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Piazza Aldo Moro a Putignano - Alfonso Di Masi

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Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano

Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano

Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano

Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano

Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano

Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano

Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano

Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano

Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano

Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano

Alfonso Di Masi — Piazza Aldo Moro a Putignano


Restyling degli spazi espositivi dell’ottica SOLO PER I TUOI OCCHI a Castelraimondo - ARCH. MASSIMO CANESIN

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Il progetto architettonico di uno spazio commerciale deve soddisfare le più recenti strategie di marketing. Il progetto di restyling si basa sulla necessità della committenza di rinnovare l’allestimento interno del negozio di ottica dopo diversi anni di attività per soddisfare la domanda della clientela.

ARCH. MASSIMO CANESIN — Restyling degli spazi espositivi dell’ottica SOLO PER I TUOI OCCHI a Castelraimondo

Obiettivi della nuova veste: - Favorire lo “scambio” tra cliente, venditore e prodotti annullando le gerarchie - Enfatizzare il ruolo predominante della vetrina in rapporto con il passeggio della clientela lungo la via pedonale di accesso. - Uso corretto e strategico dei nuovi materiali in rapporto al prodotto - Assicurare la possibilità di applicare strategie di vendita innovative - Creare espositori che sappiano enfatizzare l’unicità del prodotto

ARCH. MASSIMO CANESIN — Restyling degli spazi espositivi dell’ottica SOLO PER I TUOI OCCHI a Castelraimondo

Come assunto di partenza si è voluto evitare un sistema espositivo seriale, ripetitivo, tipico dei grandi negozi da centro commerciale. Lo spazio già diviso e conformato è stato completato enfatizzando le aree funzionali rese più adatte alla vendita e all’esposizione. Questa sequenza di occasioni espositive sfrutta ed esalta lo sviluppo compatto del locale grazie al filo conduttore del mensolone continuo in legno che ricuce gli spazi attorno ai quali avviene la vendita snodandosi lungo tutto il perimetro. Si è adottata la soluzione di creare oggetti di estrema forza geometrica che diventino contenitori e spazi d’uso del prodotto esclusivo. La vetrina, in acciaio inox, è concepita come fosse una piccola architettura autonoma. La gabbia in acciaio realizzata da quadrotti saldati, forma una struttura tridimensionale espositiva che si aggancia al mensolone in legno rimanendo sospesa. Il mensolone in legno presente lungo tutto lo sviluppo delle pareti si richiude a terra proprio a ridosso della vetrina diventando piano da appoggio ed espositore all’interno dello spazio della gabbia in acciaio. Le scelte illuminotecniche hanno privilegiato le esigenze funzionali, attraverso una ricercata integrazione dei corpi illuminanti all’interno degli arredi e delle parti strutturali. Il TOTEM, realizzato su progetto, nasce dall’idea di creare uno “spazio espositivo” contemporaneo, un luogo scenografico per esporre i diversi modelli di occhiali (uguali per forma e dimensioni, ma diversi per colore e materiale). Questo volume completamente in acciaio inox diventa un elemento di riordino dell’intera vetrina e gioca anche un ruolo fondamentale dal punto di vista pubblicitario. TOTEM Digital Steel Design, oltre ad essere contenitore del prodotto esposto all’interno di nicchie appositamente illuminate, diventa elemento di comunicazione h24 attraverso lo schermo digitale appositamente inserito sul fronte.

ARCH. MASSIMO CANESIN — Restyling degli spazi espositivi dell’ottica SOLO PER I TUOI OCCHI a Castelraimondo

ARCH. MASSIMO CANESIN — Restyling degli spazi espositivi dell’ottica SOLO PER I TUOI OCCHI a Castelraimondo

ARCH. MASSIMO CANESIN — Restyling degli spazi espositivi dell’ottica SOLO PER I TUOI OCCHI a Castelraimondo

ARCH. MASSIMO CANESIN — Restyling degli spazi espositivi dell’ottica SOLO PER I TUOI OCCHI a Castelraimondo

ARCH. MASSIMO CANESIN — Restyling degli spazi espositivi dell’ottica SOLO PER I TUOI OCCHI a Castelraimondo

ARCH. MASSIMO CANESIN — Restyling degli spazi espositivi dell’ottica SOLO PER I TUOI OCCHI a Castelraimondo

Centro civico - écru architetti

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Il nuovo Centro Civico del quartiere Isola nel Comune di Milano è una casa. Una casa per i cittadini che al suo interno possano recuperare il senso di comunità. Più che come uno spazio fisico è stato concepito come metafisico e concettuale. Perseguendo il principio di un’architettura chiara e concreta si è cercato di dare una forma a questa dimensione, attingendo a quelli che sono gli archetipi funzionali e volumetrici della storia. La casa è intesa alla maniera più classica/palladiana come aggregazione di funzioni attorno ad un vuoto centrale. Allo stesso tempo il progetto basa la sua natura sul tema del mimetismo. Il paesaggio de La Biblioteca degli Alberi è uno dei principali elementi di progetto fino a divenirne l’immagine caratterizzante. Il risultato è un grande tetto monolitico abitabile che copre tutta l’area di progetto, sospeso “magneticamente” nel parco.

écru architetti — Centro civico

In attinenza con il programma fornito, il progetto, nei due piani su cui si sviluppa, presenta due macro spazi con differenti vocazioni, accomunati dalla cifra della flessibilità e della contaminazione reciproca delle situazioni che possono accogliere.

écru architetti — Centro civico

Il piano terra è inteso come una sorta di grande basamento riflettente che annulla totalmente la sua presenza nella percezione esterna. Le scatole vetrate che lo compongono, riflettendo il parco circostante, svaniscono in una suggestiva illusione ottica fatta di forti riflessioni e trasparenze. I quattro volumi vetrati al piano terra si aprono intorno al patio, coperto dal grande invaso del lucernario, il vero cuore del centro. Questo spazio vuole essere una visione contemporanea dell’antico focolare attorno al quale la comunità si aggrega e si riconosce. Può ospitare eventi, concerti, attività ludico/ricreative o semplicemente luoghi di sosta e incontro. Grazie ai volumi vetrati che lo contornano, la percezione è di uno spazio che gioca sensualmente sulla promiscuità della percezione interno/esterno, generando una situazione di comunione e d’integrazione totale con il circostante per la quale il paesaggio diventa ancora un prospetto, un fondale dinamico e mutevole. Il piano terreno (per una Su di 380 mq) ospita quelle che sono le funzioni più rappresentative del centro, in particolare una sala conferenze di 100 posti, espandibile fino ad oltre il doppio, mediante l’apertura delle pareti mobili vetrate, occupando quindi anche gli spazi del patio.

écru architetti — Centro civico

Il piano primo, contenuto all’interno del grande monolite sospeso, accoglie una superfice di 650 mq, distribuite da una circolazione centrale, le funzioni che richiedono minori esigenze di continuità con lo spazio circostante. Tutti gli spazi sui due piani, nonostante l’intrinseca flessibilità, sono in grado di accogliere contemporaneamente tutte le funzioni dettate dal programma e di aumentarne l’offerta. Il volume bianchissimo alterna matericamente parti piene e parti scavate, che ospitano logge e affacci, a porzioni rese “porose” dal disegno delle gelosie di ceramica smaltata (rimando all’architettura milanese degli anni 60, che consentono di filtrare la luce all’interno degli spazi).

écru architetti — Centro civico

Al calare del sole il basamento e il grande tetto si accendono internamente svelando in negativo la loro trama di vuoti e cavità. Rivelando la loro natura segreta di struttura aperta e permeabile, comunicano costantemente quello che accade all’interno, configurandosi come una grande e suggestiva lanterna all’interno del parco.

écru architetti — Centro civico

L’edificio, è stato progettato per il raggiungimento di una classe di consumo energetica CENED A+. L’approccio progettuale ha seguito le indicazioni del protocollo di certificazione di sostenibilità ambientale LEED NCv2.2 per nuove costruzioni, ipotizzando il raggiungimento massimo di 70 punti (Gold), focalizzandosi in particolare al miglioramento delle performance energetiche dell’edificio di progetto del 48% rispetto ad un nuovo da verificarsi mediante Energy Modelling, ed una copertura del fabbisogno energetico complessivo con energia prodotta in loco. Da segnalare la realizzazione dell’edificio con struttura a telaio in acciaio, realizzato a secco, interamente smontabile e riciclabile. Il raggiungimento di un edificio Nearly Zero Energy Building, ovvero la riduzione ai minimi termini degli apporti energetici mecca¬nici esterni è base dell’approccio progettuale ed essenziale, per garantirne un buon funzionamento ed un eccellente comfort abitativo anche in assenza di impianti tecnologici. La copertura del basso fabbisogno elettrico può così essere raggiunta con il fotovoltaico innovativo. Le superfici vetrate sui due piani, adottano una soluzione unica ed intelligente di integrazione architettonica del fotovoltaico BIPV (Building Integrate Photovoltaic). Tali vetrate sono in grado di generare energia elettrica non solo dalla luce naturale, ma anche dalla luce artificiale degli uffici e dei locali commerciali. Il vetro fotovoltaico trasparente, oltre a produrre elettricità, consente l’ingresso della luce del sole all’interno, e impedisce al contempo la penetrazione dei raggi UVA nocivi e delle radiazioni infrarosse. È possibile scegliere un grado di trasparenza del 10%, 20% o 30% in base alla luminosità richiesta e controllare il livello d’illuminazione all’interno. Per ottenere un alto isolamento termico il vetro fotovoltaico semitrasparente a tripla vetrata viene integrato nel doppio vetro con una vetrata aggiuntiva e l’aria all’interno delle due intercapedini è sostituita da gas argon.

écru architetti — Centro civico

écru architetti — Centro civico

écru architetti — Centro civico

écru architetti — Centro civico

écru architetti — Centro civico

écru architetti — Centro civico

Patronage Laïque - Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture

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This mixed-use building with 30 housing units for young workers and offices for Patronage Laïque, a guardian association in Paris’ 15th arrondissement, is a recently delivered project by the MAB+LAPS team for the RIVP Régie immobilière de la Ville de Paris. Located on the corner of Avenue Felix Faure and rue Tisserand, the building sits in the varied environment of the Boucicaut development zone with its orthogonal buildings and Haussmannian vestiges which dot this neighbourhood with industrial accents. Occupying the typical Parisian street-corner lot, the building marks the neighbourhood with its luminescent front facade day and night.

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

A Mediterranean Response
Patronage Laïque was historically located on this plot on Avenue Felix Faure; by 2010, it became clear that the offices were unfit for purpose. The RIVP called for a design competition for a new building that was to house not just the original program but also 30 studio apartments for young workers. The competition was won by a team composed of two young architecture firms, MAB and LAPS. Their holistic approach highlighted the relationship between city and public space by establishing a strong bond and continuity with the interior of the plot, placing the accent on its public facility character by offering an identifiable landmark. The proposition fosters user-friendliness by creating generous meeting places and favouring an opening onto the city. It responds to the project management’s desire to underscore the accessible and populist nature of this place in order to maintain proximity to its residents.

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Two programs in one envelope
The building succeeds in extending several distinct levels while remaining in the same envelope, integrating two identities in a principle of uniqueness; the public program of Patronage Laïque and the private housing units. The public facility and the housing enjoy two distinct entrances. The Patronage opens wide onto Avenue Felix Faure and rises one storey from the ground floor. Its glassed-in atrium extends the public space within the building while enabling neighbours and the passers-by to glimpse at activities happening in the building. The residence has a more discrete side entrance on rue Tisserand and extends from the second storey to the fifth. The ground-level entrance on Avenue Felix Faure anchors the facility to the ground and the neighbourhood, endowing it the same informal, homely presence of a corner cafe. Up above, two recessed facades rise on either side of a high gap that looks down on the glass ceiling over the entrance lobby. This signpost for the project is treated in translucent white glass with opalescent reflections. The 4-storey facade along rue Tisserand is treated in glazed concrete, the metallic reflections of which wed with the interior glazing. Its cadence is established by rectangular windows of varying dimensions and a recessed volume creating irregular modules.

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Light
Light is one of the project’s key components. The lobby’s surfaces take a majestic turn with light penetrating from overhead and from the sides. A choice that is even more pronounced at night when the back-lit facades of the building’s prow make the facility look like a magic lantern. A hallmark for the neighborhood and a benchmark on the avenue.

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Patronage Laïque – An enclosed public place
Patronage Laïque’s reception is conceived like a covered public space. The program is housed on the ground floor, the technical mezzanine and the first floor all of which are articulated around the double-height atrium. This generous open space and hallways spoke off the lobby and have been designed to be occupied in a personal and informal way by users outside of the activity’s constructed framework. Giving more than what is demanded by the program in order to foster encounters between users is a way to conserve the important social strength and identity of this place which is above all friendly and generous. On both the ground floor and upper floor these buffer spaces are given over to the collective imagination. Beyond the computer area and cafeteria on the ground floor is the space of the multi-purpose hall, a space for entertainment with a stage, a control booth, dressing rooms and a small backstage. This space is designed as a genuine “box” in the project’s larger “box” and as such enjoys optimized acoustics. Its walls are lined with light, grooved acoustic wooden panels that bathe the hall in a warm atmosphere. The hall is composed of two colours: light-coloured panels for the flooring and stage, and darker tones for the balcony and control room. Stored under the stage, seats slide into the hall on rails, a very compact set-up enabling multiple uses (neighbourhood get-togethers, teas or buffets, ballroom dance floor, etc.) and an increased capacity for adding more seats if needed. On the first floor the program includes numerous activity rooms and Patronage’s offices. A patio provides natural light to the art room and the floor’s access hallway. Finally a large room with warm tones offers space for dance, yoga and low-impact gymnastics.

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

The young workers’ residence hall
With its additional spaces, one of the project’s strong suit lies in its southern exposure from the plot’s inner courtyard. Offset from the plot’s boundary, the building frees up a patio at the heart of the block. Instead of a blind gable end–a sad vis-à-vis for the neighbourhood–the neighbours are offered a facade of access balconies, sometimes open, sometimes opaque. The access balconies that serve the three dwelling levels weave their way in the open air with the architects avoiding the pitfall of a poorly lit service hallway. The living units combine a working wall (storage, kitchen, and office) and naturally lit and ventilated bathrooms. Generous operable glazing animates the studio space, the floor areas of which vary from 19 to 23 square meters. A community terrace on the building’s fourth floor overlooks Paris and dominates the preconceived ideas of joint ownership in social housing, whilst circumventing the prospect rules makes it possible to offer each unit a private terrace. With the Eiffel Tower visible in the distance, this ambitious, radical building serenely proclaims that the story of night-lit state-funded buildings is not over. And that in the 21st century they can be lived in.

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Adress: 72, avenue Félix Faure, Paris 15ème
Program: Multi-purpose Association Facilities and a 30-unit low-cost housing
Consultancy
Structure: AIA , Fluids, economy, environment: NOBLE, Acoustic: AIDA, Security-access: Vulcaneo
Surfaces: Multi-purpose facilities: 944 m2. Low-cost housing: 890 m2.
Total 1834 m2.
Cost: 5, 7 M € HT
Delivery: Mars 2014
Low-energy building certificates: Plan Climat de la Ville de Paris, label H&E profil A, BBC Effinergie, Qualitel.

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

Mab Marotta Basile Arquitectura, LAPS Architecture — Patronage Laïque

SFFDH | san francisco fire department headquarters - Andrea Andreotti , Nicola Cataldo

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The sun had yet not risen when the sirens began to sound. It was the morning of Wednesday, April 18, 1906 and the city of San Francisco was shaken awake by an earthquake measuring 8.25 on the Richter scale. Having received the strong quake shocks for over a minute, the city was badly damaged and the residents rushed out to check the condition of their property, to protect their families and control the damage. But the worst was yet to come. More than 30 fires were reported throughout the city as a result of gas leaks caused by the earthquake. San Francisco began to burn, and would continue to do so for four days and four nights. The water network had also been seriously damaged by the quake, preventing firefighters from controlling the fire by the usual means. Yet this did not prevent them in their attempt to save the city, and they resorted to using all the tools at their disposal. They dynamited entire blocks in hopes of creating a firewall, fought the flames with hoses where the supply hadn’t been cut and installed water pumps to use water from the bay to control fires closer to the coast. As we all know the firefighters’ attempts to save the city were unsuccessful and 80% of the city was reduced to ashes before the fire was extinguished. After the disaster and over the subsequent years, some of the measures taken by firefighters were strongly criticized, but what nobody forgets is that they remained active during the four days of thetragedy, risking their lives at all times to try to save the city and citizens they served. Many a survivor have told their story of a law enforcement officer entering their homes when they were about to collapse and taking them to open areas or guiding them to safe shelter from the flames that kept advancing. The American people will not forget the courage of all those men who faced what even today, after 100 years is remembered as the worst natural disaster in U.S. history.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — SFFDH | san francisco fire department headquarters

sffdh

The site chosen to locate the project is situated on the currently unused docks 30-32 of the bay of San Francisco. This is a particularly suitable location for this use because it is uniquely linked to the main roads of the city, allowing fire trucks to move quickly and effectively to almost anywhere in the city.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — SFFDH | san francisco fire department headquarters

The projects proposes the creation of this fire station for the city of San Francisco that serves not only to centralize and improve the service but also as a gift and token of appreciation from the city to this department. The new center should not only be a practical space designed to respond to the needs of firefighters, but must become an icon of the city which rose from the ashes and a reminder of the tragedy, a building that not only the people of San Francisco but the SAN FRANCISCO FIRE DEPARTMENT HEADQUARTERS entire world associates with the image of the fire department.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — SFFDH | san francisco fire department headquarters

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — SFFDH | san francisco fire department headquarters

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — SFFDH | san francisco fire department headquarters

Nuevo espacio de creación y exposición de Arte Contemporáneo en el Cicus - Sol89. María González - Juanjo López de La Cruz

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La intervención interpreta el edificio donde se inserta como un contexto continuamente alterado a lo largo de los siglos, un espacio cambiante producto de las transformaciones sucedidas en el tiempo. El proyecto parte además de una reflexión en torno a la creación del arte contemporáneo, su condición imprevisible y la disolución, en numerosas ocasiones, de los límites entre el espacio de producción y el de exposición.

Sol89. María González - Juanjo López de La Cruz — Nuevo espacio de creación y exposición de Arte Contemporáneo en el Cicus

El edificio ha sufrido numerosas alteraciones desde que fuera parte del originario convento de Madre de Dios de la Piedad en el siglo XVI. A partir de la desamortización de 1868, se han sucedido los usos siempre ligados a la educación universitaria. Destinado a Facultad de medicina en 1869 y devastado en 1931 por un voraz incendio, se transformó a partir de aquí en Escuela de Comercio, Escuela de Estudios Empresariales, Escuela de Relaciones Laborales, hasta hoy día, en el que acoge el Centro de Iniciativas Culturales de la Universidad de Sevilla. A partir de las múltiples intervenciones que han tenido lugar, podemos determinar que las únicas invariantes han sido la traza de las crujías en torno al patio claustral, la alineación al espacio público y al lienzo de la muralla judía, y la heterogénea fábrica de ladrillo que define la construcción y revela las huellas y cicatrices producto de las sucesivas transformaciones sucedidas en el tiempo.

Sol89. María González - Juanjo López de La Cruz — Nuevo espacio de creación y exposición de Arte Contemporáneo en el Cicus

El proyecto se apoya igualmente en una cierta reflexión en torno a la exposición del arte contemporáneo. Al rememorar algunas obras actuales (como la de Doris Salcedo en la Tate Modern de Londres en 2007, la de Katrin Sigurdardottir en la P.S.1 del MoMA de Nueva York en 2006 o, por citar un ejemplo cercano, la de los artistas urbanos (Esto no es un graffiti) llevada a cabo en el lugar de esta intervención en 2012), en las que suelos paredes y techos se veían alterados por los distintos artistas, podemos reconocer que buena parte de la expresión del arte actual entiende el espacio arquitectónico como materia de trabajo. Prácticas que consideran que el espacio de exposición es ya en sí mismo el lugar de la creación. Así un espacio de exposición contemporáneo no puede proyectarse como un lugar estático donde los artistas expongan su obra replicando la antigua relación fondo-figura con el soporte expositivo, sino que la arquitectura no debiera ser del todo conclusiva; como si de un relato inacabado se tratase, un espacio así debería quedar en puntos suspensivos, a la espera de que cada exposición venga a completarlo.

Sol89. María González - Juanjo López de La Cruz — Nuevo espacio de creación y exposición de Arte Contemporáneo en el Cicus

Ambas consideraciones, la construcción cambiante en el tiempo cuyo valor reside en la resistencia bruta de sus espacios y sus muros y la búsqueda de un lugar que permita que el arte venga a acabar de definir la arquitectura, motivan el presente proyecto. El espacio museístico contemporáneo se asemeja entonces más al espacio teatral, cambiante en su percepción lumínica y cromática, reversible en su posibilidad de retornar a un grado cero para comenzar con la siguiente exposición y disponible ya que en él se pueden desarrollar acciones que requieren flexibilidad como soporte físico y tecnológico. Al igual que la caja escénica de un teatro permite cambiar decorados e iluminación en cada obra, proponemos en una siguiente fase un revestimiento continuo en suelo, paredes y techos, formado por listones de madera separados entre sí, que como si de una tramoya se tratase posibilitará que sobre él se puedan llevar a cabo todo tipo de exposiciones, clavadas, colgadas, apoyadas y conectadas a las instalaciones que discurran entre ellos. Al tiempo, el paseante, percibiendo todos los perfiles en perspectiva, observará el espacio de las naves con la rotundidad de escala y luz que hoy día, en este momento intermedio de crudeza constructiva, presenta. El revestimiento de listones dejará ver la fábrica de ladrillo entre sus separaciones, con la huellas del tiempo que, como diría Yourcenar, es el mayor de los escultores, mostrando las heridas de los distintos lienzos, las fenestraciones corregidas y la escala de lo muros pautados por los huecos, a la vez que la continuidad de la madera velará las nuevas instalaciones. Esta envolvente alcanzará el claustro, que recuperará su sentido original procurando no sólo tránsitos sino también encuentros y estancia, reestableciendo la visión directa y transparente al patio, gran centro de actividades del edificio hoy día, como fue primitivamente.

Sol89. María González - Juanjo López de La Cruz — Nuevo espacio de creación y exposición de Arte Contemporáneo en el Cicus

Asumiendo que la intervención es parte de un proceso pautado por distintos proyectos y diversos autores que concluirá en años, actúa como una primera instalación más que como una intervención arquitectónica; es un montaje museístico o escenográfico que apoyado en el volumen capaz permite el desarrollo de las exposiciones futuras y podría ser desmontado al igual que éstas, revirtiendo el edificio al estado netamente constructivo en el que lo encontramos, donde construcción, espacio y luz se ofrecen como cualidades verdaderas; un lugar acogedor, en su primera acepción, en el que se instala una infraestructura ligera que permite establecer el lugar de la creación y la exposición del arte contemporáneo.
María González y Juanjo López de la Cruz

Sol89. María González - Juanjo López de La Cruz — Nuevo espacio de creación y exposición de Arte Contemporáneo en el Cicus

Sol89. María González - Juanjo López de La Cruz — Nuevo espacio de creación y exposición de Arte Contemporáneo en el Cicus

Sol89. María González - Juanjo López de La Cruz — Nuevo espacio de creación y exposición de Arte Contemporáneo en el Cicus

Sol89. María González - Juanjo López de La Cruz — Nuevo espacio de creación y exposición de Arte Contemporáneo en el Cicus

Sol89. María González - Juanjo López de La Cruz — Nuevo espacio de creación y exposición de Arte Contemporáneo en el Cicus

Banca di Credito Cooperativo di Palestrina - Nuova Tecnoprogres s.r.l.

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Il tipo di investimento affrontato chiarisce immediatamente gli intenti dell’Istituto di Credito, il quale, attraverso l’operazione attivata, intende rafforzare la propria presenza sul territorio, trasmettere alla collettività la propria solidità, proiettarsi in un futuro, anche lontano, e accogliere all’interno delle proprie strutture quanti più utenti di servizi bancari. Nel progettare il recupero del fabbricato, abbiamo assunto l’esterno del corpo di fabbrica come un dato di fatto, sul quale intervenire solo nell’intento di restituire ad esso la leggibilità del partito architettonico. Naturalmente non mancano riferimenti cui fare appello per ricostruire l’aspetto originario dell’impianto decorativo, né mancano evidenze delle finiture sul fabbricato stesso. La coloritura in bicromia travertino – mattone è ancora ben leggibile sulle facciate, sulle quali il colore della pietra interessa il forte basamento, le cornici delle bucature, le fasce marcapiano ed il cornicione. Sono in mattoni faccia vista i pilastri e gli archi del portico. Allestito in esplicito riferimento ai “Giardini all’Italiana”, lo spazio esterno rappresenta una prima area di accoglienza per il pubblico.

Nuova Tecnoprogres s.r.l. — Banca di Credito Cooperativo di Palestrina

Vista frontale dalla corte interna

Nella percezione notturna, attualmente, il fabbricato rappresenta una sorta di vuoto urbano, dal momento che l’assenza di illuminazione tende a renderlo un corpo estraneo al panorama cittadino: a tal proposito, il nostro progetto illuminotecnico rilegge ed enfatizza il partito architettonico, nell’intento di rendere la sede della Banca di credito Cooperativo di Palestrina una “eccellenza” nel contesto urbano.

Nuova Tecnoprogres s.r.l. — Banca di Credito Cooperativo di Palestrina

Vista della corte interna - Lato Est

Dal punto di vista distributivo, dover ospitare all’interno del medesimo fabbricato, funzioni con esigenze tanto diverse, ci ha spinto a dividere idealmente il corpo di fabbrica in due metà. Quella a destra è destinata alle funzioni non strettamente riferibili alla attività bancaria; quella sinistra, che vanta il piano seminterrato e che dispone per intero del piano terra, è riservata alle attività di Agenzia, di Direzione e di Governance bancaria. Il primo piano eccepisce questo schema, essendo interamente destinato alle Divisioni operative ed ai Servizi bancari, oltre che ad alcuni degli uffici dell’Agenzia. Per esigenze distributive, funzionali e di sicurezza, il fabbricato è dotato di 4 corpi scala distinti, il cui uso è univocamente specializzato a seconda delle destinazioni. Il corpo scale e ascensori centrale, derivato dalle uniche scale che attualmente servono il Collegio, collega i tre piani fuori terra, oltre il terrazzo di copertura. E’ destinata a “tutti”: Addetti bancari, Clienti e visitatori. Lo sbarco ai piani è regolato da reception di indirizzo; l’accesso agli uffici è controllato. Il secondo corpo scale accessibile al pubblico è situato in posizione angolare, nell’ala destra del fabbricato. Vi si accede dopo aver attraversato l’area accoglienza e si usa per raggiungere l’Auditorium e la Biblioteca al secondo piano. Le scale e l’ascensore non sbarcano al Primo piano, essendo quest’ultimo destinato a sole attività amministrative. Dal Piano Seminterrato, in corrispondenza del parcheggio riservato alle auto aziendali, si usufruisce dell’ingresso destinato alle aree compartimentate. L’accesso è controllato ed immette al vano scale e ascensore che serve, i quattro piani del fabbricato dal versante ovest. Questo collegamento verticale è destinato al solo personale degli Uffici di Direzione, ai dipendenti della Filiale di Sede, agli uffici di Presidenza e della Direzione Generale: l’uso è regolato da codice alfanumerico o da carte magnetiche. E’ di facile utilizzo anche per i disabili, così come il parcheggio riservato alle auto aziendali. L’esistenza di un collegamento di questo tipo consente la libera circolazione degli impiegati e dei Dirigenti, senza interferenze da parte del pubblico e dei visitatori. L’ultimo dei corpi scala è interno all’Agenzia e ne serve i tre livelli. Dal piano terra si accede agli uffici posizionati al Primo Piano e, se accompagnati, al seminterrato, per la consultazione delle cassette di sicurezza. Per la corretta gestione delle risorse energetiche e per abbassare i costi di gestione, abbiamo progettato di dotare il fabbricato di un impianto fotovoltaico di produzione di energia elettrica. Oltre che alla produzione, la nostra attenzione si è rivolta a contenere la dissipazione dell’energia, mediante l’uso di infissi a taglio termico dotati di cristalli basso-emissivi, la coibentazione delle pareti perimetrali, la gestione dei ponti termici. La razionalizzazione degli impianti elettrici e l’adozione di corpi illuminanti che adottano lampade a LED, contengono il consumo energetico in maniera significativa, garantendo un rientro più rapido dell’investimento affrontato.

Nuova Tecnoprogres s.r.l. — Banca di Credito Cooperativo di Palestrina

Assonometria generale

PIANO SEMINTERRATO Al seminterrato, dove i locali sono più bassi e meno illuminati, trovano collocazione le attività strettamente funzionali della Banca, quali gli archivi, anche del tipo compattabile, il locale tecnico generale, il C.E.D., ed il caveau, sia di tipo tradizionale, che automatizzato.

Nuova Tecnoprogres s.r.l. — Banca di Credito Cooperativo di Palestrina

Vista frontale notturna della corte interna

PIANO TERRA L’ingresso principale, dal lato della corte, si trova al centro della facciata, in asse con il corpo scale centrale. E’ questo è l’ingresso per il pubblico, sia se diretto all’Agenzia di Sede, sia se atteso presso gli uffici operativi o direzionali, sia se è intenzionato ad avvalersi delle strutture a destinazione extra bancaria ospitate dall’edificio. La zona a destra dell’ingresso è riservata all’accoglienza: una reception smista il flusso dei visitatori verso le funzioni ospitate dal fabbricato, ed, a seguire, una zona ristoro e coffee break consente di incontrare il personale della banca in maniera informale e di concedersi una pausa durante il negoziato. La zona “Accoglienza” è attiva anche nelle occasioni in cui sono attive solo le funzioni extra bancarie, in quanto si pone come filtro prima del gruppo scale e ascensore che collega il piano terra all’auditorium e prima dello spazio riservato alle esposizioni. L’ala est del piano terra ospita la sala esposizioni: essa fa parte delle attività che la Banca ha deciso di offrire alla collettività. Saranno in esposizione permanente le opere concesse dalla Sovrintendenza, per cui lo spazio sarà protetto e allarmato. Per esposizioni a carattere temporaneo potrà essere convenientemente utilizzato il portico. L’ingresso sul lato destro, guardando dall’esterno, immette all’area self banking, ed è l’unico accesso abilitato nelle ore notturne, quando la corte interna è chiusa. In questi frangenti l’area self è completamente isolata dal resto della Banca, chiusa e blindata, in virtù dell’utilizzo di una parete verticale automatica tipo “Glass Wall”.

Nuova Tecnoprogres s.r.l. — Banca di Credito Cooperativo di Palestrina

Assonometria generale notturna

L’Agenzia si articola su tre livelli: al piano terra si trovano le 8 postazioni di consulenza – cassa, indipendenti e riservate. Esse sono collegate da un percorso di retro-sportello, che raccoglie anche le postazioni di back office, le macchine per ufficio, il locale tecnico di Agenzia, l’accesso alle scale riservate agli addetti. A questo percorso si accede anche dall’ufficio del Preposto.

Nuova Tecnoprogres s.r.l. — Banca di Credito Cooperativo di Palestrina

Vista Interna - Salone al pubblico casse

PRIMO PIANO l corpo scale centrale, arricchito di un ascensore, rimane il principale collegamento verticale del fabbricato. il pubblico vi accede dal piano terra, superata la reception. Lo sbarco ai piani, verso le funzioni bancarie, è regolato da accessi controllati. La sezione centrale del Primo Piano si distribuisce attorno alla reception di piano e si articola in due salette di attesa riservate, una sala ad uso degli addetti, utilizzabile anche per il ricevimento dei visitatori e per piccole riunioni informali, oltre che nell’accesso al terrazzo, utilizzabile dai fumatori. Il piano è interamente destinato agli uffici operativi dell’Istituto di Credito, divisi per Divisioni e Servizi Operativi. La scala e l’ascensore riservati agli addetti, consentono agli impiegati di muoversi all’interno del fabbricato senza interferenze con i visitatori ed i clienti della Banca. Questo collegamento verticale consente, a chi ha lasciato l’autovettura nel parcheggio riservato, di accedere direttamente al piano uffici. La Divisione Commerciale è quella di minore estensione: essa si articola in due uffici da due postazioni di lavoro. L’accesso alla Divisione si affaccia direttamente sulla galleria principale di distribuzione. La vicinanza con la sala di ricevimento ospiti ne consente un agevole utilizzo. La Divisione Crediti è quella che si sviluppa sulla superficie maggiore: essa vanta un Ufficio Direzionale, due Uffici a due posti, due uffici a quattro posti ed una sala d’attesa per i visitatori. Il Servizio Ispettorato – Compliance si articola in due Uffici: un Direzionale riservato al Responsabile del Servizio ed un operativo da quattro postazioni di lavoro. L’ala est del Primo Piano ospita gli uffici della Divisione Amministrativa, organizzata in un Ufficio Direzionale destinato al Responsabile della Divisione, due uffici da due posti di lavoro e due uffici da quattro posti di lavoro. Gli uffici della Divisione sono collegati tra loro da percorsi ridotti al minimo, ed ai visitatori è riservata una piccola attesa. Le vetrate che dal primo piano si affacciano sul salone sottostante, inquadrano parte degli uffici, integrando le due parti dello spazio agenzia.

Nuova Tecnoprogres s.r.l. — Banca di Credito Cooperativo di Palestrina

Vista Interna - Salone al pubblico casse

SECONDO PIANO L’accesso al piano è regolato da una reception che smista i visitatori che provengono dal corpo scale centrale in direzione della Presidenza e della Direzione Generale, o, altrimenti, verso la Biblioteca e l’Auditorium. Le aree destinate alla operatività bancaria sono protette e completamente isolate dai flussi dei visitatori. Le funzioni extra bancarie sono comunque servite dal corpo scale ad esse dedicato. L’ala ovest del Secondo piano è dedicata alla Presidenza, alla Direzione Generale ed agli spazi ad esse connessi. A questo settore afferisce la sala del Consiglio di Amministrazione, che occupa la sezione centrale del Secondo Piano. La Sala è in collegamento diretto con gli uffici della Governance ed è servita anche dalla Galleria Principale di distribuzione.

Nuova Tecnoprogres s.r.l. — Banca di Credito Cooperativo di Palestrina

Vista del Roof-Garden

PIANO DI COPERTURAROOF GARDEN Roof Garden è realizzato con strutture leggere, mobili e senza aumento di cubatura. L’allestimento del Roof Garden è articolato, ma non ridondante: consente anche un uso parziale della struttura e, comunque, garantisce sempre una adeguata riservatezza. Una porzione del Piano di Copertura è destinata alla produzione di energia elettrica mediante l’uso di un impianto fotovoltaico. L’impianto progettato è di tipo grid-connected; la tipologia di allaccio è trifase in bassa tensione. Si utilizzano pannelli fotovoltaici in silicio policristallino raggruppati in n.6 stringhe da 10 pannelli. Ogni stringa è collegata ad un canale dei tre inverter a due canali di potenza pari a 5000W. Si utilizzano n.3 inverter monofase.

Ein neues Haus für die Taz - Glass Kramer Löbbert Architekten

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Werkstatt, Bühne, Bibliothek – ein neues Haus für die taz.

Unaufdringlich aber eigenständig kommt der Neubau daher: Sein umlaufendes filigranes Kleid ist bewegt und hat eine auffallende Tiefe. Die variable Durchlässigkeit der profilierten Hülle offenbart ein vielfältiges Innenleben hinter der wandelbaren und trotzdem charaktervollen Erscheinung. Dazu stellen über alle Seiten verteilte große Öffnungen eine unmittelbare Verbindungen zum Stadtraum her und führen den Blick bis ins Innerste des Baukörpers. Der Gang des Besuchers wird ganz selbstverständlich in den untersten dieser Ausschnitte gelenkt – es sei denn das Treiben im Café auf der Seite des Parks lässt ihn vorher abschweifen und eintauchen. Der ausgeschnittene Vorbereich auf der Ecke zwischen Friedrichstraße und Besselpark bietet Zugänge zum quirligen taz-Café, einem Laden für ausgewähltes Sortiment und führt über das eigentliche Foyer in einen lichten und einladenden Innenhof.

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz

Über die Vorgaben aus dem Bebauungsplan hinaus tritt der Neubau durch die übergeordneten Fassadenöffnungen und die Höhenstaffelung in einen Dialog mit
dem Umfeld: Der Eingangsausschnitt liegt auf der besonders frequentierten Ecke zwischen Friedrichsstraße und Besselpark und verbindet sich räumlich mit der einmündenden Hedemannstraße. Die große Terrasse zum Park befindet sich über dem hohen Erdgeschoss auf Augenhöhe mit dem Grün der Baumkronen. Zusammen rahmen diese beiden fast verbundenen Freibereiche den doppelthohen Konferenzraum und bilden so ablesbar den öffentlichen Mittelpunkt der neuen taz. Die dritte Öffnung auf der Ostseite blickt genau in die Gasse zwischen ehemaliger Blumenmarkthalle und Frizz 23. Zur Friedrichstraße staffelt sich der Baukörper oberhalb des 3.OG teilweise zurück, lässt so eine sonnige Westterrasse entstehen und stärkt die aufstrebende Figur zum Park.

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz

Das ganze Haus entwickelt sich um einen gebündelten Versorgungskern und den
Innenhof, der auf unterschiedlichen Ebenen und Seiten über die großen Einschnitte bis an die Fassaden tritt und Verbindungen zur Stadt herstellt. Der zentrale Erschließungskern führt über Aufzüge und eine kompakte aber komfortable Treppe bis in die Turmgeschosse des Neubaus. In diesem Kern finden sich auch die sonstigen versorgenden Einrichtungen wie Toiletten und andere Nebenräume. Entlang der fensterlosen Südseite zum künftigen Nachbarn gibt es eine weitere, ergänzende Nebenraumspur.

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz

Die oberen Geschosse legen sich als offener, vielfältig bespielbarer Ring um den eingeschnittenen Hof. Sie werden durch Versorgungskern und Hof in tiefe und schmale Bereiche zoniert und können so die diverse und dynamische Arbeitswelt der taz ganz selbstverständlich aufnehmen: weiträumige, offene Redaktionsbüros wechseln sich mit konzentrierteren, unterteilten Arbeits- und Besprechungsräumen ab. Gleichzeitig sind das Gebäuderaster, die Belichtung und die Erschließungsführung so angelegt, dass im Bedarfsfalle an beliebiger Stelle abgetrennte Einheiten mit Zellenbüros entstehen können.

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz

Neben diesem klar organisierten Grundgerüst für eine flexible Nutzungsbelegung leistet die zweischichtige Hülle einen eigenen, informellen Beitrag zur Bespielung der Räume: Der umlaufende Umgang erlaubt es so gut wie überall im Haus für eine Zigarette oder ein kurzes Gespräch am Rande des allgemeinen Arbeitens hinauszutreten. Die Besonderheit dieser Schicht liegt in den variabel angeordneten Treppen, die jeweils zwei benachbarte Ebenen auf kurzem Weg verbinden. Sei es, dass zwei verwandte Redaktionen über solch einen Short-Cut zusammengebunden werden, oder dass eine Bürofläche mit einer unter- oder oberhalb liegenden Kommunikationszone verknüpft wird – diese Bewegungszone bietet dem neuen Gebäude eine zusätzliche spielerische Dimension und den Mitarbeitern der taz eine zusätzliche informelle Bewegungs- und Begegnungsmöglichkeit.

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz

Durch die teilweise Transparenz der Hülle wird diese individuelle Dynamik auch
außen ablesbar. Die äußere Schicht aus manuell beweglichen Fassadenelementen leistet nicht nur den Sonnen- und Blendschutz sondern ermöglicht es auch, den Grad der Öffnung auf den einzelnen Arbeitsplatz bezogen einzustellen.

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz

Die Materialisierung orientiert sich an dem Ziel, das robuste, flexible Grundgerüst mit der Möglichkeit der nachträglichen Belegung mit einer angenehmen, einladenden Haptik für die räumlich prägenden Elemente – die öffentlichen Bereiche, die großen Einschnitte und die begehbaren Hülle – zu verbinden. Die Bauweise ist einfach und das Gebäude ist schnell zu errichten. Aus der dienenden Grundstruktur des Stahlverbund-Tragskeletts treten die filigranen Stützen aus Stahl und die massiven, holzbekleideten Kerne hervor. Die Stahlbeton-Flachdecken bleiben unterseitig unbekleidet und können so ihre Masse zur Temperaturpufferung einsetzen. Die hierfür vorgesehenen natürlichen Prinzipien z.B. der Nachtauskühlung über Fensterlüftung werden durch ein schlankes System der Bauteilaktivierung ergänzt. Die Böden der Büros können dadurch als Doppelböden ausgeführt werden und versorgen flexibel alle Arbeitsplätze mit den erforderlichen Anschlüssen. Die großzügigen Bürobereiche gleichen einer lebendigen Werkstatt
und vielfältigen Bibliothek. Die großen Loggien und Terrassen erhalten einen Futteral als Schiffsdeck aus unbehandeltem Hartholz und verleihen diesen Orten so eine wohlige, entspannte Atmosphäre und machen sie zur Bühne des Hauses.

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz

Der umlaufende Umgang als Zone der „Nebenwege und Ebenen-Sprünge“ erhält durch die helle Farbgebung eine besondere Leichtigkeit, die Rahmen der beweglichen Fassadenteile haben zusätzlich eine farbliche Akzentuierung, die immer dann in Erscheinung tritt, wenn die Elemente geöffnet sind. Die mit einem lackiertem Metallgewebe bespannten Rahmen wirken als windunempfindlicher Sonnen- und Blendschutz und sind sämtlich manuell leicht zu betätigen. Sie sind auch im geschlossenen Zustand transparent und lassen Ausblicke in die Umgebung zu. Der Aufbau ist modular und erlaubt eine weitgehende Vorfertigung der Elemente – was dem zügigen Bauablauf zugute kommt. Durch die modulare Ausführung können auch die einzelnen Treppen als Synapsen zwischen verschiedenen Redaktionen auf eine sich wandelnde Belegung reagieren. Der auf den drei offenen Seiten hohe Verglasungsanteil der Obergeschosse versorgt den Neubau mit viel Tageslicht. Hierdurch kann der Energieaufwand für Beleuchtung als größter Energieverbrauer im neueren Bürobau deutlich reduziert werden. Die generell auf das nötigste reduzierte Technisierung bindet den Menschen in ein einfach zu benutzendes und zu betreibendes Gebäude ein, dessen Gebrauch in jedem Fall Freude macht.

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz

Glass Kramer Löbbert Architekten  — Ein neues Haus für die Taz


IPOOL swimming pools - Ipool

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One of our recent projects we have carried in Herzliya in Israel, we have established a number of swimming pools in several new neighborhoods.

Ipool — IPOOL swimming pools

pools

Ipool — IPOOL swimming pools

swimiming pool

Biblioteca comunale di Briosco - Giuseppe Resta, domenico pastore, Francesca Oliva, Antonia Volpone, marilena cici

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Il progetto della Nuova Biblioteca comunale di Briosco (NBB) si fonda sulla lettura delle particolarità orografiche e ambientali dell’area destinata ad accoglierla e traduce in forma architettonica le esigenze espresse. Una serie di scelte strategiche la identificano come singolare luogo pubblico per l’intera comunità.

Giuseppe Resta, domenico pastore, Francesca Oliva, Antonia Volpone, marilena cici — Biblioteca comunale di Briosco

E’ stata elaborata una proposta progettuale per la Biblioteca comunale di Briosco che, rispondendo all’esigenza di realizzare un nuovo polo culturale e di aggregazione, non altera il sistema di interazioni esistenti ma ne esalta le qualità intrinseche attraverso un principio insediativo fondato sull’integrazione materiale e visiva, volta a generare spazi pubblici di relazione. Considerata la delimitazione del lotto e la variazione altimetrica, si è pensato ad una costruzione parzialmente ipogea che presenta l’emergenza massima sul piano stradale di via Leonardo da Vinci e si congiunge a quello del parco giochi sovrastante attraverso una copertura verde piana. Il profilo della copertura della Nuova Biblioteca di Briosco è stata determinato da una progressiva traslazione dei limiti del lotto che assecondando le giaciture esistenti, gli allineamenti visivi e le distanze dalle preesistenze prescritte nel regolamento urbanistico, identificando una sequenza di spazi all’aperto di forma e funzioni differenti: - un passeggiata oltre il limite dell’area parcheggio su via Giosuè Carducci - una piazza bassa prospiciente via Leonardo da Vinci, adibita ad eventi, sosta e accesso alla biblioteca - una gradonata con scalinata di accesso al parco in stretta relazione con la baita dell’Associazione Nazionale Alpini per rappresentazioni all’aperto - un terrazza di affaccio sul paesaggio intesa come estensione del parco e piazza alta. La figura spiraliforme che ne risulta si definisce come un segno riconoscibile alla scala paesaggistica: il profilo segmentato di una massa muraria che perimetra gli spazi sovrastanti accogliendo sotto la copertura gli ambienti della Nuova Biblioteca. La copertura complessiva è definita solo parzialmente da un manto fotovoltaico, in corrispondenza dell’ala dei servizi e da una pensilina a forma di “penna” che ne definisce l’ingresso, mentre la restante parte, relativa al volume effettivo dello spazio destinato alla biblioteca, ludoteca e mediateca è occupata da un tetto giardino.

Giuseppe Resta, domenico pastore, Francesca Oliva, Antonia Volpone, marilena cici — Biblioteca comunale di Briosco

Giuseppe Resta, domenico pastore, Francesca Oliva, Antonia Volpone, marilena cici — Biblioteca comunale di Briosco

Giuseppe Resta, domenico pastore, Francesca Oliva, Antonia Volpone, marilena cici — Biblioteca comunale di Briosco

M59 - DAVIDE CLEMENTI A R C H I T E C T

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M59 is an annex of 42mq, that will host temporarily customers who love the colour green. The project arises from the geometry of the property boundaries redefined for reach the garden. It’s an open space, level with the garden, where a green cube contains services, generating the area day and night.

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

LIVING AREA

FURNITURE PROJECT The two walls opposite at the garden, are equipped with a designed and tailored furniture in every detail; containers space, work plans, additionals containers space considering the little space, switches included in walnut wood. The main lamp of living area, is part of the collection of sculpture of light – luciDAautore -, designed by Davide Clementi ARCHITECT.

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

KITCHEN

It’s a faceted furniture system, that thins and thickens in function on what it contains: Fireplace – Bookshelf – TV Cabinet – Kitchen – Cabinet – Wardrobe

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

DINING TABLE

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

FURNITURE LIVING ROOM

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

LIGHT ROUND DINING TABLE

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

FIREPLACE ZONE

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

BAIN

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

BAIN

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

BEDROOM

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

BEDROOM

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

LIVING ROOM LAMP, LIGHT COLLECTION OF SCULPTURES - LUCIDAUTORE - BY DAVIDE CLEMENTI ARCHITECT

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

STORAGE SPACES

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

SWITCHES ON FURNITURE MADE IN WALNUT WOOD

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

HALL OF THE GARDEN

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

COURT OUTDOOR GARDEN

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

ENTRANCE HALL

DAVIDE CLEMENTI  A R C H I T E C T — M59

DOOR PHONE, LETTER BOX

CENTRO% | rovigo urban vision - Andrea Andreotti , APE architetti per esigenza

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CentRO% capace di trasformare la città in una destinazione a partire dalla sua “spina dorsale”, il Corso del Popolo. Un nuovo spazio urbano capace di essere attrattivo, motore economico, luogo sociale, arteria della mobilità sostenibile, connessione fisica e virtuale.

Andrea Andreotti , APE architetti per esigenza — CENTRO% | rovigo urban vision

Andrea Andreotti , APE architetti per esigenza — CENTRO% | rovigo urban vision

Andrea Andreotti , APE architetti per esigenza — CENTRO% | rovigo urban vision

Andrea Andreotti , APE architetti per esigenza — CENTRO% | rovigo urban vision

Andrea Andreotti , APE architetti per esigenza — CENTRO% | rovigo urban vision

Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc - sergio fumagalli

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L’edificio preesistente che risale agli anni ’70, ospitava una scuola. Ha il livello principale posto ad un piano rialzato di circa 150 cm. rispetto alla quota della strada pubblica, all’interno di un lotto originariamente chiuso su tutti i lati da una recinzione. Il fabbricato nel progetto viene completamente rivisitato sia a livello funzionale mediante l’inserimento di un asilo nido al piano terra e di una sala polifunzionale per mostre e riunioni al piano primo, che in chiave architettonica. La scelta principale è stata quella di caratterizzare le pareti esterne del fabbricato, che è stato oggetto di alcune aggiunte nel tempo ed è composto da due ali disposte a elle distribuite a due piani, con il colore. Le pareti, che sono state migliorate nelle prestazioni energetiche con l’aggiunta di un cappotto termico, sono trattate con due colori, il bianco per la parte convessa e perimetrale dell’involucro ed il rosso per le parti concave e scavate. Le aree di ingresso del centro civico e le parti basamenti sono protette con un rivestimento in pannelli di grande dimensione in fibrocemento grigio scuro. L’asilo nido al piano terra, di circa 450 mq. pensato per ospitare oltre 40 bambini, è dotato di un accesso esterno indipendente collocato nell’angolo sud-ovest e le sue pertinenze a giardino per le attività all’aperto, sono protette da una nuova cancellata. Gli spazi interni dell’asilo, caratterizzate dall’uso di colori molto vistosi, sono connotati da una maggior trasparenza degli ambienti, i quali si affacciano sia verso la piazza comunale che sul cortile /giardino interno. Alla sala civica polifunzionale del primo piano si accede dall’atrio centrale, che nel progetto è oggetto di completa ridefinizione con l’introduzione di uno spazio a doppia altezza e di un elevatore meccanico collocato al centro della scala preesistente, recuperata.

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

Nel progetto di sistemazione esterna si è ipotizzata la eliminazione della recinzione nella parte antistante l’edificio, in modo che il fabbricato facesse esso stesso da limite al nuovo spazio pubblico gradonato affacciato sulla via pubblica; questo spazio diventa nel progetto un nuovo luogo di incontro pubblico, aperto verso strada con un’ampia gradonata ed una rampa che raccordano i diversi piani, e attrezzabile con sedute in corrispondenza dei gradoni. I materiali previsti sono tutti improntati alla riproposizione di un carattere più naturale rispetto all’ambito stradale. A partire infatti dalla via pubblica, ridefinita con un cordolo in granito che contiene un marciapiede pavimentato con cubetti di pietra di luserna, i gradoni in blocchi di pietra chiara sono disposti a raggiera per assecondare i due assi leggermente divergenti della strada rispetto all’edificio, intercalati da parti pavimentate in cemento e graniglia e parti a prato.

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

sergio fumagalli — Rifunzionalizzazione della ex-scuola di via S.Margherita a Beverate, comune di Brivio, Lc

LA PASSEGGIATA | città degli scambi - Andrea Andreotti , Nicola Cataldo

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Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi. Italo Calvino

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Il sito d’intervento risulta essere un nodo di fondamentale importanza racchiuso da un tessuto urbano disegnato e costretto da infrastrutture viarie. L’area Malpasso necessita di un intervento che possa conferirle carattere e identità, oltre che alimentare lo sviluppo economico e sociale.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Il sistema infrastrutturale ciclo-pedonale subisce una frattura in corrispondenza del sito per la presenza dell’esistente supermercato con relativo parcheggio sottraendo spazio pubblico per la circolazione e l’aggregzione sociale.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Il progetto si identifica come un’infrastruttura ciclo-pedonale che si innesta nel tessuto risolvendo le fratture di collegamento. Un edificio permeabile che si insinua ed oltrepassa strade esistenti diventando un elemento di connessione che mantiene uniti punti diversi della città.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Una grande corte centrale avvolta dall’edificio rende il luogo dello scambio un’oasi rilassante e lontana dalla cacofonia della città. Una frattura sonora tra interno ed esterno che rende percettivamente emozionante la passeggiata e la sosta in un questo grande parco verde.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

L’intervento rafforza l’asse di collegamento tra il centro città e il parcheggio d’interscambio mettendo in relazione funzioni pubbliche con commercio ed inserendosi così in una visione piu ampia di sviluppo urbano.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — LA PASSEGGIATA | città degli scambi

Concorso per la nuova sede sociale BCC Buccino - Nunzio Cava, Paola Scala, Guglielmo Cammarota

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The project for the new BCC headquarters derives from many suggestions. Some of these are embedded to the site morphology and to landscape the attractiveness , others come from the nature and the function of the building. From far away, close to the near hills, Buccino appears like a small urban centre perched on the hill top, in other words, a place built on the dialog between the nature and the artificial. Getting closer we can see the berms of stone – in which there are caves, shelters and old houses – , the architecture directs the geography. From inside, the thin weave of impervious paths becomes a labyrinth that seems to deny the surrounding landscape but then it opens onto view of extraordinary magnificence. This “great beauty” imagine was the basis of the design chooses. The project folds to the landscape favouring its characteristics and becoming a stage of natural show. “The architecture is geometrize” for Alvaro Siza, and we discipline the natural form through geometry, in a drawing that become softer , getting down from the monumental entrance to the park.

Nunzio Cava, Paola Scala, Guglielmo Cammarota — Concorso per la nuova sede sociale BCC Buccino

Hall

The path between two walls, that marks the passage of two zone recalls the internal paths crossing the old village and like these, opens on the landscape unexpectedly. Yet the memory animates a new image of the project. As The old and ruined castle is now only trace and fence that defines a void, , so few signs rise few meters in the highest area, not to create buildings but to define the space. The new image of project remember a new “agorà” , which is able to build a dialogue of metaphysical beauty with the acropolis in front , the old village.

Nunzio Cava, Paola Scala, Guglielmo Cammarota — Concorso per la nuova sede sociale BCC Buccino

tavola 1

Nunzio Cava, Paola Scala, Guglielmo Cammarota — Concorso per la nuova sede sociale BCC Buccino

Nunzio Cava, Paola Scala, Guglielmo Cammarota — Concorso per la nuova sede sociale BCC Buccino

Nunzio Cava, Paola Scala, Guglielmo Cammarota — Concorso per la nuova sede sociale BCC Buccino

Nunzio Cava, Paola Scala, Guglielmo Cammarota — Concorso per la nuova sede sociale BCC Buccino


Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma - Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora

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L’IDEA – L’elaborazione dell’idea-progetto tende a definire Piazza Riforma sotto una nuova veste, riconoscendole il ruolo di evento urbano ordinatore e di dialogo tra la città antica e la città moderna. In primo luogo l’intento di “istituire” e rendere concreto il perno cui far ruotare l’anello viario di congiunzione e, nel contempo, identificare lo spazio sociale dello spazio urbano. Il perno, posto nella parte a monte, gestisce anche l’organizzazione spaziale e distributiva dell’impianto; da esso si sviluppa un grande vassoio sospeso di pianta ovale da realizzarsi in quota con la parte più alta della piazza e al di sotto del quale prende forma un analogo spazio coperto. Ambedue gli spazi costituiscono il luogo di relazione e di aggregazione che oggi manca nella piazza e nella Riforma. I due livelli sono idealmente collegati dallo stesso elemento perno che, essendo progettato come una fontana le cui acque defluiscono verso il piano più basso seguendo un percorso a spirale e con lo stesso senso di rotazione dei flussi di traffico, rappresenta la vite (o meglio ancora il moto perpetuo) attorno alla quale ruota l’intero sistema. L’acqua, con la sua limpidezza e fluidità, è qui concepita come elemento creativo che genera e assume la forma fino a diventare, nella conclusione del suo percorso, elemento di coronamento degli spazi coperti; l’oggetto conclusivo della testata opposta al livello superiore diventa, invece, la copertura aggettante in vetro, materiale questo che rappresenta la solidificazione dell’acqua.

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

IL PROGETTO– Il progetto-idea su Piazza Riforma, così per come essa è stata riorganizzata, tende al ripristino del concetto di “piazza” che, nello spazio urbano in oggetto, si rende necessario così come è necessaria la ridefinizione del ruolo e dell’identità della piazza stessa. L’organizzazione distributiva e spaziale della piazza si sviluppa su tre differenti livelli: il primo a cielo aperto, il secondo seminterrato e l’ultimo completamente interrato. I primi due livelli, due grandi ovali oblunghi, occupano più della metà della superficie complessiva disponibile e sono collocati il primo in quota alla parte più alta della piazza e il secondo in quota alla parte più bassa. La restante parte di superficie della piazza costituisce il prosieguo dell’asse di Corso Umberto e sui relativi marciapiedi sono posizionati gli alberi (del tipo di quelli esistenti) e gli elementi di illuminazione, il cui disegno serve a legare la piazza con il viale. I marciapiedi contornanti il perimetro esterno sono ridisegnati sulla base della nuova conformazione planimetrica ma mantengono la pendenza attuale e, così come anche gli altri previsti in progetto, saranno realizzati nel rispetto della vigente normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Il terzo livello, costituito dal parcheggio, ingombra gran parte dell’intera superficie dello spazio aperto ma essendo interrato non interessa gli spazi di uso sociale.

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

La piazza scoperta posta al secondo livello a quota 0,00 mt. è caratterizzata da un grande ovale che definisce il perimetro esterno della terrazza. Esso incentra la sua origine sul perno costituito dalla fontana, la quale assume la duplice funzione di riferimento agli assi stradali, nonché di congiunzione tra la piazza coperta e quella scoperta. L’acqua con il suo movimento perpetuo rappresenta idealmente lo scorrere dei flussi nella piazza. L’acqua proveniente dal livello superiore tramite la struttura a spirale della fontana, conclude il suo corso in una vasca dove, divenendo elemento statico, concorre a rendere più tranquillo un luogo già di per sé riparato dai rumori della città.

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

Giovanni Marra - studio di Progettazione Integrata, Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Antonio Spadafora — Concorso nazionale di idee per la sistemazione di Piazza Riforma

Parco Urbano a Enna Bassa - Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro

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Progetto per un parco urbano a Enna bassa

Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro — Parco Urbano a Enna Bassa

Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro — Parco Urbano a Enna Bassa

Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro — Parco Urbano a Enna Bassa

Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro — Parco Urbano a Enna Bassa

Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro — Parco Urbano a Enna Bassa

Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro — Parco Urbano a Enna Bassa

Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro — Parco Urbano a Enna Bassa

Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro — Parco Urbano a Enna Bassa

Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro — Parco Urbano a Enna Bassa

Fabio Guarrera, Valentina Glicinetti, Francesco Castro — Parco Urbano a Enna Bassa

COTTAGE | restaurant and lounge bar - Andrea Andreotti

Campus des IST Austria - BUSarchitektur

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DAS KONZEPT

BUSarchitektur — Campus des IST Austria

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STÄDTEBAULICHER BEZUG

BUSarchitektur — Campus des IST Austria

Urban situation

Das neue Administrationsgebäude am Campus des IST AUSTRIA erfüllt dank seiner privilegierten Lage im Masterplan verschiedene urbane und architektonische Funktionen: Als Teil der Hauptfassade das Campus empfängt es die ankommenden Besucher des IST CAMPUS. Auf der gegenüberliegenden Seite vervollständigt das Gebäude die Einfassung des zentralen Grünraums in Bezug auf den Masterplan und in Ergänzung zu den bestehenden Gebäuden. Zusätzlich markiert und gestaltet es den Ort des Ankommens von der zukünftigen Verbindungsbrücke zum IT Campus. Auf diese Weise entsteht ein facettenreiches Gebäude, das nicht nur auf die unterschiedlichen kontextuellen Parameter reagiert, sondern auch neue Möglichkeiten der Aneignung eröffnet.

BUSarchitektur — Campus des IST Austria

Landscape and Architecture

GESTALTUNGSKONZEPT

BUSarchitektur — Campus des IST Austria

Plans and sections

Das Gebäude ist als Fortführung des Volumens des Voest-Alpine Buildings zu verstehen, nimmt den Maßstab und die Typologie (Mittelgang) des Bestandes auf und verbreitert und öffnet sich im Osten zur Landschaft hin und verleiht dem Gebäude an diesem Punkt eine starke städtebauliche Präsenz. Dieser Identifikationspunkt wird für die Integration der zukünftigen Verbindungsbrücke zum IT Campus und die Gestaltung eines Begegnungsraumes genutzt.

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Urban Network

ERSCHLIEßUNG

Die Erschließung erfolgt in der Achse zum Campus. Die mittige Position zwischen Altbau und Neubau ermöglicht eine Zentrale Erschließung beider Gebäudeteile. Der Eingangsbereich wird durch eine einladende und transparente Gestaltung architektonisch betont.

ARCHITEKTUR UND FUNKTION

MATERIALITÄT

Das Gebäude besitzt eine Putzfassade mit durchgehenden Fensterbändern. Die Fassaden werden mit Sonnenschutzschiebeelementen aus weißem transluzenten Glasfasergewebe umhüllt. Durch die individuelle Benutzung der dahinterliegenden Räume wird ein abwechslungsreiches Fassadenbild ermöglicht. Ein 3-geschossiger verglaster Luftraum ergänzt die klare Typologie des Gebäudes – dieser Raum beinhaltet die zentrale Treppe sowie offene Kommunikationsräume die zum Ideenaustausch und zur Zusammenarbeit einladen. Die Wände zur Begegnungszone (innere Erschließung) sind abwechselnd transluzent und opak ausgeführt. Das Dach ist als Gründach mit extensiver Bepflanzung und Kiesbereichen ausgeführt. FUNKTIONEN

Das Gebäude beherbergt Büros und Besprechungsräume die durch eine mittlere Begegnungszone verbunden werden. Diese Begegnungszone verbindet den Erschließungskern und das Bestandsgebäude im Osten mit den Freiflächen im Westen des Grundstückes. Durch die Großzügigkeit dieser Verbindungsachse, können Funktionen wie Aufenthalt, Treffpunkt, Meetings und Kommunikation stattfinden. Im Erdgeschoss befindet sich ein offener Empfangsbereich mit Aufenthaltsbereiche für Besucher und Nutzer. Eine südseitige Terrasse lädt zum Verweilen ein. Die Teeküchen im 1. und 2. Obergeschoss sind im Osten zum Campus hin orientiert. Die Besprechungsräume sind im Westen des Gebäudes zum Freiraum hin orientiert. Durch Terrassen und eine Freilufttreppe erreicht man die Außenanlagen. Die Terrassen ermöglichen das andocken des geplanten Steges zum IT Campus.

FREIRAUMGESTALTUNG

VORPLATZ CAMPUS ACHSE

Im Norden des Gebäudes in Verlängerung der Campus Achse wird ein etwas erhöhter Vorplatz positioniert, der über eine Rampe erreichbar ist. Der Platz liegt auf einer Höhe von +0,45 über der Nullebene des Voest-Alpine Gebäudes.

PLATZ FORUMFAHRRADABSTELLPLATZ

Im Westen des Grundstücks ist der Forum- Platz angeordnet. Der Platz ist eine topographisch ausgestaltete Landschaft, die den Drehpunkt für den fußläufigen Verkehr (Steg, Busstation, Fahrrad,) darstellt. Eine tribünenartige Sitzstufenlandschaft aus Betonfertigteilen lädt zum Verweilen ein und kann auch für zukünftige Veranstaltungen genutzt werden. Die Bodenbeläge sind aus versickerungsfähigem Material. Unter der Tribüne befindet sich ein überdachter Fahrradabstellplatz der über eine Rampe erschlossen wird.

BEPFLANZUNG

Entlang der Straße Am Campus und der Ringstrasse wird eine Baumallee gepflanzt. Im Bereich der Campus Achse sowie im Bereich der Bushaltestelle werden Baumgruppen situiert. Am Forum – Platz wird ein japanischer Katsurabaum gepflanzt. Entlang der Bürofassaden zur Bundesstrasse und Ringstrasse werden hohe Gräser als Sichtschutz bzw. Abstandsfläche vorgesehen.

UPDATE PAST | museum path addition - Andrea Andreotti , Nicola Cataldo

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The project involves the renovation of a medieval castle. The new distribution corridor located in the courtyard improves the museum path and allows to visit the museum during events inside the castle.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — UPDATE PAST | museum path addition

The wall “unfinished” in the courtyard suggests an intervention to complete the spatial configuration

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — UPDATE PAST | museum path addition

The inclusion of this new wall helps to perceive the central perspective to the three arches.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — UPDATE PAST | museum path addition

The architectural solution for the wall consists of a steel and glass and a metal frame that supports a pattern of shading elements in ceramic. The new contemporary architectural element, through this pattern and color, recalls the stone texture adapting to the surrounding context.

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — UPDATE PAST | museum path addition

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — UPDATE PAST | museum path addition

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — UPDATE PAST | museum path addition

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — UPDATE PAST | museum path addition

Andrea Andreotti , Nicola Cataldo — UPDATE PAST | museum path addition

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