Riqualificazione Oggi l’intera area di riqualificazione dell’Isola di Buon Castello sita in Sottomarina, rappresenta un “vuoto urbano” su un territorio ricco di potenzialità e contenuti. Una parte dell’area da riqualificare, appare come un cantiere di riparazioni navali, mentre un’altra rimane allo stato naturale e incolta. Nell’intera area esistono problemi di natura fisica e socioeconomica, come marginalità e degrado, abbandono degli spazi aperti, mancanza di integrazione e stigmatizzazione negativa, che comportano da tempo un netto abbassamento della qualità della vita degli abitanti.
Il progetto proposto per il recupero dell’Isola di Buon Castello, sviluppa e applica una metodologia progettuale, che si evolve gradualmente attraverso l’individuazione e la messa a fuoco di criticità e vulnerabilità territoriale, ambientale, sociale ed economica. Le strategie adottate non considerano aspetti solo architettonici e urbanistici ma anche paesaggistici, ambientali, sociali, conomici e culturali. La proposta progettuale mira: 1. alla qualità urbanistica per garantire equilibrio con l’intera città, 2. alla qualità architettonica per assicurare l’attrattività, 3. alla qualità paesaggistica per ridefinire la percezione e la valorizzazione dei segni identificativi del paesaggio urbano, 4. alla qualità dello spazio pubblico per favorire l’aggregazione e la sicurezza nella comunità, 5. alla qualità sociale per dare vivibilità e servizi agli utenti, 6. alla qualità economica per promuovere lo sviluppo locale, 7. alla qualità energetica per sostenere il risparmio energetico e la salubrità, 8. alla qualità culturale per sviluppare il senso di appartenenza al luogo e d’identità.
La chiave per il processo di recupero e la valorizzazione del luogo parte dalla costruzione del paesaggio, abbandonato, incompleto, degradato, insicuro ma senz’altro trasformabile. Tra le metodologie progettuali adottate come fattori di rigenerazione, vi è il tema relativo al paesaggio urbano e ai legami che la nuova unità ricettiva può instaurare con la città e l’ambiente naturale. La linea portante del progetto è di aprire l’unità ricettiva rendendola permeabile ad usi e passaggi, valutando attentamente le relazioni funzionali con la città e con l’intorno dell’area. Lo spazio urbano in cui sorgono gli edifici mira a diventare uno spazio collettivo e pubblico capace di stimolare usi, appropriazione e socialità. Inoltre il recupero punta alla definizione di spazi pubblici a misura d’uomo creando le basi per lo sviluppo di “una vita di comunità”. Il progetto interpreta lo spazio pubblico come creatore di socialità urbana, fondamentale, significativo e connettivo tra edifici e non come uno spazio residuale non considerato nel progetto. L’idea di “community livability” (e in generale il concetto di vivibilità che è molto complesso poiché comprende un ampio range di fattori, inclusi benessere fisico e psicologico), parte dalla qualità ambientale e sociale degli utenti e prende in considerazione aspetti quali sicurezza, benessere, interazioni sociali, attività ricreative. Fattore importante per la sostenibilità sociale, risulta il coinvolgimento attivo degli abitanti nei processi di rigenerazione. La partecipazione nonostante le ambiguità che la contraddistinguono è importante per raggiungere una vera sostenibilità sociale, fondata sulla consapevolezza e l’autodeterminazione, come requisiti fondamentali della qualità del vivere, senso d’identità ed appartenenza al luogo, cura, gestione e controllo su piccola scala. L’unità ricettiva sarà opportunamente gestita, mantenuta e controllata in termini di sicurezza sociale. Ciò stimolerà il senso di identificazione dei cittadini con il luogo, mentre preverrà il precoce invecchiamento degli spazi. Una solida figura di riferimento per la sicurezza potrebbe essere quella di un “keeper” per la gestione delle aree verdi. La rigenerazione sostenibile porta principi ambientali, come la diversificazione, che consiste nel progettare l’ambiente esistente, affinché sia facilmente riconoscibile dai cittadini, assicurando la leggibilità e la gerarchia degli spazi aperti.
Obiettivo del progetto dal punto di vista socio-economico è di creare economia. Le attività di costruzione e di gestione ambientale forniscono nuovi posti di lavoro (nell’edilizia, nell’ecoturismo, nella cura del verde, delle acque o dei rifiuti). Agli stessi residenti si affidano le piccole attività commerciali (gestione e amministrazione dell’unità ricettiva, bar, centri didattici, bike-sharing).
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© chrisa vasilopoulou . Published on July 19, 2014.
Per quanto riguarda l’ecoturismo esso diventa un’importante risorsa economica, valorizza il territorio, le sue risorse naturali, le capacità locali, portando uno sviluppo sostenibile e bilanciato al luogo, anziché sperare in inutili infrastrutture. Porta un apporto di benefici per la protezione del ambiente e la popolazione locale (partecipazione, creazione e ampia distribuzione del reddito). La nuova struttura ricettiva contiene aspetti educativi per i turisti. Gli orti urbani e la coltivazione di viti diventano il luogo dove i turisti possono imparare e partecipare alle attività locali, conoscendo le tradizioni del posto, come per esempio fare il vino. Attraverso dei percorsi enogastronomici si promuove l’attività di artigianato e il turista può conoscere e acquistare prodotti tipici locali. Anche le strutture di ristorazione propongono prodotti di agricoltura biologica locale e per lo più prodotti a km 0. Nella struttura si organizzano percorsi di conoscenza di mare (in barca, barca a vela ecc.). In questo modo ci sarà un accrescimento della consapevolezza ambientale e maggiore accettazione della conservazione del territorio, sia dalla parte dei turisti sia dagli altri soggetti interessati allo sviluppo locale.
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© chrisa vasilopoulou . Published on July 19, 2014.
Infine gli orti urbani e la coltivazione di viti ridefiniscono e ridanno l’identità perduta al luogo. Favoriscono l’aggregazione sociale attorno ad un’attività che riporta i cittadini ad una dimensione rurale dimenticata da tempo, promuovendo processi di cambiamento verso una comunità più sostenibile. Essi diventano un luogo di incontro per i cittadini sulla base di comuni obiettivi ed affinità, costruiscono il senso della comunità, di cooperazione sociale e di appartenenza su base territoriale, creando un’opportunità ricreativa sia passiva che attiva. Inoltre gli orti favoriscono la rigenerazione ambientale, portano biodiversità e rinverdiscono.
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© chrisa vasilopoulou . Published on July 19, 2014.
In generale i principi di riferimento per il progetto sono:
1. La rete Il progetto si confronta con le relazioni con la città: permeabilità, accessibilità, situazioni di confine, percorsi di connessioni su terra ed acqua, pedonalità e ciclabilità. Un particolare ruolo svolge l’apertura della nuova urbanizzazione verso il vicino centro storico di Sottomarina, il Forte San Felice e il centro storico di Chioggia.
2. L’Ambiente L’unità ricettiva si lega al contesto presente, rispettando e recuperando quanto più possibile i valori ambientali e storici appartenenti al sito. Questo significa salvaguardia, mantenimento e valorizzazione del terreno vergine e decostruzione. Importante anche la valorizzazione dell’elemento acqua essenziale per Chioggia.
3. Rapporto tra spazi chiusi e aperti Il rapporto e la connessione tra l’attacco a terra degli edifici e lo spazio esterno si trova alla base del tema progettuale. L’alloggio si studia a livello distributivo, anche per consentire un opportuno legame, sia con gli spazi aperti pubblici che quelli privati.
4. Le Strutture Per sostenere gli alloggi e l’ecoturismo sono previsti servizi locali rivolti all’area del progetto e alla zona più ampia della città, con aspetti educativi, per il tempo libero e la socializzazione (direzione e amministrazione, bar-ristorante, palestra, centro ricreativo, spazi per attività artigianale, servizi di bike-sharing, info point per natanti).
Concept architettonico Il presupposto progettuale a scala urbana e territoriale è quello di costruire un’unità ricettiva, un nuovo punto di riferimento spaziale e simbolico per Chioggia e quindi di favorire un insediamento inclusivo e fortemente comunicativo, all’interno del contesto nel quale si trova. La linea portante del progetto è quella di creare “organismi” autosufficienti che scambiano con l’ecosistema prevalentemente sole e acqua piovana, cercando di limitare quanto più possibile il consumo di risorse energetiche non rinnovabili, né tanto meno inquinare; organismi in grado di gestire i normali fabbisogni di energia, gas, acqua e reflui; organismi che affrontano con efficacia sia il regime invernale che quello estivo. L’unità ricettiva si pone come filtro e portale tra la città storica urbanizzata e quella naturale.
Il progetto parte dalla lettura della morfologia urbanistica (il borgo storico di Sottomarina è costituito da strette case posizionate perpendicolarmente all’asse nord est-sud ovest), del paesaggio circostante integrandosi al massimo al luogo e adotta strategie che garantiscono un corretto orientamento dei volumi per sfruttare meglio i fattori bioclimatici locali. I volumi integrandosi sempre alla morfologia del paesaggio, definiscono un sistema connettivo estremamente fluido e funzionale, generando un nuovo paesaggio sempre mutevole, sviluppandosi su massimo due piani, garantendo la vista sul mare e al paesaggio circostante.
L’analisi del sito (orientamento e morfologia, vegetazione, specchi d’acqua, sistemi insediativi e clima urbano) e del microclima locale (temperatura dell’aria, precipitazioni, umidità relativa, radiazione solare, venti dominanti), sono stati utili strumenti per la valutazione della disposizione planimetrica degli edifici, l’orientamento e la loro forma e la distribuzione interna. La planimetria generale cerca di minimizzare l’impronta ecologica ed il consumo di suolo, assicurando le opportune distanze tra i volumi per affrontare sia la stagione estiva che invernale.
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© chrisa vasilopoulou . Published on July 19, 2014.
Aspetti progettuali, strategie bioclimatiche e risparmio energetico Il progetto di riqualificazione punta a massimizzare i benefici derivanti dall’efficienza energetica degli edifici e dalla produzione di energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo principale bioclimatico del progetto è l’adattamento al clima e all’ambiente di riferimento, sia dalla parte dell’organismo edilizio che dalle persone che lo abitano. L’approccio bioclimatico consente di ottenere il comfort termo-igrometrico interno, minimizzando i consumi energetici e riducendo conseguentemente, le emissioni di CO2 e di altri agenti inquinanti nell’ambiente. Privilegiare la luce e la ventilazione naturale trasversale negli spazi interni con forme che consentono il doppio affaccio, permette inoltre di migliorare il benessere psico-fisico degli utenti. Gli edifici privilegiano l’impiego di sistemi di riscaldamento e raffrescamento passivi partendo da un’analisi del sito e adottando orientamento, forma, distribuzione interna ottimali.
L’orientamento dei volumi garantisce il massimo sfruttamento del sole durante l’inverno e un controllato apporto solare durante l’estate. Per quanto riguarda la verifica delle ombre portate sia d’inverno che d’estate le simulazioni hanno: 1. garantito una adatta ubicazione e progettazione dei volumi, 2. hanno verificato le distanze adatte tra i volumi per evitare ombre portate, 3. hanno giocato un ruolo importante al dimensionamento delle vetrate e dei sistemi schermanti. Il semplice fatto di disporre la maggioranza dei volumi secondo l’asse est-ovest massimizzando la facciata esposta a sud e adattando le forme alla morfologia del contesto urbano, garantiscono la migliore qualità di illuminazione interna.
planimetria
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Le caratteristiche degli elementi costituenti l’involucro edilizio sono progettate per garantire un’elevata prestazione energetica, sia nella stagione invernale che in quella estiva. Le chiusure opache coniugano ottime prestazioni di isolamento con un’adeguata inerzia termica, mentre quelle trasparenti garantiscono un elevato taglio termico degli infissi con vetri ad elevate prestazioni. Inoltre sono previste idonee schermature mobili per ridurre l’irraggiamento nella stagione estiva a seconda dell’orientamento degli edifici. Una soluzione adottata per le pareti rivolte verso sud ed ovest è la facciata ventilata, che grazie alle aperture di ventilazione poste in basso alla parete e alla sua sommità si innesca il processo di ventilazione naturale (“effetto camino”) all’interno dell’intercapedine, contribuendo ad una riduzione della quantità di calore che entra nell’edificio d’estate. Per di più idonee aperture in copertura favoriscono i ricambi d’aria degli ambienti.
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Dal punto di vista bioclimatico la copertura rappresenta senza dubbio l’elemento più importante di protezione dal surriscaldamento estivo, perché maggiormente colpita dai raggi solari durante tutto l’arco della giornata. Le coperture dei volumi delle unità suite e unifamiliari sono in monofalda o a due falde, cercando di peggiorare l’angolo di incidenza della radiazione solare e minimizzare il carico termico. Invece l’unità di servizi pubblici che porta una copertura a verde pensile estensivo porta vantaggi come: 1. mantiene in ombra la struttura della copertura. 2. aumenta l’inerzia termica (riducendo l’escursione termica) per la presenza dello strato di terriccio che trattiene l’acqua piovana, crea un effetto di microventilazione sotto la vegetazione riducendo le temperature non solo a scala edilizia ma anche urbana (”isola di calore”) 3. aumenta la durabilità degli strati impermeabilizzanti sottostanti e riduce l’immissione delle acque piovane nella rete fognaria. 4. può registrare una temperatura superficiale in estate di 30°C contro i 70°C di una copertura con rivestimento in membrana bituminosa, riduce delle fluttuazioni delle temperature giornaliere, comportando riduzione dei consumi energetici per il condizionamento estivo.
Per quanto riguarda le pavimentazioni esterne orizzontali si è cercato di minimizzare le superfici impermeabili e mantenere in ombra d’estate spazi esterni, percorsi o punti di sosta.
Anche a livello del terreno è prevista una ventilazione attraverso l’intercapedine creata dalla presenza di elementi tipo “igloo” che oltre a smaltire l’umidità in eccesso, contribuiscono ad eliminare eventuale presenza di gas radon.
In più la presenza degli orti urbani di viti garantisce una totale integrazione tra paesaggio naturale e costruito e fanno fronte al fenomeno dell’isola di calore. Dove è stato opportuno si privilegia il verde diffuso, da garantire aspetti di gradevolezza per l’intero quartiere; questo permette di avere anche una permeabilità dei suoli piuttosto omogenea.
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Mobilità ciclopedonale Il progetto promuove la mobilità ciclabile e pedonale come un elemento chiave per promuovere la mobilità sostenibile. L’uso della macchina viene escluso dall’intera area del progetto.
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Sistema costruttivo Per quanto riguarda il sistema costruttivo vengono utilizzati pannelli strutturali in legno composti da strati di tavole sovrapposti a fibratura incrociata (X_Lam). Il legno è un materiale che ha caratteristiche intrinseche di stabilità, al contrario di altri materiali come il cemento è un materiale che “respira”, la traspirazione regola dunque i livelli di umidità e il ricambio d’aria all’interno degli ambienti, che sono più salubri e accoglienti. Inoltre la fase di posa e realizzazione di cantiere viene ridotta in maniera sostanziale rispetto ai sistemi tradizionali, perché il sistema X-Lam si basa sul concetto di pre-fabbricazione, ma senza confondere questo concetto con “standardizzazione”.
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Impianto fotovoltaico L’impianto fotovoltaico fa parte integrante della schermatura e si tratta di un vetro colorato semitrasparente.
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Sistema di riscaldamento passivo – Il ruolo della serra solare per gli alloggi La serra solare funge da sistema passivo per riscaldare e raffrescare. Essendo uno spazio vetrato, costituisce innanzitutto uno spazio tampone, che riduce gli scambi termici tra l’edificio e l’esterno, riducendo le dispersioni d’inverno ed i guadagni d’estate. Pur essendo la serra uno spazio abitabile è stata posta particolare attenzione al suo funzionamento sia in regime estivo che invernale. D’inverno grazie alla parte vetrata, all’interno della serra si sviluppano temperature dell’aria anche di molto superiori a quelle esterne, che possono essere sfruttate per riscaldare o pre-riscaldare gli ambienti dell’edificio. La serra bioclimatica per ben funzionare è dotata di masse termiche di accumulo, cioè di pavimento massivo preferibilmente di colore non chiaro e di massa termica (il muro nord che deve essere ben coibentato e il muro intermedio). Le masse d’accumulo riducono le oscillazioni della temperatura e fanno sì che la serra funzioni in modo ottimale. La presenza di massa di accumulo contribuisce oltre che al riscaldamento, anche al raffrescamento estivo degli ambienti dell’alloggio poiché garantisce uno smorzamento ed uno sfasamento dei picchi termici esterni. Per ottimizzare il potenziale di riscaldamento della serra e massimizzare il guadagno termico durante l’inverno, le vetrate sono state inclinate per essere perpendicolari ai raggi solari. Durante una giornata fredda d’inverno la presenza della radiazione diretta produce una sensazione di comfort. Diversamente, nelle giornate d’inverno coperte, caratterizzate da temperatura dell’aria esterna meno rigida e abbondante irraggiamento diffuso, le parti trasparenti della serra sono in grado di sfruttare tale radiazione per innalzare le temperature interne dell’aria verso i limiti di comfort. A serramenti interni aperti la serra diviene una estensione del locale retrostante, in tal modo il guadagno termico avviene direttamente nello spazio abitato. Per garantire il miglior funzionamento invernale notturno, l’obiettivo principale è quello di sfruttare al massimo il calore accumulato durante il giorno minimizzando le dispersioni. Per questo motivo la serra è dotata di serramenti che garantiscono una buona tenuta. ll periodo estivo la corretta regolazione degli elementi schermanti della serra fanno sì che diventa uno spazio adatto ad accogliere diverse attività in modo originale e stimolante.
Per evitare il surriscaldamento della serra nel periodo estivo diurno, la serra funge da sistema di raffrescamento passivo attraverso delle aperture dei serramenti, mentre sono previsti sistemi di brise-soleil di FV che schermano la radiazione solare incidente, evitando l’innesco dell’effetto serra. Per garantire un buon funzionamento estivo notturno bisogna aprire le schermature ed i serramenti per garantire la massima dispersione sia in termini radianti che convettivi.
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Riscaldamento L’impianto di riscaldamento, a bassa temperatura, è realizzato con pannelli a pavimento: l’intera struttura è predisposta per l’allacciamento ad un impianto di cogenerazione a biomasse alimentata anche con le potature e gli sfalci provenienti dalle aree verdi e dagli orti urbani.
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Gestione delle acque meteoriche L’acqua meteorica proveniente dalla copertura viene raccolta da una vasca, equipaggiata con pompa sommersa e idoneo filtro e viene usata per la lavatrice e le pulizie della casa, per il giardinaggio, per gli orti urbani, per il wc.
Inoltre sono stati previsti sanitari con il doppio tasto di scarico e sistemi frangigetto già incorporati nella rubinetteria, sia per i bagni che per le cucine.
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Gestione dei rifiuti Il compostaggio si basa sulla raccolta differenziata dei rifiuti organici che non vengono conferiti al servizio di raccolta, ma accumulati in apposite compostiere in plastica. Dalla trasformazione dei rifiuti organici provenienti dagli orti urbani (sfalci d’erba, piccole potature, fiori recisi e simili) e dall’attività di ristorazione (scarti di cucina: frutta e vegetali soprattutto) si ottiene il compost, ovvero un terriccio soffice e ricco di sostanze nutritive da riutilizzare come ammendante del terreno degli orti. I rifiuti devono essere mescolati e innaffiati periodicamente: per migliorare o accelerare la trasformazione può essere utile l’impiego di enzimi attivanti e integratori minerali.
Illuminazione Il fabbisogno energetico per l’illuminazione sia degli edifici che degli spazi aperti è garantito dalla presenza di sistemi di produzione da fonti rinnovabili (FV e microeolico), mentre tutti gli elementi illuminanti saranno provvisti di tecnologia a LED , che consente una riduzione di oltre il 50% sui consumi e sui costi di manutenzione, determinata dalla maggiore durata dei LED rispetto alle lampade convenzionali, pari a circa 100.000 ore di esercizio.