Il restauro di un edificio storico presenta alcune complessità che vanno affrontate seguendo le tracce che il tempo ha costruito sull’originale.
Il restauro e riuso di un edificio senza storia all’apparenza non presenta le stesse difficoltà, ma in realtà la finalità d’uso che gli si vorrà attribuire pone altri interrogativi sulle scelte dell’intervento strutturale.
Nel nostro caso, trasformare una struttura in muratura in un open space, per far funzionare la banca e i luoghi d’incontro richiesti dalla committenza, ha dovuto comportare interventi radicali al fine di ottenere quello spazio indispensabile per lo svolgersi delle funzioni.
E’ apparso da subito chiaro che le nuove funzioni da collocare nell’edificio, unitamente agli adeguamenti statici di normativa sismica e per gli incrementi di carico previsti nonché la fatiscenza di una significativa parte degli orizzontamenti, inducevano ad interventi profondi ma risolutivi.
Si è deciso perciò, mantenendo la morfologia del manufatto (altezza, larghezza e caratteristiche estetiche) nel rispetto della normativa urbanistica vigente e del ruolo che l’edificio ormai ha nello skyline urbano e nella memoria della collettività, di svuotare la parte interna dalle strutture continue, sostituendo con pilastri in acciaio (rivestiti da sagome circolari) gli storici allineamenti murari.
In tal modo le spine continue, collocate longitudinalmente e le due perpendicolari, sono state rimarcate da pilastri, animati in acciaio.
La stessa cifra strutturale è stata utilizzata per il mantenimento delle facciate innestando nello spessore dei muri elementi verticali in acciaio. Questo ha acconsentito di ampliare i luoghi di incontro senza turbare l’etica storica che l’edificio porta con sé, rendendo riconoscibile il suo aspetto esteriore, consentendo nel contempo di ottenere una spazialità di qualità degna di un edificio la cui importanza civile è fuori discussione.
Le uniche aggiunte alla morfologia esterna sono state:
a) realizzazione di un patio compreso tra le due ali dell’edificio ottenuto attraverso l’esecuzione di una successione di archi in continuità con i prospetti.
b)realizzazione di un cornicione in acciaio e travertino che tende ad armonizzare l’edificio esistente inserendolo nel paesaggio.
Con queste due modifiche si sono ottenuti i seguenti scopi:
a)completamento dell’edificio a “C” con archi in antis, mentre il cornicione finemente lavorato nel suo intradosso, dovrebbe consentire uno slancio organico all’attuale configurazione morfologica.
b)l’ingresso principale all’edificio centrale, come richiede l’intera funzione, è sormontato da un’alta vetrata che comprende i due piani superiori, portando luce e sole diretto alla nuova spazialità dell’interno.
Per il ruolo che la BCC di Palestrina storicamente riveste nella comunità locale che travalica i confini istituzionali per affondare le sue radici nel sociale, l’obiettivo primario perseguito nel progetto di ristrutturazione dell’edificio per realizzarne la nuova sede principale della Banca, è stato certo quello di predisporre un manufatto di rappresentanza atto ad ospitare la Direzione Generale e gli Uffici di Direzione con le attività ad essi connesse ma anche la realizzazione di locali che costituiscano nuove possibilità di aggregazione civile e sociale, quali spazi per manifestazioni culturali di tipo associativo, sale per manifestazioni e riunioni, spazi espositivi, servizi che potrebbero essere aperti al territorio anche oltre gli orari di lavoro degli uffici bancari.
Data la localizzazione strategica, sarà particolarmente da curarsi il rapporto con l’immediato intorno urbanistico ma anche con il più ampio contesto cittadino. E’ interesse della Banca che l’impatto dell’edificio con il suo intorno, in particolare nel nodo rappresentato dalla via Ceciliana, sia risolto con elevate caratteristiche estetiche.
L’approccio compositivo ha teso a:
a)trasformare l’anonimo edificio in uno spazio di alto livello urbano con l’aggiunta del patio in antis, la sua fontana, il suo parterre;
b)dare al complesso, data la sua collocazione sulla collina, un’aria che rimanda ad edifici preziosi cinquecenteschi (Antonio da San Gallo, Palladio), sperando in tal modo di attribuire “nobiltà” ad un edificio francamente povero di carattere;
c)completare il senso di villa romana che rimanda a molti interventi della prima metà del secolo scorso attraverso i filari di piastrelle maiolicate collocati nella parte alta dell’edificio.
ll progetto coniuga qualità architettonica, innovazione tecnologica sostenibile e integrazione costruito/ambiente con l’intento di garantire sicurezza, durabilità, efficienza energetica, accessibilità e benessere, attraverso una rappresentazione che contiene l’idea di dinamismo, solidità e accoglienza che devono connotare e permeare un’opera atta ad accogliere la nuova sede di una istituzione che è solidamente radicata nella comunità locale e che, attraverso la nuova immagine, vuole proiettare all’esterno la filosofia aziendale con l’intento di perpetuarla nel futuro.
Per perseguire tali obiettivi il progetto propone l’impiego di materiali nobili e senza tempo (pietra e acciaio), si articola in spazi accoglienti e ad accessibilità facilitata, sostanziati da forme che esprimono chiaramente la funzione racchiusa e la struttura che le sostiene.
La struttura risponde ai requisiti di accessibilità prevista dalla Legge 13/1989 per gli edifici ad accesso pubblico in materia di superamento delle barriere architettoniche. Infatti, la fruibilità dell’edificio è garantita attraverso percorsi accessibili agli utenti con abilità motorie diverse. È, inoltre, garantita l’accessibilità ai servizi igienici con dimensioni e dotazioni specifiche per diversamente abili. Le porte interne di accesso a tutti gli ambienti hanno dimensioni 90 cm e i percorsi interni di dimensione adeguate alle manovre di persone su sedia a rotelle. Il parcheggio garantisce agevole possibilità di sosta per gli utenti disabili e il percorso di avvicinamento alla struttura è in piano, senza la presenza di barriere architettoniche.
In definitiva, l’edificio è stato studiato in modo da garantire la massima fruibilità da parte di tutti gli utenti e le persone con difficoltà motorie non necessitano di percorsi dedicati separati ad eccezione delle 2 rampe d’accesso alla filiale, poste simmetricamente ai due lati dello scalone principale che, al di la della loro mera funzione normativa, offrono la possibilità di esperire la suggestiva nuova spazialità determinata dal portico in antis con le sue vasche e l’arredo vegetale, attraverso i cambi di prospettiva dettati dal percorso.
© Alessandro Siniscalco . Published on June 09, 2014.
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