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Notarishuys - Govaert & Vanhoutte

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Hotel “Notarishuys” is an expansion for an existing restaurant. The new building, conceived as a pavilion, holds a hotel containing 4 suites. A 300 years old beech tree determines the atmosphere inside and outside throughout the season. Keeping and not harming this natural monument was vital to the design. Because of this, the building became linear, flanking the three. In order to apply a minimal impact on the surrounding, the whole building was placed 50cm beneath ground level.

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

A large part of the architecture is made out of glass, a transparency that allows all the light available to enter inside throughout the branches of the tree. An overall visibility of the garden remains and the architecture of the building disappears. The presence of the building is reduced and merely defines spaces in terms of: in and out, in front of a wall, between a wall and glass, on one side of the inner (outer) space or the other, etc. The inner space consist out of two wings which give access each to two suites.  The centre consists out of a breakfast space and the access towards a common sauna. The suites are created around a central box that incorporates all technical requirements of the room and separates the sleeping zone from the open bathroom.

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys

Govaert & Vanhoutte — Notarishuys


RIBALTALA - Cocco Paola

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E’ una poltrona che può essere utilizzata in due modi differenti. Dal design pulito e dalle linee semplici, si adatta un po’ dappertutto. La struttura è in multistrato impiallaciata in betulla. I cuscini hanno un’ imbottitura in poliuretano espanso e rivestimento sfoderabile riciclato.

Cocco Paola — RIBALTALA

It’s a chair that can be used in two different ways. From the design clean and simple lines, it fits everywhere. The frame is in plywood veneered in birch. The pillows have a polyurethane padding foam and removable cover recycled.

Cocco Paola — RIBALTALA

Cocco Paola — RIBALTALA

Cocco Paola — RIBALTALA

Complesso parrocchiale S. Maria del Carmine a Santa Maria la Carità - Maria Rosaria Fiocco, Sandro Raffone

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Il progetto ha origine dall’antico principio di orientare la chiesa verso il sorgere del sole, principio espresso da un muro sull’asse Est-Ovest ribadito da un muro incrociato sull’asse Nord-Sud. I due muri fissano l’atto fondativo, il prendere possesso della terra per l’edificazione della Casa di Dio. Sono muri a gravità realizzati con pietre ricavate da macerie su cui s’ innesta l’involucro in legno sorretto da un leggero scheletro in acciaio. La pietra esprime la fissità del sacro, il legno la caducità della vita mentre la giunzione fra le due materie introduce la luce che evoca il divino.

Maria Rosaria Fiocco, Sandro Raffone — Complesso parrocchiale S. Maria del Carmine a Santa Maria la Carità

Vista d'insieme del complesso parrocchiale

L’orientamento è leggermente ruotato sugli assi cartesiani tuttavia la direzione del nord polare è segnata da un lato della torre campanaria a pianta trapezoidale. La chiesa ha una forma tradizionale ribadita dal sagrato e dal campanile. La croce è disegnata dalla luce tagliata sul muro a oriente mentre all’esterno la torre campanaria e la finestra a nastro della scuola, cioè la verticale della forza di gravità e l’orizzontale della terra, conformano una croce. L’ingresso è evidenziato dai battenti in bronzo mentre per i matrimoni e le funzioni funebri c’è l’apertura nella vetrata posta in asse dell’altare. L’aula è ampliabile verso il sagrato che può funzionare anche per rappresentazioni musicali, teatrali e funzioni religiose all’aperto. Nel cortile di forma trapezoidale che ricorda l’agorà di Assos è sistemata la Via Crucis con sullo sfondo il “Giardino degli ulivi”.

Maria Rosaria Fiocco, Sandro Raffone — Complesso parrocchiale S. Maria del Carmine a Santa Maria la Carità

concept

Opere d’arte La porta in bronzo con inserti in ceramica di Ernesto Tatafiore accoglie il fedele ricordandogli che lo sguardo di Dio lo accompagna anche fuori dallo spazio sacro e lo introduce nel percorso colonnato segnato dalla luce zenitale. Oltre la porta c’è il battistero che risalta dalla luminescenza della nicchia in alabastro in cui è collocato. Sul fondo, la cappella con la tela di Santa Maria del Carmelo di Ernesto Tatafiore, è illuminata dal “cannone di luce”. Sull’angolo della cappella, una colonna di recupero archeologico ricorda le radici antiche della Madonna del Carmelo. Sul lato Sud otto formelle quadre di Ernesto Tatafiore dipinte su vetro dischiudono il tema del viaggio quindi il mare, pesci, Pietro, Marco, barche alfa e omega cioè il principio e la fine della vita terrena. L’ambone, in marmo statuario, ha la raffigurazione in bronzo e ceramica dell’aquila che simboleggia l’evangelista Giovanni, pure di Tatafiore mentre il leggio è scavato in forma concava in un massello di marmo. La sede è in tavole di larice come le panche della sala e le pareti esterne. L’altare è un parallelepipedo in lastre di marmo statutario che si evidenzia nel presbiterio in marmo Verde Alpi e nel fondo concavo rivestito di lamine d’oro illuminato dall’alto e dalla fessura sulla parete sud. La custodia eucaristica, opera di Luigi Anselmi, incastonata nel muro e ruotata verso il centro ideale della sala, ha l’anta in argento sbalzato.

Aspetti funzionali Gli accessi al parcheggio interrato per 68 posti auto sono nel lato sud occidentale. Da qui si apre l’agorà su cui affacciano i locali di ministero pastorale ed il salone parrocchiale. La pensilina delle aule della catechesi connette l’accesso alla casa del parroco ed al portico antistante ai due ambienti contigui, il primo per l’incontro ed il secondo con il cinema-teatro. Sotto parte del sagrato trovano posto i servizi, gli impianti le attrezzature e le cabine del teatro. Sul sagrato una pedana mobile consente ai portatori di handicap l’accesso all’aula preghiera.

Aspetti tecnologici Il parcheggio interrato è realizzato in cemento armato, una sorta di cripta su cui poggia il suolo del complesso. Le strutture della chiesa e delle aule sono in profili a doppio T e tubi G.S.N. Le pareti sono in doghe di larice da 25×150 x 4000 mm con protezione impregnante all’acqua e finitura trasparente. Gli interni e i soffitti sono in pannelli di legno con rasante bianco; i pavimenti sono in terrazzo di cemento col solo presbiterio in marmo Verde Alpi. La crimatizzazione è favorita dall’architettura e dai materiali: la pietra per l’inerzia termica, il legno per la coibentazione. Il ricambio d’aria è ottento da aperture poste sul cordolo della vetrata che separa il muro in pietra dall’aula. Un impianto radiante ad energia geotermica potrà garantire il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo. Pannelli solari posti sulle coperture forniranno l’autosufficienza dell’energia elettrica.

Munich Library - Alonso-Sosa architects

Deposito battipista e stazione di pompaggio innevamento artificiale - Alessandro Verona

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L’ intervento ha come oggetto la ristrutturazione e l’ ampliamento dell’ edificio di proprietà della Promotur situato a Tarvisio nell’ ambito delle piste da discesa “Duca d’Aosta”. Esso ospita al livello –1 i locali della stazione di pompaggio dell’ innevamento artificiale,al livello 0 il parcamento di n. 5 mezzi battipista, al livello +1 il magazzino dei materiali per aggiustaggio ed accessori vari e funzionali alle attività manutentive degli impianti di competenza dell’ Ente proprietario. Il programma previsto dal progetto ha previsto l’ ampliamento e la razionalizzazione funzionale ai vari livelli alla quale corrisponde una ridefinizione ordinata ed unitaria del volume e dei prospetti. Ciò si rende ancor più necessario in quanto il prospetto est si affaccia sulle piste da discesa “Duca d’Aosta” determinandone l’ immagine. Il principio del layout ai vari livelli è governato dall’ aumento di superfici necessarie allo svolgimento operativo e tecnico delle attività, mentre per quanto riguarda i prospetti ed il volume, la semplicità e la razionalità dei fronti saranno articolati dalle coperture studiate al fine di risolvere le pendenze necessarie per la neve. L’ idea architettonica è del nuovo edificio sono una serie di camini-lanterne nel bosco utili ad illuminare naturalmente i locali. La presenza di questi elementi con il loro linguaggio espressivo contribuisce alla costruzione di un immagine suggestiva che reinterpreta gli abbaini presenti nell’ edificazione tradizionale della Val Canale.

Alessandro Verona — Deposito battipista e stazione di pompaggio innevamento artificiale

Notturno

Alessandro Verona — Deposito battipista e stazione di pompaggio innevamento artificiale

Alessandro Verona — Deposito battipista e stazione di pompaggio innevamento artificiale

Alessandro Verona — Deposito battipista e stazione di pompaggio innevamento artificiale

Alessandro Verona — Deposito battipista e stazione di pompaggio innevamento artificiale

Recupero ex "Convento dei Gesuiti" - Andrea Desimone

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Edificio risalente alla seconda metà del 1700 e oggetto di svariate manomissioni, non ultima il cambio di destinazione d’uso attuato negli anni ’50 a carcere e vincolato negli anni ’70 ai sensi della Legge 1089/39 per i beni storico-artistici. L’analisi storica ed il rilievo dettagliato, durato diversi mesi, hanno restituito una cartografia dettagliata a supporto dell’attività progettuale.

Andrea Desimone — Recupero ex "Convento dei Gesuiti"

Lotto di progetto

Il complesso delle ex carceri (ex convento dei Gesuiti) ha rivestito sino ad oggi una condizione di impermeabilità nei confronti della città, una chiusura dovuta alle diverse destinazioni funzionali che si sono succedute nel tempo. La posizione centrale e le caratteristiche tipologiche e morfologiche però lo caratterizzano come una naturale cerniera urbana che, con interventi minimi, si può aprire ai flussi vitali della città e divenire polo di attrazione e motore di una nuova fruizione spaziale sia interna che esterna al complesso.

Andrea Desimone — Recupero ex "Convento dei Gesuiti"

Fronti principali

È in questa ottica che il progetto di recupero intende operare, aprire il piano terreno del fabbricato e sfruttare la corte interna come parte di un percorso parallelo al Vicolo delle Carceri, destinandolo al settore commerciale.

Andrea Desimone — Recupero ex "Convento dei Gesuiti"

Interni

Il progetto prevede inoltre la creazione delle nuove partizioni interne, in parte realizzate con l’uso di schermature leggere in ferro, legno e vetro e creazione di soppalchi in struttura metallica con tavolato ligneo.

Andrea Desimone — Recupero ex "Convento dei Gesuiti"

Pianta piano primo

Andrea Desimone — Recupero ex "Convento dei Gesuiti"

Pianta piano secondo

Andrea Desimone — Recupero ex "Convento dei Gesuiti"

Pianta soppalchi piano secondo

CONCORSO DI IDEE PER LA NUOVA MENSA ESTIVA DEL CIRCOLO UFFICIALI LA SPEZIA - Davide De Ranieri, Laura Roy, ALESSIO CURRARINO

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L’idea progettuale nasce della lettura della conformazione del lotto e del territorio ad esso circostante; ne è conseguita una sua interpretazione architettonico-paesaggistica, ha restituito un insieme di elementi organizzati e funzionali, che permetteranno all’intervento d’integrarsi con il contesto; la nuova copertura nasce come direttamente correlata a una sintesi di pre-esistenze stilistiche-architettoniche così da armonizzare i caratteri dell’architettura Liberty e dello stile Neo classico con un gusto più contemporaneo, in modo da non rendere troppo impattante il suo inserimento nel contesto. Si è scelto, planimetricamente, di mantenere l’attuale conformazione e disegno, questa è stata una nostra precisa scelta poiché non si voleva andare a saturare e a modificare il disegno delle aiuole esistenti le quali mantengono un valore storico-testimoniale da tutelare. La struttura è pensata come una serie di elementi puntuali leggeri che permetteranno di avere una discreta libertà di utilizzo dello spazio, non intesa più come soltanto una mensa ma come uno spazio polifunzionale. Come detto in precedenza la nuova struttura manterrà la conformazione della pianta attuale, con la sala principale posta al centro e due salette più piccole poste nei due bracci laterali; si è pensato di prolungare verso l’esterno solo una porzione dell’ala che contiene l’attuale linea di distribuzione pasti, per permette d’integrare al proprio interno uno spazio adibito alla cassa per pagamenti. Il progetto prevede di mascherare la parte in muratura mediante l’utilizzo di un sistema di doghe-frangisole, che daranno uniformità al prospetto e permetteranno una maggiore integrazione con l’intervento; inoltre l’area di distribuzione potrà essere separata fisicamente dalla zona di consumo dei pasti mediante pannelli mobili realizzati con la stessa tecnica costruttiva del rivestimento esterno. Oltre alla nuova struttura di copertura, si prevede di realizzare un nuovo pavimento sopra quello esistente, costituito da doghe di legno rigenerato, materiale con buone caratteristiche in termini di durevolezza e facilità nella pulizia. Verranno inseriti nella pavimentazione tre mosaici realizzati con la tecnica del “Risseu” in marmi policromi, al di sotto del livello di calpestio, protetti da un vetro praticabile che rappresenteranno lo Stemma del Circolo Ufficiali, lo Stemma della Marina Militare e la Rosa dei Venti. La sala renderà disponibili 152 posti a sedere, l’accesso a persone con ridotta capacità motoria sarà garantito dalla realizzazione di una rampa in cemento drenante naturale, la quale per materiali e colori si integrerà con il contesto. Volumetricamente è possibile identificare sei corpi con forma di parallelepipedo. La parte centrale, avente un’altezza maggiore rispetto al resto dell’intervento, identifica la sala principale sulla quale si attestano i due bracci laterali che permetto di avere spazi più riservati rispetto a quello centrale. Il corpo con copertura di colore blu identifica la linea di distribuzione pasti. Sul bordo esterno della copertura si è scelto di utilizzare degli elementi orizzontali che hanno una doppia funzione: una prettamente architettonica poiché ci permettono visivamente d’identificare i diversi corpi che costituiscono l’intervento, l’altro è per migliorare il confort interno avendo la funzione di brise solei.La linea di distribuzione pasti che, nello stato attuale, è definita da un parte di muratura realizzata in blocchi di conglomerato cementizio verrà rivestita in modo da integrarsi all’interno della nuova struttura e da diminuirne l’impatto paesaggistico.

Davide De Ranieri, Laura Roy, ALESSIO CURRARINO — CONCORSO DI IDEE PER LA NUOVA MENSA ESTIVA DEL CIRCOLO UFFICIALI  LA SPEZIA

FOTO INSERIMENTO

Davide De Ranieri, Laura Roy, ALESSIO CURRARINO — CONCORSO DI IDEE PER LA NUOVA MENSA ESTIVA DEL CIRCOLO UFFICIALI  LA SPEZIA

FOTO INSERIMENTO

Davide De Ranieri, Laura Roy, ALESSIO CURRARINO — CONCORSO DI IDEE PER LA NUOVA MENSA ESTIVA DEL CIRCOLO UFFICIALI  LA SPEZIA

VISTA INTERNA 1

Davide De Ranieri, Laura Roy, ALESSIO CURRARINO — CONCORSO DI IDEE PER LA NUOVA MENSA ESTIVA DEL CIRCOLO UFFICIALI  LA SPEZIA

VISTA INTERNA 2

Davide De Ranieri, Laura Roy, ALESSIO CURRARINO — CONCORSO DI IDEE PER LA NUOVA MENSA ESTIVA DEL CIRCOLO UFFICIALI  LA SPEZIA

PLANIMETRIA GENERALE

Autorimessa privata - Mario Bellavite

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L’intervento consiste nella riqualificazione di una autorimessa privata al piano interrato, con la creazione di nuovi posti auto, l’adeguamento degli impianti ed il conferimento di un immagine coordinata all’insieme.

Mario Bellavite — Autorimessa privata

The project consists of the restyling of an underground private garage, with the creation of new parking, the adaptation of the technological plants and the contribution of a corporate image to the set.

Mario Bellavite — Autorimessa privata

Mario Bellavite — Autorimessa privata

Mario Bellavite — Autorimessa privata

Mario Bellavite — Autorimessa privata

Mario Bellavite — Autorimessa privata

Mario Bellavite — Autorimessa privata

Mario Bellavite — Autorimessa privata


Progetto "Eco-Novi" - Andrea Desimone

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La presenza di un’importante rete di collegamenti permette di avere una grande possibilità di interscambio con il territorio, pertanto di divenire luogo ideale per la localizzazione di attrezzature a valenza urbana ed extraurbana.

Andrea Desimone — Progetto "Eco-Novi"

Lotto di progetto

Da questa analisi emerge che esiste la possibilità di riqualificare la parte del territorio tramite la realizzazione di un insieme di attrezzature al servizio della città e del territorio e di sostegno o promotrici e delle attività esistenti nonchè generatrici di flussi turistici.

Andrea Desimone — Progetto "Eco-Novi"

Area d'intervento

La struttura principale che si è identificata è il polo fieristico a carattere provinciale e regionale integrato con il polo espositivo permanente delle attività esistenti nel bacino territoriale di competenza.

Andrea Desimone — Progetto "Eco-Novi"

Concept

Le strutture ed i servizi da affiancare al polo fieristico comprenderanno tre settori: quello pubblico, privato ad interesse pubblico, e privato.

Andrea Desimone — Progetto "Eco-Novi"

Connessioni

Andrea Desimone — Progetto "Eco-Novi"

Schizzo di progetto

Andrea Desimone — Progetto "Eco-Novi"

Masterplan di progetto

CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine - NAT OFFICE - christian gasparini architetto

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Il complesso parrocchiale emerge all’interno del tessuto agricolo adiacente al centro del paese di Santa Maria della Carità, frazione Petraro, stagliandosi come nuovo caposaldo urbano, capace di attrarre e costituire luogo di aggregazione, riunione ed identificazione per gli abitanti e per i comuni contermini.

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Ingresso al complesso parrocchiale

L’ambiente agricolo con la tipica coltivazione a serre diventa elemento ispiratore ed entra nella progettazione del luogo sacro come orto botanico. La natura intesa come macrosistema in cui l’uomo abita, costituisce anche il tema a cui si rivolge la fede, per rintracciare le ragioni profonde ed ancestrali del rapporto Uomo-Dio e della creazione.

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Inquadramento urbano

L’architettura rappresenta le mani dell’uomo rivolte alla luce in preghiera e definisce un volume di tufo che nasce dal terreno e che si piega verso est, dove e’ orientata la chiesa, per rivolgersi alla luce e a Dio.

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Sagrato e ingresso alla chiesa

Un’unica linea inclinata si alza da terra, delineando tutto il complesso parrocchiale, come spezzata corrispondente agli spazi dell’oratorio, della casa canonica, della chiesa e del campanile.

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Piano terra

Una copertura interna sospesa come una capanna “lignea” definisce un luogo protetto, un diaframma profondo, che è prisma di trasfigurazione e sistema di regolazione bioclimatica fra esterno ed interno.

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Aula liturgica

Il programma funzionale del complesso e’ concepito come una rete di vasi comunicanti che si connettono fra loro in poli e in sistema a seconda delle esigenze della comunità pastorale.

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Piano primo

La portualità veicolare e l’accessibilità carrabile e pedonale vengono individuate ad ovest della particella, ma si sviluppano anche a raso in aderenza alla strada, per facilitare le persone portatrici di handicap e l’ingresso nelle giornate feriali.

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Vista dall'altare

Il luogo del sagrato, fulcro compositivo del complesso e sede di possibili cerimonie all’aperto e’ definito ad ovest dai locali del ministero pastorale, a sud dalla casa canonica e ad est dalla chiesa. In questo modo la casa canonica è indipendente, anche come fondazioni, dal parcheggio interrato, permettendo l’eventuale costruzione della stessa in un secondo momento o comunque per lotti separati.

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Prospetto sud

I locali ad uffici a piano terra, sono leggermente sovradimensionati rispetto alle esigenze normative, cosicchè per localizzazione e continuità, possano eventualmente configurarsi anche come bar caffetteria del complesso parrocchiale, garantendo la possibilità di trasferire agli spazi sportivi una connotazione conviviale per le fiere o sagre di paese e costituire un luogo di incontro e riunione per giovani ed anziani delle zone limitrofe.

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Aula liturgica

La torre campanaria della chiesa, posta nell’angolo sud-est dell’orto botanico emerge come blocco verticale in tufo scavato verso nord, che non è solo il luogo simbolico della croce grazie alle sue fenditure, ma anche punto panoramico che permette di identificare il territorio e le sue caratteristiche ambientali naturali ed artificiali.

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Sezione trasversale dell'abside

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Collegamento casa canonica - sagrestia

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Sezione longitudinale

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Vista dell'abside

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Sezione trasversale sul presbiterio

NAT OFFICE - christian gasparini architetto — CPAS - Complesso Parrocchiale Santa Maria del Carmine

Vista del complesso parrocchiale da sud-est

Viale Monumentale del cimitero di Fubine - Andrea Desimone

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L’intervento è inteso come il primo tassello di un progetto più ampio, che interesserà interamente il Cimitero con diverse opere volte a consolidarne, attrezzarne e completarne l’impianto.

Andrea Desimone — Viale Monumentale del cimitero di Fubine

Lotto di progetto

La struttura planimetrica è caratterizzata da un viale centrale che interseca una traversa, secondo uno schema a cardo e decumano, descrivendo quattro lotti principali ai quali si sono venuti ad aggiungere degli ampliamenti sul lato orientale e meridionale. Questi ampliamenti hanno rafforzato l’impianto inserendo delle discontinuità, come la scala e l’area per le inumazioni comuni, che dovranno essere oggetto di particolare cura. Per questi motivi l’area d’intervento iniziale è il viale centrale, spina dorsale del sistema distributivo e di quello impiantistico.

Andrea Desimone — Viale Monumentale del cimitero di Fubine

Planimetria e sezione di progetto

La gestione delle acque, la loro raccolta e smaltimento insieme alle opere di pavimentazione e di completamento della rete elettrica, sono la priorità per mantenere e consolidare l’immagine, cercando di ordinare una serie di interventi che nel tempo si sono susseguiti senza un progetto unitario.

Andrea Desimone — Viale Monumentale del cimitero di Fubine

Vista del Viale_1

La riproposizione seppur aggiornata dei materiali esistenti, è volta a garantire una continuità nella percezione ma nell’ottica di una manutenzione semplificata e ridotta ai minimi termini.

Andrea Desimone — Viale Monumentale del cimitero di Fubine

Vista del Viale_2

Andrea Desimone — Viale Monumentale del cimitero di Fubine

Vista del viale_3

Concorso: "candelabro a sette braccia" - Emanuela Faicchia

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....”Le 7 luci della menorah sono segno della creazione dell’universo in 7 giorni,la luce centrale rappresenta il sabato. 7 sono gli occhi di Dio che scrutano il mondo.(Zac. 1.2.10b) La menorah, perciò, com’elemento sacro nel Tempio è proprio segno della presenza di Dio con quei 7 occhi. Gli spiriti di Dio mandati sulla terra sono anche loro in numero di 7 (Ap. 5,6). Si conclude pure che le 7 luci sono ad indicare i 7 cieli pieni della luce di Dio e la menorah vista in tali termini è anche simbolo astrale.”...

Emanuela Faicchia — Concorso: "candelabro a sette braccia"

Un nastro in metallo con l’inserimento delle candele in fori, praticati al centro del nastro.

Emanuela Faicchia — Concorso: "candelabro a sette braccia"

Lunika Alpina concorso - Mauro Rutto

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LUNIKA“Oh valore alpin!” Creata per celebrare il corpo militare degli alpini, il più antico corpo da fanteria da montagna, questa caffettiera cerca in maniera essenziale di riportare alla memoria la figura di un alpino in uniforme: il colore verde e i piccoli dettagli ricordano la divisa stessa. Il coperchio scelto per questa caffettiera ricorda nella forma e nel colore l’elemento caratterizzante del corpo stesso quale il tipico cappello “ alla calabrese” o alla “Ernani” con la penna nera. Il materiale scelto per questo elemento (coperchio/cappello) e per il rivestimento del manico di metallo è il silicone; tale materiale morbido e flessibile permette la realizzazione di oggetti con colori accesi e accattivanti oltre che garantire una resistenza e stabilità termica a temperature sino a 230 °C. La penna nera sigillata sul lato è in plastica termoresistente. Il corpo centrale della caffettiera, ciò che riveste la camicia interna di alluminio, è pensato in legno con una struttura a dodecaedro su cui sono rappresentate con dei giochi geometrici di rilievo e delle lavorazioni differenti dello stesso, delle montagne su cui è stato serigrafato il disegno di una stella alpina.

Mauro Rutto — Lunika Alpina concorso

Mauro Rutto — Lunika Alpina concorso

Mauro Rutto — Lunika Alpina concorso

Mauro Rutto — Lunika Alpina concorso

Logo creato

Mauro Rutto — Lunika Alpina concorso

Partecipanti

Dongdaemun Design Plaza - Zaha Hadid Architects

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The DDP has been designed as a cultural hub at the centre of Dongdaemun, an historic district of Seoul that is now renowned for its 24-hour shopping and cafes. DDP is a place for people of all ages; a catalyst for the instigation and exchange of ideas and for new technologies and media to be explored. The variety of public spaces within DDP include Exhibition Halls, Convention Halls, Design Museum, Lab and Archives, Children’s Education Centre, Media Centre, Seminar Rooms and Sky Lounge; enabling DDP to present the widest diversity of exhibitions and events that feed the cultural vitality of the city.

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

The DDP is an architectural landscape that revolves around the ancient city wall and cultural artefacts discovered during archaeological excavations preceding DDP’s construction. These historic features form the central element of DDP’s composition; linking the park, plaza and city together.

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

The design is the very specific result of how the context, local culture, programmatic requirements and innovative engineering come together – allowing the architecture, city and landscape to combine in both form and spatial experience – creating a whole new civic space for the city.

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

The DDP Park is a place for leisure, relaxation and refuge – a new green oasis within the busy urban surroundings of Dongdaemun. The design integrates the park and plaza seamlessly as one, blurring the boundary between architecture and nature in a continuous, fluid landscape. Voids in the park’s surface give visitors glimpses into the innovative world of design below, making the DDP an important link between the city’s contemporary culture, emerging nature and history.

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

The 30,000 square meter park reinterprets the spatial concepts of traditional Korean garden design: layering, horizontality, blurring the relationship between the interior and the exterior – with no single feature dominating the perspective. This approach is further informed by historic local painting traditions that depict grand visions of the ever-changing aspects of nature.

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

DDP encourages many contributions and innovations to feed into each other; engaging the community and allowing talents and ideas to flourish. In combination with the city’s exciting public cultural programs, DDP is an investment in the education and inspiration of future generations.

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

DDP’s design and construction sets many new standards of innovation. DDP is the first public project in Korea to implement advanced 3-dimensional digital construction services that ensure the highest quality and cost controls. These include 3-dimensional Building Information Modelling (BIM) for construction management and engineering coordination, enabling the design process to adapt with the evolving client brief and integrate all engineering requirements. These innovations have enabled the team building DDP to control the construction with much greater precision than conventional processes and improve efficiencies. Implementing such construction technologies make DDP one of Korea’s most innovative and technological advanced constructions to date.

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

DDP opened to the public on 21 March 2014 by hosting Seoul Fashion Week. DDP will also host five separate design and art exhibitions featuring works by modern designers as well as the prized collection of traditional Korean art of the Kansong Art Museum.

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

LOCAL CONSULTANTS:
STRUCUTRE: Postech
MECHANICAL: Samoo Mechanical Consulting (SMC)
ELECTICAL AND TELCOM: Samoo TEC
FAÇADE: Mac M&C
CIVIL: Saegil Engineering & Consulting
LANDSCAPE: Dong Sim Won
FIRE: Korean Fire Protection Engineering
LIGHTING: Huel Lighting Design
QUANTITY SURVEY: Kyoung Won
CULTURAL ASSET: Josun
ACOUSTIC: OSD
NOISE / VIBRATION: RMS Technology
ENERGY ANALYTICS: Daeil ENC
MAINTENANCE: Doall CMC
ENVIRONMENTAL IMPACT: Soosung Engineering
PLANNING PERMISSION: Sewon P&D

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

INTERNATIONAL CONSULTANTS:

STRUCTURE/M.E.P.F.
Services/LIGHTING/ACOUSTIC: ARUP Engineers (London, U.K.)

LANDSCAPE: Gross Max (Edinburgh, U.K.)
 FAÇADE: Group 5F (Basel,Switzerland)

GEOMETRY: Evolute (Vennia, Austria)

QUANTITY SURVEY: Davis Langdon & Everest (London, U.K.)

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Zaha Hadid Architects — Dongdaemun Design Plaza

Ristrutturazione di due edifici residenziali di proprietà comunale - Studio Ferrazza Gatti


Un contenitore zoomorfo - Emanuela Faicchia

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Concorso internazionale della Ceramica – Seconda edizione

Emanuela Faicchia — Un contenitore zoomorfo

La progettazione di un contenitore zoomorfo è stata vista come l’opportunità di immaginare un oggetto che si ispirasse si ad un animale, evocandone la forma in modo sintetico, ma che ne interpretasse, della forma, soprattutto le potenzialità spaziali.

Emanuela Faicchia — Un contenitore zoomorfo

L’animale di riferimento è un serpente. La caratteristica formale è la flessuosità.

Emanuela Faicchia — Un contenitore zoomorfo

La volontàè stata sostanzialmente quella di immaginare un contenitore che esplorasse una nuova tipologia di utilizzo, con la possibilità di essere collocato sia su a piano che a parete.

Emanuela Faicchia — Un contenitore zoomorfo

Il contenitore ha una forma a “doppia esse”, sviluppata sulla lunghezza di circa quarantacinque centimetri. E’ costituita da quattro facce, due piane e due curve. Ha una sezione quadrata di sette per sette che forma due bocche laterali. Una conca è stata ricavata nella parte longitudinale dell’oggetto. Tale configurazione, due bocche e una conca, offre la possibilità al contenitore di essere variamente interpretato. Un contenitore per fiori recisi. Un vaso. Un contenitore per frutta. Un portafrutta, oppure entrambi. Una sorta di moderna “cornucopia”. Nella conca è anche possibile alloggiare differenti oggetti, caramelle, biscotti, altro. Un centrotavola. La sua collocazione spaziale può essere sia da tavolo che a parete, grazie alla presenza di due fori ai due estremi delle due facce piane. I due fori, necessari per il fissaggio a parete, sono stati studiati come elemento di decoro. Il materiale utilizzato è la terra bianca dolce, la finitura, a smalto lucido. La trattazione delle faccia curve con una differente texture vuole essere un elemento di decorazione che accentui il gioco di luce e ombre e che, senza divenire pedissequo, evochi la pancia del serpente.

Emanuela Faicchia — Un contenitore zoomorfo

CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA CHIESA SUSSIDIARIA DI SAN NICOLO’ A TREBBIA - Salvatore Risoli, Ctonia, Andrea Ricci, Andrea Cavicchioli, Raffaele Parlangeli, Roberto Ciriolo

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Estratto dalla RELAZIONE di progetto – Secondo grado del concorso: Rapporto con il contesto urbano – Cogliendo e interpretando i suggerimenti del bando, la proposta progettuale individua nel futuro complesso parrocchiale e nei contigui edifici destinati ad attività integrative un efficace strumento di riqualificazione dello scenario urbano, che oltre ad arricchirsi di un nuovo “centro” in grado di ricucire e armonizzare le trame preesistenti, acquisisce un ideale e piacevole luogo di sosta, incontro e socializzazione. I volumi edilizi, che reiterano a diverse quote la tipologia dei fabbricati a corte, si distribuiscono nel lotto in ragione di una duplice logica ordinatrice: da un lato la volontà di garantire centralità e visibilità all’edificio chiesastico, unicamente circondato da volumi bassi e prevalentemente interrati; dall’altro la scelta di ottimizzare la relazione tra chiesa e piazza comunale configurando tra l’uno e l’altra un cammino articolato e fortemente connotato, capace di intercettare l’attenzione dei passanti come di dilatare lo spazio e il tempo dell’itinerario di accesso al luogo di culto, favorendo così il raccoglimento in chi si accinge a partecipare alla celebrazione liturgica. Al percorso privilegiato di avvicinamento alla chiesa si congiunge, in posizione ortogonale, l’asse che governa lo spazio liturgico, delineando un contrappunto compositivo che moltiplica le relazioni spaziali con l’intorno e garantisce fedeltà al tradizionale orientamento ad est, facilitando la valorizzazione liturgica dell’illuminazione naturale. La lettura del contesto, caratterizzato da una fisionomia tipicamente padana, ha portato all’adozione di volumetrie a prevalente sviluppo orizzontale, con coperture a falde e murature in mattoni, che pur armonizzandosi con l’intorno sfuggono alla seduzione del mimetismo per definire una composizione inedita, sobria eppure solenne. L’intenzione di qualificare il complesso parrocchiale come cuore del tessuto urbano, nucleo vitale in costante simbiosi con il suo intorno, si riflette anche nell’accurata gestione del sistema di illuminazione artificiale: nelle ore notturne, a simboleggiare l’operosa vigilanza che indirizza la vita di ogni comunità cristiana, potranno infatti essere illuminati il sagrato con l’icona mariana, la finestra crociata orientata ad est e la sagoma a salienti della serra solare con il campanile, segni riconoscibili dalla grande distanza e chiaramente espressivi dell’identità del luogo. Riconoscibilità– In un momento storico in cui facilmente prevalgono le logiche opposte dello storicismo imitativo o di un modernismo formalista talvolta gratuito, il progetto reinterpreta volutamente la tradizione del tipo basilicale, tentando di dimostrarne la vitalità e interpretandone la matrice spaziale alla luce degli orientamenti della nuova liturgia. Il vocabolario architettonico prescelto si compone termini noti quali la facciata e il campanile, il transetto e la navata, il sagrato e la cappella, elementi classici che la rielaborazione compositiva rende nuovi e attuali, così da garantire a ciascuno, fedele o semplice visitatore, la possibilità di individuare nell’edificio chiesastico un chè di familiare. Nel complesso, ciò che prevale è un’aurea mediocritas, che se da un lato evita il banale anonimato, qualificando il luogo di culto come presenza monumentale all’interno della città, dall’altro rifugge dagli eccessi tecnologici, formali o dimensionali, conciliando continuità storica e contemporaneità. La riconoscibilità dell’edificio è dunque affidata a forme elementari appartenenti ad un linguaggio condiviso: lo svettare del campanile, che governa la composizione senza sopraffarla; l’ampia finestra crociata che guarda ad est; la generosa copertura a falde inclinate; e infine il sagrato accogliente e la corposa facciata riecheggiante il tema del “non finito” di alcune cattedrali padane. Impianto liturgico – Il processo progettuale ha da subito privilegiato le esigenze del culto, delineando e perfezionando un sistema di luoghi celebrativi che ha operato da strumento ordinatore dell’iter compositivo. (…) L’orientamento ad est, prezioso strumento di valorizzazione liturgica della luce naturale, è enfatizzato dalla disposizione assiale dell’altare e del fonte battesimale, che distanziandosi segnano la prima e l’ultima tappa del cammino di iniziazione cristiana. I due luoghi, pur gerarchicamente distinti, risultano evidenziati dalla presenza di una camera di luce che ne esalta il ruolo simbolico, mentre due pale scultoree disposte a mo’ di fondale illustrano, rispettivamente, il titolo della chiesa con il tema della Gloria Celeste e i simboli del battesimo con il tema dell’Epiclesi. Il gradino più alto della predella d’altare accoglie anche il Crocifisso, che disponendosi alla destra della mensa, sul lato tradizionalmente considerato “onorifico”, garantisce piena visibilità da parte del presidente e dell’assemblea riunita. Lo spazio battesimale è invece fiancheggiato, significativamente, dalla penitenzieria e dalle due acquasantiere. L’ambone si proietta decisamente verso l’assemblea, disponendosi in corrispondenza di quel nodo strutturale che connette la navata al braccio sinistro del transetto. Il braccio opposto, chiaramente individuato dalla presenza della luce perenne e da una cortina di vetro screziata di rosso, in virtù delle dimensioni più contenute si qualifica invece come spazio raccolto, dedicato alla custodia del SS. Sacramento e all’adorazione personale. Tra cappella eucaristica e assemblea si colloca la sede presidenziale, che pur messa in risalto da una semplice predella denuncia la propria appartenenza alla sinassi e si orienta opportunamente verso l’ambone, indicando in colui che presiede il primo ascoltatore della Parola. (…) L’aula liturgica è servita sul fianco nord da una sorta di navatella, che funge da spazio distributivo e si estende sino all’atrio di ingresso. Qui, discostandosi dall’asse centrale della facciata, il portale si proietta all’esterno volgendosi verso tutti coloro che accedono al sagrato provenendo dalla piazza e dal contiguo parcheggio, operando così da accogliente segnale di richiamo e dotandosi di una veste scultorea che ribadisce il titolo della chiesa. (…) Progetto iconografico – Le opere d’arte, disposte a corredo dei luoghi liturgici o luoghi esse stesse, combinano liberamente arte figurativa e arte astratta, e si distribuiscono a partire dal sagrato. Qui un pannello scultoreo raffigurante una processione si stende lungo il sinuoso basamento della facciata, prosegue sul portale e si porta ai piedi della grande icona mariana, che rivela il titolo della chiesa attraverso il ventre gravido di Maria e le piccole figure radunate ai suoi piedi. Tra di esse è riconoscibile San Nicola, titolare della chiesa parrocchiale che è riproposto, in forma di statua a tutto tondo, anche nella piccola cappella posta alla destra dell’ingresso. Ispirandosi ad Ap 6,9, la mensa lapidea dell’altare configura un virtuale arcosolium posto a custodire i martiri della fede, mentre la base si adorna di un decoro stilizzato che allude alla palma, simbolo di vittoria sulla morte e di fede nella vita eterna. A sottolineare la relazione tra le “due mense nell’unico atto di culto” anche l’ambone, “nobile ed elevata tribuna” foggiata a modo di cassa sepolcrale, adotta il medesimo motivo ornamentale, e legandosi alle figurazioni astratte della retrostante vetrata policroma illustra il nesso Parola-Luce. Altare e fonte battesimale si corredano ciascuno di una pala scultorea in cui nuovamente confluiscono arte figurativa e arte astratta: il primo rilievo propone la Vergine in trono con Bambino sullo sfondo di una Gloria Celeste, esprimendo così la sua diretta relazione con la scultura mariana posta all’ingresso; il secondo, sormontato da una quinta dedicata al tema dell’Epiclesi, è frutto dell’applicazione del procedimento tipologico, e illustra la struttura simbolica del battesimo attraverso tre episodi biblici liberamente ricomposti in un unico pannello, rivelando l’unità in Cristo della Storia della Salvezza e offrendosi come utile luogo di catechesi per adulti e bambini. “Processioni e rogazioni santificano il territorio a partire dalla chiesa”, scriveva Romano Guardini, e proprio per accentuare il legame tra chiesa e quartiere, le stazioni della Via Crucis si distribuiscono all’esterno dello spazio liturgico, partendo dal sagrato e facendovi ritorno dopo un preciso itinerario avvolgente che sarà protetto, laddove opportuno, da alti diaframmi di cespugli. Qualora il parroco intendesse terminare il pio esercizio con la quindicesima stazione, i fedeli potranno rientrare in chiesa dalla porta principale e raggiungere processionalmente la Croce astile collocata presso l’altare, il cui Crocifisso prefigura, nell’interpretazione dell’artista, la Gloria del Risorto. Due ulteriori opere si collocano nella penitenzieria e nel piccolo andito che dà accesso alla sacrestia: la prima, scultura a tutto tondo, commenta il Peccato Originale; la seconda, di tipo pittorico e linguaggio astratto, rimanda ai Doni Eucaristici. Delicate dorature caratterizzano, infine, altare, croce, ambone, fonte e candelabri per il cero pasquale, alludendo a quella Luce che è segno della presenza del divino. Dal punto di vista materico, le opere scultoree saranno realizzate in bronzo, cemento colorato armato con tondini “cobra” e terrecotte refrattarie o semirefrattarie ad alta resistenza, queste ultime patinate e arricchite di smalti e dorature in seconda e terza cottura.

Salvatore Risoli, Ctonia, Andrea  Ricci, Andrea Cavicchioli, Raffaele Parlangeli, Roberto Ciriolo — CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA CHIESA SUSSIDIARIA DI SAN NICOLO’ A TREBBIA

TAVOLA 1

Salvatore Risoli, Ctonia, Andrea  Ricci, Andrea Cavicchioli, Raffaele Parlangeli, Roberto Ciriolo — CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA CHIESA SUSSIDIARIA DI SAN NICOLO’ A TREBBIA

TAVOLA 2

Salvatore Risoli, Ctonia, Andrea  Ricci, Andrea Cavicchioli, Raffaele Parlangeli, Roberto Ciriolo — CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA CHIESA SUSSIDIARIA DI SAN NICOLO’ A TREBBIA

TAVOLA 3

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esterno 2

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Salvatore Risoli, Ctonia, Andrea  Ricci, Andrea Cavicchioli, Raffaele Parlangeli, Roberto Ciriolo — CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA CHIESA SUSSIDIARIA DI SAN NICOLO’ A TREBBIA

pianta

Salvatore Risoli, Ctonia, Andrea  Ricci, Andrea Cavicchioli, Raffaele Parlangeli, Roberto Ciriolo — CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA CHIESA SUSSIDIARIA DI SAN NICOLO’ A TREBBIA

interno 1

Salvatore Risoli, Ctonia, Andrea  Ricci, Andrea Cavicchioli, Raffaele Parlangeli, Roberto Ciriolo — CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA CHIESA SUSSIDIARIA DI SAN NICOLO’ A TREBBIA

interno 2

Salvatore Risoli, Ctonia, Andrea  Ricci, Andrea Cavicchioli, Raffaele Parlangeli, Roberto Ciriolo — CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA CHIESA SUSSIDIARIA DI SAN NICOLO’ A TREBBIA

interno 3

Chiesa/Church - Giuseppe Marinoni, Vilma Cernikyte

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Il nuovo complesso si pone come icona tra gli edifici moderni del quartiere e aspira a definire un luogo di fruizione urbana diffondendo effetti benefici sulla città attorno. Reinterpretando in chiave contemporanea i complessi monumentali storici, come per esempio la Vilniaus Šv. Onos bažnyčia, si è configurato un insieme poliarticolato dal quale emerge la monumentalità della chiesa ad aula unica. La cupola, richiesta dal bando, è concepita come spazio reale e insieme virtuale: un’istallazione leggera disegnata dalla luce naturale che entra dalla finestra circolare in alto, e dalla luce artificiale che cambia colore in relazione ai colori del calendario liturgico.

Giuseppe Marinoni, Vilma Cernikyte — Chiesa/Church

2013, Concorso Internazionale. Menzione / International competition. Recommended

Giuseppe Marinoni, Vilma Cernikyte — Chiesa/Church

Con / with Vilma Cernikyte

Giuseppe Marinoni, Vilma Cernikyte — Chiesa/Church

Slp / GFA: m² 9500

Giuseppe Marinoni, Vilma Cernikyte — Chiesa/Church

Superficie spazi aperti / Area of open spaces: m² 12000

Giuseppe Marinoni, Vilma Cernikyte — Chiesa/Church

Giuseppe Marinoni, Vilma Cernikyte — Chiesa/Church

Giuseppe Marinoni, Vilma Cernikyte — Chiesa/Church

Nuovo Centro Urbano / New Urban Centre. Abbiategrasso - Giuseppe Marinoni

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Questo progetto dà forma a una parte urbana orientata alla residenza, al commercio e ai servizi. La morfologia si declina in una versione contemporanea del centro storico di Abbiategrasso: “Città quadrata” e “Fossato visconteo”. Sequenze di giardini lineari inglobano le infrastrutture esistenti e di progetto e delineano l’assetto del costruito. Le parti edificate si conformano come frammenti di tessuto urbano compatto strutturati sui tracciati che riprendono idealmente le scansioni della città storica. Il nuovo assetto insediativo si relaziona fisicamente e visivamente alla città attorno come ai fatti paesaggistici salienti, configurando un’entità urbana che esprime effetti di centralità.

Giuseppe Marinoni — Nuovo Centro Urbano / New Urban Centre. Abbiategrasso

Here a part of the town oriented towards housing, commerce and services is shaped. The morphology is a contemporary version of the historic centre: ‘Square Town’ and ‘Visconti Moat’. Sequences of linear gardens incorporate the existing and planned infrastructures and delineate the layout of the built-up area. The built parts take the form of fragments of compact urban fabric structured around the layouts which echo in concept the patterns of the historical town. The new structure of settlement is physically and visually related to the surrounding town as well as to the salient features of the landscape, shaping an urban entity that expresses effects of centrality.

Giuseppe Marinoni — Nuovo Centro Urbano / New Urban Centre. Abbiategrasso

Giuseppe Marinoni — Nuovo Centro Urbano / New Urban Centre. Abbiategrasso

Giuseppe Marinoni — Nuovo Centro Urbano / New Urban Centre. Abbiategrasso

Concessionario / Car dealer AUDI. Bucharest - Giuseppe Marinoni

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L’edifico, concepito a ridosso di una rotatoria stradale alla periferia di Bucarest, si configura come una grande insegna visibile a distanza dalla strada principale diretta alla città. La corsia stradale in uscita dalla rotatoria diviene l’asse su cui strutturare il complesso in una sequenza di elementi architettonici: la quinta luminosa su cui si staglia la marca automobilistica, i bassi padiglioni di legno e vetro concepiti come vetrine tridimensionali per l’esposizione interna delle automobili nuove, i parterre in asfalto e prato per l’esposizione esterna delle automobili usate.

Giuseppe Marinoni — Concessionario / Car dealer AUDI. Bucharest

2013, in corso/ongoing

Giuseppe Marinoni — Concessionario / Car dealer AUDI. Bucharest

Slp / GFA: m² 3500

Giuseppe Marinoni — Concessionario / Car dealer AUDI. Bucharest

Superficie spazi aperti / Area of open spaces: m² 8500

Giuseppe Marinoni — Concessionario / Car dealer AUDI. Bucharest

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