Quantcast
Channel: Divisare - Projects Latest Updates
Viewing all 11324 articles
Browse latest View live

Impossible Objects - La Biennale di Venezia

$
0
0

Institute of Architecture (Dorota Jedruch, Marta Karpinska, Dorota Lesniak-Rychlak, Michal Wisniewski), Jakub Woynarowski
Commissioner: Hanna Wróblewska.
Curators: Institute of Architecture (Dorota Jedruch, Marta Karpinska, Dorota Lesniak-Rychlak, Michal Wisniewski), Jakub Woynarowski.

La Biennale di Venezia — Impossible Objects

La Biennale di Venezia — Impossible Objects

La Biennale di Venezia — Impossible Objects

La Biennale di Venezia — Impossible Objects

La Biennale di Venezia — Impossible Objects

La Biennale di Venezia — Impossible Objects

La Biennale di Venezia — Impossible Objects


BOXROOM LS - Rosario Patti

$
0
0

L’obiettivo era quello di realizzare uno spazio abitativo minimo e flessibile, un abitacolo dedicato anche all’infanzia, all’interno di ambiente esistente.

Rosario Patti — BOXROOM LS

La soluzione è stata quella di realizzare una cassa simile a quelle utilizzate per gli imballaggi per il trasporto delle opere d’arte.le dimensioni sono quelle di un container da 21 pollici che ne favorisce il trasporto su gomma e ferro.

Rosario Patti — BOXROOM LS

Il sistema modulare contiene: letti, piani per il lavoro, sedute, armadi, contenitori etc. La boxroom è stata realizzata in officina in circa 2 settimane; trasportata all’interno della casa, è montata tramite un processo di autocostruzione durato 2 giorni a cui hanno partecipato scenotecnici, componenti dello studio, alcuni studenti e gli stessi utenti finali. Durante la fase di montaggio e prove in officina, porzioni di muratura sono state demolite predisponendo gli ambienti ad accogliere l’abitacolo. Il processo, cosi organizzato, ha permesso agli abitanti di spostarsi per sole 3 settimane rivoluzionando completamente la propria casa. Il tipo di intervento ha coinvolto tutti gli spazi della casa rivoluzionandoli in termini di utilizzo e flessibilità, ma anche migliorandone l’illuminazione naturale e i conseguenti apporto energetici passivi. Il confort ambientale è stato migliorato grazie anche dalle proprietà del legno di betulla utilizzato che, trattato con finiture naturali e trasparenti, lascia intuire i profumi della propria essenza oltre a stabilire una piacevole sensazione sia al tatto che alla vista. Essendo modulare e reversibile, il sistema può essere implementato a seconda delle esigenze funzionali, trasportato in altri luoghi, adattato per un’ubicazione in esterno con funzioni di utilizzo abitativi nell’accezione di “abitare minimo”, ma anche come struttura ludico-educativa, per il riposo, il tempo libero, etc.

Rosario Patti — BOXROOM LS

Rosario Patti — BOXROOM LS

Rosario Patti — BOXROOM LS

Rosario Patti — BOXROOM LS

Rosario Patti — BOXROOM LS

Rosario Patti — BOXROOM LS

Rosario Patti — BOXROOM LS

Rosario Patti — BOXROOM LS

Rosario Patti — BOXROOM LS

Rosario Patti — BOXROOM LS

Recupero sottotetto Via Ornato, Milano - Fabio Ramella

$
0
0

Il progetto prevede il recupero a fini abitativi di un sottotetto di un fabbricato sito in via Ornato, realizzato durante gli anni ’50 del secolo scorso e collocato all’interno dello storico quartiere di Niguarda. L’edificio, di due piani fuori terra, è costituito da un corpo di fabbrica pressochè rettangolare avente struttura in muri portanti di mattoni pieni, solai in legno e tetto a padiglione, in aderenza su due lati con un altro edificio di pari altezza e un fabbricato più basso e affacciato sugli altri due lati con una corte comune. Il sottotetto, ricadente in zona A di recupero del vecchio PRG, deve riprendere fedelmente i caratteri dell’edificio sottostante, sia nelle facciate, con allineamento delle nuove aperture alle esistenti, sia in copertura, con rifacimento del tetto, dotato di nuovi velux, con tipologia a padiglione a tre falde inclinate, limitandosi ad alzare i livelli di colmo e gronda il necessario per rendere abitabili gli ambienti dei tre nuovi alloggi. I nuovi prospetti prenderanno spunto dagli edifici del contesto circostante per la definizione di alcuni nuovi elementi funzionali e di finitura, come il cornicione in aggetto, le cornici alle finestre e i marcapiani. Lo stesso per ciò che concerne i materiali utilizzati: intonaco sulle facciate, parapetti in metallo, persiane in legno e manto di copertura in tegole di laterizio. Da un punto di vista costruttivo viene realizzato un solaio strutturale di rinforzo con profili di acciaio HEA 160, una copertura con struttura portante di travi e travetti in legno lamellare sostenuta da pilastri in ca sul muro di spina e blocchi in Poroton sulle pareti perimetrali (con adeguato isolamento in pannelli in Eps), in modo da contenere i pesi del nuovo piano senza gravare sulle strutture esistenti.

Fabio Ramella — Recupero sottotetto Via Ornato, Milano

Fabio Ramella — Recupero sottotetto Via Ornato, Milano

Fabio Ramella — Recupero sottotetto Via Ornato, Milano

Fabio Ramella — Recupero sottotetto Via Ornato, Milano

Villa unifamiliare, Dresano - Fabio Ramella

$
0
0

L’intervento consiste nella ristrutturazione edilizia di una villa unifamiliare sita nella bassa provincia milanese; l’edificio esistente, costituito da due corpi assemblati con tetti a falde inclinate di due piani fuori terra, è oggetto di un “maquillage”: mantenendo le strutture portanti e impiantistiche, viene ripensata tutta la distribuzione spaziale interna con conseguenti modifiche esterne delle facciate, rivestendo interamente l’edificio. Di fatto l’edificio viene svuotato al suo interno e “avvolto” esternamente da un cappotto avente una duplice funzione: tecnica, garantendo un corretto isolamento termico-acustico con conseguente risparmio energetico; estetica, rivestendo il manufatto con una finitura in legno che conferiscono al manufatto una veste nuova, con l’uso di materiali ecosostenibili. L’edificio prevede una nuova distribuzione funzionale su tre livelli, di cui l’ultimo ricavato nel sottotetto: al piano terra la zona giorno, al primo piano la zona notte e nel sottotetto piccole zone giochi e relax, dotate di velux, dedicate a bambini e adulti, direttamente accessibili dalle rispettive camere da letto. La copertura ha offerto un altro spunto architettonico interessante: infatti all’interno delle camere da letto, in luogo di anonime finestre aggettanti, vengono realizzati dei terrazzi a tasca, che restituiscono un maggiore rapporto con l’esterno e consentono la definizione di volumi edilizi compatti. La villa si inserisce in un’ampia area privata destinata a giardino, dove è prevista una integrale risistemazione con nuove piantumazioni e con la realizzazione di una piscina scoperta dotata di zona relax .

Fabio Ramella — Villa unifamiliare, Dresano

Fabio Ramella — Villa unifamiliare, Dresano

Monditalia - La Biennale di Venezia

$
0
0

Representing a scan that defines the exhibition geography in itself, the 41 projects cross the Italian territory from South to North, and more extensively from Africa to the Alps and Europe.

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

La Biennale di Venezia — Monditalia

Cappella dell'Ospedale San Martino in Belluno - Luca Pozzi, Fabio Ramella, Ilaria Sisto, Manolo Verga

$
0
0

La definizione del progetto si misura con le dimensioni dell’area d’intervento, un cavedio scoperto lungo e stretto, e con i vincoli presenti, le diverse altezze dei corpi dell’ospedale ed vani tecnici sotterranei. Tale condizione ha indicato il tema dell’”infill”, un innesto puntuale dell’oggetto architettonico nell’esistente, la cui forma è legata ai limiti fisici del cavedio scoperto, autentico spazio sospeso. La nuova cappella è concepita sia in funzione delle facciate dell’ospedale sia del giardino, cercando un rapporto con il cielo: la copertura infatti è intesa come una facciata orizzontale che trova in pianta una precisa rispondenza. Essa è risolta con l’emergenza di un unico lucernario, posto in corrispondenza del presbiterio, e con il rivestimento a verde della restante parte, in continuità con il giardino sottostante, che a sua volta rievoca lo spazio tradizionale del sagrato. Rilevante è inoltre l’intenzione di creare un intervallo, una separazione tra il corridoio dell’ospedale e il corpo liturgico, che diventa una reinterpretazione della classica navata laterale, e allo stesso modo di sottolineare un limite tra quest’ultimo e il giardino antistante, sottolineato dalla presenza simbolica della vasca d’acqua. L’accesso alla cappella avviene sia dal corridoio che dal giardino: nel primo caso sono stati realizzati due accessi distinti, uno principale per l’aula ed uno secondario per la sacrestia. Nel secondo è previsto un ingresso che si innesta lungo il taglio del corpo di separazione che genera appunto uno spazio di invito ad entrare in una dimensione più raccolta. L’aula ospita 40 posti ed è dotata di spazio utile per la presenza contemporanea di più utenti con difficoltà di deambulazione. Sul lato sud presenta una sequenza di aperture ritmate, mentre una vetrata continua si apre verso il giardino, caratterizzando lo spazio interno e definendo il carattere della luce.

Luca Pozzi, Fabio Ramella, Ilaria Sisto, Manolo Verga — Cappella dell'Ospedale San Martino in Belluno

Luca Pozzi, Fabio Ramella, Ilaria Sisto, Manolo Verga — Cappella dell'Ospedale San Martino in Belluno

Luca Pozzi, Fabio Ramella, Ilaria Sisto, Manolo Verga — Cappella dell'Ospedale San Martino in Belluno

Luca Pozzi, Fabio Ramella, Ilaria Sisto, Manolo Verga — Cappella dell'Ospedale San Martino in Belluno

KITchen - isabellasecchi, Laura Di Donfrancesco

$
0
0

KIT_chen è un oggetto componibile per l’attrezzatura dello spazio pubblico che prende spunto dai carretti orientali che trasportano carichi eccezionali. Attraverso il differente assemblaggio di struttura, piano di lavoro e cassette, Kit_chen diventa ristorazione da strada o allestimento dello spazio pubblico.

isabellasecchi, Laura Di Donfrancesco — KITchen

Le cassette, grazie a un sistema di incastro maschio femmina, possono sovrapporsi tra loro all’infinito, e creare sedute, tavolini, spazi di lavoro formati da ceste e piani. L’interno delle cassette è dipinto con colori che prendono spunto dalle tonalità vivaci dei mercati. Lo spazio di ristorazione da strada si può adattare alle differenti esigenze, e ai vari tipi di cucina, grazie alle altezze che raggiunge, 70 cm come un tavolo, 90 cm come un bancone, e 110 cm come un divisore. La struttura invece è fornita di ruote per permettere lo spostamento del carretto secondo le necessità di vendita.

isabellasecchi, Laura Di Donfrancesco — KITchen

Il progetto è realizzato in multistrato di pioppo o abete unito con incastro a merlatura, viti, colla e lamelle. Il nome KIT_chen vuole sottolineare come questi semplici elementi formino il “kit” per l’allestimento dello spazio pubblico.

isabellasecchi, Laura Di Donfrancesco — KITchen

isabellasecchi, Laura Di Donfrancesco — KITchen

Fundamentalists and Other Arab Modernisms - La Biennale di Venezia

$
0
0

Commissioner: Ministry of Culture – Sh. Mai Al Khalifa.
Deputy Commissioner: Noura Al Sayeh.
Curators: George Arbid, Bernard Khoury.

La Biennale di Venezia — Fundamentalists and Other Arab Modernisms

La Biennale di Venezia — Fundamentalists and Other Arab Modernisms

La Biennale di Venezia — Fundamentalists and Other Arab Modernisms

La Biennale di Venezia — Fundamentalists and Other Arab Modernisms


BIRRARIA GIORI - RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli

$
0
0

L’attività commerciale bar birraria Giori si trova nel centro storico di Ferrara ai piedi del Castello Estense, in piazzetta Savonarola; la sua collocazione rende l’intervento di primaria importanza per il mantenimento delle caratteristiche storico-artistiche che caratterizzano questa importante area della città, ricca di testimonianze storiche. L’intervento ha l’obiettivo primario di ripristinare la continuità della serie di archi voltati del Palazzo Municipale, conosciuta come “via coperta”.

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

In seguito ad interventi susseguitisi nel tempo, l’arco di ingresso al locale é stato in parte coperto e modificato. Il progetto si propone quindi di intervenire tanto all’interno del voltone, inglobato dal locale fin dalla sua apertura, quanto nel gazebo esterno costruito in stile liberty e divenuto oramai landmark riconoscibile tanto per i cittadini estensi quanto per i numerosi turisti che vi passano. La volontà primaria del progetto è stata quella di “pulire” dalle numerose superfetazioni sia il locale interno che il gazebo, ripristinando le caratteristiche architettoniche del prospetto del 1877 del palazzo di Vice-Legati sovrastante, così come riscoprendo alcuni elementi delle numerose stratigrafie presenti nelle strutture murarie.

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

Il gazebo rimane intatto, le vetrate ed un nuovo elaborato controsoffitto ne esalteranno la caratteristica di “lanterna” sempre accesa ai piedi del Castello Estense. Gli interni sono dominati dall’uso del legno e della pietra, gli intonaci e le tonalità cromatiche rispettano il giusto equilibrio tra spirito originario e identità contemporanea.

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

Le sfaccettature triangolari che costituiscono sia il disegno dei nuovi banchi che del controsoffitto (tagliato da “saette” luminose e dorate”) sono sintesi concettuale del bugnato di Palazzo dei Diamanti, edificio di più alto carisma ed importanza per l’interesse storico-artistico della città di Ferrara.

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

RIZOMA architetture, gianluca zollino, Lorenzo Antonelli, giambattista ghersi, Giovanni Franceschelli — BIRRARIA GIORI

VILLAROSA - Paolo Naselli

$
0
0

Questa ricerca storico bibliografica, svolta nell’ambito del “P.I.T. 11 Enna: Turismo tra archeologia e natura”, mira a ricucire le emergenze architettoniche del territorio con i siti naturalistici ed archeologici che esso presenta. La storia di Villarosa, benchè erroneamente ed in maniera affrettata venga circoscritta in un arco temporale che va dalla concessione della “Licentia populandi” al Duca Placido Notarbartolo fino ai nostri giorni, è in realtà molto più antica e complessa. Attraverso l’architettura delle campagne con le masserie, delle miniere con le strutture ad esse collegate, del centro urbano e del suo intorno con i siti archeologici, naturalistici, e culturali, si può rafforzare la conoscenza della storia di Villarosa che, in quanto territorio abitato sin dai primordi e quindi molto prima dell’edificazione del paese, si interseca in maniera forte con quella dell’isola. - I° Redazione Dicembre 2007 con il titolo “Villarosa – Le emergenze architettoniche del territorio: manufatti e siti da valorizzare” - I° Aggiornamento Ottobre 2013

Paolo Naselli — VILLAROSA

casa bm - Claudio Bosio, Elisa Mensa

$
0
0

Intervento di ampliamento e ristrutturazione di una abitazione inserita in un villino bifamiliare degli anni ‘70. L’intervento ha inoltre riguardato la riqualificazione energetica dell’edificio attraverso un insieme sistematico di opere.

Claudio Bosio, Elisa Mensa — casa bm

stato di fatto-progetto

Claudio Bosio, Elisa Mensa — casa bm

ingresso

Claudio Bosio, Elisa Mensa — casa bm

interno

Claudio Bosio, Elisa Mensa — casa bm

cucina

Claudio Bosio, Elisa Mensa — casa bm

Claudio Bosio, Elisa Mensa — casa bm

Claudio Bosio, Elisa Mensa — casa bm

Claudio Bosio, Elisa Mensa — casa bm

Claudio Bosio, Elisa Mensa — casa bm

ElleRossa - Amedeo Pedata

$
0
0

Progetto di un mini appartamento con ingresso indipendente all’interno di un’ unità abitativa preesistente più grande, con la quale resta in collegamento attraverso un passaggio che può essere aperto solo dal lato dell’ intervento oggetto di studio.

Amedeo Pedata — ElleRossa

Rilievo della porzione di appartamento oggetto di intervento

Amedeo Pedata — ElleRossa

Planimetria rendering

Amedeo Pedata — ElleRossa

Ipotesi progettuale scelta dal committente

Amedeo Pedata — ElleRossa

Spaccato assonometrico

Amedeo Pedata — ElleRossa

Spaccato assonometrico

Amedeo Pedata — ElleRossa

Vista interna con in evidenza la parete di separazione rossa tra la zona studio e la camera da letto e l'illuminazione a led continuo installata al di sotto della trave in calcestruzzo esistente

Amedeo Pedata — ElleRossa

Vista della camera da letto con in evidenza il mobile contenitore multiuso

house salineiras - ricardo vieira de melo

$
0
0

A small house in the city center of Aveiro in a 4 meters wide plot . With only one front, the house is encrusted in the old tight urban fabric. The aim was to make possible a 3 bedroom house in this plot, alowing one multipurpose garage.

ricardo vieira de melo — house salineiras

ricardo vieira de melo — house salineiras

ricardo vieira de melo — house salineiras

lens 12mm

ricardo vieira de melo — house salineiras

ricardo vieira de melo — house salineiras

ricardo vieira de melo — house salineiras

620-585 nanometri - Amedeo Pedata

$
0
0

Tabula rasa. Quando un committente stanco della vecchia casa chiede di eliminare tutto il preesistente e ripensare da zero la sua abitazione. Questo l’incipit che molti architetti sognano, ma anche la difficoltà di confrontarsi con una pagina bianca…

Amedeo Pedata — 620-585 nanometri

Rilievo dell'abitazione esistente

Amedeo Pedata — 620-585 nanometri

Ipotesi progettuale scelta dal committente

Amedeo Pedata — 620-585 nanometri

Vista del salotto

Amedeo Pedata — 620-585 nanometri

Vista della cucina con in evidenza la dispensa nascosta

Amedeo Pedata — 620-585 nanometri

Vista della cucina in muratura

Amedeo Pedata — 620-585 nanometri

Vista del salotto

Amedeo Pedata — 620-585 nanometri

Vista della camera da letto e della cabina armadio

Nuovo palazzetto dello sport e campo da basket - Gennaro Giaquinto, Luigi di Pietro, Mario Francese

$
0
0

La sfida era di progettare “architetture”, utilizzando molto l’esistente, tra natura e artificio.

Gennaro Giaquinto, Luigi di Pietro, Mario Francese — Nuovo palazzetto dello sport e campo da basket

Il sito è caratterizzato dalla predominanza di grandi spazi aperti. Il lotto si inserisce nella parte periurbana del territorio del Comune di Peschiera del Garda, in un contesto ove sono riconoscibili i caratteri tipici della zona e dove si riscontra un’attenzione al contesto paesaggistico. La parte di territorio interessato in cui si inserisce il progetto, è caratterizzata da particolari scorci e panorami di rilievo paesaggistico. Nell’area sono presenti immobili per l’attività sportiva ma anche immobili a carattere privato le cui caratteristiche costruttive non rispecchiano alcuna tipologia “tipica” o “tradizionale” del luogo.

Gennaro Giaquinto, Luigi di Pietro, Mario Francese — Nuovo palazzetto dello sport e campo da basket

Il lotto in oggetto è inserito in un contesto caratterizzato da un’ampia zona che accoglie sia impianti sportivi, con relativi parcheggi per autoveicoli e sia altri immobili ad uso deposito. Così, il progetto è concepito sulla “riqualificazione” di tutta l’area mediante la “fusione” degli organismi edilizi esistenti mediante volumi architettonici leggeri pensati come percorsi per collegare le varie funzioni interne. L’esterno pensato come spazio per le attività sportive nella stagione calda, “entra” nel nuovo palazzetto mediante grandi vetrate che lasciano intravedere tutto la zona della “passeggiata” sulle sponde del fiume Mincio.

Gennaro Giaquinto, Luigi di Pietro, Mario Francese — Nuovo palazzetto dello sport e campo da basket

Ampi spazi esterni destinati ad eventi, piste ciclabili, spazi attrezzati completano la riqualificazione dell’area. All’ interno sono presenti sia l’area destinata alle attività sportive e sia le tribune per gli spettatori. Nel piano seminterrato, posto sotto le tribune, sono presenti sia gli spogliatoi per gli atleti con i relativi servizi e sia i vari locali di corredo. Tutto lo spazio è stato pensato come un contenitore che può offrire funzioni molteplici non solo sportive.

Gennaro Giaquinto, Luigi di Pietro, Mario Francese — Nuovo palazzetto dello sport e campo da basket

Gennaro Giaquinto, Luigi di Pietro, Mario Francese — Nuovo palazzetto dello sport e campo da basket

Gennaro Giaquinto, Luigi di Pietro, Mario Francese — Nuovo palazzetto dello sport e campo da basket


Mikkeli Water Front - ricardo vieira de melo

$
0
0

Light, Space and Temperature

ricardo vieira de melo — Mikkeli Water Front

Mikkeli is an important crossroad between northern and southern Finland, occupying a strategic geographical position which the new project intends to strengthen. Despite firmly related to the Saimaa Lake, the railway acts like a barrier between the city and the lake and prevent the full enjoyment of the lake.

ricardo vieira de melo — Mikkeli Water Front

The solution proposes two models according to the area of intervention: Nearby the consolidated city, the project reinterprets the continuity of the urban grid extending it to the lake Saimaa. In furthest areas, dispersed deployments are drawn proposing more “natural” environments.

ricardo vieira de melo — Mikkeli Water Front

Because of its location near the central city and the railway station, the central area presents a clear ability to become the new water front and one the main brand for Mikkeli. The main facilities there are: The Science Center, proposed to be an emblematic building. Its position on the lakeshore intends to strengthen its exceptionality and thus allow public enjoyment. The outside to inside visual relationships and shape are related to the way the internal program is organized. The external image results from the internal organization that proposes spaces, pathways and corridors that invite discovery: each compartment grabs itself to the facade to take maximum advantage of natural light while the spaces leftover originate the corridors. The Hotel will be the tallest building of Mikkeli and is positioned on the axis of the street Hallituskatu as a counterpoint to the Cathedral. Its volumetric shape intends to enrich the new image of the city and offer to the tourists and guests a new view of the Satamalahti region. It will have 120 high standard rooms, offering a world-class hotel with spa and conference center. Commercial Ramp – This “Street-like” building aims to solve a city difficulty – making a comfortable and attractively linkage from the water front to the central city. Two new Car Parks, one underground and other “aerial” may be used as longitudinal crossers beneath or above the Main Square during festivals. The Guest Harbor stretches along almost the entire length of the shoreline, although releasing the Science Center front. This new harbor will be supported by an operating building and a welcome center for tourists.

ricardo vieira de melo — Mikkeli Water Front

The project aims to offer different Housing options within three sub-areas. For the inner one it is proposed a city-like apartments type. To the west it is proposed a family type neighborhood within the lake. There will be an area called “HUB city”, concentrating facilities for the central city, museums, chops and offices organize this area. Family like spaces and typologies will characterize the western and south areas of the project. “Family city” celebrates nature with three main conditions: acoustic protection, sunlight and views. “Park city” takes part of its proximity to the lake offering wide spaces and gardens.

ricardo vieira de melo — Mikkeli Water Front

ricardo vieira de melo — Mikkeli Water Front

ricardo vieira de melo — Mikkeli Water Front

ricardo vieira de melo — Mikkeli Water Front

ricardo vieira de melo — Mikkeli Water Front

ricardo vieira de melo — Mikkeli Water Front

*Space to Culture* - Vítor Almeida, Sofia Santos, Filipe Madeira

$
0
0

1. Keeping the fields in mind We unquestionably recognize several qualities in the existing building, and agree that its exceptional character is both architecturally and financially worth keeping. However, as a factory it is by definition a very enclosed space, which we find incoherent with its new use: a center for the arts. This is clear both in its shape, a large mechanism-like object, and in its expression, with continuous mirrored façades that don’t enlighten the observer more than a solid wall, if not giving him the sense of being observed from within. We think that these features don’t take advantage of the otherwise fairly ordered system of green spaces between standalone housing blocks, where one can always have a sense of the fields that surround Quarto Inferiore.

Vítor Almeida, Sofia Santos, Filipe Madeira — *Space to Culture*

site axonometric view

2. Adjustments in scale By removing the mirrored panes, we expose the buildings concrete skeleton, which we transform into a more open structure, sometimes by isolating certain elements, other times by absorbing the most design invested parts, breaking the original shape along existing axes. With subtle adjustments the building becomes a set of pavilions on a garden which is no longer enclosed by the limits of the plot.

We now have a smaller, denser pavilion, which is in much closer dialogue with the buildings nearby, and that houses a set of activities we grouped under the ‘produce’ word – studios and work spaces for guests, artists, teachers, craftsmen, startup creative companies etc. Closer to the street, a second and larger block contains the core of activities, which we named ‘share’– this is where we can host workshops, informal classrooms or practice rooms, etc., all of them surrounded by gallery spaces. The third piece is, given by its temple-like character, the most public; called the ‘exhibit’ space, its position is the most visible and its façade the most open of the group, it is itself a large void where anything could happen from cinema, theatre or a conference, to exhibiting one single central piece in all its drama.

3. Clarifying an identity This configuration of the building demands a new image, one that is compatible with its renewed significance in the community and with the presence demanded to become a new landmark. Since the structure was already in place this is, as Gottfried Semper posed it, a matter of the enclosing. The language of the pavilions is then based on the concrete texture of the existing building, originating (or being integrated in) an array of concrete enclosings that would unify in material and distinguish in feel, from one more enclosed pavilion to the most open. This concept is then brought to the interior spaces, where the flexibility and comfort of space is achieved by thick curtains, now literally a form of weaving and simultaneously a way of working upon the textile tradition of the former factory.

CONCORSO DI PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE ASTIPE CA RITRUOVE! - FELICITA CIANI, stefania silvia spiotta

$
0
0

CONTESTO Il complesso polifunzionale La Porta del Parco, è il primo intervento previsto dal piano di riqualificazione industriale dell’Area ex-Ilva di Bagnoli. Il complesso è stato ideato dall’architetto Silvio d’Ascia e realizzato nel 2010, è stato insignito del riconoscimento del International Galvanizing Award 2012

FELICITA CIANI, stefania silvia spiotta — CONCORSO DI PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE ASTIPE CA RITRUOVE!

CONCEPT DEL PROGETTO

ESIGENZE ED OBIETTIVI Il concorso ha come oggetto la progettazione e la realizzazione di un elemento di arredo urbano sostenibile, ossia realizzato con materiale proveniente da fonti rinnovabili, riciclabili, riusati o recuperati, da collocare nelle piazze della Porta del Parco. Gli obiettivi fondamentali sono la valorizzazione delle piazze mediante la collocazione degli elementi di arredo, e la partecipazione e sensibilizzazione dei cittadini.

FELICITA CIANI, stefania silvia spiotta — CONCORSO DI PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE ASTIPE CA RITRUOVE!

SEFUTA SINGOLA

MATERIALE SOSTENIBILEPLASTICA RICICLATA 1 STEPIL CITTADINO RESPONASBILE RACCOGLIE IL PVC Il PVC , polivinilcloruro, è un materiale plastico composto per il 43% da etilene proveniente da petrolio e per il 57 % da materiale rinnovabile, sale da cucina. Trova spazio in molte applicazioni ed è una delle materie plastiche più diffuse e utilizzate al mondo in settori che vanno dall’edilizia all’imballaggio alimentare e farmaceutico, dalla produzione di presidi medico-chirurgici alla cartotecnica e alla moda. Il Cittadino responsabile mette in atto una raccolta differenziata corretta e consente di riutilizzare il materiale che diviene materia di base. 2/3 STEPLA GESTIONE RESPONSABILE RICICLA IL PVC La Gestione responsabile consente una corretta raccolta della materia prima che viene suddivisa per tipologia, pulita e riciclata meccanicamente in modo da produrre nuovi prodotti utilizzando prodotti di scarto. 4/5 STEPESTRUSIONE Il pvc, ridotto in piccoli pezzettini, viene convogliato, tramite un contenitore con forma ad imbuto, all’interno del corpo principale della macchina detta trafila o estrusore. Nella lavorazione, la mescola di PVCè immessa nella tramoggia del cilindro, ove viene progressivamente riscaldata fino a fondere, anche per effetto del lavoro meccanico della vite stessa che, ruotando la omogeneizza e la trasporta, sospingendola verso il foro d’uscita. Questo, detto filiera o matrice, è sagomato secondo il profilo che si vuol dare al manufatto: può essere quindi a sezione piatta per la produzione di film o di laminati, a sezione di corona circolare per la produzione di tubi o film tubolari, a sezione elaborata per la produzione di profilati. All’uscita della filiera il prodotto viene raffreddato in modo che assuma definitivamente la forma voluta. Successivamente si procede all’assemblaggio manuale dei vari profili. In fase di estrusione è possibile miscelare pigmenti colorati atossici, che consentono di ottenere la colorazione desiderata del prodotto di arredo. 6 STEPPRODOTTO DI ARREDO Il prodotto di arredo è ottenuto dalla composizione dei profili modulo di base, assemblati a secco tramite connessioni maschio femmina-maschio con la possibilità di ripetibilità dell’elemento all’infinito ;il costo dell’elemento deriva dal costo della materia prima e dello stampo

FELICITA CIANI, stefania silvia spiotta — CONCORSO DI PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE ASTIPE CA RITRUOVE!

SISTEMA RASTRELLIERA E SEDUTA

CONCEPT DEL PROGETTO Le linee guida della progettazione sono state: la polifunzionalità degli elementi di arredo, la morbidezza del design ottenuta rispettando le proporzioni dell’individuo e la sinuosità delle linee della piazza. Gli arredi sono progettati con profilati di plastica riciclata proveniente dalla raccolta differenziata domestica. La scelta del materiale sostenibile ed ecologico è stata dettata dai vantaggi che esso offre: manutenzione pressochè nulla, lunga durata, inalterabilità, resistenza agli agenti atmosferici, resistenza a graffiti, assenza di schegge, riciclabile al 100%, inattaccabile da batteri o muffe. Ogni elemento di arredo è progettato secondo un modulo di base ripetibile. Tutti gli elementi sono privi di angoli retti, elementi metallici pericolosi, sono facilmente trasportabili e non necessitano di fissaggio a terra. La seduta singola è creata da profilati affiancati seguendo le linee ergonomiche di un individuo adulto; concepita al netto delle misure minime necessarie alla seduta. Il suo design deriva dalle linee del prospetto esterno della caffetteria, elemento caratterizzante della piazza. La seduta multipla si ottiene componendo un numero desiderato di moduli seduta singola. Nel progetto, come seduta multipla è suggerita una composizione ideale di 3 moduli. Il Tavolo è stato concepito come elemento versatile, la sua altezza consente il duplice utilizzo di seduta e poggia vivande. Il Cestino Quadrifoglio, si compone di 4 moduli-Foglia, e consente la differenziazione dei rifiuti urbani; si propone, in fase progettuale, la duplice versione Quadrifoglio-Grigio e Quadrifoglio-Color. Il Sistema Rastrelliera, comprende un elemento di seduta, per consentire la sosta del ciclista, si configura quindi come elemento polifunzionale. Inoltre è stato ideato una Chaise Longue, ergonomica, progettata seguendo le linee di individuo adulto sdraiato per godere del sole di Napoli; la stessa Chaise Longue presenta una seconda opzione Prato, che consente il contatto diretto della natura e dell’individuo. Il Design del sistema rastrelliera e della Chaise Longue sono ispirati alla prorompenza dell’ elemento progettato dall’architetto Silvio d’Ascia, richiamando lo stesso effetto di fuoriuscita dal piano su cui è poggiato.

FELICITA CIANI, stefania silvia spiotta — CONCORSO DI PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE ASTIPE CA RITRUOVE!

CHAISE-LONGUE

CONCEPT DEL PROGETTO

FELICITA CIANI, stefania silvia spiotta — CONCORSO DI PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE ASTIPE CA RITRUOVE!

CESTINO QUADRIFOGLIO

ESIGENZE ED OBIETTIVI Il concorso ha come oggetto la progettazione e la realizzazione di un elemento di arredo urbano sostenibile, ossia realizzato con materiale proveniente da fonti rinnovabili, riciclabili, riusati o recuperati, da collocare nelle piazze della Porta del Parco. Gli obiettivi fondamentali sono la valorizzazione delle piazze mediante la collocazione degli elementi di arredo, e la partecipazione e sensibilizzazione dei cittadini.

CONCEPT DEL PROGETTO Le linee guida della progettazione sono state: la polifunzionalità degli elementi di arredo, la morbidezza del design ottenuta rispettando le proporzioni dell’individuo e la sinuosità delle linee della piazza. Gli arredi sono progettati con profilati di plastica riciclata proveniente dalla raccolta differenziata domestica. La scelta del materiale sostenibile ed ecologico è stata dettata dai vantaggi che esso offre: manutenzione pressochè nulla, lunga durata, inalterabilità, resistenza agli agenti atmosferici, resistenza a graffiti, assenza di schegge, riciclabile al 100%, inattaccabile da batteri o muffe. Ogni elemento di arredo è progettato secondo un modulo di base ripetibile. Tutti gli elementi sono privi di angoli retti, elementi metallici pericolosi, sono facilmente trasportabili e non necessitano di fissaggio a terra. La seduta singola è creata da profilati affiancati seguendo le linee ergonomiche di un individuo adulto; concepita al netto delle misure minime necessarie alla seduta. Il suo design deriva dalle linee del prospetto esterno della caffetteria, elemento caratterizzante della piazza. La seduta multipla si ottiene componendo un numero desiderato di moduli seduta singola. Nel progetto, come seduta multipla è suggerita una composizione ideale di 3 moduli. Il Tavolo è stato concepito come elemento versatile, la sua altezza consente il duplice utilizzo di seduta e poggia vivande. Il Cestino Quadrifoglio, si compone di 4 moduli-Foglia, e consente la differenziazione dei rifiuti urbani; si propone, in fase progettuale, la duplice versione Quadrifoglio-Grigio e Quadrifoglio-Color. Il Sistema Rastrelliera, comprende un elemento di seduta, per consentire la sosta del ciclista, si configura quindi come elemento polifunzionale. Inoltre è stato ideato una Chaise Longue, ergonomica, progettata seguendo le linee di individuo adulto sdraiato per godere del sole di Napoli; la stessa Chaise Longue presenta una seconda opzione Prato, che consente il contatto diretto della natura e dell’individuo. Il Design del sistema rastrelliera e della Chaise Longue sono ispirati alla prorompenza dell’ elemento progettato dall’architetto Silvio d’Ascia, richiamando lo stesso effetto di fuoriuscita dal piano su cui è poggiato.

Space to Culture - Vítor Almeida, Sofia Santos, Filipe Madeira

$
0
0

1. Keeping the fields in mind _ We unquestionably recognize several qualities in the existing building, and agree that its exceptional character is both architecturally and financially worth keeping. However, as a factory it is by definition a very enclosed space, which we find incoherent with its new use: a center for the arts. This is clear both in its shape, a large mechanism-like object, and in its expression, with continuous mirrored façades that don’t enlighten the observer more than a solid wall, if not giving him the sense of being observed from within. We think that these features don’t take advantage of the otherwise fairly ordered system of green spaces between standalone housing blocks, where one can always have a sense of the fields that surround Quarto Inferiore.

Vítor Almeida, Sofia Santos, Filipe Madeira — Space to Culture

site axonometric view

2. Adjustments in scale _ By removing the mirrored panes, we expose the buildings concrete skeleton, which we transform into a more open structure, sometimes by isolating certain elements, other times by absorbing the most design invested parts, breaking the original shape along existing axes. With subtle adjustments the building becomes a set of pavilions on a garden which is no longer enclosed by the limits of the plot.

Vítor Almeida, Sofia Santos, Filipe Madeira — Space to Culture

conseptual scheme

We now have a smaller, denser pavilion, which is in much closer dialogue with the buildings nearby, and that houses a set of activities we grouped under the ‘produce’ word – studios and work spaces for guests, artists, teachers, craftsmen, startup creative companies etc. Closer to the street, a second and larger block contains the core of activities, which we named ‘share’– this is where we can host workshops, informal classrooms or practice rooms, etc., all of them surrounded by gallery spaces. The third piece is, given by its temple-like character, the most public; called the ‘exhibit’ space, its position is the most visible and its façade the most open of the group, it is itself a large void where anything could happen from cinema, theatre or a conference, to exhibiting one single central piece in all its drama.

Vítor Almeida, Sofia Santos, Filipe Madeira — Space to Culture

interior axonometric view

3. Clarifying an identity _ This configuration of the building demands a new image, one that is compatible with its renewed significance in the community and with the presence demanded to become a new landmark. Since the structure was already in place this is, as Gottfried Semper posed it, a matter of the enclosing. The language of the pavilions is then based on the concrete texture of the existing building, originating (or being integrated in) an array of concrete enclosings that would unify in material and distinguish in feel, from one more enclosed pavilion to the most open. This concept is then brought to the interior spaces, where the flexibility and comfort of space is achieved by thick curtains, now literally a form of weaving and simultaneously a way of working upon the textile tradition of the former factory.

Vítor Almeida, Sofia Santos, Filipe Madeira — Space to Culture

ground floor | west facade

Vítor Almeida, Sofia Santos, Filipe Madeira — Space to Culture

first floor | north facade

Vítor Almeida, Sofia Santos, Filipe Madeira — Space to Culture

entrance and main pavilion collage

Yellow House - KM429 architettura, Simona Avigni, Alessio Bernardelli

$
0
0

Il progetto prevede la realizzazione di una nuova abitazione unifamiliare situata in un quartiere residenziale a sud dell’abitato della città di Modena.

KM429 architettura, Simona Avigni, Alessio Bernardelli — Yellow House

E’ un edificio a due piani di forma compatta che trova nel camino bifacciale il centro di aggregazione familiare; è rivestito, come la zona basamentale, in pietra con effetto a losanga.

KM429 architettura, Simona Avigni, Alessio Bernardelli — Yellow House

KM429 architettura, Simona Avigni, Alessio Bernardelli — Yellow House

KM429 architettura, Simona Avigni, Alessio Bernardelli — Yellow House

KM429 architettura, Simona Avigni, Alessio Bernardelli — Yellow House

KM429 architettura, Simona Avigni, Alessio Bernardelli — Yellow House

Viewing all 11324 articles
Browse latest View live




Latest Images