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space to culture - Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco

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Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco — space to culture

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Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco — space to culture

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Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco — space to culture

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Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco — space to culture

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Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco — space to culture

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Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco — space to culture

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Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco — space to culture

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Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco — space to culture

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Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco — space to culture

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casa C - Giuseppe Mascolo_marasmastudio, Filomena Fusco

Australian Garden - Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson

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The Royal Botanic Gardens, Melbourne has created a major new botanic garden on a 25-hectare site at Cranbourne on the south-eastern outskirts of Melbourne. The garden addresses contemporary environmental and cultural issues to bring a new type of garden experience to visitors. The garden seeks to create an environment in which specific qualities of flora are highlighted in a manner that will inspire visitors to further explore Australian plants. A common theme through the garden design is the exploration and expression of the evolving relationship between the Australian people and our landscape and flora. Water is the mediating element between these natural and human derived gardens. The garden highlights the tension between the natural landscape and our human impulse to steadily change it. This tension is not eliminated; rather it is the driving creative impulse for exploration, expression and interpretation of the landscape and its flora.

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Location: Royal Botanic Gardens, Cranbourne, Victoria
Completion Date: Stage 1: 2005, Stage 2: 2012
Construction budget: $11,000,000 (AUD)
Size: 25 Hectare

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Credits
Landscape Architects and Horticulture: Taylor Cullity Lethlean with Paul Thompson
Architecture: Rockpool Shelter: Greg Burgess Architects (Stage 1)
Visitor Centre: Kirsten Thompson Architects (Stage 1)
Shelters –BKK (Stage 2)
Engineering: Meinhardt (Stage 1) and Irwin Consult (Stage 2)
Engineering (Lilly Pad Bridge): Peter Felacetti (Stage 2)
Cost Planning: DCWC (Stage 1) and Rider Levett Bucknall (Stage 2)
Soil Consultants: Robert van de Graaff (Stage 1) and Peter May (Stage 2)
Lighting: Barry Webb and Associates
Irrigation: Irrigation Design Consultants
Water: Waterforms International (Stage 1 ) and Doug Basich (Stage 2)
Sculpture: Ephemeral Lake: Mark Stoner and Edwina Kearney (Stage 1)
Escarpment Wall: Greg Clark
Superintendency: LIS

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Taylor Cullity Lethlean, Paul Thompson — Australian Garden

Padiglione infanzia - SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana

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Il progetto per il padiglione dell’infanzia si innesta in uno spazio angusto tra gli edifici alti che lo circondano. Sul bordo nord – est l’area si aggancia ad uno dei percorsi del parco “La Biblioteca degli Alberi”. Il lato sud – est è il fronte che mette in comunicazione questo piccolo polo con l’intero Parco: attraverso il posizionamento di una pensilina, elemento, contemporaneamente, di separazione e relazione, uno spazio di permutazione delle funzioni, sono risolti i rapporti a scala urbana. Tre schemi immaginano che la struttura dei percorsi possa definire anche alcuni spazi esterni all’area in prossimità degli accessi ed evidenziano le scelte degli spazi aperti.

SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana — Padiglione infanzia

Il piccolo edificio ludico è composto da due corpi autonomi, sia nell’aspetto volumetrico che strutturale, collegati dall’atrio centrale, dalla doppia altezza e dallo spazio di distribuzione. Al piano terra le due aule più grandi si affacciano verso sud – est e sono quelle più luminose; nel corpo verso nord – ovest sono sistemate le aule piccole, facilmente oscurabili ed i servizi. Al piano superiore si distribuiscono il centro studi e biblioteca come unico spazio nel blocco 2, mentre gli uffici, i servizi e lo spazio incontri nel blocco 1 (vedi tavola 2). Questa chiarezza funzionale e compositiva ci permette di razionalizzare gli spazi sia per i genitori che per i piccoli fruitori. Entrambi i piani rientrano nei metri quadri richiesti dal bando (circa 240 a piano). I fronti sono caratterizzati da una partizione orizzontale: il piano terra alterna chiusure e aperture (vetro e legno), il primo piano è quasi del tutto chiuso da una contro – parete autonoma dal volume abitabile; la luce viene filtrata dall’alto o attraverso le doghe di rivestimento. Sia l’edificio che i suoi spazi esterni sono pensati come attrezzature dedicate alle attività di socializzazione, integrandosi con i nuovi servizi del Parco mettendo a disposizione dei bambini e delle loro famiglie materiali, attività e servizi per favorire lo sviluppo, l’educazione, la socializzazione, lo svago e il tempo libero. Lo spazio gioco per i bambini è un luogo articolato in funzioni diverse ma omogenee tra loro: il teatro all’aperto consente lo svolgimento di spettacoli teatrali e musicali, le aree verdi alberate il gioco libero, le aree attrezzate con giochi all’aperto attività ludiche speciali. Il sistema di pergolati in alluminio segnala i percorsi carrabili e pedonali in stretto rapporto con gli accessi. La pensilina di accesso contribuisce alla creazione di spazi coperti esterni e, attraverso doghe verticali multi colorate, filtra il rapporto visivo con l’esterno. Sia il volume sghembo del padiglione che le doghe verticali di chiusura avranno una colorazione decisa in modo da definire l’aspetto comunicativo del padiglione.

SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana — Padiglione infanzia

prospettiva interna

SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana — Padiglione infanzia

impianto

SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana — Padiglione infanzia

pianta secondo livello e sezioni

SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana — Padiglione infanzia

schemi urbani

SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana — Padiglione infanzia

volumetrico

SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana — Padiglione infanzia

schizzo 1

SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana — Padiglione infanzia

schizzo 2

SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana — Padiglione infanzia

schizzo 3

SDGR Studio, Costantino Diana, giuseppe diana — Padiglione infanzia

schizzo 4

Hortus Hospice - Gianluca Cosmacini

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Un disegno geometrico, costituito da linee e corsie disposte in una spirale quadrata che definisce un percorso verso il centro. Una variante di un disegno che da 5000 anni è declinato in infinite forme e materiali a seconda del contesto culturale in cui si sviluppa. Il labirinto è diventato un simbolo universale a cui sono stai attribuiti significati tanto diversi quanti sono i periodi, le culture e le aree geografiche dove sono stati realizzati. In questo progetto, senza voler definire una interpretazione univoca del significato che assume il labirinto oggi, è proposto un percorso vegetale mutevole in relazione al periodo di fioritura della lavanda, unica pianta impiegata per delineare un disegno molto netto per colore e profumo. Il disegno è completato da una linea realizzata con pietre e costruita nel tempo dai visitatori, parenti e amici dei degenti, che collocano i sassi in una successione non necessariamente ordinata ma su una traccia predifinita. Una pietra posata simbolicamente a memoria e onore di qualcosa di saldo che resta nonostante la perdita.

Gianluca Cosmacini — Hortus Hospice

Labirinto - Planimetria

Piazza Roma, Brugnera - Claudio Costalonga, brenno sonego

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La strategia progettuale fu di un restauro del suolo urbano con segni contenuti ma significativi, profili sfuggenti, leggere pendenze che raccordano separano e articolano luoghi, nel tentativo di conferire energia e leggerezza allo spazio, forme primitive che saranno percepibili come radicate nel terreno, quasi fossero delle remote tracce. Lo spazio orizzontale della piazza con una pavimentazione ricca di linee prospettiche che generano piani di materiali e colori diversi, restituendo omogeneità e identità alla piazza ed ai luoghi che la circondano, leggeri scarti e vedute prospettiche che creano geometrie tra loro articolate ed in equilibrio, un suolo che non produce attrito in chi lo percorre, ma che cerca di riproporre con un linguaggio contemporaneo la sensibilità del paesaggio storico urbano. E’ essenziale per il progetto prendere coscienza del valore di ciò che è stato, per sospenderlo dalla nostra memoria e dar spazio al nuovo.

Claudio Costalonga, brenno sonego — Piazza Roma, Brugnera

L’immagine finale che si vuole ottenere dalla pavimentazione della piazza è riferita al materiale per eccellenza che ha caratterizzato e caratterizza la storia di Brugnera: il legno. La similitudine con il legno ricercata attraverso la diversità di formati e di lavorazioni della piazza caratterizzata da fasce lunghe alternativamente mt.3-6-9, che nelle nostre intenzioni vuole configurare lo spazio della piazza come un grande interno pavimentato come un “tavolato” in legno, dove le diverse lavorazioni della trachite grigia rappresentano le diverse tonalità naturali di colore che ha effettivamente un vero pavimento in legno. La piazza ha una doppia chiave di lettura, generata dalla “trama” della pavimentazione stessa che se vista nel senso della strada assume l’aspetto di un “tavolato”, mentre nel senso opposto appare come una “catasta di legno” con tavole di spessori e tonalità diversi.

Claudio Costalonga, brenno sonego — Piazza Roma, Brugnera

Claudio Costalonga, brenno sonego — Piazza Roma, Brugnera

studio delle pavimentazioni

Claudio Costalonga, brenno sonego — Piazza Roma, Brugnera

Claudio Costalonga, brenno sonego — Piazza Roma, Brugnera

Claudio Costalonga, brenno sonego — Piazza Roma, Brugnera

Claudio Costalonga, brenno sonego — Piazza Roma, Brugnera

Claudio Costalonga, brenno sonego — Piazza Roma, Brugnera

Claudio Costalonga, brenno sonego — Piazza Roma, Brugnera

Claudio Costalonga, brenno sonego — Piazza Roma, Brugnera

Il Sistema Museale di Mont’e Prama - AJF/design

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NOI SIAMO lo dicono le statue, lo dice una voce controcampo, lo dice l’utente… ma non solo, deve essere inteso come NOI TUTTI, tutti quelli che a questo mondo vogliono “appartenere”. NOI TUTTI sono loro: le statue, quelli che le hanno volute, realizzate, chi le ha scoperte, scavate, trasportate, studiate, visitate, restaurate, criticate, raccontate, fatte crescere, accolte… insomma TUTTI loro e tanti altri che dopo l’oggi si uniranno al viaggio. Cosa sia Mont’ePrama, quale sia il suo significato, se lo chiedono tutti. Noi siamo. Noi esistiamo. E siamo ciò che vedete Opere realizzate in passato, create per sopravvivere al tempo per raccontare quel passato a tutti coloro che vorranno ascoltare la nostra storia.

AJF/design — Il Sistema Museale di Mont’e Prama

NOI SIAMO

WE ARE, the statues say, WE ARE, a voice-over echoes. WE ARE… muses the person contemplating: it is a state of mind, a wider collective we, ALL OF US who chose to enter this world, and belong to it. WE, not just the stones but also those who wanted, created, discovered, unearthed, transported, studied, visited, restored, analyzed, narrated, brought up, received them… ALL OF US and many others who after today will join this journey of discovery. Everybody wonders: what is Mont’ePrama , what does it mean? We are. We exist. We are what you can see, the statues repeat. Works from the past, created to survive their time, to tell of that past for all who want to listen to their story, our story.

AJF/design — Il Sistema Museale di Mont’e Prama

MONT'E PRAMA

AJF/design — Il Sistema Museale di Mont’e Prama

TUNNEL DEL TEMPO

AJF/design — Il Sistema Museale di Mont’e Prama

SALA BRONZETTI

AJF/design — Il Sistema Museale di Mont’e Prama

SALA DEI BETILI

AJF/design — Il Sistema Museale di Mont’e Prama

SALA DELLE STATUE

AJF/design — Il Sistema Museale di Mont’e Prama

IL TERRITORIO

Scilocco House Concept - Salvatore Damiano SD+ Architecture & Design

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Concept architettonico ideato per insistere in un lotto intercluso stretto e lungo, si affaccia in una delle vie principali della cittadina costiera di San Vito Lo Capo (TP); un’abitazione estiva destinata ad uno scrittore non professionista e collezionista di romanzi. L’interno è uno spazio unitario in continuum, senza pareti: il piano terra è un ambiente unico che dall’ingresso fa protendere lo sguardo verso il giardino; il primo piano consiste nello spazio dedicato alla lettura e alla libreria, completamente vetrato, con affaccio sul giardino; da questo luogo si staglia la scala che attraversa obliquamente il grande spazio a tripla altezza, costituendo un segno forte al suo interno; al secondo piano vi sono le due camere da letto; da quella principale si può accedere allo spazio destinato all’attività di scrittura, pensato come sospeso sulla zona d’ingresso. Fatti salvi i bagni e le camere da letto, non vengono usati divisori o parapetti, e ove questi sono necessari si realizzano in vetro.

Salvatore Damiano SD+ Architecture & Design — Scilocco House Concept

Vista dal giardino

Salvatore Damiano SD+ Architecture & Design — Scilocco House Concept

Vista dalla strada

Salvatore Damiano SD+ Architecture & Design — Scilocco House Concept

Interno, vista dall'ingresso

Salvatore Damiano SD+ Architecture & Design — Scilocco House Concept

Interno, primo piano, libreria

Salvatore Damiano SD+ Architecture & Design — Scilocco House Concept

Tripla altezza

Salvatore Damiano SD+ Architecture & Design — Scilocco House Concept

Vista notturna, esterno

Salvatore Damiano SD+ Architecture & Design — Scilocco House Concept

Elaborati grafici


Chipinque – Apartment Renovation - Jakob Gomez

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Monterrey is well known for its imposing-scale mountains. Located in Chipinque, part of the Sierra Madre Oriental, this project offers unique panoramic views of the valley and the surrounding nature.

Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

GroovyChaos

Built in the 70s the building complex was intended to provide affordable housing in the area. With only 61 square meters (~657 sqft) the goal was to update the nearly 40-year old concrete structure by reorganizing the layout and rethinking natural light, materials and finishes.

Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

GroovyChaos

The rearrangement of areas (kitchen, living, dining and bedrooms) orbit around a center (yellow) foyer, and mirrors the materials throughout. All finish materials were carefully selected to reflect the characteristic color shades and materials provided by the local limestone and pine wood.

Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

GroovyChaos

Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

GroovyChaos

Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

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Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

GroovyChaos

Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

GroovyChaos

Jakob Gomez — Chipinque – Apartment Renovation

GroovyChaos

SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE - ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA

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Situato nel mezzo nella nota Valle delle Cartiere di Toscolano Maderno, il sito archeologico di Maina superiore, rappresenta una delle principali testimonianze dell’industria cartaria della zona. A seguito di una campagna di scavi fortemente perseguita dall’Amministrazione Comunale, che ha portato alla luce numerosi ambienti, si è deciso di proteggere gli importanti ritrovamenti mediante la realizzazione di una copertura fissa. I vani interamente voltati, anticamente destinati alla lavorazione delle materie prime mediante magli idraulici azionati dal vicino fossato, sono stati completamente restaurati. Gli apparati murari in pietra preesistenti hanno subito attenti e minuziosi interventi di consolidamento mediante stilatura dei giunti. Le volte, messe a nudo mediante l’asportazione del materiale accumulatosi all’estradosso, sono state adeguatamente rinforzate con una cartella armata. La copertura è stata eseguita con materiali che permettessero la facile lettura storica degli interventi eseguiti in epoca moderna. Lo studio progettuale ha quindi condotto alla realizzazione di struttura portante metallica, solai in legno massello uso Trieste e sovrastante manto di copertura in policarbonato alveolare trasparente e resistente ai raggi UV. L’utilizzo del materiale plastico ha garantito che la luce naturale filtrasse attraverso la nuova struttura in modo da illuminare glia ambienti sottostanti. Il fronte della nuova copertura è stato inoltre rivestito con delle doghe di larice posizionate verticalmente. Il materiale e la disposizione è stata studiata in modo da riproporre, seppur in chiave moderna, gli antichi tamponamenti degli essicatoi delle cartiere locali. Il progetto ha inoltre previsto la realizzazione di nuovi percorsi di visita. Le passerelle risultano ancorate puntualmente al terreno mediante profilati in ferro di piccole dimensioni in modo da limitare l’esecuzione di opere che danneggiassero le pavimentazioni sottostanti. Il percorso di visita risulta eseguito mediante griglie metalliche in acciaio zincato. Il tutto per fare in modo che la corsia cosi eseguita risultasse sopraelevata rispetto alla quota di calpestio dei vani garantendo la tutela del sito archeologico.

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

INQUADRAMENTO TERRITORIALE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

RENDER DI PROGETTO

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

RENDER DI PROGETTO

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

ALBERTO SARAMONDI, BRISINELLO ANNA — SCAVI ARCHEOLOGICI CARTIERA DI MAINA SUPERIORE

Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare - antonio fini

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Tesi progetto e contesto

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

Architetto Antonio Fini Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume Alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

Relatori: Prof. Ing. Alberto Clementi Prof. Arch. Susanna Ferrini

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

Tutor: Arch. Ester Zazzero

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

architetto antonio fini

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

antonio fini — Riqualificazione e sviluppo sostenibile dell'area del fiume alento come progetto strategico per Francavilla al Mare

"GO DI" Il primo GOnioDIstanziometro al mondo! - OFFICINE IADR

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GO-DI (ovvero: GOniometro DIstanziometro) è un leggero e compatto strumento automatico per il rilievo di spazi interni e parziali architettonici.

OFFICINE IADR — "GO DI" Il primo GOnioDIstanziometro al mondo!

"GODI" Il GOnioDIstanziometro

Il dispositivo è concepito per permettere di ottenere una migliore qualità dei dati rilevati e soprattutto per garantire una notevole velocizzazione dei tempi di misurazione, di analisi e di elaborazione grafica dei dati raccolti.

OFFICINE IADR — "GO DI" Il primo GOnioDIstanziometro al mondo!

"GODI" Il GOnioDIstanziometro

I due obiettivi principali del progetto sono stati raggiunti attraverso la totale eliminazione delle due fasi di lavoro previste dai rilievi di tipo tradizionale, molto dispendiose in termini di tempo: sul campo la stesura cartacea in pianta degli spazi interessati dal rilievo, con relativa trascrizione delle distanze verificate, e quindi in ufficio la successiva trascrizione digitale e rielaborazione grafica delle stesse misurazioni raccolte. Utilizzando congiuntamente le tecnologie di un distanziometro laser e di un accellerometro/goniometro digitale, GO-DI è in grado di rielaborare già in loco una precisa restituzione grafica degli spazi misurati, e quindi, tramite un apposito software, di inviarla in tempo reale a qualsiasi dispositivo remoto (computer, smartphone o tablet), rendendo il rilievo immediatamente disponibile.

OFFICINE IADR — "GO DI" Il primo GOnioDIstanziometro al mondo!

"GODI" Il GOnioDIstanziometro

ADI

OFFICINE IADR — "GO DI" Il primo GOnioDIstanziometro al mondo!

"GODI" Il GOnioDIstanziometro

Casa K, Pavia - Fabio Ramella

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Ristrutturazione di un appartamento di 70 mq a Pavia per un giovane veterinario.

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Fabio Ramella — Casa K, Pavia

Roof Garden Bar/Restaurant - Giacomo Cattani

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Il progetto prevede la realizzazione di un “roof garden bar/restaurant” tramite la riqualificazione del rooftop di un edificio terziario con vista panoramica verso Città Alta di Bergamo. Il concept prevede la creazione di uno spazio suggestivo, arioso e luminoso in relazione con il verde, l’acqua e la natura, per instaurare un’atmosfera rilassante in contrasto alla vita frenetica della città. Si è scelto, a tal proposito, di creare uno spazio centrale di forma sinuosa delimitato da un tappeto di erba sintetica nel quale si può trovare uno specchio d’acqua attraversato da un ponticello e arredato con delle poltroncine e dei divanetti. Si sono realizzate, inoltre, delle aree più intime schermate con degli ombrelloni e piantumazioni. Il banco bar è di design, modulare e realizzato in polietilene bianco, molto resistente ed adatto per l’outdoor; di sera diventa un elemento scenografico di spicco dell’ambiente grazie alla sua completa luminosità. Tra gli oggetti luminosi si colloca la “Lampada Beelight”, parallelepipedo con motivo alveolare, design dello studio.

Giacomo Cattani — Roof Garden Bar/Restaurant

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Giacomo Cattani — Roof Garden Bar/Restaurant

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Giacomo Cattani — Roof Garden Bar/Restaurant

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Giacomo Cattani — Roof Garden Bar/Restaurant

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Giacomo Cattani — Roof Garden Bar/Restaurant

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Giacomo Cattani — Roof Garden Bar/Restaurant

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Giacomo Cattani — Roof Garden Bar/Restaurant

terno 07

Nuova biblioteca comunale. Briosco - Alessandro Mattei, Caterina Naglieri, Francesco Ronconi, Marek Gliniewicz

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CRITERI E IMPOSTAZIONE GENERALE DELLA PROPOSTA– La biblioteca è un condominio dove possono convivere pacificamente Oscar Wilde e Vittorio Sgarbi, un luogo meraviglioso che dovrebbe essere considerato magico e sacro. Essa è anche il luogo in cui coesistono migliaia di universi di parole che, pur toccandosi e sovrapponendosi, non danno mai vita a futili contraddittori come in televisione o a infinite code di commenti come nei social network. È quel luogo in cui il fruitore può sviluppare le sue idee senza intermediari. È uno dei pochi luoghi nella società dell’iper-informazione in cui spetta a noi decidere quale universo esplorare, senza scivolarvi dentro come nel web né trovarvisi per caso come nella televisione.

Alessandro Mattei, Caterina Naglieri, Francesco Ronconi, Marek Gliniewicz — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Concept di progetto

Scriveva Jean-Paul Sartre “Nei libri ho incontrato l’universo: assimilato, classificato, etichettato, pensato, temibile anche; e ho confuso il disordine delle mie esperienze libresche con il corso casuale degli avvenimenti reali.” (J.P. Sartre, Le Parole, 1964). Nella biblioteca siamo come Alice all’ingresso del Paese delle Meraviglie: è nostro compito trovare la chiave, scostare la tenda e trovare la porta per avere accesso agli universi altri che ci permettono di capire meglio l’unico in cui viviamo. “Quand’ecco che [Alice] si imbatté in un tavolinetto a tre gambe, tutto di vetro massiccio: sopra non c’era altro che una minuscola chiave d’oro, e Alice pensò subito che potesse appartenere a una delle porte” del vestibolo; ma ahimè! O le serrature erano troppo grandi, o la chiave troppo piccina, sta di fatto che non ne aprì nessuna. Però al secondo tentativo Alice trovò una tenda bassa che prima non aveva notato, e dietro, una porticina non più alta di una quarantina di centimetri; provò la chiavetta d’oro in quella serratura, e con sua grande gioia vide che funzionava! Alice aprì la porticina e trovò che dava su un corridoietto non molto più ampio di una tana di topo; s’inginocchiò e guardò lungo il corridoio, e vide che in fondo c’era il più bel giardino che avesse mai visto.” (L. Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie, 1865). La nuova biblioteca di Briosco è uno squarcio nel terreno che come la tenda appena scostata dell’illustrazione di John Tenniel lascia intravedere la porta che da accesso al paese delle meraviglie.

Alessandro Mattei, Caterina Naglieri, Francesco Ronconi, Marek Gliniewicz — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Planimetria generale

  La posizione arretrata dell’edificio rispetto alle due strade carrabili che circondano l’area di progetto sui lati nord e ovest (rispettivamente Via G. Carducci e Via L. Da Vinci) è determinata da tre fattori. Il primo è la volontà di garantire un adeguato comfort acustico alle attività svolte nella biblioteca, allontanandola il più possibile dalle zone carrabili; il secondo è il desiderio di creare, tra il nuovo edificio, l’entrata principale all’area e la baita degli alpini esistente, uno spazio pubblico sotto forma di una piccola piazza; il terzo fattore è la volontà di preservare l’area gioco presente nella parte settentrionale dell’area. L’accesso principale del nuovo edificio è pertanto quello su Via L. Da Vinci, collocato in corrispondenza del varco già esistente. Il secondo varco di entrata, quello su Via G. Carducci che attualmente dà accesso all’area giochi, ha funzione di ingresso secondario. Si ritiene che i parcheggi esistenti su Via G. Carducci e Via L. Da Vinci siano sufficienti a soddisfare le esigenze dei dipendenti e dei visitatori della biblioteca e che di conseguenza l’intera area di intervento possa essere dedicata esclusivamente a forme di mobilità dolce. Sono infatti previsti, in prossimità dell’entrata della biblioteca, parcheggi per le biciclette. Uno dei principi-guida del progetto è la massimizzazione della relazione tra il nuovo edificio pubblico e l’area verde esistente. Questo si concretizza nella riduzione al minimo delle aree esterne pavimentate con il conseguente incremento della superficie drenante e nella percorribilità di tutta l’area da parte dei fruitori. L’edificio risulta totalmente immerso nel parco e circondato da un percorso che connette le due entrate presenti, l’area giochi a nord e la baita degli alpini a sud. Lo stemma degli alpini esistente è ricollocato in un apposito spazio verde all’estremità ovest dell’area di intervento, compresa tra l’entrata principale della biblioteca e quella della baita degli alpini, in modo tale che sia visibile dalla strada. Si prevede anche la ricollocazione, per la realizzazione del nuovo edificio, di uno degli alberi esistenti all’interno del parco stesso.

Alessandro Mattei, Caterina Naglieri, Francesco Ronconi, Marek Gliniewicz — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Vista esterna della biblioteca e della nuova piazza

ASPETTI ARCHITETTONICI, FUNZIONALI E COSTRUTTIVI– La biblioteca è stata concepita per accogliere 18.000 volumi – 4.000 volumi in più oltre ai 14.000 richiesti dalla committenza. Tale numero è dovuto in parte alle raccomandazioni sul patrimonio librario dell’IFLA (International Federation of Library Associations) che prevedono 6.000 volumi ogni 2.000 abitanti (gli abitanti del comune di Briosco sono circa 6.000) e in parte alla volontà di considerare una possibile futura espansione del patrimonio librario attuale. Un terzo dei volumi sono destinati a bambini e ragazzi. Il patrimonio audiovisivo stimato è di 600 cd/dvd.

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Pianta piano terra

Essa si sviluppa su una superficie di 420 mq e ha pianta rettangolare e altezza variabile, che va dai 5 m dell’estremità settentrionale ai 7 m di quella meridionale, in corrispondenza dell’ingresso. Si è scelto di sfruttare il dislivello di circa 5 m presente tra la parte ovest e la parte est dell’area per creare un edificio parzialmente ipogeo, la cui copertura verde è concepita come parte integrante del parco pubblico esistente. L’edificio, inserito nel pendio, è invisibile accedendo all’area da nord e da est. Il tetto, con la sua falda inclinata, è concepito come un punto panoramico privilegiato per i visitatori sia del parco che della biblioteca. La conformazione ipogea, inoltre, contribuisce a migliorare le prestazioni dell’involucro edilizio (vedi paragrafo successivo). La pianta rettangolare, con la sua compattezza nelle proporzioni (18×25 m), si addice alla tipologia della biblioteca, poiché garantisce una efficiente gestione delle attività al suo interno, quali la circolazione dei volumi e dei visitatori. Tutte le funzioni al suo interno si sviluppano su un unico livello. Ciò consente da una parte una migliore accessibilità e connessione tra le diverse aree funzionali e dall’altra un’altezza contenuta al fine di una migliore integrazione con il paesaggio.

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Pianta copertura

La pianta dell’edificio è leggermente ruotata rispetto al pendio affinché la facciata di ingresso sia orientata a sud-ovest. In questo modo l’ingresso della biblioteca non solo definisce l’estremità orientale della nuova piazza ma risulta anche visibile da Via L. Da Vinci, garantendo la riconoscibilità che dovrebbe essere propria di ogni edificio pubblico. L’orientamento scelto è legato anche al comfort visivo interno: la facciata maggiore è esposta a nord ovest, ottimizzando, anche grazie all’uso di un sistema di schermatura solare verticale, l’illuminazione naturale indiretta degli spazi di lettura. Per soddisfare le richieste della committenza di utilizzo della biblioteca anche come spazio espositivo e/o sala civica, l’edificio è stato organizzato in un’unica sala priva di partizioni interne affiancata dagli spazi accessori sul lato sud-est. In questo modo se ne garantisce la flessibilità di uso.

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Sezione trasversale

In particolare, la distribuzione si sviluppa in tre “fasce” parallele al lato lungo dell’edificio. Quella centrale è la maggiore ed ospita la sala principale della biblioteca con l’accoglienza, gli scaffali per la consultazione libera ed il settore bambini; essa può essere trasformata in sala polivalente comunale a seguito dello spostamento delle librerie mobili. In questo caso l’illuminazione avviene principalmente dall’alto attraverso i lucernai in copertura. Quella all’estremità nord-ovest accoglie gli spazi per la lettura, in contatto visivo diretto con l’area verde. Infine la fascia sud-est, totalmente ipogea, è destinata a tutte quegli spazi che non hanno particolari esigenze di illuminazione naturale, quali la sala multimediale e i servizi.

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Sezione longitudinale

Più nel dettaglio il programma funzionale della biblioteca è il seguente: 1. Atrio, informazioni, prestito (40 mq) 2. Sala consultazione a scaffale aperto (166 mq) 3. Area lettura (35 mq) 4. Consultazione veloce (12 mq) 5. Settore bambini (75 mq) 6. Sala multimediale (22 mq) 7. Catalogo (4 mq) 8. Direzione (12 mq) 9. Guardaroba (10 mq) 10. Sala per il personale / deposito (14 mq) 11. Servizi igienici (30 mq) 12. Locale tecnico

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Prospetto Nord-Ovest

TECNICHE, MATERIALI E STRATEGIE AMBIENTALI ADOTTATE– La struttura portante è realizzata in calcestruzzo armato con maglia 2,80×11,80 m, con pilastri a sezione rettangolare, appoggiata su piattaforma in calcestruzzo armato e casseri a perdere in polipropilene riciclato. La conformazione della maglia strutturale è legata alla volontà di realizzare uno spazio interno libero da pilastri e quindi altamente flessibile, utilizzabile per eventi collettivi.

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Prospetto Sud-Ovest

L’involucro esterno ha elevate prestazioni termoisolanti, sia nelle parti ipogee (lati nord-est e sud-est) che in quelle esterne (lati sud-ovest e nord-ovest): una intercapedine ventilata di 1,50 m di profondità presente sui lati nord-est e sud-est separa gli spazi abitabili dal terreno; gli altri due lati della biblioteca sono chiusi da involucro trasparente con vetri basso emissivi. La facciata maggiore (nord-ovest) è composta da due superfici, una verticale ed una inclinata, entrambe rivestite esternamente da una seconda pelle di lamelle verticali in pietra con sezione a parallelogramma. L’orientamento degli elementi in pietra, ruotati rispetto al vetro, è legato all’esposizione della facciata e consente la schermatura dai raggi solari diretti. Le due superfici della facciata. Gli elementi in pietra sono di dimensioni maggiori nella superficie inclinata che in quella verticale, poiché l’irraggiamento solare su questa è maggiore. Anche la copertura verde contribuisce alla riduzione delle dispersioni termiche per le sue elevate capacità termoisolanti.

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Assetto funzionale

Alla luce di quanto previsto dalla normativa nazionale (D.L. n.63/2013) che impone che a partire dal 31 dicembre 2018 gli edifici di nuova costruzione occupati o di proprietà delle pubbliche amministrazioni siano ad “energia quasi zero”, il comportamento ambientale dell’edificio è ottimizzato durante tutto l’anno grazie alla opportuna commistione di scelte morfologiche, tecnologie passive e impianti attivi che sfruttano fonti energetiche rinnovabili. Inoltre, sono state predilette soluzioni tecnico-costruttive che contribuiscano alla riduzione delle emissioni nocive, alla gestione efficiente delle acque, all’uso dei materiali locali, al comfort ambientale interno degli occupanti, nonché al contenimento dei costi sia in fase realizzativa che gestionale.

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Sistema di scaffalature mobili

In particolare le strategie adottate sono le seguenti: a. Compattezza del volume con conseguente riduzione della superficie disperdente tra interno ed esterno. b. Sfruttamento della massa termica del terreno: la collocazione parzialmente ipogea dell’edificio consente di sfruttare i benefici della massa termica del terreno, in particolare nei lati sud-est, nord-est e in copertura, riducendo le dispersioni termiche dell’involucro e contribuendo conseguentemente al contenimento dei consumi energetici per il riscaldamento invernale ed il raffrescamento estivo. c. Massimizzazione della captazione solare: la pelle vetrata orientata a sud-ovest consente il riscaldamento passivo dell’edificio nei mesi invernali, quando i raggi solari sono più bassi rispetto al piano dell’orizzonte e la radiazione solare diretta colpisce la facciata. I vetri basso-emissivi adottati contrastano le dispersioni di calore attraverso le parti trasparenti dell’involucro. d. Controllo dell’irraggiamento attraverso schermature solari: due diversi sistemi di ombreggiamento sono previsti sulle due facciate dell’edificio, rispondendo alle differenti esigenze che queste hanno a causa della diversa esposizione. L’aggetto orizzontale della copertura della facciata sud-ovest e gli elementi verticali in pietra della facciata nord-est impediscono il surriscaldamento delle superfici vetrate sottostanti nei mesi estivi. I lucernari in copertura, uniti al sistema di controsoffittatura ad elementi schermanti riflettenti, garantiscono la presenza di luce naturale diffusa in tutti gli ambienti della biblioteca. e. Ottimizzazione della ventilazione naturale: la presenza di elementi apribili manualmente nella facciata nord-ovest e in copertura consente la ventilazione naturale trasversale all’interno della biblioteca. L’intercapedine posta tra l’edificio e il terreno è ventilata grazie alla presenza di griglie di aerazione. f. Sfruttamento dell’energia geotermica: un impianto con pompa di calore collegata a sonde geotermiche e abbinata ad un sistema di riscaldamento a pavimento a pannelli radianti provvede al riscaldamento degli ambienti interni. Il sistema, che sfrutta l’energia geotermica del sottosuolo, che mantiene una temperatura costante compresa tra 13 e i 15°C, contribuisce alla riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento invernale della biblioteca. g. Raccolta e riutilizzo delle acque meteoriche: la copertura, con la sua inclinazione, è pensata anche come elemento di raccolta delle acque meteoriche. Queste, convogliate in una cisterna sotterranea collocata all’estremità nord dell’edificio, possono essere impiegate, a seguito di un adeguato trattamento, per gli scarichi dei wc della biblioteca, nonché, per l’irrigazione estiva delle aree verdi. h. Impiego di materiali locali: per il rivestimento della facciata, così come per la pavimentazione della piazza, è stata scelta la pietra di Moltrasio, un materiale largamente disponibile sul territorio.

Alessandro Mattei, Caterina Naglieri, Francesco Ronconi, Marek Gliniewicz — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Strategie ambientali

Il progetto degli interni della biblioteca è parte integrante della proposta ideativa. La corrispondenza tra soluzioni costruttive, materiali e arredi contribuisce a dare al nuovo edificio pubblico qualità estetico-funzionale e riconoscibilità. Gli interni della biblioteca sono caratterizzati dal colore bianco, ad eccezione dell’area destinata ai bambini in cui sono presenti arredi colorati, poiché questo riflettendo la luce crea condizioni visive migliori per la lettura. Nello specifico il pavimento è in cemento epossidico, le pareti intonacate e il controsoffitto in lamelle di legno dipinte di bianco con struttura metallica. Nel controsoffitto sono integrati elementi illuminanti lineari a led.

Alessandro Mattei, Caterina Naglieri, Francesco Ronconi, Marek Gliniewicz — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Vista interna dell'area bambini e della sala consultazione

Una particolare attenzione è stata data alla progettazione del sistema di scaffalature mobili. Sono previsti tre tipi di scaffali, dimensionati per accogliere 18.000 volumi e 600 audiovisivi: - scaffali per volumi standard (120×30 x 204 cm); - scaffali per audiovisivi quali cd e dvd (103×20 x 204); - scaffali per volumi di grande formato quali i libri d’arte (216×60 x 214 cm). I primi due tipi di scaffali sono mobili. Il primo scorre su un sistema di binari a pavimento ortogonali agli scaffali che consente di utilizzare la sala principale come sala civica polivalente; il secondo si richiude ad anta fino a scomparire. La piazza è caratterizzata dal pavimento in lastre di pietra di diverse dimensioni con illuminazione integrata a terra. Il resto dell’area di intervento è lasciato a verde. Il percorso pedonale che attraversa la parte più alta del parco all’estremità orientale del lotto, in parte già esistente, è esteso e ricoperto con pietrisco. Sono state previsti due tipi di sedute: una, per la piazza, pensata non solo per l’attività di sosta ma anche per la lettura all’aperto; l’altra, lungo il percorso che attraversa il parco, per la sosta nel verde.

Alessandro Mattei, Caterina Naglieri, Francesco Ronconi, Marek Gliniewicz — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Vista interna della sala consultazione utilizzata per eventi

Alessandro Mattei, Caterina Naglieri, Francesco Ronconi, Marek Gliniewicz — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Vista interna dell'area lettura e della sala consultazione


Factory Concept - Franco Sergio Mietto

COMUNE DI BRIOSCO - Concorso di idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale - Diego Cacciamani, Alex Bellucci, Veronica Castaldo, luca gagliardini, Annalaura Pisello, Tim Schepers

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La genesi del progetto nasce da una analisi effettuata sull’assetto urbanistico della cittadina e su come le esigenze della popolazione potessero essere soddisfatte dall’attuale organizzazione degli spazi e delle funzioni. Parallelamente a questa analisi ne è stata effettuata un’altra volta a captare quali sarebbero potute essere le esigenze della società e soprattutto quelle della popolazione che potrebbe vivere gli spazi progettati. Leggendo le richieste assolutamente precise e determinate del bando di gara è stato necessario effettuare delle indagini che dessero una visione quanto più reale della struttura del paese di Briosco e di tutto l’hinterland proprio per avere la certezza che la proposta progettuale potesse integrarsi in maniera quanto più attinente nel paesaggio. Si parla di un territorio per lo più pianeggiante non troppo distante dalle montagne che coronano la valle; un’area in cui ancora l’aspetto ambientale è poco condizionato da interventi troppo intrusivi che caratterizzano invece parti di territorio non troppo distanti. Un’area dove i colori della natura fanno da base a quelli degli interventi umani, in cui la tavolozza delle tonalità si mischia nelle sfumature dei verdi, dei blu, degli ocra. In un paesaggio contaminato dalla presenza umana ma in cui si legge ancora visibilmente un rispetto per l’aspetto naturalistico il progetto si prefigge come target quello di dare una proposta che rimanga quanto più in accordo con questo indirizzo d’analisi.

Diego Cacciamani, Alex Bellucci, Veronica Castaldo, luca gagliardini, Annalaura Pisello, Tim Schepers — COMUNE DI BRIOSCO - Concorso di idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale

Viste render

Il senso del progetto è quello di creare una struttura quanto più rispettosa dell’ambiente circostante, che si immerga nell’area a disposizione del progetto senza doverne stravolgere i connotati e che abbia tutte le dotazioni possibili per mantenere il rispetto per la natura cercando di abbattere ogni tipo di dispersione energetica. Tre sono le parole chiave che potrebbero essere fondamentali per la descrizione del progetto: A) CORRISPONDENZA B) MIMESI C) DINAMICITA’ Il concetto di corrispondenza si basa sull’attenta analisi delle richieste proprie del bando. Delle prescrizioni assolutamente precise e attente che denotano una assoluta certezza sulle necessità dell’ente banditore. La biblioteca deve essere non solo un ambiente destinato alla lettura ma un collettore, uno spazio a servizio della comunità in cui tutti possono avere la possibilità di immergersi nella cultura sia in maniera autonoma e riservata attraverso la consultazione dei libri ma anche in maniera più corale e socializzante attraverso lo sfruttamento di spazi a servizio di tutti. Questo concetto chiaro ed evidente è anche supportato dall’esigenza di mantenere l’uso del parco senza stravolgerne la vocazione. Lo stato di fatto denota un utilizzo di questi spazi aperti in maniera attiva ed ordinata; un parco giochi organizzato ma non troppo strutturato segno di un utilizzo di necessità al quale ancora non è stata dedicata una risposta progettuale. Anche questa è una delle richieste espresse nel bando ovvero quella di creare uno spazio attrezzato volto ad un utilizzo ordinato e strutturato. L’altra necessità di creare una biblioteca in parte ipogea credo sia un aspetto da definirsi quasi obbligato sia per l’orografia del terreno messo a disposizione, sia per l’impossibilità di creare un volume che andasse a contrastare le caratteristiche dei luoghi ma soprattutto perché una struttura in parte non visibile sarebbe in tutti i casi maggiormente rispettosa dell’integrità dei connotati del luogo. Abbiamo reputato opportuno cercar di essere quanto più corrispondenti a questa richiesta anche perché riteniamo assolutamente centrale questo aspetto per non andare a variare i rapporti diretti ed indiretti con le preesistenze circostanti. Un altro aspetto ben espresso nel bando che abbiamo reputato opportuno posizionarlo come uno dei cardini che hanno condizionato e veicolato parte della progettazione è quello legato all’analisi e alla gestione di tutti gli aspetti volti al risparmio energetico. Per consentire di avere una biblioteca che sia assolutamente prestante crediamo che non debbano essere tralasciati nessuno degli aspetti sia legati all’aspetto architettonico che quello impiantistico. Crediamo che sia giusto avere uno strumento a servizio della cittadinanza che sia essenzialmente comodo, corrispondente alle esigenze espresse ma soprattutto ben gestibile anche rispetto alla sua manutenzione. Il concetto di mimesi invece nasce dall’analisi dell’ambiente naturale esistente e nel suo legame con quello che si scorge in prossimità del paese di Briosco. Materiali, scelte tecniche, scelte stilistiche sono state in parte condizionate dall’analisi del parco esistente, delle varietà arboree scoperte, dei colori nella natura e degli elementi presenti. Le famiglie di materiali scelte possono essere sintetizzate in quelle dei legni, del cemento e delle componenti legate alla natura esistente (erba ed acqua). L’utilizzo di legnami per effettuare i brise soleil o per l’utilizzo di pavimentazioni sembrano quasi essere stati obbligati dall’abbondante quantità di alberi presenti nella zona. Si è cercato di utilizzare materiali che fossero quanto più corrispondenti alla sfera naturalistica proprio per rendere l’intervento conforme all’esistente non solo per una questione di rispetto della natura ma soprattutto per dare concretezza e coerenza al progetto. La presenza di laghi nelle vicinanze ci hanno spinto ad inserire uno piccolo specchio d’acqua davanti alla biblioteca. La presenza di un elemento di così forte percezione rende in progetto molto più dinamico e mutante, tema che verrà maggiormente approfondito nel concetto di dinamicità. La struttura portante è stata ipotizzata con telai e setti in cemento armato per rendere la fase di costruzione quanto più semplice da gestire. Un altro aspetto che ci ha spinti a seguire questa strada è quello legato al conferire al cemento anche uno scopo comunicativo rispetto alla percezione del progetto. Setti portanti in cemento armato di spessore 80 cm posizionati a raggera rispetto all’impianto planimetrico diventano delle vere e proprie direttrici che condizionano in maniera indiretta la percezione dello spazio sia dall’interno verso l’esterno che viceversa. La dinamicità forse è la vera keyword del progetto. Per applicare un processo di contrapposizione con quello di mimesi ma che mantenga il linguaggio in un piano sommesso si è cercato di dare alla struttura una veste quanto più dinamica ma dai connotati coerenti con ciò che la circonda. La struttura ipogea, costruita con materiali quanto meno artificiali, vuole essere un elemento che cerca di uscire dalla terra ed in questo moto la sua organizzazione planimetrica in setti disposti a raggera cerca di rafforzarne il concetto. La contrapposizione tra questi due concetti credo sia la chiave di lettura vincente del progetto che riesce ad esprimere nello stesso tempo rispetto per l’ambiente in cui si immerge ma assoluta dinamicità, caratteristiche che si ritrova anche nelle attività che vengono svolte al suo interno.

Diego Cacciamani, Alex Bellucci, Veronica Castaldo, luca gagliardini, Annalaura Pisello, Tim Schepers — COMUNE DI BRIOSCO - Concorso di idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale

Planimetria

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO Presa coscienza di questi aspetti si è cercato di effettuare una proposta progettuale che fosse garante di ogni suo aspetto. I due temi affrontati in maniera unitaria sono quelli della biblioteca e quello del giardino. Per necessità metodologiche di lavoro le prime considerazioni effettuate sono state quelle legate alle caratteristiche degli spazi verdi. Troviamo un parco che è lambito per due dei suoi lati da via G. Carducci e via L. Da Vinci mentre gli altri due sono caratterizzati dalla vicinanza con la baita dell’Associazione Nazionale Alpini e alcuni edifici residenziali. Gli accessi al parco sono uno dalla parte alta di via G. Carducci ed uno un po’ più basso da via L. Da Vinci; dalla loro analisi si capisce come questi siano stati condizionati soprattutto dalle condizioni di percezione del lotto rispetto alle vie di comunicazione. La scelta del posizionamento del sedime rispetto al lotto è stata vincolata dal rapporto tra la percezione dello spazio dall’esterno e dall’integrazione della baita dell’Associazione Nazionale Alpini con esso. Si son venuti a creare in questo modo due differenti assi che hanno creato due accessi; questa considerazione ha riconfermando quello da via L. Da Vinci mentre quello da via G.Carducci è stato spostato soprattutto per consentire una visione dell’asse di ingresso al parco; la percezione della biblioteca è più efficace in quanto il senso di percorrenza di quella strada crea un solo cono ottico ben distinto che dal vecchio accesso risultava essere poco idoneo. L’intersezione dei due assi crea uno spazio a servizio della comunità che potrebbe essere sfruttato per feste che crea un dialogo diretto con la baita. Lo stemma dell’Associazione Nazionale Alpini potrebbe essere applicato in questa area in quanto avendo avuto la vocazione di spazio filtro. Dall’analisi del cono di percezione dell’area di progetto rispetto alle vie di comunicazione è stato evidente che per amplificare il concetto di dinamicità che ci siamo prefissi di seguire era necessario scegliere un’area che potesse essere strategica. È per questo motivo che si è optato per questa scelta progettuale legata al posizionamento del sedime e del fulcro della raggera di setti. La scelta fatta consente di avere la percezione del dinamismo della struttura da tutti e due gli ingressi al parco in quanto gli assi del progetto sono stati posizionati in maniera lineare rispetto a quelli della raggera. L’ingresso principale alla biblioteca dal parco è stato considerato dall’accesso da via G.Carducci dal quale, attraverso una piccola piazza con una dolcissima contropendenza, si giunge nell’atrio dal quale si entra all’interno della struttura. La biblioteca di 394 Mq è stata organizzata in modo da avere tre aree ben distinte ovvero quella dell’ingresso, della sala consultazione libri e una sala polivalente; tutti questi spazi hanno in dotazione dei bagni divisi per uomini, donne e diversamente abili, una reception d’accoglienza e una sala dove poter riporre in appositi armadietti soprabiti e borse. La sensazione che si ha spostandosi in questi spazi è quella di un ambiente unico ben organizzato e ben distribuito in cui l’illuminazione e l’areazione natura migliorano la percezione degli spazi. La struttura, che è in parte ipogea, condiziona e mitiga il confort acustico che viene abbattuto anche grazie al posizionamento all’interno di pannelli fonoassorbenti in legno che oltre che migliorarne gli standard di vivibilità conferiscono agli spazi una maggiore vivibilità. La sala lettura è organizzata con dei tavoloni al centro di ogni stanza e le proporzioni e le distanze di tutti gli arredi consentono un utilizzo della biblioteca fluido e razionale. Sono stati posizionati all’interno scaffali che possono avere una capienza di 20.000 volumi (quantità massima superiore rispetto a quella indicata dall’ente banditore). La divisione in settori della biblioteca consente una ottimale divisione degli spazi rispetto alle richieste dell’ente banditore: si ipotizzava infatti di destinare alla sala multimediale, alla sala per bambini e sala lettura tutto il settore a sud della struttura mentre di organizzare l’area per mostre e/o sala civica la parte a nord. Nulla vieta che, qual ora le necessità possano modificarsi gli spazi indicati possano essere convertibili; la presenza di superfici vetrate in tutti e due i lati della struttura e la divisione in settori consente una assoluta flessibilità degli spazi rispetto alle esigenze. La scelta di posizionare la struttura in questo modo è legata soprattutto all’analisi degli assi eliotermici cercando di schermare e chiudere le pareti rivolte a nord per cercare di aprirsi ai versanti di sud. E’ ovvio che il posizionamento del lotto rispetto al nord non è dei più efficaci infatti per migliorarne le caratteristiche si è optato per aprire la struttura attraverso una fessura sul terreno verso est in modo da migliorare l’illuminazione diretta e la captazione di venti caldi. In aiuto al rafforzamento del concetto di dinamicità si è reputato opportuno inserire accanto all’ingresso della biblioteca uno specchio d’acqua. Il tema dell’acqua è da sempre uno dei topos dell’architettura e vista la vicinanza a laghi e fiumi abbiamo creduto che posizionarlo nel prospetto principale avrebbe potuto dare al progetto energia reale. Il rapporto tra luce del sole ed acqua in questo modo diventerebbe un elemento fondamentale soprattutto in virtù della debole adduzione di luce nel prospetto principale. In questo modo l’illuminazione naturale all’interno sarebbe incrementata e sarebbe resa più suggestiva. Sarebbe opportuno spendere qualche parola anche sul tema del tetto verde. La scelta di questa soluzione tecnologica non è stata solo dettata da esigenze energetiche ma soprattutto dalla necessità di rendere attivo ed efficace quello che è da sempre definito “quinto prospetto”. In una struttura ipogea la scelta di effettuare un tetto verde non risulta essere un vezzo ma una vera e propria priorità. Per far sì che la copertura non risulti essere solo un elemento architettonico e vista la vocazione dello spazio progettato si è pensato di creare un laboratorio attivo che dia la possibilità ai piccoli fruitori della biblioteca di fare degli approfondimenti formativi e degli esperimenti.

Diego Cacciamani, Alex Bellucci, Veronica Castaldo, luca gagliardini, Annalaura Pisello, Tim Schepers — COMUNE DI BRIOSCO - Concorso di idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale

Piante

IL CONCEPT ENERGETICO La proposta progettuale è stata corredata anche da un’attenta analisi e valutazione di tecniche e tecnologie innovative ed efficaci specificamente valutate e scelte nell’ambito dell’applicazione all’area di progetto, in relazione al suo contesto climatico ed al regime d’uso degli spazi ipotizzato. Le proposte si articolano in due macro-categorie fondamentali, caratterizzate da soluzioni di tipo passivo ed attivo, oltre che una terza categoria di carattere scientifico-ambientale e pedagogico, appositamente ideata, data la funzione culturale dell’opera. In particolare, le soluzioni di tipo passivo sono state specificamente ideate ed integrate al fine di valorizzare il valore architettonico, e non solo energetico-ambientale, dell’intervento, mediante strategie che, in quanto passive appunto, non necessitano dell’utilizzo di risorse energetiche di tipo non rinnovabile neppure per il controllo e la gestione. Esse quindi comprendono la scelta di materiali e componenti innovativi, la progettazione delle tecniche di facciata, il tutto in un’ottica integrata con il progetto architettonico e con il contesto urbano all’interno del quale si inserisce l’intervento. Le tecnologie di tipo attivo invece sono state valutate e scelte sulla base della specifica conformazione del territorio e dell’intervento, parzialmente ipogeo, nonché delle risorse rinnovabili a disposizione dello stesso, e della funzionalità degli edifici e delle aree. Particolare attenzione è stata inoltre dedicata alla integrazione fra le lavorazioni delle differenti attività messe in campo per il progetto, fra cui quelle di tipo strutturale, al fine di rendere più sostenibile la realizzazione delle opere, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico e gestionale. Fra le proposte individuate nel progetto, sono state individuate alcune soluzioni innovative in corso di sperimentazione ed altre più consolidate, la cui commercializzazione è già attiva e competitiva nel mercato nazionale. Fra le proposte innovative, ad ogni modo, sono state scelti dei sistemi basati sull’utilizzo di materiali naturali, di provenienza locale, la cui valorizzazione in termini di potenzialità di efficientamento energetico e sostenibilità ambientale risulta ad oggi ancora poco esplorata e soprattutto, scarsamente pubblicizzata e valorizzata per mancanza di dati di riferimento, ad oggi oggetto di elaborazione scientifica da parte dei partecipanti-proponenti di questa iniziativa progettuale. Il fil rouge di recupero e valorizzazione delle risorse locali viene quindi mantenuto e rafforzato anche dalle scelte tecnologiche integrate al progetto architettonico. Fra queste, particolare cura è stata dedicata alla scelta ed integrazione di sistemi di copertura ad elevate prestazioni mediante materiali naturali e tecniche tradizionali, poiché, dal punto di vista ambientale, sono quelli che maggiormente influenzano il comportamento termo-energetico di edifici a ridotta altezza. Le tecniche proposte sono state concepite anche per migliorare l’impatti visivo, funzionale, di fruibilità dell’ambiente circostante, su scala locale di progetto ma anche a livello di meso-scala urbana, all’interno del quale si colloca la proposta. L’edificio è infatti stato concepito per trarre il maggiore beneficio possibile dall’integrazione della struttura stessa con l’ambiente circostante ed il terreno stesso, in particolare. Dal terreno infatti, è stato scelto di progettare il sistema di copertura come un campo sperimentale, pedagogico, di monitoraggio delle prestazioni energetico-ambientali, e di formazione circa le specie arboree ed il loro comportamento ambientale, nonché del beneficio che ciascuna pianta è in grado di apportare all’edificio, ed all’ambiente esterno. Queste tipologie permetteranno la definizione di migliori parametri ambientali interni ed esterni all’opera, non solo dal punto di vista estetico ma anche in termini di funzionalità ed fruizione anche delle superfici di copertura, oltre che di efficientamento energetico. In estate quindi le soluzioni di copertura proposte permetteranno di realizzare una buona capacità termica della struttura. In inverno si comporteranno da extra isolamento termico, al fine di limitare ancor più le dispersioni termiche verso l’ambiente esterno. Inoltre, il monitoraggio dei parametri ambientali e la realizzazione di campi con diverse specie arboree opportunamente selezionate, permetterà di valorizzare la flora locale anche per scopi differenti rispetto a quelli classici del verde urbano, poiché parte dell’edificio stesso. Le tipologie di piantumazione sono state selezionate per le loro proprietà naturali ed intrinseche di raffrescamento passivo. In particolare, è stata implementata una tipologia di verde riflettente, la Iberis sempervirenz (con fogliame e fiori di colore chiaro) che contribuirà al raffrescamento naturale delle aree esterne ed interne. Tale sistema è definito cool roof, in italiano “tetto fresco”, ottenuto mediante materiali locali, naturali, non trattati, come le piante in questa applicazione. La pianta chiara infatti possiede un albedo misurato del 40% circa superiore rispetto alle classiche superfici di copertura con membrane bituminose e non necessita di ingenti interventi manutentivi. Coperture ad elevato albedo consentono infatti di abbassare la temperatura superficiale del tetto in estate, rendendo vivibili anche gli ambienti sottotetto, tipicamente considerati troppo caldi in estate ed eccessivamente freddi in inverno. Durante la stagione fredda, tuttavia, la radiazione solare di ridotta intensità non innesca un fenomeno evidente di sotto-raffreddamento, pertanto il bilancio annuale del sistema è largamente positivo nei nostri climi. Il tutto è stato implementato mediante la sola e semplice scelta di tre tipologie di pianta ombreggianti ed una tipologia di verde riflettente, non trattato. Nondimeno, l’elevato albedo, così come la presenza di vegetazione ombreggiante nell’area ed in copertura, come analizzato di seguito, consente di mitigare il riscaldamento locale delle aree in estate ed ha anche un contributo quantificabile in termini di mitigazione climatica globale, ad oggi misurato mediante modelli climatici scientificamente riconosciuti a livello internazionale, già in uso da parte dei membri del gruppo di progetto. L’area prospiciente l’accesso alla copertura è invece caratterizzata da coperture a monoinclinazione verso ovest su cui è stato pensato un sistema del tipo green roof (“tetto verde”) estensivo, dal ridotto spessore e peso, nonché ridotta necessità di manutenzione. Tale copertura consente di mitigare l’impatto ambientale del progetto, migliorare la qualità estetica dell’inserimento degli edifici nel contesto urbano, ed anche fortemente riqualificare la qualità dell’aria in adiacenza agli edifici, obiettivo comune della progettazione del verde, svolta con particolare attenzione nell’ambito della proposta. I sistemi di partizione perimetrale verticale si basano su tecniche a secco che semplificano le operazioni ed ottimizzano i costi di costruzione, anche considerando la possibilità di casseramento difficoltosa nelle configurazioni contro-terra, come nel caso in oggetto. Data la condizione di fondamentale costanza termica delle superfici a contatto con il terrapieno, di circa 15°C in estate ed inverno, non si ritiene fondamentale il ricorso a sistemi iperisolati, che invece si richiede per ottimizzare le proprietà termo-energetiche delle facciate opposte, di carattere vetrato. Per le superfici trasparenti si è scelto di implementare sistemi di vetrazione trasparente e traslucida integrati con innovativi materiali denominati tecnicamente PCM (“Phase Change Materials”, ossia materiali a cambiamento di fase) i quali, con ridotto spessore, contribuiscono notevolmente ad aumentare la capacità termica delle pareti vetrate, permettendo così di ritardare l’onda termica entrante od uscente dalle strutture stesse, in estate ed inverno rispettivamente. Tali materiali, infatti, accumulano il calore latente di transizione di fase, la quale si svolge a temperatura ambiente e possono essere opportunamente integrati all’interno di membrane e pannelli vetrati, come in questo caso. Il tutto sarà integrato con idonei sistemi di schermatura solare a lamelle orizzontali, appositamente progettati per limitare il guadagno interno in condizioni di altezza solare ridotta, come quella che giunge sulla facciata in analisi, esposta verso ovest. Fra i sistemi di tipo attivo facenti parte della proposta, per quanto riguarda il sistema di riscaldamento e raffrescamento, è stata ipotizzata l’integrazione in tutta l’area di progetto di un sistema geotermico a bassa entalpia e ridotta profondità, a distribuzione orizzontale. La suddetta tecnologia, oltre a presentare ottimi rendimenti ed estrema facilità di utilizzo in fase di gestione da parte degli occupanti, è stata integrata fin dalle fasi di ideazione del concept, all’interno del piano di realizzazione delle opere previste, le quali richiedono già l’intervento di scavo in trincea, all’interno del quale è stata prevista l’installazione dei sistemi di captazione e distribuzione dell’energia geotermica, con un extracosto assolutamente contenuto rispetto allo stesso intervento, qualora fosse stato eseguito in maniera disaccoppiata rispetto all’ampio quadro progettuale. Anche il sistema di ventilazione naturale e forzata ottimizzerà le attività di scavo, prevedendo la disposizione delle tubazioni di ventilazione al di sotto del solaio di calpestio, in maniera tale da migliorare le prestazioni energetiche sia in estate, potendo giovare di un naturale preraffrescamento, che in inveno, con il preriscaldamento gratuito. Tali sistemi, associati a quelli di tipo geotermico a bassa entalpia si integrano perfettamente con le soluzioni pensate per la distribuzione del fluido termovettore (acqua) attraverso pannelli radianti di riscaldamento e raffrescamento a pavimento e parete. Tale metodologia di distribuzione risulta particolarmente idonea all’ingente capacità termica della struttura ed alla destinazione d’uso dell’edificio. Inoltre l’integrazione del sistema di ventilazione naturale e meccanica, risulta necessario, data l’elevata prestazione termo-energetica degli elementi trasparenti a ridotta permeabilità.

Diego Cacciamani, Alex Bellucci, Veronica Castaldo, luca gagliardini, Annalaura Pisello, Tim Schepers — COMUNE DI BRIOSCO - Concorso di idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale

Prospetti e Sezioni

PROGETTAZIONE DEL VERDE Così come il progetto strutturale della biblioteca, anche la progettazione dell’area verde considera il paesaggio circostante la zona d’intervento. Si è deciso di non stravolgere la sistemazione attuale del parco per evitare interventi troppo massicci che modificassero i connotati del parco andando a creare un elemento completamente nuovo, quasi estraneo alla popolazione locale, con il rischio di una fruizione limitata del parco. Si è quindi optato per il mantenimento della superficie a prato ed abbiamo confermato le essenze arboree esistenti, al di fuori delle conifere che sono state sostituite con due filari di Cupressus sempervirens che corrono lungo le linee direttrici formate delle pareti laterali dell’edificio in modo da conferire importanza e maggiore visibilità, tramite la creazione di un cono prospettico, alla biblioteca. La scelta del cipresso non è casuale, ma dettata dall’architettura della biblioteca e soprattutto dalle presenze arboree dei parchi e delle aree verdi adiacenti la zona di progetto. Altro elemento chiave del progetto del verde è la presenza del green roof sul tetto dell’edificio, la cui forma architettonica permette che il pensile sia una prosecuzione del giardino nella sua interezza, quindi un’area connotata da una parte in prato calpestabile e da aiuole, ognuna con essenze differenti, che diano un effetto cromatico diverso: sono state scelte, per questo scopo, tre differenti perenni, che donano una fioritura molto caratteristica nel periodo primaverile ed estivo, il periodo sicuramente più vissuto del giardino. Le tre essenze sono (di seguito le specifiche di ognuna) Aubretia ‘Blue King’, Aubretia ‘Vesuv’ ed Iberis sempervirens. Inoltre, la catena delle prealpi a nord, le caratteristiche della pianura Padana e la scelta del tetto pensile hanno portato alla decisione di realizzare nel parco delle piccole ‘dune’ di prato con altezza massima di circa 1,00 m, così da creare movimento e contribuire alla dinamicità progettuale della biblioteca. Essenze a progetto Cupressus sempervirens Il cipresso mediterraneo (Cupressus sempervirens) è una pianta molto comune in Italia. Le sue origini sembrerebbero essere dell’area orientale del mar Mediterraneo importato dai Fenici per motivi ornamentali dal momento che la sua forma piramidale è molto caratteristica. Aubretia ‘Vesuv’ Aubretia ‘Blue King’ Pianta erbacea perenne tappezzante originaria, l’Aubretia è molto utilizzata nei giardini rocciosi e su muri a secco, dove si allarga rapidamente creando suggestivi cuscini di piccole foglie tondeggianti, grigio-verdi, coperte da una leggera peluria; dalla primavera fino alla fine dell’estate produce una profusione di piccoli fiorellini a croce, di colore rosa, viola o blu. L’Aubretia viene molto utilizzata come tappezzante anche ai piedi di arbusti o alberi poichè non supera i 10-15 cm di altezza. Iberis sempervirens L’Iberis è una erbacea perenne, costituisce larghi cuscini alti circa 30-40 cm; il fusto ha portamento prostrato e le foglie sono piccole, ovali allungate, cuoiose, di colore verde scuro; i fiori sono a croce, tipici della sua famiglia, riuniti in infiorescenze appiattite larghe 3-5 cm di colore bianco. Il periodo di fioritura va da ottobre a maggio, quindi tutto l’inverno fino a tarda primavera. Spesso viene utilizzato come ground cover (tappezzante).

Diego Cacciamani, Alex Bellucci, Veronica Castaldo, luca gagliardini, Annalaura Pisello, Tim Schepers — COMUNE DI BRIOSCO - Concorso di idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale

Auckland Waterfront - Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates

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Working waterfronts are constantly in flux; crusty, utilitarian, muscular and dissolving, with temporal qualities that engage all of our senses. Yet contemporary waterfront redevelopments are often characterised by the removal of the very qualities that attract us to these places. At Auckland’s Wynyard Point redevelopment these conventions are challenged in a development that anticipates transforming a forlorn industrial and maritime precinct into a mixed-use precinct. Underpinning the design are two ‘key moves’. Retention and enhancing of fishing and maritime industries form the focus of new public experiences and, interpreting the site’s peculiar archaeology of patterns and materiality to inform a new public landscape.

Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates — Auckland Waterfront

Jellicoe Harbour is a major tourism attraction centred on the retention of the fishing fleet, wholesale and retail fish and seafood markets, and new promenades and restaurants. Silo Park is a layered public space that facilitates a range of hybrid uses including passive recreation, event space, youth precinct, industry and folly. Each program is new to the site, yet built from the pattern language, infrastructure and the mythology of place.

Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates — Auckland Waterfront

Location: Auckland, New Zealand
Completion Date: 2011
Construction budget: $32,000,000 (AUD)
Size: 1.8 Hectare

Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates — Auckland Waterfront

Credits
Lead Landscape Architects: Taylor Cullity Lethlean
Landscape Architects: Wraight and Associates
Architecture (North Wharf Buildings) – Feron Hay
Civil and Structural Engineering – Beca
Structural Engineers (Gantry)– Felicetti and BGT Auckland
Services Engineers – Hyder Consulting
WSUD– Design Flow
Perspective Artist – Ian Stantiall
Lighting Design – Electrolight and Ecubed
Construction: Dominion Constructors, Total Spaces and City Parks

Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates — Auckland Waterfront

Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates — Auckland Waterfront

Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates — Auckland Waterfront

Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates — Auckland Waterfront

Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates — Auckland Waterfront

Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates — Auckland Waterfront

Taylor Cullity Lethlean, Wraight and Associates — Auckland Waterfront

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Nuovo centro visitatori Sicily-Rome American Cemetery and memorial - OTTAVIO DI BLASI & partners

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La Commissione Americana per i Monumenti di Guerra che ha sede in Washinton D.C. nel 2011 ha commissionato all’architetto milanese Ottavio Di Blasi la realizzazione del nuovo Centro Visitatori del Sicily-Rome American Cemetery and memorial, di Nettuno. Il nuovo edificio è stato concepito come il naturale completamento di quello esistente, destinato all’accoglienza dei visitatori, ma ormai troppo piccolo; della vecchia “Family Room” riprende la geometria e la muratura in tufo, diventandone così la naturale prosecuzione, al di là del piccolo giardino che separa i due volumi. L’ ingresso e gli uffici sono invece in un corpo adiacente, realizzato in bronzo. La sua forma si stacca dalla superficie del muro in tufo e si incurva per enfatizzare e rendere evidente l’ingresso. All’interno si trova un grande spazio museale che ospita la mostra sulla campagna d’Italia dell’ US Army. Due fasce di lucernari illuminano lo spazio espositivo. Il progetto, pur essendo inspirato al più grande rispetto del manufatto storico, rende volutamente riconoscibile l’addizione moderna per enfatizzare il dialogo tra il passato e il presente con un linguaggio di continuità. Da sottolineare che il territorio su cui sorge il cimitero appartiene al governo americano: un dettaglio importante che ha reso più snelle le procedure e l’iter progettuale e di cantiere.

OTTAVIO DI BLASI & partners — Nuovo centro visitatori Sicily-Rome American Cemetery and memorial

OTTAVIO DI BLASI & partners — Nuovo centro visitatori Sicily-Rome American Cemetery and memorial

OTTAVIO DI BLASI & partners — Nuovo centro visitatori Sicily-Rome American Cemetery and memorial

OTTAVIO DI BLASI & partners — Nuovo centro visitatori Sicily-Rome American Cemetery and memorial

OTTAVIO DI BLASI & partners — Nuovo centro visitatori Sicily-Rome American Cemetery and memorial

OTTAVIO DI BLASI & partners — Nuovo centro visitatori Sicily-Rome American Cemetery and memorial

Block 42 - Spasoje Radomilovic, Marina Ilic, Ljilja Brajkovic, Aleksandra Djordjevic, Nevena Balalic, Bojana Popovic, Ksenija Lalovic, Zoran Papic, Aleksandar Kotevski, Igor Kozic, Uros Nesic

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The approach we applied in the presented conceptual solution was to design according to the existing strategical specifications defined by the “Strategic plan of city Of Belgrade”, 2011. This strategy envisions Belgrade as a metropolitan city, shoulder to shoulder with other metropolis of central, eastern and southeast Europe, based on sustainable economies, advanced technologies, greater territorial cohesion, higher accessibility, policentricity and decentralization. That means that both government and all other stakeholders should put specials efforts into realizing the vision by improving the following sectors of governance. The development of sustainable economy, especially the services sector, than dealing with key issues of transportation, with a focus on public transportation, development of an integrated system of transportation and telecommunications, reviving urban centres, at the same time rising the awareness of importance of energy efficiency, as well as of the importance, ways of use and regulation of public spaces and goods. Reassessing the anticipated general courses of development of block 42 in New Belgrade, also taking into account the specifics of Belgrade’s urban structure, shows that this block is intended to be one of the key locations for the future development of Belgrade. It represents the crucial point of the central functions network of the left waterfront of river Sava, according to the Strategic plan of city Of Belgrade and parameters offered by the G.U.P. (General Urban Plan), and a key lever in Belgrade’s future development, especially in the domain of economic and social development.

Spasoje Radomilovic, Marina Ilic, Ljilja Brajkovic, Aleksandra Djordjevic, Nevena Balalic, Bojana Popovic, Ksenija Lalovic, Zoran Papic, Aleksandar Kotevski, Igor Kozic, Uros Nesic —  Block 42

Intermodal terminal

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Public square

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Jurija Gagarina street

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Sale model

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Scale model

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Sitation plan

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