Che la nuova sede sociale della BCC di Buccino sia un organismo in grado di far interagire il microcontesto in cui dovrà sorgere, con quello più ampio rappresentato dalla realtà locale consolidatasi nei secoli, è quindi prioritario. L’organismo città, la storia dell’urbanistica lo insegna, nasce in origine come un semplice agglomerato di case intorno ad un nucleo che è polo che attrae (tipico esempio è la piazza medievale) ma anche dal quale l’espansione urbana dirama. Quando la distanza da questo baricentro, questo “ombelico del mondo”, diventa troppo ampia per far sentire i suoi influssi, in modo naturale nasce un nuovo centro/polo/ombelico/piazza in cui si insediano i gli edifici simbolo del potere religioso, politico ed economico (appunto le generatrici delle piazze medievali prima citate), intorno ai quali nasce l’espansione di un nuovo insediamento, coerente continuazione del primo e fondamentale precursore di un futuro, al quale trasmette le impostazioni di base: infrastrutture, reti, ecc.
La nostra idea, sulla scorta di questa seppur sintetica analisi delle regole sottese ad ogni insediamento urbano, prima che nascesse la moderna urbanistica, che da queste esperienze ha fatto tesoro, è appunto la realizzazione, nel contesto in cui dovrà sorgere la nuova sede sociale della BCC di Buccino, di un omphalos, per dirla con gli antichi greci, un nuovo ombelico/centro del mondo (ovviamente a scala locale), capace di attrarre il futuro abitato e di diramare da esso in coerente continuità con il preesistente, sottolineando nel contempo e ancora di più, il ruolo socio economico avuto nello sviluppo del territorio.
Tavola 01
© Gruppo di Progettazione AVantgarde . Published on July 14, 2014.
Spazi e relazioni interne:
L’edificio, di circa 3200 metri cubi, ha un piano interrato, nel quale ospita le due aree di 500 metri quadri ognuna, da destinare in futuro entrambe ad archivi, ma per una delle quali oggi si richiede un’organizzazione temporanea a parcheggio. La prima delle due suddette aree, quella progettata fin da subito come archivio cartaceo, è ubicata sotto l’area protetta al piano terreno, il cui accesso è riservato al solo personale della banca. Un ulteriore accesso è stato poi previsto carrabile e posto al piano interrato, così da garantire una comoda e sicura movimentazione di materiale cartaceo riservato e di sicuro valore. La seconda area, destinata momentaneamente a parcheggio coperto, è distinta chiaramente dalla prima e conserva, coerentemente con la sua prossima e definitiva destinazione, un punto di contatto fisico con l’altra sua metà, attraverso una spessa parete al momento prevista cieca, sempre per ovvi motivi di sicurezza necessari alla conservazione del materiale di archivio. Quindi, mentre la prima area è una realtà chiusa al momento in se stessa, in ragione della sua natura di deposito di documenti riservati e che ha ragione di interagire solo con la parte di edificio ad esclusivo uso del personale, quella destinata momentaneamente a parcheggio interrato interagisce invece, sia con la sala convegni di oltre 400 metri quadri, dimensionata per 200 persone, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla Circolare Ministero Lavori Pubblici 19 giugno 1968, n. 4809, sia con il parcheggio scoperto al piano terra. In collegamento tra le due aree parcheggio è affidato contemporaneamente ad una rampa carrabile che sfrutta diligentemente il naturale dislivello del lotto in cui si è chiamati ad operare e ad un’ampia scala, che costituisce poi una delle 3 uscite di emergenza della sala convegni. Oltre questa comoda ed immediata via di fuga nell’area del parcheggio scoperto, sono state previste quella che raggiunge la piazza e quella interna, attraverso la sala d’attesa della banca, dalla quale si raggiunge ancora la piazza e quindi il parco. Questa via di esodo interna rappresenta nel contempo anche il richiesto accesso diretto ma sicuro, alla sala convegni, attraverso i locali della banca. Nell’area destinata alla sala convegni sono poi ubicati i servizi igienici, un piccolo punto di ristoro, i guardaroba, 2 salette riservate ai conferenzieri e, strategicamente ubicati in posizione baricentrica sotto la piazza, i locali impianti. In considerazione della richiesta di accessi alla sala convegni dall’interno della banca e dal parco, l’ubicazione dei servizi ad essa connessi è stata opportunamente distribuita in due zone distinte e separate, così da poter servire la sala conferenze anche fuori dagli orari di ufficio, quando potrebbe essere utilizzata eventualmente per ospitare convegni organizzati da ordini professionali ed associazioni varie, oppure come occasionale luogo per l’allestimento, di rappresentazioni teatrali, concerti di musica da camera o proiezioni a scopo educativo.
Onphalos, con i sui suoi tre distinti livelli, generatisi da un unico punto comune, idealmente individuabile al centro della piazza, va a collocarsi all’interno del lotto di proprietà della BCC, tenendo in debita considerazione quanto previsto nel Pua per la BCC. A quota zero, quindi alla stessa del piano terra dell’edificio progettato, dalla viabilità meccanizzata e pedonale prevista ed esistente, l’accesso all’area si espleta traverso la piazza, con funzione di cerniera tra edificio e parco e tra l’intera area ed il contesto insediativo preesistente. L’area diventa così luogo capace di attrarre la vita locale al suo interno e di interagire con essa anche oltre l’orario di apertura degli uffici. Così come gli uffici sono il nuovo simbolo della crescita dell’economia locale ed insieme il suo nucleo, infatti, il parco e la sala convegni sono luogo e simbolo di quella culturale e sociale, luogo d’incontro e di confronto di un sito che necessariamente deve rapportarsi al contesto in modo funzionale, se con esso vuole interagire, e scongiurare il pericolo reale di essere condannata a rimanere ancora un’area marginale al centro abitato: un “non luogo”.
Per scongiurare questa possibilità, ed assicurare invece una continuità ed una sorta di necessario dialogo tra il dentro di questo luogo che per sua stessa natura richiede un necessario margine di chiusura in se stesso ed il fuori che la stessa BCC vuole destinare alla libera fruizione del pubblico, non solo si è pensato ad organizzare l’area in modo che avesse immediato accesso, ma soprattutto un luogo di facile individuazione. Una nuova e forte realtà locale capace di dare un’impronta inconfondibile sia al micro contesto rappresentato dal lotto e dal suo immediato intorno, sia al macro contesto e quindi all’intero territorio comunale. Massima sicurezza dei dati e del materiale contenuto al suo interno ma, al contempo, altrettanta massima apertura al mondo esterno. Questa la ragione dell’ampia vetrata sul parco che abbraccia visivamente l’intero insediamento abitato più antico ed i canali ottici privilegiati verso i luoghi naturali ed ancora incontaminati, ubicati alle spalle dell’edificio. In una continuità dialettica, il piano terra dell’edificio, in buona parte occupato da aree di libero accesso al pubblico, espleta la sua funzione di cerniera e nel contempo filtro, tra il fuori, rappresentato dalla piazza e dal parco ed il dentro rappresentato invece dagli uffici. Una sorta di “hall” dal doppio volume, ospita le 3 casse ed i 4 uffici con 2 impiegati ognuno, oltre ai relativi luoghi di attesa ed i servizi igienici per il pubblico. Allo stesso livello ma con accesso separato e protetto, riservato al solo personale, sono stati previsti i locali per la manutenzione del bancomat (che affaccia sulla piazza) ed i percorsi interni per il suddetto archivio cartaceo ubicato il piano interrato. Ugualmente riservato ma diversamente ubicato, l’accesso all’interno delle casse ed ai servizi igienici riservati al personale.
Attraverso i collegamenti verticali previsti nella “cerniera/filtro”, quindi attraverso la scenografica scala e l’ascensore trasparente, si accede al primo piano. In relazione con gli spazi di attesa ubicati nell’area di sbarco scala e ascensore, sono stati individuati l’ufficio della Direzione con i 6 uffici per 2 impiegati alle sue dirette dipendenze, l’ufficio per la Presidenza, la sala riunioni del C.d.A. ed i servizi igienici.
La relazione tra l’edificio ed il contesto:
Il graduale passaggio tra spazi interni ed esterni dell’edificio pensato per ospitare la Sede Sociale della Banca di Credito Cooperativo di Buccino, è stata affidata a due ambiti contigui ma con peculiarità totalmente diverse, il cui compito è instaurare in modo immediatamente leggibile il non facile legame fisico e percettivo, tra un luogo ben definito e che esige anche la restituzione di un’indubbia immagine di sicurezza ed il suo micro contesto che invece, come già detto, è stato richiesto di libera fruizione. L’idea perseguita nel nostro progetto e quindi quella di creare un legame chiaro e forte tra un lotto che si deve necessariamente integrare con il macro contesto, inteso come totalità del territorio comunale, anche in considerazione dell’importante investimento fatto in esso, dalla BCC.
Se il rapporto fisico tra il nucleo abitato e queste aree di recupero non è immediato, diretto è invece il legame visivo tra l’area di cui il lotto di progetto fa parte e l’insediamento più antico di Buccino, aspetto che conduce ad una scelta progettuale di un edificio con una forma in grado di relazionarsi, fisicamente e percettivamente con il suo intorno.
© Gruppo di Progettazione AVantgarde . Published on July 14, 2014.
Già ad una lettura a grande scala, appare evidente la dichiarata rinuncia ad un edificio dalla forma chiusa in se stessa e la scelta invece di una forma aperta, una sorta di magnete, che abbraccia il suo esterno, relazionandosi non solo alla piazza e al contiguo parco ma, più in là, anche con il centro abitato, capace di attrarre le migliori espressioni economiche e culturali del contesto e di proporsi nel contempo come luogo di crescita delle stesse.
L’idea della BCC di apertura all’esterno mediante la realizzazione del parco pubblico, viene così nel nostro progetto ripresa ed amplificata fino a travalicare i limiti del micro contesto del lotto. L’edificio con la sua forma avvolgente, abbraccia la piazza e trasporta la sua vita all’interno dell’edificio, attraverso l’ampia vetrata del doppio volume. Nel contempo, pur mantenendo una netta distinzione tra il dentro ed il fuori ed una chiara gerarchia di spazi e percorsi, in una sorta di processo osmotico la nuova sede della Banca di Credito Cooperativo di Buccino, pur conservando la discrezionalità e la riservatezza che quanto accade in questi luoghi richiede, proietta letteralmente i confini dei suoi ambienti più rappresentantivi, dentro la piazza e verso il nucleo antico del centro abitato.
La nostra proposta per la Sede Sociale della Banca di Credito Cooperativo di Buccino è perciò il frutto di una sintesi concettuale e nel contempo espressione di un equilibrio di forme e di materiali.
Le vetrate dell’ufficio della Direzione, della Presidenza e della sala riunione del C.d.A. al piano primo e tutto ciò che ai due distinti livelli gravita intorno al doppio volume, entrano nella piazza e nel contempo ripropongono l’immagine del fuori, attraverso le vetrate curve e a specchio del fronte su di essa, reinventandola ed amplificandone gli spazi. Il dentro vede il fuori, liberandosi da un’immagine stereotipata ed abusata di spazi sicuri perché rigidi e austeri, e si dilata fluidamente tra i “pieni” ed i “vuoti” dei materiali, tra il dentro dei suoi uffici ed il fuori dell’esterno incorniciato come un quadro, dalle ampie vetrate. Il fuori invece vede ma non rivede se stesso, reinventato continuamente dalle superfici curve delle vetrate che corrono lungo i fronti, amplificato da un corpo che, con quella essenza eterea, nasconde , quasi rinnegandola, la sua indubbia solidità. La scelta progettuale non mira però a mimetizzare la propria presenza in un contesto di cui si teme il confronto, né tantomeno ad annullarsi in questo ma, al contrario, cercare di farne parte in modo dinamico.
Tutto ciò che si materializza nella parete a specchio curva, contribuisce alla creazione dell’ illusione di continui movimenti dell’immobile, sia esso albero, panchina o lampione. La dinamicità della vita all’esterno, viene così trasportata all’interno di un edificio altrettanto vivo, anche oltre l’orario di ufficio. A garantirlo è la sala convegni a cui si può accedere direttamente e liberamente dal parco, attraverso la piazza o i parcheggi. Purtroppo nelle piccole realtà e maggiormente in quelle dell’entroterra del meridione e perciò anche quella di Buccino, è poco realistico sperare in una vita sociale e culturale intensa, che da sola motivi e valorizzi la presenza nell’area di una sala convegni quale luogo di aggregazione capace di garantire la vitalità dell’area in tutto l’arco della giornata. L’area in cui la BCC ha deciso di fare il proprio importante investimento, non ci stancheremo mai di ripeterlo, alla chiusura degli uffici, ogni giorno, corre il serio rischio di ritrovarsi desolatamente ai margini della vita locale. Anche questa la ragione della proposta di utilizzare parte dell’edificabilità dell’area per la creazione di uno spazio d’incontro capace di contribuire, insieme alla suddetta sala, alla realizzazione di un luogo di forte richiamo della vita locale. Chiaramente separato dai locali della banca, ma in stretta relazione con la stessa in orario di ufficio e, sempre, con la piazza, si è previsto uno spazio da destinare a locale pubblico: bar-tavola calda al servizio di clienti e dipendenti in orario di ufficio e bar-gelateria la sera. Nel contempo, anche possibile sede di un circolo di mutuo soccorso, di un’associazione culturale o sportiva, di un centro SNAI, ecc. Uno spazio di proprietà della banca ma sottratto alle sue specifiche funzioni, per destinarlo ad altre capaci di attrarre e di creare movimento in tutto l’arco della giornata e di garantire la vita nell’area anche di sera, quando le luci della piazza, avvolta dal volume inconfondibile della nuova sede sociale della Banca di Credito Cooperativo di Buccino continua a dichiarare la sua essenza di nuovo onphalos, piazza economica che si unisce, come in passato, a quelle preesistenti della piazza religiosa e politica.
Dimensioni e costi, i “numeri” del progetto:
Sebbene in questa fase dell’iter progettuale sia oltremodo difficile stimare con estrema precisione i costi e anche le stesse dimensioni di ogni singolo ambiente, quanto di seguito riportato ha sufficiente attendibilità.
La nostra proposta per la nuova Sede Sociale della Banca di Credito Cooperativo di Buccino prevede un edificio che distribuisce gli ambienti richiesti, su 3 distinti livelli, così come precedentemente descritto.
Il livello più basso, totalmente interrato grazie alla realizzazione di un rilevato verso lato valle, che mette in quota l’intero lotto, all’interno dei suoi circa 1800 metri quadrati, contiene la sala convegni per 200 persone, i servizi ad esso relativi, un archivio cartaceo, un parcheggio interrato ed i collegamenti con l’esterno. In questa prima fase abbiamo optato per una scelta che prevede l’altezza degli ambienti di tutti i livelli, interrati e fuori terra, di metri 3.50. Questa scelta comporta, per il piano interrato, uno sviluppo in pianta di circa 1600 metri quadrati, per un conseguente dimensionamento volumetrico di circa 6000 metri cubi, cioè quelli strettamente necessari ad ospitare le funzioni richieste, nelle dimensione dettate dal bando. In ragione delle NTA, queste quantità non sono però computabili ai fini urbanistici.
Il piano terra ha invece dimensioni molto più contenute, quantificabili in circa 440 metri quadrati, necessari a contenere le casse, gli uffici, i servizi e tutto quanto necessario per il corretto svolgimento delle funzioni. In base a tale sviluppo in pianta, avremo perciò un dimensionamento planimetrico di circa di 1500 metri cubi.
Le dimensioni del primo piano, quello contenente anche gli spazi più rappresentativi, sono invece leggermente maggiori di quelle del piano terra. La piccola variazione è dovuta ai piccoli sbalzi dei volumi della Direzione e della Sala Riunioni del C.d.A., che si proiettano nella piazza. Nel caso del primo piano abbiamo perciò uno sviluppo in pianta di circa 465 metri quadrati ed un conseguente volume leggermente inferiore ai 1600 metri cubi.
In totale, i metri cubi previsti per la realizzazione di Omphalos sono circa 9000, di cui soltanto poco più di 3000 computabili a fini urbanistici e quindi contenuti all’interno dei 3200effettivamente realizzabili nel rispetto delle prescrizioni urbanistiche per l’area. Ugualmente all’interno della cifra ipotizzata e dato come limite di spesa dalla committenza, anche i costi preventivati per la sua realizzazione, sebbene a costo di qualche sacrificio nella scelta progettuale.
Impianti
Progettare e costruire edifici a basso consumo energetico non è più solo questione di sensibilità del progettista e/o del committente, ma un obbligo normativo.
Lo scorso 4 giugno, con il DL n. 63/2013, il Governo italiano, anche a seguito della procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea, ha finalmente recepito la Direttiva 2010/31/UE imponendo che entro pochi anni tutti gli edifici siano a energia quasi zero.
La data del 31 dicembre 2018 è stata fissata dal legislatore per indicare il termine a partire dal quale “gli edifici di nuova costruzione occupati da pubbliche amministrazioni e di proprietà di queste ultime, ivi compresi gli edifici scolastici, devono essere edifici a energia quasi zero”.
Ma anche il settore privato sarà, ovviamente, coinvolto in questa “rivoluzione copernicana” dell’efficienza energetica. Ci sarà solo più tempo. Infatti, a partire dal 1° gennaio 2021 l’obbligo di avere Edifici a Energia Quasi Zero sul nuovo si estenderà anche al settore privato.
Approccio
L’approccio progettuale usato per la definizione degli impianti a servizio della banca è teso nella direzione di implementare un nZEB (acronimo di Nearly Zero Energy building ovvero Edificio ad Energia Quasi Zero) pertanto un edificio con una determinata prestazione energetica che si riferisce al bilancio fra energia consumata ed energia prodotta prossimo allo zero.
La definizione NZEB, pur non essendo un indice della qualità dell’edificio o del comfort abitativo che produce, è entrato nel linguaggio comune essendo stato utilizzato in alcune direttive dell’Unione Europea (n°31/2010) tese al contenimento dei consumi energetici dell’edilizia non soltanto residenziale.
Rientrano nell’obiettivo ad esempio gli edifici a basso consumo dotati di un impianto di produzione energetica da fonti rinnovabili (ad es. un impianto fotovoltaico) dove il bilancio annuo complessivo può ritenersi nullo.
Nell’ambito del presente lavoro, sono state delineate infrastrutture impiantistiche classiche (impianto elettrico, idrico-sanitario, antincendio), e infrastrutture impiantistiche di efficientamento energetico (impianto fotovoltaico, termico e di condizionamento, sistemi di illuminazione a tecnologia LED), proprio nell’ottica di perseguire un sistema ad impatto ambientale pressochè nullo.
Di seguito sono riportate le caratteristiche funzionali salienti deli impianti fotovoltaico, riscaldamento e raffrescamento.
Impianto fotovoltaico
Al fine di migliorare il massimo risparmio energetico dell’edificio sono stati presi in considerazione i possibili sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili,
In particolare il progetto prevede l’istallazione di un impianto fotovoltaico integrato sul tetto dell’edificio, per una potenza pari a 120,000 kWp come di seguito specificato, con l’obiettivo di avere una totale auto produzione di energia elettrica, scelta che, tra l’altro, scelta risulta utile poiché:
La banca è fruita di giorno (ovvero nelle ore di sole);
la produzione dell’impianto permette di abbattare il fabbisogno energetico della banca;
Produttività energetica dell’impianto
Dal punto di vista energetico, il principio progettuale usato è quello di massimizzare la captazione della radiazione solare annua disponibile. L’energia elettrica che un impianto fotovoltaico può produrre nell’arco di un anno dipende soprattutto da:
- disponibilità della radiazione solare;
- orientamento ed inclinazione dei moduli;
- rendimento dell’impianto fotovoltaico.
Poiché l’irraggiamento solare è variabile nel tempo, per determinare l’energia elettrica che l’impianto può produrre in un fissato intervallo di tempo si prende in considerazione la radiazione solare relativa a quell’intervallo di tempo, assumendo che le prestazioni dei moduli siano proporzionali all’irraggiamento.
Impianto termico di riscaldamento e condizionamento
La filosofia progettuale è quella di perseguire ed ottenere il massimo rendimento energetico del sistema, mediante l’utilizzo un generatore di calore a pompa di calore geotermica e sistema radiante a pavimento e/o soffitto.
La proposta progettuale è incardinata sulle seguenti parti di impianto:
- impianto radiante (terminali di impianto);
- pompa di calore geotermica (generatore di impianto);
- ottimizzazione del sistema di distribuzione e regolazione del fluido termovettore.
Il comfort termico
Avere l’intera superficie del pavimento e/o soffitto dell’ambiente da riscaldare ad una temperatura superiore a quella degli impianti tradizionali porta a numerosi vantaggi, che si rivelano ottimi motivi per adottare questa tecnologia di impianto al posto di quella tradizionale a radiatori.
Studi sperimentali hanno dimostrato come l’uomo per avere una sensazione di comfort debba poter scambiare uniformemente attraverso tutto il corpo e utilizzare i vari tipi di scambio termico nelle seguenti proporzioni:
• 40 ÷ 50 % per irraggiamento (scambio con le superfici a diversa temperatura)
• 15 ÷ 20 % per convezione (scambio con l’aria)
• 2 ÷ 5 % per conduzione (attraverso i punti di contatto, i piedi sostanzialmente)
• 30 ÷ 35 % per evaporazione (attraverso sudorazione e respirazione)
Con l’impianto radiante, la temperatura superficiale si porta a valori superiori a quelli con impianti tradizionali. Cio porta ad avere, ai piedi degli occupanti il locale riscaldato, un gradiente termico inferiore; in questo modo, lo scambio per conduzione attraverso i piedi si avvicina ai valori ideali, eliminando cosi la spiacevole sensazione di “freddo ai piedi” tipica dei locali a piano terreno di edifici riscaldati a radiatori o ventilconvettori.
A questo proposito, si tenga presente che la temperatura superficiale del pavimento e determinata dal fabbisogno termico del locale da riscaldare e che, con il grado di isolamento dei nuovi edifici e le dispersioni limitate del dopo-crisi energetica, essa si mantiene ben al di sotto dei 29°C, che è il limite fisiologico imposto da normativa per evitare i problemi di gonfiore alle gambe riscontrati con i vecchi impianti.
Avere temperatura al pavimento intorno ai 26 – 27 ° C fa si che si inneschi un meccanismo di scambio per irraggiamento che porta l’intera struttura a temperature prossime ai 24 ÷ 26 °C. Il corpo umano si trova cosi sottoposto per l’intera sua superficie ad un gradiente termico piu o meno costante; l’uomo scambierà quindi uniformemente attraverso tutto il corpo e in rapporti di scambio molto vicini a quelli sopraesposti.
Aria uniformemente alla stessa temperatura impedisce che si inneschino quei fastidiosi moti convettivi causa di circolazione delle polveri negli ambienti riscaldati a radiatori. Tali moti sono causati infatti dalla dilatazione delle molecole d’aria le quali, aumentando di volume specifico, tendono a salire perchè più leggere per poi ridiscendere dopo essersi raffreddate a contatto con il soffitto freddo.
Eliminare i moti convettivi significa garantire maggiore igiene e un ambiente più salubre, in quanto non c’è movimento di polveri che sono spesso la causa di fastidiose allergie.
Il riscaldamento di una intera superficie di delimitazione del locale da riscaldare si ottiene posando all’interno della superficie stessa tubi percorsi da acqua calda.
Ne deriva che la superficie di scambio disponibile al fluido termovettore e notevolmente più elevata di quella negli impianti tradizionali. Quindi, al risparmio dovuto ad una temperatura dell’aria inferiore si unisce il risparmio per temperatura di mandata dell’acqua più bassa: 30 ÷ 40 °C anzichè 60 ÷ 70 °C; infatti, a parità di portata d’acqua, per riscaldare un certo ambiente (a parità quindi di fabbisogno termico) sarà necessario immettere un fluido ad una temperatura tanto più elevata quanto inferiore e la superficie di scambio. Questo significa che in un impianto di riscaldamento a pannelli radianti il fluido termovettore può essere fornito ad una temperatura molto più bassa con notevole risparmio economico nelle spese di gestione.
Infatti, avere temperatura di mandata bassa significa aumentare il rendimento dell’impianto di riscaldamento.
In base a quanto riportato in si è dato seguito ad una progettazione tale da assicurare un condizionamento dell’edificio (raffrescamento e riscaldamento) e garantire le idonee condizioni climatiche nel rispetto dei requisiti di prestazioni energetiche in linea con la Legislazione vigente, mediante un impianto di riscaldamento e raffrescamento di tipo radiante, alimentato da una pompa di calore geotermica acqua-acqua.
Lo scambiare geotermico verrà realizzato all’esterno dell’edificio mediante sonde verticali che estrarranno dal terreno la potenza termica e frigorifera necessaria a garantire il soddisfacimento del fabbisogno termico in riscaldamento e raffrescamento dell’edificio.
L’utilizzo della pompa di calore geotermica si concretizza, di fatto, nella realizzazione di un sistema edificio-impianto ad alte prestazioni (rispetto a qualsiasi altro sistema impiantistico
Concezione strutturale dell’edificio
La struttura a causa della complessità architettonica sarà realizzata con un sistema misto calcestruzzo armato, acciaio, e precompresso. In particolare la struttura a piano terra saràdel tipo intelaiata in calcestruzzo armato, con solai precompressi di tipo alveolare e solo per sala conferenze si utilizzano dei tegoli precompressi del tipo a cavi aderenti pretesi di altezza 80 cm + soletta superiore di 5 cm. La struttura sarà poi solo appoggiata sui muri di contenimento del terreno perimetrali per non creare eccessive rotazioni di impalcato dovute a eccessiva distanza tra baricentro masse e rigidezze. Per la struttura in elevazione parte sarà in c.a. del tipo intelaiata con solai alveolari precompressi e parte in acciaio nella zona sottostante la copertura metallica a cui sarà sospesa con tiranti in acciaio per la massima flessibilità della zona uffici.
La copertura sarà a struttura metallica con doppio telo superiore ed inferiore in ETFE trasparente da 25/10 mm che consentirà di coprire i pannelli fotovoltaici sottostanti dalla polvere e dalle intemperie dato che il materiale è completamente antiaderente.
L’ETFE, ossia Etilene Tetrafluoro Etilene o come vuole la nomenclatura UPAC poli (etilene-co-tetrafluoroetilene) ha un nome non è dei più semplici ma si sta facendo ricordare come uno dei materiali di maggior interesse nell’architettura moderna. A rendere allettante dal punto di vista progettuale questo materiale è innanzitutto la leggerezza: solo un centesimo del peso posseduto dal vetro a fronte di capacità di trasmettere la luce visibile del 94–97% per un irraggiamento dai 400 ai 600 m ed una perfetta permeabilità ai raggi ultravioletti. Il materiale in questione può contare fra i suoi pregi una temperatura di fusione molto elevata, eccellenti proprietà di resistenza chimica, elettrica e alle radiazioni ad alta energia, e costi di trasporto ed installazione notevolmente contenuti proprio per via del suo peso estremamente basso (350 gr/mq). Inoltre il materiale è interessante per tre qualità non da poco: è in grado di sopportare 400 volte il proprio peso, è autopulente grazie alla propria superficie antiaderente ed è completamente riciclabile. La pellicola ETFE ha, inoltre, una forza di trazione di circa 42 N/mm², con un intervallo di temperatura di funzionamento tra i -185 °C e i 150 °C.
Preventivo spesa massima : 1.749.000,00 euro
© Gruppo di Progettazione AVantgarde . Published on July 14, 2014.