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Recanati 2.0 - Andrea Alpini


RISTRUTTURAZIONE - Liliana Martarelli

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il progetto trasforma una piccola casa unifamiliare degli anni 60 adattandola alla residenza del giovane proprietario

Liliana Martarelli — RISTRUTTURAZIONE

vista da ovest tutta la casa è coibentata con cappotto

l’unica significativa modifica è l’eliminazione del tetto a due falde per sostituirlo con un parallelepipedo e due terrazze. Si permette così di godere della splendida vista su alpi e laghi. L’impatto visivo cambia completamente anche per l’utilizzo dei materiali pietra per il rivestimento e legno per le ringhiere.

Liliana Martarelli — RISTRUTTURAZIONE

vista da est

Le aperture non sono state modificate per contenere i costi ma valorizzate con serramenti in alluminio.

Liliana Martarelli — RISTRUTTURAZIONE

fronte

Liliana Martarelli — RISTRUTTURAZIONE

retro

Liliana Martarelli — RISTRUTTURAZIONE

villetta prima della ristrutturazione

Liliana Martarelli — RISTRUTTURAZIONE

particolare rivestimento in listelli di diversa altezza e lunghezza di serizzo a spacco fornito da PRINI di Masera

Liliana Martarelli — RISTRUTTURAZIONE

terrazzo più piccolo con vista Monte Rosa

casa AG fe - Filippo Saponaro architetto

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interiors design

Filippo Saponaro architetto — casa AG fe

© Filippo Saponaro architetto photo by andrea pertoldeo

Filippo Saponaro architetto — casa AG fe

© Filippo Saponaro architetto photo by andrea pertoldeo

Filippo Saponaro architetto — casa AG fe

© Filippo Saponaro architetto photo by andrea pertoldeo

Filippo Saponaro architetto — casa AG fe

© Filippo Saponaro architetto photo by andrea pertoldeo

Filippo Saponaro architetto — casa AG fe

© Filippo Saponaro architetto photo by andrea pertoldeo

Filippo Saponaro architetto — casa AG fe

© Filippo Saponaro architetto photo by andrea pertoldeo

Il tormento dell'astrazione - ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi, iflandscape

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Può un giardino astratto rivelare il tormento del romantico?

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi, iflandscape — Il tormento dell'astrazione

2 Parco urbano

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi, iflandscape — Il tormento dell'astrazione

Il fiume racconta

Attraversa territori, città, paesaggi. Quello che trasporta è un legame, indissolubile, tra le parti. Il fiume nasce poco sopra la città, percorre boschi, scava rocce, si adagia in valle, corre in pianura, fino al mare. È un racconto il fiume. Un libro aperto del territorio che attraversa.

3 Un museo all’aperto del territorio

I luoghi del parco narrano questa storia attraverso l’uso dei materiali. Un ponte tra le parti “trascina” il parterre svelando, come fossero campionature, depositi di rocce, pietre, sassi, ghiaia, sabbie. Gli utenti del parco potranno camminare sulle superfici metaforicamente trasportate dal fiume. Sedute in pietra permettono di godere della tranquillità del fiume. Qui, come in altre parti del parco verranno messe in evidenza le diverse litologie dei calcari marnosi del Cansiglio, di rocce bioclastiche, arenarie, calcari, marne, conglomerati e argille. Il lieve declivio accompagna al percorso inferiore che circoscrive la piccola penisola su cui si posiziona l’area dei giochi.

4 Sull’altra sponda una pedana di legno abbozza la fluitazione dei segati, mentre altrove tronchi in sezione orizzontale sono gruppi di panche nel parco. I legni utilizzati racconteranno ancora i paesaggi del Livenza: saranno faggi del Cansiglio, salici, olmi, ontani e altre essenze che man mano il fiume incontra sulla via del mare. Apposite targhe segnaleranno specie e provenienza dei legni impiegati.

5 Segnalazione di allerta

I livelli del fiume non sono un semplice dato numerico. Quando l’acqua si alza, un sistema di canali la immette in un invaso complesso il cui compito è quello di segnalare i livelli di allerta delle piene. Il primo cerchio indica il primo innalzamento, il secondo, più alto, è una prima allerta, mentre l’ultimo induce l’attenzione più grave. La relazione evidenzia forme che si generano progressivamente nei casi di piena. In tutti gli altri giorni è una sorta di anfiteatro per giochi e piccoli spettacoli. Alla stessa maniera il percorso che corre sotto il livello del fiume sarà raccordato ad un invaso drenante che permetterà lo svuotamento ed insieme segnalerà di nuovo la quota dell’acqua.

6 Un nuovo manufatto si confronta con le rovine del muro del vecchio bastione. Così facendo si innalza il livello di protezione dall’acqua in caso di esondazione. La scala finale permette di raggiungere la quota del torrione.

7 Il percorso come esperienza.

8 Il percorso accompagna i visitatori, ma non è una enunciazione passiva. Corre tangente, si discosta lievemente, poi ritorna al fiume. Quasi si immerge al suo fianco. Alzandosi, si porta tra le fronde: permetterà di raggiungere un punto di vista inconsueto alla quota dei volatili. Scavalca il treno ed il fiume. Poi riscende. È una sequenza percettiva completa ed inaspettata.

9 Parco dello sport

10 Dal giardino alla foresta: un passaggio graduale.

Il sistema dei parchi di Sacile è un digradare dal giardino urbano di Palazzo Flangini Biglia fino al bosco planiziale previsto dalle strategie di Piano. In fronte del palazzo si completa lo spazio esistente bordato da scaloni verso il fiume con pedane in legno su cui si poggia un piccolo chiosco-bar affacciato sul Livenza.

11 È un paesaggio calibrato che cerca il confronto con le strutture urbane, genera relazioni con il fiume, oltrepassa la ferrovia, si perde nella trama prima diradata e poi fitta dell’impianto boschivo. È un lento digradare dai profili geometrici e dalle forme resistenti più proprie del repertorio urbano che poi man mano mutano nelle forme più generose del parco urbano per misurasi infine con la dimensione e gli attributi di un parco territoriale, in un succedersi di essenze, dal tiglio urbano, al salice e l’ontano in ripa di fiume, fino ai pioppi oltre la ferrovia. È una operazione sintetica di traduzione dei linguaggi del paesaggio tradizionale e contemporaneo.

12 Natura e artificio

Il paesaggio è un artificio naturale, che organizza spazi per le persone che lo vorranno attraversare. Due nuovi argini si discostano dal percorso del fiume al fine di determinare un perimetro definito per le esondazioni controllate. Un terzo rilievo protegge in via definitiva le aree dedicate allo sport, dotate a loro volta di piccole strutture di servizio, al fine di preservare i manufatti e le superfici da possibili danni.

13 Queste aree sono ricavate, per via di levare, come radure all’interno del bosco. Una di queste, ancora più informale, ospita alberi più monumentali o da fioritura (Liquidambar, Quercus Rubra, Acer Campestre, Ulmus, Prunus Piccardi Nigra), eccezione al parco agricolo, come una piazza nel verde. Non impianti massicci ed invasivi, ma piccoli padiglioni, come detto, come spogliatoi, servizi igienici e ricoveri si posizionano in prossimità dei campi. È un approccio naturale, tutto orientato al paesaggio. La teoria di dune corre tangente al perimetro maggiore costituendo di fatto una tribuna naturale per una vista migliore delle attività.

14 Un circuito jogging e un percorso ciclabile permettono di attraversare il parco in tutte le parti, comprese quelle destinate alla produzione. Così facendo non si riduce la corsa a semplice attività fisica ma si traduce in attività cognitiva, una esperienza didattica e dei sensi ricca di punti di interesse che invogli le persone a usufruire del parco. Di particolare rilievo sarà il fatto di venire a contatto con i filari destinati alla produzione in uno scambio efficace e proficuo che possa aiutare a percepire il parco come patrimonio della comunità intera. In riva al fiume un piccolo padiglione vetrato ospita un bar, dei servizi igienici e una piccola sala mostre dedicata alle storie del fiume con la esposizione di una o più imbarcazioni storiche. È possibile pensare anche ad un piccolo approdo per le imbarcazioni.

15 Gli impianti produttivi

Una parte consistente del parco è destinata alla produzione. Le parti con alberi disposti ad intervalli regolari sono destinati alla produzione di legna, mentre quelli più compatti a quello di biomassa. Il nuovo parco può diventare un serbatoio importante per la produzione di nuova energia sostenibile per l’intera città. Con questo incipit si può ipotizzare un futuro con impianto centrale di teleriscaldamento per un futuro a piena sostenibilità del Comune di Sacile. In questo caso il parco potrà essere gestito direttamente dall’Amministrazione o dall’Azienda Energetica. In ogni caso, anche con esiti diversi, il parco destinato alla produzione, oltre ad avere un elevato valore estetico ed a costituire un importante polmone verde per la città, presenta una sostenibilità economica fenomenale, permettendo di ripagare in breve tempo gli investimenti destinati alle strutture sportive e legate al loisir. È un grande patchwork in cui innestare porzioni di coltivazione con alberi di età differenti, in modo da ottenere un produzione differenziata e permettere investimenti graduali. A fine ciclo gli alberi potranno essere tagliati per dare spazio a nuove produzioni. Questa disposizione progressiva e la differenziazione tra gli impianti rappresenta una dote di versatilità importante rendendo molto flessibili le strategie di investimento e di ricavo. Ma è allo stesso tempo un vero e proprio bosco in cui la disposizione delle alberature genera ritmi inaspettati e spettacolari, un luogo da esplorare. Al suo interno, nelle parti più stabili non produttive, si potranno predisporre istallazioni ludico ricreative, come percorsi avventura ed altro.

Il tormento dell’astrazione

Gli impianti produttivi determinano una teoria di fasce rette. Il bosco è comandato da un ritmo acceso, prima rado, poi fitto, poi rado ancora. Come in una sinfonia, ogni albero ha una posizione precisa, un ruolo nella trama. Compone filari, ma questi, come vibrando, cercano una posizione che non trovano. Il bosco è una matrice, precisa, volontaria. È un esito della ragione. I filari si dispongono regolari seppure a comparti differenti per misura e distanza tra gli alberi. Queste piccole variazioni dovute ai cicli di produzione, determinano lievi sfalsamenti, una sorta di irrequietudine della ragione. Ma la matrice è astratta. Ha un impianto fermo il bosco, fuori. Eppure ogni volta che si abbraccia l’intero con lo sguardo, interferenze di ritmo minimali ingenerano leggere diffrazioni percettive. Il pioppo tremulo, mai fermo, lascia presagire appena. Poi improvvise compressioni. È un tormento di colori, poi vuoti, tronchi, prati, foglie e ancora compressioni.

16 Pioppi foliage colorado coi gialli violenti d’autunno, agiscono di contrappunto ai filari retti dei cloni degli impianti a produzione. Non è mai fermo il paesaggio. Lo sfumato carminio del cornus sibirica in alternanza con il winter flame e la stolonifera flaviramea anticipa piccole radure in una sequenza coinvolgente e assoluta di colori. Sui crinali dei nuovi argini, i percorsi sinuosi trascinano l’animo nell’esperienza del bosco. L’aspetto, fuori, è quieto, organizzato, sicuro. Ma, come avesse un animo, rivela inquietudini interiori. Dentro è un paesaggio forte, improvviso e compulsivo.

_Può un giardino astratto rivelare il tormento del romantico? _

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Calvaire - TRIBU architecture

Progetto di una postazione a componenti seriali per il ricovero degli operatori pubblici. - GianMarco Longo

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GARITTA DELLA POLIZIA MUNICIPALE Le Garitte costarono al Comune di Roma circa 740 mila euro; la loro realizzazione e installazione fu affidata alla Manganiello Srl all’inizio del 2005. Purtroppo, queste postazioni sono state negli anni costantemente disertate dagli operatori pubblici. Il motivo è che queste sono caldissime d’estate, ghiacciate d’inverno e molte non hanno un impianto elettrico e sono prive di linea telefonica. Nella maggior parte dei casi la loro ubicazione limita la visibilità degli incroci e la pedonabilità dei marciapiedi. Un ulteriore problema è legato alla cura di questi abitacoli: infatti, i costi mensili di manutenzione e pulizia si aggirano intorno ai 200 euro. Atti vandalici, graffiti e scarso utilizzo hanno portato nei primi nove mesi del 2010 ad un esborso di 147 mila euro.

GianMarco Longo — Progetto di una postazione a componenti seriali per il ricovero degli operatori pubblici.

PREMESSA PROGETTUALE: La progettazione di queste postazioni si collega alla necessità di risolvere le problematiche riscontrate nella realizzazione e installazione di questi prodotti, in quanto nell’attuale produzione si è visto che queste mancano di requisiti di vivibilità, contestualizzazione urbana e non sono più adeguate rispetto alle odierne norme sulla sicurezza sul lavoro. Grazie alla collaborazione della Manganiello Srl, di Casalnuovo Napoli, azienda produttrice di manufatti in carpenteria metallica, si è potuto comprendere le reali esigenze, progettuali e produttive, di un siffatto prodotto così complesso.

GianMarco Longo — Progetto di una postazione a componenti seriali per il ricovero degli operatori pubblici.

IL PROGETTO è stato concepito come un sistema a elementi modulari, in modo da permettere una facile installazione in sito. Infatti, in base alle premesse progettuali si doveva realizzare un abitacolo che potesse essere trasportato non per intero, come avviene tuttora, ma per moduli, così da permettere sia l’abbattimento dei prezzi di trasporto sia la possibilità di trasportare un maggiore numero di garitte in un unico viaggio. Il sistema è costituito da sei elementi: il basamento in acciaio, i quattro pannelli prefabbricati e l’elemento di copertura.

GianMarco Longo — Progetto di una postazione a componenti seriali per il ricovero degli operatori pubblici.

SICUREZZA E NORMATIVE: Il progetto contempla le vigenti norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, di progettazione negli spazi pubblici e in riferimento alle normative specifiche legate agli impianti tecnologici installati. Infatti, sono state rispettate le dimensioni minime previste dal decreto legislativo 81/2008, che prevede un volume minimo pari a 10 m3 per singolo lavoratore.

GianMarco Longo — Progetto di una postazione a componenti seriali per il ricovero degli operatori pubblici.

RIFERIMENTI NORMATIVI RIFERIMENTI NORMATIVI D.Lgs. 81/2008 Testo Unico Sicurezza Lavoro UNI EN ISO 6385:2004 – Principi di ergonomia nella progettazione dei sistemi di lavoro. EN 12464-1:2004 Illuminazione dei posti di lavoro – parte1: posti di lavoro in interni.

GianMarco Longo — Progetto di una postazione a componenti seriali per il ricovero degli operatori pubblici.

GianMarco Longo — Progetto di una postazione a componenti seriali per il ricovero degli operatori pubblici.

GianMarco Longo — Progetto di una postazione a componenti seriali per il ricovero degli operatori pubblici.

GianMarco Longo — Progetto di una postazione a componenti seriali per il ricovero degli operatori pubblici.

PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève - PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE

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La passerelle piétonne et cycliste, franchissant les 18 voies CFF, profite de sa situation dominante (vues, ensoleillement). Son dynamisme et son irrégularité contrastent avec la rectitude des rails et renforce l’image du paysage traversé. Sa géométrie et sa forme structurelle, répondent aux différentes contraintes du site (protection des lignes, ascenseurs). La passerelle longue de 160 m. est principalement appuyée par deux doubles piles. De part et d’autre de l’appui central, les deux tronçons situés sur les voies CFF ont une longueur de 67 m. chacun. Deux liaisons couvertes ainsi qu’un escalier, permettent à cet ouvrage de remplir son rôle de connexion (halte RER, accès tram et lac). La hauteur variable des poutres latérales triangulées, apporte au promeneur des événements différents tout au long du parcours. Les poutres triangulées, légèrement inclinées vers l’intérieur sont recouvertes de verres translucides, protégeant le promeneur et éclairant le parcours la nuit par le biais d’un éclairage linéaire intégréà l’ouvrage. L’emballage de la structure, en aluminium déployée, évite tout contact direct avec les voies CFF et donne à cet ouvrage une unité plastique.

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

PIERRE-ALAIN DUPRAZ ARCHITECTE — PASSERELLE SECHERON-NATIONS_Genève

Archea Associati (+) Fabrizio Fraboni Baroni - Fabrizio Fraboni Baroni


10 logements à Meyrin - atelier EGR

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logements

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Vue sur cours

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Vue depuis la rue

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Séquence d'entrée

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Intérieur d'un logement

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Intérieur d'un logement

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Plan de situation

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Plan RDC

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

PLAN R+1

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

PLAN R+2

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Coupe transversale

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Elévation rue

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Elévation sur cours

atelier EGR — 10 logements à Meyrin

Elévation sur cours

VALENTINO CAFFE' - Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello

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Il progetto rappresenta l’occasione di ricreare attraverso un giardino esterno tipicamente mediterraneo e uno interno umido, un luogo particolare per tematiche e riferimenti commerciali del luogo. Questo progetto vuole essere un invito, per visitatori e rappresentanti, a fare esperienza di una omogeneità di spazi sorprendenti e ricchi di sensazioni. Il giardino ha come obiettivo anche quello di creare un luogo interessante e stimolante per tutti i dipendenti dell’Azienda ispirandosi all’immagine del giardino terapeutico dove il colore verde, da sempre portatore di benessere psichico, predomina. Una grande stanza all’aperto, ovvero un piccolo giardino interno, alle spalle della reception, in cui la qualità e sottolineata dalla vegetazione che sembra essere un’estensione degli spazi esterni.

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello — VALENTINO CAFFE'

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello — VALENTINO CAFFE'

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello — VALENTINO CAFFE'

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello — VALENTINO CAFFE'

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello — VALENTINO CAFFE'

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello — VALENTINO CAFFE'

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello — VALENTINO CAFFE'

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello — VALENTINO CAFFE'

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello — VALENTINO CAFFE'

Alessandro Mello, Dott. Vincenzo Mello, Umberto Mello — VALENTINO CAFFE'

Sotterranei e fossato del Castello di Barletta - Stefano Serpenti

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Dalla corte del Castello si accede, attraverso ripidi camminamenti e rampe con gradini, ai sotterranei che occupano le ali nord ed ovest della fortezza. Le possenti strutture in pietra, le due casematte inferiori dei torrioni S. Vincenza e Sant’Antonio, straordinari ambienti perfettamente circolari coperti da imponenti volte a cupola, forati sui fianchi da lunghe feritoie strombate per il fuoco dei cannoni, e le grandi sale che le raccordano, costituiscono una spettacolare e suggestive sequenza di spazi e strutture, parte integrante degli antichi sistemi di organizzazione difensiva, che, dopo i primi lavori di restauro del Castello realizzati negli anni 70, erano rimasto senza reimpiego funzionale ed in stato di degrado.

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

L’intervento ha avuto come obiettivo il recupero e riuso di parte dei sotterranei, in collegamento con gli spazi aperti del fossato, oggi utilizzati per manifestazioni e spettacoli, al fine di allestire un settore del nuovo polo museale destinato ad accogliere mostre ed esposizioni temporanee. Il loro riuso doveva conservare il valore e atmosfera degli ambienti, affrontando i problemi della irregolarità del suolo grezzo, della presenza di acque di falda affioranti, della ventilazione e ricambio d’aria per una migliore qualità ambientale interna, del restauro delle murature degradate, della dotazione di un adeguato apparato tecnico impiantistico e della necessità di prevedere idonee uscite di sicurezza. Il nuovo piano di calpestio è costituito da un pavimento sopraelevato e distaccato dalle apparecchiature murarie, realizzato da una pedana, autonoma e continua, in tavole di larice, distesa su un impalcato ad intelaiatura metallica che si adatta alla irregolarità planoaltimetrica del sottosuolo. I passaggi ed i varchi voltati tra gli ambienti sono sottolineati da tratti di pavimentazione in lastre di acciaio preossidato e microforato ed un profilo metallico continuo incornicia i bordi del nuovo piano verso le masse murarie verticali, contiene il pavimento e segna il distacco tra le superfici, dando luogo ad una netta separazione tra i materiali, accentuando la gerarchia tra le parti. Un canale luminoso alloggiato lungo i bordi tra il nuovo piano sospeso e lo spiccato delle pareti lapidee dei sotterranei, diffonde una luce radente che, scorrendo lungo le pareti e le volte, si posa sulle superfici orizzontali, dialogando con gli stretti e puntuali fasci di luce naturale provenienti dalle feritoie lungo i fianchi delle strutture murarie. Nella cavità ricavata tra pavimento e sottosuolo sono state alloggiare le reti dei sottoservizi che ospitano le canalizzazioni impiantistiche, idriche, antincendio, di sicurezza ed elettriche, con i relativi pozzetti d’ispezione.

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

L’accesso esistente ai sotterranei, dalla corte, è stato integrato con la realizzazione di una nuova uscita di sicurezza, utilizzando e rimodellando il cunicolo di passaggio esistente di raccordo con il fossato, antica uscita a mare sul fronte nord del castello, incavando una passerella, costruita con una unica lastra pressopiegata metallica, raccordata con le diverse quote, interne ed esterne, esistenti e immersa, in parte, nelle acque di falda affioranti.

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Stefano Serpenti — Sotterranei e fossato del Castello di Barletta

Show room PIOT a Rivello (PZ) - PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale

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PROPOSTA METODOLOGICA La filosofia progettuale generale si basa su tre parole chiave necessarie a fornire una impronta contemporanea ad ogni proposta progettuale: RISPARMIA, RECUPERA e RICICLA. L’impostazione metodologica si basa sulle nuove esigenze dettate dall’architettura contemporanea e dall’approccio sostenibile necessario in ogni nuovo progetto.

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

OBIETTIVI PROGETTUALI Gli obiettivi progettuali sono quelli di creare una proposta in grado di declinare le parole d’ordine sopracitate a partire dal concetto di SOSTENIBILITA’: ambientale, realizzativa, manutentiva e sociale. Principalmente questi elementi necessitano di uno studio delle potenzialità dell’esistente in modo da minimizzare gli interventi necessari e limitare l’utilizzo di materie prime e l’inquinamento produttivo che necessariamente si portano dietro. La consapevolezza di questo obiettivo porta a individuare interventi progettuali atti a minimizzare anche i costi per la collettività sia in fase di realizzazione, attraverso l’utilizzo di tecnologie di prefabbricazione, sia in fase di gestione adottando accorgimenti atti a diminuire i costi di conduzione e atti a permettere la massima flessibilità sociale.

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

CRITERI PROGETTUALI I criteri progettuali si declinano e dialogano con gli obiettivi di sostenibilità attraverso l’individuazione di elementi specifici che permettono il raggiungimento di una idea progetto preliminare: sistema di facciata ridotto e prefabbricato, travi a cassero preformato e sistema fotovoltaico autofinanziato, consentono il RISPARMIO; la captazione delle acque di pioggia e in misura minore delle acque depurate consentono il RECUPERO; il riutilizzo dei materiali provenienti dallo scorticamento e dal leggero sbancamento del terreno per la realizzazione delle pavimentazioni tipo “glorit”, permette il RICICLO. CONCEPT La proposta progettuale di base tiene conto della volontà di declinare i concetti espressi nei documenti forniti dall’amministrazione comunale, nei documenti del PIOT e derivati dalla conoscenza diretta dei luoghi. La posizione strategica dell’area di intervento, in prossimità di un incrocio importante tra due strade statali ha portato la scelta di creare una zona che non fosse di esclusivo passaggio o di sosta temporanea, ma di permanenza ed incontro con le varie peculiarità del territorio che il bando si propone di promuovere: la valorizzazione dei prodotti locali in primo luogo; la promozione del turismo anche nelle aree di entroterra trasformando l’info point in una vetrina culturale per i paesi promotori del PIOT; ottenere un punto di riferimento per le strutture ricettive locali con una sorta di portale informativo fisico. Il progetto proposto nasce come occasione per la creazione di un luogo di aggregazione esterno alle aree abitate e destinato a chiunque voglia godere dei servizi offerti dall’ufficio di informazione ed accoglienza turistica. Non solo dunque showroom per la promozione dei luoghi per chi proviene da aree esterne, ma anche punti di vita, di aggregazione alternativo alle aree di paese e valorizzato dalla presenza contemporanea di aree di aggregazione tranquille ed interattive. La forma progettuale deve valorizzare il paesaggio estremamente suggestivo sul Monte Sirino che fa da fondale all’intervento, un paesaggio tipico e unico, un valore aggiunto a ciò che l’edificio andrà a proporre. La presenza di una scarpata, molto ripida e potenzialmente pericolosa ha suggerito di proporre scelte architettoniche che con un unico gesto compositivo creino gli ambienti richiesti dalla pubblica amministrazione mettendo in sicurezza l’affaccio sulla scarpata e sul panorama che emerge da essa. L’esigenza progettuale è quella di creare un luogo, un punto in cui il viaggiatore possa trovare una piazza coperta, un punto protetto per la sosta e la fruizione dello splendido paesaggio che il progetto va ad incorniciare. Il valore del territorio è da tenere necessariamente in grande considerazione vista la collocazione particolare del sito, a cavallo tra ben tre parchi naturali (Cilento, Pollino e Appennino Lucano), e la proposta progettuale tiene conto delle caratteristiche ambientali della zona indicando di provvedere a piantumazioni di tipo speciale, autoctone e dunque a basso livello manutentivo, da reperirsi presso le banche della biodiversità presenti negli enti parco. Dunque, le vaste aree a verde che circondano l’Info Point ed accompagnano il passaggio pedonale al belvedere saranno esse stesse luogo di esposizione delle essenze arboree locali che potranno essere riconosciute con apposite schede di “specie vegetali”: la creazione e la manutenzione di un piccolo giardino botanico potrebbe essere un progetto in grado di coinvolgere cooperative locali e comunità scolastiche coerentemente alla sostenibilità sociale posta tra gli obiettivi di progetto.

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

Il concept proposto è dimensionato per la flessibilità di domanda e di gestione necessaria a garantire il corretto utilizzo della struttura. Lo Showroom infatti diventa anche un punto di informazioni codificato dall’acronimo IAT (Informazione ed Accoglienza Turistica) che nella proposta progettuale diventa un elemento totemico visibile a distanza e facilmente individuabile dagli utenti della strada statale. Lo IAT Rivello sarà parte di una rete più ampia di informazione territoriale costituita da altri tre IAT dello stesso tipo (Nemoli, Trecchina, Maratea). Scopo fondamentale sarà quello di dotare il paesaggio di punti riconoscibili d’informazione e divulgazione delle peculiarità paesaggistiche e produttive della zona per accompagnare il viaggiatore attraverso un percorso all’insegna della scoperta dei luoghi. Lo IAT Rivello sarà dotato delle più moderne tecnologie informatiche per essere connesso con gli altri Iat e con la rete web. Per questo sarà dotato di punti di accesso internet, Wi Fi, banner in QRcode per fornire informazioni in realtà aumentata. Un ulteriore arricchimento della proposta progettuale deriva da un breve studio sulla sigla IAT in modo che possa diventare un acronimo anche grafico, il restyling del logo da riproporre in tutto il materiale informativo che sarà prodotto con l’ufficio a regime.

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

DESCRIZIONE DEL PROGETTO L’intervento proposto si articola come una virgola nell’area indicata dall’amministrazione pubblica andando a marcare le linee forti paesaggistiche e perimetrali del lotto circondato da un lato dalla strada in curva e dall’altro dalla scarpata sulla valle. L’edificio si costituisce di due elementi principali costituiti da un corpo chiuso, climatizzato, di superficie di poco superiore ai 150 mq. Indicati nel bando e comprensivi di servizi, e di un corpo aperto a forma di virgola costituito da una copertura unitaria e snella atta a creare un luogo coperto multifunzionale, per esposizioni, mercati temporanei e continuativamente creare una finestra sul paesaggio. Il volume climatizzato atto a contenere lo Showroom a il Punto Informazioni è costituito da pareti vetrate a tutta altezza in modo da agevolare e invitare gli utenti della strada all’accesso e alla condivisione delle esperienze territoriali. Qui dentro potranno trovare personale qualificato a fornire quelle indicazioni e informazioni necessarie a promuovere ed agevolare il turismo anche nei paesi dell’entroterra. I servizi, ricavati sul retro di questo ambiente circolare, saranno accessibili sia direttamente dall’interno che dall’esterno in modo da garantire la loro funzionalità anche quando lo Showroom è chiuso. Le differenze funzionali dei due interventi sono marcate ulteriormente dalla scelta di pavimentazioni differenziate adatte da un lato a tipologie di utilizzo costante tipo piastrelle e autobloccanti e dall’altro ad una occupazione più saltuaria con l’utilizzo di acciottolato e prato armato. Le aree esterne dell’edificio sono divise seguendo le linee forti del progetto architettonico e le linee forti della viabilità presente andando a creare una ampia area di parcheggio a servizio dello Showroom e una area filtro a verde che faccia da podio di accesso alla struttura e che possa ospitare essenze vegetali tipiche del luogo, adatte ad una manutenzione leggera. La composizione architettonica è pensata all’insegna dalla semplicità: una linea orizzontale bianca, elemento di copertura e di appiattimento al suolo dei volumi, nel rispetto dell’orografia del territorio, e una linea verticale costituita dal volume dello showroom che oltrepassa in maniera totemica la copertura e lo rende visibile dalle immediate vicinanze.

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

ACCESSIBILITÀ L’edificio nelle sue parti chiuse, aperte, e nelle aree scoperte, si sviluppa al livello terreno garantendo l’accesso agevole a qualsiasi tipo di utenza senza dover ricorrere a mezzi meccanici di sollevamento o a rampe di accesso. Le uniche pendenze presenti nell’area sono quelle naturali che abbiamo voluto mantenere per preservare la natura del luogo, mentre tutti i percorsi si svolgono sul medesimo piano e i passaggi dai posti auto dedicati all’area dell’intervento avvengono mediante normali scivoli stradali essendo gli eventuali cordoli trattati come semplici marciapiedi.

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

UTILIZZO E MANUTENZIONE DELLE OPERE La gestione specialistica richiederà l’impiego di tecnici abilitati particolarmente per la manutenzione degli impianti sia all’interno del locale impianti posto in copertura, raggiungibile dai servizi mediante una scala verticale interna. Dal locale impianti si può successivamente accedere alla copertura di tutta la pensilina attraverso una semplice apertura a livello. Tutti gli impianti, di gestione dell’aria, di illuminazione, e di riscaldamento radiativo sono inseriti all’interno delle controsoffittature esterne ed interne che ne garantiscono un facile accesso e manutenzione. Al fine di agevolare la gestione del servizio di raccolta dei reflui, la parte a nord dello showroom è stata pavimentata con autobloccanti carrabili in modo da poter ospitare l’eventuale presenza di mezzi operativi speciali per le manutenzioni periodiche. La gestione comune dell’edificio è rivolta alle attività poste a livello del suolo quali: gestione delle aree verdi e pulizia generale del luogo, manutenzione e pulizia degli interni e delle vetrate dello showroom nonché manutenzione e pulizia dei servizi.

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

PROGEI, Giuseppe Magliano, Mario Cenci, Edoardo Marchetti, Gaetano Principale — Show room PIOT a Rivello (PZ)

PIOT Rivello (PZ)

Cappella di preghiera Noivoiloro - ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi

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Una piccola cappella di preghiera per ricordare i fondatori del centro sociale si trova in un angolo appartato. Un gesto molto semplice – un muro di lamiera Corten – si piega per generare uno spazio raccolto per la meditazione, ricavando nel centro una piccola teca per la statua della Madre. Tutto si rivolge verso di Lei, una panca ed un inginocchiatoio che, insieme al vaso che ospita un olivo, disegnano, trascinandola verso sé, la pavimentazione. Il muro contiene delle asole orizzontali in cui si possono infilare i biglietti con le intenzioni, mentre l’ala che se ne ricava dalla piegatura offre spazio per le piccole opere di installazione a seconda degli eventi di preghiera. Una siepe piantumata ai lati del muro aiuterà a coprire negli anni la recinzione metallica.

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi — Cappella di preghiera Noivoiloro

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi — Cappella di preghiera Noivoiloro

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi — Cappella di preghiera Noivoiloro

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi — Cappella di preghiera Noivoiloro

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi — Cappella di preghiera Noivoiloro

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi — Cappella di preghiera Noivoiloro

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi — Cappella di preghiera Noivoiloro

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi — Cappella di preghiera Noivoiloro

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi — Cappella di preghiera Noivoiloro

ifdesign Franco Tagliabue Volontè - Ida Origgi — Cappella di preghiera Noivoiloro

OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015 - arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi

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The Sultanate of Oman signed the participation contract of Expo Milano 2015, the next Universal Exposition, to be held in Milan, Italy, from May 1st to October 31st 2015, and which will focus on the theme “Feeding the planet, energy for life”.
For this purpose, Oman has reserved a space of 2,790 m2 and its pavilion will be built in a strategic position within the exhibition site, in front of one of the main entrances of the Expo venue. Now, the Ministry of Foreign Affairs of the Sultanate of Oman invited specialized companies for competition to bid for the project of Designing, Constructing, Furnishing, Outfitting, Demolishing, Removing and Disposing the Materials of Sultanate of Oman Pavilion at Expo Milano 2015. The joint venture of companies and designers has been purposely assembled for tendering for the Oman Pavilion at Expo Milan 2015, with the aim of creating a unique offer in terms of skills, know how, knowledge and creativity. The lot dedicated to the Omani Pavilion is located in proximity to the secondary entrance which is easily reachable from the parking lot located on the east side of the Expo. The Omani Pavilion’s location has many advantageous aspects: the lot has the good fortune not to have neighbors lots on both sides and is adjoining with a green area with trees. This fact gives an added value to the landscape, improving the quality of the environment that the visitors can experience inside the pavilion. Thanks to the location, the Omani Pavilion will be the first to be seen by visitors who enter from the east entrance, and it can also be seen from the Mediterranean Hilltop, one of the most awaited attractions of the Expo. The main access overlooking the Decumano is dedicated exclusively to the Omani pavilion thanks to the absence of neighbors, an element that gives importance and visibility. The structure of the project is the “narrative thread” of the whole conception: a cozy space immersed in a microclimate regulated by natural elements that are part of the exhibition experience (water, sun, green areas, textiles). The structure is light and refined, efficient and well sized, being based on the height and setback standards given by the Milano EXPO regulations. A space-to-ceiling, covered with cloth and adjustable furniture protects the uncluttered space on two levels. A fluid functional program, which mixes exhibition, hospitality and staff facilities, includes both closed and air-conditioned exhibition spaces and relational spaces such as squares, open spaces, cafes, bookshops and other commercial activities. Every area of the pavilion is designed to allow a rich exchange between interior and exterior. The green fields of the EXPO, on the South East, are the real ideal boundaries of the pavilion. The design strategy takes advantage of the maximum permitted height of 17 m and creates a valuable, representative and monumental space.

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

The interior spaces, exhibition and relational extend into each other with fine finishes , opaque and translucent, in a virtuous sequence that allows the visitor to be a part of the overall space . The bar service , merchandising, restaurant reservation , VIP room and prayer create islands for refreshment and relaxation where you can always enjoy the spatial qualities of the pavilion along with the exhibition content . The flooring of the ground floor is the conductive element of the space. It is inspired by the geometry and consists of traditional Omani items veined Carrara marble statuary . The water affects the floor and generates ” falaji ” that draw the ” inner landscape ” . The project has a clear intent to give high symbolic value to the richness of the Omani landscape. The interior will offer a transposition on the physical plane , the materials used and the design. The exhibition rooms , with specific outfits on the contents of the Expo , complete the narrative of the interior landscape of the pavilion. All the intermediate open spaces between the halls and the terraces will be used as active exhibition spaces, and not just as passageways. Landscapes (created along with the activities and events timeline) are planned to perform as active exposures, in which the visitor can be involved. In this regard, it was thought a program of events and workshops that can show in an engaging way the Omani culture and local food production. The Pavilion is designed by taking into account the temporary nature of the EXPO. The main roof and support structure is made of steel. The selected steel profiles are standard, but extraorinarily and expertly paired and curved. (Mostly HEA, UPN, Tand L beams) Each structural element is designed to be assembled and disassembled, transported in standard containers with different means of transport. The area dedicated to the exhibition stands under the shingle. Each structural element, as supporting partitions and floors, is made of steel and coated with insulating lightweight panels pre-assembled with thin layers of Carrara statuatory and venato marble for the opaque elements, and glass plates for structural and translucent elements. The cooling and ventilation systems are inspired by the traditional Arab culture where digitally controlled technological solutions interact with natural elements (such as air and water) in order to create the most comfortable indoor climate. The system is a review of what can be found throughout the Islamic architectural tradition that goes from the IX to the XII century, when water was used for bio- climatic functions and a water basin “worked” as a thermal mass. The mass of cold liquid “exchanged” with the hot air coming from the South wind making it fresher. The system of mobile textile sheets, at different levels, regulates the light during the seasonal passages that will accompany the exhibition period. They consist of a fabric, permeable to vapor and impermeable to water, that creates “smart” shadows by modulating the light and making the pavilion a safe location from direct summer daylight. The system draws an emotional pattern on the volumes made of statuary marble, which is reflected on the water cooling channels. Designing a brand for one of the pavilions of Milan Expo 2015 means to imagine a corporate identity that could create almost instantly a reference system recognizable and captivating, that last over a period of almost six months. Precisely for this reason, the brand should be presented in a captivating, fascinating shape – to be able in a short time to surprise and at the same time to become familiar to the observer. In the project of the brand of the Expo 2015 Pavilion of the Sultanate of Oman therefore we decided to work on the theme of a dynamic identity, based on the concept of the moiré effect. In physics, mathematics, and art, a moiré pattern is a secondary and visually evident superimposed pattern created, for example, when two identical patterns on a flat or curved surface (such as closely spaced straight lines drawn radiating from a point or taking the form of a grid) are overlaid while displaced or rotated a small amount from one another. The etimology of the word “moire” goes back to the Arabic culture, and then from the seventeenth century is traceable in European culture, in art and in the textiles. The brand of the pavilion lends itself well to be declined in all those different situations that characterize a corporate identity project. The strategy of brand communication provides for a large number of possible applications which lead up the brand to be used outside the site of the Expo, capturing people’s attention all over the city. Below, we offer some fundamental, that can be integrated according to the line of development indicated.

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

arch. Francesco Briguglia, Francesca Arici, GIUSEPPE DI PRIMA , Francesco Librizzi — OMAN PAVILION AT EXPO’ MILANO 2015

Nuovo Asilo Nido Comunale - Giuseppe Rotondo, Francesco Rotondo, roberto rotondo, Angelo Rotondo, Rotondo Ingegneri Associati, Flavio Patino

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Il progetto si pone l’obiettivo di dotare il Comune di Cellamare di un asilo nido immerso in un contesto ambientale favorevole sia dal punto di vista dell’organizzazione degli spazi aperti, sia per quanto attiene alla qualità architettonica e funzionale degli spazi costruiti. Per quanto riguarda l’organizzazione degli spazi aperti si è realizzato: - un percorso pedonale di collegamento dell’ingresso principale carrabile (Corso Roma), con la zona dei parcheggi e con l’ingresso secondario prevalentemente pedonale (Via delle Croste), in modo tale da consentire un accesso sicuro agli alunni e ai loro genitori; - l’individuazione di tutti gli accorgimenti necessari a consentire un elevato livello di accessibilità ai diversamente abili; - ampi parcheggi nella zona antistante l’ingresso; - aree verdi a giardino e aree verdi attrezzate per lo svolgimento di attività di gioco per i bambini. Per quanto riguarda la qualità architettonica e funzionale: L’architettura si relaziona in modo specifico con un progetto pedagogico basato sul gioco perché plasma superfici e volumi, propone ambienti da costruire e da smontare, un continuo laboratorio dove si sperimentano relazioni e stimoli. Lo spazio deve avere una precisa identità architettonica nella quale il bambino si riconosca, d’altro canto deve essere flessibile ai cambiamenti che possono rendersi necessari anche durante la giornata. L’ambiente deve poter essere continuamente manipolato e riprogettato, deve quindi articolarsi e differenziarsi generando spazi ben riconoscibili dai bambini, deve essere fluido per favorire le relazioni e per consentire lo svolgersi delle attività senza schemi formali predefiniti. I cambiamenti si possono ottenere tramite diaframmi mobili, teli, elementi di arredo girevoli e giochi. I medesimi concetti si ritrovano nell’idea compositiva, articolata su tre volumi che si rappresentano con tre diversi materiali: alluminio, legno e calcestruzzo rivestito in pietra. I bambini possono riconoscere gli ambienti e le funzioni dai materiali e dai colori, elementi guida del loro percorso formativo.

Giuseppe Rotondo, Francesco Rotondo, roberto rotondo, Angelo Rotondo, Rotondo Ingegneri Associati, Flavio Patino — Nuovo Asilo Nido Comunale

Giuseppe Rotondo, Francesco Rotondo, roberto rotondo, Angelo Rotondo, Rotondo Ingegneri Associati, Flavio Patino — Nuovo Asilo Nido Comunale

Giuseppe Rotondo, Francesco Rotondo, roberto rotondo, Angelo Rotondo, Rotondo Ingegneri Associati, Flavio Patino — Nuovo Asilo Nido Comunale

Giuseppe Rotondo, Francesco Rotondo, roberto rotondo, Angelo Rotondo, Rotondo Ingegneri Associati, Flavio Patino — Nuovo Asilo Nido Comunale


il telo luminoso - Preziosi Trivelli Architetti

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si tratta di una ristrutturazione di un mini alloggio in mansarda il gioco delle luci e dei teli ne esaltano la spazialità creando anche nelle zone a cielo basso sensazione di luminosità artificiale…

Preziosi Trivelli Architetti — il telo luminoso

Preziosi Trivelli Architetti — il telo luminoso

Preziosi Trivelli Architetti — il telo luminoso

Preziosi Trivelli Architetti — il telo luminoso

Preziosi Trivelli Architetti — il telo luminoso

Preziosi Trivelli Architetti — il telo luminoso

Preziosi Trivelli Architetti — il telo luminoso

tracce di design - Preziosi Trivelli Architetti

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abbiamo disegnato alcuni mobili in casa di un imprenditore realizzati da artigiani locali . Il continuo rapporto umano tra ‘architetto e l’artigiano , la cura del dettaglio , la sinergia tra i vari artigiani che si sono continuamente interfacciati e confrontati , tutte queste componenti hanno contribuito certamente alla realizzazione fedele di quanto progettato .

Preziosi Trivelli Architetti — tracce di design

Preziosi Trivelli Architetti — tracce di design

Preziosi Trivelli Architetti — tracce di design

Preziosi Trivelli Architetti — tracce di design

Preziosi Trivelli Architetti — tracce di design

Preziosi Trivelli Architetti — tracce di design

“Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre - Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco

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La struttura temporanea è nata dalla collaborazione di gruppo di studenti della Facoltà di Architettura di Roma Tre, insieme a Caterina Padoa Schioppa e Stefan Pollak, nell’ambito di un workshop didattico-sperimentale che proponeva la messa in opera di una piccola struttura temporanea,costruita con materiali di riciclo, da adibire a luogo dei diversi culti religiosi e spiritualità laiche all’interno dell’Ateneo. “Riti del costruire”è il titolo simbolico che si è dato a questo progetto e che rivela la sua duplice ambizione: da un lato usare un’esperienza di percezione, di conoscenza e di costruzione dello spazio come campagna di sensibilizzazione al tema della molteplicità culturale e religiosa, e riconoscere così allo spazio progettato la funzione creativa di manifestazione materiale e formale dei cambiamenti sociali e culturali della nostra società; dall’altro verificare, in ambito accademico, le potenzialità didattiche di un’esperienza completa, che va dall’ideazione alla fabbricazione di un manufatto e che fa dei conflitti funzionali (lo spazio simbolico condiviso) e dei vincoli materiali (il budget di poche migliaia di euro) i fattori trainanti di processi creativi e di sperimentazioni formali. Per collocare la struttura temporanea si è scelto il giardino della Vasca Navale: un luogo incerto, con l’imponente presenza di un edificio in rovina, ancora abbandonato e in disuso, con una vegetazione spontanea piuttosto rigogliosa, in una zona della città che gode della vicinanza al Tevere e dove, negli ultimi anni, si sono installate gran parte delle nuove sedi dell’Università di Roma Tre. Rilevare le virtualità del contesto è un primo doveroso atto di conoscenza, soprattutto per integrare gli aspetti immateriali, e perché ci induce a ragionare sulla relazione che si vuole stabilire tra l’architettura e il suo paesaggio. Il risultato è una tenda sospesa, un tessuto alveolare, interamente fatto di cartoni riciclati; una struttura organica, articolata, complessa (sono più di duemila triangoli estrusi) aperta, bucata verso il cielo e al tempo stesso avvolgente, che contempera il senso di libertà e di protezione, sotto la cui ombra si è riunito un gruppo di circa settanta per inaugurare lo spazio che, per una settimana, è rimasto aperto all’uso libero e spontaneo come luogo per la meditazione, il silenzio o l’incontro.

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Partendo dal triangolo, con la variazione di un solo parametro (la lunghezza dei lati) si sono fissate tre sagome base (A, B e C) con le quali comporre tre diversi poliedri che, opportunamente combinati, permettono di realizzare quasi ogni tipo di curvatura. Poi, stabilite le regole di assemblaggio basate sulla crescita per esagoni, si è costruito un catalogo di superfici corrispondenti a cinque diversi gradi di curvatura. Grazie alla deformabilità del cartone che riesce ad assorbire l’errore (le facce sovrapposte tra il pezzo A, B e C non combaciano!) questo catalogo mette nelle condizioni di sviluppare una superficie complessa potenzialmente a doppia curvatura: un vero e proprio tessuto alveolare. Dal contesto virtuale, per assecondare l’idea di rito dinamico che usa lo spazio come viatico – proprio come gli ospiti della tavola rotonda avevano consigliato – con manipolazioni geometriche ed interpretative sui tracciati, si è ricavata una giacitura, collocata nella regione di massima visibilità dall’ingresso del giardino e con condizioni di rumore, di soleggiamento e di esposizione ai venti mediamente buone. Da questa giacitura, con un salto di scala e con un attento sviluppo delle geometrie, anche in funzione delle curvature che gli esperimenti sul cartone indicavano come ottimali, si è disegnata l’organizzazione planimetrica della struttura: una forma vagamente ellittica, con l’asse maggiore puntato alla Mecca (per rispettare i dettami dell’Islam) e con due pareti continue di cui una posta a riparare tutto il lato orientale (come da tradizione cristiana) e articolate in modo da segnare con forza un ingresso situato in corrispondenza del viale che attraversa il giardino, e un’uscita all’estremità opposta. Per delimitare uno spazio con pochi elementi che lo circoscrissero e al tempo stesso lo rendessero permeabile – come metafora dell’apertura al dialogo e alla diversità– si è immaginato che le due pareti, fatte con il tessuto alveolare in cartone, fossero molto basse e staccate dalla copertura. La superficie di inviluppo complessiva – ottenuta dai diagrammi sulla dinamica dei riti in funzione dell’ergonomia – opportunamente adattata alle proprietà costruttive del tessuto alveolare e alle disposizioni tecniche (come la necessità di evacuazione delle acque) è stata interpretata come la sagoma di una copertura sospesa che con la sua ombra articolata e complessa avesse la forza sufficiente per marcare simbolicamente il territorio. A terra per evidenziare la soglia di questo passaggio si è optato per tappeti in juta.

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Mariangela Marano , Caterina Padoa SChioppa , Stefan Pollak, Costanza Ronchetti , Maria Rocco , Riccardo Fabrizio , Matteo Sarrocco  — “Riti del costruire”: una struttura multireligiosa per Roma Tre

Waiting Room - GianMarco Longo

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In reality, there are a variety of sub-types of spaces where people wait in a variety of healthcare settings and for different reasons.

GianMarco Longo — Waiting Room

Patients also wait in areas adjacent to treatment rooms prior to undergoing medical procedures and after medical procedures during recovery. These spaces require more emphasis on, positive distractions and reduced environmental stressors and less on social support spaces.

GianMarco Longo — Waiting Room

Thinking about patients, family, friends and staff, and how they proceed through a medical facility, each space where they must enter, pause for a spell, and then move on from should look and feel different, emphasizing those elements most needed at each “stop” and de-emphasizing those that are less relevant from a healing design perspective.

GianMarco Longo — Waiting Room

GianMarco Longo — Waiting Room

GianMarco Longo — Waiting Room

GianMarco Longo — Waiting Room

Student Housing - GianMarco Longo

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STUDENT HOUSING The project was born from the concept of community and how this can be developed and consolidated in an urban setting with a limited presence of poly aggregating. The value of public space as a field on which to build relationships is the basis of the proposed project in which the green space, a symbol of sustainability not only as a goal to achieve, but also to share cultural value and an element of aggregation and development.

GianMarco Longo — Student Housing

The individuation of peculiarities and their identitary values is therefore an essential instrument for understanding the physical, historical and cultural complexity of any place. Indeed the generating lines of the project derived from ‘Abbazia di S. Lorenzo to Septimum, now Faculty of Architecture Luigi Vanvitelli. The Faculty was built along the Via Campana, the ancient road that connected Capua with Puteoli, in the place where the road crossed the North West corner of one of the links centuriazione Ager Campanus, the seventh mile from Capua.

GianMarco Longo — Student Housing

These guidelines represent the generating element of the project caraterizzando the rules of composition generation and articulation of the volume and the system in court. The continuity between the private housing and public open space is well expressed by the architectural themes of the terraces and loggias, elements of characterization plastic volume but also an expression of a relationship between the inside and the outside, between the life of individual citizen and the whole community.

GianMarco Longo — Student Housing

The building typology is the walkway, as a place to develop the social life, the membership and the identity.

GianMarco Longo — Student Housing

The first thought was to build a compact building not too far from the idea of the geometric simplicity of the surrounding buildings. The polygonal form of the building which wraps around a central green patio.

GianMarco Longo — Student Housing

1:500

The building is based on a simple polygonal shape. In this relatively loose urban organization, the idea was to use a linear build, using the space in the most extensive and continuous way as possible, while minimising the stack height of these identical cells.

GianMarco Longo — Student Housing

1:100

The main entrace of the building is located at the end of the central patio under the overhanging central volume; In this way The entrance will as a convivial space, nerve centre of the residence.

GianMarco Longo — Student Housing

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