www.fabriziofrabonibaroni.it
© Fabrizio Fraboni Baroni . Published on July 12, 2014.
Stato di fatto
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
Zona in forte espansione. Elemento importante che caratterizza il lotto è la presenza della cascina Armano, che abbiamo deciso di mantenere e rifunzionalizzare in quanto il PRG ne prevede la conservazione. La difficoltà progettuale consiste nel fare dialogare il nuovo insediamento con un intorno caratterizzato da destinazioni d’uso totalmente differenti: la zona residenziale di Borgata Lesna, l’area industriale ed il polo commerciale delle Gru.
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
Intervento
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
Entrando più nel dettaglio del progetto ed avendo analizzato l’esistente anche attraverso un sopralluogo, si sono evidenziate le carenze dell’area oggetto d’intervento. La mancanza di servizi commerciali, luoghi di ritrovo ed aree verdi ha spinto la nostra progettazione ad orientarsi verso la realizzazione di un sistema di piazze che collegasse l’intero nuovo insediamento con gli edifici esistenti senza dare un’unica centralità. Queste tre piazze si collegano tra loro attraverso percorsi ciclo-pedonali che vengono classificati a seconda delle loro caratteristiche in percorsi primari (la via centrale commerciale), percorsi secondari (che attraversano i lotti residenziali) e terziari (che portano agli ingressi degli edifici). Per quanto riguarda le destinazioni d’uso, il piano terra è stato quasi esclusivamente adibito al terziario ed al commerciale, in particolare per gli edifici con affaccio sulle strade o su percorsi ciclo-pedonali principali. Per le residenze sono presenti differenti tipologie: edilizia libera, edilizia convenzionata e residenziale misto. La mancanza di verde fruibile è stata ovviata attraverso la realizzazione di una collina verde che abbraccia l’intero lotto d’intervento e funge da barriera verso la strade trafficate e rumorose e pone nel suo centro la cascina Armano, riqualificata e rifunzionalizzata. Quest’ultima assume un ruolo importante all’interno del progetto perché in essa sono previste destinazioni d’uso che permettono di dar vita ad un polo attrattivo che comprenda anche la collina. Le finalità dell’intervento sono quelle di creare un’area residenziale, integrata con l’esistente, in cui l’edilizia libera conviva con il social housing. In quest’ottica abbiamo previsto dei lotti in cui i due tipi di residenze sono a stretto contatto attraverso edifici totalmente ad edilizia libera, edifici totalmente ad edilizia convenzionata ed edifici residenziali misti. I percorsi all’interno del lotto permettono anche agli abitanti delle zone circostanti di usufruire dei servizi che saranno realizzati nell’area. Le differenti destinazioni d’uso compongono un misto di funzioni che rende vissuta l’area in ogni parte ed in ogni ora della giornata.
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
© Marco Defilippi . Published on July 12, 2014.
Il concetto di viaggio vacanza, a seguito della globalizzazione e della diffusa crisi economica, ha aperto nuovi scenari di turismo. Il fenomeno del B&B va sempre più diffondendosi come alternativa a soluzioni tradizionali. L’ospitalità, il rapporto con il territorio, ed il budget contenuto sono le linee guida di questo progetto.
© Antonio Ganadu . Published on July 12, 2014.
© Antonio Ganadu . Published on July 12, 2014.
© Antonio Ganadu . Published on July 12, 2014.
© Antonio Ganadu . Published on July 12, 2014.
© Antonio Ganadu . Published on July 12, 2014.
Como tornar os efeitos negativos da crise em oportunidades para a regeneração urbana?
© Giacomo Gallo . Published on July 12, 2014.
Uma rede eficiente de fluxos intensos sobrepõe-se a espaços “à espera” de uso; fragmentos de marginalidade ocupam os interstícios de tramas relacionais densas e hipertextuais. A combinação dos efeitos da crise económica global e da ineficácia dos instrumentos de gestão territorial parece reproduzir-se diretamente sobre o território e a vida das pessoas que o habitam. Como podem os urbanistas e os arquitetos, os técnicos e os políticos, atuar neste contexto, aproveitar as potencialidades disseminadas e dissimuladas no território para as tornar em ações concretas em benefício da comunidade, dos atores silenciosos de uma transformação sistemática que ocorre fora do domínio local? A procura de uma resposta levou-me quase instintivamente a relativizar os assuntos ligados ao mero desenho, que nos planos redigidos para esta porção de território desempenham um papel predominante, e a mudar o enfoque para o que me parecia o cerne da questão: o processo de planeamento. A inclusão de dinâmicas bottom-up na tomada de decisões e uma maior abertura para a participação pública pode constituir um caminho viável para tornar o processo de planeamento mais flexível, reativo face às transformações do território, da economia e da sociedade? A faculdade de participar ativamente na produção e transformação do espaço de uso coletivo, do ponto de vista dos utilizadores finais dos projetos, que vivem e se apropriam do espaço, corresponde à possibilidade de confirmar a identidade em que eles se reconhecem e de exercer a cidadania ativa através da ação criativa. Os cidadãos identificam-se no mesmo processo criativo, na construção continuada e participada de elementos funcionais e simbólicos, não apenas num produto acabado. Portanto, não se pretende impor uma interpretação unívoca da realidade, mas substituir as certezas que hoje em dia tentam gerir a complexidade do território, rígidas e frágeis ao mesmo tempo, com uma nova e consciente incerteza. E deixar logo a obra aberta.
© Giacomo Gallo . Published on July 12, 2014.
© Giacomo Gallo . Published on July 12, 2014.
© Giacomo Gallo . Published on July 12, 2014.
© Giacomo Gallo . Published on July 12, 2014.
© Giacomo Gallo . Published on July 12, 2014.
© Giacomo Gallo . Published on July 12, 2014.
© Giacomo Gallo . Published on July 12, 2014.
© Giacomo Gallo . Published on July 12, 2014.
© Giacomo Gallo . Published on July 12, 2014.
I naturali scarti delle lavorazioni lapidee offrono nuove opportunità funzionali, oltre che estetiche: semplicemente ri-assemblandoli e osservandoli da altri punti di vista, si dona loro una nuova vita da spendere in un contesto differente. In un’ottica di piena sostenibilità, infatti, un rifiuto ad oggi inutilizzato si presta facilmente per nuove reinterpretazioni che immaginiamo tutte legate alla sfera domestica. E’ così possibile ridonare dignità di prodotto finito ad un residuo di solito trascurato. Letteralmente l’autoproduzione, intesa come produzione spontanea ed automatica, qui esprime la sua più intima natura: è la produzione tradizionale che, quasi senza filtro estetico o funzionale, “costruisce” i singoli pezzi di pietra da cui ripartire, ma è lo sguardo del designer che ne intuisce il “futuro” tratteggiando oggetti quotidiani, appoggiandosi alla maestria artigianale dell’azienda produttrice. Produzione Moro
© Paolo Minioni. Published on July 12, 2014.
© Paolo Minioni. Published on July 12, 2014.
© Paolo Minioni. Published on July 12, 2014.
© Francesco Lillo. Published on July 12, 2014.
© Francesco Lillo. Published on July 12, 2014.
L’Acqua, il Verde e la Città. Riportare il verde in Città, vicino l’acqua che scorre; unendo concettualmente le due significative presenze verdi ad Est e Nord_Ovest di Isorella con il centro urbano. Questa è stata la prima sensazione visitando Piazza Castello, ridotto ad uno slargo tra le case, la chiesa ed il Naviglio Inferiore. Con la nostra proposta cerchiamo pertanto di ricucire questo vuoto urbano ricongiungendo gli assi degli edifici che si affacciano sulla Piazza, gli assi stradali che la delimitano e l’asse fluviale che la impreziosisce. Il tutto, inserendo, nel rispetto delle funzionalità, il verde come arredo di un nuovo salotto cittadino. Come maglia tra il verde di “periferia” ed il Centro. E così panche, fontane, alberi, posti bici e pavimentazione in pietra restituiscono lo spazio agli abitanti. A tutti gli abitanti: perché il progetto accoglie e vuole accogliere anche chi è motoriamente handicappato, panchine in cui chi vive in una sedia a rotelle può stare seduto accanto a chi è libero di muoversi con le proprie gambe, entrambi alla stessa altezza ed alla stessa profondità di seduta. Panchine dotate di posto bici, per trasformare la seduta in uno spazio di accoglienza, da vivere. Ed ancora aree ciclabili, alberi e posti auto. Quest’ultimi integrati nello spazio della Piazza, con la stessa pavimentazione. Piazza, che un giorno la settimana si trasforma in Piazza del Mercato; bancarelle ed avventori ne cambiano temporaneamente la destinazione e l’uso. Ed i furgoni alimentari prendono il posto delle auto, insieme ad una chiatta, che sull’acqua antistante potrebbe consentire il consumo dei prodotti del luogo a chilometro zero. Restituendo il Territorio ai Cittadini. Il progetto prevede una Piazza pedonale, ma che all’occorrenza diventa carrabile, in casi particolari e/o di emergenza. La presenza del nuovo verde orizzontale arricchisce le facciate cieche e quelle meno felici architettonicamente, dei palazzi antistanti, consentendo loro di “specchiarsi” e riconquistare il proprio rispetto spaziale. La pietra della nuova pavimentazione, grigio olivo fiammato, fa da trade union tra i più svariati colori circostanti, dando una caratterizzazione formale alla zona, al salotto, alla nuova piazza. Tutto questo perché crediamo che una Città, di qualsiasi dimensione sia, non debba mai perdere il contatto con il territorio circostante in cui nel corso del tempo si è insediata ed evoluta. 3 Il fallimento urbanistico delle città moderne è stato per lo più causato dalla “chiusura”, fisica e mentale, con il territorio circostante; man mano rinchiudendo la vita del singolo e quella della collettività sempre più verso se stesso e se stessa. Chiusure che non possono che essere risanate con un forte segno di progettazione urbana ed urbanistica. Un segno tangibile verso l’ambiente circostante. Il Progetto per la nuova Piazza Castello vuole essere questo tipo di “segnale” urbanistico, che introduca e riporti, nuovamente, con l’uso del verde, dell’acqua e dell’accoglienza, il territorio circostante nel Centro di Isorella. Che restituisca la Città ai Cittadini ed il Territorio alla Città. L’impegno economico non è eccessivo perché si prevede la ripavimentazione della zona circoscritta dal bando di Concorso, la formazione di isole verdi e la realizzazione di panche e fontanelle. Interventi limitati ad un importante “impegno urbanistico”. Il Progetto potrebbe essere anche l’inizio del futuro urbanistico di Isorella, in cui un asse verde ed attrezzato, possa correre parallelo tra la Città ed il Naviglio Inferiore, anche ben oltre l’area di concorso, per l’intero fronte cittadino, verso Nord. Tornando così ai punti di partenza del Progetto: Acqua, Verde e Città. Tre elementi che aumenterebbero la futura vivibilità urbanistica. panchine
© Studio Bettonica Leone . Published on July 12, 2014.
© Studio Bettonica Leone . Published on July 12, 2014.
© Studio Bettonica Leone . Published on July 12, 2014.
© Studio Bettonica Leone . Published on July 12, 2014.
© Studio Bettonica Leone . Published on July 12, 2014.
© Studio Bettonica Leone . Published on July 12, 2014.
E’ un ‘cuneo’ su cui poggiare il libro, alla pagina che stai leggendo. Misura 15×15x60 centimetri. E’ stato premiato a Design+Plus di Francoforte con questa motivazione: Un monumento alla cultura. Il progetto originale lo prevedeva in marmo, poi è stato realizzato in lamiera e legno. In due varianti è anche lampada e porta-riviste.
© Felice Vaccaro . Published on July 12, 2014.
© Felice Vaccaro . Published on July 12, 2014.
© Felice Vaccaro . Published on July 12, 2014.
© Felice Vaccaro . Published on July 12, 2014.
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove Terre, ma nell’avere nuovi occhi.” Marcel Proust
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
Si tratta di una parte di città dimenticata dal tempo e provata dalla forza del mare, da un lato l‘uomo dall’altro la natura, hanno reso questo luogo fragile e al tempo stesso ricco di fascino. Questo progetto nasce dunque dalla volontà di recuperare un luogo il cui valore architettonico, ma soprattutto paesaggistico è semplicemente addormentato sotto il peso della memoria.
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
Prima fra tutte il parco, uno spazio intatto ma dimenticato, che ha suggerito l’idea che quel luogo dovesse essere definito e chiuso, così da costituire un elemento di riconoscibilità e di distinzione rispetto allo spazio e alla vita che si svolgono all’esterno. Questa considerazione ha fornito la prima occasione per tracciate un segno, un muro che lo circonda su tre lati e che rappresenta il limite costruito del progetto, l’altro, naturale, è rappresentato dal mare. Ed è da questo spazio che si diramano una serie di percorsi possibili, quelli a terra, quelli in quota e quelli lungo gli assi principali della composizione.
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
La natura si fa architettura, ora è sosta ed ora attraversamento, ora è piazza ed ora belvedere. I percorsi dell’uomo ed i suoi movimenti diventano paesaggio con punti di partenza e mete sempre variabili, il cui compito non è solo quello di ricucire il tessuto esistente ma anche quello di essere gli elementi grazie ai quali l’intera area di progetto, dalla terra al mare, può essere esplorata e quindi vissuta.
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
Il recupero e la valorizzazione seguono un’idea ben definita, si tratta di un sistema di interventi fatto non solo di percorsi, ma anche di elementi primari e spazi verdi, che interagiscono e si relazionano con il paesaggio costruito e con quello naturale, andando a costituire così l’intero progetto. Come è stato precedentemente analizzato, lo stato di abbandono dell’intera area è da imputare in parte alla perdita della funzionalità della colonia Ugo Pisa ma anche alla mancanza di servizi ed attività tali da poter attrarre sia turisti che residenti. Anche la scelta delle funzioni che le strutture sarebbero andate ad ospitare dunque è stata da ritenersi fondamentale.
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
A questo scopo sono stati introdotti all’interno del progetto degli elementi primari fatti di pieni e di vuoti attraverso i quali fosse possibile orientarsi e muoversi: questi elementi sono il mercato, la galleria vetrata, la dimora del custode, e l’ostello. Questi vengono disposti in maniera equilibrata, e nel caso del museo e galleria vetrata sono essi stessi a definirne il limite, negli altri casi sono come occasioni lungo i percorsi che vanno a rafforzare l’asse centrale dell’intera composizione.
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
Un ulteriore elemento va a completare l’intero approccio progettuale: la volontà di creare nuove esperienze, punti di vista, e prospettive fino a questo momento inesistenti o quantomeno trascurate, siano esse delle finestre sull’orizzonte, degli scorci sul mare o delle passeggiate tra le fronde dei pini. Visionari in questo caso sono stati diversi progetti in cui è stato magistralmente studiato e risolto il rapporto con il contesto naturale come il “Teatro del Mondo” di Aldo Rossi, Villa Charlottenhof di Karl Friedrich Schinkel e Casa Malaparte di Adalberto Libera, e progetti come Villa Adriana a Tivoli in cui il risultato è frutto del sublime equilibrio tra gli spazi e le architetture che lo compongono.
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
Il progetto aspira ad essere un segno nel quale l’uomo possa identificarsi, possa ritrovarsi, impossessarsene e con il quale possa condividere dei valori, per questo motivo si è cercato di creare un linguaggio unitario fatto di elementi che si ripetono per creare uno spazio riconoscibile, uno spazio che sia identitario.
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
L’elemento protagonista di questo linguaggio che costituisce il segno nella sua struttura e che tramite la sua variazione ne conferisce il significato, è il muro. Esso rappresenta il margine nel momento in cui è pieno, materico e continuo, ma può interrompersi e far intravedere uno spiraglio, ciò che sta aldilà, ecco che diventa una finestra, una porta, il simbolo dell’accessibilità verso ciò che sta all’interno, poi diventa portico e quasi si smaterializza per lasciare spazio al passaggio dello sguardo, della luce e dell’aria. E ancora, sottolinea percorsi e direzioni, si irrobustisce quando diventa struttura portante e involucro protettivo, e disegna con i suoi cambi di direzione spazi interni ed occasioni.
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
© Greta Del Signore . Published on July 13, 2014.
Il progetto prevede l’ampliamento degli spazi a disposizione della scuola media “Enrico Fermi”. Il nuovo volume si integra perfettamente con il complesso esistente e allo stesso tempo ne ridefinisce l’accesso generando uno spazio coperto in grado di accogliere gli alunni al di fuori dei cancelli della scuola in attesa dell’inizio delle lezioni. L’edificio si sviluppa su tre livelli, due dei quali alla stessa quota dei solai dell’edificio esistente in modo da facilitare i collegamenti tra gli spazi esistenti e quelli di nuova formazione. Al livello 1 si trovano gli spazi amministrativi; al livello superiore trovano posto 5 nuovi laboratori. Il livello 0 è occupato da una sala polivalente progettata per ospitare riunioni di circa 150 persone, feste e concerti. L’accesso è indipendente rispetto a quello della scuola e avviene attraverso una scalinata e una rampa a pendenza limitata che conducono a una piazzetta alla quota della sala. Allo stesso livello si trova anche una sala a disposizione pensata come sala musica ma utile anche come foyer in caso di spettacoli nella sala principale. L’intervento è quindi volto a risolvere il deficit di spazio evidenziato dal dirigente scolastico ma allo stesso tempo intende riqualificare l’ingresso della scuola e renderlo più accogliente e sicuro. Dal punto di vista materico il nuovo edificio intende discostarsi dall’esistente. Le facciate evidenziano una zoccolatura tinteggiata di colore scuro sovrastata da un volume a sbalzo intonacato e tinteggiato di colore chiaro. Il fronte nord-ovest è disegnato da lunghe finestre a nastro collocate in posizione molto arretrata rispetto al filo della facciata e da due logge ai livelli 1 e 2.
© dep studio . Published on July 13, 2014.
© dep studio . Published on July 13, 2014.
© dep studio . Published on July 13, 2014.
© dep studio . Published on July 13, 2014.
© dep studio . Published on July 13, 2014.
© dep studio . Published on July 13, 2014.
© dep studio . Published on July 13, 2014.
© dep studio . Published on July 13, 2014.
Le suggestioni scaturite dalla particolare posizione dell’area di concorso hanno determinato il concept dell’impostazione planimetrica del nostro progetto: il rapporto con l’emergenza testimoniale della torre maestra e l’ampia vista verso la valle di questo “territorio antico, crocevia di genti e di culture, naturale raccordo di antiche strade ed itinerari fluviali”. La nuova sede avrebbe dovuto rappresentare funzioni e ruolo di una istituzione che opera sul territorio da oltre trent’anni ed i cui principi ispiratori sono “la Banca…ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l’educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera”. Il nostro progetto interpreta il ruolo della BCC definendo dapprima un edificio principale, destinato alle funzioni principali e di rappresentanza, che si ispira, per forma e giacitura, alla torre maestra normanna con la quale si rapporta con un ideale collegamento sulla diagonale che li congiunge visivamente. L’altro rapporto che ci interessava tessere era quello con la vallata, proponendo un corpo di fabbrica, la sala riunioni/auditorium, che si protende a sbalzo e comunica con il territorio con la sua geometria netta. I due corpi di fabbrica sono legati dalla piazza e dal corpo semipogeo che ospita ambienti di servizio ed i collegamenti verticali con gli archivi/parcheggio.
© Gianpaolo Mastronardi . Published on July 13, 2014.
© Gianpaolo Mastronardi . Published on July 13, 2014.
© Gianpaolo Mastronardi . Published on July 13, 2014.
© Gianpaolo Mastronardi . Published on July 13, 2014.
© Gianpaolo Mastronardi . Published on July 13, 2014.
© Gianpaolo Mastronardi . Published on July 13, 2014.
© Gianpaolo Mastronardi . Published on July 13, 2014.
Il primo periodo di attivitàè caratterizzato prevalentemente dalla collaborazione con la Fondazione Salimbeni per le arti figurative per la realizzazione della mostra “Gli incanti dell’iride – Giovanna Garzoni, pittrice del seicento” e “Roberto Stelluti – La Cometa: opera grafica 1971-1997”. Altre sistemazioni d’interni riguardano la riorganizzazione del Museo del Territorio e alcuni arredamenti interni.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
Le attività presentate sono state svolte come dipendente all’interno dell’ERAP di Macerata dal 1997 al 2007.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
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© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
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© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
© Andrea Pancalletti . Published on July 13, 2014.
Nell’affascinante zona dei Navigli un complesso industriale totalmente recuperato fa da sfondo al progetto di ristrutturazione interno di un delizioso mini loft la cui musica intima viene scandita da uno sviluppo su due livelli sfalsati. Dal carattere deciso e dal taglio moderno grazie ai colori e ai materiali utilizzati, il risultato ne é un ambiente caldo e intimo, con il color amaranto come unico colore acceso, in un gioco sapiente di tinte neutre che fanno da sfondo al legno naturale del parquet chiaro e al ferro tinto bianco delle travi del soppalco in vetro e della scala lineare e leggera che porta al piano superiore. L’immobile si dispone su 60 mq circa e vedeva precedentemente una divisione netta degli spazi con elementi costruttivi che ne riducevano particolarmente la vivibilità e la funzionalità. Eliminate tutte le barriere, si respira e si vive ora un unico spazio ‘diviso senza pareti’ il cui unico ambiente nettamente riconosciuto ne è il bagno, caratterizzato da un cubo ribassato tale da scoprire totalmente il correre della superiore copertura a volta scandita dalla presenza di un imponente lucernario centrale e da velux motorizzati con fotovoltaico nelle restanti parti. Ambiente cucina e lavanderia al piano terra sono il punto di accesso al piano superiore dove protagonisti sono la zona studio su soppalco in vetro, il volume ribassato del bagno e soggiorno camera da letto libere e separate esclusivamente da arredi di modesta altezza in modo tale da percepire lo sviluppo in lunghezza dell’intero spazio ed il correre consequenziale della volta il cui carattere viene evidenziato dal posizionamento strategico di applique e faretti. La zona lavanderia del piano terra viene furbamente nascosta da un arredo su misura che dietro la sua facciata bianca nasconde una zona di servizio utile in uno spazio totalmente libero. La forma lunga stretta del piano superiore, tipica di questa tipologia abitativa ,non ne condiziona la vivibilità. I percorsi si sviluppano lungo le pareti laterali lasciando ininterrotto il susseguirsi degli spazi e degli arredi nella parte centrale. Protagonista dello stato di fatto era il buio. La luce ne è ora padrona creando così un ambiente dinamico e pieno di riferimenti architettonici: dalla leggera scala in ferro alle travi a vista tinte di bianco e alle nicchie e arredi su misura che sfruttano con intelligenza lo spazio nel migliore dei modi. La scala, quasi una scultura in ferro dalle forme spigolose e accentuate, è un modello a giorno realizzato su disegno con fasce laterali e corrimano in ferro verniciato bianco. La struttura è alleggerita da gradini con alzata aperta e pedata anch’essa in ferro bianco. La profondità del sottoscala a vista è stata sfruttata con la prosecuzione del top della cucina. Il soppalco sovrastante è sorretto da travi in ferro annegate nei muri portanti verniciate anch’esse di bianco ed è caratterizzato da una parte totalmente in vetro calpestabile in modo tale da dar luce al piano inferiore e dall’altra è rivestito in parquet nella parte superiore e chiuso con cartongesso nella parte inferiore in modo tale da prevederne l’installazione di faretti per la corretta illuminazione del tavolo da pranzo posizionato nell’ambiente cucina. Vetro e ferro entrano in contatto con il pavimento in parquet rovere sbiancato bianco più bianco con striature grigie previsto per entrambi i piani. Il colore dominante dei rivestimenti è il bianco tranne per una parete dove una nota di grigio della stessa tonalità del pavimento esalta l’andamento della volta ed evidenzia le luci il cui rivestimento bianco ne viene esaltato. L’armadio, elemento su misura, minimamente percepibile, continua lo sviluppo della parete del bagno, prendendo le sembianze di un elemento costruttivo anziché di arredo. Il colore dominante é l’amaranto, soprattutto per quanto riguarda i particolari e i complementi. Il mosaico nella doccia, i termoarredi con sviluppo in altezza ed il fondale della cucina riprendono questa tonalità, riproposta anche nei tappeti e nei quadri d’arte appesi alle pareti. Forti contrasti che danno personalità ed equilibrio all’ambiente sono dati dagli arredi, la cui disposizione interna individua le diverse aree funzionali, neri e grigi esaltano la loro bellezza su uno sfondo architettonico bianco come fosse una tela bianca su cui esaltarne le linee di design.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
Ristrutturazione di un trilocale nel cuore di Milano
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
© Architetto Francesca Mazziotti . Published on July 13, 2014.
Progetto per la realizzazione di una piazzola di sosta, nel giardino di una residenza privata sui primi colli bolognesi.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
Progetto di massima per la ristrutturazione di un casale tradizionale in Abruzzo.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
Progetto per il recupero di un forno annesso ad un fabbricato rurale, con cambio d’uso ad ufficio amministrativo per attività agrituristica.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
In a small village Tišina in the north east of Slovenia we designed an area of rememberance in the park by the local church. Instead of putting up two classical bronze heads in the memory of two local priests we managed to persuade the local community to build a small landscape feature in the park, around the existing trees Tilia cordata. This was the spot where one of the priests used to rest. Although the materiality of the concrete bench fixes this site yet the lavitating character shows some sort of immateriality. The chronogram on the bench commemorates the priests. The drinking fountain bears a small bronze plaque which reads words from scripture in slovenian language: ‘I will give unto him that is athirst of the fountain of the Water of Life freely.’ (Rev 21:6) The water flows from the drinking fountain freely along the rounded concrete and describes patterns which appear and disappear. In time, the surface will start developing colours and textures of its own due to the water with much iron minerals content. The landscape is still yet in details constantly changing. It is a bench and a water fountain but also a memorial and a place where you lean forward to drink the water, read the words from scripture and observe the everchanging pattern of the water, dripping from your hands.
Photo by Miran Kambič. Published on July 13, 2014.
Photo by Miran Kambič. Published on July 13, 2014.
Photo by Miran Kambič. Published on July 13, 2014.
Photo by Miran Kambič. Published on July 13, 2014.
Photo by Miran Kambič. Published on July 13, 2014.
Photo by Miran Kambič. Published on July 13, 2014.
Photo by Miran Kambič. Published on July 13, 2014.
Photo by Miran Kambič. Published on July 13, 2014.
Photo by Miran Kambič. Published on July 13, 2014.
Opere interne in un appartamento a Casalecchio di Reno e organizzazione degli arredi esterni.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 13, 2014.
Appartamento in centro storico a Bologna. Progetto di riorganizzazione degli interni e complesso di interventi per migliorare l’efficienza energetica.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.
© Romeo Pauselli Architetto . Published on July 14, 2014.