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Pavillon Patek Philippe - OTTAVIO DI BLASI & partners

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L’idea di progetto, selezionata dalla maison Patek Philippe per la fiera Baselword 2014, in seguito ad un concorso internazionale, è stata quella di realizzare un padiglione che si allontanasse dalla tradizionale idea di stand come blocco opaco, dando vita invece ad un futuristico involucro di vetro, che parla il linguaggio della trasparenza e della leggerezza. Una grande e raffinata bacheca trasparente, (dimensioni 20×20x9 m) dagli spigoli vivi, con un cuore in Corian® retroilluminato e dai bordi arrotondati, che vola sospeso al centro dello spazio: un richiamo al Cristal Palace, prototipo dell’architettura moderna e fonte di ispirazione continua per quella contemporanea. Trasparenza e Innovazione, Estetica ed Emozione, Eccellenza Tecnica e Artigianalità: ecco i concetti che hanno guidato la progettazione, dando vita ad un padiglione che riflette l’ eleganza senza tempo del brand ginevrino. Questa originale architettura temporanea è divisa in due parti: quella anteriore è dedicata all’esposizione e ad una zona lounge, mentre quella posteriore contiene uffici e servizi. Il design non convenzionale che la contraddistingue è ben lungi dall’essere il risultato di un semplice approccio alla moda. Al contrario, la sua forma è la risposta alla necessità di un suggestivo spazio espositivo semi-pubblico, dotato anche di un blocco privato e discreto. L’involucro di vetro rappresenta non solo l’atteggiamento innovativo del marchio, ma anche la precisione e l’eccellenza in esecuzione: i sofisticati giunti in vetro su misura sono stati studiati per ridurre al minimo le parti metalliche e spingere la tecnologia ai suoi limiti, per conseguire una trasparenza estrema. Le pareti di vetro sono costituite da singoli pezzi lunghi 9 metri, che rappresentano un sistema costruttivo rivoluzionario in questo settore. Ogni parte del progetto, dalla più sofisticata articolazione tecnica al dettaglio artigianale degli arredi, è il frutto di una ricerca mirata all’eccellenza e ad un livello altissimo di innovazione. L’architetto Ottavio Di Blasi ha scelto il vetro ed il Corian® come materiali di base: la facciata trasparente, che mette in risalto 16 vetrine espositive, ha una superficie di 600 mq per un totale di 70 tonnellate di vetro. All’interno del padiglione, la struttura centrale è costituita da 400 mq di Corian® illuminato con 5 km di nastri LED, trasformandola in un gigantesco scrigno di luce. Lo spazio della lounge è articolato per mezzo di un sofisticato separé semitrasparente costituito da un nastro in cuoio di 5 Km di lunghezza.

OTTAVIO DI BLASI & partners — Pavillon Patek Philippe

OTTAVIO DI BLASI & partners — Pavillon Patek Philippe

OTTAVIO DI BLASI & partners — Pavillon Patek Philippe

OTTAVIO DI BLASI & partners — Pavillon Patek Philippe

OTTAVIO DI BLASI & partners — Pavillon Patek Philippe


NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco - Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo

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La proposta per la Nuova Biblioteca Comunale di Briosco, per via del particolare contesto all’interno del quale viene concepita, deve mediare istanze progettuali differenti. La fattispecie fisica deve infatti confrontarsi con un ambito urbano semi-periferico a bassa densità edilizia ed un lotto dalla peculiare configurazione orografica. Contestualmente, l’intervento dovrà inoltre integrarsi con la preesistenza della baita dedicata all’Associazione Nazionale Alpini e risultare in un unicum compositivo

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

D’altro canto, prima ancora di essere il progetto di un edificio, l’intervento per la nuova biblioteca comunale si delinea come il progetto di un luogo, un episodio urbano, che oltre ad assolvere al programma funzionale, deve proporsi come punto di aggregazione sociale e nuova centralità, per una comunità locale che, al momento, ne è priva.

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

Il progetto opta per una soluzione “frammentata” e dispersa che ha una duplice funzione: da un lato si adatta alle stereometrie presenti al contorno, imitandone i volumi e la forma ed evitando il contrasto percettivo che si otterrebbe dalla contrapposizione tra piccoli volumi residenziali ed un unico volume pubblico; dall’altro consente una migliore adattabilità delle funzioni al lotto, risultando in un intervento dal punto di vista compositivo più armonioso e percettivamente meno invasivo.

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

La Nuova Biblioteca Comunale di Briosco è un modello rappresentativo di sostenibilità, che punta allo sviluppo di fenomeni di inclusione sociale, un punto di aggregazione e incubatore di cultura, che punta a diventare il luogo simbolo della città di Briosco, ed in particolare divenire l’“hot-spot” della comunità, Carpiano come centro attrattivo e culturale per la comunità brisochese, apice del triangolo Briosco-Capriano-Fornaci.

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

La progettazione ha incentrato il suo processo su quelli che sono i criteri di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici, attraverso quelle che sono le best-practice dell’architettura sostenibile, processi di innovazione tecnologica nel campo della progettazione degli spazi aperti e l’influenza che questi hanno sugli edifici, mediante i principi di bioclimatica, che sfruttano le risorse naturali, quali sole, acqua e vento.

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

L’intervento quindi si candida a recepire tutte quelle che sono le direttive espresse dalla UE in materia di sostenibilità negli interventi di nuova progettazione ed in particolare per edifici pubblici, che entro il 2019 dovranno essere progettati per risultare ad emissioni quasi zero (NZEB).

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

Il programma funzionale richiede di ottemperare a tre attività principali ed una quarta di servizio: sala lettura a scaffale aperto, settore bambini, sala multimediale e spazi accessori. La richiesta di impegno di una superficie relativamente esigua (400 m2) potrebbe implicitamente orientare il progetto verso un edificio unico, al fine di ottimizzare gli spazi connettivi per gli aspetti funzionali e i costi di realizzazione per gli aspetti costruttivi. Tuttavia la presente proposta opta per un’opzione con corpi di fabbrica separati. Tale soluzione comporta due tipi di vantaggi:

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

La biblioteca occupa, all’interno del progetto architettonico, un ruolo di primo piano sia dal punto di vista funzionale che percettivo, essendo composta da un volume ad altezza unica di 190 mq con due lati vetrati che denunciano la funzione interna e fanno da collegamento con l’intorno.

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

La stessa idea compositiva della biblioteca viene utilizzata per lo sviluppo dell’area destinata ai bambini, che riprende l’impianto generale del primo volume, ma varia per altezza e metratura.Il locale è stato infatti diviso in due livelli, uno inferiore – delimitato da vetrate e dal tetto giardino – attrezzato con giochi collettivi pensati per lo stare insieme e stimolare la fantasia imparando a “costruire” e creare forme attraverso l’associazione di moduli da comporre spazialmente.

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

La sala multimediale, terzo ed ultimo blocco coperto inserito all’interno del lotto, occupa una superficie di 114 mq e si appoggia al muro di contenimento dello scavo. Si divide in due parti separate da locali tecnici e di servizio: una sala conferenze che si estende lungo la vetrata continua orientata ad ovest, costituita da un lungo tavolo da riunioni; e una sala proiezioni dimensionata secondo la normativa vigente e caratterizzata da lunghe gradonate che si addossano al muro di separazione tra la sala multimediale e il locale tecnico. L’ingresso all’edificio è invece segnalato da un bancone per l’accoglienza degli ospiti.

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

Il tetto giardino, che si inserisce in maniera completamente organica all’interno del lotto, costituisce il solaio di copertura e il coronamento superiore dei tre edifici, fatta eccezione per il volume biblioteca che si sviluppa internamente anche oltre, avendo un’altezza maggiore. Esso è interamente ricoperto di verde, mostrando in planimetria solo il perimetro generale dei tre blocchi e il corpo scala che collega i due livelli esterni.

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

Luca Mucerino, Eduardo Bassolino, Francesco Aletta, Camilla Russo, Agostino Granatiero, Sara Russo — NBCB - Nuova Biblioteca Comunale di Briosco

Care Campus #1 - Möhn + Bouman

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The project is part of a larger renewal of a small campus area for a community of people with disabilities. On the border Schiedam and its rural surroundings the campus comprises this newly renovated daycare centre along with a housing facility currently under design.

Möhn + Bouman — Care Campus #1

The centre has been stripped of unnecessary details and has been painted dark brown, and provided with high quality wooden terraces on all sides, which in turn are wrapped by a wooden screen. In keeping with the local environment, the screen is constructed from chestnut wood and blends into the rural atmosphere. At entrance areas, the screen’s shape adapts, and frames with printed glass cut into the wood, creating a sleek, modern contrast with the rougher, more agricultural material.

Möhn + Bouman — Care Campus #1

The glass prints, made by artist Carol Fulton, continue throughout the interior of the centre as they surround the new lobby in the heart of the building. They form a panoramic view of the coppiced chestnut grove, forming a visual association with the screens outside.

Möhn + Bouman — Care Campus #1

In the heart of the lobby a polyurethane drop rises from the floor. This contains the main kitchen and the sanitary units, and the material creates another tactile contrast. Due to the cognitive constraints of the primary users of the building, the sensory experience of their environment becomes exceptionally important. Incorporating this aspect of the client’s need, along with staging spatial experiences, was the key theme in the design process, resulting in what maybe could be coined ‘Performance Architecture.’

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

Möhn + Bouman — Care Campus #1

paesaggio di foreste - elisa ceria - dottore forestale

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l’arboricoltura da legno offre i migliori scenari paesaggistici dopo lunghi tempi.

elisa ceria - dottore forestale — paesaggio di foreste

maggio 1997

La gestione sostenibile delle risorse forestali mediante piantagioni estensive con specie autoctone assolve in modo multifunzionale alle funzioni di mantenimento della fertilità del suolo, alla generazione di crediti di carbonio, allo stoccaggio del carbonio mediante la valorizzazione del prodotto in legname di pregio, alla gestione del territorio periurbano con la conservazione degli usi di fruibilità ricreativa.

elisa ceria - dottore forestale — paesaggio di foreste

marzo 2014

Nuova biblioteca comunale. Briosco - Luca Compri

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_RELAZIONE CON IL CONTESTO E CON LE ALTRE AREE PUBBLICHE LIMITROFE Il nucleo antico di Capriano, frazione a nord-est del comune di Briosco, si sviluppa lungo la via Giosuè Carducci con caratteri definiti e cortine edilizie davvero uniche. A differenza di quanto generalmente possiamo osservare in altri centri abitati simili, che si sviluppano con edifici in linea lungo la direttrice principale, l’agglomerato storico di Capriano presenta corti aperte con tipologia a “C” perpendicolari rispetto l’asse stradale. Se ad est Piazza Annoni, ingresso nobile alla via Carducci da via Monte Bianco, ricalca il medesimo impianto riproponendo a scala maggiore un ampio spazio rettangolare aperto con lunghe quinte sui lati e uno splendido fondale disegnato dall’omonimo palazzo; ad ovest, dal lato di via Leonardo da Vinci e di via Galileo Galilei, il termine della via Carducci non viene percepito, caratterizzato e definito in nessun modo. L’intenzione di progetto è dunque quella di creare una piazza parco capace di accogliere chi giunge dal nucleo storico terminando il percorso con uno spazio accogliente e concluso; il nuovo ambito è definito: dal fondale della “baita” degli alpini, dalle quinte rappresentate dalla nuova biblioteca, dal filare di alberi prossimo ai parcheggi. In questo modo, l’area di progetto completa con lo stesso linguaggio il tessuto preesistente conservandone i caratteri unici e atipici che lo contraddistinguono. La volontàè quella di accogliere i cittadini attraverso uno spazio urbano compiuto e progettato anche in direzione ovest, creando il giusto presupposto per dare risalto sia alla nuova biblioteca sia alla preesistente struttura delle penne nere (alto valore sociale). La ricollocazione degli spazi di sosta e l’eliminazione della recinzione potrebbero essere elementi ulteriori di progetto per migliorare la fruibilità dell’area. _ ARCHITETTURA Come anticipato nel precedente capitolo, l’edificio è stato pensato partendo dal contesto storico che definiscono Capriano e la particolare configurazione degli spazi urbani che lo caratterizzano. Per meglio essere compreso, il nuovo fabbricato va quindi valutato in relazione al nuovo disegno della piazza parco antistante e alle quinte e i fondali che vi si affacciano: questi elementi fanno parte di un programma compositivo organico e armonico. Preso singolarmente, il volume per la nuova biblioteca è un edificio molto semplice semi-ipogeo a pianta rettangolare. Nonostante lo schema planimetrico elementare, il progetto accoglie e soddisfa le complesse e numerose esigenze che un edificio di questo tipo necessita: _ la piazza parco Il bando indica tra gli obbiettivi anche la sistemazione degli spazi esterni alla biblioteca. La scelta progettuale intende: mantenere a verde gli spazi antistati, razionalizzare i parcheggi, piantumare un nuovo filare di alberi che possa ombreggiare i posti auto e mitigare il rumore e la vista del parco sulla via Leonardo da Vinci. L’arredo urbano per i nuovi spazi verdi è estremamente semplice e prevede: il percorso di ingresso alla biblioteca, tre piattaforme in legno da utilizzare come spazio di incontro, gioco o ballo (alpini), alcune panchine e piccoli alberi posizionati in corrispondenza del passo strutturale della nuova biblioteca (ogni metri 3,60). Il disegno degli spazi aperti assume così le caratteristiche di un pentagramma virtuale avente come interasse quello delle travi che caratterizzano la struttura del nuovo edificio e come note le sedute posizionate in modo solo apparentemente libero su tali linee di riferimento. _ integrazione con la ripa e con lo spazio a verde antistante Come suggerito dal bando il volume di progetto è stato inserito sfruttando l’accentuato dislivello posto ad est dell’area verde. La copertura recupera parte del terreno di scavo (approccio sostenibile) per la realizzazione di un tetto piano verde praticabile. In questo modo, la superficie permeabile e drenante non subisce alterazioni rispetto l’esistente e contemporaneamente la copertura del fabbricato diviene podio e affaccio al parco sottostante e al paesaggio. La possibilità di fare crescere alcune essenze rampicanti sulle reti metalliche (che hanno funzione di protezione e parapetto) poste sul prospetto principale concorre alla mitigazione del volume realizzato e alla valorizzazione degli elementi più caratteristici di facciata: le cuspidi in legno. La particolare soluzione architettonica si relaziona con le geometrie delle falde che contraddistinguono la copertura della “baita” degli alpini e quella delle case circostanti. In termini di proporzione e di numero, i tagli decisi degli spigoli e il ritmo che scandisce la facciata sono stati studiati in relazione agli allineamenti e alla collocazione degli edifici confinanti. Inoltre in maniera più o meno consapevole, l’immagine dell’unico fronte visibile potrebbe dare luogo da parte degli abitanti del paese ad ulteriori originali rimandi quali: libri semiaperti appoggiati di costa (biblioteca), speroni di roccia (formazioni geologiche), fortificazioni difensive (memoria storica del Barbarossa e del castello medievale). _ organizzazione e relazione degli spazi funzionali La struttura spaziale della nuova biblioteca accoglie e soddisfa le esigenze descritte nel bando ed è organizzata, composta e suddivisa in tre elementi chiaramente riconoscibili: A) una grande sala rettangolare lunga 44 metri e profonda 7 metri che accoglie: una piccola hall, la reception, lo spazio multimedia, l’area per i bimbi, la zona a scaffalatura aperta e la sala lettura; B) sei spazi di servizio e “serventi” posti nelle cuspidi che caratterizzano il fronte ovest come: i w.c. pubblici, un piccolo deposito, il back-office, la postazione server per i computer e il bagno/spogliatoio per gli addetti alla biblioteca, due locali tecnici (elettrico e clima) e, infine, un sala lettura più piccola e riservata illuminata con luce zenitale; C) un giardino interno ipogeo pensato come pozzo di luce ad est e come area relax alternativa allo spazio del parco. Ognuno di questi elementi a propria volta è contraddistinto da rapporti volumetrici e spaziali differenti e modulati dai controsoffitti ben riconoscibili in sezione. La volontàè quella di definire degli ambienti con diversa funzione variando i rapporti di altezza e di luce senza utilizzare confini e tamponamenti opachi. La scelta, oltre che avere ricadute dirette sull’economia generale dell’intervento, consente di gestire l’arredo in maniera estremamente flessibile con percorsi e flussi continui tra le diverse zone, in linea con la moderna concezione di biblioteca che oggi si va sempre più strutturando. Tutti gli accessi, i percorsi, gli arredi e i servizi sono progettati a norma disabili. Le relazioni tra le principali funzioni sono state pensate: connettendo in maniera più diretta la sala lettura, l’area a scaffale aperto e la zona multimedia; posizionando la reception prossima all’ingresso in posizione baricentrica e strategica, in modo da avere: una vista diretta e di controllo verso la stanza dei bimbi, un breve percorso per accedere ad un piccolo deposito libri per i prestiti, il back office e una vicinanza con la sezione multimedia. La collocazione del banco è funzionale all’accoglienza, all’orientamento e all’eventuale controllo (informazioni, prestiti, catalogazione, furti, assistenza tecnica…). _ flessibilità e altri utilizzi (sala civica e spazio espositivo) Particolare attenzione è stata dedicata alla possibilità di utilizzare in modo polifunzionale la sala volumetricamente più ampia. Questo spazio è stato dotato di un eventuale accesso secondario che permetterebbe di utilizzare l’ambiente senza obbligatoriamente tenere aperta l’intera biblioteca. Con un progetto di arredo adeguato, tavoli e sedie potrebbero essere utilizzati con differenti configurazioni: sala lettura, sala civica, sala conferenza, sala per corsi o seminari, spazio espositivo/mostre. _ rapporto con il parco Avendo seguito il suggerimento inserito nel bando che privilegiava la realizzazione di un edificio ipogeo e volendo mantenere una relazione forte con l’area verde, la collocazione del sedime della nuova biblioteca risulta essere molto vincolante e quasi obbligata. Tale inserimento ha il vantaggio di integrarsi molto bene con il tessuto storico e con l’ambiente naturale circostante ma ha il grande svantaggio di un’esposizione particolarmente sfavorevole -ovest – sia per il controllo dei “carichi da radiazione solare” sia (soprattutto) in relazione agli apporti di luce naturale ideali per gli spazi pubblici destinati alla lettura. Si è così deciso di limitare con finestre di dimensioni più misurate il rapporto interno-esterno tra gli spazi della biblioteca e la piazza parco; unica eccezione è rappresentata dalla parete vetrata di ingresso e dalla porta finestra dell’area bimbi che invece possono godere pienamente del prato antistante e dei giochi all’aperto. La decisione di limitare le superfici trasparenti garantisce inoltre una maggiore privacy da parte dei fruitori della nuova biblioteca che, oggettivamente, spesso necessitano di concentrazione e silenzio durante lo studio e la lettura. Stesso discorso vale anche per chi, da fuori, decide di visitare una mostra o assistere ad un evento organizzato all’interno dell’edificio: la scoperta non è immediata ma solo anticipata e si manifesta completamente soltanto varcando la soglia del fabbricato. _ luce e spazi di lettura: elementi fondamentali di progetto In una biblioteca la luce è l’elemento più importante. Il progetto si sviluppa primariamente attorno a tale concetto costruendo spazi e situazioni di luce idonei alla lettura, allo studio, all’esposizione. L’interno della biblioteca offre diverse ipotesi di luce. 1) ingresso/hall: l’ingresso, protetto all’esterno da un’ampia pensilina in aggetto, anticipa la soglia e lo spazio di accoglienza e ricevimento della biblioteca. In questo ambiente la luce è zenitale e filtrata dalle lamelle in legno del controsoffitto che prosegue senza soluzione di continuità anche lungo le pareti. Il fascio luminoso illumina la grande libreria a tutt’altezza che accoglie da subito il visitatore. Il banco reception è collocato sulla destra dell’entrata e immediatamente visibile. 2) area bambini: la zona riservata ai più piccoli si trova subito dopo la zona di accoglienza e informazione; la possibilità di una relazione visiva diretta tra tali ambienti garantisce un maggiore controllo e sicurezza. Lo spazio ha un controsoffitto ribassato, rimane più intimo e raccolto rispetto gli altri ambienti. In questa sala vi è un’unica grande portafinestra che apre sul giardino della piazza parco e consente ai bambini di potere uscire, studiare e giocare in modo indipendente ma sempre controllato. 3) multimedia: i computer sono posti su tavoli (maggiore privacy) e ripiani lineari prossimi al banco della reception (utilizzo più rapido e condiviso); la sala non è volutamente confinata nonostante lo spazio sia definito dalla particolare modularità del controsoffitto a falda inclinata. L’accesso a film, dvd o cd rom è diretta essendo gli scaffali espositivi collocati nel medesimo spazio. La luce è garantita da una grande parete vetrata posta al piano primo sopra alla zona dei w.c. pubblici. La qualità dell’illuminazione è particolarmente alta grazie allo studio di una “stanza di luce” a cielo aperto che diffonde in maniera morbida e indiretta la radiazione solare (vedi sezioni schematiche). 4) zona a scaffale aperto: tale ambiente è in continuità con i tavoli dell’area multimedia ma presenta un controsoffitto più basso e un illuminazione in gran parte artificiale più puntuale e mirata. 5) sala lettura principale: la stanza più importante della biblioteca si colloca dopo la zona precedente per garantire un percorso più diretto lettura-consultazione. In questo ambiente, delimitato da una parete interna trasparente, il rapporto con l’esterno e con la luce avviene tramite una generosa parete vetrata che apre su un giardino ipogeo “segreto”. In questo spazio è possibile concedersi un attimo di relax oppure leggere all’aria aperta. La luce entra nella sala in modo indiretto ma generoso evitando qualsiasi fenomeno di abbagliamento e assicurando le migliori condizioni per una corretta lettura. In adiacenza a questa stanza, alta 4,5 metri, si trova una piccola sala con luce zenitale alta 6 metri; questo locale è uno spazio di lettura particolarmente suggestivo che bene si presta anche per esporre sculture o pezzi particolari in caso di mostre. In generale, tutte le stanze nonostante abbiamo apporti di luce naturale diffusa mantengono sempre la vista diretta anche sul parco attraverso le finestre alte metri 2,40 e poste alla quota del pavimento. _ luce artificiale Ad integrazione degli apporti di luce naturale ci saranno delle lampade a basso consumo (LED) che possano compensare e garantire un adeguato illuminamento delle superfici destinate alla lettura e al lavoro degli addetti della biblioteca. La particolare struttura del controsoffitto bene si adatta all’integrazione di corpi illuminanti sia a incasso sia a sospensione. _ arredi Pur essendo esclusi dal calcolo economico allegato ai documenti del bando, il progetto degli arredi è fondamentale per l’organizzazione degli spazi e la consultazione non solo dei libri e delle riviste (emeroteca) ma anche dei nuovi supporti multimediali e digitali. I tavoli potranno integrare sul piano i nuovi strumenti di navigazione e lettura quali i tablet e i touch screen. Gli arredi potranno essere facilmente riconfigurati in funzione dell’utilizzo che si intende fare (vedi schemi sala lettura, sala civica…). Alcuni espositori a scaffale per la consultazione dei libri potranno essere pensati integrati nelle pareti perimetrali, come nel caso della sala lettura/civica. _ semplicità costruttiva La scelta costruttiva è molto semplice ed economica. Visto il carattere ipogeo del fabbricato, il muro contro terra a “C” e le fondazioni dovranno essere realizzati obbligatoriamente in cemento armato. La struttura portante è stata invece pensata in legno con travi e pilastri in lamellare. Le strutture secondarie e i tamponamenti possono invece essere previsti con struttura prefabbricata in legno a telaio. La strategia realizzativa qui proposta garantirebbe tempi rapidi di cantiere, disagi limitati per i cittadini, risparmi importanti e un alto grado di sostenibilità vista la possibilità di lavorare in gran parte con elementi a secco e prefabbricati. _ sostenibilità e materiali L’ampio utilizzo di materiali provenienti da fonti rinnovabili quali il vetro e il legno è stata una scelta caratterizzante del progetto. La volontà di realizzare un edificio pubblico che abbia anche e soprattutto una valenza in termini di sostenibilitàè oggi argomento imprescindibile di progettazione. I materiali necessari per isolare al meglio l’edificio considerata l’inerzia termica del terreno che lo circonda sui tre lati e il pacchetto verde di copertura si riducono in termini quantitativi. I fiocchi di cellulosa sono il materiale isolante che andrebbe insufflato nelle intercapedini delle pareti in legno a telaio. Per le finiture interne, vista la linearità e semplicità delle superfici, si propone l’utilizzo dei materiali utilizzati per la costruzione di base (c.a. e legno) opportunamente finiti con trattamenti naturali (cere o olii vegetali). Le pareti contro terra e il pavimento potrebbero essere finite lasciando il cemento a vista opportunamente cerato come è solito fare per i comparti industriali. _ bioclimatica e impianti La prospettiva di partenza per quanto riguarda l’edificio dal punto di vista energetico e bioclimatico è la creazione di un fabbricato che rispetti i criteri dell’Edificio Passivo. Occorre premettere che non esiste un canone universale valido per i parametri estivi ed invernali, il protocollo che si ritiene più efficace è quello del Passivhaus Institut di Darmstadt che pone alcuni fondamentali requisiti. Senza entrare nel dettaglio per ragioni di semplicità di trattazione e sapendo che il rispetto del protocollo e l’ottenimento della Certificazione da parte dell’Istituto stesso è garanzia della qualità progettuale, i principi fondamentali a base della progettazione invernale sono: - potenza per metro quadrato di superficie inferiore ai 10 W; - energia consumata per metro quadrato di superficie inferiore a 15 kWh; - verifiche sul progetto in merito a temperature superficiali e dettagli costruttivi; - verifiche di tenuta all’aria e sui serramenti; Per quanto riguarda i parametri estivi i riferimenti sono più difficili, dato che il modello è di derivazione nordeuropea; si ritiene che si possa porre anzitutto un limite energetico di consumo inferiore ai 15 kWh/mq all’anno. Il fabbisogno globale dell’edificio complessivo dovrà, comunque, essere inferiore a 120 kWh/mq all’anno per tutti gli usi, quindi un’energia primaria compresa l’illuminazione. In ogni caso, definiti gli standard relativi alle verifiche di qualità da conseguire, occorre porsi in un’ottica progettuale improntata sull’obiettivo del benessere per gli occupanti. Tale concetto deve essere considerato il fulcro che muove tutta l’attività di progettazione, in tutte le sue accezioni. La filosofia di progetto prevede come primo passo la riduzione dei consumi estivi ed invernali attraverso strategie precise. L’isolamento termico delle componenti opache prevede la realizzazione di un cappotto termico in polistirolo o vetro cellulare a difesa delle pareti controterra, realizzate in calcestruzzo armato, al fine di ottenere valori di trasmittanza intorno a 0,1 W/mq K. La stratigrafia proposta presenta massa e collocazione utile a impedire in pratica le rientrate di calore durante il periodo estivo, così come la platea in calcestruzzo gettata su granulato di vetro cellulare, materiale ecologico idoneo all’isolamento termico di platee armate. La copertura in legno isolata sovrastata da un tetto verde, offre valori ottimali di isolamento termico e massa tali da garantire un perfetto comportamento estivo ed invernale agendo da mitigatore del riscaldamento e da protezione dal freddo. L’involucro è completato da pareti in legno con ottime caratteristiche di comportamento estivo ed invernale, data la presenza di un materiale sostenibile come la cellulosa che rappresenta l’ideale compromesso tra le due stagioni in ragione del potere isolante e della capacità termica. Il fatto di avere limitate aperture, schermate mediante vetri tripli su telai in legno da 125 mm., consente di ridurre gli apporti solari in modo considerevole evitando le fluttuazioni dei carichi termici con riduzione della dimensione degli impianti e dell’impiego degli stessi. L’involucro così composto genera la possibilità di ridurre gli impianti all’essenziale, adattandoli alle caratteristiche specifiche dell’utenza. Una biblioteca, infatti, è un luogo caratterizzato dalla variabilità dei carichi in relazione alla presenza di persone al proprio interno; tale variazione genera apporti di calore da smaltire (estate) o recuperare (inverno) e produzione di vapore acqueo che, insieme alla CO2 derivante dalla respirazione ed alla presenza di apparecchiature, incide sui parametri di qualità dell’aria interna. In presenza di un progetto con le caratteristiche presentate l’impianto deve essere in grado di reagire alle variazioni senza generare negli occupanti la sensazione di discomfort, pertanto occorre definire una gestione di base attraverso sistemi radianti con la attivazione delle masse. Si tratta banalmente di annegare delle serpentine con il fluido vettore nelle strutture in calcestruzzo (pareti e pavimenti) che si caricano lentamente e, una volta a regime, consentono di gestire i carichi con poco impegno da parte dell’impianto. Un sistema di ventilazione meccanica controllata “evoluto” consente come prima cosa di recuperare il calore o il fresco dall’aria espulsa con un rendimento intorno al 90%, oltre a garantire i rinnovi d’aria previsti dalla normativa vigente per edifici con questa destinazione d’uso. L’apparecchiatura (saranno due, una per controsoffitto) sarà dotata di batteria di caldo/freddo per la gestione delle temperature in immissione onde permettere una migliore regolazione e di un deumidificatore che consente di operare sui valori ambiente. La presenza dei due sistemi consente, attraverso opportune sonde di temperatura, umidità relativa e CO2, di operare una raffinata regolazione ambientale. La scarsità di serramenti con affaccio diretto ed il loro orientamento, pur generando da un lato pochi apporti solari nelle stagioni intermedie, consente di evitare potenziali problemi di carichi “rotanti” sommandosi alla presenza di persone e di valorizzare la componente di luce naturale (mediante la scelta di opportuni vetri). Dalla ridotta superficie vetrata ed apribile si generano altresì ridotti disturbi esterni dal punto di vista acustico, mentre la presenza di controsoffitti (utili come vani tecnici) aiuta a ridurre quelli provenienti da fonte interna. Gli stessi controsoffitti, attraverso la scelta di opportuni materiali, ospitano pannelli utili all’accumulo di calore e freddo nelle differenti situazioni che mitigano ulteriormente le variazioni indotte dall’aumento dei carichi con la conseguenza di dare meno lavoro agli impianti. Il comportamento estivo dell’edificio risulta influenzato dalla presenza delle masse “attive” che lo mantengono fresco e ne garantiscono l’equilibrio e della copertura a verde che agisce da ulteriore mediatore climatico attraverso l’evaporazione superficiale e la massa, impedendo la penetrazione dei carichi solari. Lo stesso vale per i serramenti. La ventilazione meccanica controllata introduce aria esterna calda e, mediante uno scambiatore in controflusso con quella espulsa (più fredda) ed una batteria idronica è in grado di inserire aria di rinnovo che non necessita di trattamenti specifici. Il comportamento invernale risulta speculare con il vantaggio che, grazie al fatto che il sole risulta più basso sull’orizzonte, è possibile ottenere dei guadagni solari, seppur modesti. Si ottiene così un edificio avente tutte le caratteristiche “passive”, anche se dotato di un impianto minimale di produzione e distribuzione del calore. Per garantire una produzione di energia con elevati valori di efficienza e con una sostenibilità ambientale a livelli di eccellenza si ritiene idonea la scelta di una pompa di calore geotermica a sonde verticali di potenza molto ridotta, si stimano necessari circa 5 kW per il riscaldamento. Sarebbe opportuno aumentare la potenza della pompa di calore per produrre acqua calda sanitaria al servizio dei bagni. Il circuito radiante e quello delle batterie della VMC del riscaldamento/raffrescamento saranno completati da un accumulo, così come quello relativo all’acqua calda sanitaria per la quale si prevede un recupero invernale dal raffreddamento dei compressori della VMC. In ragione delle necessità di irrigazione del tetto verde e della sensibilità ambientale si prevede di installare un sistema di recupero delle acque meteoriche che funga altresì da ricambio per l’acqua dei WC in modo da ridurre i prelievi di acqua potabile.

Luca Compri — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Luca Compri — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Luca Compri — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Luca Compri — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Luca Compri — Nuova biblioteca comunale. Briosco

Beira-Rio Stadium - Hype Studio Architecture

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Beira-Rio Stadium has been home for Sport Club Internacional since 1969. Construction began in 1961, reclaiming land on Lake Guaiba to create the site where the stadium would be built. In 1965, with the land reclamation finished, construction of the Stadium itself began. The first match took place on April 6th 1969. Since that day, Beira-Rio has witnessed the greatest moments of the club’s history. In the early days, Beira-Rio hosted over 90,000 spectators, with a record attendance of 115,000 in 1972. Following current standards of safety and comfort, the Stadium’s capacity was reduced over the years to 54,000 people in the early 2000s.

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

In order to adapt the stadium to new standards of safety, security and comfort for spectators, players, VIPs and press, Hype Studio Architecture has developed a Renovation Project not only for the Stadium itself, but for the surrounding areas as well. The project started in November of 2006.

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

Hype Studio Architecture was invited by Sport Club Internacional to design a roof for Beira-Rio stadium. Within the first month of work, Hype Studio architects realized that only covering Beira-Rio would not be enough, considering the stadium was almost 40 years old – and the lack of infrastructure and comfort was very clear. We reached the same conclusion regarding the surroundings of Beira-Rio Complex: a big urban void located in a prime area of Porto Alegre – between the city’s Historical Centre and the Southern District, right by Santa Teresa Hills and Lake Guaíba.

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

On April 2nd 2007 – the day scheduled to present to the Club’s Board the new Roof project – Hype Studio presented not only the Roof design, but a full Stadium Renovation Project. The project called for the demolition and rebuilding of the lower tier (with bigger steps and closer to the playing field), stores and commercial centres on the inside, a new museum, restaurants, an entire level of corporate suites, new VIP areas and new lounge areas, among other items that would make Beira-Rio completely new for the 21st century – renewed, modern, comfortable and safe, turned into a 51,000 all seater Stadium. We also presented an urban Master Plan for the surrounding area, with a garage building, a hotel, commercial buildings, a convention centre and the Renovation of Gigantinho Arena (a 15,000 seats multipurpose arena located by the Stadium).

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

The project was so well received that one month later it was presented to Brazil’s Sports Minister during a ceremony. In August 2007, Hype Studio presented the project to Fifa, accrediting Beira-Rio to be the stadium in Porto Alegre to host the 2014 World Cup. After the confirmation that the project met Fifa’s requirements, architects Fernando Balvedi, Gabriel Garcia and Mauricio Santos, (Hype Studio senior partners and authors of the project), spent the months of September and October making technical visits to European stadiums, with special attention to the German stadiums that hosted the 2006 World Cup one year before in Germany.

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

The new roof was designed as a modular structure, made of 65 steel trusses that overhang 42 meters above the stadium bowl. The girders were pre assembled outside the stadium. The roof is covered with a PTFE membrane. The stadium’s location is a key element for sustainability, being in the middle of Porto Alegre’s urban area, with easy access through public transportation or even by walking. The stadium is also going through LEED certification process.The project was developed throghout 2006-2010. Construction started in late 2010 and finished in april 2014. The construction company was Andrade Gutierrez, one of Brazil’s largest engineering firms. Beira-Rio stadium opened again in April 6th 2014, exactly 45 years after its original opening.

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

Principal architects:
Fernando Balvedi, Gabriel Garcia, Maurício Santos
Architects team:
Hype Studio Architecture (Fernando Balvedi, Gabriel Garcia, Maurício Santos), Santini e Rocha Architects (Cicero Santini, Luís Felipe Duarte)
Light designer:
Peter Gasper, Paulo Koch
Systems:
Jugend Controle Predial – Eduardo Wojciechowski
Air conditioning:
Sistema Engenharia
Electrics:
FB Assessoria e Projetos – Renato Porto
Hydraulics:
FB Assessoria e Projetos – Fernanda Borsatto
Fire-control System:
Luciano Ramos Fávero and Roger Fernandes e Silva
LEED Certification:
CTE Consultoria – Myriam Tschiptschin
Pitch Design:
Maristela Kuhn
Crowd Control:
Logit Consultoria
Environmental Impact Study:
MRS Ambiental – Adriana Trojan
Structure:
Simon Engenharia – Charles Simon and Luiz Eduardo Pillar
Construction:
Construtora Andrade Gutierrez

Floor Area:
300,000 sqm
Site Area:
165,000 sqm
Client:
Sport Club Internacional and SPE Brio Holding

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

Hype Studio Architecture — Beira-Rio Stadium

Design e Creativita - Primo premio del pubblico - Secondo Premio giuria tecnica - raffaella cottini

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Il concept da cui nasce l’idea proposta si fonda sul connubio tre elementi: SOSTENIBILITÀ, FLESSIBILITÀ, AUTOCOSTRUZIONE PARTECIPAZIONE. La SOSTENIBILITÀ dell’idea progettuale si concretizza nell’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, altamente riciclabili, a costo contenuto e di facile reperibilità. La scelta, rappresentata nei disegni allegati, ha contemplato: - Il PLA– acido polilattico, un polimero derivato da piante come il mais, il grano o la barbabietola, ricche di zucchero naturale (destrosio). Quest’ultimo viene convertito in acido lattico attraverso un processo di fermentazione e, successivamente, in polimeri versatili che possono essere utilizzati per produrre resine simili alla plastica o fibre. Trattasi di un prodotto derivante da risorse naturali rinnovabili annualmente e, una volta utilizzati, i prodotti in PLA sono totalmente compostabili. Grazie alle nuove stampanti tridimensionali che utilizzano i filamenti di PLA l’acquirente può stampare i moduli sovrapponibili direttamente con la sua stampante 3d personalizzando i moduli variandone forme e colorazioni. - Il legno – compensato e/o similari per ottenere delle economie di scala utili al contenimento dei costi e anch’esso riciclabile e a basso impatto ambientale. - Il plexiglas – Materiale di facile reperibilità e disponibile in diverse colorazioni e totalmente riciclabile - Medium density – Materiale economico composto da legno riciclato La FLESSIBILITÀ deriva sia dalla possibilità di utilizzare materiali differenti per la sua realizzazione sia dalla possibilità di creare forme differenti. Infatti il concept di base è nato dalla volontà di rendere variabile l‘aspetto finale attraverso la modularità: La base di sostegno della lampada è stata pensata in medium density o legno massello mentre i moduli impilabili di forma quadrata (nella rappresentazione di ipotizza un modulo dalle dimensioni interne di 20 x 20 cm., ma potrebbe essere rappresentato da altre misure se si utilizza un tubo guida in plexiglas di diametro inferiore a 20 cm) realizzati con i materiali sopra descritti (PLA Plexiglass e compensato) che sovrapposti l’uno sull’altro a ridosso di un tubo all’interno del quale è posizionato il corpo illuminante, possono essere ruotati a piacimento, creando effetti visivi sempre differenti, grazie all’opalescenza del PLA e del plexiglass, nonché dei tagli eseguiti su legno che creano suggestive lame di luce. La versatilità che ne deriva offre punti di vista sempre differenti e la modularità consente di ottenere un prodotto sia a piccola scala (lampada da tavolo) sia a grande scala (piantana), sia colorato (in commercio si trova il filamento in PLA anche in versione colorata e trasparente) sia monocromatico, adattandosi in ogni ambientazione a disposizione. AUTOCOSTRUZIONE E PARTECIPAZIONE Il fulcro dell’idea progettuale è di creare un prodotto che sia totalmente personalizzabile e condivisibile: un oggetto contemporaneo nella forma e concettualmente accomunabile al principio su cui si basano i moderni social network. Un’ottica allargata che coinvolge l’acquirente nello sviluppo del design della lampada. Questo sarebbe fattibile creando un portale on line dove chi ha acquistato la lampada può condividere i moduli disegnati in 3d (oggi il disegno tridimensionale non è più materia per pochi: grazie a software “liberi” come sketchup e grazie all’accessibilità dei costi delle stampanti 3d milioni di utenti appassionati e non professionisti del settore si sono avvicinati al disegno tridimensionale – un esempio evidente è la galleria di sketchup 3dwarehouse ): l’autenticità dei modelli creati dagli utenti verrebbe garantita dal produttore della lampada mediante un codice QR da apporre sul modulo base da allegare al modello 3d caricato dal cliente. In tal senso si verrebbe a creare un ulteriore opportunità economica per il produttore della lampada in quanto i modelli caricati dagli utenti diverrebbero proprietà del produttore il quale ne acquisisce i diritti di vendita: altri utenti interessati al modello proposto sul portale possono in questo modo, una volta acquistati, scaricare i modelli che sarà poi possibile stampare on-made a mezzo delle stampanti 3d.

raffaella cottini — Design e Creativita - Primo premio del pubblico - Secondo Premio giuria tecnica

raffaella cottini — Design e Creativita - Primo premio del pubblico - Secondo Premio giuria tecnica

raffaella cottini — Design e Creativita - Primo premio del pubblico - Secondo Premio giuria tecnica

raffaella cottini — Design e Creativita - Primo premio del pubblico - Secondo Premio giuria tecnica

Casa Condesa - Dellekamp Arquitectos

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PROGRAMA / PROGRAM Vivienda unifamiliar Single Family House

Dellekamp Arquitectos — Casa Condesa

UBICACIÓN / LOCATION Col. Condesa, México D.F., México

ESTATUS / STATUS Construido / Built

PROYECTO ARQUITECTÓNICO / ARCHITECTURAL PROJECT Dellekamp Arquitectos (Derek Dellekamp)

LÍDER DE PROYECTO / PROJECT LEADER Derek Dellekamp

E Q U I P O / TEAM Jachen Schleich, Jéremie Dagaud

FOTOGRAFÍA / PHOTOGRAPHY Sandra Pereznieto, Derek Dellekamp

The remodelling of this 1940s house in the Condesa district consisted of cleaning up the facade and recovering the original Art Déco spirit. The house has a large central space that connects the three levels. Direct contact and intercommunication between spaces is crucial to its everyday experience. The garden offers a lush and exotic environment with jacarandas and rusty mirrors that allow for the continuation of the space.


Concorso d'idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale - Sandro Beltrami, Eleonora Bertolotto

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Premessa _Entrare in un giardino è leggere una storia, leggere un libro è entrare in una storia. (Anonimo, scritto su una panchina di Milano_ Per come è stato enunciato, il proposito di costruire una nuova biblioteca per una piccola comunità, comporta una sfida progettuale straordinaria. La formulazione stessa del problema, che si identifica nella relazione tra luogo e programma, impone interrogativi profondi ed al tempo stesso lascia intendere una velata risposta, poiché, questo quadro di riferimento, unico e irripetibile, suggerisce che il progetto debba prendere forma proponendo un attento dialogo con il sito. Quest’ultimo inteso nella sua accezione più vasta, non solo come luogo fisico, ma come risultato – complesso e in continua evoluzione – della interazione di fattori di diversa natura. Il sito quale prodotto di un continuo incrocio di relazioni, che il progetto dovrà cercare di evocare, interpretare e articolare – in funzione di un’idea chiara e logica – per una sua possibile trasformazione nel tempo. Il progetto si propone di declinare il concetto di contesto entro tre principi: Paesaggio – Ambiente – Socialità

Sandro Beltrami, Eleonora Bertolotto — Concorso d'idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale

01

Paesaggio _Dacché il destino dell’uomo fu quello di vivere con i sudori della fronte, ogni regione si distingue dalle selvagge in questo, ch’ella è un immenso deposito di fatiche. (Carlo Cattaneo, 1854_ La nuova sede della biblioteca dovrà rappresentare il territorio con i propri caratteri geografico-paesaggistici e culturali. Nella Brianza, che pone in relazione il paesaggio delle valli montane con l’estesa apertura della pianura, il fiume Lambro e la sua valle che sono le matrici storiche e che hanno dato origine allo sviluppo del territorio, digardante da Nord a Sud con linee dolci ma topograficamente ben determinate. La demarcazione a Ovest dell’abitato, costituito dalla principale direttrice verso Nord, S.P. n° 36 (Valassina), nel tempo ha prodotto nuovi sistemi di espansione lineare con i grandi insediamenti industriali, logistici e distributivi. L’area di progetto, risente, per la sua collocazione, sia della collana dei sistemi infrastrutturali, che corrono verso la direzione della pianura Padana diventandone un potenziale fuoco attrattivo (parte della città lineare lombarda), sia del sistema paesaggistico del territorio della Valle del Lambro. Questo territorio che, come scriveva Carlo Cattaneo, è divenuto un immenso “deposito delle fatiche umane” che ne hanno disegnato ed articolato la forma e gli intrecci. Paesaggio quindi, non inteso nel significato di “sfondo al progetto”, ma quale principio che orienta l’interpretazione della sua architettura, formale e sostanziale: flussi, materia, energia, verde, acque. L’area di progetto, nello specifico locale è collocata in un tessuto di recente espansione che si misura con il paesaggio rurale di questa zona della Brianza. L’aspetto più rilevante – oltre a quello strettamente naturalistico – è il disegno urbano, nato da recenti addizioni, che propone un tessuto residenziale costituito da case singole o accorpate di bassa e media altezza che concorrono a formare un ordine disperso caratterizzato dall’assenza della qualità degli spazi pubblici. Il progetto è, nello specifico microcosmo, rappresentato da un padiglione biblioteca semiipogeo, l’occasione per proporre una morfologia che rifletta una nuova gerarchia dello spazio aperto, in cui l’inclusione di una sensibilità paesaggistica diviene il tema rilevante per proporre un ruolo anche sociale della qualità del territorio. La ricerca del legame di una piccola comunità con i caratteri significativi del contesto è la premessa per opporsi all’indifferenza di proposte tipologiche che rispondono a semplici logiche economiche e a stili di vita parcellizzati entro piccoli ambiti. Il concetto di comunità vuole essere associato alla cultura del sito, alla topografia tipica di queste valli, producendo uno schema spaziale con una forte riconoscibilità nel territorio.

Sandro Beltrami, Eleonora Bertolotto — Concorso d'idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale

T01

Ambiente _Si hortum in bibliotheca habes, deerit nihil. [Se presso alla biblioteca ci sarà un giardino, nulla ci mancherà.] (Cicerone, Epistolae ad familiares, lib IX, ep. 4, lettere a Varrone_ A livello urbanistico il comparto destinato al complesso si configura, a macroscala, come un fulcro, un punto di riferimento per il Comune di Briosco e per la frazione di Capriano, oltre che a livello sovracomunale. Il sedime è caratterizzato dalla forte pendenza a balze degradanti da Est a Ovest ed è ubicato al limite artificiale dell’insediamento (paese). L’idea progettuale intende rafforzare queste caratteristiche, con la definizione di uno zoccolo che segue le linee di isolivello, pertanto l’intervento si propone innanzitutto di rispettare la topografia, l’armonia dell’inserimento volumetrico nel contesto dei terrazzi che (rafforzati formalmente da muri che diventano anche volumi) a loro volta definiscono tre livelli gerarchici di piattaforma: la prima, a valle, di servizio e funzionale (transito veicolare e pedonale, parcheggio, ...), la seconda, centrale, aggregativa e polifunzionale (accesso al padiglione biblioteca, la terza, a monte, per lo svago e la ricreazione (parco giochi, zona relax). L’edificio invece si articola su un unico livello, privilegiando così gli spostamenti orizzontali e le relazioni interno-esterno dirette (con sicuro vantaggio per i disabili). L’impostazione vuole essere razionale, con una struttura statica semplice in calcestruzzo armato. L’organizzazione funzionale interna prevede la formazione di una scatola, attraversata da patii che definiscono un’alternanza di pieni e vuoti, di spazi compressi e dilatati all’interno del volume ipogeo. Esternamente, l’espressione architettonica delle facciate visibili (Ovest e Nord), vuole raggiungere un’armonia tra elementi freddi (calcestruzzo) ed elementi caldi (legno). La facciata è caratterizzata dal legno di larice (utilizzato per i serramenti vetrati con il sistema di brise-soleil regolabile e per il parziale rivestimento di pilastri e pareti) che permette di garantire una durabilità nel tempo e costi di manutenzione contenuti. L’intento è di sviluppare un’architettura sobria, quasi astratta, che vuole rispettare le preesistenze dialogando con esse. Il complesso si caratterizza da due blocchi costruiti divisi da un portico di collegamento che si apre a Est verso una cavea gradonata attraversata da una rampa zigzagante che collega i diversi livelli dell’area. A Nord del portico troviamo il corpo di fabbrica destinato alle funzioni della biblioteca, a Sud il corpo di fabbrica destinato a vani tecnici. Il progetto, propone una conformazione planimetrica semplice e “neutra”, i patii che suddividono gli spazi funzionali consentono la modulazione della luce naturale che filtra quanto più possibile negli ambienti ipogei. Questo sistema che alterna spazi aperti e chiusi darà origine a percorsi, stimolando e giustificando flussi, offrendosi come attrazione e destinazione, come motore e supporto. Le relazioni interne. L’articolazione semplice planimetrica del padiglione, punteggiato dalla presenza di patii, consente punti di vista, percezioni, relazioni differenziate. Il volume declina qualità fisiche e immateriali del territorio attraverso il mutare di relazioni visive, ombra, luce, suoni, ecc. Le differenti disposizioni e orientamenti delle aperture, nonostante il “mono affaccio a Ovest” produrrà, attraverso reciproci sguardi, relazioni stabili con gli oggetti e le forme (naturali e artificiali) che li punteggiano o li conformano. Il piccolo bow-window in legno aggettante all’angolo Sud/Ovest, dotato di una piccola finestra consente il “controllo” del territorio ai piccoli ospiti del settore infanzia selezionando alla vista quanto c’è di significativo nel paesaggio. Le relazioni con l’esterno. La costante presenza del paesaggio, visibile da molti punti, la presenza/assenza dell’abitato rendono gli utenti protagonisti del proprio spazio geografico, dando loro la sicurezza per vivere esperienze di scambio e condivisione. Gli spazi esterni. L’attenzione alle peculiarità del territorio, costantemente ricercata nella concezione di quest’edificio, si riflette inoltre in una generalizzata attenzione agli spazi esterni e dello spazio naturale (alberatura, manto erboso), la cui organizzazione è caratterizzata da una serie di percorsi e sentieri (in calcestruzzo e/o terra sabilizzata a seconda della gerarchia e delle funzioni) che, intersecandosi tra loro, suddividono lo spazio aperto in una pluralità di aree tematiche in grado di ospitare attività diverse, a loro volta arricchite dalla presenza di vuoti artificiali (patii e scavi nel terreno per rampe), intesi come spazi rappresentativi, collettivi, aggregativi e polifunzionali per la comunità, attorno ai quali ruotano le attività della biblioteca. Ecco così che il terrazzamento a quota più alta, con accesso da Nord, sarà destinato ai giochi dell’infanzia, la sua parte più a Ovest (il tetto dell’edificio) sarà destinato a belvedere, spazio ricreativo e di svago, per grandi e piccini (con pavimentazione in legno); roof garden con coltivazioni di sedum; mentre il terrazzamento intermedio avrà relazioni più strette con il padiglione (presenza di piccoli “boschetti” raccolti) e potrà ospitare feste e manifestazioni sulla piattaforma che amplia quella esistente.

Sandro Beltrami, Eleonora Bertolotto — Concorso d'idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale

T02

Socialità. _Fondare biblioteche è un po’ come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. (Marguerite Yourcenar_ La comunità. La richiesta di un progetto che tenesse conto della complessità del tessuto sociale del comune e della sua frazione, ha suggerito l’idea di operare attraverso forme che si compattano nello spazio verde (tema dominante nel progetto), che qui è declinato anche attraverso le sue proprietà di “servizio pubblico”, di spazio di relazione sociale e infine luogo di identità forte di una comunità coesa. Molteplicità. Il contesto del progetto è fisico e culturale allo stesso tempo. Il nuovo edificio sarà, simultaneamente, causa ed effetto della concentrazione di persone, di servizi e delle relazioni che tra esse s’instaureranno, in uno specifico momento e nel corso del tempo. Si tratterà di un luogo di molteplici complessità, generate da fattori diversi che saranno al tempo stesso protagonisti e comparse, soggetti e oggetti di azioni altrui. Contestualmente alle attività bibliotecarie in senso stretto, la sua struttura si porrà come oggetto di relazione e non come opera chiusa in se stessa, aprendosi così ad iniziative civiche, a eventi culturali, a incontri pubblici, mostre, eventi, ecc.

Sandro Beltrami, Eleonora Bertolotto — Concorso d'idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale

T03

Sostenibilità ambientale Un approccio progettuale cosciente non può prescindere dai temi ambientali e di sostenibilità, è quindi indispensabile che ricerca architettonica ed impiantistica si coniughino per offrire luoghi confortevoli che tutelino salute e benessere delle persone. Si ritiene, infatti, che comfort e salute necessitino di pari considerazione rispetto ad altre “parole d’ordine” che sempre più diffusamente dominano il settore dell’edilizia più avanzata, come sostenibilità e risparmio energetico. [...]

Sandro Beltrami, Eleonora Bertolotto — Concorso d'idee per la realizzazione della nuova biblioteca comunale

T04

Netherlands Forensic Institute - KAAN Architecten

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Located in Ypenburg, The Hague, the NFI is a glazed volume in a steel box set in a typical Dutch motorway landscape. The building is a high security bulwark and an eye-catcher. It yields a corridor spread over four floors with cellular offices and laboratories. Size and location of each laboratory can be adapted to suit changing demands and conditions. The NFI has been cut open horizontally and seems to accommodate a glass volume. The steel box acts as solar shading. Light penetration is different on each side. The glass volume seems to lie just off centre because the steel cantilevers around the building are not equally deep. The architectural and spatial expressions of the interior are determined by material and colour. Form and space are virtually without properties, except in the part adjacent to the entrance, where an auditorium, library and conference room are stacked on top of one another.

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

KAAN Architecten — Netherlands Forensic Institute

Netherlands Forensic Institute in Ypenburg, The Hague (The Netherlands)

Appartamento a Monteverde - Beatrice Bordoni, Valeria Roberti

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una ristrutturazione compleata dell’appartamento di circa 90mq situato nel quartiere di monteverde a Roma.

Beatrice Bordoni, Valeria Roberti — Appartamento a Monteverde

Beatrice Bordoni, Valeria Roberti — Appartamento a Monteverde

Beatrice Bordoni, Valeria Roberti — Appartamento a Monteverde

Beatrice Bordoni, Valeria Roberti — Appartamento a Monteverde

Beatrice Bordoni, Valeria Roberti — Appartamento a Monteverde

Beatrice Bordoni, Valeria Roberti — Appartamento a Monteverde

Beatrice Bordoni, Valeria Roberti — Appartamento a Monteverde

Escola Secundária Garcia Da Orta - Ricardo Bak Gordon

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Winters in Oporto are usually cold and wet, with heavy rain during much of the school year.

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

This school was built in the 1970s as a series of separate pavilions. It was included in the modernization of Portuguese secondary schools, a program with the aim of introducing new resources that are now considered to be essential for public education.

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

In the context of the new program and the climate, we designed a building that is the school’s central space. It complies with the brief and provides a large recreational area that is external but covered.

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

The building is linear, and opening onto the covered area are two of the most dynamic parts of the school: the library and the cafeteria. It is located in the space between the existing buildings and, suggesting dislocation this led to a roof design for the open area that appears to be unstable and not supported. Strong colours in the new environments contrast neutrality of the classrooms, and the greatest intensity is in the great covered “square”.

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

Ricardo Bak Gordon — Escola Secundária Garcia Da Orta

Nuova scuola elementare Villaggio I° Maggio - Studio TI

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SOLUZIONI MIGLIORATIVEPROPOSTE ARCHITETTONICHE Tema del progetto è la realizzazione della “Nuova Scuola Villaggio I Maggio” una scuola primaria a 15 classi. il progetto si è classificato II° nell’offerta tecnica e terzo nella globale. Il sito è posizionato ad est nelle immediate vicinanze di una strada ad alto traffico, via Montescudo, si affaccia a sud su un quartiere di nuova realizzazione e ad ovest nelle immediate vicinanze del nuovo tracciato della Statale16. Perciò progetto e contesto ambientale-urbano sono in stretta connessione tra loro e l’uno si plasma sull’altro, in quanto l’architettura diventa il contenitore e lo scenario in cui i bambini possono esplicitare la propria creatività e fantasia; obiettivo principale del progetto è quindi “proteggere questi spazi dal vicino contesto”. Individuati gli obiettivi e fatte le scelte di progetto, la scuola si è venuta conformando quasi naturalmente: una moltiplicazione di spazi, improntati agli stessi principi e obiettivi, ma differenti nelle particolarità e nelle funzioni. Alla base di tutte le scelte progettuali, le più determinanti sono state quelle di dotare le classi di un’esposizione ottimale, quindi a sud, ma non da meno l’opportunità di lasciare maggior spazio possibile al piano terra; quindi spazi verdi più grandi e creazione di un grande portico, da utilizzare per momenti di ricreazione e giochi al coperto. Nel progetto proposto una sezione prende posto al piano terra, mentre le altre due sono distribuite al piano primo. E’ evidente la possibilità che potrà essere data alla futura direzione scolastica di distribuire il primo ciclo, quindi sei classi, al piano terra, utilizzando allo scopo il laboratorio, che potrà essere portato al piano primo, in quanto avente caratteristiche volumetriche ed impiantistiche tali da poter permettere il “cambio”. Questo darebbe la possibilità di lasciare i bambini più piccoli al piano terra in modo da poter sfruttare al meglio la possibilità di uscire direttamente nell’area verde per la ricreazione e per il gioco, luogo dove possono giocare, interagire e creare quei rapporti tra bambini di età diverse.

Studio TI — Nuova scuola elementare Villaggio I° Maggio

Viste generali

La scuola è organizzata su due livelli: al piano terra è stata sviluppata una superficie perimetrale mossa, dove le classi sono immediatamente identificate dall’esterno da loggiati e colori, ricche di chiaroscuri e trasparenze, rotte dagli accessi al verde collettivo, con episodi di sosta e di riflessione. Non è mai esclusa la vista dell’interno ed il percorso si ritma nei fatti salienti dell’organismo, diventando di volta in volta classe per attività didattica, grande portico adatto ad attività ludiche al coperto o alla sosta prima di uscire, atrio spazioso e luminoso, biblioteca e sala insegnanti, mensa e grande palestra, tutto corredato da ambienti destinati a servizi come locale per materiale didattico e, naturalmente, servizi igienici. Ogni blocco classi-laboratori è servito da un gruppo di servizi igienici, localizzati in posizione baricentrica rispetto ad ogni settore, facilmente raggiungibile; al corpo docente sono stati assegnati dei servizi igienici sia al piano terra che al piano primo. 
Il locale adibito a mensa e relativi servizi, con soprastante il terrazzo che ospita l’apparato tecnologico di tutto il complesso, fa da cerniera tra il vero cuore della scuola e la palestra, in posizione strategica, in modo da acquistare maggiore significato dal reciproco rapporto. La sua funzione è immediatamente leggibile dall’esterno ed ha al suo interno un patio che offre luce e sole e mette in “comunicazione visiva” palestra e mensa. Rispetto al progetto posto a base di gara si è scelto di spostare la palestra, progettata seguendo la richiesta dell’Amministrazione con spazi adatti a contenere una Palestra di Tipo A2, localizzandola sulla direttrice nord-est sud-ovest, poiché in questo modo l’attività didattica viene allontanata, e quindi protetta, dalla strada più largamente trafficata, via Montescudo, e nel contempo sposta la posizione della palestra, mettendola in adiacenza ai parcheggi di nuova realizzazione. Tutto ciò dà la possibilità, nel caso in cui l’Amministrazione ne abbia richiesta, di aprire questo servizio al nuovo quartiere, connotandolo più che come un luogo dedicato a semplice attività sportiva in orario didattico, anche come sede di attività poliedriche, con spiccata vocazione verso i giovani, come cuore funzionale del complesso residenziale, luogo tutto da vivere nel quale socializzare, fare sport, organizzare piccole mostre o spettacoli di fine anno e feste di quartiere. Dall’interno quindi l’accesso alla palestra da parte dei piccoli utenti avviene tramite uno spazio connettivo che costeggia, con una passeggiata lungo la parete vetrata, il giardino, e porta direttamente dalle aule agli spogliatori; dall’esterno, tramite accesso dedicato, direttamente dall’ingresso principale al lotto. Al piano primo sono distribuite le altre due sezioni; le classi didattiche sono state progettate con superfici tali da rispettare i requisiti dimensionali indicati dal D.M. 18/12/1975 (Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica). In particolar modo sono stati rispettati gli standard di superficie indicati in Tab. 6 dove si prevedono mq/alunno 1,80. Con le classi di dimensioni > di mq 50.00 si assicura la presenza di circa 28 alunni.
Sempre al piano primo trova posto la sala multimediale, e sei laboratori accoppiatati ed attrezzati con pareti mobili dalle altissime performances acustiche. La possibilità di unire i laboratori due a due e creare così un unico grande locale, consentirà di gestire lo spazio in maniera molto flessibile e diversificare funzionalmente il layout, a seconda delle esigenze che possono crearsi. Sempre al piano primo sono localizzati anche un locale per materiale didattico ed un ufficio da adibire a presidenza (nel caso si necessiti di uno spazio per incontri e riunioni con il preside del distretto scolastico di appartenenza) o ad ufficio di segreteria. Il vano è in prossimità della parte centrale dell’edificio, facilmente raggiungibile dai collegamenti verticali è di ampie dimensioni, tale da essere adatto per svolgervi diverse funzioni: dall’ufficio con due postazioni di lavoro, a sala presidenza o sala riunioni.
Ogni blocco classi-laboratori è dotato dei suoi servizi igienici localizzati in posizione baricentrica rispetto ad ogni settore, così come è previsto il raddoppio, anche a questo piano, per i servizi igienici dedicati al personale docente. Tutto questo è nello specifico il progetto, il modo, il segno attraverso cui tutta una serie di problemi, attinti per mezzo della ricerca e definiti in un’organizzazione plano-altimetrica, sono stati risolti e che saranno consegnati non solo all’utente bambino, ma alla comunità. Infatti l’area su cui sorgerà la nuova scuola, per la sua posizione a diretto contatto a nord con il quartiere di impianto storico ed a sud con il nuovo quartiere residenziale di recente costruzione, diventa elemento di connessione e segue la sua naturale vocazione a diventare “civic center”, contribuendo alla qualità del tessuto urbano circostante. 
   A rafforzare questa particolare condizione bisogna dire che nelle immediate vicinanze esiste attualmente la “Scuola primaria statale Villaggio I Maggio” e la Scuola per l’Infanzia “La Gabbianella”, oltre ad un luogo altrettanto importante come la “Chiesa S. Maria Mater Ecclesiae”. Si è puntato su un’architettura che, distaccandosi dal contesto immediato, crea un segno subito identificabile: i volumi del complesso scolastico spiccano per il loro aspetto policromo e per le fattezze compositive. La differenza di lavorazione tra i vari elementi dei prospetti, la trasparenza delle vetrate, la leggerezza delle superfici in alluminio alternate a superfici in metallo colorato, creano un immediato impatto visivo, con il risultato di una costruzione con una sua chiara presenza, semplice e molto giocosa. 
   Questo complesso scolastico è inserito in un tessuto urbano ed edilizio appena sorto e punta a completarlo

SOLUZIONI ESTETICOFUNZIONALI Una delle soluzioni funzionali che ha portato a delle ottime scelte anche dal punto di vista estetico è rappresentata dalla copertura della palestra in legno lamellare. Questo ambiente ha un’altezza minima interna pari a ml. 7.20 al fine di consentire il rispetto delle norme Coni e la relativa omologazione della palestra. In considerazione delle luci di copertura e dell’altezza di progetto oltre che per l’elevata caratteristica di duttilità del materiale, il quale ha consentito libertà progettuale e configurazione creativa della forma, il materiale per gli elementi strutturali usato è il legno lamellare, rispondendo a tutti i criteri di progettazione come sicurezza, facilità di impiego, qualità, precisione, tempi di posa ridotti e lavorazione a secco. Altro elemento fondamentale sia come soluzione estetica che funzionale è stata la scelta degli infissi, della Ditta Giuliani Infissi, che hanno elevatissime prestazioni, sia dal punto di vista termico che acustico. L’importanza data alle ampie pareti vetrate, il tamponamento a secco dell’involucro edilizio, il rivestimento in Alucobond di tutto il corpo spogliatoi e servizi, della mensa e dei corpi aggettanti delle aule, l’utilizzo di grandi affreschi digitali raffiguranti momenti di emozioni sportive su parte dell’involucro esterno della palestra, consentono da un lato scelte funzionali altamente performanti e, dall’altro, la caratterizzazione dei prospetti con soluzioni estetiche originali, colorate, e personalizzabili, seppur con costi contenuti.

Studio TI — Nuova scuola elementare Villaggio I° Maggio

Viste generali

COMFORT E BENESSERE AMBIENTALE Per il raggiungimento dell’obiettivo legato al comfort ed al benessere ambientale ogni spazio è stato trattato a se. Tutte le aule, orientate a sud, godono di un ottimo livello di illuminazione naturale, naturalmente schermate con frangisole esterni, per proteggerle dai raggi solari durante le stagioni calde. Il suono/rumore prodotto all’interno in tutti gli ambienti a diversa destinazione, viene opportunamente trattato e mitigato dalle soluzioni acustiche adottate: tramezzature a secco e controsoffitti fonoassorbenti costituiscono gli elementi progettuali atti a rispondere alle alte esigenze acustiche di una scuola. Le palestra è stata posizionata con orientamento N-E – S-O, in modo che l’illuminazione naturale, tramite le ampie vetrate non disturbi il normale svolgimento dell’attività ludico–sportiva. L’orientamento dell’edificio e l’uso di grandi vetrate è legato all’obiettivo di massimizzare l’uso della luce solare per ottenere un’adeguata illuminazione interna, in ogni momento del giorno o in qualsiasi condizione meteorologica, ma allo stesso tempo garantire l’assoluta assenza di abbagliamento; queste scelte offrono le migliori condizioni di sicurezza dell’impianto, importantissima vista la presenza di giovani utenti. L’utilizzo di impianti di riscaldamento e raffrescamento a pannelli radianti alimentati a bassa temperatura garantiranno un elevato comfort ambientale ed un maggior rendimento di emissione degli impianti. Ogni locale avrà una propria regolazione ambiente indipendente, sarà dotato di ventilazione meccanica controllata così da soddisfare i ricambi d’aria richiesti dal D.M. 18/12/1975; l’ aria immessa nei singoli ambienti sarà opportunamente trattata da sistemi di filtrazione affidabili così da consentire alti parametri di purezza e condizioni microclimatiche consone per un ambiente scolastico moderno e salubre.

FRUIBILITA’ E FLESSIBILITA’ DEGLI SPAZI I sei laboratori del piano primo sono separati tra loro attraverso pareti mobili: la possibilità di unire due laboratori e di creare quindi un unico ampio locale risulta essere un elemento interessante per gestire con flessibilità gli spazi e diversificare funzionalmente il lay-out. Gli spazi didattici dei laboratori potranno, all’occorrenza, essere adibiti ad aule didattiche convenzionali: le dimensioni consone con l’uso, il layout distributivo simile alle aule, i principi di arredabilità, e le dotazioni impiantistiche consentiranno, a seconda dell’esigenza, di trasformare il loro uso in aule e di implementare dunque il numero di quest’ultime. Il grande portico al piano terra oltre a svolgere funzione primaria del momento di gioco al coperto, contribuisce a dare un’ottima schermatura all’ala sud-est del fabbricato, dando al tempo stesso la possibilità di aumentare la superficie utilizzabile coperta sia per momenti didattici all’esterno sia per i momenti di gioco. La palestra è stata progettata con tutti i criteri dell’edificio strategico; la posizione di vicinanza all’ingresso, quindi indipendente dagli spazi dedicati all’attività scolastica, la rende fruibile anche in orari diversi dallo svolgimento delle lezioni, con usi differenti e molteplici. Anche gli spogliatoi, naturalmente raggiungibili dall’interno della scuola, sono altresì provvisti di un loro ingresso indipendente; l’ingresso- uscita con i quali sono collegati direttamente al giardino esterno, ne permette un molteplice uso: i bambini che dedicano all’attività sportiva l’ultima ora delle lezioni, possono uscire direttamente da questo ingresso dedicato.

Nuova biblioteca comunale. Briosco - OKS architetti, Luca Scollo, Giorgio Marzullo, Eugenio Salvetti

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La nuova biblioteca comunale di Briosco, collocata in un contesto collinare tipico delle zone circostanti, si integra totalmente con il sito di progetto permettendo di fruirne le caratteristiche morfologiche e distributive. L’ingombro della biblioteca si innesta nel dislivello che caratteristica l’area permettendo di sfruttare la notevole differenza di quota del terreno. Il volume complessivo è caratterizzato da due parti sovrapposte; la prima, più ermetica, si trova alla quota più bassa e parte di essa è interrata. La volumetria sovrastante si sviluppa generandosi dalla quota piu alta del terreno e, appoggiandosi alla volumetria sottostante, aggetta asimmetricamente oltre quest’ultima. La copertura ha un andamento inclinato che rielabora le caratteristiche falde delle abitazioni circostanti reinterpretando il rapporto che esse hanno con il paesaggio, integrandolo questa volta nel disegno complessivo delle volumetrie che si adagiano dolcemente sul terreno. La copertura in parte è verde, accogliendo un giardino di erba che è il proseguimento artificiale (ma anche naturale) della collinetta su cui poggia l’edificio. La grande falda “verde” dell’edificio è disturbata dalla presenza di una grande volumetria cava rivestita in legno, la quale denuncia la presenza dell’edificio alla quota sottostante. Una seconda falda, rivolta a sud e di dimensioni più ridotte, accoglie i pannelli solari, celati grazie all’inclinazione che ne inficia la vista da ogni angolatura. L’ingresso principale si trova alla quota più bassa. Entrando si accede alla hall principale dalla quale è possibile distribuirsi verso le altre funzioni e al piano superiore. Nella hall si apre direttamente un grande spazio gradonato che, oltre a consentire al visitatore di raggiungere il piano superiore, si configura come un vero spazio flessibile della biblioteca. Le “gradonate” si presentano esse stesse come librerie e come aree di sosta per leggere o intrattenersi con le postazioni multimediali. Questo spazio flessibile permette anche di essere utilizzato come sala civica, sala conferenze e area mostre. Quest’area centrale, luogo epicentrico a cui tutto l’edificio fa riferimento, è caratterizzata da un illuminazione zenitale proveniente da un grande lucernario posto sul “camino” che sovrasta lo spazio sottostante. Sempre alla quota più bassa, e in diretto rapporto con i giardini circostanti, vi è la ludoteca. Uno spazio per i bambini interamente pensato per loro e indipendente dal resto della biblioteca. Al piano superiore, dal quale è anche possibile accedere direttamente dall’esterno, è presente la sala lettura vera e propria dotata di tavoli per la consultazione dei volumi e alla quale si aggiunge una notevole quantità di postazioni computer. Anche in quest’area sono presenti numerosi scaffali che contengono parte dei quattordicimila volumi distribuiti, per categoria, anche nella hall centrale o conservati nell’archivio posto al piano inferiore. Dalla sala lettura è possibile apprezzare la complessa variazione volumetrica dell’intero edificio che culmina in un aggetto che delimita simbolicamente un area esterna. L’area, delimitata dalla proiezione dell’aggetto sovrastante, contiene ironicamente un albero che viene esso stesso integrato all’interno del perimetro della biblioteca, dichiarando il rapporto di rispetto e coinvolgimento instaurato con la natura circostante. Dalla sala lettura una passerella sospesa al di sopra della hall sottostante permette di accedere ad una terrazza esterna che si affaccia direttamente sulla corte di ingresso e attraverso la cortina di frangisole in legno è possibile fruire in maniera più diretta del paesaggio. La struttura dell’edificio è in cemento armato ma le volumetrie si differenziano per la caratterizzazione del rivestimento in legno che le accomuna. Il rivestimento è integralmente in legno per la parte inferiore che si presenta più ermetica e scarsa di aperture. La volumetria superiore invece presenta le stesse lamelle in legno a sezione triangolare ma qui si comportano da frangisole, ponendosi davanti a grandi vetrate che, dall’esterno consentono di alleggerire l’immagine complessiva dell’edificio e dall’interno di fruire integralmente del paesaggio oltre che di godere di un’ illuminazione omogenea delle sale.

OKS architetti, Luca Scollo, Giorgio Marzullo, Eugenio Salvetti — Nuova biblioteca comunale. Briosco

OKS architetti, Luca Scollo, Giorgio Marzullo, Eugenio Salvetti — Nuova biblioteca comunale. Briosco

OKS architetti, Luca Scollo, Giorgio Marzullo, Eugenio Salvetti — Nuova biblioteca comunale. Briosco

OKS architetti, Luca Scollo, Giorgio Marzullo, Eugenio Salvetti — Nuova biblioteca comunale. Briosco

OKS architetti, Luca Scollo, Giorgio Marzullo, Eugenio Salvetti — Nuova biblioteca comunale. Briosco

OKS architetti, Luca Scollo, Giorgio Marzullo, Eugenio Salvetti — Nuova biblioteca comunale. Briosco

OKS architetti, Luca Scollo, Giorgio Marzullo, Eugenio Salvetti — Nuova biblioteca comunale. Briosco

OKS architetti, Luca Scollo, Giorgio Marzullo, Eugenio Salvetti — Nuova biblioteca comunale. Briosco

VILLA REALE DI MONZA Concorso internazionale per il restauro del complesso storico - secondo premio - Marco Albini, TEKNE Spa, Richard Martin Mather, OBR Open Building Research, Sandro Favero, Pietro Maria Castiglioni, Bob Noorda, Michel Desvigne, Anna Lucchini, Francesco Rusconi Clerici, Carlo Bertelli, Mark Aubry

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La villa, progettata da Piermarini come un complesso unitario, è costruito su di un preciso schema realizzato da riferimenti tra architettura e paesaggio, aperte al contesto circostante e alla vicina Milano; questa caratteristica diventa un punto di partenza per farne un elemento organizzatore di tutta l’area circostante.Questo obiettivo sarà raggiunto se la Villa Reale di Monza ed i suoi giardini saranno concepiti come un complesso polifunzionale di livello internazionale, uniforme e integrato, configurato come una serie di spazi con usi destinati ad essere diversificati e complementari. Pertanto, un intervento che comporta un recupero del materiale della Villa Reale e degli spazi circostanti, implica anche il rinnovamento del ruolo del sistema Villa / Giardino / parco.

Marco Albini, TEKNE Spa, Richard Martin Mather, OBR Open Building Research, Sandro Favero, Pietro Maria Castiglioni, Bob Noorda, Michel Desvigne, Anna Lucchini, Francesco Rusconi Clerici, Carlo Bertelli, Mark Aubry — VILLA REALE DI MONZA    Concorso internazionale per il restauro del complesso storico - secondo premio

Marco Albini, TEKNE Spa, Richard Martin Mather, OBR Open Building Research, Sandro Favero, Pietro Maria Castiglioni, Bob Noorda, Michel Desvigne, Anna Lucchini, Francesco Rusconi Clerici, Carlo Bertelli, Mark Aubry — VILLA REALE DI MONZA    Concorso internazionale per il restauro del complesso storico - secondo premio


Luciano MOTO - studio KUADRA

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Intervento di restyling per un noto showroom locale. Il progetto ha coinvolto tutti gli edifici esistenti, anche quelli rimaneggiati nell’ultimo decennio, in modo da conferire all’intera area espositiva un appeal comune ed un omogeneo lessico architettonico. Le fotografie si riferiscono principalmente all’edificio che maggiormente ha subito modifiche, attualmente destinato all’esposizione dei motocicli usati e alla parte direttiva del polo commerciale. L’immobile originario è stato rivestito esternamente da una maglia metallica che contribuisce a uniformare l’aspetto generale, inserendo in facciata delle vetrine per l’esposizione delle moto. E’ stato così mascherato il vecchio prospetto in mattoni facciavista con soprastante tetto a padiglione, tipico degli anni 70.

studio KUADRA — Luciano MOTO

studio KUADRA — Luciano MOTO

studio KUADRA — Luciano MOTO

studio KUADRA — Luciano MOTO

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Realizzazione di un nuovo istituto comprensivo scolastico (scuola media) all’interno dell’area occupata dalla scuola elementare Carlo Amalfi - mario oriolo, Leonardo Gabriele, Attilio Cavaliere

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Il bando, nel delineare le caratteristiche della nuova scuola, richiede di progettare un complesso raccolto e nel contempo isolato visivamente e acusticamente dal contesto urbano; di immaginare dei luoghi che accolgano e accompagnino l’intero percorso formativo degli studenti; di impostare un’architettura che possieda le qualità espressive e rappresentative dell’edilizia scolastica e che, allo stesso tempo, sia in grado di connotare e di riqualificare la zona; di conferire flessibilità agli spazi per soddisfare ogni esigenza didattica, ricreativa e sportiva; di porre particolare attenzione progettuale alla problematica energetico-ambientale; di integrare gli aspetti architettonici con quelli paesaggistici e artistici.

mario oriolo, Leonardo Gabriele, Attilio Cavaliere — Realizzazione di un nuovo istituto comprensivo scolastico (scuola media) all’interno dell’area occupata dalla scuola elementare Carlo Amalfi

Lo studio del luogo sotto il profilo urbanistico-architettonico-ambientale ha indotto, sin dalle prime fasi della progettazione, a sostenere l’ipotesi di un’architettura semplice nelle forme, razionale nella distribuzione, chiara nella rispondenza tra volumi e funzioni, pulita nel linguaggio. Questi elementi realizzano il legame con il contesto architettonico, connotato dall’accostamento di costruzioni tradizionali, appartenute al passato rurale della zona, con edifici più anonimi, realizzati nel secondo dopoguerra. Il rapporto con il contesto urbanistico è dato dal disegno della viabilità, che aggiunge alla rete stradale esistente un nuovo tratto viario. Questa breve strada, che collega diagonalmente Via Amalfi con Via Bagnulo, ha importanza strategica. Creando le condizioni per una sorta di accesso dedicato, garantisce, infatti, un’ottimale funzionalità del traffico nelle ore di punta senza isolare il nuovo istituto scolastico dal resto della città. Le aree che fasciano questa nuova strada e la sua diramazione verso la scuola sono sistemate a verde attrezzato e a parcheggio e, quindi, destinate all’uso pubblico. La frequentazione pubblica di questa zona anche in fasce orarie extra-scolastiche è resa possibile dalla sua collocazione planimetrica al di fuori del perimetro vero e proprio della scuola. Elemento, questo, che integra ulteriormente la nuova costruzione con il contesto urbano, anche da un punto di vista sociale. L’inserimento nel contesto ambientale è affrontato attraverso due aspetti integrati della progettazione: il progetto del verde e il progetto artistico. Il progetto del verde mira a legare l’opera con l’ambiente naturale circostante attraverso l’organizzazione di un nuovo assetto vegetazionale dell’area basato prevalentemente sull’impiego di specie autoctone, utilizzate non solo in chiave funzionale, ma anche per scopi didattici. Il progetto artistico rielabora artisticamente un tratto caratteristico del paesaggio (anche urbano) del territorio comunale, le limonaie, fino a farlo divenire un leitmotiv architettonico. In questo caso il legame instaurato con il territorio diviene anche di tipo culturale.

mario oriolo, Leonardo Gabriele, Attilio Cavaliere — Realizzazione di un nuovo istituto comprensivo scolastico (scuola media) all’interno dell’area occupata dalla scuola elementare Carlo Amalfi

Per semplicità descrittiva il progetto può essere diviso in due parti: la parte interna e la parte esterna al perimetro scolastico. La parte esterna è, come anticipato, legata all’infrastrutturazione viaria dell’area, ha un utilizzo pubblico (verde attrezzato e parcheggio) e costituisce uno spazio funzionale alla fruizione dell’istituto scolastico (traffico pedonale e motorizzato legato al suo raggiungimento) e di integrazione urbanistica con il resto della città. La parte interna al perimetro scolastico è costituita dal complesso di corpi di fabbrica e di spazi aperti inclusi nel perimetro della scuola. I corpi di fabbrica sono quelli evidenziati nello schema volumetrico rappresentato nella tavola 1: quello dell’area didattica, quello dei parcheggi interrati, il corpo comprendente gli uffici e la biblioteca, il corpo mensa, quello dell’auditorium e il corpo palestra. Gli spazi aperti sono costituiti da un cortile interno e dall’area per le attività sportive all’aperto. La fruibilità del complesso parte dalla nuova viabilità che il progetto introduce. Attraverso un ampio asse perpendicolare a questa strada è possibile raggiungere l’ingresso del complesso scolastico, posto sul fronte nordest del suo perimetro. Qui un cancello, architettonicamente rilevante per la presenza totale del tema artistico, immette in un’area scoperta che costituisce la prima parte del cortile (‘cortile di ingresso’). Specularmente all’ingresso dell’area una parete vetrata immette nell’atrio della scuola. Nel percorrere la distanza fra l’ingresso e l’atrio si fiancheggia a destra la mensa e la galleria sospesa e a sinistra il corpo destinato agli uffici amministrativi e alla biblioteca. Superando la galleria, il cortile di ingresso si estende in direzione nordovest tra il corpo mensa e il corpo auditorium (‘cortile centrale’) per terminare in un’area recintata dedicata all’orto didattico. Entrati nell’edificio ci si ritrova in un ampio atrio con spazi a doppia altezza. Nell’atrio trovano affaccio il locale destinato alla bidelleria, l’ingresso principale all’auditorium, quello degli uffici amministrativi e quello per l’area didattica. Tali affacci, unitamente alla presenza di un’area ristoro e di collegamenti verticali, fanno sì che tale atrio assolva pienamente alle funzioni proprie di un ambiente di accettazione, informazione e smistamento. Tutte le aree sono raggiungibili a partire dall’atrio. In particolare si accede all’area didattica da una porta posta accanto alla bidelleria. Questa è contenuta all’interno di un corpo monolitico a tre livelli fuori terra e orientato in direzione sudovest-nordest. Il volume stereometrico, unitamente alla particolare distribuzione planimetrica (triplo corpo: servizi, corridoio e aule), garantiscono una compartimentazione dell’area didattica e la possibilità di avere un’ottimale e uniforme situazione di soleggiamento delle aule e dei laboratori. Il primo e il secondo livello hanno 12 classi ciascuno (4 sezioni), l’ultimo livello è destinato ai laboratori, 10 in tutto. La posizione estremamente periferica destinata al corpo didattico rispetto alla viabilità locale garantisce l’assenza di introspezione e di disturbo. Le possibili interferenze sonore provocate dal passaggio dei treni, seppur sporadiche, sono state considerate e risolte allontanando il corpo aule dal margine sud dell’area e interponendo fra i due l’area dedicata alle attività sportive all’aperto. A ulteriore protezione è prevista una barriera verde fonoassorbente, come meglio precisata nel paragrafo dedicato al progetto del verde. Un dettagliato studio funzionale dei flussi è stato effettuato per verificare la rispondenza della distribuzione plano-altimetrica ipotizzata con la piena funzionalità dell’intero istituto scolastico. Le verifiche sono state spinte anche nelle varie combinazioni di utilizzo. Nella tavola 3 è riportata una parte di tali studi, in particolare quelli riferiti all’utilizzo di alcune aree funzionali anche da parte di utenti esterni e anche al di fuori dell’orario scolastico.

Nuova BCC di Boves - studio KUADRA

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Il progetto prevede la ristrutturazione di un locale esistente disposto su due livelli per essere convertito nella nuova filiale della Banca di Credito Cooperativo di Boves. Il locale si sviluppa su una superficie di circa 130 mq con forma irregolare. Dovendo mantenere la pavimentazione esistente, la scelta progettuale è stata quella di giocare molto sulla parte superiore dell’allestimento. Il controsoffitto è creato mediante “piastre” sospese in legno che delineano e marcano gli spazi sottostanti. Il sistema soffitto nasconde inoltre tutto quello che concerne l’impiantistica. Il resto dell’ambiente è reso dalla contrapposizione delle tinte chiare dei muri e del bancone con ampie superfici nere. Questo rende ancora più evidente l’inserimento del legno sulle piastre di controsoffittatura. Il rivestimento parete nero nasconde tutte le armadiature della filiale ed è costituito da pannellature con superficie dogata in rilevo. La scala a chiocciola centrale esistente è stata mascherata da un grosso “cilindro” realizzato da tubi di varia sezione montati verticalmente e afficancati con un passo irregolare. Il grande bancone bianco è intervallato da elementi sporgenti che creano la postazione sportello. Una “lama” verticale crea un minimo di privacy e funge da porta brochure. La stessa, curva orizzontalmente e diventa un piano basso per appoggio borse. Due ampi uffici sono stati creati da ampie pareti vetrate.

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

studio KUADRA — Nuova BCC di Boves

AULA MAGNA– Comune di San Felice sul Panaro (MO) - Studio TI

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Il progetto riguarda la realizzazione di un Edificio scolastico Temporaneo adibito ad Aula Magna in San Felice sul Panaro (Lotto 4) all’interno delle opere di ricostruzione dopo il sisma del 2012 nell’area di Modena . Il lotto in oggetto, un’area di circa 4000 metri quadrati, si configura come zona agricola al margine dell’abitato, senza particolari caratteri di qualità paesaggistica anche in relazione al corso d’acqua Cavo Canalino.

Studio TI — AULA MAGNA– Comune di San Felice sul Panaro (MO)

Vista Ingresso

Tema del progetto è la realizzazione di un’ Aula Magna avente una superficie utile minima di 1200 metri quadrati con relativi connettivi, spazi ad uffici, locali di supporto e progettazione e realizzazione dello spazio a giardino esterno. Un luogo peculiare quale un’Aula Magna: peculiare sia per funzione che, nel caso particolare, per il contesto ambientale in cui l’Aula sorgerà. Il sito infatti è posizionato a sud della nuovissima Scuola dell’Infanzia – Nido “Montessori”, realizzata all’interno degli interventi di ricostruzione post-sisma del 2012 e ad est della Scuola Primaria “Muratori”, altro edificio di recente realizzazione, sempre iscritto all’interno degli E.S.T. L’ubicazione e le dimensioni dell’area messa a disposizione dall’Amministrazione Comunale hanno dettato fin da subito le linee guida del progetto. Progetto e contesto ambientale-urbano sono in stretta connessione tra loro e l’uno si plasma sull’altro, in quanto l’architettura diventa il luogo e lo scenario in cui i fruitori dei diversi contenitori possono ritrovarsi, dove poter sviluppare la capacità di raccogliere, organizzare e rendere disponibili informazioni. Molti sono stati gli obiettivi, primo fra tutti quello di uniformare il progetto agli edifici scolastici di recente costruzione, almeno per quanto riguarda l’uso dei materiali ed il trattamento cromatico, prevedendo una sistemazione a verde omogenea che rispetta il carattere agrario del lotto, curando gli allineamenti lungo le direttrici esistenti ed in previsione, dando maggiormente sfogo a superfici permeabili e coperte a prato.

Studio TI — AULA MAGNA– Comune di San Felice sul Panaro (MO)

Planimetria di progetto

Nell’insieme il progetto si esprime per incastro di due volumi con differente forma e connotazione, secondo una logica che mira alla comunicazione immediata, ulteriormente sottolineata dai colori e dalle textures dei materiali. La forma compatta ma elegante, ad un solo piano, concepita, calcolata e progettata secondo i più moderni criteri antisismici, è realizzata tramite l’utilizzo di strutture prefabbricate per il corpo principale, di altezza predominante (sia nella parte strutturale che nei tamponamenti esterni in c.a.v.); l’andamento longitudinale e rettilineo dei corpi bassi laterali è realizzato tramite struttura metallica e tamponamenti leggeri a secco (pilastri e travi in acciaio e tamponamenti esterni perimetrali realizzati con un sistema a secco tipo Knauf, costituito da orditura metallica, adeguato isolamento termico in lana minerale tipo Isoroccia, rivestimento esterno con lastre in pannelli di cemento rinforzato tipo Aquapanel, finito internamente da lastre di cartongesso ed esternamente da un rivestimento in Alucobond ad alta valenza estetica).

Studio TI — AULA MAGNA– Comune di San Felice sul Panaro (MO)

Piante

La scelta dei materiali ricade su elementi il cui montaggio avviene principalmente a secco, caratterizzati da spiccate qualità estetico-formali e che permettono la realizzazione dell’architettura in tempi brevi, comunque di grande impatto e di piacevole aspetto estetico, gioca con i contrasti, gli accostamenti, soprattutto visibili all’esterno, tra il cemento a vista, puro e “nudo” e il rivestimento in metallo, lucido e riflettente, dell’Alucobond. Ampie vetrate continue ed infissi di pregio, pensiline sugli ingressi pedonali, brise soleil al piano superiore, sono altri elementi fortemente connotativi dell’involucro.

Studio TI — AULA MAGNA– Comune di San Felice sul Panaro (MO)

Abaci e Materiali

Il grande volume centrale è luogo delle funzioni più rappresentative: l’elegante foyer, l’aula magna vera e propria, il palco; le due ali laterali, più basse, su cui si adagia il grande volume principale, esaltano la longitudinalità del fabbricato, fuoriescono lateralmente e fungono da corridoi di distribuzione e d’accesso alla sala; sui fronti nord e sud questi corpi mantengono la loro predominanza formale e diventano veri e propri volumi contenenti le funzioni lavorative d’ausilio alla gestione del complesso (uffici, reception, bar, depositi, ecc.). Da qui si può apprezzare l’immediata leggibilità delle forme, delle funzioni, raggiungendo una pura sinergia di completezza, coerenza ed integrazione tra forma e funzione, contemporaneamente alla riconoscibilità delle varie attività che ospitano.

Studio TI — AULA MAGNA– Comune di San Felice sul Panaro (MO)

Sezioni e Particolari

Studio TI — AULA MAGNA– Comune di San Felice sul Panaro (MO)

Prospetti e Viste

URBAN DESIGN COMPETITION FOR AN URBAN INTERVENTION IN VLORA WATERFRONT PROMENADE - Vittorino Belpoliti Architetto, Elisa Uccellatori, Laura Polidoro, anna luciani, Olsi Sulejmani

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