Inizialmente destinato a produzione di cucine, esposizione ed uffici ma in una seconda fase destinato a Palazzina Polifunzionale a 4 piani nella zona asi di salerno
© Tania Juracy Do Nascimento Meirelles . Published on April 03, 2014.
Inizialmente destinato a produzione di cucine, esposizione ed uffici ma in una seconda fase destinato a Palazzina Polifunzionale a 4 piani nella zona asi di salerno
© Tania Juracy Do Nascimento Meirelles . Published on April 03, 2014.
Palazzo del XVII sec. sito in Castelgrande-Basilicata – immobile vincolato ai sensi della Legge n.1089 del 01/06/1939.
© Tania Juracy Do Nascimento Meirelles . Published on April 03, 2014.
progetto di riorganizzazione funzionale ed interni
© Tania Juracy Do Nascimento Meirelles . Published on April 03, 2014.
Activate the potential
© adjkm . Published on April 03, 2014.
“Let´s stop considering the Old Towns as jewels to show to tourists, let’s make them more participatory”
© adjkm . Published on April 03, 2014.
The planning strategies within existing historic districts have tended towards the strict conservation and restoration of the original image of the buildings. That “original image” is often a collage of many eras and transformations, and therefore, it is difficult to determine a specific period we may choose to preserve. In some cases, this limits intervention to the interiors of these buildings without affecting their facades. In others, the mere replacement of paving in pathways, allowing greater pedestrian access, leaves traces of the street intact. This position contradicts the historic evolution of cities, where specific interventions have given rise to significant changes in urban dynamics from different eras. If this way of acting were to be applied through-out history, we would have a very different historic district. We would not have most of the squares, or the Gran Via, and depending on where we consider the cut, we would not even have the Plaza Mayor. With our proposal we are not advocating an aggressive policy of “everything goes”, but a more open attitude to change, where change is not rejected in advance believing that any past time was better.
Longitudinal Section. Published on April 03, 2014.
For La Puerta del Sol, we have seen its functional and formal evolution from a walled city to its present state, and we can see that it has been the epicenter of the great changes of the city. If anything should be preserved and exalted, it is its leading role in the evolution of the urban fabric of the city and ways of inhabiting Madrid. Our goal is to successfully integrate the historic center of Madrid with the dynamics of contemporary urban life, helping with current problems and anticipating future ones. How can we make historic centers more participatory and not left as urban museums of a bygone era to show to tourists? How can we evolve them now and then re-evolve later? What is the legacy we are leaving for future generations? This Hypothesis starts from a scenario where La Puerta del Sol becomes the nerve center not only of intramural Madrid but of metropolitan Madrid, changing its scale from la Puerta Del Sol, to la Puerta De Madrid and so La Puerta De España. On this line of thinking we present our proposal KABOOM, which starts with demolition, aware and respectful of the buildings surrounding La Casa Real de Correos, in order to exalt its patrimonial value and in order to strengthen its condition as a central landmark of Madrid.
© adjkm . Published on April 03, 2014.
Demolition focuses on the buildings surrounding La Casa Real de Correos, leaving only this building intact; it will become the only building in the center of the square, iconic for its historic and public value, remaining as a witness to the passage of time. We maintain its structure but not its function, which in recent years has housed the Madrid City Hall. We propose La Casa Real de Correos become a new gateway to the interchange beneath the square, transforming it into the new entrance of Madrid. This is to ensure that first contact with visitors from all the cities of the Cercanias network, the Metro system, and even the airport, is to experience the spatial quality and character that a major European capital must have. This subtraction from the building mass in the heart of the city allows for a re-densification with natural elements and activities for the community to enjoy a new metropolitan public space. Below the level of the square, attached to La Casa Real de Correos, in continuation with the level of the interchange, we propose a cultural space structured around a sculpture garden designed to exhibit, among many other things, the evolution of La Puerta del Sol.
© adjkm . Published on April 03, 2014.
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© adjkm . Published on April 03, 2014.
Il progetto ragiona sul concetto di “anacronistica permanenza”: il tema della memoria, del ricordo, dell’eredità (culturale, concettuale, fisica) si manifesta qui in oggetti dal sapore antico ma dallo sguardo contemporaneo, che reinterpretano riti consolidati ma evidentemente desueti e ormai (almeno apparentemente) superflui. Il “servizio della nonna” che non riusciamo a buttare pur conservandolo in soffitta, ad esempio, diventa occasione per la definizione di nuovi oggetti, in cui l’impronta dei primi – traccia manifesta dei nostri ricordi latenti – offre inedite opportunità progettuali. E’ la memoria come “generatrice di errori”, è l’assenza che diventa funzione, è forse il vuoto che, ormai sedimentato, si offre a noi come matrice formale. Progetto sviluppato da Ghigos Ideas con la collaborazione di Laura Pantaleone
© ghigos ideas . Published on April 04, 2014.
© ghigos ideas . Published on April 04, 2014.
© ghigos ideas . Published on April 04, 2014.
© ghigos ideas . Published on April 04, 2014.
© ghigos ideas . Published on April 04, 2014.
Le buscionette sono ciotoline in sughero per alimenti progettate in modo che si possano comodamente appoggiare su tutte le tipologie di calici da vino. Sono pensate come risposta alla necessità di consumare contemporaneamente cibo e vino in occasioni conviviali come cocktail e aperitivi. La loro conformazione permette di tenerle in mano mentre si beve per poi appoggiarle sul bordo del bicchiere per consumare con comodità il cibo in esse contenuto. Le buscionette sono legate al mondo del vino non solo per la loro forma caratteristica derivante dal loro utilizzo, ma anche per il materiale con cui sono realizzate che proviene dal riciclo dei tappi di bottiglia. L’utilizzo del sughero le rende leggere ed ecologiche inserendole in un circuito virtuoso di sostenibilità. Ci sembrano quindi adatte a contesti in cui l’alimentazione non è solo sapori e nutrimento, ma anche cultura e responsabilità ambientale. Menzione speciale al concorso “Convivium design” promosso da Wine&Thecity
© studio 74ram . Published on April 04, 2014.
© studio 74ram . Published on April 04, 2014.
© studio 74ram . Published on April 04, 2014.
Il progetto prende le mosse dall’elaborazione di un programma capace di assicurare il funzionamento della nuova struttura. Riteniamo che l’obiettivo non debba essere limitato alla realizzazione delle opere edili, all’interno dei limiti di spesa stabiliti, ma debba prevedere anche i costi di esercizio e la loro copertura, soprattutto in un momento come questo, in cui si sono ridotte drasticamente le risorse a disposizione delle amministrazioni. Non ci possiamo più permettere di progettare e realizzare edifici “contenitori” che rimangono vuoti o sottoutilizzati per assenza di fondi per la gestione, dobbiamo invece pensare, fin dalle fasi preliminari, in che modo potranno diventare operativi per creare, in modo diretto o indiretto, vantaggi effettivi per le comunità per le quali sono stati realizzati.
© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
Di conseguenza la proposta progettuale è nata da un’interazione serrata tra il programma e i caratteri e le vocazioni del complesso, alla ricerca di una sintesi fruttuosa tra: sostenibilità economica dell’intervento, tutela e valorizzazione dei manufatti storici che costituiscono il Mulino, qualità architettonica ed efficienza funzionale e distributiva della nuova struttura.
© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
A partire dal programma, il progetto si configura come risultato di un processo sviluppato intorno ai seguenti punti: Interpretazione dei caratteri tipologici, spaziali e costruttivi dell’edificio, anche in relazione al contesto urbano circostante. Di fatto il complesso originale è stato preservato pressoché integralmente e le modifiche introdotte alla struttura muraria si limitano all’apertura di alcuni varchi e di alcune finestre, inserite in accordo con le partiture di facciata esistenti, per esigenze legate all’illuminazione naturale degli spazi ai piani alti destinati alla ricettività. Si può affermare che i lavori previsti appartengono nella maggior parte alla categoria del restauro. Definizione di una proposta progettuale che, a partire dal confronto tra programma posto alla base dell’intervento e i caratteri dell’edificio, preveda un nuovo utilizzo dei suoi spazi a partire dai differenti “gradi di vincolo” presenti. Questi derivano sia da caratteristiche intrinseche – la dimensione e l’ubicazione degli spazi e la presenza o meno di partizioni struttu¬rali intermedie – che relazionali – la necessità per alcune funzioni di avere accesso diretto dall’esterno. Sul piano architettonico il progetto tende, piuttosto che all’omologazione, a mettere in risalto la spazialità e gli elementi architettonici distintivi delle costruzioni esistenti.
© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
Un piccolo museo locale di tipo tradizionale, basato principalmente sull’esposizione di reperti, non potrebbe competere con le numerose strutture presenti in comuni prossimi a Nuragus e avrebbe difficoltà a svolgere un ruolo di attrattore, capace di richiamare i flussi di visitatori che frequentano siti e località vicine. A nostro avviso un nuovo tipo di Museo del Territorio, con un’offerta culturale differenziata e con una spiccata connotazione divulgativa, che coniughi le esposizioni con le attività laboratoriali, potrebbe ritagliarsi un ruolo specifico e complementare rispetto ai siti e ai musei circostanti. Potrebbe favorire una rivalutazione dei saperi locali, svolgere un’azione nella diffusione di un’attività di raccolta di beni immateriali e materiali, trasmettere contenuti scientifici e culturali, avvicinare in modo innovativo gli utenti alle tematiche legate alla storia e alle tradizioni della cultura materiale. Questa scelta si inserisce all’interno di un processo evolutivo che riguarda le strutture museali in genere. Infatti, nei musei contemporanei sempre più si realizzano anche occasioni di apprendimento e socializzazione, per questo sono sempre più protesi verso un dialogo con i visitatori ai quali si rivolgono, che appaiono differenziati a seconda dell’età, degli interessi, del genere, ma anche dall’appartenenza a differenti contesti sociali e culturali. Il tema scelto è quello dell’archeologia delle produzioni, ovvero la storia dei modi di conservare, trattare e trasformare i prodotti della natura, a partire dal periodo nuragico, passando per quello romano fino ad arrivare a quello medioevale e moderno, attraverso una combinazione di reperti originali, di riproduzioni, di modelli sia fisici che virtuali, di schemi grafici, di interpretazioni e di commenti. Il cibo ricopre un ruolo centrale nella storia e rappresenta un elemento fondamentale per comprendere i cambiamenti che avvengono in una società. Saranno trattati tutti i processi produttivi del pane, del vino e, soprattutto, dei formaggi in quanto produzione, tipica del territorio di Nuragus, decisamente conservativa come tecnica e con forti legami con il passato. L’interazione tra archeologia e nutrizione mette in evidenza i processi che hanno accompagnato l’uomo nel lungo viaggio della sua evoluzione e la storia delle civiltà, che coincidono strettamente con la storia del cibo. L’uomo si è evoluto nei millenni modificando i suoi caratteri attraverso l’alimentazione. Ogni cultura è legata al cibo e il cibo ed il modo di mangiare sono elementi fondamentali per capire le tradizioni, la cultura, i costumi e gli stili di vita di un popolo. Al tempo stesso il patrimonio enogastronomico e i prodotti locali vengono considerati, in particolare negli ultimi decenni, tra gli strumenti più efficaci per contribuire a connotare un territorio valorizzandone le attrattive. A partire da queste considerazioni abbiamo cercato di ipotizzare un luogo nel quale il visitatore possa scegliere di seguire il percorso di apprendimento più appropriato alle proprie esigenze, dove le scelte dei curatori si confrontano con la curiosità conoscitiva di flussi eterogenei di ospiti, sino ad articolare l’offerta museale in modo da offrire, nel medesimo ambiente, esperienze di visita differenziate, integrate con attività che derivano da modelli che fanno riferimento a contesti di consumo, di svago e di intrattenimento.
© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
Le nuove tecnologie della comunicazione, che dovrebbero essere utilizzate nel nuovo spazio museale a fianco di modalità espositive più tradizionali, sono uno strumento che rinforza il mutato rapporto tra museo e visitatore. I supporti espositivi sono stati studiati in modo da garantire la massima flessibilità, infatti, gli elementi costituenti il sistema proposto (cavi, pannelli, teche, schermi lcd) consentono l’intercambiabilità, l’aggiornamento e l’integrazione delle esposizioni e dei relativi supporti, senza costi aggiuntivi. I supporti espositivi sono caratterizzati anche dalla trasparenza e dalla leggerezza al fine di non interferire con la lettura delle spazialità interne.
© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
La formula e il tema scelti per il Museo del Territorio favoriscono una forte integrazione delle esposizioni non solo con i laboratori ma anche con le attività legate alla ristorazione, alla ricettività, alla promozione e vendita dei prodotti locali, all’accoglienza e alla fruizione del territorio. La nuova struttura è stata pensata non solo come un tassello complementare all’interno dell’offerta culturale che caratterizza il territorio circostante, ma anche come un catalizzatore/condensatore delle attività già presenti a Nuragus, per esempio quelle che si svolgono intorno alle principali feste. Infatti, ai laboratori museali, nei quali i visitatori potranno approfondire i temi legati al rapporto tra archeologia e alimentazione, sono stati affiancati quelli enogastronomici, che potrebbero diventare non solo centri per insegnare e tramandare, ma anche luoghi dove preparare i cibi tradizionali legati a questi appuntamenti, come i tallarinus. Il Centro di Promozione Turistica si presenta come un insieme articolato di attività a servizio dei visitatori che vanno dalle informazioni, alla logistica, alla mobilità sostenibile. E’ formato da un’unità introduttiva ai luoghi della cultura di Nuragus e del suo contesto territoriale, integrata da un servizio di promozione e gestione di itinerari (escursioni, trekking, cicloturismo) per singoli e gruppi, da una postazione per il noleggio di biciclette e da una caffetteria in grado di fornire servizi di ristoro anche nei periodi di chiusura del ristorante e dell’esposizione/degustazione dei prodotti locali.
© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
A questo proposito la proposta progettuale non poteva non contenere una riflessione sulla Comunicazione e sull’Immagine. Abbiamo voluto prefigurare la nuova vita del complesso attraverso la scelta e la rappresentazione dell’acronimo ELIA (Esposizioni e Laboratori dell’Identità e dell’Ambiente) che da un lato rimanda alla festa di Sant’Elia, cosi sentita dalla comunità Nuraghese, e dall’altro riassume le varie attività ospitate nell’edificio. L’acronimo e la sua trasposizione grafica caratterizzano alcuni elementi che fanno parte dell’architettura, dell’arredo e della comunicazione del progetto.
© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
Il logo, ripetuto, forma un pattern che ritroviamo nelle lastre metalliche traforate, che formano i parapetti delle rampe, delle scale e delle porte finestre, e nelle tende che, come arazzi volanti, proteggono dal sole le corti interne e la terrazza. Si ritrova, inoltre, nelle tovaglie, nei menù, nelle magliette, nelle buste, nella carta intestata, e nei biglietti di ingresso, oltre che in tutta la grafica e la segnaletica legata alle varie attività ospitate nel nuovo complesso.
© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
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© VPS Architetti . Published on April 04, 2014.
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The schemes most pronounced feature is a large translucent membrane that stretches between the sports and culture centre arena, and the four characteristic end walls of the neighbouring public housing scheme. The building ́s structure is composed of steel and timber covered with opalescent polycarbonate panels with a low U-value. This translucent cover offers excellent daylight conditions and at night the structure appears as a glowing crystal. The building will be used for a variety of daily sport and cultural activities such as concerts and theatre performances. The dynamic landscape inside allows for various activities to take place on different levels in visual contact with each other.
© Torben Eskerod . Published on April 04, 2014.
Size: 3400 m2
completed: October 2006
© Torben Eskerod . Published on April 04, 2014.
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© Michael Reisch. Published on April 04, 2014.
© Torben Eskerod . Published on April 04, 2014.
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© Dorte Mandrup Arkitekter . Published on April 04, 2014.
© Dorte Mandrup Arkitekter . Published on April 04, 2014.
© Dorte Mandrup Arkitekter . Published on April 04, 2014.
© Dorte Mandrup Arkitekter . Published on April 04, 2014.
© Dorte Mandrup Arkitekter . Published on April 04, 2014.
© Dorte Mandrup Arkitekter . Published on April 04, 2014.
© Dorte Mandrup Arkitekter . Published on April 04, 2014.
© Dorte Mandrup Arkitekter . Published on April 04, 2014.
Le 120 residenze di edilizia economica si trovano in una nuova zona di espansione urbana della città di Parla (Madrid). L’obiettivo principale di questa operazione urbana è stata di risponde alle esigenze di alloggi a basso costo per giovani famiglie. Le norme tecniche di progettazione e di qualità degli alloggi pubblici hanno determinato la soluzione progettuale, dalla prorpria superficie al numero di camere da letto, ecc …
© Bilbao Architecture Team . Published on April 04, 2014.
© Bilbao Architecture Team . Published on April 04, 2014.
© Bilbao Architecture Team . Published on April 04, 2014.
© Bilbao Architecture Team . Published on April 04, 2014.
© Bilbao Architecture Team . Published on April 04, 2014.
© Bilbao Architecture Team . Published on April 04, 2014.
© Bilbao Architecture Team . Published on April 04, 2014.
This villa was designed with the idea that the exterior space, conformed by a garden and a swimming pool by the seashore, would penetrate the house. As a result common spaces as the living and dinning room are open to the landscape. The comfort of these open spaces are guaranteed by the mild climate of the area.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
Il progetto del nuovo Complesso Parrocchiale “Santa Maria del Carmine” nel Comune di Santa Maria la Carità (NA) si inserisce nell’ambito suburbano del quartiere Petraro, luogo di connessione tra la città e l’ambiente agricolo circostante. La Chiesa si configura come elemento catalizzatore nell’area in cui si inserisce, rappresentando una centralità per l’intero quartiere, cui dona una nuova e forte identità. Il Campanile, punto di riferimento visibile dal basso, rende riconoscibile e immediatamente percepibile la chiesa da tutta l’area circostante. La realizzazione del Complesso Parrocchiale, simbolicamente, integra e completa la preesistente e vicina Parrocchia “Santa Maria del Carmine” la cui presenza influenza “il progetto” che ne richiama un indissolubile legame.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
Il progetto nasce dalla volontà di ripercorrere i concetti originari del Cristianesimo come la povertà, l’altruismo e la condivisione, così da concretizzare una dimensione univoca tra architettura e comunità, laddove gli spazi appartenenti alla comunità stessa divengono i luoghi del cammino verso la fede. L’idea fondante il progetto è duplice e si sviluppa segnando due direzioni. La prima, verticale, è quella spirituale, rappresenta il seme della nuova chiesa che germoglia dalla terra proiettandosi verso il cielo, illuminato dalla luce divina. La seconda orizzontale, dimensione sociale, racconta l’abbraccio della comunità che si stringe intorno alla nuova chiesa ritrovando in essa il senso di identità e appartenenza.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
La Chiesa, orientata ad est, si sviluppa in altezza con il suo volume perfettamente delineato, bianco, privo di interruzioni tra la copertura e le pareti e sembra venir fuori da una collinetta allegoria del monte Carmelo, su cui resta “sospesa”. L’edificio resta appoggiato su di un basamento ligneo e inserito nell’”abbraccio verde” che custodisce gli spazi di “servizio alla liturgia” e i locali per il ministero pastorale. La purezza delle forme, cosi come l’utilizzo di elementi “archetipi”, determinano la riconoscibilità dell’edificio sacro, seppure in un contesto di contemporaneità di forme e materiali.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
L’enorme “Portale” in facciata, i tagli di luce ad illuminare strategicamente i punti focali dell’aula liturgica, cosi come il campanile esterno sono tutti elementi che permettono al fedele di riconoscere il concetto di chiesa tradizionale.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
L’ interno dell’Aula Sacra rimane puro ed assume un valore scultoreo generando una suggestiva e sfuggente spazialità animata solo da riflessi di luce che attraversano le vetrate. Si origina perciò una dimensione dialettica tra la porta lignea fortemente legata al suolo e il volume soprastante, che richiama simbolicamente l’incontro tra dimensione terrena e dimensione escatologica. Il sagrato, sopraelevato rispetto alla strada, è primariamente lo spazio della sosta, del convenire e della preparazione all’ingresso nella Chiesa. La facciata principale rivolta ad est si affaccia sulla piazza-sagrato, realizzando non soltanto un effetto monumentale, quanto una dimensione di accoglienza verso i fedeli. Oltrepassato il portale si arriva nello spazio interno della Chiesa. Qui i simbolismi correnti diventano più che mai evidenti; un percorso si apre ai fedeli conducendoli verso l’abside in un processo di avvicinamento spirituale oltre che materiale a Dio. Il fonte battesimale collocato all’ingresso rappresenta l’inizio del cammino di fede, mentre la grande struttura che sostiene il dipinto della Madonna alle spalle dell’altare definisce il limite cui tende il cammino stesso. Un taglio di luce illumina l’ambone, rendendo plastico il nesso tra Luce e Parola di Dio. Sulle pareti laterali dell’aula liturgica sono raffigurate le XIV stazioni della Via Crucis, a realizzare il percorso seguito durante la celebrazione della Passione di Cristo. L’interno dell’aula liturgica è dominata dall’altare e dalla struttura sovrastante posta dietro che contiene la pala d’altare e il quadro della Madonna del Carmine. La struttura, in affresco con supporto in legno, nella sua monumentalità rappresenta la fondazione della Chiesa con i quattro Evangelisti alla base, la Crocifissione e, andando verso l’alto, la Resurrezione: l’insieme produce come effetto la nascita della comunità cristiana, che è accompagnata nel suo cammino dalla guida amorevole della Madre (Madonna del Carmine), per giungere alle vette alte della Trinità, con un richiamato simbolismo all’ostia consacrata che produce la comunione della comunità stessa. In questa tensione verticale è espressa la Trinità, con al culmine il simbolo della croce: alla base c’è il Cristo crocifisso, nella parte intermedia l’ostia consacrata per mezzo dello Spirito Santo e nella parte superiore, l’immagine dell’Altissimo Dio Padre attorniato dagli Angeli. Pertanto il tutto vuole raccontare il cammino della comunità cristiana che passa dalla croce alla vita eterna per mezzo dello Spirito Santo, accompagnata, in questo cammino dalla Madre Santissima, che fa da intermediaria tra i fedeli e Dio. Dietro l’altare sono previsti centralmente i luoghi propri del ministero che sono complessivamente cinque, quattro laterali e uno centrale con sopraelevazione di quest’ultimo rispetto all’assemblea e ai banchi. La presidenza è messa in evidenza da uno schienale più ampio ed è posta centralmente. I materiali previsti sono pietra bianca locale alternata a pietra lavica, il tutto reso con effetto bocciardato. L’altare ha una grande importanza, come segno del sacrificio eucaristico, garantita dalla forma perfetta della pietra bianca locale bocciardata, con inserimento di particolari in bronzo. Esso riproduce con la sua forma, in modo stilizzato, il calice con all’interno l’ostia consacrata, richiamando il concetto simbolico di sangue e corpo di Cristo. L’ambone, anch’esso di pietra bianca locale e pietra lavica, con leggio in bronzo, è un segno importante per l’assemblea, centrale e capace di attirare l’attenzione sulla proclamazione della parola. Il Fonte Battesimale è posta all’ingresso a destra dell’entrata e richiama come forma l’antico lavabo. Esso è composto alla base da pietra bianca bocciardata con la parte restante in struttura di bronzo con una predisposizione laterale per il cero pasquale. La Via Crucis è realizzata con la tecnica dell’affresco su pannelli in legno ed è posta sui lati lunghi dell’aula liturgica, a destra e a sinistra dei banchi all’interno della navata. L’imponenza della struttura dove il “vuoto” sovrasta il “pieno” delle suppellettili, il contrasto tra i vari timbri di bianco dato dalla diversità dei materiali compositivi e dalle sue lavorazioni, la monumentalità dell’altare, creano un effetto benefico di smarrimento, di intensa spiritualità e di predisposizione alle celebrazioni. Ad abbracciare l’Aula Liturgica ci sono i locali del Ministero Pastorale e la Casa Canonica. All’interno dei primi sul lato nord, sono collocati le aule per la catechesi, la grande aula polifunzionale (il Salone Parrocchiale) e alcune piccole sale riunioni; si configurano come un elemento ad un unico piano che si snoda intorno al Sagrato. Sulla parte sinistra dell’aula liturgica è posta la cappella feriale il cui utilizzo è indipendente dal resto. È uno spazio per celebrazioni con piccoli gruppi e per il raccoglimento e la preghiera personale davanti a Gesù Sacramento. In questo ambiente trova posto il tabernacolo, in fondo lateralmente a sinistra, con il suo motivo decorativo in bronzo e il mosaico intarsiato che riproduce l’ostia consacrata con al centro il trigramma “IHS”. Alla base di questo è posta la lampada con la luce perpetua. La casa canonica, elemento realizzabile in tempi diversi rispetto al resto del complesso, è l’unico elemento posto al primo piano.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
Il complesso è completato esternamente da una serie di orti urbani sul lato nord, in prossimità delle aule per la catechesi e da una piccola area di verde attrezzato sul lato ovest. Un piccolo parcheggio di servizio, cui si accede dal lato est dell’area, è collocato in un piano interrato. Grande importanza si è data all’isolamento acustico della chiesa e dei diversi ambienti ad essa annessi nei confronti soprattutto della vicina centrale elettrica. La realizzazione degli edifici verso la strada come elementi “rivestiti” dal verde si motiva dalla volontà di sfruttare la capacità fono isolante del terreno, ottenendo così il giusto confort acustico all’interno dei diversi ambienti. Questa soluzione ha permesso inoltre, grazie anche alla scelta di una facciata in parte schermata da elementi lignei, di garantire il necessario confort climatico. La realizzazione del Complesso Parrocchiale “Santa Maria del Carmine” ha quindi un importante valore qualificante rispetto all’ambiente suburbano in cui si inserisce, grazie alla propria capacità di orientare e organizzare gli spazi circostanti, segnando la presenza divina tra gli uomini. In questo modo il resto del territorio circostante viene arricchito dalla relazione stretta che si genera con il complesso parrocchiale.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
Ampliamento del Cimitero Comunale del concentrico mediante realizzazione di un nuovo blocco loculi e sistemazione dei percorsi pedonali
© Federico Rossi . Published on April 04, 2014.
© Federico Rossi . Published on April 04, 2014.
© Federico Rossi . Published on April 04, 2014.
© Federico Rossi . Published on April 04, 2014.
© Federico Rossi . Published on April 04, 2014.
© Federico Rossi . Published on April 04, 2014.
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© Federico Rossi . Published on April 04, 2014.
© Federico Rossi . Published on April 04, 2014.
Il progetto qui presentato è relativo alla ristrutturazione di un fabbricato che sorge in prossimità di una delle spiagge più belle del Salento: la spiaggia di Torre dell’Orso. Il fabbricato realizzato negli anni ‘80,che prima dell’intervento versava in uno stato di degrado, è composto da quattro terrazze da cui è possibile avere una visuale meravigliosa della spiaggia e del mare. Da qui la scelta di utilizzare i teli di copertura dei terrazzi, quasi come fossero vele di un’imbarcazione, l’uso del colore bianco per le strutture e del vetro per amplificare la luce e i riflessi del luogo.
© Antonio Sergio . Published on April 04, 2014.
© Antonio Sergio . Published on April 04, 2014.
© Antonio Sergio . Published on April 04, 2014.
© Antonio Sergio . Published on April 04, 2014.
© Antonio Sergio . Published on April 04, 2014.
© Antonio Sergio . Published on April 04, 2014.
Il monumentale complesso, Abbazia e Monastero, costituisce l’elemento architettonico e urbanistico di riferimento del contesto urbano di Chiaravalle, al quale deve essere confrontato e sottomesso ogni intervento di valorizzazione spaziale della città ed in particolare dell’area di piazza Giuseppe Garibaldi ad esso antistante. Gli stessi edifici di contorno alla piazza prendono forma sul sedime delle antiche infermerie e delle foresterie abbaziali, formando un recinto di pertinenza, di servizio e di rispetto dell’originale nucleo edilizio cistercense. Preso atto dell’evoluzione urbanistica del sito attorno all’insigne monumento architettonico, le scelte del progetto di riqualificazione ambientale hanno mirato a far recuperare alla piazza la memoria storica dei luoghi dove i conventi cistercensi venivano costruiti, spazi di quiete e distensione, escludendo quindi l’inserimento di geometrie e temi simbolici avulsi dal contesto architettonico circostante. Sul piano funzionale si è voluto potenziare il valore collettivo e simbolico del sito, rendendo la piazza libera alla fruizione pubblica pedonale, in particolare per i bambini e per gli anziani, liberandola dall’intrusione delle auto. Dunque geometrie lineari, forme semplici ed accoglienti, che incidano positivamente nelle persone che vivono quotidianamente la zona e siano catalizzatrici con altre, realizzando condizioni di passaggio piacevoli e non opprimenti, con una conseguente propensione alla distensione ed al relax.
© Giorgio Domenici . Published on April 04, 2014.
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© Giorgio Domenici . Published on April 04, 2014.
© Giorgio Domenici . Published on April 04, 2014.
Refurbishment project of an existing building provide new, transparent façades. The office block includes two basements, a ground floor, a mezzanine and 8 upper floors. The result is an imposing volume with a set back from the street alignment and façades that establish a horizontal rhythm in which solid breastwork alternates with strips of metal-framed glass. The new project endows the building with an air of modernity, tempered by the double glass façade that creates transparency and depth.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
Client: AXA Assurances Total area: 7,500 sqm
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
© Ricardo Bofill . Published on April 04, 2014.
Villa San Giovanni, insieme alle città di Messina e Reggio Calabria, rappresenta uno dei più importanti snodi dell’Area dello Stretto, grazie ai suoi due porti per il traghettamento, quello dell’RFI e quello della compagnia privata Caront&Tourist.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
L’idea del nuovo porto a sud non è una proposta che nasce solo dal piano strategico ma ha una storia che parte dal Piano Samonà degli anni ’70, all’ipotesi progettuale degli anni ’80 del sindaco Delfino, all’Accordo di Programma dell’86, alla proposta degli anni ’90 del sindaco Santoro, fino ad arrivare al Piano Strategico (Fonte: Alla ricerca della memoria, Il comune di Villa San Giovanni dalle origini ai nostri giorni, Villa San Giovanni (RC), 1998). Tra tutte queste proposte e piani l’unica opera realizzata è stata quella del porto di Tremestieri a Messina sud, il quale ha ridotto solo in parte i problemi di congestione del traffico. Affinchè il traghettamento dello stretto funzioni al meglio è necessario che sulla sponda calabra corrisponda un altro porto a sud. Altro scenario è stato avanzato in sede di un laboratorio di sintesi, e poi di laurea, nell’Università degli studi “Mediterranea” di Reggio Calabria insieme ai professori Renato Nicolini, Vincenzo Gioffrè e Consuelo Nava.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
Il progetto del nuovo approdo in area sud a Villa San Giovanni è stato accompagnato da altri due importanti interventi dei quali viene riportato solo un accenno: realizzazione di un parco urbano lineare, con il servizio di navetta elettrica, con aree di svago, ma soprattutto con il tema del riciclo di 7 tipologie di carri e la riconversione dell’ex fabbrica delle pipe in strutture a servizi per il turismo con rigenerazione del porto della compagnia privata in piazza sul mare. L’approfondimento della tematica di un nuovo approdo non può che derivare da problemi che tutti i cittadini di Villa San Giovanni, ma anche i cittadini di Messina, anche se in maniera più limitata, conoscono, ovvero problemi legati all’inquinamento cittadino soprattutto in alcuni periodi dell’anno, problema legato anche alla congestione del traffico, in quanto le strade di imbarco coincidono con le strade cittadine. Il progetto prevede all’uscita dell’A3, subito dopo lo svincolo, un piazzale per i mezzi pesanti sia RFI che C&T da dove partirà una nuova strada camionale che porterà al nuovo porto, mentre i mezzi leggeri sia RFI che C&T, percorrendo la strada europea arriveranno al piazzale RFI che servirà 2 invasature del porto RFI. Si considera ai fini organizzativi, un coordinamento dei programmi di esercizio e dei livelli tariffari, con vantaggi per le compagnie, per le C&T un minor tragitto delle tratte, per le RFI una omogeneizzazione dell’esercizio durante l’anno. Obiettivi del progetto quindi migliorare la qualità della vivibilità cittadina, migliorare l’efficienza dell’esercizio, e continua operatività portuale durante i lavori.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
Il programma funzionale dà una visione d’insieme di tutti gli interventi: costruzione di una passerella sopraelevata che percorre superiormente l’area portuale fino a collegarsi con il nuovo lungomare; assegnazione degli approdi per il trasporto auto, invasatura 0 per la C&T e 1 per RFI, in arrivo a Rada San Francesco e nel Porto Vecchio di Messina; nuova collocazione dell’approdo navetta veloce in prossimità della guardia costiera; posizione inalterata per il trasporto ferrato che rimarrà nell’invasatura 2 e 3, con il mantenimento del trasporto gommato nel piano superiore delle navi; realizzazione di tre nuovi approdi a sud per il trasporto dei soli mezzi pesanti in direzione per porto di Tremestieri; progettazione di una torre di controllo, osservatorio e bar, punto di raccordo tra la passerella sopraelevata e il lungomare dove è prevista una vegetazione di tipo dunale e con percorso pedonale in passerelle in legno; realizzazione della strada camionale che in parte sarà ex novo e in parte passante su 2 linee ferroviarie inutilizzate adiacenti il lungomare; costruzione di pennelli all’altezza del percorso pedonale e in continuità dei sottopassi per evitare l’aumento dell’erosione costiera; realizzazione di una pista ciclopedonale; costruzione di un sottopasso camionale; rimodulazione del piazzale per i mezzi pesanti, con progettazione di un edificio biglietteria, bar-tavola, servizi e uffici; modifica dello svincolo per l’adeguamento dell’entrata al piazzale; riprogettazione del piazzale RFI per la attesa delle autovetture.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
Il progetto è stato pensato e curato in termini di sostenibilità ambientale, con edifici dal funzionamento passivo dal punto di vista climatico, mentre dal punto di vista del suolo le aree di sosta dei veicoli sono stati realizzati con pavimentazioni verdi drenanti rendendo il suolo permeabile, e applicando asfalti “intelligenti” che, grazie a nuove tecnologie, permettono di ridurre l’inquinamento atmosferico (con rivestimento di Biossido di Titanio), di aumentare la sicurezza nelle strade (asfalto fosforescente), o di recuperare energia dal passaggio dei veicoli (tecnologia piezoelettrica).
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
© Sebastiano Bucca . Published on April 04, 2014.
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Nella sua seconda edizione, YAC offre ai progettisti un’occasione di ricerca concreta e di inestimabile raffinatezza nel campo della progettazione post-sisma. Sito di concorso è costituito dall’ insieme dei lotti compromessi dal terremoto, mappati dalla recente pianificazione post sisma, all’interno del centro storico di Crevalcore.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
© Fabio Liberale . Published on April 04, 2014.
A private holiday chalet in the French Alps, designed by Studio76 Architetti Associati. The objective of this weekend hideaway was to create a warm atmosphere using a natural palette of neutral colours and soft textures. 50 sqm is a rather small space to live in. Therefore the priority of this makeover was to maximize the space and to create two independent bedrooms, with a unique space for the living room, kitchen and dining.
© Laura Barili . Published on April 04, 2014.
© Laura Barili . Published on April 04, 2014.
© Laura Barili . Published on April 04, 2014.
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© Laura Barili . Published on April 04, 2014.
La Chiesa di San Gregorio Magno si trova a L’Aquila nella Frazione di San Gregorio. La costruzione prima del noto evento sismico si presentava a pianta rettangolare di dimensioni pari a circa ml. 18,00×20,00, isolata da altri corpi di fabbrica e con una superficie vuoto per pieno di circa 360 metri quadrati. La facciata a Sud-Ovest si affacciava direttamente nella Piazza San Gregorio. Il progetto d’idee per la ricostruzione, a seguito del sisma del 6 aprile 2009, della Chiesa di San Gregorio Magno si è sviluppato dopo un’approfondita analisi dello stato di fatto preesistente del monumento e, dopo aver analizzato le imprescindibili normative tecniche vigenti, sono stati individuati i seguenti principali criteri di progetto: a) la preservazione, per quanto possibile, dei valori storici e della memoria collettiva; b) il recupero del tessuto esistente; c) la reintegrazione del costruito nel contesto urbano esistente; d) il fattore tecnico-strutturale finalizzato all’acquisizione di un elevato standard di sicurezza e di indispensabili requisiti antisismici nel rispetto delle recenti normative; e) la funzionalità e fruibilità dell’opera; f) l’economicità e fattibilità della ricostruzione. La scelta di operare seguendo queste direttrici tende a far recuperare alla Frazione di San Gregorio l’originale dimensione storico-simbolica sottratta in modo cruento a questo luogo, escludendo l’inserimento di volumetrie non giustificate e temi simbolici avulsi dal contesto preesistente e privilegiando invece riproposizioni funzionali che incidano positivamente nelle persone che vivono quotidianamente questi spazi, realizzando condizioni di godibilità della struttura ai fini liturgici e pastorali.
© Giorgio Domenici . Published on April 04, 2014.
La proposta di progetto si propone quindi di realizzare un’architettura in continuità con il passato, rispettosa sia dell’area di sedime che della volumetria dello storico fabbricato, al fine di garantire una riconoscibilità immediata nella memoria collettiva del tessuto edilizio urbano preesistente. Pur non contravvenendo ad una logica conservativa dei caratteri architettonici principali vengono proposte, a livello distributivo, soluzioni che offrono una migliore fruibilità dell’intero complesso. Verranno ricollocati tutti gli elementi lapidei, scultorei e decorativi opportunamente restaurati di cui è stato possibile il recupero.
© Giorgio Domenici . Published on April 04, 2014.
© Giorgio Domenici . Published on April 04, 2014.
© Giorgio Domenici . Published on April 04, 2014.
© Giorgio Domenici . Published on April 04, 2014.
© Giorgio Domenici . Published on April 04, 2014.
croce rossa
© Studio professionale di Ingegneria Dott. Ing. Alfonso Lusvarghi . Published on April 04, 2014.
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© Studio professionale di Ingegneria Dott. Ing. Alfonso Lusvarghi . Published on April 04, 2014.