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NUOVA BIBLIOTECA COMUNALE COMUNE DI BRIOSCO - MdL_studio


White House - Gennaro Giaquinto

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Un incontro fra esterno e interno attraverso ampie vetrate che si aprono sullo splendore del paesaggio mediterraneo, tra l’azzurro del mare e del cielo, con l’isola di Capri a sfioro. Questo è in sintesi il progetto della ristrutturazione di questa casa, in piena costiera sorrentina-amalfitana. La casa è una porzione di una villa del XIX secolo, completamente ristrutturata. Il paesaggio esterno è parte integrante del progetto. L’idea che l’interno e l’esterno si fondessero in un’architettura che offrisse un punto di vista privilegiato sul paesaggio, ha condizionato la scelta sia dei materiali da usare, sia delle scelte tecniche come i grandi infissi, ad unica partizione, in modo da ottenere nella zona living dei veri tagli di paesaggio e sia del colore delle pareti che non doveva “invadere” i colori dello spazio circostante.

Gennaro Giaquinto — White House

La scelta, pensata insieme alla committenza, è stata quella di non stravolgere e modificare l’impianto planimetrico originale. Infatti la casa è pensata come spazio che si sviluppa intorno ad uno spazio esterno-interno. L’interno si sviluppa su due piani, entrambi con terrazzi annessi, che dialoga continuamente con lo spazio circostante, offrendo una vista a 180° del paesaggio circostante che degrada lentamente fino al mare

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Missing image

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Gennaro Giaquinto — White House

Nuova Biblioteca del Comune di Briosco - Alessandro Labriola, Giovanni Netti

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Il progetto si inserisce all’interno di un’area verde che, pur non possedendo una destinazione funzionale precisa, si caratterizza naturalmente come punto di aggregazione e di incontro della cittadinanza: una piccola porzione di natura risparmiata al centro dell’abitato e utilizzata come parco giochi e per usi temporanei legati alle attività dell’Associazione Alpini. Non si tratta dunque di uno dei tanti “non luoghi” che caratterizzano le porzioni marginali delle nostre città, ovvero di uno spazio residuale privo di qualità proprie e da riconnettere al tessuto urbano attraverso un intervento di totale riconfigurazione; ci troviamo al contrario di fronte ad un sito dotato di un carattere proprio e di potenzialità inespresse ma chiaramente leggibili. Il nuovo intervento vuole intervenire discretamente in questo contesto, inserendovi la nuova Biblioteca – con tutte le funzioni ad essa collegata – senza cancellare quelle che oggi sono le peculiarità del lotto: un’area verde, articolata su due diverse quote principali, a disposizione della cittadinanza. Non solo dunque una semplice pertinenza della Biblioteca, ma un luogo dove incontrarsi, passeggiare e passare il tempo libero; un luogo dove i bambini possano giocare all’aperto e dove la popolazione possa riunirsi per eventi e spettacoli all’aperto.

Alessandro Labriola, Giovanni Netti — Nuova Biblioteca del Comune di Briosco

Vista fronte principale

L’idea alla base del progetto è quella di ospitare le funzioni legate alla nuova biblioteca comunale all’interno di un edificio ipogeo, dissimulato quanto più possibile all’interno di un parco urbano attrezzato. Per ottenere questo risultato, non è stato necessario realizzare un volume interrato: sfruttando le peculiarità del sito, ed in particolare il salto di quota interno che lo caratterizza, i nuovi spazi sono stati ricavati al di sotto di una grande copertura verde, che si configura come prosecuzione del piano di calpestio a quota + 4,30 mt della parte più alta del lotto. L’intervento si pone dunque come cerniera tra le due quote principali dell’area, consentendo il rapporto tra esse ma al tempo stesso preservandone l’autonomia.

Alessandro Labriola, Giovanni Netti — Nuova Biblioteca del Comune di Briosco

Planivolumetrico di insieme

Gli ambienti della nuova biblioteca si articolano su un unico livello, ad una quota corrispondente a quella della parte bassa del lotto. Lo sviluppo in piano consente un rapporto diretto di tutti gli ambienti principali con l’esterno, oltre a favorire l’accessibilità di tutti gli spazi anche da parte di diversamente abili. Il nuovo volume si addossa a un muro di contenimento in cemento armato posto in corrispondenza del salto di quota tra le due porzioni dell’area. Gli sbancamenti e gli scavi sono ridotti al minimo, dal momento che l’edificio si sviluppa solo a valle di tale muro. Una copertura in cemento armato, ricoperta da un tetto verde, si raccorda alla quota superiore, per sollevarsi verso Ovest in modo tale da favorire l’irraggiamento solare sulla fronte vetrata dell’edificio. La struttura è costituita da una serie di setti in cemento armato, disposti con varie giaciture a sorreggere la copertura e tutti innestati a pettine sul muro di contenimento di fondo. Questo sistema strutturale, lasciato in cemento a vista, definisce le campate in cui sono ricavati gli ambienti interni.

Alessandro Labriola, Giovanni Netti — Nuova Biblioteca del Comune di Briosco

Planimetria

Gli ambienti esterni si presentano come delle “scatole” autonome dalla struttura portante, delimitate da grandi vetrate rivolte verso l’esterno e pareti attrezzate lignee addossate ai setti in cemento. Un controsoffitto, anch’esso ligneo, chiude superiormente tutti gli ambienti interni: l’intercapedine che si viene a determinare tra copertura in cemento e controsoffitto viene sfruttata per consentire il passaggio degli impianti. Questa intercapedine risulta leggibile anche in facciata, dove è parzialmente schermata da sistemi brise soleil in doghe di legno analoghi a quelli che schermano le grandi vetrate. La presenza delle testate dei setti strutturali a vista e l’intercapedine tra controsoffitto degli ambienti interni e copertura in cemento armato accentuano l’immagine di una serie di “scatole lignee” autonome inserite – quasi fossero degli elementi riposti negli scomparti di una libreria – all’interno del partito strutturale. I sistemi frangisole costituiscono l’elemento che riconnette le singole “scatole” tra loro: l’alternanza di porzioni di vetrata parzialmente e interamente schermate definisce una partitura leggibile in filigrana dietro quella data dal passo degli elementi strutturali.

Alessandro Labriola, Giovanni Netti — Nuova Biblioteca del Comune di Briosco

Sezioni

Gli spazi principali sono dunque disposti in maniera paratattica, illuminati dalle grandi vetrate della facciata e in rapporto con le aree verdi esterne. Parallelamente al muro di contenimento di fondo una serie di tramezzi in struttura lignea definiscono una fascia occupata da spazi di servizio e percorsi di distribuzione interni: una sorta di “muro abitato” che, assieme al percorso esterno protetto dall’aggetto della copertura che corre davanti alla facciata vetrata, costituisce l’elemento di connessione tra le varie funzioni ospitate nella biblioteca. Lo sviluppo di questa fascia di spazi di servizio è interrotto soltanto dalla corte interna ricavata in corrispondenza della sala di lettura principale, al fine di migliorare l’illuminazione naturale degli spazi. Una copertura vetrata mobile consente inoltre di utilizzare questa corte come giardino d’inverno e di sfruttarla tanto d’estate quanto d’inverno per porre in essere sistemi di riscaldamento e raffreddamento passivi.

Alessandro Labriola, Giovanni Netti — Nuova Biblioteca del Comune di Briosco

Vista da via Leonardo da Vinci

Nella stagione invernale, le strategie bioclimatiche adottate saranno finalizzate a riscaldare gli ambienti sfruttando fonti energetiche naturali, limitando pertanto il consumo degli impianti. Il riscaldamento passivo sarà conseguito in due modi: per apporto diretto di calore grazie all’irraggiamento solare e per apporto indiretto sfruttando il giardino d’inverno come una serra solare. L’irraggiamento sarà favorito dalla bassa inclinazione dei raggi solari durante la stagione invernale, grazie alla quale essi potranno penetrare all’interno degli ambienti e riscaldarli direttamente. L’utilizzo di superfici scure (ad esempio per i pavimenti) e di elementi con alta capacità di accumulo di calore consentirà di prolungare nel tempo il riscaldamento dovuto all’effetto dei raggi solari. L’utilizzo per le aree esterne di alberi caducifoglie farà sì che d’inverno essi, essendo privi di foglie, ostacoleranno il meno possibile l’irraggiamento solare sulla facciata. Per quel che riguarda il giardino d’inverno, la chiusura della copertura consentirà a questo elemento di comportarsi come una serra solare, accumulando calore che potrà poi scambiare con gli ambienti interni attraverso le pareti perimetrali della corte.

Alessandro Labriola, Giovanni Netti — Nuova Biblioteca del Comune di Briosco

Vista interna area bambini

Nella stagione estiva ci si troverà davanti alla opposta esigenza di ridurre l’accumulo termico all’interno degli ambienti e di raffrescarli naturalmente, riducendo il ricorso a sistemi di condizionamento. L’aggetto della copertura, i sistemi brise soleil e le chiome degli alberi consentiranno di ombreggiare le facciate e proteggerle dall’irraggiamento solare diretto, che peraltro avverrà con raggi maggiormente inclinati. La parziale apertura della copertura del giardino d’inverno consentirà invece di espellere l’aria calda che vi si formerà, risucchiando al contempo aria fresca dall’interno degli ambienti: si creerà dunque un effetto a “camino solare” che consentirà di ventilare e raffrescare gli ambienti senza utilizzare sistemi di ventilazione meccanizzati.

Alessandro Labriola, Giovanni Netti — Nuova Biblioteca del Comune di Briosco

Sezioni bioclimatiche

Alessandro Labriola, Giovanni Netti — Nuova Biblioteca del Comune di Briosco

Vista Corte Interna

Alessandro Labriola, Giovanni Netti — Nuova Biblioteca del Comune di Briosco

Vista interna sala lettura

Alessandro Labriola, Giovanni Netti — Nuova Biblioteca del Comune di Briosco

Vista dal tetto giardino

Complesso residenziale Olgiate Comasco - Fabio Bianchi Architetto

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Lavori di realizzazione di un complesso residenziale composto da n. 18 unità immobiliari e n. 3 ville singole oltre a n. 18 autorimesse.

Fabio Bianchi Architetto — Complesso residenziale Olgiate Comasco

Fabio Bianchi Architetto — Complesso residenziale Olgiate Comasco

Fabio Bianchi Architetto — Complesso residenziale Olgiate Comasco

Fabio Bianchi Architetto — Complesso residenziale Olgiate Comasco

Fabio Bianchi Architetto — Complesso residenziale Olgiate Comasco

Fabio Bianchi Architetto — Complesso residenziale Olgiate Comasco

Fabio Bianchi Architetto — Complesso residenziale Olgiate Comasco

Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante - SMN studio di architettura G.L. Sylos Labini e Partners, Claudia Mancini, Leonardo Visceglie, Germana Genchi, Arianna Ferrara, Gian Luigi Sylos Labini, Monica Alejandra Mellace

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1.0 Premessa La fiera del levante, dal 6 settembre 1930, giorno della sua inaugurazione, è stata motore di sviluppo e di internazionalizzazione per la città di Bari e per la Regione Puglia. Dai primi passi nei primissimi anni, quando si trattava di un’esposizione campionaria, sono trascorsi alcuni decenni e l’attività espositiva si è via via trasformata, soprattutto dopo gli ani ’70, in una serie di eventi specializzati. Pur adeguando organizzazione e strutture alle sempre nuove esigenze del settore, la rilevanza economica del “Sistema Fiera” non consente alla stessa di essere un semplice fornitore di spazi attrezzati. La concorrenza nazionale ed internazionale, l’esigenza di contenimento dei costi e di continuo ammodernamento, determinano la necessità di trasformazione della struttura in un sistema allargato di servizi urbani, regionali, nazionali ed internazionali, così come già compiuto in altri contesti ed in fase di programmazione per la fiera barese. Pertanto la proposta di concorso, che ha necessità di promuovere il soddisfacimento di una pluralità di esigenze strategiche che spaziano dall’assetto planovolumetrico, alla qualificazione architettonica, al rinnovamento funzionale, organizzativo e gestionale dell’ambito interessato. Insediare una pluralità di servizi permanenti per la città, l’hinterland e per il sistema fiera, in un contesto consolidato ed in fase di trasformazione, impone di operare scelte integrate altamente qualitative e tali da rendere il nuovo polo fortemente attrattivo ogni giorno dell’anno, oltre che compatibile con lo svolgimento degli eventi fieristici. Risulta di conseguenza necessario programmare il rinnovamento architettonico del quadrilatero insieme ad una maggiore qualificazione ambientale del contesto interno relativo, anche soltanto attraverso leggeri ma efficaci interventi di sistemazioni di viabilità e restyling di facciate, inficiate da adeguamenti impiantistici, di sicurezza e di altra varia natura. L’obiettivo è la costruzione di un “Ambiente Fiera” adeguato ad un consumo quotidiano qualificato ed altamente polarizzante e performante, non soltanto nei periodi dedicati alle manifestazioni.

SMN studio di architettura G.L. Sylos Labini e Partners, Claudia Mancini, Leonardo Visceglie, Germana Genchi, Arianna Ferrara, Gian Luigi Sylos Labini, Monica Alejandra Mellace — Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante

tavola 1 - concept di progetto

2.0 Concept di Progetto Il Concept è stato sviluppato individuando, nell’insieme delle necessità da soddisfare, alcune invariabili essenziali ritenute indispensabili ai fini dell’elaborazione di una proposta qualificata rispondente agli obiettivi del bando. In particolare si è ritenuto di strutturare il progetto operando le scelte fondamentali in relazione ai seguenti temi: 1 storia ed evoluzione dei luoghi 2 qualificazione architettonica dell’ambito e del contesto 3 integrazione funzionale tra spazi esterni ed attività insediabili 4 flessibilità d’uso dei nuovi contenitori 5 tecnologie a servizio di un assetto integralmente sostenibile 6 architettura e comunicazione

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tavola 2

2.1 Storia ed evoluzione dei luoghi Il concept di progetto ha assunto la conservazione dell’assetto planimetrico del quadrilatero come elemento fondante della proposta, riconoscendo allo stesso un valore storico di impianto legato indissolutamente alla parte monumentale del complesso fieristico. Il quadrilatero ha da sempre avuto un ruolo centrale di accoglienza per le caratteristiche originarie di giardino all’italiana, luogo di sosta e di ristoro nel verde hanno accolto l’insediamento di padiglioni di rappresentanza istituzionale ed attività varie di eccellenza, sempre confermando la centralità del luogo ed in particolare, la sua connotazione di spazio di decompressione dei flussi di visitatori fieristici. Il concept conferma pertanto, la vocazione strategica del quartiere del quadrilatero e ne rilancia il ruolo proponendo per lo stesso un aggiornamento contemporaneo basato sulla conservazione dei tracciati e delle funzioni storicamente consolidate.

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tavola 3

2.2 Qualificazione architettonica dell’ambito e del contesto La realizzazione di una cittadella aperta destinata all’insediamento di attività permanenti comporta una pluralità di scelte quasi tutte connesse, necessaria a rendere il luogo fortemente attrattivo. Anche la qualità architettonica, soprattutto in ambiente fieristico, è fonte di attrattività se, in particolar modo, supportata da scelte di sostenibilità ed innovazione tecnologica. Il concept prevede proprio in relazione alla integrale sostenibilità, flessibilità ed adattabilità del complesso architetture improntate all’eleganza, alla leggerezza ed alla trasparenza. -l’eleganza sottrae il superfluo -la leggerezza sospende il volume -la trasparenza contempla la continua permeabilità Ovviamente l’innovazione tecnologica finalizzata alla integrale sostenibilitàè il cardine di queste scelte progettuali che hanno un senso se consentono standard elevati relativamente ai seguenti temi: -accessibilità, adattabilità e flessibilità -ventilazione naturale, servizi, confort generico -utilities comuni e contenimento dei costi Di cui si dirà più dettagliatamente in seguito.

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tavola 4

2.3 Integrazione funzionale tra spazi esterni ed attività insediabili Tra gli obiettivi prioritari di progetto il concept ha individuato una serie di necessità legate alla presenza e fruizione di spazi esterni attrezzati nell’ambito del quadrilatero. In particolare è emersa l’esigenza di confermare, connettere e possibilmente implementare le superfici a verde, con funzione di ambiti di sosta e di relazione, integrandole strettamente con l’impianto dei padiglioni e con il tracciato viario del quadrilatero. Procedendo per sottrazione nelle impronte degli edifici, si è ipotizzata la previsione di corti interne più o meno profonde, aperte sull’anello centrale e dotate di affacci vetrati sul perimetro degli edifici. Il concept prevede che alcuni dei volumi di primo livello dei padiglioni si protendano aggettanti sulle aree verdi, creando degli ambiti di sosta protetti dal sole e dalla pioggia, eventualmente attrezzati e dotati di illuminazione scenografica che consenta di risaltarne la leggerezza. Molti dei volumi saranno vetrati sebbene parzialmente schermati ai fini della sostenibilità, con l’intento di esaltare la permeabilità degli spazi interni ed esterni.

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tavola 5

2.4 Flessibilità d’uso dei Padiglioni Ulteriore elemento basilare degli obiettivi progettuali è quello di dotare i nuovi contenitori di una capacità facile di adattamento a diverse esigenze funzionali. La macchina architettonica dovrà dunque essere costituita da strutture leggere, minimamente invasive, perfettamente integrate con i sistemi impiantistici e tale da contenere superfici flessibili e facilmente adattabili. Il concept prevede inoltre una forte adattabilità anche della pelle degli edifici in modo da coniugare le esigenze di sostenibilità (schermature solari ecc) con quelle di comunicazione eventualmente interattiva, tipica dell’ambiente fieristico.

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VISTA PIAZZALE ROMA

2.5 Tecnologie a servizio di un assetto integralmente sostenibile La nuova vocazione contemporanea del quadrilatero non può che essere orientata ad una forte sostenibilità, attraverso l’utilizzo delle conoscenze più avanzate applicabili su questo tema. La sostenibilità architettonica è una filosofia di progetto, che prevede il minor consumo di territorio e risorse naturali, l’ottimizzazione degli aspetti climatici, l’uso di energie rinnovabili, di materiali compatibili ed una adattabilità del costruito alla variabilità delle esigenze future. Il concept a partire dall’impostazione progettuale, elaborata secondo i criteri succitati, prevede l’utilizzo di tutte le tecnologie impiegabili per dotare il nuovo comparto della massima sostenibilità.

SMN studio di architettura G.L. Sylos Labini e Partners, Claudia Mancini, Leonardo Visceglie, Germana Genchi, Arianna Ferrara, Gian Luigi Sylos Labini, Monica Alejandra Mellace — Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante

VISTA LUNGO VIALE PISA

2.6 Architettura e comunicazione Dall’analisi preliminare di progetto, è emersa l’opportunità di dotare le facciate degli edifici di una certa capacità di comunicazione, che potrebbe rivelarsi molto utile in occasione degli eventi fieristici per aggiungere attrattività. Si è pertanto ipotizzato di prevedere facciate adattabili e predisposte a questo uso per i nuovi contenitori, ed eventualmente schermature leggere interattive per adeguare i prospetti degli edifici esistenti nel perimetro dell’ambito interessato. 3.0 La proposta di progetto La proposta progettuale è stata elaborata e strutturata in base agli elementi fondanti ed agli obiettivi individuati dal concept. Si è pertanto confermato l’assetto planimetrico del quadrilatero storico, comprensivo dell’attuale struttura viaria, della forma degli isolati e della fontana monumentale centrale. È prevista anche la conservazione delle alberature in buono stato e l’abbattimento, o eventualmente lo spostamento di quelle in cattivo stato o in qualche modo incoerenti rispetto al nuovo assetto volumetrico dei padiglioni. Al fine di connotare con una forte e nuova qualificazione architettonica, funzionale e tecnologica la cittadella dei servizi permanenti in progetto, si è optato per la demolizione e ricostruzione di tutti i manufatti sostituiti. Questa scelta , seppur in qualche modo più onerosa nella fase iniziale, consente di rendere molto più attrattivo l’intero ambito, contribuendo al rilancio dell’attività fieristica in generale. La proposta, come già accennato nella descrizione del concept, prevede una decisa identità architettonica d’insieme, pur nella varia articolazione e caratterizzazione dei volumi dei singoli padiglioni. In particolare , il previsto utilizzo di facciate interattive, permetterà allestimenti prospettici diversificati, con possibilità di continua modificazione da sfruttare utilmente durante le manifestazioni fieristiche per comunicazioni di ogni tipo. La cittadella apparirà in tal modo sempre variabile ed interessante, e i suoi fruitori godranno di un’ambientazione dinamica in grado di fornire comunicazioni legate sia alle attività insediate che agli eventi in programmazione, come pure suggestioni legate all’ambiente, al variare delle stagioni, all’arte ed alla cultura in generale. Nel segno dell’eleganza , della leggerezza e della trasparenza si propongono contenitori flessibili e permeabili, dotati di una marcata integrazione con gli spazi esterni concepiti come una prosecuzione degli spazi interni e a questi integralmente correlati. In relazione alle diverse attività insediabili si è data una indicazione di massima di organizzazione funzionale generale prevedendo n. 6 padiglioni polifunzionali: 1 edificio per sedi istituzionali ed internazionali di rappresentanza ( 1763 mq) 2 edificio espositivo per mostre, eventi, esposizioni (2798 mq) 3 edificio per attività educative, divulgative, formative (2798 mq) 4 edificio per la valorizzazione delle produzioni locali, mostre mercato servizi per la promozione del commercio internazionale e degli scambi (967 mq) 5 edificio per attività cinematografiche, teatrali, televisive editoriali e della comunicazione (2446 mq) 6 edificio per biblioteca – mediateca (3220 mq) Al fine di favorire l’insediamento di attività anche diverse da quelle previste e con queste integrabili, per ogni padiglione si prevedono le seguenti dotazioni e caratteristiche: -centrali impiantistiche e depositi interrati adeguatamente dimensionati -blocchi servizi e scale tali da garantire ogni necessità in relazione agli aspetti igienici e di sicurezza -distribuzione interna adattabile e configurabile per diversi assetti -possibilità di utilizzare il livello terra occasionalmente per usi differenti -impianti ad alta tecnologia per il confort ambientale ed illuminotecnico, alimentati da fonti di energia rinnovabili Al riguardo, in particolare, per tutte le coperture degli edifici, è prevista l’installazione di sistemi fotovoltaici integrati per la produzione di energia elettrica per la quasi totalità del fabbisogno corrente. Inoltre, avendo basato la progettazione sui principi della sostenibilità, è prevista l’installazione di tetti verdi di semplice manutenibilità, schermature solari, ventilazione naturale, infissi ad alto rendimento termico e tutto quanto necessario a garantire il massimo confort con costi di gestione e manutenzione contenuti. La struttura dei padiglioni, con esclusione delle fondazioni e dei locali interrati, è prevista in acciaio, anche al fine di ottenere ingombri ridotti, un elevato livello di precisione nell’esecuzione ed una realizzazione celere. Ciò permette inoltre di prevedere in fase di progettazione la completa integrazione fra struttura ed impianti, e la possibilità di preparare in officina elementi strutturali già predisposti per il transito delle tubazioni. Si riportano infine alcuni dati metrici di progetto necessari alla verifica delle prescrizioni riportate nel bando: -superficie di cui è prevista la demolizione 6785,83 mq -superficie isolati interessati dal progetto 14502,00 mq -superficie di impronta dei padiglioni di progetto 6590 mq < 6785,83 -superficie a verde 3768 mq > 10%14502 = 1450 mq -h max 9 m -volumetria di progetto 63590 mc > 61065 mc (volumetria esistente) In relazione agli aspetti economici di progetto, il limite , seppure non prescrittivo indicato dal bando, appare alquanto sottostimato, soprattutto in relazione alla tipologia di edifici richiesta. Si riporta in allegato un’accurata previsione di spesa elaborata con prezzi di Listino Regione Puglia e compatibile con la qualità degli standard architettonici definiti dal programma di intervento. Si precisa inoltre che proprio in relazione all’entità delle risorse disponibili ed alla necessità di individuare concretamente le attività permanenti insediabili, la proposta di concorso è stata articolata in lotti coordinati ma esecutivamente indipendenti.

SMN studio di architettura G.L. Sylos Labini e Partners, Claudia Mancini, Leonardo Visceglie, Germana Genchi, Arianna Ferrara, Gian Luigi Sylos Labini, Monica Alejandra Mellace — Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante

VISTA DEL PADIGLIONE ESPOSITIVO

SMN studio di architettura G.L. Sylos Labini e Partners, Claudia Mancini, Leonardo Visceglie, Germana Genchi, Arianna Ferrara, Gian Luigi Sylos Labini, Monica Alejandra Mellace — Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante

VISTA LUNGO VIALE MEDITERRANEO

SMN studio di architettura G.L. Sylos Labini e Partners, Claudia Mancini, Leonardo Visceglie, Germana Genchi, Arianna Ferrara, Gian Luigi Sylos Labini, Monica Alejandra Mellace — Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante

PROSPETTO DEI PADIGLIONI 1 E 2 LUNGO VIALE MEDITERRANEO

SMN studio di architettura G.L. Sylos Labini e Partners, Claudia Mancini, Leonardo Visceglie, Germana Genchi, Arianna Ferrara, Gian Luigi Sylos Labini, Monica Alejandra Mellace — Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante

SEZIONE AA'

SMN studio di architettura G.L. Sylos Labini e Partners, Claudia Mancini, Leonardo Visceglie, Germana Genchi, Arianna Ferrara, Gian Luigi Sylos Labini, Monica Alejandra Mellace — Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante

PROSPETTO PADIGLIONE 6 LUNGO VIALE TIRRENO

SMN studio di architettura G.L. Sylos Labini e Partners, Claudia Mancini, Leonardo Visceglie, Germana Genchi, Arianna Ferrara, Gian Luigi Sylos Labini, Monica Alejandra Mellace — Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante

PROSPETTO PADIGLIONE 3 LUNGO VIALE ADRIATICO

HOUSE R04.13 - Passaro Giuseppe

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Questo progetto rappresenta la volontà del commettente: una casa semplice, a basso impatto paesaggistico, strutturata per accogliere la propria famiglia e la propria attività lavorativa, che necessita di un accesso indipendente ed un’atmosfera tranquilla che favorisca la concentrazione. L’edificio è distribuito su due livelli, dove il piano interrato accoglie la zona notte, i servizi e l’area lavoro professionale mentre il piano terra contiene la zona giorno con il box auto. La struttura, rispetto ai venti locali, è disposta in modo da ottenere un ricambio d’aria naturale, mentre in relazione al sole, è orientata lungo l’asse est-ovest con molte superfici vetrate a sud e gran parte delle pareti piene a nord. Per quanto riguarda l’aspetto climatico, a fronte d’inverni brevi e non molto rigidi, la scelta progettuale è ricaduta in primo luogo sulla difesa dal caldo. La filosofia di lavoro per i consumi energetici è stata quella di raggiungere la temperatura ideale, estate-inverno, senza l’ausilio di un impianto attivo, o ridurlo quasi al minimo. Le aree interrate, destinate al riposo e al lavoro, sono un “bunker” con finestre enormi che consentono di godere degli spazi esterni in assoluta riservatezza. Il piano terra è studiato per viverlo come un unico ambiente, articolato ma senza barriere. “Open space”è l’elemento generatore di ogni disegno dell’edificio, si ripete con spazi vuoti e pieni, aperti e chiusi, collegati dal filo conduttore della vita quotidiana, e presenti sia all’interno della residenza con doppi volumi sequenziali (importanti per il mantenimento di un clima salubre) sia all’esterno della fabbrica con cavedi, portici, giardini e posti auto privati, privi di recinzione, direttamente connessi alla viabilità pubblica. Il progetto non ha come cliche una fonte d’ispirazione grafica, è basato sulle esigenze del committente, recepisce come principio l’inserimento nel contesto locale e vuole imporre come regola base la “costruzione corretta”, non solo dal punto di vista statico e normativo, ma cercando di modellare gli spazi che sono stati richiesti privilegiando la qualità della vita, fatta anche di sensazioni, emozioni, intimità e … fantasia, perchè l’uomo deve avere l’opportunità di sognare.

Passaro Giuseppe — HOUSE R04.13

Passaro Giuseppe — HOUSE R04.13

Passaro Giuseppe — HOUSE R04.13

Passaro Giuseppe — HOUSE R04.13

Passaro Giuseppe — HOUSE R04.13

Passaro Giuseppe — HOUSE R04.13

Passaro Giuseppe — HOUSE R04.13

Passaro Giuseppe — HOUSE R04.13

Passaro Giuseppe — HOUSE R04.13

Passaro Giuseppe — HOUSE R04.13

Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica" - Sergio Monfrini

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Oggetto del concorso è la RIQUALIFICAZIONE ARCHITETTONICA-AMBIENTALE DI PIAZZA MUNICIPIO, ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DI UNA FONTANA ARTISTICA. L’intervento si propone di recuperare piazza Municipio, situata nel centro storico di Pomigliano d’Arco e racchiusa tra via Vittorio Emanuele a ovest, via Libertà e Palazzo Baronale a est, palazzo del Municipio e Chiesa del Carmine a sud e edifici residenziali posti ad angolo a nord. La soluzione progettuale proposta è fondata sull’unione e commistione dei punti di forza strutturali presenti nell’area interessata oggetto dell’intervento. Via Vittorio Emanuele e via Libertà si offrono spontaneamente come linee guida per la creazione di un centro focale mancante atto a rigenerare il senso dello spazio lasciato in balìa del corso degli eventi e della naturale evoluzione dell’ambiente circostante. L’idea base del progetto è quella di deformare, trascinare e unire questi due segni forti nella città, fino a farli incontrare in un unico punto, dando vita ad un nuovo baricentro spaziale. Palazzo Baronale, Palazzo del Municipio e la Chiesa del Carmine concorrono prepotentemente a definire e a regolare questa nuova ragione d’essere.

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Render piazza

Le linee generate dalla deformazione delle vie vengono tradotte in segni curvi sulla pavimentazione, realizzati con materia prima naturale di colore rosa (pietra rosa di Prun), in netto contrasto visivo con il materiale esistente di colore grigio piombo. Questi nuovi segni nello spazio vengono rafforzati da linee di luce a terra (fasce led incassate a pavimento), apprezzabili sia di notte che di giorno, che definiscono e rafforzano ulteriormente il senso di percorrenza e di attraversamento longitudinale della piazza. Così come via Vittorio Emanuele e via Libertà si offrono per creare un punto di incontro, così Palazzo del Municipio, la Chiesa del Carmine e Palazzo Baronale si prestano per essere osservati e ammirati dal cittadino, definendo la posizione e l’orientamento delle nuove sedute in calcestruzzo verniciate bianco, disposte perpendicolarmente alla dimensione maggiore di Piazza Municipio. L’incrocio di tali linee guida genera, inoltre, due elementi non presenti finora nell’area oggetto di intervento: spazi verdi con zolle erbose riportate elevati rispetto al piano della piazza, apprezzabili da ogni punto della stessa.

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Schemi grafici

Ritornando al concetto di punto focale della nuova piazza ecco generarsi, dall’unione di linee curve e linee diritte, l’elemento oggetto di questo concorso di idee: la fontana artistica.

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Schemi grafici

La fontana si presenta come una piastra sopraelevata rivestita in pietra rosa di Prun, dotata di un sistema di contenitori ad incasso che permettono l’alloggiamento di ugelli a scomparsa e che consentono la raccolta e successivo recupero/scarico dell’acqua utilizzata.

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Schemi grafici

Tale soluzione è altresì dotata di faretti led ad incasso e di un sistema di modulazione/regolazione dei getti d’acqua. Tali getti in tutto sono ventuno, di cui dieci più nove disposti su due linee curve di raccordo appartenenti al disegno architettonico di arredo della piazza e due, con portata maggiore, posti al centro della fontana stessa. La completezza del progetto proposto viene raggiunta con il posizionamento della vegetazione in vasi di vetroresina colore bianco appoggiati direttamente sulla pavimentazione della piazza. L’essenza scelta è la Lagerstroemia Indica, un arbusto sempreverde di medie dimensioni che presenta una fioritura di colore rosa o bianco da luglio a settembre.

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Vista dall'alto

L’intento principale del progetto è quello di intervenire sull’esistente nel modo meno invasivo possibile, per evitare sconvolgimenti sul territorio o una riduzione del senso di appartenenza del cittadino a tale luogo. In questo senso ci si è orientati sia verso la conservazione della pavimentazione esistente, intervenendo solo ove necessario, in corrispondenza delle nuove fasce curve di pietra rosa e di illuminazione led, sia nel non proporre una soluzione che prevedesse carichi visivi imponenti per quanto riguarda l’aspetto formale vero e proprio della fontana.

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Vista 1

Anche per quanto riguarda i sistemi di illuminazione si è scelto una tecnologia basata sulla luce led, nello specifico di colore bianco, particolarmente valida dal punto di vista della elevata efficienza luminosa rispetto ai ridottissimi consumi di energia elettrica. Determinanti risultano essere la qualità della luce emessa, priva di componenti IR e UV, nonché la versatilità di utilizzo e installazione.

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Vista 2

L’obiettivo è di fornire una decisa identità visiva ai luoghi e incentivare la predisposizione da parte della cittadinanza al suo utilizzo. Si intende perciò ridisegnare questo luogo come spazio pubblico collettivo partendo dalla creazione di percezioni positive. Il punto centrale della piazza, la fontana, rivestirà il ruolo scenografico e ludico fondamentale del progetto. Questo grazie ai giochi d’acqua, al fragore dei getti e all’assenza della vasca in superficie che ne consente un duplice utilizzo, sia come fontana vera e propria, sia come area calpestabile adatta al gioco e al relax. Qualora si presentasse la necessità di utilizzare la piazza nella sua totalità spaziale (manifestazioni pubbliche o feste di paese) i getti d’acqua potranno essere spenti e rendere completamente calpestabile e utilizzabile il piano della fontana. Potranno inoltre essere installate, con le dovute cautele e protezioni per la fontana, strutture quali palchi o gazebo provvisori sopra la stessa. Lo spazio pubblico disponibile per la collettività rimane quindi l’esigenza fondamentale orientata alle necessità, garantito anche dal fatto di aver collocato in vaso la vegetazione aggiunta, dando la possibilità quindi di poterla movimentare in base alle necessità occorse, addirittura in strutture specifiche del comune al di fuori della piazza. Le due isole verdi emergono sul livello della piazza, creando una piacevole sensazione di avvolgimento e una confidente sensazione di protezione ambientale. Le panchine, disposte frontalmente rispetto gli edifici confinanti la piazza, determineranno spazi specifici e momenti di aggregazione della cittadinanza, sia di giorno che nelle ore serali, grazie alla gradevole illuminazione distribuita uniformemente su tutta l’area, stimolando l’apprezzamento e la contemplazione del patrimonio artistico presente nelle aree di confine e antistanti (Chiesa del Carmine e Palazzo Baronale). Il gioco delle luci, delle ombre, della vegetazione, dei percorsi e dell’illuminazione a pavimento consentirà una scenografia di colori e di sensazioni variegate di sicuro effetto durante tutto l’arco della giornata e dell’anno, che doneranno alla piazza le caratteristiche di un luogo forte, deciso e funzionale, perfettamente inserito nella tessitura urbana esistente.

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Viste 3-4

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Tavola 1

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Tavola 2

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Tavola 3

Sergio Monfrini — Concorso di Idee "Riqualificazione architettonica-ambientale di Piazza Municipio attraverso la realizzazione di una fontana artistica"

Tavola 4

The Father's House - Mostafa MOVAHEDINIA


Graduation Project Thesis - Mostafa MOVAHEDINIA

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L’intervento oggetto del presente lavoro è stato attuato all’interno del Parco Matematico di Kerman. Questo presentava, nella parte occidentale, tra la Biblioteca Nazionale e la Ghiacciaia, due edifici di scarso interesse architettonico che si è deciso di demolire, e nella parte orientale una serie di edifici dismessi. Si è dunque proceduto con la riqualificazione dell’area demolita e con la progettazione di un’Accademia dell’arte nell’area dismessa.

Mostafa MOVAHEDINIA —  Graduation Project Thesis

Mostafa MOVAHEDINIA —  Graduation Project Thesis

Rural House Refurbishment - Nuno Graça Moura

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The aim of the project is the renovation of ruined rural constructions, which are to be adapted for hotel facilities in Vidago. The constructions are a rural house and its warehouse on the ground floor, winery, barn and other farmers buildings. On the outside we envisage to keep the existing image and to “rediscover” it where it had been badly changed. The interior of the house is transformed into social areas with a small kitchen and toilets. The remaining spaces keep their approximate previous shape.  Every detail is new, but based on the previously existing ones.

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

General view

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Patio

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

General view

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

North facade

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

West view

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Porch

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Porch

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Porch

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Kitchen

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

General Plan

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Demolitions and new constructions plan

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Plan

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

South elevation

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

West elevation

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

North elevation

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

East elevation (patio)

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

East elevation (porch)

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Porch section

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Exterior doors details

Nuno Graça Moura — Rural House Refurbishment

Interior doors details

1° Design Award "Accendi la tua Idea" di Riva 1920 - Stefania Redondi, Fabio D'Antico, SONIA PRINCIOTTO, Vincenzo Pazzi

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Attaccabottone, termine idiomatico proveniente dal classico modo di dire “attaccar bottone” ossia, iniziare un discorso, tentare un approccio, è l’ironico nome assegnato al manufatto per esprimere il concept.

Stefania Redondi, Fabio D'Antico, SONIA PRINCIOTTO, Vincenzo Pazzi — 1° Design Award "Accendi la tua Idea" di Riva 1920

Il tavolo presenta una forma semplice e lineare composta da top e base circolari, richiamo di bottone e contro-bottone, collegati tra loro da una singola gamba centrale.

Stefania Redondi, Fabio D'Antico, SONIA PRINCIOTTO, Vincenzo Pazzi — 1° Design Award "Accendi la tua Idea" di Riva 1920

Il tavolo è previsto in due varianti, la prima più elegante in essenza noce canaletto con elemento decorativo in acciaio satinato, la seconda più briosa in essenza acero con elemento decorativo in acciaio verniciato “rosso traffico”.

Stefania Redondi, Fabio D'Antico, SONIA PRINCIOTTO, Vincenzo Pazzi — 1° Design Award "Accendi la tua Idea" di Riva 1920

Render by Vincenzo Pazzi

L’idea si svela nella reinterpretazione ironica di due riconosciute tipicità dello stile italiano: la moda e il convivio. La moda, rappresentata dal bottone e dal filo si incontra con il concetto del convivio tipico dello stare insieme intorno a un tavolo.

Stefania Redondi, Fabio D'Antico, SONIA PRINCIOTTO, Vincenzo Pazzi — 1° Design Award "Accendi la tua Idea" di Riva 1920

Render by Vincenzo Pazzi

Case BOT 264 - Nicola Gennaro

Residenze CAP 13 - Nicola Gennaro, Valentino Narduolo

Ristrutturazione Palazzo PMU - Nicola Gennaro

Ammodernamento Palazzo PGM - Nicola Gennaro


Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità - Adriana Pidalà, Emilio Vitale

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La realizzazione di un nuovo complesso parrocchiale è sicuramente un importante momento, là dove si pone la pietra per una nuovo Tempio di Dio, “ visibile profezia dell’ universo redento riportato alla bellezza e all’ integrità”, testimonianza della parola di Dio. Tra l’altro in una piccola comunità, come quella di Santa Maria La Carità, essa aumenta esponenzialmente la sua forza di guida teologica e culturale diventando al contempo occasione di rigenerazione architettonica, urbana, e infine sociale. La Chiesa, unitamente al campanile, per localizzazione, conformazione, altezza ed eccezionalità architettonica, dovrà dominare e guidare lo spazio urbano del complesso parrocchiale, della piazza e dell’intera comunità, diventando land marker urbano, così come storicamente da sempre avviene in tutti, piccoli o grandi, centri urbani. L’assioma assunto dal progetto è quello di distinguere chiaramente il contenitore “Chiesa” da tutte le altre attività extra liturgiche , muovendosi all’interno di un equilibrato rapporto tra linguaggi opposti: quello organico, armonioso ed “eccezionale” della Chiesa e quello razionalista, lineare e mimetico degli altri involucri edilizi.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

La conformazione della Chiesa ha una precisa genesi di progetto nell’ l’iconografia della Madonna del Carmine, a cui il complesso parrocchiale sarà dedicato, esplicitazione formale della devozione Mariana particolarmente sentita dalla comunità: curvilinea sia in pianta che in alzato, assume forme armoniose, che bene esprimono il calore e l’accoglienza, il grembo materno della Chiesa che accoglie in se il popolo dei fedeli.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

La Chiesa, in analogia con il suo ruolo di guida teologica e culturale, diventa quindi cardine dell’impianto.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Essa“ orienta e organizza” gli spazi esterni:
  • l’orto urbano, al confine ovest, testimonianza della natura agricola dei luoghi;
  • la piazza, pensata come una sorta di cavea delimitata su due lati da una sistemazione gradinata, impostata su una quota più bassa rispetto al complesso parrocchiale;
  • il sagrato, cerniera tra Aula liturgica e Piazza;
  • il portico, a Nord, sistemma connettivo coperto che collega fisicamente in un “unicum” le varie funzioni del compleso parrocchiale,reso particolarmente suggestivo dalla presenza del Campanile e dalla fontana al suo piede;
  • il cortile, a Est, importante cuore spaziale e funzionale delle attività della comunità, pensato come luogo protetto e riservato, attorno al quale si sviluppano i locali di ministero pastorale, con un sistema a corte che evoca l’impianto tradizionale romano.

Il progetto mira a sviluppare un rapporto con il contesto nella sua accezione più ampia, attraverso l’evocazione di un paesaggio, naturale ed antropico, familiare alla comunità, attraverso l’ utilizzo di materiali tipici di questi luoghi e della loro storia. In particolare il paesaggio agricolo diventa tema del disegno delle sistemazioni esterne, l’affascinante trama degli orti e dei vigneti a spalliera, diventa non solo lo sfondo, ma la regola compositiva della sistemazione e degli arredi della piazza, realizzando concretamente un continuum tra “terra“ e “costruito”, dove il limite tra piazza e orto diventa intangibile, ed il passaggio orto/piazza/sagrato/ Chiesa graduale e naturale.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

LA CHIESA L’aula litrugica, come Domus Ecclesiae, risponde ad una certa organicità in divenire, come un corpo vivente, in cui i vari luoghi hanno un’ alta valenza evocatrice e simbolizzatrice che rinviano a veri e propri movimenti, alcuni dei quali espressamente rituali. L’ambiente interno, dal quale deve sempre partire la progettazione, sarà orientato verso il centro dell’azione liturgica e scandito secondo una dinamica che parte dall’atrio, si sviluppa nell’aula e si conclude nel «presbiterio», quali spazi articolati ma non separati. Percorso architettonico principale e liturgico è l’asse ovest- est, che ha inizio con la Porta d’ingresso, determina il corridoio centrale dell’assemblea e culmina in asse sul presbiterio.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Lo spazio del presbiterio ha forma ovaloide (simbolo della Resurrezione), all’ interno di esso si distingue l’ambito dell’altare, sollevato da 3 gradini dal piano dell’aula, e alla sua destra la sede del presidente, visibile da tutta l’assemblea; tutt’intorno, a una quota intermedia tra altare e assemblea, le sedute dei concelebranti e la credenza. L’Altare“segno permanente di Cristo sacerdote e vittima, è mensa del sacrificio e del convito pasquale che il Padre imbandisce per i figli nella casa comune, sorgente e segno di unità e carità” (CEI, PNC 10) è stato pensato come alta- ara del sacrificio e mensa del banchetto eucaristico. La mensa verrà realizzata interamente in marmo di carrara bianco, di dimensioni contenute e quadrangolare per assicurare la funzione di focalità dello spazio liturgico. Questo è sormontato da un grande crocifisso, visibile da ogni punto dell’aula liturgica, a voler sottolineare lo stretto rapporto tra il fatto storico del sacrificio di Cristo e quello attualizzante che si riperpetua sull’altare. L’Amboneè un vero e proprio monumento permanente della Parola di Dio, è stato realizzato in un luogo accessibile da due distinti lati (ambo), uno per il clero e l’altro per l’ assemblea; cinge colui che legge (ambio) e si innalza guidando l’intera aula (anabaìno). E’ dunque munito da ingressi propri e posto a delle quote diversificate rispetto l’aula liturgia e quella presbiterale. L’ubicazione alta ed elevata rievoca la sublimità della Parola di Dio che trova la sua attuazione e compimento nelle parole dell’angelo della Risurrezione. Pertanto sulle superfici esterne dell’ambone si è scelto di raffigurare la scena delle donne al sepolcro e l’annuncio dell’angelo della Risurrezione. Il leggio è orientato verso l’ assemblea ma la sede dell’ ambone tiene conto della direzionalità generata dall’asse Fonte battesimale-Parola- Mensa-Croce. La Parola di Dio in effetti attualizza e rende i santi misteri (Sacramenti) capaci di agire nell’oggi della Chiesa.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Il Fonte Battesimale, memoria del Battesimo con il quale vengono rigenerati i figli della luce è di forma cilindrica, realizzato con un blocco unico di pietra bocciardata, con vasca a croce greca inscritta all’ interno del cerchio, richiama il mistero del battesimo con il quale la natura umana caduca (il cerchio) assunta da Cristo è consepolta insieme a Lui (la croce) , per risorgere con Lui alla gloria immortale. Essa consente agevolmente sia il battesimo per immersione che per infusione grazie anche ad un duplice sistema di quote, quella bassa dell’assemblea e quella più alta del pavimento della cappella in cui si incastona.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Dal fonte battesimale ben visibile a tutti si procede verso l’ambone e l’altare poiché con l’Eucaristia si conclude il cammino iniziatico. Vicino all’ingresso e accanto al luogo del Battesimo è posta la sede per la celebrazione del sacramento della riconciliazione. L’ubicazione, nei pressi dell’ingresso e accanto al fonte battesimale, esprime il valore teologico del quarto sacramento, chiamato dai Padri della Chiesa Secondo Battesimo che permette la riconciliazione con Dio e l’ingresso nella Chiesa. La custodia eucaristicaè prevista in un apposita cappella laterale all’area presbiterale, accessibile dal celebrante dell’aula principale in maniera diretta e visibile anche dall’ assemblea dell’ aula principale grazie a un “taglio” vetrato che fornisce una suggestiva inquadratura del segno della Presenza Sacramentale (protetto e significativamente illuminato). La Capella di adorazione eucaristica, nonché cappella Feriale, è un volume chiaramente distinto, diviso dall’ Aula, sebbene interno alla sua geometria ( e simbolicamente alla più ampia assemblea ). La Madonna del Carmine occupa un posto privilegiato all’interno del progetto iconografico: un pannello in maiolica raffigura la Vergine con in braccio Gesù, invocata come Madonna del suffragio, e raffigurata attorniata dalle anime del purgatorio in atto di preghiera. L’ubicazione è stata scelta in maniera tale da rendere l’immagine accessibile ai fedeli senza che essa interferisse con l’intero progetto iconografico. Il progetto delle opere d’arte è unito da un unitario programma iconografico, che per temi e materiali, rappresenta un unico e corale “racconto” rivolto al fedele e alla comunità tutta. La scelta artistica è quella di fornire elementi chiari, utilizzando forme geometriche pure e iconografie riconoscibili, che trasferiscano nell’ arte sacra contemporanea le iconografie religiose della tradizione cristiana, permanendo in una rappresentazione figurativa. Tra la capella della Beata verdine Maria e l’area presbiterale è stata progettata la sede per la schola Cantorum, per l’ufficio di animazione liturgica che svolgono i coristi. Essi dovranno favorire con il canto la partecipazione dei fedeli e poter seguire agevolmente le azioni rituali che si svolgono nell’area presbiterale. La localizzione del coro, oltre che per ragioni liturgiche, risulta ottimale anche per quanto riguarda l’acustica geometrica: la scelta progettuale è stata infatti quella di asimmetrizzare la sala, utilizzando un rivestimento più assorbente (doghe in legno) nella parete Nord e un materiale rigido e riflettente come il vetro, posto a Sud immediatamente retrostante la posizione del coro ,che in questo caso funzionerebbe da “amplificatore naturale” delle voci.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Le due curve che determinano l’impianto dell’ Aula liturgica, sono chiaramente distinguibili per andamento e materia.
  • la curva maggiore a Nord, “impronta” dell’immagine della Madonna, che determina lo spazio del presbiterio, sarà rivestita con intonaco coccio pesto
  • la curva minore a Sud, “impronta” di Gesù Bambino, che determina la cappella dedicata alla Madonna, avrà un rivestimento in pietra.

Il coccio pesto, con la sua caratteristica cromia dei toni rosso/cotto/ruggine, consente di avere una perfetta superficie continua; dall’altra parte il rivestimento in lastre darà luogo ad una superficie dura, con pattern variegato per colori e trama. Ulteriore rivestimento delle superfici verticali interne della Chiesa è il dogato di legno, che unitamente alla cromia delle altre finiture, conferisce all’ambiente un atmosfera calda ed accogliente, oltre a svolgere un importante ruolo acustico. La pavimentazione della Chiesa è prevista in marmo di Vitulano, noto marmo campano, venato con cromature dal grigio al Rosso. Fanno eccezione la pavimentazione dell’area presbiteriale e del corridioio centrale della Chiesa, che come gli arredi sacri, saranno realizzati in marmo bianco di Carrara.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

GLI EDICI NON LITURGICI Le funzioni non liturgiche del complesso parrocchiale sono riconducibili ad un unico volume edilizio, sebbene ripartito in più corpi di fabbrica e funzioni: una stecca che percorre longitudinalmente il lotto, lungo l’asse ovest/est e piega sulla testata Est, determinando lo spazio della corte, cortile di pertinenza dei locali di Ministero Pastorale.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Il corpo di fabbrica della “stecca”è ad un piano fuori terra, fatta eccezioni per le due testate a due elevazioni f.t. : quella del salone a Sud Est e quella della casa canonica a Nord Ovest.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Il volume della Casa Canonica potrà essere realizzato anche in un secondo momento, non inficiando il sistema compositivo del complesso parrocchiale, che risulterebbe comunque compiutamente concluso dal porticato prospiciente la piazza. I nove locali di Ministero pastorale rispondono alle diverse esigenze spaziali delle varie attività e l’utilizzo di pareti mobili consentirà di disporre di un ulteriore ampio salone, prospiciente il cortile. Il cortile interno è importante pertinenza dei locali stessi, cuore vitale delle attività pastorali e comunitarie, dove i bambini potranno giocare in un ambiente esterno protetto ed intimo. Esso ha un ruolo essenziale per l’impianto architettonico, momento molto suggestivo del progetto, là dove l’imponenza ed eccezionalità del volume della Chiesa ha la sua massima espressione. Questo è significativamente connotato da una sistemazione a verde, in cui domina un Ulivo, simbolo cristiano di rigenerazione e pace.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

ll progetto fa delle scelte materiche volte da un lato all’utilizzo di materiali familiari alla comunità e ai luoghi, e allo stesso tempo risultato di una progettazione biosostenibile : ampie superfici drenanti, materiali totalmente naturali quali il tufo ed il coccio pesto. Inoltre perseguendo una progettazione ecosostenibile, le decisioni progettuali fatte relativamente all’aspetto energetico-funzionale, volto a ridurre i consumi energetici dell’edificio, risultano di sostanziale importanza: impianto geotermico, collettori solari e pannelli fotovoltaici.

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Adriana Pidalà, Emilio Vitale — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Appartamento da 110 metri quadrati - Antonio De Simone

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Appartamento situato nelle vicinanze della città di Pescara, in collina, della dimensione di 100 metri quadrati, composto da un ingresso, ampio salone unito alla cucina, zona notte con corridoio che conduce a due camere da letto e ad un bagno, sono presenti anche balconi ampi che danno sui fronti principali dell’edificio. Antonio De Simone

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Sala

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Sala - cucina

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Sala - cucina

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Sala

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Corridoio - zona notte

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Bagno

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Bagno

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Camera singola

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Camera singola

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Camera matrimoniale

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Camera matrimoniale

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Sala - vista notturna

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Sala - vista notturna

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Corridoio - vista notturna

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Bagno - vista notturna

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Camera singola - vista notturna

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Camera matrimoniale - vista notturna

Antonio De Simone — Appartamento da 110 metri quadrati

Sala - vista notturna

Concorso a tema della Regione Umbria: ambito 3 ex aequo - Ex stabilimenti elettrochimici Papigno _ 3° classificato - Luca Rosati, Mauro Marchetti, Fabio Pitoni, Alessandro Capati

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Premessa La storia di Terni e del territorio circostante, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, è stata fortemente condizionata dal fenomeno della rivoluzione industriale, e l’ industrializzazione della conca ternana ha assunto caratteristiche tutte particolari sia per le eccezionali dimensioni quantitative del fenomeno, sia per il breve arco di tempo in cui si e’ svolta: nel giro di pochi anni, Terni ha visto radicalmente trasformata la precedente struttura economica e sociale. I sette stabilimenti maggiori (acciaieria, fonderia, miniera di Colle dell’Oro, Fabbrica d’Armi, Jutificio, Lanificio, Ferriera) occupavano nella seconda meta’ del decennio 1880-90 circa 7000 operai, cifra imponente per Terni, caratterizzando per sempre l’ambiente sociale e culturale della città umbra e la sua storia. Nel corso della seconda guerra mondiale, proprio per la presenza della fabbrica d’armi e di altri importanti industrie, Terni divenne il bersaglio di numerosi bombardamenti ( furono ben 118 ) che rasero al suolo gran parte della città. Il XX secolo, denominato il Secolo Breve, ha segnato la fine di un’epoca iniziata con la rivoluzione industriale e l’inizio dell’era post-industriale contraddistinta dalla dilagante diffusione dell’informatica. Il cambiamento ha creato una profonda frattura nel mondo della produzione industriale, determinando l’improvvisa obsolescenza e l’abbandono di opifici che erano rimasti in attività per secoli, giungendo integri, sia pure con modifiche, fino ai giorni nostri. Queste fabbriche non solo rappresentano un patrimonio dell’umanità, in quanto frutto dell’ingegno umano e tappa della nostra evoluzione tecnologica, ma sono anche la storia del territorio, la testimonianza viva di fatiche, di turni, di lotte sindacali, di una cultura sociale: ciò che rischia di sparire e’ dunque un patrimonio culturale importante che conserva memoria di secoli di sviluppo del nostro paese. Mantenere e recuperare alcune tipologie di impianti industriali e alcuni fabbricati è dunque cosa complessa ma estremamente importante, sia per tramandare la memoria del nostro recente passato come patrimonio di tutti, sia per preservare la straordinaria bellezza di alcuni edifici dalle dimensioni impressionanti, tanto da meritare l’epiteto di moderne “cattedrali”. Obiettivo di un buon approccio progettuale è preservare questo patrimonio portando avanti analisi preliminari volte a individuare quelle funzioni aggiuntive che, pur essendo compatibili con la funzione originale, possano determinare un ritorno economico tale da garantire la sostenibilità economica degli interventi.

Luca Rosati, Mauro Marchetti, Fabio Pitoni, Alessandro Capati — Concorso a tema della Regione Umbria: ambito 3 ex aequo - Ex stabilimenti elettrochimici Papigno _ 3° classificato

L’ex stabilimento elettrochimico di Papigno: inquadramento. L’ area su cui è situato l’ex stabilimento elettrochimico di Papigno è la parte più settentrionale della piana che si estende alle pendici dell’abitato di Papigno, lungo la strada statale Valnerina e il corso del fiume Nera, delimitata dalla centrale di Galleto e dalla cava di Monte S.Angelo. L’insediamento industriale occupa una vasta aerea (105.450 mq, di cui 34.000 coperti), ma la sua dimensione si può considerare territoriale, poichè i segni che testimoniano una logica pianificatoria e produttiva a grande scala, espandono i confini dello stabilimento al di la’ di precisi confini (le condotte forzate che scendono dalle pendici opposte dello stesso monte; la telfer in struttura di acciaio reticolare che supera il corso del Nera e della statale Valnerina; il sistema di dighe e di regolazione delle acque in afflusso verso l’Acciaieria). Lo stabilimento di Papigno nasce nel 1901, ad opera della Società Carburo per la produzione di carburo di calcio, impiegato con l’acqua nella fabbricazione del gas fluorescente acetilene, utilizzato per l’illuminazione. Subisce un profondo processo di riconversione, trasformazione ed ampliamento nel 1928 e rimane attivo fino all’inizio degli anni ’70: lo stabilimento si occupava della produzione di calciocianamide, che dopo essere stata diluita ed oleata, veniva convogliata mediante coclea o telefer al di sopra del fiume Nera e della provinciale Valnerina e quindi distribuita nel magazzino di Villa Valle, di cui la grande capacita’ (85.000 t) fu consigliata dal discontinuo ritiro di energia elettrica da parte degli utenti della Terni. L’area di Papigno è parte integrante del territorio in cui l’uomo ha in parte modificato, nel corso del tempo, i caratteri originari del paesaggio, occupando i crinali, ricavando i terrazzamenti, anch’essi degradanti verso il fiume e destinati agli usi agricoli, produttivi e insediativi, e aprendo cave per l’estrazione del calcare. Negli ultimi anni la forte regimentazione e regolazione della portata del Nera a fini idroelettrici, collegata alla apertura/chiusura della Cascata, ha favorito l’affermazione degli sport fluviali, del rafting e della canoa, che nell’area dismessa hanno il loro tratto terminale. Il sito è occupato attualmente da grandi capannoni e infrastrutture dismesse, tra cui le vecchie condotte forzate dell’acqua e del carburo ed il ponte di collegamento con le sovrastanti cave di calcare. Il sottosuolo è ricco di condotte e canali tra cui alcuni attivi e collegati alla vicina centrale idroelettrica di Galleto.

Luca Rosati, Mauro Marchetti, Fabio Pitoni, Alessandro Capati — Concorso a tema della Regione Umbria: ambito 3 ex aequo - Ex stabilimenti elettrochimici Papigno _ 3° classificato

IL PROGETTO La proposta progettuale si basa su precise scelte di indirizzo che determinano il disegno e la caratterizzazione dell’intervento, ipotizzando la realizzazione di un vasto parco all’ interno del sito, che ampli le offerte di attività sportiva e ricreativa già attive lungo il fiume, con gli edifici recuperati utilizzati a fini ricettivi, espositivi, ricreativi e commerciali. Ampie demolizioni Eliminazione edifici di minor valore – valorizzazione edifici di maggior pregio – apertura di nuovi spazi. L’insediamento industriale degli ex stabilimenti elettrochimici di Papigno ha subito nel corso degli anni numerose modifiche, testimoniate dalla compresenza di edifici con caratteristiche molto diverse tra loro. Lo stato di fatto è caratterizzato da edifici di valore e altri minori, superfetazioni ed aggiunte succedutesi negli anni, apparendo come un agglomerato di fabbricati disordinato, disarmonico, non congruente, difficilmente leggibile, e chiuso rispetto al contesto.

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Il progetto prevede un ampio programma di demolizioni, utilizzate per valorizzare gli edifici di pregio, mettere in sicurezza l’area, ridare coerenza al sito, aprire nuove visuali e nuovi spazi aperti per attività all’aperto, liberare il fiume dal costruito. Nell’area dell’intervento individuata dal bando vengono recuperati e riqualificati esclusivamente gli edifici considerati più importanti: l’ex magazzino della calciocianamide da una parte del fiume, e i due volumi con tetto a volta dall’altra parte (affiancate dalla palazzina a tre piani che in parte è stata già recuperata). Gli altri edifici vengono smantellati in tutto o in parte. Nel caso del telfer si tiene conto della demolizione programmata dall’ amministrazione per motivi di sicurezza, proponendone la ricostruzione invariata e l’utilizzo come passerella. I grandi capannoni con struttura metallica nel lato sud del fiume vengono smantellati per ottenere gli spazi per un grande parco e dare respiro al fiume e alle attività sportive che qui si svolgono; viene lasciata parte della carpenteria metallica di questi edifici per la caratterizzazione di questi spazi all’aperto, come elementi scultorei nel verde. Gli altri edifici di servizio o annessi a questi più importanti verranno eliminati.

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Rifunzionalizzazione flessibile Progetto aperto a nuove funzionalizzazioni in modo progressivo e polivalente Un progetto di tali dimensioni deve tener conto di un utilizzo programmato delle risorse, permettendo la compartecipazione di investimenti pubblici e privati e una realizzazione per parti autonomamente funzionali: un progetto che preveda la realizzazione in un’unica soluzione infatti sembra oggi, per la scarsità di risorse, irrealizzabile. I nuovi edifici sono stati quindi studiati con uno sviluppo progressivo che tiene conto di realizzazioni diverse a seconda degli investimenti possibili e degli interessi in campo. Alla base delle progettazione quindi ci sono i concetti di flessibilità e progressività, e un approccio progettuale teso al recupero del sito per parti, programmato e graduale.

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Botanica per la bonifica Rigenerazioni delle contaminazione nel sito attraverso tecniche “soft” e naturali, come fitorimedio e biorisanamento Le aree dismesse, spesso coincidenti con i vuoti urbani, vengono spesso considerate sinonimo di degrado e sottoposte a urbanizzazione facendo tabula rasa della pur controversa memoria dei luoghi. Gli anni di abbandono contribuiscono invece a fare di questi siti aree di paesaggio residuale e di nuovi equilibri spontanei: queste riflessioni ispirano nella strategia di progetto una riappropriazione progressiva dei margini vuoti dell’area attraverso l’impianto di protesi naturalistiche funzionali alla bonifica dei suoli. Poichè molte delle aree sia coperte che aperte sono certamente contaminate da varie tipologie di inquinanti, si propone, dopo un’attenta campagna di caratterizzazione, una progressiva riappropriazione naturale tramite un nuovo paesaggio biologico funzionale alla decontaminazione, un progetto di bonifica completamente naturale fondato sui cicli della natura e sul ristabilire nuovi equilibri e processi ecologici di recupero. Si prevede inoltre lo sviluppo di diverse classi di tecnologie soft, basate rispettivamente sull’impiego di biochar e sull’aggiunta di materia organica, con miglioramento del suolo, sequestro di carbonio e gestione del rischio.

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Sistema dei percorsi I percorsi sono stati disegnati come base del progetto in quanto uniscono le due sponde, edifici e spazi aperti, interni ed esterni. Nella progettazione è stata data molta importanza all’ideazione di un sistema di percorsi che permetta ai futuri utenti di godere, in lungo e in largo, all’interno e all’esterno, in alto e in basso, degli spazi del nuovo intervento. Tutto il sito è stato pensato come un parco percorribile in sicurezza, nonostante i percorsi in altezza ed il districarsi degli itinerari tra la strada statale, il corso del fiume, i fabbricati industriali. Di più: il sistema di percorribilità si disnoda come un serpente all’interno e all’esterno dei fabbricati, diventando l’elemento di unione, funzionale e formale, tra le varie parti che costituiscono l’attuale ex-stabilimento ed il futuro parco. Il percorso principale quindi si sviluppa come un anello all’interno del progetto: trova il punto iniziale nel punto dove si lasciano gli autoveicoli, ed inizia la fruizione pedonale; entra nell’ex magazzino e si attesta al blocco servizi che delimita la parte destinata a sala polivalente; da qui esce e percorre la galleria costituita dalla struttura del magazzino con una fila di servizi commerciali, per rientrare all’interno all’altra estremità; ritorna a terra, e si alza con un ascensore fino a 20 m di altezza; si infila dentro al vecchio telfer ricostruito offrendo viste panoramiche meravigliose sul sito e sull’intorno; passato sull’altra sponda, ridiscende subito sulla facciata degli edificidi fronte al fiume, e continua lungo la ripa; oppure si allunga addentrandosi in altezza all’interno dell’edificio con le coperture a volta, dando l’opportunità di scorci dentro l’edificio, e torna a terra sul lato opposto al fiume; arrivato al livello +9 m, segue il perimetro dei vecchi edifici e ridiscende al livello più basso lungo le nuove aree verdi attrezzate; da qui con una rampa lungo il fiume abbassa ulteriormente il livello, per permettere di attraversare il fiume ad un’altezza ravvicinata ed entrare, dopo un passaggio sotterraneo, all’interno del magazzino e chiudere così l’anello. Anche formalmente il percorso è caratterizzato da elementi in laminati metallici traforati, che ne evidenziano la forma ed il colore all’interno delle vecchie strutture.

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Memoria storica L’importanza del contesto e le scelte progettuali per la sua valorizzazione. Il tema della memoria storica è fondamentale per i valori culturali e storici di un sito come questo. La memoria storica è interpretata nel progetto come valorizzazione degli edifici più importanti ed antichi, non attraverso una musealizzazione ed un restauro pedissequo del “com’era”, ma tramite un’interpretazione architettonica delle valenze più rilevanti. Le foto che testimoniano lo sviluppo progressivo dello stabilimento mostrano quante volte lo stabilimento è stato rivisto e trasformato con adduzioni, demolizioni, sovrastrutture, superfetazioni, tamponamenti, ed è difficile capire quale sia la ricostruzione più adeguata a trasmettere i valori di questo patrimonio. Insomma, testimoniare la memoria storica attraverso elementi progettuali vuol dire comunque operare una scelta, di quali elementi valorizzare e anche e soprattutto, come valorizzarli. Nella proposta progettuale si è operato quindi nei seguenti modi: • demolendo ciò che è stato considerato senza valore, storico o architettonico; • cambiando materiali di copertura e rivestimento in modo da evidenziare le parti fondamentali, per caratteristiche dimensionali e funzionali, che sono le strutture; • rendendo queste strutture permeabili ai percorsi e alle visite, quindi sostanzialmente facendoli diventare sistemi “aperti” e non più scatole chiuse; • ricostruendo fedelmente il telfer, elemento che forse più di tutti caratterizza il sito soprattutto per chi percorre la strada statale Valnerina e che quindi vale la pena di riproporre esteticamente “com’era”. Quest’ultimo elemento diventerà ancora più peculiare, caratterizzandosi come porta urbana ed elemento connettivo tra la città e la Valnerina: assumerà la funzione di passerella di collegamento tra le due parti del progetto e, per mezzo di una nuova maglia strutturale che si sviluppa parallelamente a quella esistente, diventerà vetrina espositiva di pezzi di archeologia industriale.

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Edifici “box in a box” Gli edifici riqualificati sono stati trattati come scatole da riempire con altre scatole. Gli edifici industriali scelti per essere recuperati e rifunzionalizzati sono stati trattati architettonicamente come dei contenitori, all’interno dei quali verranno sviluppati altri edifici con le proprie caratteristiche funzionali. In questo modo si perseguono tre obiettivi: • mantenere la più alta flessibilità possibile, permettendo di destinare questi edifici a diverse funzioni senza cambiare le caratteristiche peculiari di questi fabbricati; • esaltare la bellezza strutturale di questi edifici, ripulendone le parti strutturali e lasciandole libere e ben differenziate dalle nuove adduzioni; • custodire la memoria storica degli edifici preservandoli come erano stati pensati per il processo industriale. Percorsi e nuovi edifici si assestano in modo libero e irregolare all’interno delle maglie strutturali degli edifici industriali, esaltandone le dimensioni e la regolarità: anche la materialità dei vecchi fabbricati, contraddistinta dall’uso del cemento, viene evidenziata attraverso l’utilizzo nelle adduzioni di materiali dissonanti, come ferro, legno, lamine traforate.

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Le funzioni Le scelte architettoniche si basano sulla visione progettuale che vuole realizzare un luogo che sfrutti il rilevante afflusso turistico verso la Cascata delle Marmore ed esalti la caratterizzazione sportiva e naturale delle attività che qui si svolgono, aumentandone le capacità attrattive. L’intento progettuale di valorizzazione si vorrebbe effettuare attraverso: • ampliamento delle attività praticabili (rafting, canoa, canyoning, speleologia, trekking, mountain bike, arrampicata, equitazione…) • miglioramento dei servizi collegati alle attività (vendita/noleggio attrezzature, corsi, laboratori, ... ) • creazione di spazi verdi attrezzati per le attività e la sosta all’aperto • ricettività (albergo, ristorazione) • zona commerciale (negozi specializzati, prodotti tipici) • locali per attività ricreative ed il divertimento (palestra, pub, discoteca) • zone espositive. La realizzazione di questo vasto parco renderebbe attrattivo il luogo non solo per i turisti ma anche per l’utenza locale, dato il vasto interesse determinato sia dalle attività sportive che da quelle ricreative. Da un punto di vista funzionale l’area si può suddividere in due parti, contraddistinte ognuna da un edificio industriale recuperato, e posizionate sulle due sponde del fiume. Gran parte dell’interno del magazzino è stata lasciata aperta a diverse destinazioni funzionali che troverebbero qui un ambientazione eccezionale, come un teatro, una sala congressi, una discoteca, un museo interattivo. Edificio “Macinazione” e lato sud: • Parco per attività all’aperto • Spazi di servizio alle attività (ricovero attrezzature, laboratori) • Attività commerciali legate alle attività (vendita/noleggio attrezzature) • Grande palestra e spazi per l’allenamento • Albergo di 77 camere • Ristorazione, bar, locali ricreativi Edificio “Ex-Magazzino” e lato nord: • Grande sala multipurpose • Gallerie commerciali (negozi specializzati, prodotti tipici) • Galleria espositiva • Parcheggio

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Piazza Commercio a Campofelice di Roccella - Saja Antonio

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Il progetto è stato sviluppato ponendo alla base un’analisi riguardante alcuni luoghi in cui l’intervento di riqualificazione urbana ha caratterizzato un miglioramento sia da un punto di vista estetico quanto economico – sociale.

Saja Antonio — Piazza Commercio a Campofelice di Roccella

Vista d'insieme della piazza

La piazza in questione si trova all’interno del centro storico, e si presenta circondata da una cortina di edifici per la residenza.

Saja Antonio — Piazza Commercio a Campofelice di Roccella

Piazza commercio, spazio “chiuso”, si presta per alla creazione di uno area polifunzionale in cui poter pensare di realizzare mostre, congressi,fiere e altri momenti artistico – culturali.

Saja Antonio — Piazza Commercio a Campofelice di Roccella

Un scorcio del teatro

L’idea nasce dalla voglia di voler creare una piazza come catalizzatore sociale, quindi un simbolo di riqualificazione per la comunità.

Saja Antonio — Piazza Commercio a Campofelice di Roccella

Il teatro

Uno spazio articolato che possa seguire le varie esigenze. L’idea di coprire la piazza con una copertura, ne vuole esaltare il carattere di luogo aperto e vivibile anche in presenza di condizioni atmosferiche non ottimali.

GUZ University - KAAN Architecten

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The extension of the Geo- and Environmental Research center in Tübingen wants to promote the exchange between its various departments and the different campus buildings. The project consists of offices, laboratories and training areas. The entrance area is double height and aims to generate a spatial connection between the outside, the public foyer and the collective part of the building and its courtyards. The transition areas of the upper floors are located on the South edge to let the users benefit of the impressive view of the surrounding landscape towards the city of Tübingen. While laboratories and offices occupy the long sides of the building and the perimeter around the two courtyards. The glass volume emerges from the campus and is wrapped by two meters high and deep “façades’ rings” realized in a galvanized steel structure covered by pre-shaped concrete. The rings have a sustainable function to control air-flow and direct sunlight while generating indirect daylight.

KAAN Architecten — GUZ University

GUZ University, Tübingen (Germany)

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