La genesi progettuale
Il progetto parte dalla volontà di far rivivere un piccolo brano di paese, riconsegnandolo alla collettività come luogo di incontro e socializzazione; per questo motivo l’intera superficie adiacente alla fontana è stata resa inaccessibile alle autovetture e restituita in questo modo alla popolazione che in modo sicuro potrà transitarvi e sostarvi.
Questa operazione non deve intendersi però come l’inserimento di un elemento ingombrante e fastidioso dal punto di vista della percezione del paesaggio circostante. Al contrario. Prendendo spunto dalla morfologia del terreno che circonda Mezzano e rivisitando in chiave architettonica le forme naturali della montagna, la nuova piazza sfrutta dislivelli e asperità per distinguere la zona del lavatoio e della fontana dalla circostante viabilità. Vengono a crearsi così degli spazi a diverse altimetrie che si accordano con la pendenza naturale del terreno, va precisato però che l’intero progetto è stato pensato per poter essere fruito e per accogliere anche persone con difficoltà motoria, o più semplicemente anche famiglie con neonati in passeggino, come verrà analizzato in seguito.
In secondo luogo si è cercato di rendere la zona del lavatoio in armonia con l’intorno attraverso la demolizione e ricostruzione dell’architettura che la corona, reinterpretando l’architettura tipica delle zone montane. L’intervento matericamente resistente concede la possibilità di ottenere un involucro leggero e semitrasparente, che permette di essere attraversato dallo sguardo senza frapporsi come ostacolo tra osservatore e paesaggio.
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© Mario Pavan . Published on April 19, 2014.
La memoria dei luoghi
Tutte le architetture montane si sviluppano su una successione di basamenti in pietra o muratura che si radicano nel terreno montano, coronati da involucri lignei aggettanti composti da un sistema di aste verticali su cui si innestano traversi orizzontali più esili che lasciano lo spazio anche a aperture che dall’interno lanciano uno sguardo sul paesaggio circostante: la nuova architettura della piazza segue e reinterpreta questi principi. Si ricrea un “terreno montano accessibile” che si adagia sull’esistente andamento altimetrico della piazza formata dallo slargo di via di Sopra, sottolineandone i salti di quota con un sistema di gradoni; da qui emergono i blocchi monolitici della fontana e del muro di contenimento del lavatoio. Quest’ultimo viene ricoperto da una struttura modulare di lame in acciaio cor-ten che segna l’involucro con una scansione regolare, la quale porta un sistema di aste secondarie orizzontali dello stesso materiale.
L’intervento architettonico che si percepisce con più forza in questo progetto è senza dubbio la nuova copertura della zona del lavatoio. Ma è stato lo studio dell’architettura locale a spingerci a ricreare in chiave contemporanea un coronamento che protegga e segni la vita dell’oggetto che ingloba. L’acciaio cor-ten infatti oltre ad essere molto durevole e facile da manutenere, ha una caratteristica cromatica che lo rende molto simile al legno. Se infatti un tronco di legno esposto alle intemperie muta il suo colore da giallo a grigio dando vita a una miriade di sfumature tra i due colori, anche l’acciaio cor-ten subisce una trasformazione cromatica durante la sua vita: al momento dell’installazione risulta grigio scuro, con il passare del tempo acquista sfumature e venature marroni-rossastre tipiche dell’ossidazione del ferro.
La struttura così creata, oltre a rimandare formalmente alla tipologia della casa alpina, svolge anche altri compiti che la integrano nel paesaggio in cui è inserita: nel prospetto est infatti la schermatura di doghe metalliche orizzontali lascia spazio in due campate alla possibilità di accatastare ceppi di legna da ardere (come del resto è già uso fare) che per loro natura non saranno fissi; in questo modo, oltre che attraverso la variazione cromatica dell’acciaio, il manufatto cambierà forma a seconda dell’utilizzo.
L’assenza del rivestimento in alcuni punti dell’involucro inoltre sottolinea la volontà di inquadrare il paesaggio circostante, inducendo chi attraversa il lavatoio a soffermarsi a godere delle vedute che la valle offre.
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© Mario Pavan . Published on April 19, 2014.
La scelta dei materiali e la tecnologia
L’intero progetto si basa sulla composizione attraverso una griglia quadrata di 1 m x 1 m che è stata adagiata sulla preesistenza e con essa integrata.
Questa suddivisione è ben visibile nella parte circostante la fontana, in cui la pavimentazione ricalca fedelmente le direttici della griglia costruttiva. Ogni quadrato è costituito da un blocco di calcestruzzo lisciato. La rigidità planimetrica della griglia però scompare in alzato: ogni quadrato è infatti libero di alzarsi o abbassarsi in direzione verticale, dando vita a elementi architettonici diversi: panche per la sosta e la socializzazione, elementi che segnano l’ingresso all’area della fontana e del lavatoio, ostacoli che impediscono il transito delle autovetture sul suolo di aggregazione, rampe per il superamento dei salti di quota.
La scelta dell’utilizzo del calcestruzzo lisciato è dettata dalla volontà di ottenere una base monomaterica e durevole che al contempo possa avere la possibilità di assumere diverse forme, mantenendo la medesima finitura superficiale.
Gli allineamenti della griglia precedentemente descritta servono anche da base per il posizionamento della struttura di rivestimento della zona del lavatoio; come descritto in precedenza si è scelto di proporre una struttura in acciaio cor-ten, avvalendosi delle sue ottime caratteristiche meccaniche (spesso trascurate a discapito del mero utilizzo come rivestimento) e per la sua capacità di auto-proteggersi passivandosi con uno strato ossidato: questo permette di avere una struttura esteticamente in accordo con l’intorno e estremamente poco onerosa in termini di manutenzione. Inoltre la particolarità della progettazione su una griglia regolare permette di organizzare la struttura in elementi modulari ripetibili, facilmente trasportabili e assemblabili.
Anche le due parti coperte sulle testate corte del lavatoio (che fungono da controventi nel piano) verranno realizzate in lastre di cor-ten avvalendosi dello stesso principio. Internamente questi due settori saranno controsoffittati con una successione di pieni e vuoti data da listelli di legno di larice di sezione 50 mm x 50 mm; la loro posizione sotto una zona coperta fa sì che siano protetti da agenti esterni che ne causerebbero il deterioramento.
Nell’intercapedine tra copertura e controsoffitto verranno alloggiati dei faretti per consentire l’illuminazione notturna del manufatto.
Anche nella parte non coperta, ma comunque attraversata dalla struttura longitudinale del rivestimento, verrà inserito un apposito sistema di illuminazione per esterni con guscio di protezione in vetro satinato bianco su cavi sospesi. La posizione di questi punti di luce garantisce anche una buona illuminazione della piazza esterna.
Sempre sulla struttura longitudinale si potranno appendere delle fioriere in profilo metallico sagomate, in modo da poter inserire a piacimento vegetazione rampicante o piante floreali.
La pavimentazione interna della zona del lavatoio sarà realizzata in pietra di Luserna: il suo impiego classico per rivestimento di zone esterne è congeniale alle caratteristiche dell’ambiente prospiciente l’ex zona di lavaggio caratterizzata dal passaggio tra coperto e scoperto, ma che richiede una continuità che faccia percepire l’unicità spaziale dell’ambiente. La pietra verrà posata a corsi di 10 cm, 20 cm e 30 cm alternati in modo casuale ma determinando una scansione spaziale che smorzi la dimensione prettamente longitudinale dell’architettura in esame.
È da notare che il raccordo tra la strada e il lotto di pertinenza del progetto è risolto con l’utilizzo del porfido a cubetti: gli spicchi di suolo che raccordano la strada con l’intervento però avranno tessitura a rete in contrasto con la disposizione a coda di pavone che caratterizza la strada: in questo modo già avvicinandosi all’intervento si potrà percepire il suo innesto graduale e controllato nel terreno esistente.
Come già anticipato, nella scelta dei materiali si è ricercato qualcosa che potesse segnare lo scorrere del tempo sull’architettura e nello spazio che la ospita: oltre alla trasformabilità cromatica dell’acciaio cor-ten si è deciso di ricavare un inserto “vivo” e mutevole nel rivestimento dato dalle cataste di legno, intese non solo come mezzo pratico per l’abitante di Mezzano, ma come fondamentale cifra e vero e proprio elemento integrato nell’architettura per il prospetto del nuovo intervento.
Si sottolinea la volontà di integrarsi con ciò che già esiste mantenendo inalterati gli elementi fondamentali che caratterizzano lo slargo di via di Sopra: la fontana e il lavatoio risultano essere la base da cui parte il ragionamento compositivo del progetto, ma anche alcuni elementi minori quali i ganci di sostegno in ferro ora soprastanti il lavatoio diventano un pretesto per integrare il vecchio al nuovo. Questi allora verranno rimossi per poi essere integrati nella nuova struttura, diventando insieme alle due vasche d’acqua un elemento connotativo della storia.
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Uno sguardo critico sull’accessibilitàÈ palese che in territorio montano risulta imprescindibile un ragionamento riguardante l’accessibilità dei luoghi da parte di persone portatrici di handicap con particolare riguardo al concetto di barriere architettoniche, attributi dell’ambiente che impediscono a chiunque di poter entrare in relazione con esso. L’handicap, quindi, è una caratteristica non ascrivibile alla persona, ma è espressione antropologica e sociologica dell’ambiente. Ciò pone l’obbligo di soddisfare un imperativo: l’edificio, o lo spazio costruito in generale, devono rispondere innanzitutto alle esigenze della comunità di riferimento. Non si deve perciò prestare attenzione solo alle innovazioni tecniche e tecnologiche, ma si deve osservare attentamente la società che ci circonda, rifacendosi ai principi dell’_universal design_.
Ecco allora che l’intero progetto di riqualificazione della zona del lavatoio di Mezzano viene circondato da un percorso studiato per essere vissuto anche dalle persone con ridotta capacità motoria _ basandosi sulla connessione di due spazi principali piani: uno corrispondente alla zona del lavatoio, assunto a quota ±0,00 e rivestito in pietra di Lusera, e uno a quota +0,50 m relativo alla fontana con finitura in cemento lisciato _(Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989, n. 236 – Art.4.1.2. Pavimenti. I pavimenti devono essere di norma orizzontali e complanari tra loro e, nelle parti comuni e di uso pubblico, non sdrucciolevoli […] ). Questi due spazi di relazione sono connessi da una rampa con lunghezza di 7,00 m, pendenza del 7% e larghezza di 1 m (Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989, n. 236 – Art.8.1.11. Rampe. […] La larghezza minima di una rampa deve essere di 0,90 m per consentire il transito di una persona su sedia a ruote […] Ogni 10 m di lunghezza ed in presenza di interruzioni mediante porte, la rampa deve prevedere un ripiano orizzontale di dimensioni minime pari a 1,50×1,50 m […] La pendenza delle rampe non deve superare l’8%).
Viene così a crearsi intorno alla preesistenza storica della fontana e del lavatoio di Mezzano, una nuova esperienza architettonica e paesaggistica, una promenade architecturale universale e fruibile dall’intera comunità.
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planimetria
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prospetti e sezione
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esploso concettuale
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dettagli costruttivi
1. sistema modulare rimovibile di fioriere in profili metallici sagomati 2_a. sistema di illuminazione con guscio di protezione in vetro satinato bianco per esterni su cavi sospesi 2_b. sistema di illuminazione per esterni su cavi sospesi 3. copertura in lastre di acciaio cor-ten [pendenza 0,5%] 4. controsoffitto in listelli di legno di larice sezione 50x50 mm a interasse 100mm 5. rivestimento in doghe di acciaio cor-ten 6. riutilizzo e integrazione dei ganci metallici presenti all'interno del vecchio lavatoio 7. struttura portante composta da lame di acciaio cor-ten [spessore 7mm] imbullonate ai nodi 8. piastra di ancoraggio per la nuova struttura agganciata alla muratura esistente 9. tassello a pressione 10. rivestimento della muratura esistente con intonaco grezzo 11. pavimentazione interna del lavatoio con pietra di Luserna disposta in modo da formare strisce di 10, 20, 30 cm di larghezza [vedi pianta] 12. pavimentazione esterna in elementi prefabbricati di cemento lisciato quadrati 99x99 cm disposti a interasse 100 cm
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