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SCHÖNBRUNNER POCHÉS - BUSarchitektur

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BUSarchitektur — SCHÖNBRUNNER POCHÉS

Modell

Architecture BUSarchitektur & Partners

BUSarchitektur — SCHÖNBRUNNER POCHÉS

Masterplan

Partners PAC+

BUSarchitektur — SCHÖNBRUNNER POCHÉS

Ground floor

Landscape 3 zu 0 Landschaftsarchitektur & Partners

BUSarchitektur — SCHÖNBRUNNER POCHÉS

Urban basement

Consultant Büro Dipl. Ing. Ewald Pachler ( Structural Consultant ) Büro Dipl. Ing. Josef Prem ( Transit ) Büro Ing. Grainer Und Partner Oeg ( Installation And Electrical Engineering )

BUSarchitektur — SCHÖNBRUNNER POCHÉS

Landscape

FAST CITY

Poché B Urban plate = urban balcony The pocket is empty

Program: Fill

Strategy: Imaginary globalisation, urban zapping, vertical stratification, airborne landscape


Progettazione del Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto" in Lamezia Terme (CZ) - Matteo Ieva, Carmine Robbe

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RELAZIONE

Matteo Ieva, Carmine Robbe — Progettazione del Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto" in Lamezia Terme (CZ)

Aula liturgica. Spaccato assonometrico

Rapporto con l’ambiente urbano Il progetto del centro inter-parrocchiale “San Benedetto” esprime, attraverso la nostra idea-cogito, l’intento di partecipazione al processo storico dell’edilizia religiosa cristiana, e del suo portato di esperienze e tradizioni specialmente nell’ambito delle strutture monastiche e conventuali (quest’ultime soprattutto per il rapporto instaurato dal Medioevo con gli organismi urbani), pure tentando di recuperare il carattere autoctono specifico dell’architettura calabrese senza, tuttavia, rinunciare a al necessario aggiornamento. Esso si fonda sul postulato della ricerca dell’organicità tra l’insieme progettato e l’ambiente urbano; condizione che implica un’ipotesi di partecipazione integrale e di stretta cointeressenza tra le parti: complesso religioso, esistente attualmente costituito dalla sola sede municipale, costruito di piano. A tal fine, l’assetto generale del centro inter-parrocchiale persegue un “principio di continuità” che si manifesta, ad esempio, nell’unità dei fronti edilizi/urbani lungo i percorsi e un’articolazione delle parti (aula liturgica, ambienti parrocchiali e di servizio) ordinata in rapporto alla gerarchia specifica che ciascuna di esse deve stabilire con l’intorno, il quale già in potenza esprime una propria distinzione in base alla funzione e al ruolo.

Matteo Ieva, Carmine Robbe — Progettazione del Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto" in Lamezia Terme (CZ)

Pianta dei piani terra

Riconoscibilità dell’edificio sacro L’edificio sacro è stato collocato nella parte più alta del lotto, in aderenza al corpo affacciato sulla strada di piano che ospita le aule per la catechesi ed alcuni servizi, allo scopo di stabilire la necessaria visibilità, anche simbolica, non solo in rapporto alle strutture del complesso ma, soprattutto (come si può notare osservando le viste prospettiche dall’alto), all’intorno territoriale, qualificandosi quale unica “emergenza architettonica”. Tale scelta consegue il fine di recuperare il portato della tradizione proprio dell’architettura monastica che, in passato, impiantandosi sulle alture esprimeva, con l’isolamento (mònos), oltre al bisogno di praticare la vita ascetica anche un profondo valore semantico-religioso. Principio adottato pure nel definire il rapporto tra gli ambienti organizzati intorno ad un “chiostro” che li unifica mediante una percorrenza continua antinodale (deambulatorio anulare). Inoltre, la stessa articolazione spaziale dell’aula liturgica, lontano dalle derive della contemporaneità, tende a recuperare quei rapporti pro-porzionali caratteristici dell’architettura di culto cristiano raggiungendo un’altezza superiore ai mt. 20. Ciò permette di configurare un insieme organico e un adeguato rapporto gerarchico e spaziale tra l’aula, gli ambienti e l’intorno.

Matteo Ieva, Carmine Robbe — Progettazione del Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto" in Lamezia Terme (CZ)

Interno dell'aula liturgica

Profilo estetico, formale Come in precedenza evidenziato, l’idea cogito si basa su un principio “critico” di recupero della tradizione con un postulato di interpretazione dei caratteri espressi nel tempo dall’architettura sacra. A questo proposito, esaminando accuratamente il processo diacronico dell’edilizia religiosa in Calabria, si possono riconoscere due specifici momenti, quali punti eutettici di un continuo di trasformazioni, in cui è prevalente una certa autoctonia nel modo in cui tali caratteri sono stati espressi. Tralasciando il periodo paleocristiano, epoca in cui la sperimentazione è comune a tutto il mondo cristiano, il Romanico sembra dichiarare, concomitantemente al dominio normanno, una ripresa e una interpretazione che ha prodotto grandi risultati in tutta l’Italia meridionale. Altro momento di accelerazione delle sperimentazioni nel campo dell’edilizia sacra calabrese è il tardo Cinquecento e Barocco. Per tale ragione l’aula liturgica mostra una spazialità e un passo strutturale che “recupera” concettualmente il sistema a pilastri delle cattedrali romaniche coniugando, allo stesso tempo, la massività e la gerarchia plastica del barocco attraverso le voltine a botte sfalsate in calcestruzzo che poggiano sul sistema binato delle scatole murarie. Comportamento simile compare nella cappella feriale. Particolare risalto è dato alla cattura della “luce” all’interno dei due spazi sacri ad evocare quel valore di esaltazione dell’elemento luce come suggerito dalle norme CEI. Il saldo legame con il suolo della chiesa e della cappella si esplica attraverso il rivestimento lapideo del basamento. Gli edifici che formano il complesso inter-parrocchiale mostrano, invece, una “leggibilità” coerente alle sperimentazioni prodotte con la modernità in cui più esplicito è il carattere autoctono dell’architettura italiana.

Matteo Ieva, Carmine Robbe — Progettazione del Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto" in Lamezia Terme (CZ)

Profili e sezione

Impianto liturgico La zona presbiteriale è stata posizionata sul fondo dell’aula, a conclusione dell’asse proveniente dall’ingresso, in modo da estendersi verso i banchi dei fedeli, sistemati anche nelle parti laterali adiacenti l’altare, rendendo possibile il principio conciliare della “assemblea celebrante”. L’organizzazione dei “poli” liturgici prevede una disposizione che coniuga insieme l’adeguata organizzazione funzionale dipendente dalla collocazione del presbiterio con il bisogno di assialità, evidenziato dal Concilio Vaticano II, in cui l’altare e l’ambone, adeguatamente visibili, sono in collegamento visivo con il fonte battesimale e la penitenzieria. Il crocifisso, inserito in una figurazione narrativa con il Cristo risorto, è inciso nella parete di fondo che separa l’accesso alla sacrestia. Il tabernacolo è stato collocato nella cappella feriale a tergo dell’altare, con i banchi disposti in modo da definire un’assemblea circumstantes. Riguardo al luogo in cui celebrare il rito del battesimo si è preferito progettare uno spazio proprio, in prossimità dell’accesso all’aula e ben visibile dall’assemblea, in cui è collocato il fonte battesimale che riceve luce dall’alto e con l’acqua che “scorre viva” all’occorrenza. La penitenzieria è ricavata nel vano adiacente l’ingresso opposto al luogo per il battesimo.

Matteo Ieva, Carmine Robbe — Progettazione del Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto" in Lamezia Terme (CZ)

Viste

Opere d’arte L’idea progettuale di questo lavoro nasce dal desiderio di dare forma ed espressione al bisogno primario che ha la Chiesa di diffondere il “Messaggio Cristiano”. Si espleta attraverso una ricerca formale di rappresentazione, chiamata non solo a raccontare la Fede, ma anche e soprattutto a testimoniare la liturgia come momento e spazio privilegiato dell’incontro con Dio. “Nulla anteporre all’opera di Dio” e “Nulla anteporre all’amore di Cristo”. Le due espressioni, parallele di un’unica convinzione, costituiscono il fondamento del carisma di San Benedetto. E’ il cosiddetto “Cristocentrismo delle Regole”: Cristo posto al di sopra e nel cuore di tutte le realtà. Volutamente ispirato al carisma di San Benedetto e alla sua visione cristocentrica della realtà, il presente lavoro si configura e si caratterizza attraverso la realizzazione di elementi diversi di rappresentazione, che danno voce e identità formale allo spazio che li ospita. La riproduzione incisa su lastra di metallo dorato dell’immagine del Santo, a cui la chiesa verrà intitolata, costituisce una presenza lieta che introduce alla riflessione e alla meditazione della Parola effigiata sulla parete che sormonta l’altare. La grande raffigurazione che troneggia sulla parete di fondo dietro l’altare ha per titolo: “il Risorto”. Nell’immagine si celebra l’evento fondamentale del Cristianesimo: il Signore Risorto. Egli porta i segni della passione e della morte, ma il suo corpo è ormai trasfigurato. Il Suo volto rigenerato, è quello del nuovo Adamo: “Tu sei mio Figlio, oggi Io ti ho generato (Sal 2,7)”. Con la serenità dell’espressione che dice la condizione dello stato di grazia che lo pervade, Egli si stacca dalla croce, mentre il vigore che diffonde l’umanità del suo corpo è segno della nuova vita conquistata che vuole comunicare ai credenti in Lui. Tutto è ascensione, slancio, tensione verso l’alto, mentre gli occhi socchiusi rinviano a uno stato di contemplazione estatica che è un invito a riflettere, capire e pregare per gustare la dimensione delle cose eterne. L’alfa e l’oméga, poste prima e dopo la figura centrale del Cristo rimandano a un’altra frase solenne di Gesù: “ Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine” come a sottolineare la regalità di Cristo, nel tempo e nello spazio. A esse e allo studio di una loro semplificazione grafica è stata dedicata gran parte di questa ricerca per l’individuazione di forme semplici e modulari con cui definire le linee essenziale e caratterizzanti degli elementi che compongono l’arredo liturgico, come l’altare, l’ambone, le sedute presidenziali e la fonte battesimale. Ogni elemento dell’arredo, pur avendo un’identità propria e distinta, si lega all’altro in successione naturale conservando nella disposizione il carattere peculiare di continuità. La linea continua di sviluppo degli elementi, uniti tra loro da uno stesso andamento ritmato, diventa segno distintivo di univocità che non può che favorire attenzione e partecipazione adeguate da parte dell’assemblea chiamata a vivere l’esperienza della celebrazione eucaristica.

Matteo Ieva, Carmine Robbe — Progettazione del Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto" in Lamezia Terme (CZ)

Vista

Aspetti funzionali Riguardo all’organizzazione funzionale dell’intero complesso, si è pensato di strutturare distributivamente gli ambienti destinati alla catechesi e alle attività pastorali in adiacenza all’aula liturgica. Lungo lo stesso fronte est, profittando del dislivello naturale di circa mt. 3 che ha determinato la scelta di un sistema terrazzato a pari livello, subito dopo l’accesso dalla strada, è stata invece collocata la canonica organizzata su due piani con uno spazio interno a doppia altezza che affaccia su un orto privato recintato. A seguire, gli uffici inter-parrocchiali con accesso diretto dalla strada e dal “chiostro interno”. Nella parte sud, con accesso dal viale di piano, si raggiunge la biblioteca (su doppio livello) con una percorrenza continua che, attraversato il sistema “claustrale”, giunge al salone interparrocchiale. Trasversalmente ad essa, a definire l’atro corpo di fabbrica che chiude il cortile, si trova la mensa caritas (anch’essa su due piani) e i servizi cucina al cui fianco è sistemato l’accesso ad un centro di accoglienza per extracomunitari e/o indigenti. In prossimità dell’ingresso, insieme agli uffici, sono stati sistemati piccoli spazi per la preghiera dedicati alle religioni monoteiste cristiano-ortodossa, ebraica e musulmana. In continuità agli uffici, lungo il confine ovest, gli ambienti del centro hanno camere da letto ed un vasto ambiente di testata che svolge anche funzione di luogo di integrazione interreligiosa, culturale e razziale. Tale destinazione rende compatibile la possibilità di ospitare fedeli per eventuali raduni di preghiera. Il salone interparrocchiale è stato sistemato al di sotto della chiesa ed è raggiungibile mediatamente all’accesso che avviene in un vestibolo organizzato sotto la sagrestia, profittando del dislivello. Tale ambiente si trova alla quota intermedia accessibile dalla strada di piano (dunque senza barriere per portatori di handicap motorio) e contiene scale ed ascensori che conducono al piano inferiore. Inoltre, come evidenziato negli schemi funzionali, esso può essere partizionabile mediante pannellature mobili che consentono di ricavare tre distinti ambienti.

Matteo Ieva, Carmine Robbe — Progettazione del Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto" in Lamezia Terme (CZ)

Schema funzionale

Aspetti tecnologici Considerazioni strutturali. L’impostazione strutturale dell’aula liturgica è fondata sull’utilizzo di uno schema sostanzialmente intelaiato in c.a. Gli elementi principali portanti sia le azioni gravitazionali che le azioni sismiche sono costituiti da elementi tridimensionali a C, diaframmati e dotati di buona rigidezza flessionale in entrambe le direzioni principali nonché di elevata rigidezza torsionale; tali elementi sono accoppiati a pilastri monodimensionali a snellezza controllata in entrambi i piani. I montanti tridimensionali sono collegati tra loro in senso longitudinale da elementi monodimensionali contenuti nelle pareti inclinate di tamponatura esterna, e trasversalmente da coppie di travi a sostegno delle solette di copertura poste su piani a quote diverse. Tale distribuzione rende il complesso strutturale particolarmente efficace soprattutto nei confronti delle azioni sismiche; in particolare, stante la consistente altezza dell’edificio in assenza di diaframmi intermedi, esso risulta anche dotato di adeguata rigidezza nei confronti delle azioni sismiche a breve periodo di ritorno (condizioni di esercizio). Vi è infine da considerare che, nonostante la notevole altezza, l’edificio non risulta particolarmente vulnerabile alle azioni sismiche in virtù della leggerezza della copertura che rende la massa prevalente dell’edificio sostanzialmente distribuita lungo i suoi elementi resistenti. Considerazioni sull’acustica. Per quanto concerne l’acustica si ritiene necessario prevedere il trattamento acustico delle superfici al fine di contenere il riverbero entro limiti accettabili e tali da favorire una intelligibilità della parola senza ricorrere a sistemi di diffusione sonora particolarmente sofisticati (e costosi). Infatti, la generosa volumetria, necessaria per sottolineare il valore simbolico dell’opera, favorisce un naturale aumento del riverbero, mentre l’aggiunta di materiali fonoassorbenti (sotto forma di intonaci e pannellature opportunamente assortite e posizionate nella parte alta della chiesa) è indispensabile per contrastare adeguatamente tale effetto e garantire un comportamento bilanciato alle diverse frequenze dello spettro sonoro. Si prevede l’uso di impianti tecnologici adeguatamente dimensionati facendo ricorso a sistemi aggiornati che permettono un conveniente risparmio energetico.

Matteo Ieva, Carmine Robbe — Progettazione del Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto" in Lamezia Terme (CZ)

Sezione

Altro A parziale integrazione di quanto finora riportato, si crede importante mettere in evidenza quanto segue: 1. l’impianto tipologico della chiesa, che trova nel portato profondo della storia religiosa cattolica la ragione della sua esistenza, è configurato a guisa di tipo “basilicale”. L’articolazione, tuttavia aggiornata, non definisce in modo inerte un sistema identico a quello pre-moderno e si rinnova sia nel sistema statico-costruttivo, sia in quello estetico-linguistico. Infatti, l’impiego della struttura in calcestruzzo armato, malgrado l’impegno della copertura che si estende su una luce di circa mt. 16, permette di organizzare elementi strutturali che si configurano come “muri scavati” che riducono notevolmente la distanza tra gli appoggi. Ciò permette di risolvere convenientemente il problema delle sollecitazioni provenienti dall’alto, di ricavare il passaggio laterale per l’accesso ai banchi e di inserire un ballatoio (che evoca il matroneo) che, incastrato ai pilastri, migliora il comportamento statico e consente di ricavare uno spazio continuo per organizzare gli impianti tecnologici; 2. riguardo al sagrato, considerata la monumentalità della progettata chiesa di San Benedetto, determinata dal suo essere emergenza e dal presentare uno sviluppo spaziale considerevole, esso si estende “virtualmente” a tutta l’area compresa tra la facciata principale e l’edificio opposto. E tuttavia, dovendo prevedersi uno spazio per le attività celebrative all’aperto per l’intera comunità dei fedeli, è stato predisposto un sistema che permette di considerare tutto l’invaso dello spazio pubblico come un grande sagrato che trova nell’elemento polare definito dal cerchio pavimentale il luogo della celebrazione. Come evidenziato dalla pavimentazione, tale luogo diventa il “polo” a cui l’intera massa dei fedeli si rivolge stando nella “piazza sagrato”. Una struttura mobile, costituita da elementi metallici e una copertura leggera in tela impermeabile, può essere montata in occasione delle speciali celebrazioni comunitarie. Il sistema dei 14 setti porticati laterali al luogo di celebrazione, che restituisce l’adeguata unità alla piazza, si presta a ospitare le stazioni della Via Crucis all’aperto. Ciò permette di definire un percorso liturgico che ricerca una totale cointeressenza funzionale-rituale con la chiesa; 3. l’area a parcheggio privato del centro inter-parrocchiale, profittando delle quote di progetto che definiscono il dislivello interno al complesso, è stata ricavata (insieme a un deposito libri) nell’interrato che insiste nella parte estrema a sud del lotto, in corrispondenza dello spazio lettura all’aperto riservato alla biblioteca. Una rampa di discesa è stata predisposta con accesso dalla strada di piano ad andamento nord-sud; 4. il costo unitario degli spazi aggiuntivi può essere ragionevolmente fissato nel valore di €/mq 1.140,21, identico a quello degli uffici parrocchiali ecc. La superficie totale fuori terra in aggiunta a quella stabilita dal bando è pari a mq. 3000 circa.

Polo scolastico di Villamarina - MTA Associati - Giancarlo De Carlo e Associati

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Il nuovo Polo scolastico in località Villamarina a Cesenatico, appena ultimato, comprende una Scuola d’Infanzia e una Scuola Elementare. Si trova a sud-est del centro storico ed è stato concepito con l’obiettivo di coniugare le esigenze dei bambini e degli operatori didattici con una proposta architettonica attenta all’ambiente, realizzata con materiali ecocompatibili, contenuta nei consumi (certificazione in classe A) e allo stesso tempo fortemente rappresentativa della nuova centralità che la scuola assumerà all’interno del quartiere. Fin dall’inizio è stato impostato un lavoro di progettazione integrata – architettonica, strutturale e impiantistica – volta a realizzare un edificio che avesse tutti i requisiti oggi considerati indispensabili, soprattutto per un edificio pubblico: il contenimento dei consumi, la riduzione nell’uso delle risorse, l’alto livello della qualità degli spazi interni e di quelli aperti, l’elevato comfort della vita di chi al suo interno lavora. Si è partiti dall’assunto che la centralità dei bambini costituisce una priorità inderogabile che deve indirizzare la progettazione dello spazio, la scelta dei materiali e di tutti quegli elementi che migliorano la qualità di un ambiente: luce naturale, ventilazione, controllo dell’acustica, flessibilità degli spazi, permeabilità visiva, presenza della natura, ecc. Nella progettazione grande attenzione è stata posta anche alla progettazione delle effettive prestazioni degli ambienti, grazie alla simulazione e alla prototipazione digitale, che consentono di ridurre drasticamente i costi di gestione di lungo periodo legati ai consumi degli edifici. Lo studio di una serie di variabili – come il posizionamento dei volumi, l’uso di materiali locali a bassa energia incorporata e buona inerzia termica, la disposizione dei vani, il buon isolamento e un corretto progetto di approvvigionamento energetico che considera le energie rinnovabili come il sole, la ventilazione naturale e la pressione atmosferica – consente di prevedere la classificazione del rendimento energetico dell’involucro ampiamente al di sotto dei minimi previsti dal D.L. 311/2006 e dalla normativa regionale vigente. La progettazione è informata, tra l’altro, a principi di minimizzazione dell’impegno di risorse materiali non rinnovabili e di massimo riutilizzo delle risorse naturali e di alta manutenibilità, durabilità dei materiali e dei componenti, sostituibilità degli elementi, compatibilità dei materiali e agevole controllabilità delle prestazioni. I tre criteri fondamentali ai quali ci si è attenuti sono il miglioramento della qualità della luce, del rapporto con lo spazio esterno, dell’efficienza bioclimatica nel controllo dei fronti e nell’esposizione delle falde della copertura. Molta attenzione è stata riservata alla progettazione del giardino, considerato complementare agli spazi interni, dove i bambini potranno esercitare le attività didattiche insieme all’attività fisica. Si può immaginare il parco che circonda la scuola come un mosaico di parti, ognuna con caratteristiche diverse ma collegate tra loro, in relazione all’età dei bambini e destinate a mutare al variare dei loro interessi e delle loro necessità

MTA Associati - Giancarlo De Carlo e Associati — Polo scolastico di Villamarina

Fronte est

MTA Associati - Giancarlo De Carlo e Associati — Polo scolastico di Villamarina

Corte interna

MTA Associati - Giancarlo De Carlo e Associati — Polo scolastico di Villamarina

Scuola dell'infanzia, "Piazza"

Di nuovo in centro - chrisa vasilopoulou, Mariarita Santoro

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“ArchE’8” nasce dalla focalizzazione della richiesta di creare, progettare, un allestimento temporaneo per usi aggregativi favorendo la vitalità dello spazio pubblico nel centro storico della città di Bologna nella “Zona ad alta pedonalità”. L’attenzione è stata rivolta ai bisogni e obiettivi dell’utente, pensando a un cittadino non passivo ma a un attore attivo, partecipativo, coinvolto nella progettazione ed esecuzione dello spazio richiesto. Primo passo del concept è cercare di dare al processo di progettazione una soluzione innovativa, le parole chiave sono: semplicità, intuizione, sicurezza, apertura ai vari target (età, sesso, lavoro stile di vita, esigenze), flessibilità e sostenibilità, riportando la sensazione di “spazio natura” in un centro urbano.

chrisa vasilopoulou, Mariarita Santoro — Di nuovo in centro

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Per questo motivo la scelta del nome “ArchE’8” nasce da “Archè”, termine greco che costituisce l’origine delle cose; rappresenta ciò da cui tutto proviene e a cui tutto ritornerà. Principio fondamentale del progetto è la materia intesa come componente elementare. Gli elementi che compongono “ArchE’8” si trasformano assemblandosi e ritornano se stessi al termine del loro uso. I componenti sostanzialmente non cambiano, cambia la destinazione degli stessi una volta assemblati fra loro. Infine il numero 8 ricorda il simbolo dell’infinito. Le parole chiavi suscitate dalla figura dell’infinito sono state riproducibilità, modularità, temporaneità, packaging, trasporto. Analizzando la proposta del Comune di Bologna sulla valorizzazione di zone caratterizzate da specifiche attività, da migliorare con progetti e azioni integrate per la mobilità, il commercio e la cultura, si propone una installazione temporanea adattabile alle varie zone aumentando l’attrattività della città. Per esempio nella zona evidenziata come distretto 2 (zona culturale) “ArchE’8“ potrebbe essere installato nelle zone circostanti che fanno parte dell’area dell’alta pedonalità come allestimento per proiezioni, mostre o lezioni/eventi culturali in generale.

chrisa vasilopoulou, Mariarita Santoro — Di nuovo in centro

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“ArchE’8” risponde ad un diverso utilizzo, si adatta, si modifica, si amplia si rimpicciolisce, si sostituisce, si inverte si combina, si trasforma. “ArchE’8” potrebbe diventare per la città un punto temporaneo di riferimento, per realizzare, ad esempio, un piccolo “info point” degli eventi che si svolgono in città o un angolo dove poter riposare nell’attesa di far ricaricare elettricamente la propria bicicletta. Le balle di paglia possono diventare un segno importante di riferimento degli eventi come percorso guida ed essere anche una panchina posizionata all’interno dell’area di alta pedonalità.

chrisa vasilopoulou, Mariarita Santoro — Di nuovo in centro

ArchE’8 potrebbe diventare anche un laboratorio per studenti, uno spazio dove poter imparare a utilizzare i materiali naturali, rimescolare l’idea, riorganizzare lo spazio, cercare un’integrazione il più possibile efficace e armonica tra aspetti tecnologico-funzionali e qualità estetico-formale. L’utilizzo di materiali naturali come il legno, le balle di fieno e la semplicità del montaggio e smontaggio dell’involucro, rende “ArchE’8” adattabile alla realizzazione di diverse composizioni di spazi, diventando un contenitore flessibile per eventi e usi aggregativi.

chrisa vasilopoulou, Mariarita Santoro — Di nuovo in centro

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Gli elementi che compongono la struttura in legno sono montanti e travi in abete lamellare trattato, di sezione 12×12 in tutto il telaio. Le travi hanno una luce netta di 2.42 m. e si assemblano ai montanti con incastri maschio e femmina (rinforzati per poter sostenere i vari montaggi e smontaggi). I montanti si sviluppano per una altezza di 3.00 m. circa e sono inseriti in appositi bicchieri in acciaio avvitati e bloccati al suolo. La struttura crea uno spazio di contenimento largo 56 cm. creando una “pseudo parete a sacco” dove andranno collocate balle di fieno di cm 50×50x32 peso 24Kg c.d. o di cm 1000×50x32, a loro volta inserite in gabbie metalliche di contenimento. Le balle di fieno occuperanno gli spazi alternando pieni e vuoti.

chrisa vasilopoulou, Mariarita Santoro — Di nuovo in centro

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Nella parte inferiore potranno assolvere anche la funzione di sedute, inserendo, al di sotto, pneumatici usati dando così stabilità. Le balle di fieno possono essere trattate e ricoperte con una lavorazione di terra cruda + calce + tinta, dagli studenti o cittadini (creando così un laboratorio on the road). La parte superiore della struttura sarà chiusa da una tavola predisposta a contenere celle fotovoltaiche in sistema amorfo per rendere il più possibile energeticamente autonomo lo spazio. La piccola corte che si crea tra le “pseudo pareti” della struttura sarà a sua volta coperta da cerchi e semicerchi in tela e metallo leggero che potranno scorrere lungo dei cavi in acciaio agganciati lungo le travi di collegamento della struttura. Un tendaggio orizzontale al disopra e scorrevole chiuderà la corte. I passaggi dell’impianto elettrico saranno sistemati in sicurezza nell’angolo che si crea in esterno alla struttura in legno come fosse un piccolo cavedio. L’utilizzo di materiali naturali, fa di ArchE’8 un sistema che non produce rifiuti o quasi. Tutti i pezzi che compongono la struttura possono essere smontati e trasportati, imballati, senza dover utilizzare mezzi di trasporto ingombranti o depositi troppo grandi.

Nuovo polo riabilitativo del levante ligure - MTA Associati - Giancarlo De Carlo e Associati

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Il POLO RIABILITATIVO DEL LEVANTE LIGUREè sede della Fondazione Don Gnocchi che si sposta dall’attuale che si trova all’interno dell’Ospedale di Sarzana realizzato su progetto di Giovanni Michelucci. L’edificio nasce in un’area in cui si sente ancora forte la presenza delle colture agricole ma che si trova in una fase di rapida trasformazione. La proprietà così come l’iniziativa sono della Fondazione Carispezia e da’ l’avvio ad una serie di trasformazioni che caratterizzeranno il futuro dell’edilizia sanitaria nell’ambito spezzino. L’edificio, che si trova in un’area caratterizzata oggi da bassa densità edilizia di carattere discontinuo e qualitativamente eterogenea, sceglie un’espressione architettonica legata alla tradizione ligure per forme e colori. La giacitura e il rapporto con l’esterno ristabiliscono un allineamento che riporta ordine nella regola insediativa dell’intorno immediato. L’edificio si affaccia su un’ampia zona verde e ha, al livello dell’ultimo piano, la vista aperta verso il mare. Il piano terra è dedicato all’accoglienza, ai trattamenti, agli incontri con i parenti e all’accettazione e i successivi quattro piani alla degenza per un totale di 112 posti letto di cui 25 di terapia intensiva. L’ultimo piano è dedicato all’Hospice e si apre su un’ampia terrazza riparata dalla pioggia in cui ogni ospite beneficia di un uso privato attraverso separazioni alberate.. L’idea è quella di offrire ai residenti e, soprattutto, ai loro familiari e agli operatori, un rapporto diretto con la natura che aiuti a superare la difficile situazione psicologica in cui si trovano. La circolazione interna funziona, come nelle strutture sanitarie in genere, con due flussi distributivi separati, uno per il materiale da smaltire che viene denominato “sporco” e l’altro per i materiali sterili denominato “pulito”. Questi percorsi tecnici sono organizzati su tutti i livelli nel retro dell’edificio e usufruiscono di ascensori separati e dei vani scala. Grande attenzione è stata posta anche alle effettive prestazioni degli ambienti, grazie alla simulazione e alla prototipazione digitale, che consentono di ridurre drasticamente i costi di gestione di lungo periodo legati ai consumi energetici. All’interno l’uso del colore è funzionale alla volontà di creare un ambiente confortevole e fortemente caratterizzato che agisca da stimolo per i pazienti e per coloro che operano nella struttura. al livello interrato si trovano gli spazi dedicati al culto, anch’essi caratterizzati dall’uso del colore e della luce

MTA Associati - Giancarlo De Carlo e Associati — Nuovo polo riabilitativo del levante ligure

Fronte ovest

Teshima Yokoo House - Yuko Nagayama & Associates

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Located in Teshima, an old port town lying in Seto Inland Sea, “Teshima Yokoo House” sits as an art museum in such an old community as most of the people are the elderly. This is the project by Tadanori Yokoo, an internationally renowned figure in art, as well as being a series of art projects that kicked in with the one in Naoshima, backed by FukutakeFoundation. This art museum opened in the summer of 2013, align with the start of Setouchi Triennnale 2013. It is originally composed of three of one-storey Japanese old houses .we repurposed, renovated and partly made extension. The museum aims at identifying his works with the architecture itself. To achieve this, we first contemplated on how we can make close to these two ideas, two dimensions and three dimensions in a geometrical sense. Like his collage works, various scenes and experiences inside are figuratively amplified and collaged by each of screens effects, motion of visitors and natural daylights. Never will you encounter the exact same scene. Behind the purpose, true meaning underlies that we humans can’t avoid lifelong theme , “Life and death ” , as he insists through his works. “Teshima Yokoo house ” will be the aggregate that is constantly changing itself and circulating in the community.

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Secondly, it is also important that this place plays a role in invigorating the elderly people who long lives in Teshima. This is a strong request from our client. To share the process and experience with them, we were making opportunity to let them know what this museum is for, and how this place will be side with their lives. For example, we held rice cake making festival, and showing construction process over the red glass. We actually had done making crushed tile with them to cover the bottom of the pond in the garden. As the theme of the museum says, this place literally is able to hold funeral. We hope this is going to be a hub for the locals, giving birth full of energy to them, and spreading as much.

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Based on these two premises, we directed new route for visitors to zigzag between the inside and outside of the space. With the characteristic space of old Japanese wooden house, we worked on amplifying the image of his works and scenery of the garden by setting black, transparent glasses and mirrors. Among these special setting, red glass have technically a key to lose information of colors and change the other end of world into monochrome view, This also means the boundary between “life and death” and “ordinary and extraordinary ”, which in fact, he uses the color of red as an symbol for life. When you are about to start your journey in the museum, you notice the red stones in the garden visually disappear its existence. As you go inside and pass through the main house, you encounter the garden with its original color. Looking from the main house, the garden looked gloomy by distinct functions of different color of glasses. Across the river flowing under the main floor, you’ll finally encounter 227.3×546 cm of his three works,”Primitve universe”. This is also reflected in the black floor glass, and overwhelms visitors before they know it.

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

structure: timber + reinforced concrete

site area: 444.27㎡

architectural area: 184.88㎡

total floor area: 179.65㎡

year: 2013

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Yuko Nagayama & Associates — Teshima Yokoo House

Recupero di edificio degli anni '30 - Franco Fortunato Taunsio

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Recupero residenziale di edificio degli anni ‘30 sito nel comune di Concorezzo.

Franco Fortunato Taunsio — Recupero di edificio degli anni '30

Vista dal giardino interno

Franco Fortunato Taunsio — Recupero di edificio degli anni '30

Paticolare della zona ingresso. Il cortile dopo il recupero

Franco Fortunato Taunsio — Recupero di edificio degli anni '30

Vista del giardino dall'alto

Franco Fortunato Taunsio — Recupero di edificio degli anni '30

Lo stato iniziale. Vista dal giardino interno

Franco Fortunato Taunsio — Recupero di edificio degli anni '30

Lo stato iniziale. Il cortile prima del recupero

Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto". Lamezia Terme - Fabbioni e Partner, Maria Teresa Borrello, Claudia Corradetti, Luca Di Lorenzo, Ruggero Droghetti, Dante Fabbioni, Giuliano Giuliani, Carlo Marchetti, Maria Rita Micozzi, Elisa Palombarini, Luis Reynaldo Sandoval, Luigi Sabini, Danilo Spinozzi

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La tessitura delle aree agricole e la strada comunale sono le preesistenze sulle quali si organizza il nuovo complesso religioso. La trama degli uliveti della campagna lametina determina l’orientamento della chiesa e la strada comunale mette in relazione tra loro le parti in cui si articola lo spazio pubblico. Il nuovo complesso si eleva al disopra di un terrapieno contro il quale dal basso si rompe la continuità spaziale del tessuto agricolo con i suoi uliveti. Continuando a salire lungo la strada comunale, ora pedonale, si attraversa la piazza antistante la chiesa, quindi il parco urbano, per arrivare ai nuovi edifici pubblici. Le scelte formali del complesso interpretano l’articolazione dell’ambiente abbaziale benedettino nell’aggregazione degli spazi secondo le differenti destinazioni. L’edificio sacro emerge dalle costruzioni circostanti e dalla loro fisionomia ispirata all’accoglienza dei porticati e dei chiostri benedettini, recuperando l’immagine della roccia scavata dei primi ricoveri monastici.

Fabbioni e Partner, Maria Teresa Borrello, Claudia Corradetti, Luca Di Lorenzo, Ruggero Droghetti, Dante Fabbioni, Giuliano Giuliani, Carlo Marchetti, Maria Rita Micozzi, Elisa Palombarini, Luis Reynaldo Sandoval, Luigi Sabini, Danilo Spinozzi — Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto". Lamezia Terme

Le opere.

Fabbioni e Partner, Maria Teresa Borrello, Claudia Corradetti, Luca Di Lorenzo, Ruggero Droghetti, Dante Fabbioni, Giuliano Giuliani, Carlo Marchetti, Maria Rita Micozzi, Elisa Palombarini, Luis Reynaldo Sandoval, Luigi Sabini, Danilo Spinozzi — Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto". Lamezia Terme

Fabbioni e Partner, Maria Teresa Borrello, Claudia Corradetti, Luca Di Lorenzo, Ruggero Droghetti, Dante Fabbioni, Giuliano Giuliani, Carlo Marchetti, Maria Rita Micozzi, Elisa Palombarini, Luis Reynaldo Sandoval, Luigi Sabini, Danilo Spinozzi — Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto". Lamezia Terme

Fabbioni e Partner, Maria Teresa Borrello, Claudia Corradetti, Luca Di Lorenzo, Ruggero Droghetti, Dante Fabbioni, Giuliano Giuliani, Carlo Marchetti, Maria Rita Micozzi, Elisa Palombarini, Luis Reynaldo Sandoval, Luigi Sabini, Danilo Spinozzi — Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto". Lamezia Terme

Fabbioni e Partner, Maria Teresa Borrello, Claudia Corradetti, Luca Di Lorenzo, Ruggero Droghetti, Dante Fabbioni, Giuliano Giuliani, Carlo Marchetti, Maria Rita Micozzi, Elisa Palombarini, Luis Reynaldo Sandoval, Luigi Sabini, Danilo Spinozzi — Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto". Lamezia Terme

Sezioni

Fabbioni e Partner, Maria Teresa Borrello, Claudia Corradetti, Luca Di Lorenzo, Ruggero Droghetti, Dante Fabbioni, Giuliano Giuliani, Carlo Marchetti, Maria Rita Micozzi, Elisa Palombarini, Luis Reynaldo Sandoval, Luigi Sabini, Danilo Spinozzi — Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto". Lamezia Terme

Livello superiore

Fabbioni e Partner, Maria Teresa Borrello, Claudia Corradetti, Luca Di Lorenzo, Ruggero Droghetti, Dante Fabbioni, Giuliano Giuliani, Carlo Marchetti, Maria Rita Micozzi, Elisa Palombarini, Luis Reynaldo Sandoval, Luigi Sabini, Danilo Spinozzi — Complesso inter-parrocchiale "San Benedetto". Lamezia Terme

Livello inferiore


Expo 2015 Padiglione Fiat New Holland - MTA Associati - Giancarlo De Carlo e Associati, Studio Azzurro

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Il Padiglione rappresenta, attraverso un percorso architettonico e sensibile, tutte le suggestioni che le innovazioni tecniche legate al marchio, comunicano. A caratterizzare queste macchine per l’agricoltura, è l’uso di tecnologie innovative che riducono gli sprechi e l’impatto, che il lavoro intensivo in agricoltura, ha sull’ambiente. Grande innovazione, che viene valorizzata nel corso dell’esposizione, ha il brevetto di un nuovo trattore alimentato ad idrogeno. Intorno a questi temi, uniti a quelli della conservazione dell’ambiente e all’idea di un futuro in cui le fattorie dipenderanno solo dall’uso dell’idrogeno anche per colture estensive, ruota l’immagine dell’edificio. Si tratta di un “edificio narrante” in cui l’architettura si compenetra con la rappresentazione emozionale dei contenuti. L’ambiente sensibile, creato insieme a Studio Azzurro, passa attraverso i cicli delle stagioni “spiegando” i modi di produzione dell’energia e di funzionamento di queste macchine complesse, per creare un ambiente futuro che reinterpreta le forme archetipe della fattoria, i sistemi costruttivi puntiformi delle baloon frames, in un modo semplice e incisivo.

MTA Associati - Giancarlo De Carlo e Associati, Studio Azzurro — Expo 2015 Padiglione Fiat New Holland

Fronte principale

MTA Associati - Giancarlo De Carlo e Associati, Studio Azzurro — Expo 2015 Padiglione Fiat New Holland

En yu-An - Fumihiko Sano/studio PHENOMENON

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This is the salon and the showroom by Maruwakaya – the company which produces “monozukuri” (which means a craftsmanship or art of design and manufacturing) that links traditional crafts to Contemporary art.

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

The counter made from Japanese cedar is employed as the center of the room; also, we designed the room by applying only the lintels, the sills, and the pillars.

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

The heights of each lintel are properly changed, and the numbers of the pillars are limited. The arrangements of the lintels and the pillars are appropriately organized in the room.

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

These arrangements of the lintels and the pillars make visitors unconsciously sense the variation of the space. The wooden structure does not affect the existing surfaces – it is simply placed inside the room, but is not fixed to the walls, floor and ceiling. Enyu-an standing on its own in a space as large furniture.

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

Fumihiko Sano/studio PHENOMENON — En yu-An

Ristrutturazione e ampliamento di villino degli anni '70 - Franco Fortunato Taunsio

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Il progetto riguarda sostanzialmente la ristrutturazione della parte nord dell’abitazione esistente al piano terra, la realizzazione di una scala di accesso al piano superiore e contestualmente al rifacimento della copertura con un nuovo tetto “a capanna”, la realizzazione di locali abitabili al piano primo. L’obiettivo dell’intervento è quello di ampliare quindi l’unità abitativa per la committenza dotandola di più accessi verso l’esterno.

Franco Fortunato Taunsio — Ristrutturazione e ampliamento di villino degli anni '70

Il nuovo fronte principale

Franco Fortunato Taunsio — Ristrutturazione e ampliamento di villino degli anni '70

Ingresso principale

Franco Fortunato Taunsio — Ristrutturazione e ampliamento di villino degli anni '70

Il fronte est

Franco Fortunato Taunsio — Ristrutturazione e ampliamento di villino degli anni '70

Interno. Particolare della scala

Franco Fortunato Taunsio — Ristrutturazione e ampliamento di villino degli anni '70

Lo stato iniziale. Il fronte est

Una nuova centralità per Casinalbo - Franco Fortunato Taunsio, Sormani Barbara

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Il progetto propone un “sistema piazza” elaborando le rispettive caratteristiche e le relazioni tra le varie parti che lo compongono; risolve tanto l’accessibilità all’area di progetto nelle varie modalità quanto il tema della sosta veicolare, contestualmente alla viabilità nelle varie accezioni e modalità, (ferroviaria, autostradale e ciclopedonale) descrivendo le scelte principali operate nel progetto puntualizzando alcune criticità e le rispettive soluzioni adottate. Particolare attenzione viene dedicata al “verde” nelle sue due accezioni principali: verde urbano e verde ambientale, compreso il tema peculiare che del corso d’acqua presente nell’area. Una tavola tratta analiticamente le soluzioni proposte per gli spazi e per le rispettive funzioni collettive, articolando gli elementi architettonici e urbanistiche: sia per gli edifici esistenti,oggetto di recupero che quelli di nuova costruzione. Il progetto è improntato alla “sostenibilità ambientale e propone scelte tecnologiche” puntualmente descritte.

Franco Fortunato Taunsio, Sormani Barbara — Una nuova centralità per Casinalbo

Tavola Ideativa

Franco Fortunato Taunsio, Sormani Barbara — Una nuova centralità per Casinalbo

Planimetrie: piano terra e interrato

Franco Fortunato Taunsio, Sormani Barbara — Una nuova centralità per Casinalbo

Tavola sinottica: piante e alzati

Franco Fortunato Taunsio, Sormani Barbara — Una nuova centralità per Casinalbo

Planivollumetrico

Open Atelier - AR arquitetos

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The project proposes an exercise between indoor/ outdoor and its materialization, the idea of limit (mass / opacity) and continuity (openness / transparency), exploring how this resource can resolve the program organization, recreating the relation between public/private as a continuity of the logic of urban space.

AR arquitetos — Open Atelier

Half of the plot’s frontal setback was proposed as an enlargement of public side-walk, configuring a semi-public square, which ‘invades’ the studio as a continuity of the street between dense rectangular prisms (“buildings”), inviting visitors to enter and reach an “inner square” space, configured as double-height shed with abundant natural light, where the artist paints.

AR arquitetos — Open Atelier

These “buildings” consist in 3 pure rectangular volumes in apparent concrete that enclose the functional program of the studio (artist’s office, assistant and service areas, storage/showroom).

AR arquitetos — Open Atelier

While its dense and blind walls isolate internal functions from the “street” and the “atelier inner square”, its other transparent façades open onto internal silent courtyards and gardens, dissolving the boundary between interior and exterior, between building and site.

AR arquitetos — Open Atelier

Benches cross the borders, stating that continuity. As do the walls that extrapolate the limits of building’s covers, transforming internal areas in external yards, contributing to dissolve the limits. If transparency dissolves tenuous borders between indoor and outdoor, in the other hand, the thin line of a dense wall circumscribes part of frontal setback, establishing solid boundary between two voids: the semi-public sidewalk enlargement (square) and the private courtyard.

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

AR arquitetos — Open Atelier

Padiglione Infanzia - vincenzo cannizzo

Venice City Vision - Lillo Giglia , Luigi Greco, Luis Quintano Navarro

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Our vision for the future Venice considers as highly strategic three points:

Lillo Giglia ,  Luigi Greco, Luis Quintano Navarro — Venice City Vision

-a new relationship between residents and lagoon, -a new relationship between land and water, -a new relationship between public space and housing.

Lillo Giglia ,  Luigi Greco, Luis Quintano Navarro — Venice City Vision

Venice – la Serenissima- was built with techniques that today no one would dare to use anymore and that sometimes frighten us, but in the past these techniques have given the possibility to more than 300,000 people to live on an artificial island in the middle of a lagoon. In fact we think that these techniques, that have generated one of the most charming and self-sufficient urban organisms in the world (for example the ways to collect rain water under the squares or to cultivate fresh food in the courtyards), are today inscrutable and impossible to imitate: the culture is different, our desires are different. Let’s help the ancient Venice to become the cultural park that it is! Let’s ensure that all the money that arrives from UNESCO, from the European Union and from all its visitors will be invested for Venice’s maintenance and consolidation. Venice needs all the money it can take: Let‘s strongly support cultural highlights like the Biennale and the Carnival, let’s organize new festivals or events and let the rich sheiks rent the city for weeks ! Otherwise, who would have the financial possibility to restore and maintain such a weak and fragile city? The real challenge is to live the lagoon – an area that administratively belongs to the municipalities that are situated in or around the lagoon – and to save the part of Veneto that is mostly battered by the consumption of soil, submerged in concrete, deprived of precious agricultural land. We need to find new space for our sprawl! Our vision for the future Venice indicates new approaches to architectural design and new strategies that will permit to put an end to the consumption of soil and to relocate the production and the use of energy. As a result of all these considerations we developed the project of aquatic lagoon houses that produce energy and at the same time provide the pleasure to live isolated in an oasis of peace and tranquility, so much quested today by people all around the world.

Project

Just as Paris, London or Berlin, also Venice will become a territorial union of several municipalities and districts whose boundaries will merge into each other and, for the first time, the different communities of the lagoon will be in close contact. Murano, Burano, Lido Pellestrina, Marghera, Mestre, and Venice which once grew up creating a new life style in the lagoon, will be repopulated by the people of Veneto City: the new geographic entity in North-Eastern Italy that seriously alarms and troubles environmentalists and urban planners. The new type of residences, arranged in well-connected clusters with floating walkways and squares, will require a new culture of mobility and a different relationship with the habitats that surround the lagoon. The demand for new houses exist, we just have to think and collocate them in a new way! We identified some possible directions for Venice’s sprawl extension following the lines of already existing excavations in the lagoon: these lines are channels with a profundity from 8 to 15 meters that from Venice’s historical center reach the others cities. These lines could grow in future to support further expansion. The “densification” of the lagoon routes would define the lagoon clusters: strongly connected autonomous elements.

Clusters

For the urban organization of the new development of Venice we chose a form that would ensure the creation of organic shapes and the possibility of moving your home dragged by a boat or a floating bicycle . The cluster is an arrangement of houses linked to each other by the public space. The public space will develop following the process of stratification moving from simple floating devices to more robust platforms yet to imagine. Even if this process will take its time, the Venice of today is already an example of this development. The cluster works like a floating electrical central : It produces electric energy exploiting the movement of the tides. In fact the water of the lagoon changes at least 6 times a day. This continuous movement compresses and stretches a special telescopic pillar and the mechanic energy is then converted in electricity. Distributing the electricity to where it is needed, the cluster works like a smart grid. All the public spaces also dispose of big underwater storage sacks to collect rain water. After being purified the water will be redistributed to the houses.

Houses

The lagoon houses are spheres with different sizes (8, 10, 12 meters of diameter) that can accommodate from 3 to 5 persons. They are anchored to the ground of the lagoon by the already mentioned telescopic pillars but they can also stay freely in the lagoon. All the houses consist of two spheres separated by a liquid at high density. The presence of this liquid is necessary to recreate the optimal living conditions in the innermost sphere. The liquid between the two spheres, which could also be sea water, will have a very low surface tension and therefore provides a stock to turnover ratio of almost zero. This simple physical principle impedes that sways, created by wave motion and tides, disturb the stability of the innermost sphere and so of the whole house. The innermost sphere communicates with the exterior through accordion plastic tubes: in this way the air and the sun light can reach the interior of the house. The external sphere has a geodetic structure and protects the house. It is connected to the telescopic pillars with a special joint that allows it to follow the continuous movement of the water.


SUPERBLOQUE - adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV

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During the 2014 FAU Research Triennial: New World(s): the Reinvention of the Latin American City, the residential art program La Silla del Diablo, a program developed between the Faculty of Architecture and Urbanism of the Universidad Central de Venezuela and the art platform BACKROOMCaracas, presented SUPERBLOQUE, by artist and film maker Mariana Rondón. adjkm, along with BACKROOMCaracas, the FAU-UCV, Mariana Rondón´s team and a group of students designed and built the exhibition space for the interactive installation. SUPERBLOQUE by Mariana Rondón “is an interactive installation that posits a ludic meditation on social space and intimate space. The visitor enters a darkened room and is confronted with the projected image of a huge residential block in Caracas. Its 560 apartments have small balconies that create an infinite mosaic. The viewer uses a sheet of paper as a screen to hunt down details of the balconies in the projected image and also appropriates sound, which can be heard clearly, almost like a whispering of everyday conversations in the ears. The voyeur gives herself up to the secrets of the other. Solitude, silence, friendship, family, sex. The visitor decides what to see. She has “in her hands” the power to enter the other’s life through the intimate realms of the people who inhabit the block.”

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

SUPERBLOQUE“also reflects on these residential blocks, which are emblems of Latin American modernity – the utopian cities inherited from Le Corbusier.”

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

SUPERBLOQUE was produced during the filming of Mariana Rondón’s PELO MALO, winner of the “Concha de Oro” at the San Sebastian Film Festival in 2013. The first SUPERBLOQUE installation took place at the Sala Mendoza in Caracas (September 2012) and then in the Centro Cultural Justiça Federal de Rio de Janeiro (April 2014). It is a work comprising paper, HD video, a mise-en-scene, documentary and sound installation. Mariana Rondón, through La Silla del Diablo residency program, is opening up her creative process to students and the general public who have an interest in rendering space through fiction and revisiting through film the University City created by the same architect who conceived the Super-bloques: Carlos Raúl Villanueva.

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

The exhibition space design for the SUPERBLOQUE installation consists in two main áreas, the first is located within a room that served as technical support for the Faculty´s Exhibition Hall, in recent times has been used as a store of materials. In this room has been built an opaque enclosure, a black box, which recreates the ideal place for the installation. The metal structure was assembled from metal skeletons and steel nodes that were developed by the research department of the Faculty. The compositon of the structure, the construction lines and the decision to leave it exposed was used to make a formal statement towards the Superbloques building type, which belong to the Venezuelan modernist movement for the social housing policies at the time. This structure was wrapped in their inner sides whith MDF sheets painted in black for a dark and intimate space, without edges or defined limits, and acoustically isolated from outside, where 3 video projectors recreate the voyeuristic effect the artist the artist wants to express. A neon sign with the word SUPERBLOQUE hung outside the metal structure aims to capture the attention of distance visitors, also visually symbolizes the experience. The second exhibition area it is placed around the Exhibition Hall and represents the surroundings of the housing complex Superbloques type: the shany towns. White wooden boxes of different sizes represent these popular sectors that grew through the years, exponentially and spontaneous together with the housing complex epitomizing the crisis within the study of social housing now a days in Venezuela. The reflection of the glass facade of the exhibition area and the white boxes reminiscent of the subtle but complex exchange and the contradiction between this two elements, one built by architects and the other built by citizens. La Silla del Diablo is a residency program for artists inspired by the legacy of Carlos Raúl Villanueva and his relationship with avant-garde artists of his time. Developped between the Faculty of Architecture and Urbanism at the Universidad Central de Venezuela and BACKROOMCaracas with the goal of developing a program of art and education inspired by the vision of Villanueva synthesis of the arts. Internationally recognized artists will work with students and professionals and artists to promote a rich exchange of ideas and talents. This residence is intended to serve as a bridge between public and private institutions.

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

La Silla del Diablo is named after a sculpture Calder gifted Carlos Raúl Villanueva. Calder built La Silla del Diablo as an homage to the devilish entrepreneurship of the Venezuelan architect.

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

adjkm, BACKROOMCaracas, Mariana Rondón, FAU-UCV — SUPERBLOQUE

Store SmokeSignals - Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda

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The project for remodeling the store SmokeSignals in Matosinhos seeks to create boundaries within the existing space in order to suggest atmospheres in the use of the furniture and utensils. In the showcase, the dark gray structure, with strips of pine wood, allows a great flexibility in the application of lighting and temporary fixings on the walls and on the ceiling systems. The use of the area above the showcase promotes a second exhibition open space to the street and into the store. To access the upper area of the showcase there’s a ladder which also functions as a shelf for the showcase of the house small tools. The pine wood was also used in screens with strips placed horizontally that configures small dining or living rooms. On the walls and ceilings of the store was used a “hot” green, the light concrete of the ground floor remained original, the upper floor´s gray rug covers all the rooms and the lighting is achieved with the use of lamps and fixtures exposed for commercialization.

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Project: Remodeling Store SmokeSignals Location: Rua Sousa Aroso, 575, Matosinhos, Portugal Date of Project: 2013/2014; Work: 2014; Architecture: Raulino Silva, Architect Decoration: SmokeSignals – Home & Contract Concept Construction: Direct Administration

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Raulino Silva Arquitecto, Unipessoal Lda — Store SmokeSignals

Towards The City - Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz

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The project Towards the city is an attempt to present a new approach to the principles of a functional settlement based on the Le Corbusier’s ideas as well as to restore the urban rhythm of life in the places such as big car parks, closed internal roads or degraded green areas. It is essential to pay a particular attention to the quality of city life, which is mostly dependent on the quality of the public space around us and on the variety of accessible functions. This is indispensable in order to take advantage of the potential of the economic migration and to live up to the expectations of the ageing population.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

The strategic site is not highly advanced as far as the system of public space is concerned. This is particularly noticeable in the western part, which lacks continuity and clear connections between public places. An insufficient number of squares, a lack of local neighbourhood spaces, neglected green areas and a low quality of the equipment and attractiveness of streets, abounding with cars, discourage residents to perform any outdoor activities. In order to define major problems and opportunities for improvement, the project site has been divided into four zones of distinctive morphologies and functional structures of the quarters. Thus, it is possible to determine some characteristic features of the particular competition areas as well as to take appropriate measures contributing to the revival of their urban nature.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Zone A: The eastern part of Za Żelazną Bramą settlement is characterised by diverse buildings and a strong historical association with the park. Apart from the residential buildings and the educational facilities from the 70s, there are also some service buildings erected after 1989 and the buildings, which are directly connected with the Saxon Axis – the Lubomirski Palace, the Mirów’s Halls and the barracks’ buildings. The area around the halls and the palace is currently occupied with the substandard commercial buildings and car parks. In the southern quarter, there is a post-war Jewish theatre and a synagogue, which is accessible only by the internal roads. Modern buildings have tightly filled free spaces on the both sides of Grzybowska Street, creating quite a dense frontage of a metropolitan character.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Strategic site zoning

The solutions introduced in this part of the settlement constitute an attempt to form the square Za Żelazną Bramą, situated in front of the Lubomirski Palace, by providing new buildings both on the northern and the southern part of the square. It has been also proposed to develop a marketplace between the halls in such a way that would enable it to become a roofed urban square once the trade is finished. The southern quarter includes, on the other hand, some public space as well as new buildings, which create an urban square for a local community in front of the synagogue.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Zone A development proposal

Zone B: A part of the settlement situated on the western site of Jan Paweł II Avenue is definitely less developed than the eastern part. New investments have been implemented merely along Jan Paweł II Avenue. The majority of the buildings consist of blocks of flats, service centres and educational facilities from the 60s and 70s. The inner city built-up area from the XIXth century constitutes a minor part of the zone and is not integrated with the rest. Square car parks are one of the major challenges of the quarters as they occupy the place of green areas between the blocks. Degraded and unequipped, the green areas can no longer serve as a place of meetings and recreation. Furthermore, closed internal roads often hamper the access to some lots, which does not dispose of the right-of-way. Complementary buildings, which create a natural boundary between the public and the private space, were introduced to set the urban tone and, at the same time, to preserve the existing buildings, whereas the creation of local public squares and the introduction of social functions in every quarter serve as a revival of neighbourly relations between residents.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Zone A - example part concept

Zone C: Post-industrial areas and degraded housing buildings in the eastern part of the strategic site constitute a place of intensive investment actions. The extensiveness of the unoccupied and undeveloped post-factory areas opens a wide range of opportunities for a new building complex of the inner city.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Zone B - development proposal

Condensing the existing structure of streets renders it possible to create a central square, which integrates the remaining post-factory buildings with the new city structures. In order to fully preserve the previous post-factory complex in the southern part, it has been proposed to provide an open access to the interior part of the complex and to introduce cultural and entertainment functions.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Zone C - development proposal

Zone D: The housing buildings arranged in the system of the open quarters constitute a characteristic feature of socialist realism Mirów settlement, dated back from the turn of the 50s and 60s. Clear boundaries between the public and the private space, organized streets’ frontages and a local square provide the entire complex with the urban character. The whole might be considered as a finished part of the city, which solely requires the improvement of the green areas’ quality and the streets’ equipment.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Zone C - example part concept

The project site, situated between Krochmalna Street, Waliców Street, Grzybowska Street and Ciepła Street, is one of a few settlement areas, which remain untouched by the new investments. The complete quarter’s buildings is dated back to the 70s and consists of 3 blocks of flats, a retail sales centre, an outpatient clinic and a kindergarten. The residential buildings provide from 300 to 420 flats, mostly inhabited by individual persons.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Zone D - development proposal

These are young people who constitute the majority of residents. Older people and a Vietnamese community create the second most numerous group of residents. Small flats are not highly conducive to families with many children, which is why this group constitutes an insignificant number of residents. Due to the ongoing demographic changes, it seems probable that this trend will become more common and, as a result, the settlement will be mostly inhabited by very young people, who will domicile in Warsaw merely during their education or for economic purposes, and by older people. The implementation of a diversified functional programme and a friendly public space would be an apt response to the new needs of rotating residents.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Project site analysis

A public drive has been introduced in order to enable an easy access to every lot without having to dispose of the right-of-way in the middle of the quarter. A small square, which serves as a place of meetings, local fests and concerts, adjoins the new street. External stairs link the square with an adjoining building. The stairs may also serve as seats during various events. The building itself is an adaptation of the existing facility. The new functional programme is mainly aimed at students. It includes a public laundry combined with a coffee bar club, a bike parking with a cycle shop and a bike service, and a sport part situated on the roof of the building.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Project site - development proposal

The kindergarten, which disposes of new additional classrooms, neighbours on the public square. The new part of the kindergarten has been shaped in a patio building form in order to provide total privacy. The ground floor of the old part of the building has been transformed into a spacious classroom for the eurythmic classes. The main entrance to the extended building can be reached from the side of the green square.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Youth spot

A multi-level parking has replaced the square parking in the western part of the quarter. On the building’s roof there is an urban farm, constructed in a form of terraces, which is mostly aimed at older residents, who would like to unwind by taking up some simple agricultural works. Next to the farm, there is a small roofed square in the north-western corner of the quarter. During the day, it serves as a fruit and vegetable market whose products come also from the urban farm. At night and during the winter season, it is arranged as a regular urban square.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Kindergarten

An office building equipped with the co-working space for residents working in their flats adjoins the square. From the Krochmalna Street side, there is a local club that belongs to the office building. This provides a great opportunity to organise numerous social and professional meetings as well as parties for the local community – especially for those residents who dispose of the limited housing conditions.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Multi-level parking building + city farm

In the southern part of the quarter, there is an outpatient clinic with the new entrance, which was created once the atrium was opened to the adjoining passage. As the number of older people is increasing, the outpatient clinic has been expanded by a rehabilitation unit and an open-access bistro. Once the clinic is closed, the bistro remains open as it functions independently as a place of meetings and entertainment for older people.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

City dune - office building

Between two blocks of flats, the local club and the clinic, there is a neighbourhood space which serves as a recreational area to relax and take some rest. The area has been shaped in a way which clearly indicates the boundary between the residential part and a drive to the clinic and car parks. In order to render the landscape more varied, the central part of the area has been elevated by introducing a few hills.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

City dune - clinic

A green area along Grzybowska Street creates the southern boundary of the quarter. Currently, this place functions as a system of two independent passages. The passage situated near Grzybowska Street is mostly frequented by people from the outside the settlement, who need access to public communication stops. The pedestrian passage along the buildings is sporadically used by the quarter’s residents. It usually serves as a way to the clinic. In order to free the potential of this city, the lawn has been transformed into an urban passage with benches and lights that encourage to take a walk or some rest. The passage constitutes a transition between the local public space inside the quarter and the public area of the city centre.

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

City dune

Tomasz Bierzanowski, Artur Królewicz — Towards The City

Green passage - current condition and concept proposal

TUTELA - VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE DEL SITO ARCHEOLOGICO VILLA POLLIO FELICE A SORRENTO - Francesco Bocchino , Carlo De Angelis, Rosaria Carrese Cirillo

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Negli ultimi anni si sta affermando una nuova visione del ruolo economico delle risorse culturali ed ambientali: non più una semplice posta dell’attivo patrimoniale del Paese, ma un “capitale” a disposizione per produrre valore, reddito e occupazione. La Villa di Pollio Felice è un caso emblematico di potenziale economico non valorizzato e quindi non sfruttato. In tal senso il sito archeologico si presta ad essere trasformato da valore del patrimonio pubblico a fattore di produzione di una ricchezza (pubblica) in termini di sviluppo locale. In generale, la politica dei beni culturali italiana ha sofferto, per lungo tempo, di una posizione marginale e tradizionale nell’ambito dell’intervento pubblico: si è operato prevalentemente in un’ottica di conservazione (azioni di valorizzazione in senso stretto), prestando scarsa attenzione alla fruizione ed alla valorizzazione in senso ampio.

Francesco Bocchino , Carlo De Angelis, Rosaria Carrese Cirillo  — TUTELA - VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE DEL SITO ARCHEOLOGICO VILLA POLLIO FELICE A SORRENTO

Le evoluzioni del processo di valorizzazione dei beni culturali possono ricondursi sia a fenomeni sociali e culturali recenti, sia ad alcuni interventi di carattere normativo e programmatico. In particolare, appare opportuno segnalare i seguenti aspetti:  la domanda di turismo culturale e la relativa spesa svolgono un ruolo sempre più importante per lo sviluppo del reddito nelle aree di insediamento e in quelle limitrofe, le attività indotte dalla fruizione dei beni culturali costituiscono una realtà in forte espansione;

 l’area di attrazione dei beni culturali si è estesa e la quota prevalente dei visitatori è costituita ormai da non residenti, turisti ed escursionisti;

 il varo definitivo del Decreto Legislativo 490/99, Testo Unico in materia di beni culturali e ambientali ha favorito uno snellimento delle procedure burocratiche per la restaurazione e la conservazione dei beni culturali;

 la programmazione dei fondi comunitari 2000 – 2006 (PSM – Piano di Sviluppo del Mezzogiorno, QCS– Quadro Comunitario di Sostegno, POR) ha dedicato un Asse specifico ai beni culturali (ASSE II – Risorse Culturali) finalizzato al miglioramento e all’“aggiornamento” delle modalità di fruizione degli stessi.

La valorizzazione in senso ampio impone l’innesco e la realizzazione di un processo complesso, in particolare se orientata al rafforzamento delle economie locali e punta a: - bilanciare obiettivi potenzialmente antitetici (tutela, conservazione, crescita impatto occupazionale, crescita del reddito); - favorire la connessione tra attività specifiche del processo di valorizzazione dei beni culturali con attività considerate esterne, se non estranee, a tale processo (attività promozionali, servizi di ristorazione, ospitalità diffusa, flussi turistici “non culturali”,…); - individuare e realizzare un obiettivo d’area, sintesi di interessi di soggetti diversi, favorendo implicitamente comportamenti collaborativi; - stabilire l’adesione consapevole, dei diversi agenti, ad un progetto comune. E’ appunto in un’ottica di valorizzazione in senso ampio che si muove la presente proposta progettuale. Essa è mossa dalla volontà di migliorare e amplificare l’utilizzo di una risorsa locale attualmente poco conosciuta, di indubbio interesse storico-archeologico. I “beni culturali” si collocano infatti in una nicchia del mercato caratterizzata dalla loro irriproducibilità. Le aree che contengono queste risorse assumono una posizione di tipo monopolistico che le mette, in qualche modo, al riparo da quelle forme accentuate di competitività che si riscontrano, con l’allargamento dei mercati, negli altri settori. Il che, anche se con modalità diverse, può valere anche per gran parte delle attività della filiera culturale, in particolare per i prodotti ed i servizi caratterizzati da un alto contenuto di scienza (come i settori high-tech) o di creatività (come la produzione “artistica” del “made in Italy”).

Humus - paradisiartificiali

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The collection we developed has a very precise concept. It wants to pay a tribute of gratitude to Mother Nature and its infinite generousity. So these itmes want to say that all we do becomes important and has a deep meaning if it is symbolically aimed by the will of giving back to Nature and Life what we took away previously.

paradisiartificiali — Humus

paradisiartificiali — Humus

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paradisiartificiali — Humus

paradisiartificiali — Humus

paradisiartificiali — Humus

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