Il dato di partenza:
Forte del suo inestimabile patrimonio culturale e consapevole del dovere verso tutta l’umanità di preservarlo per le generazioni future, l’Italia ha una tradizione di biblioteche di conservazione e, solo recentemente, anche di public library, come nei paesi anglosassoni. Soltanto dal 1972 infatti, con il trasferimento alle regioni della competenza sulle biblioteche di Ente locale, si è sviluppata una rete di biblioteche di pubblica lettura dipendenti da Comuni e Province.
Gli effetti di questa visione “protettiva” delle biblioteche, mentre da un lato ha permesso di salvaguardare un patrimonio inestimabile appartenente a tutta l’umanità, dall’altro ha avuto effetti negativi sulla promozione della lettura.
Su incarico del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un’Associazione costituita da insegnanti, bibliotecari, editori e librai, ha redatto un rapporto sulla promozione della lettura in Italia. Da questo rapporto risulta evidente l’esigenza di una politica nazionale di promozione del libro e della lettura, in quanto più della metà degli italiani non legge alcun libro, mentre solo la metà della popolazione legge i giornali almeno una volta nella settimana.
Il dato che emerge chiaramente è che in Italia, più ancora che in altri paesi industrializzati, si manifesta una forte discrepanza fra la crescita dei livelli di alfabetizzazione e i tassi di lettura nel tempo libero e che oltre la metà degli italiani non legge neanche un libro all’anno, mentre la restante parte, nello stesso lasso di tempo, ne legge meno di 3.
Se è vero che la crisi economica ha di certo influenzato il fenomeno, è altrettanto vero che niente ci assicura che un’inversione di tendenza negli indicatori del reddito e dell’occupazione potranno automaticamente modificare il rapporto degli italiani con la lettura.
L’ampliamento del numero dei lettori, specie nei giovani, tra i quali il fascino esercitato dalla tecnologia è più sentito, è quindi il primo dei nodi da affrontare.
Questo peròè solo un aspetto del problema che rende complesso ed a volte conflittuale, il rapporto tra l’utente e la biblioteca e l’analisi a monte della nostra proposta progettuale ci ha permesso infatti di individuarne altri altrettanto importanti, fondamentali per definire l’idea di base sulla quale elaborare la nostra proposta per Briosco.
Una serie di studi mirati, condotti in varie parti del mondo, hanno appurato ormai da tempo che, nella singola persona, esistono legami profondi tra il gioco e l’apprendimento e che, per ogni individuo, il modo più semplice per apprendere le regole di un gioco è giocarci. Questo vuol dire che più giochiamo ad un gioco, più impariamo a farlo.
Proviamo ad immaginare un luogo in cui la lettura possa diventare un piacevole, oltre che utile, alternativa per utilizzare il nostro tempo libero.
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© Gruppo di Progettazione AVantgarde . Published on June 27, 2014.
Un gioco utile per capire la nostra realtà e quindi per crescere consapevoli ed informati poiché, altro dato emerso dagli studi sul rapporto lettore-libro, è che “il gioco della lettura”è una forma di comunicazione che promuove e facilita il contatto con il mondo, oltre che con se stessi. Nei bambini è uno strumento di conoscenza che permette di ampliare e strutturare l’esperienza, perché il tempo del gioco è tutto il suo tempo, mentre è con l’età adulta che si spezza il felice legame tra natura e cultura, tra gioco e cultura.
Ovviamente per l’adulto (genitore, nonno), è difficile recuperare questo naturale ed idilliaco rapporto, ma è altrettanto vero che, consapevole della sua importante perdita, può impedire che questo legame si spezzi troppo in fretta, portando i piccoli a contatto con i libri.
Legame da proteggere per i piccoli ma, nel contempo, da rinsaldare per gli adulti.
L’allontanamento progressivo dei giovani dalla lettura , che li porta a diventare prima lettori occasionali, poi a cercare compagnie diverse dal libro nel tempo libero e che porta agli sconfortati dati emersi dallo studio prima esposto, non è mai solo una questione di tempo, ma anche e di mancanza di attrazione verso il libro. E’ quindi anche una questione di stimoli giusti, capaci di riavvicinare l’oggetto libro al lettore. Questo legame spezzato, questa mancanza d’interesse, questo allontanamento, questa disabitudine al libro diviene sempre più forte con il passare degli anni. Per gli adulti il problema diviene di natura reverenziale non solo verso l’oggetto libro ma, a monte, verso gli stessi luoghi di lettura. Troppo spesso austeri, restituiscono l’immagine di un luogo ostile, “non per tutti”.
Sulla scorta di queste considerazioni, la nostra convinzione di dover progettare non un semplice spazio che contenga un certo numero di libri e che li conservi in modo adeguato, ma innanzitutto un luogo che stimoli i piccoli alla sua conoscenza e che riavvicini i grandi.
schizzi di studio
© Gruppo di Progettazione AVantgarde . Published on June 29, 2014.
La filosofia progettuale:
Le biblioteche di pubblica lettura nel nostro paese sono intese più come un servizio per il tempo libero e per lo studio che come strumento di espressione e promozione della cultura.
Le loro sedi abituali, troppo spesso vecchie e polverose, si presentano con barriere fisiche e psicologiche, in aree in cui è difficile trovare parcheggio e con orari al pubblico che non tengono conto dei reali e diversificati bisogni delle persone.
Per riavvicinare le persone al libro (alla lettura in genere) c’è quindi necessità di nuove ubicazioni in luoghi facilmente raggiungibili e fruibili, dall’aspetto familiare ed amichevole, debitamente proporzionati e meglio rapportati con la cittadinanza.
La nostra idea per Briosco, che sposa in pieno quella dell’Amministrazione, muove proprio dalle differenze sostanziali tra le biblioteche cosiddette “di conservazione” e quelle “di pubblica lettura” e sul conseguente diverso impatto che queste diverse tipologie hanno sulla società. Nasce così l’idea di una biblioteca che sia estremamente flessibile e polifunzionale, capace di integrarsi e modellarsi sui reali bisogni della comunità ed in cui sia possibile ubicare spazi collettivi, come la sede dell’auditorium ma anche, alla bisogna, di uno spazio espositivo per mostre itineranti, ad esempio. Un luogo flessibile che sia concepito in una logica non di giustapposizione di spazi e funzioni, ma di arricchimento di un unico ambiente che ha insite le possibilità di trasformarsi agevolmente a seconda delle mutate esigenze.
Gli Idea Store anglosassoni, questa la nostra idea di “inserimento armonioso” nel contesto.
Una biblioteca cioè che non sia solo luogo di semplice prestito e consultazione, ma soprattutto d’incontro e di crescita, di formazione e produzione culturale, un ponte tra età diverse, etnie diverse, culture diverse, sistemi di apprendimento diversi.
Luogo familiare in cui è possibile incontrarsi e socializzare, leggere insieme un libro o un giornale, ascoltare musica anche dal vivo o vedere un film o una mostra fotografica ed infine confrontarsi, magari nelle belle giornate, sulle panchine all’aperto sui contenuti della giornata di studi, piuttosto che sulla performance artistica.
Punto d’incontro non specialistico ma amichevole e familiare.
Anche per questo il Parco giochi degli Alpini, la sede scelta dall’Amministrazione per la nuova biblioteca, è quanto mai felice ed appropriata.
Pensare il luogo della memoria per antonomasia (la biblioteca) collocato in un luogo già deputato alla conservazione della memoria, rende facile, anzi naturale, pensare di progettare l’enfatizzazione della sua consolidata identità di punto d’incontro e di confronto.
Intervenire in questa realtà in cui il verde è aspetto predominante del paesaggio, al di là degli oculati indirizzi progettuali dettati dall’Amministrazione, impone un intervento che non solo preservi e si integri con il contesto, ma che con esso interagisca per completarlo e meglio definirlo nella forma e nella funzione.
Aspetto non secondario del progetto è quindi la sistemazione più razionale del parco, con i giochi che si snodano lungo una passeggiata, che potrebbe essere pista ciclabile o anche un percorso della salute, ubicati nei pressi dei tanti luoghi di sosta ombreggiati, da cui è piacevole leggere un libro o conversare con l’amico e agevole vegliare sui bambini.
All’interno di questo, i circa 400 metri quadri della sede della biblioteca ipogea, che si relaziona con l’esterno attraverso l’ampia superficie trasparente in ETFE, non limite tra il dentro ed il fuori ma tramite tra due aspetti della stessa realtà.
Attraverso questa, gli ambienti e le funzioni escono dal loro contenitore per andare incontro alle persone per stimolarle alla conoscenza reciproca, oltre che del libro, con l’umanità, oltre che con l’informazione, la cultura e l’intrattenimento.
Conoscere, leggere, imparare, diventa quindi facile e piacevole in un luogo che non è né rigidamente didattico, né esclusivamente ludico ed in cui l’interno si proietta all’esterno per meglio espletarsi e completarsi in luoghi ancora più liberi e familiari ed in cui, nella condivisione e nel confronto con gli altri, si può continuare ad apprendere ed imparare ad apprendere.
In un gioco di rimando, attraverso la grande parete trasparente in ETFE, anche l’esterno penetra l’interno con altrettanta naturalezza, tanto che è possibile leggere dentro sentendosi fuori.
L’ingresso, in cui trovano posto i servizi di accoglienza e di prestito-restituzione libri, la direzione (o l’eventuale archivio documenti storici), lo spazio degli armadietti per il deposito di borse e zaini, diventa tutt’uno con l’emeroteca e gli spazi per il ristoro, in cui collocare i distributori per cibi e bevande.
Nello stesso ambito, i collegamenti verticali, opportunamente ubicati e proporzionati anche per venire incontro alle esigenze dei portatori di handicap, quindi progettati con totale assenza di barriere architettoniche e a diretto contatto con le uscite di emergenza. Queste ultime, composte da moduli di 120 centimetri, sono progettate per il sicuro e veloce esodo di 130 utenti, sebbene la reale capienza della struttura sia stata prevista per un afflusso di circa 100 persone.
Scelte distributive ponderate e precise quindi, che non a caso vogliono come primo ambito, quello dell’emeroteca, uno spazio che incontra per sua natura gli interessi di molti (espositori con quotidiani, fumetti e riviste) e che metta a proprio agio anche l’utente meno abituato ai luoghi di studio, aiutandolo a superare il timore o anche solo l’imbarazzo e la soggezione dei primi ingressi.
Oltre quest’ambito, la sala multimediale e lo spazio dedicato ai bambini, ubicati in ambienti separati dalla sala di lettura mediante pannelli prefabbricati in EPS, materiale dalle marcate caratteristiche fonoassorbenti.
L’ambiente, ad esclusione dei servizi igienici per l’utenza e per i collegamenti verticali, al di là della distribuzione interna modellata sui desiderata espressi dal concorso, resta un ambiente unico privo di ingombri strutturali e perciò totalmente flessibile. Lo spazio dei 2 livelli (piano terra e piano interrato) è ridistribuibile e divisibile a piacimento, pronto a modellarsi su sopraggiunte esigenze, diverse da quelle richieste dal bando.
Le innovazioni sostenibili del progetto:
Il progetto propone scelte tecnologiche d’avanguardia e, nel contempo, dai costi notevolmente contenuti.
Le soluzione studiate per l’ottenimento del massimo risparmio energetico e che ipotizzano l’utilizzo di materiali di ultimissima generazione, permettono l’annullamento totale dei ponti termici e garantiscono la certificazione dell’edificio in classe A, cioè tra quelli con un consumo di calore inferiore ai 30 KWh per metro quadro l’anno. Parallelamente, per la produzione di energia, sono state ipotizzate soluzioni all’avanguardia che spaziano dal geotermico al fotovoltaico.
La soluzione proposta per il nuovo edificio ospitante la biblioteca (382 i mq. netti, poco più di 400 i lordi, per un costo totale di 850,000 €) è di un edificio quasi totalmente ipogeo, sia per i suddetti aspetti tecnologici, sia per un inserimento non impattante nel contesto del parco.
Opportunamente isolata dal terreno, la struttura riduce al minimo le superfici disperdenti e limita alla sola superficie Nord Ovest, da realizzarsi in ETFE a doppia pellicola, il contatto diretto con l’esterno.
All’interno del suddetto ampio fronte in ETFE, sono inseriti, a guisa di brise soleil, parte dei pannelli fotovoltaici monocristallini (potenza di picco 245 Wp) che garantiscono i 7 Kw necessari alla produzione dell’energia elettrica per l’illuminazione e per l’impianto di riscaldamento radiante della biblioteca. La restante superficie fotovoltaica, funge da parapetto dell’area a verde sulla copertura praticabile della biblioteca e che ben si integra con il contesto, a scelta potrebbe anche trovare posto sulle falde meglio esposte della baita degli Alpini. Il locale tecnico è decentrato dal corpo principale ed è ubicato al di sotto delle rampe di accesso che superano il naturale dislivello del parco.
Alcune brevi considerazioni vanno però ancora fatte sulle motivazioni che ci hanno indotti a preferire l’ETFE al semplice vetro.
Innanzitutto l’etilene tetrafluoroetilene è un materiale chimicamente inerte e ciò significa che non è soggetto all’aggressione degli agenti chimici ed unisce alle doti di scivolosità e di resistenza all’inquinamento ambientale, il vantaggio di essere un materiale autopulente, per il quale basta la sola pioggia ad operare la pulizia delle superfici esposte agli agenti atmosferici.
La soluzione proposta prevede l’ottenimento di una parete trasparente mediante un involucro a doppia pellicola, un cuscino pressurizzato attraverso il quale è possibile realizzare, sia un controllo della penetrazione dei raggi solari, sia un’efficace isolamento climatico grazie proprio all’intercapedine d’aria così ottenuta. Tale intercapedine ci permette inoltre di proteggere i moduli fotovoltaici in un involucro perfettamente isolante e trasparente (95% di permeabilità alla luce, irraggiamento dai 400 ai 600 Nm e peso di 350g/mq, quindi 100 volte inferiore al vetro), così da preservare la loro efficienza praticamente immutata nel tempo.
Altro aspetto legato al suo utilizzo al posto del vetro è che la radiazione UV non impatta minimamente sul materiale. Questo aspetto, unito alla già citata inerzia chimica, ne garantisce la lunga durata senza decadimenti prestazionali, in condizioni atmosferiche che vanno virtualmente da -190°C a +150°C.
Altro aspetto importante, legato al suo utilizzo in una struttura pubblica, è che l’ETFE è un materiale omologato resistente al fuoco in Classe 1 in Italia e B1 secondo la DIN 4102, il che equivale a dire che è di estrema sicurezza naturale senza additivi. Inoltre, in caso di combustione, l’ETFE “si ritira” su se stesso senza propagare fiamme.
Vista l’ampia superficie proposta, di primaria importanza sono anche le sue ottime caratteristiche acustiche che evitano il provocarsi di fastidiosi rimbombi
Infine, altro dato di primaria importanza, l’ETFE è un materiale ecologico, perché a fine vita non viene necessariamente posto in discarica ma può essere rigenerato completamente per nuovi utilizzi, anche dello stesso tipo, ad un costo decisamente concorrenziale rispetto a quello del vetro.
Infine: grazie a questo materiale, sarà possibile avere la garanzia di un’illuminazione naturale ed artificiale sempre controllata in tutti gli ambienti e non solo in quelli in cui sono riposti i circa 8000 volumi (previsti con il sistema di Classificazione Decimale Dewey) e le riviste e, all’occorrenza, anche l’agevole contenimento della luminosità entro i 50 lux, la temperatura tra i 15-18 gradi ed il tasso di umidità relativa del 50-60%, cioè quella consigliata negli archivi cartacei.
Altri dati essenziali riguardanti gli aspetti tecnologici, sono meglio descritti nelle specifiche relazioni di seguito riportate.
Condizionamento e Ventilazione
Per assicurare il condizionamento dell’edificio (raffrescamento e riscaldamento) ed al fine di garantire le idonee condizioni climatiche nel rispetto dei requisiti di prestazioni energetiche adeguate alla Legislazione vigente l’idea progettuale studiata si caratterizza nella implementazione di :
- sistema di condizionamento dell’ambiente con un impianto radiante a pavimento alimentato da una pompa di calore geotermica acqua-acqua: : in dettaglio la soluzione prevede all’interno dell’edificio la realizzazione di un impianto radiante a pavimento a bassa temperatura (35°C-45°C) realizzato su entrambi i solai di calpestio alimentato da una pompa di calore geotermica acqua-acqua. Lo scambiare geotermico verrà realizzato all’esterno dell’edificio mediante sonde verticali che estrarranno dal terreno la potenza termica e frigorifera necessaria a garantire il soddisfacimento del fabbisogno termico in riscaldamento e raffrescamento dell’edificio.
L’utilizzo della pompa di calore geotermica si concretizza di fatto nella realizzazione di un sistema edificio-impianto ad alte prestazioni (rispetto a qualsiasi altro sistema impiantistico)….
- sistema di condizionamento dell’intercapedine esterna all’edificio mediante ventilazione sfruttando la refrigerazione e il riscaldamento dell’aria mediante condotti annegati nel sottosuolo funzionanti sul concetto dei sistemi solari passivi (pozzo canadese) : in dettaglio la soluzione prevede lo sviluppo all’esterno dell’edificio di tubazioni in acciaio di opportuno diametro posati in trincea la cui aria che li attraversa, prelevata dall’esterno e messa in circolo per effetto naturale (effetto camino), scambia energia con il terreno (che si mantiene ad una temperatura pressoché costante) e così condizionata viene addotta all’intercapedine dell’edificio al fine di mantenere la temperatura della stessa ad un valore medio costante. In tal modo si riduce il carico termico in raffrescamento e quindi si riduce l’apporto di energia dal sistema geotermico radiante, oltre che mitigare il nascere di fenomeni di condensa nell’intercapedine stessa.
Altro miglioramento introdotto è insito nella tecnica di riscaldamento/raffrescamento naturale che utilizza lo scambio termico edificio-terreno del tipo a contatto diretto (edifici ipogei o semipogei). Le potenzialità degli edifici ipogei dipendono principalmente dall’estensione della superficie di contatto con il terreno e dalle caratteristiche di trasparenza delle chiusure a contatto con l’aria esterna. Nei periodi di surriscaldamento diurno, la minore incidenza di infiltrazioni d’aria determina una riduzione del fabbisogno di raffrescamento, senza contare che una ridotta presenza di componenti finestrati verso l’aria esterna determina una diminuzione degli apporti solari e del conseguente fabbisogno di raffrescamento. Ad un edificio di questo tipo può in ogni caso essere abbinato un sistema geotermico di scambiatori di calore terreno – fluido poiché si sfrutta la costanza della temperatura del terreno. La temperatura del sottosuolo infatti si mantiene stabile nell’arco dell’anno fra i 12°C e i 15°C già alla profondità di 1,5 m. Lo scambio con il terreno permette di abbassare la temperatura dell’aria immessa da 5 a 10 °C. Si realizza così un un edificio semi-passivo, poiché si realizza un raffreddamento delle strutture facendo passare l’aria raffreddata all’interno dell’intercapedine in modo da asportare calore dalle pareti. Ovviamente l’efficacia di tali sistemi è influenzata da diversi fattori tra cui la portata d’aria oraria prodotta dal differenziale di pressione che si determina tra l’ambiente confinato in esame e l’ambiente esterno, per effetto del vento e/o della differenza di temperatura dell’aria, l’effetto camino. Tale differenziale di pressione è influenzato da diverse variabili: dati climatici di sito, posizione e dimensione delle aperture, caratteristiche termiche del terreno e presenza di eventuali ostacoli lungo la direzione prevalente del vento.
Fotovoltaico
Al fine di sfruttare nel miglior modo possibile la radiazione solare incidente l’idea progettuale è stata rivolta all’utilizzo si sistemi fotovoltaici. In particolare la scelta prevede l’utilizzo di sistemi tipo frangisole applicati alla struttura trasparente d’ingresso e ai parapetti del giardino sovrastante l’edificio al fine soddisfare con qualità sia l’esigenza architettonica ed estetica sia il massimo sfruttamento energetico della radiazione incidente: la soluzione così concepita permette un limitato consumo di energia elettrica dalla rete poiché contribuisce ad un considerevole e costante apporto energetico all’impianto di illuminazione artificiale nonché alla pompa di calore ottenendo in definitiva un buon risparmio energetico.
Illuminazione
Per assicurare il comfort visivo l’importanza del luogo e la ricerca della soluzione a massimo risparmio energetico ha suggerito l’utilizzo di sistemi di illuminazione naturale realizzati mediante apertura trasparenti sul tetto dell’edificio e sistemi di illuminazione artificiale di ultima generazione. In particolare si è scelto di illuminare gli spazi con corpi illuminanti equipaggiati con lampade a led ad altissima efficienza applicati al solaio di copertura a sospensione.
La concezione strutturale
La struttura ipogea sarà realizzata mediante la costruzione di una paratia a sbalzo di pali trivellati perimetrali di diametro 800 mm e di lunghezza 15 ml con profondità di infissione variabile che sosterrà un battente di terreno variabile da 3,75 m nella parte anteriore fino a 6,70 m nella zona posteriore verso il terrapieno.
Inoltre tra la suddetta paratia e la tompagnatura perimetrale della biblioteca ipogea si prevede la realizzazione di una intercapedine di ventilazione a tutta altezza dello spessore di 60 cm, collegata con le tubazioni dell’impianto di ventilazione passiva del tipo a pozzo canadese che consente di raffreddare in estate il volume e di preriscaldarlo in inverno facendo in modo che la temperatura dell’aria che lambisce l’intero volume della biblioteca su tutte le sue superfici di confine sia costantemente a 18°C, permettendo di conseguire dei notevoli risparmi in fase di gestione ed eliminando completamente i ponti termici. Il solaio intermedio a quota del piano terra ( direzione, zona gestione prestito libri, emeroteca) sarà del tipo in misto acciaio-calcestruzzo con travi portanti in carpenteria metallica tipo S235, e lamiera grecata autoportante e collaborante del tipo Hi-Bond , con connettori a pioli sulle travi portanti e sovrastante soletta in c.a. da 4 cm di spessore realizzata con calcestruzzo tipo C25/30.
Si evidenzia poi che il suddetto solaio intermedio a quota 0,00 sarà sospeso alle travi in legno lamellare di copertura del tipo GL24h mediante doppi tiranti in acciaio S235 diametro 24 mm, messi in tensione con tenditore a doppia filettatura. La suddetta soluzione strutturale ha la sua ragione di esistere per il fatto di consentire la massima flessibilità distributiva al livello interrato a quota -3,75 in quanto libera questo piano completamente dalle colonne di sostegno, consentendo ampio margine ad usi futuri anche diversi da quelli ipotizzati dalla committenza.
Il solaio di copertura a quota +4,75 sarà realizzato con doppia orditura di travi in legno lamellare tipo GL24h e di dimensioni 24×80 cm che si appoggeranno tra il telaio anteriore sulla facciata in ETFE e la paratia di sostegno posteriore, realizzando in tal modo una struttura ad alta efficienza e sicurezza dal punto di vista antisismico. Le strutture sottostanti al livello della sala lettura a scaffale aperto saranno quindi del tutto indipendenti da quelle che sostengono il terreno e che resistono alla maggioranza dei carichi sismici orizzontali, e quindi le stesse saranno sottoposte a ridotte accelerazioni sismiche. Al livello della sala lettura e sotto il pavimento di calpestio sarà realizzato un vespaio aerato con cupolette in polipropilene riciclato e con sovrastante soletta armata con rete elettrosaldata in acciaio B450C, lo stesso dicasi per il solaio di copertura a quota +4,75 che tra il tetto rovescio di copertura e la soletta sottostante gettata sopra il grigliato di travi in legno lamellare consente la circolazione forzata di una corrente di aria di raffrescamento/preriscaldamento proveniente dal sistema di ventilazione passiva del tipo a pozzo canadese.
La facciata anteriore inoltre sarà realizzata con doppio telo trasparente da 25/10 mm in ETFE, e sarà sostenuta da profilati a sezione circolare in acciaio S235 verniciati di colore blu. Tra i due strati del telo in ETFE l’aria proveniente dall’impianto di ventilazione passiva del tipo a pozzo canadese sarà in circolazione, consentendo un notevole risparmio sia per il raffrescamento estivo che per il riscaldamento invernale. L’ETFE, ossia Etilene Tetrafluoro Etilene o come vuole la nomenclatura UPAC poli (etilene-co-tetrafluoroetilene) ha un nome non è dei più semplici ma si sta facendo ricordare come uno dei materiali di maggior interesse nell’architettura moderna. A rendere allettante dal punto di vista progettuale questo materiale è innanzitutto la leggerezza: solo un centesimo del peso posseduto dal vetro a fronte di capacità di trasmettere la luce visibile del 94–97% per un irraggiamento dai 400 ai 600 m ed una perfetta permeabilità ai raggi ultravioletti. Il materiale in questione può contare fra i suoi pregi una temperatura di fusione molto elevata, eccellenti proprietà di resistenza chimica, elettrica e alle radiazioni ad alta energia, e costi di trasporto ed installazione notevolmente contenuti proprio per via del suo peso estremamente basso (350 gr/mq). Inoltre il materiale è interessante per tre qualità non da poco: è in grado di sopportare 400 volte il proprio peso, è autopulente grazie alla propria superficie antiaderente ed è completamente riciclabile. La pellicola ETFE ha, inoltre, una forza di trazione di circa 42 N/mm², con un intervallo di temperatura di funzionamento tra i -185 °C e i 150 °C.