Piazza Vittorio Emanuele II, meglio conosciuta come ‘la Fossa’, rappresenta uno dei luoghi più significativi di Salò, primo sguardo sulla cittadina per coloro che provengono da fuori, centro di relazioni e funzioni per la popolazione locale.
Il nome deriva dall’antica presenza di un fossato che circondava esternamente le mura del borgo, cui si accedeva dall’attuale Porta dell’Orologio che si colloca in sommità della piazza. Tale conformazione è stata mantenuta sino al 1613, quando viene destinata a Piazza.
Dal 1900 lo spazio è stato arricchito con la piantumazione di due filari di ippocastani distribuiti in direzione longitudinale, tra i quali si rileva la presenza di un rigagnolo, come testimoniato dalle fotografie storiche.
A più di un secolo di distanza la Piazza si presenta come uno spazio centrale limitato e trattato con porfido e delimitato dalle alberature, circondato da una viabilità carrabile in asfalto e una serie di parcheggi sul lato est.
L’attuale destinazione e distribuzione degli spazi configurano il sito come mero luogo di passaggio, privando l’utenza di un importante luogo urbano di sosta, aggregazione e svago, relegando al centro della piazza le uniche possibili attività sociali. Queste ultime si svolgono nell’area compresa tra l’attuale edicola (nord) e chiosco (centro-sud), limitando il rapporto dell’isola pedonale con l’intorno e non invitando alla discesa verso il lungolago.
Le criticità del contesto esistente sono legate alla difficoltà di far dialogare i flussi di scorrimento (carrabile, servizio di trasporto pubblico, pedonale, eventualmente ciclabile) con le funzioni ivi presenti, legate soprattutto alle attività commerciali e ricettive; si rileva inoltre la difficoltà di connettere i flussi pedonali tra piazza e centro storico, interrotti in più punti dalla viabilità carrabile e da ostacoli dovuti alla disorganizzazione urbana (circuito carraio e zone di sosta).
La scarsa qualità delle sistemazioni e dei materiali presenti, l’arredo urbano disomogeneo, la pavimentazione dissestata, i chioschi di edicola e bar limitati nella funzionalità e nella fruibilità, richiedono un intervento di riconfigurazione complessiva della piazza.
L'OROLOGIO
© ALBERTO SARAMONDI . Published on April 05, 2014.
I sistemi della mobilità e dell’accessibilità sono rielaborati e integrati per favorire la presenza di persone e la vivibilità del luogo. Gli spazi pubblici, le funzioni presenti e progettate nell’area d’intervento si definiscono in stretta relazione con il sistema di flussi veicolari, pedonali e ciclabili.
Per ridimensionare il peso della viabilità carrabile a favore delle aree pedonali si è deciso di eliminare la corsia con parcheggi attualmente posta a est. Nel progetto tale spazio viene restituito alla piazza e ne diviene un percorso in lieve pendenza, senza ostacoli né fisici né visivi verso lago; si connota come uno spazio che dà respiro alle funzioni turistico – ricettive presenti negli edifici del fronte est, le quali possono alloggiarvi tavolini e trovare affacci in un’area esclusivamente pedonale. Poiché il progetto ha come priorità un utilizzo pubblico della piazza da parte di cittadini e visitatori, non si è volutamente proposta una destinazione fissa degli arredi ristorativi all’aperto, pur non negandone gli spazi vitali necessari.
Nella piazza viene mantenuta quindi un’unica corsia che da via Zambellino Bolzati sale verso nord, diramandosi nelle due direzioni verso via Giuseppe Garibaldi e viale Marco Enrico Bossi. Il traffico locale viene quindi contenuto per restituire allo spazio pubblico una dimensione sociale votata alla socialità e all’interazione tra le diverse esigenze.
La presenza di parcheggi anche multipiano, realizzati durante gli ultimi anni nelle zone limitrofe, ha reso possibile l’eliminazione degli spazi di sosta posti sul lato est della piazza, da leggersi in modo più ampio nell’attuale ottica di decentramento degli spazi a parcheggio e a favore della pedonalizzazione del centro storico. E’ stato previsto un numero ridotto di piazzole di sosta temporanea destinate allo scarico merci a servizio delle attività commerciali che si affacciano sulla piazza. La flessibilità e la temporaneità degli spazi di sosta, utilizzabili all’occorrenza e solo in caso di effettiva necessità, sono in linea con le ragioni di progetto sopraesposte, legate alla volontà di ridurre la presenza di veicoli nella piazza e restituirla alla socialità.
Il disegno delle nuove geometrie dello spazio urbano ha origine dall’analisi dei flussi. In particolare lo studio dei coni ottici, che dai vicoli circostanti si rivolgono verso lo spazio aperto tra le quinte degli edifici della piazza, ha permesso di definire delle direttrici progettuali, assunte come linee di costruzione a base del concept di progetto. Dall’orientamento di queste linee direttrici, dalla loro intersezione e dalla loro interazione con i flussi presenti nasce il disegno della piazza.
Il progetto è concepito come una sovrapposizione di layer, ognuno dei quali rappresenta un elemento progettuale: pavimentazione, acqua, architetture, verde e arredo urbano, illuminazione.
ANALISI URBANA
© ALBERTO SARAMONDI . Published on April 05, 2014.
PAVIMENTAZIONE: Il piano della Fossa è, nel progetto proposto, una superficie che si modella attraverso il ribassamento o l’innalzamento del suolo. I salti di quota, come lembi della pavimentazione sollevati, rendono graduale la discesa verso lago, invitando alla sosta all’interno delle varie “piazze” che si creano a diversi livelli. Queste divengono occasione per la deviazione dei flussi prevalenti in direzione nord/sud, portando il fruitore a “rallentare” e percorrere itinerari inaspettati regalandosi il tempo per apprezzare gli scorci del contesto. La graduale discesa diviene una progressiva ricerca della visuale a lago, che culmina nella sorpresa panoramica offerta da un ‘belvedere’ generato dal graduale sollevamento del suolo, coincidente con la copertura dello spazio bar.
conferiscono alla piazza l’immagine di un tessuto continuo che si piega ai vari utilizzi.
Per definire l’ambiente della piazza ed enfatizzarne la percezione dellocome unico spazio urbano si è previstao l’utilizzo di un unico materiale di pavimentazione sia per la corsia stradale che per la piazza e aree pedonali. L’intero spazio è così diversificato un’elevazione di pochi centimetri della quota rispetto alla sede stradale, definita da una differente pavimentazionerispetto alle vie trattate in asfalto che si immettono ed escono dalla piazza e connessa. in entrata ed in uscita attraverso dolci rampe. Tale accorgimento dà la percezione fisica e visiva di entrare in un ambiente unitario e delimitato, in un’area “protetta” della cittadina, in cui il pedone è protagonista. La quota della piazza è rialzata rispetto alla sede stradale. Gli attraversamenti pedonali, anch’essi modellati sulla base delle direttrici offerte dai coni ottici di progetto, vengono mantenuti alla stessa quota di tutti gli spazi a destinazione pedonale, in modo da favorire e dare priorità al flusso trasversale del pedone rispetto a quello dell’autoveicolo, che è portato a rallentare in corrispondenza dell’innalzamento di ogni attraversamento pedonale.
La presenza di un corridoio continuo sul lato est, raccordato con lievi pendenze sia agli spiazzi, che agli attraversamenti pedonali trasversali, consente la completa fruibilità ed accessibilità della piazza da parte di un’utenza diversamente abile, la quale può in questo modo raggiungere ogni luogo e servizio presente.
La pavimentazione è concepita come un’unica superficie in granito, composta da lastre rettangolari di larghezza 15, 30 e 50 cm con posa a correre.
Le direttrici determinate dai coni visivi, linee guida del progetto, sono identificate a terra da un profilo metallico che taglia la pavimentazione in pietra. Questo profilo metallico caratterizza anche il fianco dei salti di quota che modellano la piazza, i lati delle sedute e i bordi delle aiuole che circondano gli alberi esistenti.
PERCORSO PROGETTUALE
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ACQUA: L’elemento acqua è stato scelto come principio unificante dell’intero spazio urbano collegando le due estremità nord e sud della piazza e richiamando, oltre che il tema della sorgente (fontana) e foce (lago), anche la funzione evocativa del ruolo assunto in passato dal fossato.
A livello concettuale l’acqua sgorga dalla sorgente posta a nord e scorre sotto tutto il piano della piazza, riemergendo solo occasionalmente. Gli specchi d’acqua sono costituiti da vasche dalle geometrie spezzate, di limitata profondità, con acqua in costante movimento e ricavate all’interno della pavimentazione, idealmente generate dalle direttrici progettuali dei coni ottici sopra citati.
La direzione lineare del corso d’acqua originario è stata reinterpretata e piegata alle deviazioni e ai salti di quota della pavimentazione, decentrando il baricentro della piazza attualmente collocato tra gli alberi e divenendo punto di attrazione e aggregazione in diverse zone di essa.
Acqua e pavimentazione diventano elementi indispensabili per la connessione tra la nuova piazza e il lungolago dell’architetto Vittoriano Viganò. Il dialogo tra passato e presente si compie attraverso compenetrazioni fisiche e visive tra gli elementi; la pavimentazione nuova in lastre s’inserisce ‘a pettine’ nel porfido a cubetti esistente, integrandosi con esso, mentre l’acqua dialoga con le preesistenze del “lungolago Viganò” assumendo delle geometrie più regolari, rispetto alle linee oblique che connotano le vasche della nuova piazza e accompagnando quest’ultima verso lago.
LA PIAZZA
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EDICOLA E BAR: Le due strutture presenti, il bar e l’edicola, sono state riprogettate e riposizionate alle due estremità della piazza, in corrispondenza dell’intersezione dei flussi principali legati ai percorsi pedonali. Anche questi due elementi sono generati da una deformazione plastica del suolo che si solleva e si modella dando vita ai due episodi architettonici.
L’edicola, posta a nord dinanzi alla torre dell’orologio, è pensata non come un’entità piena e di chiusura ma come un elemento di filtro tra la parte nord della piazza e la zona sud, in direzione del lago; la presenza di un ridotto spazio coperto, cono visivo in direzione longitudinale della piazza, oltre a consentire l’attraversamento trasversale dell’edificio permette anche la sosta e la lettura dei giornali in loco.
Il bar è un episodio che si colloca a sud della piazza in un punto strategico sia per la visibilità da parte della viabilità in ingresso, sia da parte dei pedoni che dalla passeggiata lungolago rivolgono lo sguardo verso nord della piazza.
Esso prende forma dal sollevamento di parte della pavimentazione, come un lembo strappato dal suolo, che ne costituisce copertura, offrendo una superficie fruibile superiormente e un ambiente vivibile inferiormente. Questo innalzamento contribuisce a racchiudere lo spazio tra Bar ed Edicola, che si configura come molteplici ambienti all’interno di una sola piazza, e allo stesso tempo delimita un ampio spazio a sud. Nel fruitore, attratto dalla visione del lago percepibile lungo l’intero ‘corridoio’ longitudinale a est della piazza, si accresce l’aspettativa e la curiosità di scoprire lo scenario che si delinea oltre l’episodio architettonico in questione.
La pavimentazione che si solleva crea un ambiente sottostante adibito a bar rivolto a lago e superiormente una zona di sosta e belvedere: la copertura è infatti accessibile e consente il riposo all’ombra delle chiome degli alberi, oltre che fungere da gradonata rivolta verso uno spazio scenico per spettacoli musicali ed eventi, posto immediatamente a nord. Il “palco”è ottenuto con una semplice differenziazione del materiale di pavimentazione rispetto a quello omogeneo del resto della piazza (cubetti di granito grigio invece di lastre), restando però alla stessa quota di calpestio in modo da evitare scomodi volumi di ingombro e garantire versatilità alla piazza.
L’elemento architettonico e polifunzionale del Bar/Belvedere/Gradonata si configura anche come una Quinta Scenica per l’ampia piazza che si viene a creare a sud di esso. Il locale interno del Bar si affaccia con grandi vetrate verso lago e ospita a nord i locali di servizio. La vegetazione esistente dialoga e si integra con l’edificio, si fa spazio nella copertura, ora deviandola per darsi respiro, ora forandola, così da essere inglobato e visibile dall’interno e allo stesso tempo offrire la sua ombra alle funzioni soprastanti.
OROLOGIO - EDICOLA
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VERDE E ARREDO URBANO: Le sedute fisse sono disposte in modo trasversale alla piazza rivolte verso il lago e aggregate nelle vicinanze delle vasche d’acqua o sotto le chiome degli ippocastani esistenti che si intendono assolutamente mantenere. Esse sono generate da un metaforico della pavimentazione, composte da un elemento di granito che si piega a partire dall’innesto a terra, sale e si solleva fino a formare il piano orizzontale, il quale funge da seduta.
Materiali quali ghiaia, corteccia ed erba emergono al di sotto delle sedute, in luogo e a testimonianza del vuoto nella pavimentazione generato dal sollevamento per la formazione delle stesse.
A completamento si prevedono sedute dalla forma più morbida e plastica, realizzate in polietilene traslucido, illuminato internamente durante la sera e la notte. Queste sedute, che richiamano la forma liscia e levigata dei massi lacustri, affiancano e integrano quelle fisse, favorendo l’aggregazione e il dialogo, oltre che rappresentare un riferimento luminoso nelle ore notturne.
Nel progetto si mantengono le piante di ippocastano esistenti, integrate con la nuova pavimentazione grazie alla formazione di aiuole. Queste sono delimitate da profili metallici generati dalle direttrici progettuali e trattate alternatamente a ghiaia, corteccia ed erba, gli stessi elementi naturali che ricorrono al di sotto delle sedute in pietra. Progettando la localizzazione di sedute e giochi d’acqua, gli alberi divengono i protagonisti dei luoghi di aggregazione.
IL CENTRO DELLA PIAZZA
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ILLUMINAZIONE: L’illuminazione urbana è affidata a una serie di elementi luminosi verticali. Essi si localizzano lungo la fascia del percorso pedonale a est e lungo quella carrabile a ovest e sono disseminati in modo diffuso all’interno della piazza. Il loro disegno stilizzato richiama le linee spezzate della pianta e la geometria delle sedute in alzato e non vuole distogliere da un contesto già ricco di elementi storici, naturali e architettonici.
Vi è poi un’illuminazione più scenica con elementi a led posti al di sotto delle sedute lapidee e a pavimento lungo le direttrici delle aiuole, all’interno dei bordi delle vasche d’acqua e in corrispondenza dei salti di quota. Tale compresenza di oggetti luminosi contribuisce a creare un’ atmosfera suggestiva nell’ambiente piazza.
IL CHIOSCO
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I MATERIALI
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PIAZZE NELLA PIAZZA
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NOTTURNO
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SALTI DI QUOTA
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PIAZZA
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TRIBUNA - BELVEDERE
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IL CHIOSCO
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IL CHIOSCO
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TAVOLA 1
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TAVOLA 2
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