “ del programma degli interventi “Villa Troili”. L’area a destinazione urbanistica determinata dalla convenzione, come comparto a servizi pubblici, ha una superficie totale comprensiva dell’asilo nido e del giardino scolastico pari a mq 9323,00. L’edificio scolastico è stato collocato, rispetto al lotto secondo il migliore e più vantaggioso criterio nel contesto della progettazione complessiva, seguendo anche le indicazioni dell’indagine geologica a corredo del bando.

Giovanni Di Luise, Claudio Palladino, Antonio Napolitano, Arch. Ciro Catapano — Concorso di idee per la realizzazione di un asilo nido e l'attrezzatura di un parco pubblico e di un area gioco bambini

L’asilo nido: sembra generarsi da una piega del terreno tramutata poi in tetto giardino ed ha una forma apparentemente casuale. L’impianto garantisce continuità con il resto delle aree che lo circondano, un’alta flessibilità in caso di ampliamento, la possibilità di avere diversi spazi esterni protetti in comunicazione diretta con l’interno e, soprattutto, un ambiente di vita che risponda ai bisogni di chi lo dovrà abitare. Il terreno si plasma al fine di divenire elemento generatore non solo degli spazi legati al parco, quali le aree gioco e le aree a giardino, ma anche di quelli dei parcheggi, della viabilità e delle strutture scolastiche.

Giovanni Di Luise, Claudio Palladino, Antonio Napolitano, Arch. Ciro Catapano — Concorso di idee per la realizzazione di un asilo nido e l'attrezzatura di un parco pubblico e di un area gioco bambini

La struttura dell’asilo nido dimensionato per accogliere 60 bambini da 0 a 36 mesi è costituita da una superficie coperta di circa 1000 mq e si completa con attrezzature ed arredi, aree di gioco e di verde all’aperto.

Giovanni Di Luise, Claudio Palladino, Antonio Napolitano, Arch. Ciro Catapano — Concorso di idee per la realizzazione di un asilo nido e l'attrezzatura di un parco pubblico e di un area gioco bambini

La struttura adottata è realizzata in legno lamellare e componenti a basso impatto ambientale facilmente assemblabili, il che consente una soluzione costruttiva realmente competitiva a livello tecnico ed economico. L’alto livello di sostenibilità dell’intervento è inoltre dovuto all’utilizzo di materiali e di finiture bio compatibili e ai ridotti tempi sia di realizzazione sia di dismissione della struttura. L’organismo edilizio è pensato per ambiti territoriali diversi, si misura con le specifiche valenze del luogo in cui è realizzato con particolare attenzione all’ecosistema ambientale, si integra in stretto rapporto con l’orientamento, la luce naturale e il verde. In ogni luogo il rapporto esterno – interno assume, pertanto, connotazioni e valenze originali derivanti dai diversi caratteri del paesaggio. La soluzione progettuale adottata risulta sostenibile sia sotto il profilo ambientale che dal punto di vista economico in quanto è stata privilegiata la scelta di materiali eco-compatibili, è stata posta particolare attenzione al risparmio energetico, all’uso di energia da fonti rinnovabili, all’accumulo e al riuso dell’acqua, tutti fattori che concorrono alla riduzione dell’impatto ambientale e delle emissioni di CO2, inoltre i costi di costruzione sono ridotti e i tempi di realizzazione brevi.

Giovanni Di Luise, Claudio Palladino, Antonio Napolitano, Arch. Ciro Catapano — Concorso di idee per la realizzazione di un asilo nido e l'attrezzatura di un parco pubblico e di un area gioco bambini

Il progetto si colloca ai margini di un sistema edificato caratterizzato da piccole unità residenziali e da qualche edificio collettivo. Il limite dell’edificato è marcatamente delimitato, essendo la campagna circostante perimetrata da un sistema boschivo lineare collocato ad una quota inferiore a quella dell’area di progetto. La particolare caratterizzazione funzionale e le condizioni dell’intorno ci ha portato a considerare come fondamentale una scelta insediativa che lavorasse sul recinto quale spazio protetto per il gioco e la socialità dei bambini. Il recinto non si configura quale elemento neutrale ma sistema relazionale che modifica verso l’esterno la propria conformazione in rapporto alle condizione del contesto e soprattutto rispetto all’esposizione in rapporto all’orientamento, al fine di realizzare un edificio che ottimizzi al massimo l’efficienza energetica. Flessibilità, semplicità nell’orientamento, luminosità, e rapporto tra le sezioni con gli spazi aperti, sono i principi che hanno informato il progetto, dove elemento centrale diviene il giardino la cui caratterizzazione formale è determinata da una copertura sinuosa che definisce gli spazi esterni coperti , proteggendo in particolare le esposizioni più soggette ai carichi termici (sud e ovest). Il profilo della copertura entra in risonanza con la modellazione del giardino caratterizzato da un piccolo rilievo verde e da uno spazio per il gioco . Si costruisce così uno spazio straordinario e suggestivo, adatto al gioco dei bimbi. Entrando sul lato est l’atrio di accoglienza funge da raccordo interno esterno permettendo un controllo duplice dello spazio. Verso ovest si collocano le cinque sezioni della scuola tutte con vetrate rivolte a ovest verso il giardino al fine di favorire un rapporto diretto con il giardino scolastico e al tempo stesso di ottimizzare l’esposizione. Il giardino scolastico costituisce un prolungamento dello spazio attività interne e come tale, è stato collocato in contiguità con esso. L’utilizzo di quest’area è stata differenziata per ogni fascia di età, rispettando le esigenze nello studio dei percorsi, dei giochi e del grado di autonomia di movimento.

Giovanni Di Luise, Claudio Palladino, Antonio Napolitano, Arch. Ciro Catapano — Concorso di idee per la realizzazione di un asilo nido e l'attrezzatura di un parco pubblico e di un area gioco bambini

Giovanni Di Luise, Claudio Palladino, Antonio Napolitano, Arch. Ciro Catapano — Concorso di idee per la realizzazione di un asilo nido e l'attrezzatura di un parco pubblico e di un area gioco bambini

Giovanni Di Luise, Claudio Palladino, Antonio Napolitano, Arch. Ciro Catapano — Concorso di idee per la realizzazione di un asilo nido e l'attrezzatura di un parco pubblico e di un area gioco bambini

American Standard - Juan Carlos Baumgartner

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The corporate offices of American Standard are located at the Corporate Headquarters, Corporate Campus Coyoacán, in the south of Mexico City.

Juan Carlos Baumgartner — American Standard

Coffee corner

With a land area of 1,500m2 the offices are conceived based on two central concepts which were fundamental for the development of the project. The first was to generate a showroom for its clients and the second, the corporate offices.

Juan Carlos Baumgartner — American Standard

Reception

The showroom was a singular element in the project, requiring a flexible space that could change easily, for which a lighting analysis was worked on in order to be able to have a space that, whatever the arrangement of the furniture, would be well lighted. The materials that were used for this space were carefully selected in order to generate a neutral background that would look good during the different furniture shows.

Juan Carlos Baumgartner — American Standard

Open area

The panel design, subtle lines in the marble and rug cutting are based on the concept of WATER, curvilinear elements that simulate the waves that are transformed in panels that literally simulate the continuity in the space.

Juan Carlos Baumgartner — American Standard

Waiting area

Access to the offices consists of a spacious reception with a waiting area, coffee area and two meeting rooms for clients. From this space there is access to the showroom or the offices.

Juan Carlos Baumgartner — American Standard

Customers meeting room

As part of the architectural program, we have meeting rooms, a dining room, telephone booths, a training room, the general director’s private office, and a very important space, the laboratory, where tests are done on the equipment and their different products in use are shown.

Juan Carlos Baumgartner — American Standard

Open Area

The offices also have men’s and women’s bathrooms. In these bathrooms it was sought to generate a homey touch that was different from those normally found in offices.

Juan Carlos Baumgartner — American Standard

Open area

For the design of these offices, aspects were considered that altogether generate a much more comfortable space for the user, such as the use of natural light, lighting efficiency, standardization of work positions, more open work stations in order to promote communication among work groups.

Juan Carlos Baumgartner — American Standard

Showroom

Juan Carlos Baumgartner — American Standard

Showroom

DIA - Arch. Mario Chirico

SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO - Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini

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La soluzione progettuale proposta parte dall’interpretare le condizioni spaziali del luogo interessato dalla operazione modificativa in relazione ai caratteri del contesto e alla sua storia. Preso atto delle condizioni morfologiche del sito, della possibilità edificatoria, delle richieste di programma, dell’esposizione solare e del rapporto con le preesistenze si è ipotizzato di configurare l’assetto della Senior City a partire dai modelli offerti dall’architettura tradizionale ampezzana. L’impianto delle “viles”, determinato da gruppi di case raccolte attorno ad un vuoto e circondate dal verde e la struttura della casa tradizionale; basata sull’alternarsi di un basamento in materiale “duro” (muri “a sacco” di pietrame legato a calce) e un coronamento “morbido” (strutture lignee), costituiscono il riferimento principale da cui si è avviato il progetto.

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

pianta del piano interrato - parcheggi

Il nuovo complesso residenziale per anziani riprende questi modelli e li declina secondo un linguaggio architettonico contemporaneo. La distribuzione degli edifici costituenti il “villaggio” avviene così attorno ad un centro costituito da un basamento edificato che accoglie tutte le funzioni pubbliche legate all’attività della Senior City; come nell’architettura tradizionale il basamento è“duro”, realizzato in calcestruzzo armato e il coronamento, costituito dai tre corpi residenziali, è morbido, costituito da una struttura integralmente realizzata in legno. Il basamento misura il dislivello che caratterizza l’area di progetto, si imposta sulla quota di ingresso, in parte si interra, strutturandosi su due livelli e in parte emerge, determinando i fronti delle parti pubbliche. La copertura, praticabile, si configura come parte minerale del giardino, e accoglie i tre corpi di fabbrica che raccolgono gli alloggi. I modelli dell’architettura alpina vengono ripresi all’interno di una soluzione che non trascura i grandi esiti dell’esperienza condotta dagli architetti del moderno rispetto alle costruzioni di montagna e, evitando rigorosamente di agire in modo mimetico o vernacolare, declina in modo aggiornato materiali e stilemi tradizionali. Il volume del basamento è caratterizzato da alcuni tagli che servono a sottolineare la posizione dell’accesso principale, a determinare alcuni punti di relazione con lo spazio aperto e a definire l’architettura dello wintergarten. Queste cesure all’interno del corpo costruito permettono inoltre di suddividere la struttura del basamento in modo da permettere la possibilità di realizzare l’intervento in due lotti distinti ma in grado di portare ad un risultato unitario, come da richiesta del bando. Il primo lotto comprende due corpi abitativi, per un totale di venti alloggi, e due terzi della dotazione di servizi collettivi esclusi i posti auto coperti, che per ragioni economiche vengono realizzati al piano interrato in un unico lotto; il secondo lotto completa il programma richiesto.

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

pianta del piano seminterrato - accesso

Il basamento si sviluppa su due livelli di cui uno interrato e uno prevalentemente fuori terra. La quota di ingresso coincide con quella del cortile dell’edificio adiacente con cui il nuovo edificio condivide strada e rampa di accesso. In corrispondenza dell’ingresso il perimetro della piastra basamentale dell’edificio si apre e raccoglie i percorsi in entrata. A destra dell’accesso principale si trova il percorso pedonale coperto che conduce all’ingresso centralizzato, il marciapiede è fiancheggiato da un giardino aperto ricavato da una sottrazione all’interno del volume, a sinistra, oltre un sistema di pilastri divisori si trova l’area di sosta per i mezzi di emergenza (con altezza dell’interpiano di m.3.60) e la zona di accesso alla rampa che conduce ai quaranta posti auto privati e ai locali di deposito ricavati nella parte interrata al piano inferiore. L’asse determinato dal percorso di accesso, terminante nel wintergarten, divide gli spazi tecnici e di deposito, parzialmente interrati, da quelli destinati alle funzioni collettive, completamente fuori terra. All’esterno, accanto all’ingresso principale una seconda rampa conduce ad uno spazio aperto ricavato nella parte sottostante al fabbricato principale in cui sono ricavati ventisei posti auto pubblici.

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

pianta del piano primo - piastra

La parte basamentale raccoglie tutti i percorsi di accesso ed ospita le funzioni pubbliche e collettive. Di fronte all’ingresso, in adiacenza allo wintergarten, un volume indipendente ospita un ufficio amministrativo e la reception, in questo punto convergono i dispositivi di risalita dal parcheggio, i percorsi che conducono ai vani scala dei tre corpi residenziali e alle parti comuni. La parte verso valle del basamento è divisa in due blocchi; Il primo, relativo al primo lotto di realizzazione è costituito da: sala polifunzionale, sala tv, cucina, deposito, cappella, due locali hobby e servizi igienici; l’altro, relativo al secondo lotto, è costituito da: palestra, spogliatoi, e spazio di deposito. Completano la dotazione di spazi pubblici il gabinetto medico con deposito e servizio igienico da realizzare nel primo lotto di intervento. Il basamento contiene anche le cantine pertinenziali degli alloggi (separate in due blocchi relativi ai lotti di realizzazione) e i locali tecnici contenenti caldaia, lavanderia e deposito del cippato; l’areazione di questi ambienti è garantita da un sistema di aperture in copertura. Tutte le superfici dei locali rispondono alle richieste dimensionali prescritte dal bando. Il volume del basamento è costituito da involucro e strutture in cemento armato adeguatamente isolate negli ambienti destinati alla permanenza di persone. Tutti i serramenti sono di legno a taglio termico con vetri del tipo basso emissivo. Nelle parti destinate alla permanenza di persone le pareti sono tinteggiate di colore bianco, i pavimenti rivestiti con linoleum di colore chiaro, in modo da garantire una condizione cromatica uniforme. Negli ambienti di servizio le superfici sono lasciate al rustico.

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

planivolumetrico

Tre vani scala, illuminati direttamente e zenitalmente, e tre ascensori montalettighe distruibuiscono gli accessi alle unità residenziali. Ognuno dei tre corpi di fabbrica contiene dieci alloggi distribuiti su tre piani ed attico. La quota inferiore comunica tramite un ampio androne di ingresso con il piano di copertura del corpo basamentale che si configura come giardino “minerale” e permette l’accesso alle parti a verde. Il piano attico offre a tutti gli abitanti un solarium condiviso. Tutti gli alloggi, di uguale dimensione e distribuzione, sono composti da un ingresso dotato di panca ed ampia armadiatura che comunica con tutti gli ambienti della casa; un soggiorno con angolo cottura, una camera da letto doppia, un bagno e un terrazzo aperto sul lato principale. Gli alloggi, con altezza interna di metri 2.50, cercano di garantire il massimo comfort interno; tutti gli ambienti sono accessibili, gli spazi di distribuzione ridotti al minimo, i locali sono dotati di ampie superfici vetrate ed esposti in modo da ricevere una adeguata quantità di luce durante tutti i mesi dell’anno. Il taglio tipologico e la dimensione degli spazi interni rispondono alle richieste formulate nel bando di progetto. Ciascun corpo di fabbrica, ad eccezione del corpo scala ed ascensore in c.a., è realizzato integralmente in legno mediante sistema costruttivo a pannelli coibentati con materiali naturali e struttura portante a traliccio. Si prevedono pavimenti in legno nelle parti distributive e nei locali abitativi all’interno degli alloggi, piastrelle in monocottura nei locali di servizio (bagni e angolo cottura). Il paramento esterno sarà costituito da parti in c.a. a vista, corrispondenti alle strutture di distribuzione verticale, e da pannelli rivestiti con dogatura in listelli di legno. Il manto di copertura sarà formato da lastre di materiale metallico nella parte inclinata mentre sarà trattato in modo convenzionale (guaina impermeabile) nella parte piana che sarà sfruttata per la messa in opera di pannelli solari o fotovoltaici.

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

sezioni trasversali

Il necessario completamento del progetto è rappresentato dal disegno degli spazi aperti che contribuiscono a determinare la relazione con gli spazi abitati, il paesaggio, lo spazio interno e quello esterno. In prossimità dell’abitato di Cortina, lo spazio aperto prevalente è quello del pascolo o dei prati da fieno e dei frammenti di bosco di origine antropica o delle frange boscate residuali dell’originaria selva di conifere e faggi che resistono isolate lungo i torrenti ed i corsi d’acqua minori che scendono a valle. Il progetto interpreta lo scenario in cui l’architettura è inserita, ipotizzando un sistema di spazi aperti dove i percorsi fungono da aste di connessione dei nodi costituiti da giardini tematici strutturati secondo i due ecosistemi dominanti: il bosco ed il pascolo. Il bosco trova massima espressione nella lingua di terreno a settentrione, costituendo una selva isolata nel quadro complessivo dei frammenti boschivi alternati ai pascoli. Una fustaia di faggi, tra i quali scompaiono rari esemplari di conifere, costituisce una massa vegetale che per estensione ed elevazione si contrappone all’architettura e, senza portare ombre agli spazi abitati, la protegge dalle brezze fredde che scendono a valle. Un povero sottobosco sottolinea la natura antropica del nuovo ambiente e favorisce la sosta degli abitanti. I caratteri boschivi si ritrovano anche lungo l’argine del torrente che scorre a confine. In questo caso con un’accezione di maggiore naturalità, l’ambiente prevede una presenza più massiva di arbusti ed un sottobosco più strutturato. Questo ambiente, progettato in continuità con le frange ripariali a monte, rafforza la potenzialità ecosistemica del corso d’acqua, e fa da filtro tra gli spazi abitati e l’ambiente naturale. Il sistema si sviluppa poi linearmente lungo fronte meridionale del basamento dove si incontra una zona ad elevato grado di umidità. La prossimità con il torrente amplifica il valore ecologico del giardino umido. Qui, le acque meteoriche cadute sulle superfici impermeabilizzate vengono raccolte ed utilizzate per reinterpretare l’ambiente delle pozze di abbeveraggio dei pascoli alti che, per la presenza di acqua, costituiscono ambienti dall’elevato grado di biodiversità. L’ottima esposizione e l’altitudine consentono l’impianto di specie palustri (cannuccia di palude, cariceti), che permettono di strutturare una quinta vegetale alle sale comuni che si affacciano sul giardino stesso, potenziando il rapporto tra spazi interni e spazi esterni a favore di una maggiore qualità dell’abitare. Il pascolo trova altra espressione nei giardini prossimi ed interni all’architettura, secondo una varietà di ambienti aridi/umidi. Il giardino aperto, ricavato nello svuotamento del basamento accanto all’ingresso a nord, prevalentemente in ombra, ad umidità quasi nulla, si conforma come una brughiera alpina. Lo spazio, di forma rettangolare è totalmente costituito da materiale arido calcareo, su cui poggiano vasche circolari dai diametri differenti, le quali ospitano colonie di rododendri ed ericacee. Il giardino si arricchirà nel corso degli anni di nuove specie vagabonde pioniere che troveranno nel difficile ambiente progettato lo spazio per svilupparsi. Il wintergarten viene ricavato entro un ulteriore svuotamento della piastra esposto a meridione ed abbondantemente illuminato. Il giardino, artificiale ed estremamente controllato, è racchiuso da una serra vetrata che dal basamento si erge fino a svettare dal piano di copertura. In analogia al giardino di ingresso, panche a forma circolare si alternano a vasche che ospitano arbusti ed erbacee tipici dei paesaggi sub-alpini. Il sistema di spazi aperti trova conclusione nel tetto giardino che sovrasta il basamento e fa da appoggio alle unità residenziali. Qui si raccolgono i percorsi provenienti dalle diverse parti del giardino. La vasta superficie è caratterizzata da trattamenti del suolo e disposizione di elementi di arredo fissi in grado di rendere gli spazi abitabili. Il sistema di percorsi ottenuti con doghe di legno, i campi pavimentati con calcestruzzo ad effetto lavato, le parti inverdite e i frammenti rocciosi che vengono collocati in alcune porzioni permettono di identificare i percorsi e riconoscere le parti. Emerge il disegno di un grande giardino minerale che vuole richiamare le parti centrali degli antichi villaggi in cui il suolo veniva trattato mediante una serie di materiali eterogenei forniti dalla natura.

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

Vista della senior city

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

piante e prospetti di uno dei blocchi residenziali

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

fasi realizzative

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

maquette

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

modello di studio

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

maquette

Andrea Oldani, Giovanni Bassani, Stefano Diene, Roberta Cattorini , marcoceccherini — SENIOR CITY CORTINA D’AMPEZZO

concept


CO de la Gruyère à Riaz - LAVI Architect

Nuovo oratorio di Giubiasco - LAVI Architect

Riqualificazione di P.zza S. Ambrogio. Vigevano - Andrea Gravellu, Claudio Zedda, Alessio Piludu, marco stivaletta

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I nuovi significati nel progetto di riqualificazione Piazza Sant’Ambrogio è connessa alla piazza Ducale, centro focale della città storica, attraverso la via Roma e deve costituirsi come area di filtro con il resto della città, introducendo il fruitore alla visita del sistema di enorme pregio e testimonianza storica del Castello Sforzesco. Se questi ultimi, immaginando il centro storico di Vigevano come un museo all’aperto, si configurano come elementi simbolo della città, responsabili della sua narrazione storica, la prossimità ad essi e la contemporanea assenza di una grande concentrazione di attività commerciali e turistiche, eleggono piazza Sant’Ambrogio fulcro vitale di incontro della comunità, luogo di socializzazione e di auto-rappresentazione nel quale si mette in scena la vita attuale della cittadinanza vigevanese in continuità con i segni del passato, che devono naturalmente essere visibili e valorizzati. Inoltre la presenza della scuola media Bussi e del mercato cittadino non può far prescindere dal ripensamento dello spazio in termini di area ludica e di sosta pedonale. È fondamentale dunque che la progettazione della piazza tenga particolare conto delle molteplici funzioni alle quali deve rispondere curandone la flessibilità sotto il profilo formale e funzionale, garantendo in particolar modo la possibilità di realizzare eventi di diversa natura come esposizioni temporanee e manifestazioni a carattere locale e non solo.

Andrea Gravellu, Claudio Zedda, Alessio Piludu, marco stivaletta — Riqualificazione di P.zza S. Ambrogio. Vigevano

Vista a volo d'uccello

I fruitori della piazza La tipologia di fruitori della piazza Sant’Ambrogio è estremamente variegata in virtù della sua prossimità ad attrattori di diversa natura quali: il mercato, la scuola media Bussi, piazza Ducale, il Municipio ed il Palazzo Vescovile. Inoltre la via Rocca Vecchia e la via Decembrio vengono attraversate da un flusso commerciale di particolare rilevanza e cingono la zona a traffico limitato del centro storico. Il target di riferimento nella progettazione della piazza è dunque costituito da adolescenti e genitori, anziani, turisti e lavoratori diretti al Municipio, alla Scuola ed alle attività commerciali. Da tale analisi nasce la necessità di garantire configurazioni distributive molteplici all’interno della piazza tese a rispondere alle differenti necessità in funzione delle fasce orarie e dei giorni settimanali.

Andrea Gravellu, Claudio Zedda, Alessio Piludu, marco stivaletta — Riqualificazione di P.zza S. Ambrogio. Vigevano

Tavola 1

La riqualificazione Il filamento è un elemento architettonico, dinamico e tridimensionale, che mette a sistema le diverse parti del contesto e dà vita a nuovi spazi multifunzionali a servizio della città. Vuole essere una riproposizione simbolica, in chiave contemporanea, del lembo di naviglio che per buona parte scorre sotto l’area di intervento e, allo stesso tempo, una rivisitazione storica della cinta muraria del centro medievale, non più come elemento fortificato e impenetrabile ma come sistema di filtro, permeabile, tra il centro storico e il resto della città. L’elemento architettonico si sviluppa a partire dall’accesso del palazzo vescovile in via Rocca Vecchia, dove il naviglio si interra. La prima area incontrata dal filamento è quella del mercato di cui andrà a formare la copertura. All’altezza di via Roma l’elemento si ripropone sotto forma di pavimentazione per garantire l’accesso al centro storico. Dalle carte storiche risulta che all’incrocio tra le attuali via Roma e via Rocca Vecchia sorgesse Porta Episcopale, un importante punto di accesso alla città medievale. Non è un caso che il filamento in quel punto si riporti a livello del suolo dando origine ad un varco d’ingresso tra i volumi che si vanno a creare, che richiama la funzione d’accesso prima svolta dalla porta. Il filamento, nella parte prospiciente la piazza sant’Ambrogio, contiene un secondo spazio coperto che costituirà una nuova quinta permeabile e multifunzionale per la stessa piazza. All’altezza di via Cesare Battisti l’elemento si riporta a terra per riemergere infine nell’area antistante la scuola media Bussi dando origine ad una pensilina per l’attesa del bus.

Andrea Gravellu, Claudio Zedda, Alessio Piludu, marco stivaletta — Riqualificazione di P.zza S. Ambrogio. Vigevano

Tavola 2

Il filamento dunque, nel suo movimento spigoloso e di estrusioni, origina volumi e spazi aperti rimanendo comunque un elemento leggero e formalmente essenziale che delimita ma non racchiude. Gli spazi coperti che si originano sono diversi e con funzioni differenti: - Mercato. Il nuovo elemento architettonico è pensato per conservare l’attuale servizio, possibilmente potenziandolo sia nella frequenza che nell’offerta; - La nuova quinta. Spazio coperto, permeabile e polifunzionale che lavora a stretto contatto con la nuova piazza riqualificata. Al suo interno, oltre ad un grande spazio coperto, sono situati alcuni volumi che racchiudono al loro interno diverse funzioni e servizi quali: infopoint, servizi igienici e locali tecnici; - Pensilina:. Spazio semi-coperto che, oltre a servire come area d’attesa dello scuolabus, funge come punto di bike-sharing. La pensilina ha dunque la duplice funzione di offrire protezione dalle intemperie a coloro che attendono l’autobus e di segnalare la stazione del bike-sharing. Infatti sul lato non coperto della pensilina saranno posizionati i portabiciclette, accompagnati da apposita cartellonistica esplicativa e di segnalazione. La pensilina, che si configura come la parte finale del filamento e ne ha dunque le stesse caratteristiche compositive formali, cromatiche e materiche, si ripropone identica nel piazzale di fronte alla stazione con la sola funzione di stazione per il bike-sharing. In questo modo una parte del filamento si ritrova in un’area urbana che non è quella di progetto ma che è con essa fortemente collegata e che costituisce un elemento di continuità che accompagna il visitatore in arrivo dalla stazione fino all’ingresso al centro storico di Vigevano. Le strutture in elevazione del filamento sono in acciaio reticolare per poter coprire grandi luci. Le finiture esterne, così come la pavimentazione del filamento a terra, saranno invece in gres.

Andrea Gravellu, Claudio Zedda, Alessio Piludu, marco stivaletta — Riqualificazione di P.zza S. Ambrogio. Vigevano

Tavola 3

CITY HALL BODØ - Studio 06

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Ci piace pensare a un Municipio che rafforzi l’idea di comunità tra cittadino e amministrazione creando nuovi spazi di aggregazione, per questo La copertura diventa un’area d’aggregazione sociale. Facciamola invadere dalla gente creando una scalinata,come una versione norvegese di Piazza di Spagna a Roma.

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Studio 06 — CITY HALL BODØ

Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello - Vincenzo Cappa Spina

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Il progetto che è stato sviluppato all’ interno della Reggia di Carditello è un centro Polifunzionale Universitario. Il progetto prevede la rifunzionalizzazione sia degli spazi interni che di quelli esterni. Le diverse funzioni che sono state date sono: residenze per ricercatori, ristorante caffetteria, laboratori di (entomologia,archeologia e ricerca e restauro di materiali tessili), museo e una serra esterna di ricerca per entomologia.

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

Da un punto di vista storico, le prime notizie certe di insediamenti umani nella zona risalgono al periodo dei Romani che colonizzarono questa zona, creando non solo una rete viaria ma attuando una vera e propria bonifica idraulica mediante la costruzione dei canali e lo scavo di profondi solchi per lo scolo delle acque stagnanti. Successivamente, con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, nei primi secoli del Medioevo tutta la zona fu nuovamente abbandonata diventando nuovamente pianura paludosa. In quei tempi, grazie a tutta una serie di fattori, fiorì in tutta la Regione una vegetazione e una flora del tutto caratteristica. Il sito di Carditello, in particoalre, era famoso per la presenza di magnifiche rose e da qui il nome antico di “Mansio Rosarum”. La succesiva bonifica avvenne ad opera di Alfonso I di Aragona Re di Napoli e si ritrovò a frequentare il sito anche per motivi di caccia. Finita la dinastia Aragonese, a prendere il sopravvento a Napoli furono i Borbone. Fu proprio in questo periodo che Carditello entrò a far parte dei “Siti Reali”, infatti la Reggia rientra nei 22 reali siti della dinastia reale dei Borbone di Napoli di cui fanno parte il Palazzo Reale di Napoli, Reggia di Capodimonte, Tenuta degli Astroni, Villa d’Elboeuf, Reggia di Portici, Villa Favorita, Palazzo d’Avalos nell’isola di Procida, lago di Agnano, Licola, Capriati a Volturno, Cardito, Reale Tenuta di Carditello, Reale Tenuta di Persano, Fasano di Maddaloni, Selva di Caiazzo, Sant’Arcangelo, Reggia di Caserta, San Leucio, Casino del Fusaro, Casino di Quisisana, Mondragone e Demanio di Calvi. Inizialmente il territorio del sito Reale di Carditello, era diviso tra numerosi piccoli e grandi feudatari, istituti religiosi e altri assegnatari; nel corso di quasi un secolo vennero accorpati in un’unica tenuta che nel 1833 raggiunse la massima estensione di 6.275 moggi pari a circa 2.000 ettari. L’intero complesso si estende per circa 300 metri di lunghezza ed è costituito da una palazzina centrale, sobria ed elegante e di due piani, e due corpi di fabbrica laterali separati dalla palazzina mediante due profondi androni. Ogni ambiente è in realtà in stretta connessione con gli altri, quasi a voler testimoniare l’assenza di barriere tra la Corte e la comunità. Al piano terra si trovano le cucine, l’armeria e le sale per il personale; attraverso due scale simmetriche si acede al piano superiore, dove sono situati gli ambienti destinati ad accogliere la famiglia reale e il salone per i ricevimenti che venivano organizzati al rientro dalla caccia. Ai due lati del corpo di fabbrica furono costruite otto torri utilizzate ai piani superiori come case per gli abitanti del sito. Morto Luigi vanvitelli nel 1773, la costruzione del sito Reale proseguì sotto la guida del figlio Carlo tra crescenti difficoltà ed incertezze. Con l’avvento dei Savoia la tenuta di Carditello tornò ad essere principalmente una tenuta di caccia; il periodo immediatamente sucessivo alla caduta dei Borbone fu burrascoso per il sito di Carditello: in questo clima turbolento, il Casino di caccia di Carditello cominciò ad essere spogliato di numerosi pezzi d’arte che adornavano le stanze della palazzina centrale. Nel 1919 la Tenuta venne donata all’Opera Nazionale Combattenti e i terreni assegnati in piccole quote a numerosi reduci di guerra e coltivatori diretti; nel 1924 però le autorità militari decisero di stabilire, proprio su questo terreno, il più importante deposito di munizioni dell’Italia meridionale, per costruire il quale si dovettero sfrattare numerosi assegnatari. Nel 1930 i terreni della Tenuta di Carditello vennero assegnati a piccoli coltivatori diretti, ex combattenti e non, e sotto questa forma vengono tutt’oggi coltivati per lo più tabacco e ortaggi.

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

Vincenzo Cappa Spina — Analisi e rifunzionalizzazione del Real Sito di Carditello

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