Il complesso parrocchiale Il Risorto, comprendente la chiesa, la casa canonica, i locali dedicati al ministero pastorale, sorgerà a Colleatterato Basso, una frazione piuttosto popolosa del Comune di Teramo, in posizione elevata rispetto alla valle. Difatti, la condizione morfologica del lotto è tale da realizzare una superficie che collega i due differenti piani dell’agglomerato cittadino qui presenti, restituendo la possibilità di realizzare un elemento cerniera in cui Il rapporto chiesa quartiere ha valore qualificante, dialoga con il resto del territorio e si fa luogo pubblico riconoscibile.
Nell’ottica di realizzare un’architettura che sia sensibile alle esigenze dell’assemblea che celebra, che costruisca un luogo di accoglienza ed evangelizzazione, e che risulti da una felice unione tra i caratteri estetico-simbolici e le componenti tecnologiche, il processo progettuale si articola considerando suggestioni, dinamiche liturgiche, presenze simboliche e dimensione tecnica.
g.vallese, c.carbone, m.diteodoro, i. fragkakis, e.pedicone. Published on April 26, 2014.
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La struttura del complesso parrocchiale è organizzata mediante la suddivisione chiara dei tre elementi sostanziali al complesso stesso.
I luoghi liturgici per eccellenza sono posizionati in testata sulla parte più a valle: sono direttamente accessibili dalla piazza ed incernierati su un ampio sagrato che permette sia l’accesso all’aula principale, che quello ad un atrio coperto su cui affacciano la cappella feriale e l’ingresso al campanile. L’atrio è anche il luogo deputato all’allestimento dei sistemi simbolici per la Via crucis.
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L’immagine architettonica dell’aula ecclesiastica è risolta mediante una parete continua realizzata mediante setti a geometria complessa e vetrate. I setti assumono il valore simbolico dell’albero e contemporaneamente reinterpretano la spazialità fornita dalla complessa struttura portante delle chiese gotiche. Attraverso uno studio accurato delle profondità dei setti stessi viene realizzato sul fronte principale una sorta di nartece contemporaneo, e vi si ricavano gli spazi da dedicare alla sacrestia e alla penitenzieria, al posizionamento del coro e del fonte battesimale. Inoltre grazie alla loro forma sono capaci di controllare la luce naturale, che entra nella sala “prevalentemente” in modo diffuso e vene dosata dalle vetrate in modo da evitare effetti di abbagliamento, aumentando così il confort visivo soprattutto per le persone più anziane. E ancora, l’organizzazione della pianta dell’aula attraverso pareti asimmetriche giova al contenimento dei fenomeni di riverbero di risonanza, controlla le onde stazionarie all’interno della sala e distribuisce uniformemente l’energia acustica. Infine incorporano attraverso sistemi posti al piede e in sommità tutti i pacchetti impiantistici relativi all’amplificazione e al ricircolo dell’aria.
L’aula disposta in lieve pendenza e completamente controsoffittata da un velario in legno aumenta la condizione di focalità verso l’altare che è incorniciato da un retablo a tutta parete.
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L’insieme dei locali per il servizio pastorale è posizionato immediatamente a ridosso della grande aula, separato dalla questa mediante una cordonata di raccordo tra la quota superiore della strada e la quota inferiore della piazza. L’edificio è pensato come un moderno chiostro su cui prospettano a piano terra il salone e i servizi annessi e a piano superiore le aule e i locali per la Caritas, direttamente accessibili dalla strada. All’interno il chiostro è articolato mediante una sequenza costituita da un giardino d’acqua e piante odorose, da un cavedio di luce per il salone, e da uno spazio pavimentato incentrato sulla presenza simbolica di un grande ulivo. Questa parte del complesso risulta essere totalmente introversa al punto di essere schermata verso i fronti stradali da una spessa cortina di alberi cupressus sempervirens, cortina che presenta soluzioni di continuità solo in corrispondenza degli ingressi alla Caritas e di quelli relativi al grande atrio vetrato. Questo costituisce, infatti, lo spazio relazionale per eccellenza di tutto il complesso (vi è posizionato anche un piccolo bar), la cerniera delle accessibilità dai fronti stradali posizionati alle differenti quote, nonché diviene l’elemento di congiunzione tra chiesa e locali pastorali.
Infine la casa parrocchiale chiude il complesso attraverso un elemento architettonico in linea, rivestito in pietra, prospettante su strada superiore, su piazza sottostante e aperta sui giardini del corpo dei servizi pastorali.
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Presenze simboliche: materiali di progetto
"Se qualcuno ha sete, venga a me e beva”. Acqua, simbolo di vita, purificazione, rinascita, la fontana è acqua viva, quindi simbolo di Cristo. “L'immaginazione è un albero. Ha le virtù integratrici di un albero. E' radici e rami. Vive tra terra e cielo. Vive nella terra e nel vento”. Albero della conoscenza o della la vita, cresceva nel giardino dell’eden, elemento intelligibile di radicamento al suolo e tensione verso l’alto. L’ulivo è pacificazione.“È un’irradiazione del suo mistero trascendente ma che si comunica all’umanità: la luce, infatti, è fuori di noi, non la possiamo afferrare o fermare; eppure essa ci avvolge, illumina e riscalda. Cosìè Dio, lontano e vicino, inafferrabile eppure accanto a noi, anzi pronto ad essere con noi e in noi”. Luce simbolo di Cristo risorto, Gesù luce del mondo che sconfigge le tenebre.
Suggestioni: reinvenzione di figure archetipiche
Con la consapevolezza che lo spazio ecclesiale è un’architettura della “memoria”, un particolarissimo luogo della tradizione, segno del rapporto di Dio con la comunità, un’attenta ricognizione storico-architettonica offre spunti e suggestioni tali da considerare in chiave contemporanea alcuni elementi archetipici, fortemente radicati nella memoria collettiva: il chiostro luogo della riflessione, l’agorà luogo della relazione, il nartece soglia per eccellenza, la spazialità gotica come simbolo privilegiato della tensione verso Dio.
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