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Contratti di Quartiere 2 - Marco Zaccara, Progetti Workshop

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The entire project included 29 new apartments, a new plaza with shopping centre and a new football stadium. The financial plan stated that at least 30% of the public budget had to be spent to include sustainable technologies in the residential blocks.

Marco Zaccara, Progetti Workshop — Contratti di Quartiere 2

In order to deal with a difficult topography , we designed 2 different blocks with staggered levels. Each apartment has its own parking space underground. Glasshouses facing south as well as solar thermal panels integrated in the roof supply over 40% of the total amount of energy needed to heat up the houses.

Marco Zaccara, Progetti Workshop — Contratti di Quartiere 2

The elevations are solved with different skin treatments according to the different orientations: wood, metallic double skin façade and plaster..

Marco Zaccara, Progetti Workshop — Contratti di Quartiere 2

Marco Zaccara, Progetti Workshop — Contratti di Quartiere 2

Marco Zaccara, Progetti Workshop — Contratti di Quartiere 2


Casa di libri / House of books - Ferdinando Cardella, Antonello Boschi, Michela Pucciariello, Andrea Bulleri, Massimiliano Francesconi, chiara cristiani, Cristiano Cristiani, Matteo Casini, Luca Romanini

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L’intervento, tenta la ricostruzione dell’ex Palazzo Turrà, un tempo porta a cavallo della vecchia via Squillace, e si rivolge al paesaggio antistante modellando i suoi volumi per garantire l’ingresso della luce naturale e gli affacci sul paesaggio circostante. Confrontandosi con la via Galliano, l’edificio mantiene la forma archetipica della tipologia abitativa locale, con un tetto a falde, l’intonacatura delle superfici e le aperture di dimensioni ridotte. Disponendosi su via Virello, la copertura piana, la superficie ritmata dai mattoni, tutto conserva l’aspetto del trascorrere inesorabile del tempo, della materia erosa, compreso i vuoti fra gli elementi in laterizio, novelle buche pontaie per la costruzione della cultura locale.

Ferdinando Cardella, Antonello Boschi, Michela Pucciariello, Andrea Bulleri, Massimiliano Francesconi, chiara cristiani, Cristiano Cristiani, Matteo Casini, Luca Romanini — Casa di libri / House of books

La mediateca da via Virello. The media library from Via Virello.

The project trie sto reconstruct Palazzo Turrà, once a gate and old via Squillace, and get in touch with the surrounding landscape, creating its volume to grant planty of natural light and beatiful views. In the comparison with Via Galliano, the building maintains the archetypal form of the local living type, with a pitched roof, the plastered surfaces and smaller windows and doors. Set on Via Virello, the flat but articulated roof and the brick-cadenced walls all conserve a sense of the inevitable passing of time and eroded matter, including the brick voids which provide new putlog holes for the construction of the local culture.

Ferdinando Cardella, Antonello Boschi, Michela Pucciariello, Andrea Bulleri, Massimiliano Francesconi, chiara cristiani, Cristiano Cristiani, Matteo Casini, Luca Romanini — Casa di libri / House of books

L'ingresso alla mediateca da via Galliano. Entrance to the media library from Via Galliano.

Ferdinando Cardella, Antonello Boschi, Michela Pucciariello, Andrea Bulleri, Massimiliano Francesconi, chiara cristiani, Cristiano Cristiani, Matteo Casini, Luca Romanini — Casa di libri / House of books

Modello dell'intervento. Model of the project.

Ferdinando Cardella, Antonello Boschi, Michela Pucciariello, Andrea Bulleri, Massimiliano Francesconi, chiara cristiani, Cristiano Cristiani, Matteo Casini, Luca Romanini — Casa di libri / House of books

La sala di lettura. Reading room.

Ferdinando Cardella, Antonello Boschi, Michela Pucciariello, Andrea Bulleri, Massimiliano Francesconi, chiara cristiani, Cristiano Cristiani, Matteo Casini, Luca Romanini — Casa di libri / House of books

Piante. Plans.

Ferdinando Cardella, Antonello Boschi, Michela Pucciariello, Andrea Bulleri, Massimiliano Francesconi, chiara cristiani, Cristiano Cristiani, Matteo Casini, Luca Romanini — Casa di libri / House of books

Sala di distribuzione. Distribution room.

IL MANGIAFOGLIA - LUCIANO RAFFIN

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LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

LUCIANO RAFFIN — IL MANGIAFOGLIA

Lapidario / An epigraphic museum - Antonello Boschi

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L’ingresso del museo è segnato da un muro di pietra che completa la chiusura dell’area un tempo adibita a sepolcreto ed ora divisa in due zone: la prima lastricata dove trovano posto panchine ed espositori, la seconda sistemata a prato. All’interno i pezzi sono collocati su espositori in legno ed elementi in ferro, mentre tagli nelle pareti e mutamenti nei percorsi permettono la visione di un affresco e della statuaria. Il percorso procede nel chiostro con l’inserimento di una cremagliera che sorregge staffe e piani di appoggio. Abbandonata la logica cinquecentesca del gioco culturale, gli oggetti, così come gli ambienti, sono qui ordinati in maniera scientifica, risultando godibili in un continuo gioco di rimandi fra interno ed esterno, fra giardino e sale, fra sale e chiostro.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

L'ingresso all'area museale con il campanile della chiesa di Sant'Antimo. Entrance to the museum area with the bell-tower of the church of Sant'Antimo.

The entrance of the museum is marked by a stone wall which encloses the area once used as a cemetery and now divided in two zones: the first is paved and has benches and exhibitors, the second one is a lawn.Inside some objects are are on wooden exhibitors, others on iron elements; cuts in the walls and changings in the pathways allow the vision of a fresco and of some sculptures. The route goes on into the cloister: an iron rack supports brackets and console table for stone pieces. Leaving apart the XVI century logic of the cultural divertissment the pieces as well as the spaces are scientifically set, being enjoiable into a continuous play of references between indoor and outdoor, between garden and halls, halls and cloister.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

Il museo all'aperto con l'architrave del Guardi. The outdoor museum with the architrave by Guardi.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

Il chiostro. The cloister.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

Pianta. Plan.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

Il chiostro con il sistema espositivo. The cloister with the display system.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

Dettaglio del portone d'ingresso in ferro e legno di cipresso. Detail of the entrance door in iron and cypress wood.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

Il corridoio di pietra con l'Acquasantiera di Populonia. The stone corridor with the Acquasantiera di Populonia.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

La Sala dell'affresco. The Sala dell'Affresco.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

Dettaglio del sistema espositivo esterno in ferro, pietra serena bocciardata e serigrafata. Detail of the outdoor display system in iron, hammered and silk-screend pietra serena.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

Il taglio fra la Sala dell'affresco e quella dei Primitivi. The slit between the Sala dell'Affresco and the Sala dei Primitivi.

Antonello Boschi — Lapidario / An epigraphic museum

La Sala dell'affresco con l'onda di pietra. The Sala dell'Affresco with the stone wave.

Maison Belle Etoile - SCRIPT

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Les espaces de vie s’articulent autour de la cour-patio centrale. Côté maison, la grande façade vitrée avec pare soleil rend les espaces perméables. Côté hangar, un préau vient prolonger les espaces ateliers intérieurs et les relier à la cour. La rénovation emploie un langage contemporain, tout en valorisant les éléments anciens qui racontent l’histoire et l’identité du lieu.

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

Photo Agnès Clotis © SCRIPT

SCRIPT — Maison Belle Etoile

New Frontiers Country Club - Daniele Menichini

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Nascerà in Veneto, quasi a confine con il Friuli, la sede del New Frontiers Country Club; un edificio eco-responsabile improntato sulla ricerca del impatto ambientale vicino allo zero è progettato secondo la logica del più noto progetto Green_Zero, sempre editato dallo studio dell’architetto Daniele Menichini. In un lotto indeficato di un piccolo centro urbano prenderà forma una scatola in legno ad alta efficienza energetica, una specie di arca o astronave della salvezza che rappresenta il futuro delle città, dove materiali naturali ed alta tecnologia convivono in perfetta simbiosi, immersa nel verde del parco di piante autoctone che la circonda. Nello strano edificio si trovano una grande area living con cucina e piano mezzanino dedicati alla vita di tutti i giorni ed agli incontri del Club, una serie di camere dedicate all’ospitalità per gli eventi, una sala per eventi, incontri e conferenze oltre agli spazi di servizi; gli interni sono in stile rigido, lineare, puliti ed arricchiti da colori contemporanei, forti e delicati allo stesso tempo e che vengono decorati da una serie di “piante appena germogliate” che traggono ispirazione dal “seme magico di fagiolo” che pervadono lo spazio, vogliono uscirne per risollevare l’arca della salvezza riconciliando gli elementi naturali di terra e cielo.

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

In Veneto, near the Friuli region, a new eco-responsible structure will be built which will serve as headquarters of the New Frontiers Country Club. The building will be based on the zero-impact environmental research and will be based on the renowned Green_Zero logic project, designed by the architect Daniele Menichini. On an undeveloped plot of land in a small countryside town, a high-efficiency wooden box will take shape. It can be thought of a modern Noah’s Ark, or spaceship, representing the future of small towns scattered along the landscape, where natural materials and cutting-edge technologies co-habit together in perfect symbiosis, immersed in a park of native plants spices. In this somehow strange building there will be a large living space with kitchen and a mezzanine floor for daily activities and for meetings of the Club members. It will also feature several bedrooms, a large acoustic hall for music, meetings, conferences and exhibitions, as well as bathrooms and utility rooms. The interiors are of uncompromising style: linear, clean with contemporary colours, strong but delicate at the same time, with decorations of plant buds inspired by the story of Jack and the Beanstalk. They seem to transcend the place so as to escape and lift the Ark, reconciling the natural elements of earth and heaven.

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

Daniele Menichini — New Frontiers Country Club

IL RISORTO, Teramo. - Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone

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Il complesso parrocchiale Il Risorto, comprendente la chiesa, la casa canonica, i locali dedicati al ministero pastorale, sorgerà a Colleatterato Basso, una frazione piuttosto popolosa del Comune di Teramo, in posizione elevata rispetto alla valle. Difatti, la condizione morfologica del lotto è tale da realizzare una superficie che collega i due differenti piani dell’agglomerato cittadino qui presenti, restituendo la possibilità di realizzare un elemento cerniera in cui Il rapporto chiesa quartiere ha valore qualificante, dialoga con il resto del territorio e si fa luogo pubblico riconoscibile. Nell’ottica di realizzare un’architettura che sia sensibile alle esigenze dell’assemblea che celebra, che costruisca un luogo di accoglienza ed evangelizzazione, e che risulti da una felice unione tra i caratteri estetico-simbolici e le componenti tecnologiche, il processo progettuale si articola considerando suggestioni, dinamiche liturgiche, presenze simboliche e dimensione tecnica.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

La struttura del complesso parrocchiale è organizzata mediante la suddivisione chiara dei tre elementi sostanziali al complesso stesso. I luoghi liturgici per eccellenza sono posizionati in testata sulla parte più a valle: sono direttamente accessibili dalla piazza ed incernierati su un ampio sagrato che permette sia l’accesso all’aula principale, che quello ad un atrio coperto su cui affacciano la cappella feriale e l’ingresso al campanile. L’atrio è anche il luogo deputato all’allestimento dei sistemi simbolici per la Via crucis.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

L’immagine architettonica dell’aula ecclesiastica è risolta mediante una parete continua realizzata mediante setti a geometria complessa e vetrate. I setti assumono il valore simbolico dell’albero e contemporaneamente reinterpretano la spazialità fornita dalla complessa struttura portante delle chiese gotiche. Attraverso uno studio accurato delle profondità dei setti stessi viene realizzato sul fronte principale una sorta di nartece contemporaneo, e vi si ricavano gli spazi da dedicare alla sacrestia e alla penitenzieria, al posizionamento del coro e del fonte battesimale. Inoltre grazie alla loro forma sono capaci di controllare la luce naturale, che entra nella sala “prevalentemente” in modo diffuso e vene dosata dalle vetrate in modo da evitare effetti di abbagliamento, aumentando così il confort visivo soprattutto per le persone più anziane. E ancora, l’organizzazione della pianta dell’aula attraverso pareti asimmetriche giova al contenimento dei fenomeni di riverbero di risonanza, controlla le onde stazionarie all’interno della sala e distribuisce uniformemente l’energia acustica. Infine incorporano attraverso sistemi posti al piede e in sommità tutti i pacchetti impiantistici relativi all’amplificazione e al ricircolo dell’aria. L’aula disposta in lieve pendenza e completamente controsoffittata da un velario in legno aumenta la condizione di focalità verso l’altare che è incorniciato da un retablo a tutta parete.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

L’insieme dei locali per il servizio pastorale è posizionato immediatamente a ridosso della grande aula, separato dalla questa mediante una cordonata di raccordo tra la quota superiore della strada e la quota inferiore della piazza. L’edificio è pensato come un moderno chiostro su cui prospettano a piano terra il salone e i servizi annessi e a piano superiore le aule e i locali per la Caritas, direttamente accessibili dalla strada. All’interno il chiostro è articolato mediante una sequenza costituita da un giardino d’acqua e piante odorose, da un cavedio di luce per il salone, e da uno spazio pavimentato incentrato sulla presenza simbolica di un grande ulivo. Questa parte del complesso risulta essere totalmente introversa al punto di essere schermata verso i fronti stradali da una spessa cortina di alberi cupressus sempervirens, cortina che presenta soluzioni di continuità solo in corrispondenza degli ingressi alla Caritas e di quelli relativi al grande atrio vetrato. Questo costituisce, infatti, lo spazio relazionale per eccellenza di tutto il complesso (vi è posizionato anche un piccolo bar), la cerniera delle accessibilità dai fronti stradali posizionati alle differenti quote, nonché diviene l’elemento di congiunzione tra chiesa e locali pastorali. Infine la casa parrocchiale chiude il complesso attraverso un elemento architettonico in linea, rivestito in pietra, prospettante su strada superiore, su piazza sottostante e aperta sui giardini del corpo dei servizi pastorali.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Giustino Vallese, Cinzia Vincenza Nicoletta Carbone, marco di teodoro, Ilias fragkakis, emmanuele pedicone — IL RISORTO, Teramo.

Presenze simboliche: materiali di progetto "Se qualcuno ha sete, venga a me e beva”. Acqua, simbolo di vita, purificazione, rinascita, la fontana è acqua viva, quindi simbolo di Cristo. “L'immaginazione è un albero. Ha le virtù integratrici di un albero. E' radici e rami. Vive tra terra e cielo. Vive nella terra e nel vento”. Albero della conoscenza o della la vita, cresceva nel giardino dell’eden, elemento intelligibile di radicamento al suolo e tensione verso l’alto. L’ulivo è pacificazione.“È un’irradiazione del suo mistero trascendente ma che si comunica all’umanità: la luce, infatti, è fuori di noi, non la possiamo afferrare o fermare; eppure essa ci avvolge, illumina e riscalda. Cosìè Dio, lontano e vicino, inafferrabile eppure accanto a noi, anzi pronto ad essere con noi e in noi”. Luce simbolo di Cristo risorto, Gesù luce del mondo che sconfigge le tenebre. Suggestioni: reinvenzione di figure archetipiche Con la consapevolezza che lo spazio ecclesiale è un’architettura della “memoria”, un particolarissimo luogo della tradizione, segno del rapporto di Dio con la comunità, un’attenta ricognizione storico-architettonica offre spunti e suggestioni tali da considerare in chiave contemporanea alcuni elementi archetipici, fortemente radicati nella memoria collettiva: il chiostro luogo della riflessione, l’agorà luogo della relazione, il nartece soglia per eccellenza, la spazialità gotica come simbolo privilegiato della tensione verso Dio.

casa 888 - dep studio

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Il progetto utilizza un linguaggio contemporaneo, innovativo rispetto all’esistente, ma rispettoso nei confronti dell’identità del luogo. Il nuovo edificio si compone di singoli volumi posti in relazione fra loro mediante uno spazio distributivo leggero e trasparente. Dal punto di vista volumetrico questi parallelepipedi si rapportano armoniosamente con la dimensione degli edifici del tessuto urbano circostante evitando il “fuori scala” che spesso caratterizza questi interventi. Inoltre i singoli blocchi sono leggermente ruotati tra di loro in modo da generare diversi punti di vista sugli spazi esterni per mettere in relazione gli elementi sia naturali che antropizzati del paesaggio quali il lago, le montagne, il centro religioso, la piazza comunale esistente, oltre che fornire nuovi scorci sulla nuova piazza. I blocchi che accolgono le diverse funzioni del Municipio hanno altezze diverse: quello a nord si erge per tre piani fuori terra tanto da permettere di godere dall’ultimo piano della vista del lago mentre quello centrale, che funziona da spazio distributivo, si estende fino al terzo livello e i due blocchi laterali si sviluppano solo su due piani. Queste sagome regolari consentono di ottimizzare al meglio gli spazi interni e soprattutto garantiscono uffici flessibili e intercambiabili. Le separazioni interne infatti sono realizzate con pareti attrezzate che possono essere spostate con limitati interventi che non richiedono opere murarie. I quattro blocchi funzionali hanno dimensioni modulari e ognuno è destinato a una diversa area in modo da garantire l’accessibilità alle singole zone anche con la chiusura parziale degli uffici. L’accesso agli spazi front-office avviene attraverso varchi aperti nel volume del blocco. Questi passaggi sono dotati di ante scorrevoli che all’occorrenza possono chiudersi impedendo l’accesso e rendendo indipendenti le aree tra di loro. L’adozione di tale soluzione architettonica permette una configurazione differenziata a seconda delle esigenze di orario e ne facilita l’uso da parte degli utenti.

dep studio — casa 888

dep studio — casa 888

dep studio — casa 888

dep studio — casa 888

dep studio — casa 888

dep studio — casa 888

dep studio — casa 888

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dep studio — casa 888

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dep studio — casa 888

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dep studio — casa 888

dep studio — casa 888

dep studio — casa 888

dep studio — casa 888


Villaeffe - Salvatore Nigrelli

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Progetto di ristrutturazione di una villa ai margini del centro abitato. La luce come tema principale riempe i volumi interni e ne scandisce i movimenti e le percezioni.

Salvatore Nigrelli — Villaeffe

Salvatore Nigrelli — Villaeffe

Salvatore Nigrelli — Villaeffe

Salvatore Nigrelli — Villaeffe

Salvatore Nigrelli — Villaeffe

Salvatore Nigrelli — Villaeffe

Salvatore Nigrelli — Villaeffe

Salvatore Nigrelli — Villaeffe

Salvatore Nigrelli — Villaeffe

Un Marchio per la Bellezza - Anna Sorano

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La Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron promuove il concorso internazionale per la progettazione del marchio che identi*chi il Complesso costituito dalla Villa e dal Giardino Bardini.

Anna Sorano — Un Marchio per la Bellezza

Logo colori

Anna Sorano — Un Marchio per la Bellezza

Logo b/n

Putteboks - U67, luca moscelli

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The House of Fairytales, born from the combination of the Hans Christian Andersen Museum with the Tinderbox Cultural Centre into one building, deals with the aim of creating a complex experience that discovers infinite possibilities to involve people using either a direct or an indirect way to learn. Rebuilding a timeline of the XIX century helps the project to build a larger framework of knowledge for the visitors. Two way of learning are presented in two different storey.
The ground floor is conceived in a more direct way of learning, it’s the storey of the senses. Each function is contained in a different shape, where the volumes stands out from a common slab a new compact block in the urban fabric, where as in a shaped box toy for children, the “Putteboks”, the contents is revealed only from the inside of the building but everything is accessible and the visitors are totally involved as main actors, playing or acting. This storey is linked to the more superficial level in the comprehension of the Andersen’s works. On the opposite could be read the underground level.
Going down passing through a narrow stair is the first step to start going physically deep to an indirect level of knowledge. It’s no more the senses of the visitors that are stimulated but their intellects. The main room is dedicated to the Andersen’s works and it’s surrounded by a chain of different rooms showing an in-depth research on life and historic issues. Each step of the visitor is a choice and each could build a personal mental map of Andersen. This storey is linked to more deep level of comprehension. Going out from the building, a porch guides the visitor towards the Garden of Fairytales where the definition of a natural buffer that contains a common ground with different room of experience could be found. A green lung of several trees’ essence defines a space as a whole, a Magic Wood, where the inner room is discovered only going through it. Within the 2020 an integrated land use and transport strategy for the city of Odense will be developed. The goal is to make the city become a new leading centre in South Denmark for knowledge and employment. The proposal for the House of Fairytales is rooted in this framework of high transformation of the city keeping moreover a strong vision in the desire to build a coherent connection with the historic city centre. The urban value of this new building has to be considered as a point of departure, define a clear concept able to works with the definition of a new compact block in the urban fabric with a strong identity going beyond the existing fragmented shape and the actual contrast between a frontside towards the streets and a backside towards the Lotze’s Garden.

U67, luca moscelli — Putteboks

In order to achieve this aim the first step is to demolish all the existing building, freeing the ones that have to be preserved as single volumes in the space, and build a new block around following the line of the historic fabric of the plot. The new block will be porous on all the four facing side. From outside this semi-public space is seen as a one-storey height building, a slab with the same scale of the historic urban fabric. Its glazing façade will reflect the high level of permeability where all the flows to or from the historic urban centre and to or from the new development “cityscape” will be channelled. The connection with the underground level of parking; the flows of visitors coming from the tourist bus parking in the east, the one coming from the light rail stops in the south or in the north and the one from the station of Odense situated in the west. It will become a new hub for the city, a buffer that could receive visitors and offer them rest and warm before starting a guided visit inside or simply it could be crossed in every directions by the citizens.

U67, luca moscelli — Putteboks

This spatial filter will work also as a common ground for the inside, service and common facilities like the cafè and the shop will be situated there. The Memorial Hall, the Birthplace of Hans Christian Andersen, the two adjacent Townhouses and the House of Fairytales will have their main access in this space giving an high value to the new building, making it a single attraction of international standing. The single volumes will stand out from the section of this slab as in a shaped box toy for children, the “Putteboks”, revealing their contents only from the inside of the building.

U67, luca moscelli — Putteboks

The House of Fairytales is born from the need of combination of the Hans Christian Andersen Museum with the Tinderbox Cultural Centre into one building. The proposal starts from the dimension and contents of the actual spaces, achieving 6000 sqm adding different layers of knowledge and new occasions to deepen several topics for different age visitors.

U67, luca moscelli — Putteboks

The actual division of the program is divided into 5 main categories: Age, Life, Works, Experience and Facilities. Rebuilding a synoptic timeline of the XIX century the project deeps some of these classes trying to build a larger framework for the visitors, a single and simultaneous narrative showing moments of chronological coincidence, autonomy, influence and convergence. The aim is to achieve a physical structure of information, starting also from the rich database available in internet, making it easily accessible. But also create a complex experience discovering infinite possibilities to involve people using either a direct or indirect way to learn. For this reason the House of Fairytales is physically divided into two storey that are referred to these two different way of learning, with senses or with intellect. It creates the opportunity for multiple paths, manifold interpretations and cross-curatorial exhibits within a single entity.

U67, luca moscelli — Putteboks

The ground floor is conceived in a more direct way of learning, it’s the storey of the sense. To learn the visitor has to react someway. Each function is contained in a different shape, but everything is accessible and the visitors are totally involved as main actors, playing or acting. The Experience category in this storey is enriched and enlarged giving the opportunity to have more space to provide different space for the exhibition of the fairytales in the same time, some space of education where little frontal lesson could be organised and a space where the reading of the Andersen’s texts could be done alone in a silent place detached from the rest. Even his Birthplace, the Memorial Hall and the Nyhavn room could be considered occasion of experience. Everything is taught and learned directly, using different methods where even the new technology could help in this aim. This storey is linked to the more superficial level in the comprehension of the Andersen’s works, it’s mainly directed to the children and highly referred to the interaction between people and physical space.

U67, luca moscelli — Putteboks

On the opposite could be read the underground level. Going under passing throw a narrow stair is a first step to start going physically deep towards others level of knowledge. From the direct experience of the fairytales to an indirect level of knowledge. It’s no more the senses of the visitors that are stimulated but their intellects. Arriving down a dark room receive the visitors only three gardens bring some natural light in the space, and the relation between shadows and lights is physically approached like a path backwards in the Andersen existence. Three category are presented following an hidden timeline.

U67, luca moscelli — Putteboks

The main room is dedicated to the Andersen’ works and it’s surrounded by a chain of different rooms showing an in-depth research in a very intimate way. The Works category is divided into Writings, Drawings and Travel Account, giving a strong importance to his 30 travels around Europe. While in the rooms the Life of Andersen and his Age could be deepen. The Age is presented into Europe and Denmark history, Main historic topic and Inventions and Patents of the XIX century. To build a deep knowledge framework it’s important that the visitors understand the context in which Andersen lived and how he saw the world changing fast. Just to think that the locomotive was invented in his childhood while the first car few years after his death. It’s only the visitors’ curiosity that lead them in entering one of these rooms or crossing all of them in circle. It’s the need of going deeper and deeper in the knowledge process that guided them. Each step is a choice and each visitor could build a personal mental map of Andersen. This storey is linked to a more rich level in the comprehension of the Andersen’s works, it’s mainly directed to the adults but even children could visit it following different path of knowledge.

Going out from the building passing through the buffer, a porch is the physical edge between the indoor and the outdoor space that guides the visitor towards the Garden of Fairytales. From an urban scale this could be considered as a chance to knot together two systems: the north-south new development of the “cityscape” project and the east – west historic urban fabric. The Lotze’s Garden with the new surface of quite 5000 sqm, it’s no more a private secret garden but a public space open to the city. The relation with the House of Fairytales is conceptual, the definition of a buffer that contain a common ground with different room of experience could be found even outdoor. The common buffer is a green lung of several trees’ essence that defines the space as a whole, a Magic Wood, where the inner room is discovered only going through it. The surprise and the unexpected are the main features of this space. The light rail, drawing on the grass, and the bike path crosses the Magic Wood passing through the main room where others shapes could be seen: a pool of water that brings light to the underground corridors surprise the visitor in a game of layering; a podium for some little summer lessons; a sand box for the children; a parking for the bikes and the service entrance to the parking underground.

“[I said] that my text were as much for adults and as for children, who only understood the ornamentation, and only as mature people could they see and sense the whole. Lucky them!”

Fabrizio Fraboni Baroni / journalist - Fabrizio Fraboni Baroni

Fabrizio Fraboni Baroni / journalist - Fabrizio Fraboni Baroni

Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO) - Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin

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Il progetto “Casainsieme” si inserisce nell’insieme di progetti e realizzazioni conosciuto come Microresidenze Assistite Diffuse, elaborato in più tempi per l’area della Bassa Modenese. Nei giorni immediatamente successivi al sisma del Maggio 2012 il gruppo dirigenziale di ASP (Azienda Pubblica di Servizi alla Persona dei Comuni Modenesi Area Nord) costituì un gruppo di lavoro con l’obiettivo di definire i caratteri di un prototipo di Social Housing da proporre per la ricostruzione ai Sindaci del “cratere” quale modello per successive azioni.

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

Schema delle relazioni urbane

I requisiti da perseguire fissati in quella sede ruotavano intorno ad una idea di Welfare capace di alimentarsi dei paradigmi della sostenibilità: un’idea di resilienza a tutto tondo – economica, sociale, procedurale, urbana – con una finalità concreta: realizzare edifici meno costosi e più intelligenti, meno sofisticati ma capaci di elevate prestazioni offerte agli ospiti in termini di comfort. Forse meno lussuosi ma più accoglienti e funzionali: user-friendly.

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

Planivolumetrico

Si è così immaginata la progressiva costruzione di un nuovo patrimonio di edifici per i servizi rispondente alle nuove istanze, la cui ideazione prevedesse fin dalle prime mosse la realizzazione di manufatti edilizi in legno. Le qualità dei sistemi costruttivi in legno sono già da tempo unanimemente riconosciuti in termini di sicurezza sismica e risparmio energetico.

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

Esploso assonometrico

Nel caso della Microresidenza di San Felice il risultato ottenuto è in parte testimoniato dalle prestazioni verificate: l’edifico è ascrivibile alla Classe Energetica “A”, ha un Indice di Prestazione Energetica Globale per riscaldamento ed acqua calda sanitaria 4,64 kWh/mc. anno, le emissioni in atmosfera di CO2 evitate sono pari a 2839 kg CO2/anno. Si tratta di numeri che indicano prestazioni energetiche di elevata qualità ottenute attraverso una accorta miscellanea di dispositivi spaziali, involucri efficienti sia in fase invernale che in fase estiva, soluzioni impiantistiche virtuose.

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

Sezione costruttiva sul patio interno

Per rendere efficacemente operativa la riflessione intorno al Social Housing è utile considerare i grandi cambi socio-demografici di questi ultimi anni, che hanno già delineato nuove domande abitative molto diverse da quelle di cinquant’anni fa, quando la famiglia tradizionale costituita da padre, madre e figli rappresentava il nucleo di convivenza dominante. Si tratta di offrire un panorama abitativo in grado di soddisfare anche le esigenze dei singoli, delle persone divorziate, degli anziani che vivono soli e che esprimono la volontà di continuare a vivere una vita in piena autonomia. Assumere istanze di questo tipo entro il progetto rappresenta per l’architetto un grande stimolo ad innovare gli spazi dell’abitare, e ad immaginare un’articolazione nel layout funzionale della residenza che preveda all’interno della stessa spazi conviviali di uso collettivo stimolanti ed accoglienti per l’incontro, la condivisione e la solidarietà. Sul piano delle soluzioni spaziali proposte si è osservato come in sperimentazioni già condotte in altri contesti si sia espressa la necessità di configurare spazi in grado di garantire alle pratiche dell’abitare differenti gradi di privacy: nel progetto l’organizzazione degli spazi è caratterizzata da una sequenza di ambienti che nell’accostamento dei differenti moduli alloggio generano vere e proprie fasce specializzate di cui è possibile fruire contemporaneamente senza disagi reciproci: 1 – la fascia degli spazi individuali (camere, piccole logge individuali) 2 – la fascia dei servizi condivisi (cucine, lavanderie, servizi igienici) 3- la fascia degli spazi conviviali (spazi per la refezione, per il riposo/soggiorno, per le attività collettive, logge comuni) Il compito di chi deve sostanziare le riflessioni intorno a questi temi è quello di immaginare spazi conformati a caratteristiche di elevato comfort, capaci di risultare assolutamente virtuosi sul piano dei consumi per fornire un contributo sostanziale al risparmio in termini di costo di gestione. Questo può allargare, quanto più possibile, lo spettro dei possibili fruitori.

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

da via Fruttabella

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

fronte Est

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

fronti Sud Est

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

Soggiorno collettivo

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

Angolo multiuso

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

Camera individuale

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

dettaglio Fronte Sud

Mauro Frate, Ludovico Sternini, Simone Visentin — Nuovo nucleo residenziale a bassa assistenza a San Felice sul Panaro (MO)

Fronte Nord ovest

Chioggia Renovatio - Michela Rizzo, Alice Bulgarello, LINDA ALBERTIN, Monica Bondesan, Luisella Zeri

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FINALITA’ DEL PROGETTO: LA TESSITURA E IL TASTO Obiettivo del concorso è il recupero dell’aerea “Reduci” attraverso un percorso capace di rigenerare lo sviluppo urbano e ambientale utile all’intera città di Sottomarina. Importante sarà l’interazione fra le varie componenti sociali: istituzioni, cittadini, autorità. Il nostro obiettivo è rendere il progetto capace di dialogare con il tessuto edilizio esistente e con il contesto circostante, permettendo alla totalità dell’intervento di essere fruibile sia in estate che in inverno attraverso la caratterizzazione stagionale degli elementi. Al fine di redigere il concept ci siamo fatte guidare da tre suggestioni: - L’analisi è partita dall’esame della morfologia di Sottomarina. Siamo rimaste favorevolmente colpite dalla conformazione del tessuto esistente lungo l’area oggetto d’intervento: la lingua di territorio compresa fra viale Cristoforo Colombo e il Lungomare Adriatico è raggiunta da strisce edificate intervallate da porzioni di strada che collegano l’entroterra con il lungomare. Questa alternanza di fasce perpendicolari alla spiaggia ci ha portate immediatamente all’immagine del pianoforte e alla sua forma, costituita da tasti allungati che alternano il bianco al nero. - La zona “Reduci” ha un punto di forza non comune: come si può notare dal fotopiano, in essa non è avvenuta la cementificazione che insiste invece nelle zone appena limitrofe. Il tema delle concessioni demaniali infatti, non ha consentito al privato di acquistare la terra e quindi di edificarvi con garanzie di un ritorno economico. Tale caratteristica, oltre a fornire il plus di una “tabula rasa” su cui operare, ci investe di una notevole responsabilità: intervenire nella maniera meno impattante possibile, lasciando al costruito un margine invasivo nettamente limitato. Abbiamo quindi sentito come “mission” la responsabilità di conservare un waterfront che lasci viaggiare lo sguardo il più possibile perdendosi nel paesaggio marino. - Per quanto riguarda la destinazione d’uso del progetto, la suggestione data dalla documentazione di supporto, riporta: “sabbia fine dalle buone proprietà terapeutiche”. Pertanto è sorta l’idea di poter destinare gli spazi alla ricerca di una specificità d’uso finalizzata a sfruttare le risorse e potenzialità presenti in loco. Ci siamo dunque indirizzate verso l’idea dell’integrazione del parco urbano, richiesto dal bando, con le funzioni del centro benessere sia curativo che turistico. Tale investimento, integrato a spazi per il commercio e la collettività, dovrebbe permettere lo sfruttamento degli spazi con ogni clima e in ogni stagione.

Michela Rizzo, Alice Bulgarello, LINDA ALBERTIN, Monica Bondesan, Luisella Zeri — Chioggia Renovatio

IL MASTERPLAN La suggestione poetica ripresa dall’opera di Gabriele D’Annunzio è necessaria per introdurre il tema che dovrebbe fare da leitmotiv per tutto il progetto: il dinamismo. L’opera, oltre a raccordare il tema marino al contesto in cui ci troviamo a progettare, trasmette subito una scarica di adrenalina dovuta ai versi brevi e dall’immaginario molto movimentato. La poesia immortala un momento di continuo dinamismo; la visione a cui da spazio è animata da un afflato che ricorda il tema principale del concorso: rigenerare uno sviluppo urbano e ambientale utile all’intera città, favorendo nella zona “Reduci” scambi continui, che non siano solo di tipo commerciale, ma anche comunicativo, relazionale, sociale. In dettaglio, gli aspetti progettuali su cui è stata focalizzata l’attenzione sono i seguenti:

Michela Rizzo, Alice Bulgarello, LINDA ALBERTIN, Monica Bondesan, Luisella Zeri — Chioggia Renovatio

RIDEFINIZIONE DEL WATERFRONT Innanzitutto si è intervenuti sulla viabilità principale insistente sulla lingua di terra interessata dal bando di concorso. Abbiamo riproporzionato il Lungomare Adriatico rendendolo un viale destinato al solo traffico pedonale e ciclabile. La destinazione di tipo carraio che vi era prima collocata, è stata spostata sul retro dell’area di nostro interesse, in maniera tangenziale rispetto all’intervento di riqualificazione. Il parco urbano si svilupperà lungo tutta la lingua di terra identificata dal bando: al centro, in maniera longitudinale, è stato collocato un grande viale pedonale che penetra tutto l’intervento. Il parco verrà sistemato in maniera non usuale. Il trattamento destinato alle superfici interessate non prevede dei canonici spazi verdi trattati a verde e poi piantumati. Esso riprenderà infatti il tema delle strisce/tasti di pianoforte, per meglio integrarsi con il tessuto urbano circostante. Le strisce verranno distribuite lungo tutto il lungomare in maniera modulare e verranno trattate principalmente con tre diversi materiali, erba, pavimentazione in pietra o materiale simile e sabbia. Gli spazi verranno arredati con i classici elementi previsti nei luoghi pubblici: panchine, cestini, stalli per la sosta delle biciclette, pensiline. Gli arredi verranno distribuiti in maniera consona e proporzionata alla definizione degli spazi. La scelta dei materiali da collocarsi in corrispondenza delle strisce del parco è stata fatta in maniera mirata al fine di poter definire il progetto in modo univoco all’interno del contesto. La scelta della sabbia come materiale di arredo urbano è finalizzata all’ottica di sinergia di tutti gli elementi che compongono l’area “Reduci”: la spiaggia infatti passa dal bagnasciuga al centro città, permettendo al parco di sfondare idealmente il limite che divide la camminata dalla spiaggia, penetrando fino al mare. Come già specificato tutto il parco viene attraversato longitudinalmente da un unico viale pedonale; trasversalmente invece verranno evidenziati dei passaggi che collegano l’edificato esistente con la spiaggia, ricalcando la viabilità già presente. Anche in questo caso il parco sfonda idealmente i limiti prestabiliti dal bando e attraverso i camminamenti segnati a terra, penetra nel costruito e nel territorio esistente.

Michela Rizzo, Alice Bulgarello, LINDA ALBERTIN, Monica Bondesan, Luisella Zeri — Chioggia Renovatio

NUOVO QUARTIERE RICETTIVO E COMMERCIALE Il Waterfront diventerà quindi un grande parco urbano posto in continuità con la spiaggia. I nuovi edifici in progetto prevedono di inserirsi all’interno di questo impianto in maniera sinergica. Essi rispetteranno infatti nella loro distribuzione il modulo già previsto per le strisce di erba/sabbia/pavimentazione. La commistione di queste tessiture con il disegno edilizio esistente posto ad ovest, permetterà un dialogo continuo fra l’attuale costruito e il pensiero progettuale. La fruibilità dell’intervento in ogni tipo di stagionalitàè resa possibile attraverso la destinazione d’uso identificata. Saranno presenti degli edifici principali, che per dimensioni e funzione si impongono su altri elementi costruiti che costituiscono la totalità dell’intervento. Essi, basandosi sullo sviluppo delle caratteristiche di salubrità delle risorse esistenti, determinano la destinazione d’uso principale dell’area. Le strutture previste sono principalmente due: un edificio destinato a centro benessere, posto in continuità con un secondo elemento da identificarsi in uno spazio ricettivo. Quest’ultimo sarà corredato da auditorium, ristorante e varie sale riunioni. L’ulteriore presenza di questi spazi permetterà di estendere i servizi ricettivi a richieste più congressuali e di sicuro utilizzo durante tutto l’arco dell’anno. A chiudere la camminata e sancire la conclusione del parco, viene collocata nella zona di fondo una piazza il cui utilizzo sarà di tipo prettamente commerciale. Essa si configura come uno slargo entro il quale potrà trovare collocazione la possibilità di un mercato rionale di cadenza settimanale. La struttura, una volta resa funzionale allo scopo, potrà essere utilizzata anche come mercato per manifestazioni a cadenza sporadica. Possiamo pensare alla possibilità del mercatino natalizio, km 0, percorsi enogastronomici, ecc.

Michela Rizzo, Alice Bulgarello, LINDA ALBERTIN, Monica Bondesan, Luisella Zeri — Chioggia Renovatio

PARCO DEL LUNGOMARE: CORRIDOI /PERCORSI CICLOPEDONALI Come già ampiamente dimostrato l’area verde sarà fruibile dalla popolazione residente e dai turisti. Riassumendo, dal punto di vista viabilistico i flussi saranno così suddivisi: - Percorsi carrabili – vengono spostati sul retro dell’area oggetto del bando. La nuova strada avrà dimensioni adatte ai flussi consistenti delle giornate estive. Su questa arteria principale vengono inseriti anche percorsi pedonali e ciclabili protetti. - Percorsi ciclopedonali – vengono valorizzati e inseriti sostanzialmente su tutte le arterie di nuovo inserimento. - Corridoi – verranno sfruttati gli sbocchi esistenti nel tessuto costruito di Sottomarina. Essi verranno prolungati all’interno del parco prendendo le sembianze di attraversamenti trasversali.

Michela Rizzo, Alice Bulgarello, LINDA ALBERTIN, Monica Bondesan, Luisella Zeri — Chioggia Renovatio

GLI EDIFICI: L’ONDA COME SUGGESTIONE. L’immagine dell’onda, ripresa narrativamente attraverso la poesia di Gabriele D’Annunzio, è il tema che più ci ricorda la spinta dinamica e rigenerativa cui il progetto è sottoposto. Diventa anche motivo formale per l’inserimento dei nuovi edifici di progetto. Il mare e il movimento delle onde sono indubbiamente frutto della suggestione data dal contesto entro il quale ci si troviamo a progettare. Il Masterplan assume spessore e volume in corrispondenza delle parti costruite dell’intervento di riqualificazione. Gli edifici quindi, diventano parte integrante del progetto del parco. L’ambito costruito e quello di arredo urbano si mettono l’uno a servizio dell’altro coordinando fra di loro le funzioni specifiche. Riprendendo infatti il tema delle strisce che assumono funzione attraverso il materiale a loro attribuito, anche gli edifici si conformano al contesto circostante. Al centro del Masterplan vengono collocate due costruzioni d’impatto, sia dal punto di vista funzionale che dal punto di vista formale. Esse accoglieranno le già specificate funzioni principali: saranno destinate l’una a centro benessere, l’altra a edificio ricettivo. Gli schemi progettuali, specialmente in sezione, evidenziano la commistione tra gli elementi marini, mentre la distribuzione in pianta si raccorda all’immaginario dato dalla tessitura del luogo. Gli edifici infatti vengono pensati come dei volumi stereometrici destinati ad accogliere le varie funzioni d’utilizzo, declinati poi attraverso l’utilizzo di pensiline curvate come “onde” in continuità con il mare. I volumi degli edifici arretrano e avanzano in maniera affine alla morfologia del luogo, dando origine a spazi che per comodità chiameremo “di risulta” finalizzati ad accogliere parcheggi, luoghi destinati al verde privato, terrazze sospese e ambiti più in generale collegati direttamente agli edifici. Gli spazi “di risulta” verranno coperti, a seconda delle necessità da grandi pensiline di forma ondulata, che declinandosi a seconda delle loro proprietà (copertura, parasole, ombreggiamento), vengono proposte in diversi materiali e configurazioni, tutti finalizzati alla sostenibilità dell’intervento. Essi infatti assumono la forma di onde ma sono in realtà pannelli solari e coperture inerbite. Gli edifici si integrano con le strisce di verde/sabbia/pavimentato attraverso una simile lavorazione dei piazzali d’accesso.

Michela Rizzo, Alice Bulgarello, LINDA ALBERTIN, Monica Bondesan, Luisella Zeri — Chioggia Renovatio

Un ulteriore elemento su cui fare leva, al fine di sfruttare al massimo tutte le stagionalità, è l’insieme di edifici minori che si sviluppano lungo tutto il percorso. Essi si configurano come elementi più bassi rispetto a quelli principali, e collegheranno il lungomare con le altre costruzioni. All’interno di essi verranno collocate indicativamente varie funzioni: bar, zona benessere, spazio per mercatini periodici o più saltuari, zone wi-fi… Questo tipo di destinazioni sono sicuramente utilizzabili in ogni momento dell’anno, diventando così poli attrattori per la comunità. La loro configurazione sarà poco impattante. Indicativamente potrebbero essere caratterizzati da una struttura in muratura, con un volume centrale chiuso su tre lati da una parete trasparente e sulla facciata restante da un tavolato di legno.

Michela Rizzo, Alice Bulgarello, LINDA ALBERTIN, Monica Bondesan, Luisella Zeri — Chioggia Renovatio

Un ulteriore importate edificio viene posto alla testa dell’area di progetto a sancire l’inizio della camminata definendo con carattere il punto nodale di riferimento.

Questo elemento si presenta, e fa leva con le sue caratteristiche, come una pluralità di funzioni: edificio commerciale/turistico, gradinata per il relax, belvedere, piazzale con giochi d’acqua e per finire maestoso portale d’ingresso al parco. Il punto di forza di questo elemento architettonico e urbanistico è la molteplicità: esso si presenta come un maestoso monte-grotta ricoperto d’erba, che nasconde al suo interno numerosi passaggi segreti e insenature. Esso si inserisce attraverso le sue forme sinuose all’interno del resto dell’intervento. Lo scopo dell’edificato è quello di influire in maniera meno impattante possibile sull’attuale profilo paesaggistico. Attraverso il costruito viene quindi determinato lo skyline prospiciente direttamente sul lungomare. Le forme sinuose, la distribuzione finalizzata ad utilizzare tutto lo sviluppo longitudinale e la cura nella ricerca dei materiali, permette di lasciare il profilo prospiciente il lungomare quasi completamente sgombro.


Strutture a vista - Lucio De Luca, Mariarosaria De Luca

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L’area interessata dall’intervento progettuale fa parte di Briano, una frazione di Caserta. Il territorio dell’antico casale, a ridosso dell’attuale oasi del WWF del bosco di San Silvestro, chiuso dal colle di San Leucio, è limitato a sud dalla frazione di Sala e ad ovest dalla vecchia strada regia che conduceva alla colonia leuciana. Si rileva una forma urbana sostanzialmente coincidente con l’edificazione compatta di un grosso isolato triangolare che ha il proprio vertice contro i giardini reali e il proprio lato minore sulla strada di collegamento con Sala. Tale forma trova le proprie ragioni morfologiche nell’antico percorso verso Puccianiello, interrotto dal progetto Vanvitelliano.

Lucio De Luca, Mariarosaria De Luca — Strutture a vista

In una corte interna ad una cortina compatta si trova l’edificio oggetto di ristrutturazione. Nell’intervento progettuale è previsto un recupero di un fatiscente edificio esistente, adibito a stalla e fienile.

Lucio De Luca, Mariarosaria De Luca — Strutture a vista

il sito

In particolare le opere consistono nel cambio di destinazione d’uso, in civile abitazione e in un consolidamento delle strutture murarie e dei solai. I materali usati nel recupero dell’edificio sono stati scelti tra quelli tipici del luogo, con lo scopo di non lasciare tracce dell’intervento di ristrutturazione in quanto e sito contesto urbano antico.

Lucio De Luca, Mariarosaria De Luca — Strutture a vista

prima dell'intervento

Lucio De Luca, Mariarosaria De Luca — Strutture a vista

il progetto

Lucio De Luca, Mariarosaria De Luca — Strutture a vista

dopo l'intervento

Apartment renovation in Casp - Carles Enrich

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This early twentieth century apartment located in the left Eixample of Barcelona, had two rooms facing south-east while the living room has a north-west orientation facing the interior courtyard through a small gallery. The central area of the flat, including the kitchen and two small rooms, was very dark and had a fragmented distribution.

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

The project starts from the desire of the owners to renew the services and facilities (completely outdated) while trying to improve aspects of natural light in the whole flat. Due to the low budget, we proposed to maximize all the existing elements and allocate the main part of the budget to facilities, kitchen and bathroom.

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

In this sense, the whole operation will focus on the central area where a complete renovation is proposed to obtain an empty space. The walls and the suspended ceiling are removed, so the original catalan vault and the brick walls are displayed.

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

A new opening connects the kitchen space with the main room, improving a better lighting and boosting domestic relations of the inhabitants. The new opening is solved with a metal framework that relates to other existing wood joineries.

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

The kitchen and bathroom are conceived as a single piece of furniture which is inserted into the empty space. A fir plywood is used to introduce some warmth to the combined set with white lacquered Dm. The new pieces are solved with a polished concrete pavement. The rest of the apartment’s pavement is restored.

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

The sleeping area was paved with hydraulic tile in good condition, while the living area was curiously paved with a gray terrazzo allegedly from the same era, and not a later addition. We give the same value to both materials. We replace damaged parts of the terrazzo for other pieces we took from the entrance area and we polish the whole pavement.

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Finally we paint the entire apartment in white to improve natural lighting and homogenize the different rooms and surrounding textures.

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Carles Enrich — Apartment renovation in Casp

Pied-à-terre Principality of Monaco 2010 - Federico Cocco

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This small apartment in the Principality of Monaco is mainly used as a working space beside a bigger residential unit. It becomes the ideal place to display a small collection of vintage furniture and objects from the ‘50s and ‘60s. The choice of this furniture represents the passion of the owner for the expression of a high quality craftmanship during those years, with fascinating forms and details and the use of solid valuable woods. The following photo gallery aims to witness this passion.

Federico Cocco — Pied-à-terre Principality of Monaco 2010

Federico Cocco — Pied-à-terre Principality of Monaco 2010

Federico Cocco — Pied-à-terre Principality of Monaco 2010

Federico Cocco — Pied-à-terre Principality of Monaco 2010

Federico Cocco — Pied-à-terre Principality of Monaco 2010

Federico Cocco — Pied-à-terre Principality of Monaco 2010

Federico Cocco — Pied-à-terre Principality of Monaco 2010

Federico Cocco — Pied-à-terre Principality of Monaco 2010

Federico Cocco — Pied-à-terre Principality of Monaco 2010

SS38 spazio commerciale - act _ romegialli

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il progetto ha interessato l’ampliamento di un edificio esistente in fregio alla strada statale SS38 adibito ad uso prevalentemente commerciale con al piano superiore una parte di residenza.

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

L’ampliamento insiste sulla zona sud del lotto. Si è realizzato un importante implemento della superficie commerciale e la realizzazione di una nuova volumetria al piano primo che potrà in futuro trovare destinazione d’uso residenziale o terziaria. Con l’occasione dell’ampliamento si è data nuova configurazione complessiva a tutta la volumetria.

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

Un rivestimento di facciata realizzato in doghe verticali in materiale ricomposto tipo plasticwood, oltre che a fungere da protezione all’isolamento sottostante conferisce all’insieme, parte pre-esistente e nuovo ampliamento, un senso unitario. Le parti di vetrina, nuove e ristrutturate, si sono realizzate mediante l’utilizzo di semplici vetrate isolanti accostate e sigillate, sostenute da profili in carpenteria metallica zincata. Tale modalità di realizzazione delle parti finestrate ha permesso di contenere i costi e unificare e minimizzare i materiali impiegati. Cemento, doghe in legno ricomposto , vetro e acciaio zincato.

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

La scelta dell’utilizzo del legno ricomposto è stata dettata dalla ricerca di un buon compromesso tra risultato architettonico, economicità e durabilità.

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

Al piano superiore, il volume in ampliamento ha configurato tra le parti edificate una grande area a patio protetta dai flussi stradali e dai venti dominanti, ad esclusivo utilizzo della residenza.

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

fabbricato esistente > progetto

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

act _ romegialli — SS38 spazio commerciale

Holiday house - Villasimius Sardinia 2006 - Federico Cocco, Maria Sias

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Semi-detached family holiday house in the south east coast of Sardinia

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

Federico Cocco, Maria Sias — Holiday house - Villasimius Sardinia 2006

General Plan

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