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restauro cattedrale Ostuni - Luigi Cisternino -ArCiSTUDIO, giacinto giglio

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Resaturo conservativo e riqualificazione della concattedrale dedicata a S.Maria Assunta

Luigi Cisternino -ArCiSTUDIO, giacinto giglio — restauro cattedrale Ostuni

foto composizione facciata principale

Luigi Cisternino -ArCiSTUDIO, giacinto giglio — restauro cattedrale Ostuni

prospetto ovest-principale

Luigi Cisternino -ArCiSTUDIO, giacinto giglio — restauro cattedrale Ostuni

sezione trasversale

Luigi Cisternino -ArCiSTUDIO, giacinto giglio — restauro cattedrale Ostuni

prospetto sud

Luigi Cisternino -ArCiSTUDIO, giacinto giglio — restauro cattedrale Ostuni

prospetto est

Luigi Cisternino -ArCiSTUDIO, giacinto giglio — restauro cattedrale Ostuni

prospetto nord

Luigi Cisternino -ArCiSTUDIO, giacinto giglio — restauro cattedrale Ostuni

sezione longitudinale


Nuovo ospedale di Fermo - RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari

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Il terreno per l’insediamento del nuovo ospedale di Fermo a San Claudio di Campiglione è costituito da un dolce declivio che apre ad una magnifica vista sulle colline caratteristico della zona fra la fascia costiera adriatica e la dorsale appenninica. Le previsioni di PRG per la nuova viabilità localizzata a monte dell’area d’intervento ed il forte dislivello a valle verso la modesta viabilità esistente ci hanno suggerito un sistema d’accesso alla struttura ospedaliera concentrico ad anello e a senso unico di marcia impedendo l’incrocio dei vari percorsi. I flussi sono stati orientati e protetti in apposite corsie: – visitatori/dipendenti; – trasporto pubblico e taxi; – ambulanze/urgenza; – dialisi; – morgue; – merci e logistica. L’area è suddivisa in quattro piattaforme disposte secondo le curve di livello e degradanti verso il fondo valle. Le prime due sono destinate ai parcheggi separati per visitatori e dipendenti; la terza è riservata alla struttura ospedaliera, mentre la quarta è destinata a parco verde di raccordo con il paesaggio esistente. La metafora insediativa di riferimento è quella dei terrazzamenti, dei muri a secco, dei piani definiti e guadagnati faticosamente alla collina. Lo schema proposto dal disciplinare di gara del concorso viene rispettato ed adattato alla topografia del terreno: la tipologia distributiva a piastra viene “tagliata e forata” attraverso la costruzione di cortili e di patii interni verdi che connotano, ciascuno, le attività dell’ospedale in modo specifico. Il sistema apparentemente compatto in realtà si apre sul territorio e con questo dialoga. Particolare attenzione è stata posta all’illuminazione e al comfort ambientale delle degenze delle aree d’attesa e delle zone operative della struttura, fruite non solo da pazienti e visitatori, ma anche dal personale che vive e lavora quotidianamente nella struttura.

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

Livello 0

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

Livello 1

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

Livello 2

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

Profilo 1

RISCO, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani, Fabiana Aneghini, Claudio Tassinari — Nuovo ospedale di Fermo

Profilo 2

Residenza&Commercio - Lucio De Luca

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Osservando i segni proposti, si scorge un gioco di volumi scanditi da assi partitori, che segnano gli accadimenti all’interno e all’esterno della composizione. Il concept e quello di avere una residenza unifamiliare, matrice dell’attività commerciale posta alle spalle. Il primo livello ospita funzioni ricettive,commerciali e per il tempo libero, mentre nel secondo sono ubicate le zone private della casa.

Lucio De Luca — Residenza&Commercio

Render

Lucio De Luca — Residenza&Commercio

Lucio De Luca — Residenza&Commercio

Lucio De Luca — Residenza&Commercio

CASA A PUNTA BIANCA - Lillo Giglia

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Una casa per trascorrere le vacanze e per ospitare una ricca collezione di quadri, ma anche un luogo in cui vivere assaporando il fascino irresistibile di un paesaggio quasi selvaggio tipico della “Macchia Mediterranea”.

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Situata sui rilievi variegati di contrada Drasi, a ridosso di Punta Bianca, una delle spiagge più suggestive della costa siciliana a pochi km dalla città di Agrigento, questa casa isolata si ispira all’architettura domestica dell’avanguardia razionalista non solo per i caratteri stilistici, ma soprattutto per la capacità di coniugare funzionalità e paesaggio. La Casa è orientata in modo tale da consentire al meglio la percezione visiva della zona circostante e favorire la contemplazione del paesaggio da una posizione strategica e privilegiata. A questo fine è stato progettato un incastro di volumi che seguono la configurazione naturale del suolo inserendosi in maniera elegante e delicata nel contesto circostante. Lo schema distributivo, semplice e funzionale, presenta un impianto a forma di L, nel quale il volume contenente il vano scala leggermente arretrato rispetto agli altri due e visibile anche dall’esterno attraverso un maggiore altezza, costituisce elemento di raccordo dei percorsi di collegamento interni. Il piano interrato, che funziona come zoccolo della casa, nasce dalla configurazione naturale del terreno in lieve declivio e comprende una grande sala ricreativa, la lavanderia/cantina, il bagno, la camera padronale con cabina spogliatoio e il garage. Il prospetto principale è caratterizzato da una quinta muraria che prosegue il piano di facciata oltre il perimetro esterno dell’involucro edilizio raddoppiandone l’estensione. Dietro questa facciata-barriera, immagine principe del progetto, si sviluppa l’abitazione vera e propria con l’ala dei servizi e delle camere da letto. L’esplicita volontà del confronto con il paesaggio è tangibile nell’interazione tra l’ampio soggiorno/cucina e il patio/terrazza antistante il quale ripropone, in chiave contemporanea, il “patio delle vecchie dimore siciliane” considerato luogo privilegiato del vivere quotidiano. Il piano primo è una stanza espressamente richiesta dai committenti per il relax e la pittura; da questa si accede alle terrazze panoramiche costituenti la quasi totalità delle copertura della casa. I volumi contenuti in altezza marcati da un candido bianco, scabri ed essenziali, si distinguono per l’assenza di ogni orpello decorativo e l’immagine che ne risulta è quella di un’architettura semplice, ben integrata nell’area mediterranea, innovativa e nello stesso tempo rispettosa del paesaggio.

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Lillo Giglia  — CASA A PUNTA BIANCA

Laguna Landscape Competition - Nicola Lorusso, Fabio De Solda, SIMONE VALSECCHI, Stefano Ivaldi

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Il progetto propone lo sviluppo di un sito ricettivo all’estremità meridionale della Laguna di Venezia, nel singolare paesaggio tra Sottomarina e Chioggia. La città di Sottomarina presenta una struttura estremamente originale in quanto è tagliata a fette dalle sue calli, perpendicolari al viale principale, suggerendo la classica immagine della lisca di pesce. La sua peculiare pianta urbana a “spina di pesce”, è molto affine a quella dell’antistante Chioggia. La linea verticale si interseca con una fitta maglia di calli allineate con un ordine regolare (Est- Ovest), funzionali rispetto al tipico mestiere della pesca. La conformazione delle calli di Sottomarina vede una originaria confluenza da un lato (a est) in una strada sottostante il “murazzo”, dall’altro (a ovest) in una vecchia fondamenta (il marciapìe) che un tempo rappresentava la riva della laguna del Lusenzo, ma che ora risulta una strada interna, perché in tempi più recenti a ovest si è creata una ulteriore fascia abitativa recuperando spazio attraverso un imbonimento costiero, trasformando in case vecchie cavane. La calma e la tranquillità rendono questo luogo il posto ideale per soggiorni dedicati al relax e al culto della natura. Questa è da sempre fonte d’ispirazione prendendo il ruolo principale in un nuovo insediamento che vuole tendere a non intaccare lo stato naturale del paesaggio ma teso a potenziarlo e riscoprirlo attraverso un turismo rispettoso ed ecologico. Landscape: La laguna e il suo paesaggio così preziosi e così unici pongono lo studio del landscape in primo piano con un trattamento del suolo che renda giustizia all’alba e al tramonto, all’acqua e al terreno, ai fiori e agli alberi in una miscela di elementi che creano lo scenario variopinto e calibrato sulle stagioni che si offre alla città di Sottomarina e Chioggia come un parco pubblico su cui è sospesa a mezz’aria la nuova struttura ricettiva. Il parco insulare è disegnato per fasce flessibili ortogonali alla linea di costa che ospitano differenti essenze e specie naturali prestandosi all’attività e al libero utilizzo degli abitanti di Sottomarina e Chioggia che riconosceranno in questo parco la trama urbana delle proprie città costruito, questa volta, con i materiali naturali del paesaggio. Pratoni che diventano canneti allagati, specchi d’acqua che si offrono come piste di pattinaggio , sentieri e percorsi che mutano colore scandiranno il passaggio tra le stagioni mostrando l’estrema adattabilità dell’architettura naturale del parco. L’edificio si configura come un grande e leggero anello lievemente sospeso parzialmente sul tappeto naturale dell’isola. questo si protende per gran parte sul pelo dell’acqua come una reminiscenza delle antiche cavane o dei casoni lagunari che sospesi da sempre sulla laguna vivono avventurosamente tutta la densità del paesaggio carico di colori e di odori salmastri vedendo l’orizzonte cambiare con le maree. Funzionalmente l’edificio accoglie nella zona d’accesso l’infopoint e l’amministrazione. Superato l’ingresso un percorso circolare interno serve i vari servizi collettivi quali la palestra, la piscina, il ristorante e in sequenza si succedono le suites e le residenze familiari disposte su due livelli e organizzate in modo centrifugo al fine di poter godere al massimo dell’esposizione e dell’affaccio verso lo spettacolo della laguna assicurando privacy e riservatezza agli abitanti che in tutti gli ambienti sono proiettati verso l’orizzonte lagunare. Principio: Il Progetto va a costruire un paesaggio a basso impatto sul suolo insulare cedendo il passo allo sviluppo di un caratteristico spazio naturale che ricalchi per morfologia, vegetazione e stagionalità le peculiarità del luogo in cui si sviluppa. Il principio insediativo è in questo modo replicabile in contesti analoghi generando una rete di landmark tenuti insieme da un contatto visivo e da una rete di scambi e relazioni turistiche per la promozione e la conoscenza del territorio.

Nicola Lorusso, Fabio De Solda, SIMONE VALSECCHI, Stefano Ivaldi — Laguna Landscape Competition

tavola 1_Inquadramento generale

Nicola Lorusso, Fabio De Solda, SIMONE VALSECCHI, Stefano Ivaldi — Laguna Landscape Competition

Tavola 2

Nicola Lorusso, Fabio De Solda, SIMONE VALSECCHI, Stefano Ivaldi — Laguna Landscape Competition

Tavola 3

MIRROR - SUPERNATURAL

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The landscape is described by different forms of water. Liepaja originates from this environment: settled on the riverside, between the sea and the lake. The structure of the city have been formed by them: one main axis is defined by the line of the seashore, the other axis is perpendicular to this: it is the direction of the motion between these waters, the direction of the access towards the waterfronts. The third axis has just two variables: to being above or below the water level.

SUPERNATURAL — MIRROR

Filling in the river Liva gave the opportunity to expand the city across a woodland, a bushy strip and a sandy beach, all the way to the sea. Paul Max Berchi – the architect of the Bath House – inhabited this land: he developed this harmonically evolved coordinate system between nature and man, the determined situation of water and the adjusted inhabitancy.

His most consequent work precisely represents this way of approach: the composition of the Peldu street, the duck pond and the Bath House.

As the way the seashore is a stretched zone, the city has its own zones, parallel to the coast. From the city center towards the sea it can be revealed the different types of zones, stretching parallel with the sea, too. After a hundred years, these zones gently shifted away from the historical city center, as well as the coastline. Berchi’s Bath House was built on the edge of the sand, nowadays the beach stretch more farther.

The seaside park is revealed by pathways extending from the city. The Bath House stands on a podium, at the crossing of two paths, mirroring them. Behind the line of column is the dry-feet axis, and from the origo – the pool below the cupola – starts the bath axis. The level of the water equals the floor of the dry-feet area, and the shape of the pool bottom derives from the reflection of the rooftop. The house consists of corridors and rooms. Visitors are getting different experiences roaming room to room, accidentally meeting with others, swimming in the corridor, even out to the grove.

The hotel is set in a landscape which has no scale. The sea, the sandy and bushy strips create a constant picture. The view inwards the land is closed by the trees. Everything is horizontal. The hotel rooms are placed among a line parallel to the coastline. Each room stands on two columns, so they can stand still only together. Each room has it’s own stair, own setting of furnishing, own view to the sea. If it is necessary, the rooms can be connected, creating a corridor between them. The directions inside a single room are perceptible: they arranging the required functions by creating zones, although the boundaries are subtly fading within the walls.

Following the path towards the sea, to the very edge of the woodland, the bistro stands on a podium, framed by columns. The two inner mass defines a two-side open space, giving views to the sea and the woodland, and giving place to dine, to have adrink, to dance at night. Or checking in the hotel.

Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta - Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani

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Gli obiettivi strategici del progetto consistono nella definizione dei seguenti punti: a) Uso dei suoli e regimi di proprietà– minimizzare l’impatto degli interventi sulle procedure di cambiamento del regime di proprietà dei suoli, tendenzialmente svincolandoli dagli scenari politici e amministrativi; b) Accessibilità viabilistica, parcheggi – semplificare l’accessibilità all’intera area attraverso soluzioni in grado di aumentare percettivamente il fattore attrattivo del complesso Fiera; attrezzare l’area per ricevere flussi crescenti di visitatori/espositori, compatibilmente con il funzionamento delle altre attività del complesso Autoporto. c) Architettura – progettare un’architettura fieristica in grado di integrarsi al contesto costruito esistente e di costituire fulcro per il miglioramento dell’impatto complessivo dell’area Autoporto sul paesaggio.

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Obiettivi di impostazione del progetto: 1.Modulare la pianta del nuovo padiglione fieristico su una maglia quadrata con dimensioni 4×4 m in quanto modulo standard adottato in tutti i nuovi complessi fieristici sia per i box espositivi che per le corsie distributive per la più ampia flessibilità organizzativa. 2.Dotare il padiglione di cunicoli impiantistici a pavimento in direzione longitudinale dimensioni 60×70 cm circa con copertura ispezionabile per un’ampia flessibilità organizzativa. 3.Ridurre al minimo le strutture verticali adottando, in sostituzione dei pilastri, un sistema di torri portanti a passo 36 m con luce trasversale libera di 44 m. 4. Tenere le torri portanti esterne alla facciata del padiglione limitando i vincoli interni per la più ampia flessibilità. In questo modo si ricavano dei portici esterni pedonali protetti.

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

5. Considerando una larghezza complessiva dell’area disponibile pari a 55 m (misurata graficamente), e visti i vincoli adiacenti dell’area autostradale, a nord, e la strada carrabile, a sud, si ritiene importante, ai fini della sicurezza, ricavare dei percorsi pedonali di collegamento est-ovest, verso i parcheggi, in area protetta e riservata sotto il portico del padiglione. 6.Differenziare la forma delle piazze coperte per stabilire una gerarchia e una facilità comunicativa di riconoscimento del fronte di ingresso principale. La piazza est potrebbe essere caratterizzata da un taglio in diagonale allineato all’asse di penetrazione dalla Porta Sud-Est e da un grande totem (anche elemento strutturale) segnaletico. 7.Prevedere uno spazio di sosta per carico-scarico espositori coperto anche lungo il lato sud. Si ritiene infatti importante non concentrare tutta la zona di carico-scarico nella piazza coperta Est creando un “imbuto” per le Ditte allestitrici. 8.Creare una zona impiantistica sopra i portici esterni per la collocazione delle UTA e dei canali dell’aria con ventilazione mediante ugelli a lunga gittata idonei per grandi ambienti. Questa soluzione, già ampiamente collaudata in altri complessi fieristici, consente di lasciare completamente libera da canali la copertura dei padiglioni. 9.Progettare un’architettura fieristica in coerenza con le indicazioni dello Studio di Fattibilità, in grado di integrarsi al contesto costruito esistente e di costituire fulcro per il miglioramento dell’impatto complessivo dell’area Autoporto sul paesaggio. Al contempo si ritiene importante non scadere in facili mode, ma pensare ad una architettura di lungo periodo che integri nuove forme e materiali della tradizione (rivestimento delle facciate in legno) e del paesaggio di montagna. 10.Mantenimento della pianta rettangolare con copertura piana del padiglione ed elevata articolazione delle facciate prevista dallo Studio di Fattibilità.

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Studio Cerri & Associati, Studio TI, Studio Ingegneria Gilberto Sarti, F+P Architetti, Marino Fei, Maurizio Pavani — Centro fieristico autoporto di Pollein, Aosta

Casa RG - ES arch enricoscaramelliniarchitetto

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La proposta progettuale riguarda il recupero del sottotetto di una porzione di fabbricato di edificio condominiale. Quest’ultimo si compone di n° 2 fabbricati e un corpo di collegamento. I due fabbricati, pur presentando caratteristiche differenti, sono stati costruiti contemporaneamente negli anni 60.

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

Il fabbricato oggetto dell’intervento fungeva da residenza per i dipendenti del negozio di alimentari allora presente al piano terra.

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

Il fabbricato esistente ha una pianta articolata, frutto di un’edificazione all’interno di un ambito ristretto. Pieghe, smussi e rientranze sembrano essere la conclusione di processo di rispetto delle distanze e non di una scelta compositive e/o architettonica. Mentre il corpo principale risulta totalmente libero ed appoggiato su una porzione di terreno pianeggiante, il manufatto in ristrutturazione si trova a ridosso della via Bernasconi che corre a monte a quota elevata.

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

L’edificio ha una giacitura scomposta. Esso tende ad allargarsi verso nord e se mantiene rettilineo il lato verso l’edificio principale, verso ovest è caratterizzato da una serie di pieghe e di angoli smussati. La lieve pendenza della copertura rende meno evidente tale situazione, anche se poi anch’essa risulta scomposta nel perimetro. Il progetto parte dalla necessità e dalla possibilità di poter recuperare il sottotetto. Il progetto affronta come primo argomento la modifica delle falde di copertura e l’adeguamento della loro pendenza.

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

marcello mariana fotografia

La rotazione del colmo (nord/sud) è la naturale soluzione ad una serie di problemi. Essa permette di “alzare” l’edificio a nord e a sud (lati liberi); di abbassarlo verso i lati occlusi (via Bernasconi/corpo principale). In questo modo sarà possibile realizzare delle aperture a sud, fronte attualmente cieco incrementando quindi l’efficienza energetica dell’edificio. Aver ruotato le falde permette di contenerne la dimensione, sia in termini di sviluppo che di altezza. Un ulteriore affinamento alla geometria della nuova copertura si è resa possibile introducendo il sistema del comignolo come elemento di correzione della forma.

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

marcello mariana fotografia

Esso permette di regolarizzare il fronte nord e di rendere sostanzialmente equilibrata la lettura della copertura da via Bernasconi. La semplice rotazione della copertura ha radicalmente cambiato la percezione del volume; successivamente piccoli variazioni hanno contribuito alla definizione del nuovo volume. L’allungamento della parete est (verso nord) e della parete sud (verso est) ha permesso di ricostruire l’angolo e regolarizzare ulteriormente l’edificio. La prima operazione progettuale è stata quella di ridefinizione e regolarizzazione del volume, alla ricerca di un equilibrio possibile anche a fronte di una giacitura originale scomposta.

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

Nell’eterogeneità che contraddistingue l’intorno, il progetto intende riscattare la piccola dimensione attraverso un intervento equilibrato ma riconoscibile e dotato di identità. Il progetto costruisce la propria identità attraverso la nuova forma e la ridefinizione volumetrica.

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

La condizione di marginalità ha sempre determinato un senso di appartenenza al suolo. Osservando i colori dello spazio aperto, una sorta di sottobosco dai toni terrosi e volendo enfatizzare il radicamento a questo suolo, è subito apparso evidente che i materiali dovessero avere una certa uniformità, in modo tale da presentare l’edificio in una sorta di compattezza. Per questo motivo si è scelto di orientare i colori dei materiali e delle finiture verso i toni terrosi:

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG

ES arch enricoscaramelliniarchitetto   — Casa RG


Riqualificazione villaggio turistico - Architetto basilio contiguglia

Musée du Léman - Fruehauf Henry & Viladoms

Laguna Landscape - Lorenzo Sodano

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L’isola di Buon Castello si trova in un luogo molto strategico, all’inizio della laguna e dove convogliano praticamente tutti i più importanti corsi d’acqua del Nord Italia. Questo la rende il luogo perfetto per la conclusione di un viaggio in canoa lungo questi fiumi che partono dalle zone più remote del Nord.

Lorenzo Sodano — Laguna Landscape

vista della piazza

Questa premessa serve a capire esattamente il target del progetto, è un turista sportivo, al quale piace stare all’aria aperta, persone a cui potrebbe servire anche solo il campeggio. L’hotel si espande cosi per quasi tutta l’isola con le camere, il campeggio, il ristorante, l’infopoint e le strutture sportive, tutte collegate dallo spazio pubblico aperto anche alla città

Lorenzo Sodano — Laguna Landscape

planimetria dell isola

Il costruito Le camere si distribuiscono lungo la spina centrale che diventa un vero e proprio corridoio all’aperto. Lungo questa via “cittadina” si affacciano tutte le principali funzioni dell’hotel. Dalla spina centrale partono delle piccole vie, che si rifanno ai calli angusti di Chioggia, lungo i quali si distribuiscono le entrate delle suite

Lorenzo Sodano — Laguna Landscape

Il pontile Proseguendo la strada si arriva al pontile. Questo è lo spazio dello sport, del benessere, del relax e dell’intrattenimento con palestra , idromassaggio e piscina Proseguendo si arriva alla parte più paesistica della struttura. Le gradinate della piscina continuano proiettandosi verso il largo. Questi gradoni sono rivolti verso il vero protagonista del progetto: la laguna. Di giorno fungono da solarium, la sera possono diventare una vera e propria piazza affacciata sul tramonto e sul forte San Felice, alcune notti possono diventare cinema all’aperto grazie all’installazione di uno schermo galleggiante. Persone sedute sul molo, al bordo della piscina e direttamente in laguna, una sorta di drive-in nautico.

Lorenzo Sodano — Laguna Landscape

Il parco Le camere sono immerse in un parco che dialoga sia con la struttura che, attraverso la fondamenta che circonda l’isola, con il paesaggio circostante, laguna e città. Tra quella che abbiamo chiamato “loggia” di pertinenza delle suite e il parco vi è una zona attrezzata per pranzi e cene all’aperto. Proseguendo verso sud l’isola si trasforma in agricola. Questa scelta progettuale è dovuta sia per la vocazione che in passato l’isola aveva, sia per lo sviluppo che la riscoperta della viticoltura sta avendo in laguna, sia per una filosofia del chilometro zero che dovrebbe avere un eco-hotel. Le vigne coprono una superficie di circa 5 mila metri quadrati che permetterebbero la produzione di tremila bottiglie di vino. La piccola cantina progettata permetterebbe l’intera fase produttiva sull’isola. Questa, più tutte le lavorazioni ai vigneti, renderebbero l’isola attiva tutto l’anno.

Lorenzo Sodano — Laguna Landscape

Elaborazione di un progetto preliminare per la costruzione di un convitto per alunni con una mensa a Malles - Onofrio Abronzo, Alina Maria Narita

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Concetto urbanistico - Il convitto rispetta le direzioni urbanistiche degli edifici circostanti presenti sulla Via della Stazione; - E’ stato mantenuto l’ingresso al lotto fissato dal tema di progettazione nella parte sud-ovest; inoltre sono stati creati degli ingressi secondari sul lato sud-est per l’area di servizio cucina, depositi e spazi tecnici; - I 14 posti macchina sono rispecchiati rispetto a quelli preesistenti sul lotto vicino sul lato sud-ovest in maniera tale da consentire anche l’accesso al garage impostato al piano interrato, e di una leggera circolazione in relazione con i vialetti esistenti - L’edificio e stato progettato intorno ad una corte interna attrezzata a parco che consente la divisione funzionale fra gli spazi collettivi previsti nella parte sud (spazio centrale, zona fitness, mensa)e gli spazi privati del convitto previsti nella parte nord verso le aree verdi (stanze doppie o singole, camere allenatori) - L’edificio non cambia la forma naturale del lotto.

Onofrio Abronzo, Alina Maria Narita — Elaborazione di un progetto preliminare per la costruzione di un convitto per alunni con una mensa a Malles

Aspetti funzionali - L’accesso principale per l’edificio e’ previsto nella zona centrale, alta 3,40 m, che diventa un atrio di collegamento fra tutte le funzioni (area convitto, sala mensa, sala fitness, garage, Sali multimediale e di ritrovo) - Questo spazio e diviso dalle sale riunioni, conferenza, multimediale, e locale studio tramite pareti amovibili, in tale modo da offrire la possibilità di utilizzare tutta la superficie per eventi - Il convitto e’ organizzato intorno alla corte,su 3 livelli con altezza media 2,40 e’ accessibile da piano terra tramite collegamenti con la zona centrale - La zona fitness, alta 3,00 m (+0,40 gli impianti) si affaccia verso il piazzale esterno ed e’ collegato tra un filtro con la zona centrale; inoltre, questo filtro permette l’accesso anche delle persone da fuori, rendendo la sala fitness indipendente dalla struttura funzionale dell’ensemble - La mensa e’ un volume indipendente collocato al primo piano, al di sopra della sala fitness e zona centrale, permettendo l’affaccio verso un ampio terrazzo verso la corte interna; - Il garage e’ collocato al piano interrato sotto la zona centrale insieme ai depositi della zona fitness e vani tecnici

Onofrio Abronzo, Alina Maria Narita — Elaborazione di un progetto preliminare per la costruzione di un convitto per alunni con una mensa a Malles

Qualità architettonica - L’edificio presenta una architettura moderna, con una impronta regolare a terra, ed una forma irregolare della copertura che richiama la linea di orizzonte delle montagne; - Gli spazi collettivi e di corridoi della zona convitto sono dotati con ampie vetrate a parete cortina per una migliore relazione col contesto naturale circostante; - L’intero edificio e rivestito in legno chiaro, un materiale locale e caratteristico delle zone alte.

EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere ) - Luca Buono

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Dalla relazione di progetto : <<.....................Si tratta del progetto per la realizzazione ex novo di un edificio per civile abitazione su di un lotto edificabile “ interstiziale “ situato nella zona di Galciana di Prato, piu’ precisamente lungo la via Beccatelli, intercluso in una fila di schiere di abitazioni.

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

VISTA DEL FRONTE DI INGRESSO LUNGO LA STRADA

Il fabbricato si sviluppa su due piani fuori terra oltre un piano interrato destinato alla cantina, al garage e ad un bagno ed esternamente ad uno spazio a comune destinato allo spazio a comune di manovra a cielo aperto, simmetricamente rispetto all’ asse centrale di mezzeria, e ad un garage posizionato al centro del retro del lotto a servizio della sola unità denominata C ; l’ interrato si raggiunge tramite rampa carrabile centrale con pendenza pari al 20%, distante ml.3.00 dal retro marciapiede. L’ allineamento del fabbricato alla cortina dei corpi di fabbrica esistenti, è garantito dal portico sul fronte strada che consente un leggero arretramento dalla strada a vantaggio di una minore introspezione e d’ inquinamento acustico ; il collegamento pedonale al piano terra tra le unità laterali A e B ed il marciapiede, è costituito da una grata metallica praticabile che fa anche da copertura allo scannafosso a servizio della cantina sottostante. Al piano terra sono due appartamenti bilocali pressoche’ speculari rispetto al virtuale asse di simmetria trasversale ( denominati A e B ), ognuno con superficie netta maggiore di mq.30 e nel rispetto delle quantità minime previste dal regolamento edilizio e d’ Igiene vigenti, per le quali verifiche si rimanda a quanto riportato in seguito, e comunque alle medesime già visionate con parere favorevole della ASL che si allega.

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

VISTA DEL FRONTE STRADA

Entrambi sono costituiti da ingresso a soggiorno/camera, un bagno naturalmente aereato ed illuminato e, sul retro, la cucina/pranzo,dotata di un piccolo terrazzo che si affaccia sul resede a comune tergale a cielo aperto sottostante ; da qui, attraverso un ponte di collegamento, si raggiunge il giardino privato retrostante.Tramite una scala interna si raggiunge il piano interrato destinato al garage, alla cantina e ad un bagno anch’ esso naturalmente aereato ed illuminato.

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

PIANTE PIANO TERRA E SEMINTERRATO

Attraverso la scala esterna posta a sinistra per chi proviene dalla Via Beccatelli, scala che sovrasta quella sottostante interna all’ appartamento A, si raggiunge l’ unità abitativa del piano primo, l’ unità C.Anche quest’ ultima detiene una superficie maggiore di mq.30 ed e’ costituita da ingresso cucina pranzo con altezze minime maggiori di ml.2.20 e medie di ml.2.70, zona intermedia centrale destinata a disimpegno, bagno e guardaroba con altezze minime maggiori di ml.1.80 e medie di ml.2.40,ed infine la camera con altezze minime maggiori di ml.2.20 e medie maggiori di ml.2.70 ( si veda verifiche analitiche e sezioni ). Questa unità e dotata di ampie terrazze poste sul retro e di piccoli balconi verso la strada.

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

PIANTE PIANO PRIMO E COPERTURA

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

KAY MAP

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

SEZIONI

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

SEZIONI

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

PROSPETTO

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

IL CANTIERE

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

IL CANTIERE

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

IL CANTIERE

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

IL CANTIERE

Luca Buono — EDIFICIO ABITATIVO ( In fase di Cantiere )

IL CANTIERE

biokilab laboratories - Taller Basico de arquitectura, Javier Perez Herreras & Fco Javier Quintana de Uña

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BIOKILAB LABORATORIES

Taller Basico de arquitectura, Javier Perez Herreras & Fco Javier Quintana de Uña — biokilab laboratories

south elevation

Two boxes in the air and a structure as architecture The technologic Park of Vitoria colonizes a little bit of nature. The quality of the site and its steepness make us question where to build. Two boxes made from air rise above the slope. The structure become architecture carries on its shoulders these boxes, showing a new plane. We investigate new ways of entering new places. Our place appears on a new level, determined by a four-legged and colorful structure. Two hollow boxes of concrete inhabit this new place on the structure. The whole complex in a permanent flight reveals a new gravity.

Quadruped anatomies The metallic structure that raises the boxes in the air is a quadruped structure. Its two horizontal elements form a cross inscribed in the square floor of the boxes. The sides of these floors measure twelve and thirteen meters respectively. The horizontal beams where the boxes rest avoid any interlocking. Consequently, the structure is visible in its entirety. The ends of the beams join vertical elements, which become the legs of this quadruped anatomy. Legs are as wide as beams, managing a continuity that makes all the pieces be understood as a unique element. Different lengths of the legs let the slope remain unaltered.

The structure of the box

The box is thought as a second structure that replaces walls with beams and roofs with double slabs. The vertical faces of the box are beams as high as the box. These wall-beams have only one hole, defined by the maximum dimensions that let the beams work properly. Outside, the concrete structure is visible on all faces of the box. Inside, plasterboards cover the structure. The window frame, drawn as a single line, stays hidden between both sheets. The gap between sheets, both in walls and slabs, contains all building systems, as plumbing, electricity, voice and data. This net of systems solves the flexibility needed by the laboratory for its continuous transformation.

biiokilab laboratories - Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña

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BIOKILAB LABORATORIES

Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña — biiokilab laboratories

south elevation

Two boxes in the air and a structure as architecture The technologic Park of Vitoria colonizes a little bit of nature. The quality of the site and its steepness make us question where to build. Two boxes made from air rise above the slope. The structure become architecture carries on its shoulders these boxes, showing a new plane. We investigate new ways of entering new places. Our place appears on a new level, determined by a four-legged and colorful structure. Two hollow boxes of concrete inhabit this new place on the structure. The whole complex in a permanent flight reveals a new gravity.

Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña — biiokilab laboratories

Southwest view

Quadruped anatomies The metallic structure that raises the boxes in the air is a quadruped structure. Its two horizontal elements form a cross inscribed in the square floor of the boxes. The sides of these floors measure twelve and thirteen meters respectively. The horizontal beams where the boxes rest avoid any interlocking. Consequently, the structure is visible in its entirety. The ends of the beams join vertical elements, which become the legs of this quadruped anatomy. Legs are as wide as beams, managing a continuity that makes all the pieces be understood as a unique element. Different lengths of the legs let the slope remain unaltered.

Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña — biiokilab laboratories

Southwest view

The structure of the box

Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña — biiokilab laboratories

South view

The box is thought as a second structure that replaces walls with beams and roofs with double slabs. The vertical faces of the box are beams as high as the box. These wall-beams have only one hole, defined by the maximum dimensions that let the beams work properly. Outside, the concrete structure is visible on all faces of the box. Inside, plasterboards cover the structure. The window frame, drawn as a single line, stays hidden between both sheets. The gap between sheets, both in walls and slabs, contains all building systems, as plumbing, electricity, voice and data. This net of systems solves the flexibility needed by the laboratory for its continuous transformation.

Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña — biiokilab laboratories

Southeast view

Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña — biiokilab laboratories

Interior. Laboratory

Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña — biiokilab laboratories

Interior. Rest area

Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña — biiokilab laboratories

site plan

Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña — biiokilab laboratories

main floor

Taller Basico de arquitectura, javier perez herreras & fco javier quintana de uña — biiokilab laboratories

sections


Uffici GC - Sergio Virdis, Marco Sartori, Laiza Tonali

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Una nuova configurazione aziendale è coincisa per la committenza con la necessaria riqualificazione funzionale e materica degli spazi interni. Il contesto storico-geografico in cui è inserito l’intervento, oltre al particolare pregio dell’edificio ospite, ha richiesto un’attenzione particolare nella scelta delle finiture e delle soluzioni progettuali di dettaglio

Sergio Virdis, Marco Sartori, Laiza Tonali — Uffici GC

Sergio Virdis, Marco Sartori, Laiza Tonali — Uffici GC

Sergio Virdis, Marco Sartori, Laiza Tonali — Uffici GC

Sergio Virdis, Marco Sartori, Laiza Tonali — Uffici GC

Sergio Virdis, Marco Sartori, Laiza Tonali — Uffici GC

La tangenziale est di Roma - Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi

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Roma – Trascorsi più di 20 anni tra dibattiti, incontri e decine di proposte prodotte di riuso delle strutture della tangenziale est, il comune approva la delibera per l’abbattimento parziale del tratto a ridosso della stazione Tiburtina per un estensione di circa 500m lineari. L’operazione di abbattimento presuppone un costo di 9milioni di euro, soldi pubblici già stanziati per mezzo della legge Roma Capitale, fondi non soggetti al patto di stabilità quindi spendibili. Dobbiamo aggiungere alla somma necessaria per l’abbattimento, il costo, non ancora definito, per attuare il progetto di viabilità proposto dal comune, che prevede dopo la fase di distruzione della sopraelevata, la realizzazione di parcheggi a raso, tre rotatorie, aiuole e pista ciclabile. Non vogliamo entrare nel merito della scelta operata dal comune di Roma, ma non possiamo evitare di esprimere la nostra necessità di comprendere quali siano state le considerazioni, gli studi, le valutazioni, il metodo e gli strumenti utilizzati dagli esperti del comune, per poter affermare che l’unica soluzione possibile per affrontare il tema tangenziale est sia l’abbattimento. A nostro avviso scegliere di utilizzare le uniche risorse economiche spendibili per distruggere la tangenziale, ci sembra una scorciatoia ed una scelta priva di una visione lungimirante di sviluppo urbano sostenibile, economico e sociale. Inoltre c’è anche il problema dello smaltimento dei materiali prodotti in caso di distruzione del tratto sopraelevato, parliamo di oltre 20mila metri cubi di cemento e ferro, corrispondenti, per rendere l’idea, a un parallelepipedo di cemento ampio come un campo da calcio alto cinque metri. Difficile anche da immaginare. Serviranno circa tremila tir, confluenti nel traffico cittadino, per trasportare tante macerie, e quello che ci chiediamo è: dove verranno smaltite ed in che modo? Bene, noi crediamo che si possa fare meglio, senza spendere soldi pubblici e offrendo più servizi e verde a un quadrante della città in sofferenza da troppi anni. La città di Roma rappresenta, da molto tempo, un caso eccezionale di isolamento rispetto al dibattito internazionale sulle tematiche di rigenerazione urbana, di sviluppo sostenibile e soprattutto di sviluppo tridimensionale ed organico della città. Città come Londra e New York ma anche Barcellona, Parigi, Berlino, Amsterdam, hanno negli ultimi 20/30 anni avviato un processo di rinascimento urbano, attuando una serie di progetti, a volte sperimentali, di riconversione e rigenerazione urbana di vaste aree dismesse, spesso collocate a ridosso dei centri storici. Ex aree industriali in disuso e degradate, ex aree ferroviarie dismesse sono state riconvertite in nuovi brani di città, con nuove funzioni di supporto ad una vita sociale contemporanea che con la rivoluzione informatica ha subito una evoluzione in termini di aspettative ed opportunità sociali ed economiche. La visione piatta e bidimensionale di concepire lo sviluppo della città ha portato negli anni solo ad interventi puntuali; affidando erroneamente alla singola opera, al singolo manufatto architettonico, il compito di attivare processi di rigenerazione del tessuto cittadino che purtroppo non si sono verificati. La tangenziale ci offre la grande occasione per attivare una svolta urbana finalmente anche a Roma.

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

Il Parco ed il Giardino Pensile

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

Il nostro progetto prevede il riuso delle strutture della tangenziale per la realizzazione di un parco urbano pubblico. Un grande filtro verde che possa migliorare la qualità della vita dei cittadini che vivono e vivranno a ridosso di essa, e di tutti i potenziali futuri fruitori. Con lo stesso investimento stanziato per l’abbattimento, possiamo realizzare un vero e proprio giardino pensile, più di 2 ettari di verde nel cuore di Roma, un parco lineare come elemento di mitigazione e transizione tra il tracciato ferroviario e gli edifici di abitazione del quartiere tiburtino. IL grande parco attrezzato, sarà caratterizzato dalla successione di un sistema di spazi diafani multifunzione. All’interno del parco i cittadini potranno usufruire di aree arredate e concepite come piccoli salotti nel verde destinati alla vita sociale outdoor, luoghi dove potersi concedere una pausa ed oziare. In alternativa si potrà svolgere attività sportiva all’aperto nelle aree dedicate al benessere fisico. Lungo il parco aree wifi daranno ai cittadini e nello specifico pensiamo soprattutto ai giovani ed agli studenti la possibilità di continuare a navigare in internet utilizzando dispositivi portatili. Inoltre molte aree saranno attrezzate con giochi per i bambini e per poter ospitare spettacoli teatrali ed eventi culturali. Una pista ciclabile continua e sicura consentirà l’attraversamento longitudinale dei 2 km di parco, per poi riconnettersi a valle alla pista ciclabile a raso per raggiungere la pizza della stazione Tiburtina. Pergole ombreggianti fotovoltaiche, per l’approvvigionamento di parte dell’energia elettrica necessaria a garantire l’illuminazione notturna del parco, saranno installate per creare zona d’ombra nel parco. Tutte le essenze piantumate saranno scelte con cura da un team di botanici ed architetti paesaggisti. Specie arboree autoctone adatte al clima della città, piante resistenti a crescita controllata che necessitano di una ridotta manutenzione, il parco sarà seminato in modo da generare un ciclo continuo di fioritura, garantendo un aspetto accogliente e rigoglioso tutto l’anno. Un sistema di raccolta delle acque meteoriche prodotte dalle superfici pavimentate e dai tetti degli edifici adiacenti al parco, ci consentirà l’irrigazione della aree verdi senza dover utilizzare l’acqua pubblica.

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

La quota della città

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

Il nostro intervento ovviamente non si limiterà solo ed esclusivamente alla conversione del tracciato stradale della tangenziale in parco verde, ma uno degli interventi fondamentali sarà la riqualificazione degli spazi sottostanti la tangenziale. La parte sopraelevata della tangenziale in tutti questi anni ha conservato e sottratto alla speculazione edilizia una vasta superficie di circa 5000mq di spazi coperti, superfici che possono essere utilizzate per nuove funzioni. Nella nostra ipotesi di progetto queste superfici, potrebbero essere messe a regime economico e garantire un surplus di denaro alle casse del comune, soldi da poter rinvestire appunto per rigenerare tutti i fronti stradali alla quota della città e per la realizzazione del parco. Un piano di concessione o vendita delle superfici coperte, da destinare ad attività commerciali e terziarie, ci consentirebbe di poter riqualificare tutta la parte bassa del tratto sopraelevato. L’intero progetto potrebbe essere realizzato a costo zero per i cittadini utilizzando la formula del project financing. Molti investitori privati saranno invogliati ad aprire un’attività commerciale in uno dei nodi di interscambio attualmente più utilizzati della città di Roma. Oggi uscendo dalla stazione Tiburtina dell’alta velocità e della metro, i viaggiatori si trovano respinti da un luogo ostile, fortemente degradato, scarsamente illuminato e poco sicuro. Il nodo di interscambio tra la fermata della metro Tiburtina, la stazione dell’alta velocità, il terminal dei bus Cotral ed il terminal dei bus privati nazionali ed internazionali genera un flusso di centinaia di migliaia di viaggiatori che giornalmente attraversano le aree degradate del sotto tangenziale. Un capitale umano, che se valorizzato attivando un processo di rigenerazione urbana degli spazi coperti dalla tangenziale, creerebbe un nuovo indotto economico capace di produrre anche centinaia di nuovi posti di lavoro.

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

Invitiamo tutti a riflettere sul destino delle strutture sopraelevate della tangenziale, ed auspichiamo che attraverso una vera progettazione partecipata, coinvolgendo i residenti delle aree interessate, le istituzioni, gli investitori privati ed i progettisti, si giunga ad una valida alternativa all’abbattimento, utilizzando i fondi disponibili non per distruggere ma per costruire un futuro.

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

Sharòn Cohen, Maria Giuseppina Carroccio, María Dolores del Sol Ontalba, idan zveibil, Maria Aguacil, Antonio Nardozzi — La tangenziale est di Roma

DUE EDIFICI PER ABITAZIONE - Luca Buono

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DALLA RELAZIONE TECNICA Il progetto prevede due edifici separati, l’ edificio 1 e l’edificio 2. L’ edificio 1 è composto da quattro appartamenti, due al piano terra ( A e B ) collegati indipendentemente all’ interrato destinato a garage, taverna, e locali accessori e due al piano primo ( C e D ) questi collegati al piano mansarda.Il piano interrato di questo edificio consente anche il collegamento all’ esterno in prossimità della scala che conduce al piano primo, in particolare per i residenti degli appartamenti C e D. Gli appartamenti al piano terra sono inoltre dotati di giardino esclusivo, la scala principale che porta al piano primo segna la separazione in mezzeria delle pertinenze degli stessi quattro appartamenti.La composizione degli appartamenti fuori terra e’ identica e speculare tra loro ; ingresso zona soggiorno, cucina, camerina, studio, servizio igienico e camera con servizio. L’ edifico 2 e’ invece costituito da una villa, denominata E, che sfrutta la stessa rampa carrabile dell’ edificio 1 per accedere al piano interrato. La villa è composta da un ampio garage al piano interrato, che comunque ritiene una superficie nei limiti massimi consentiti cioè all’ intorno di circa un decimo della volumetria urbanistica dello stesso edificio 2, una taverna con servizio e locale accessorio sempre allo stesso piano, locale soggiorno, cucina e servizio al piano terra, due camere e doppi servizi a quello primo e mansarda/sottotetto. Entrambi gli edifici 1 e 2 godono di un “ belvedere “ dalle terrazze al piano della copertura.Si ricorda che anche la destinazione “ Locale accessorio “ per il piano seminterrato è stata concordata con parere favorevole dall’ Ufficio d’ igiene.

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

IL FRONTE PRINCIPALE

Si tratta del progetto per la realizzazione ex novo di due edifici per civile abitazione su di un terreno in località La Macine di Prato e più precisamente in via Vico nella zona sud/est del territorio comunale.

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

PIANO TERRA

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

PIANO INTERRATO

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

PIANO PRIMO

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

SEZIONI

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

LE MANSARDE

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

PROSPETTI

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

PROSPETTO VERSO VALLE

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

VISTA D' INSIEME

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

IL CANTIERE

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

IL CANTIERE

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

IL CANTIERE

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

IL CANTIERE

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

IL CANTIERE

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

IL DETTAGLIO DEI CANTONALI

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

DETTAGLIO

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

IL FRONTE DEI TERRAZZI

Luca Buono — DUE EDIFICI PER ABITAZIONE

IL FRONTE CAMERE

Ephemeral Disturbances - Atelier Baste Batlle Architectes

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Ephemeral Disturbances is an installation for the Cahors Juin Jardins festival. The project is informed by research into the intense interaction between man and his environment: creating an impression of distance when space is reduced, densifying emptiness, materialising the unreal, switching between the mysterious and the obvious. A series of wood frames, spaced a few centimetres apart, the installation modifies the usual path through the garden, taking the walker along a shortcut. Inside this trellis the visitor rediscovers the garden, filtered, fragmented, in pieces, different. The outer surface of the installation is dressed with an adhesive mirror which reflects the landscape of the garden. Depending on the visitor’s position the structure reveals or hides itself. The view is thus interrupted, disturbed by the unusual geometry of the volume. The installation becomes a sensory adventure revealing a hidden identity of the garden.

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

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Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Atelier Baste Batlle Architectes — Ephemeral Disturbances

Tiny Taxonomy - Rosetta Sarah Elkin

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“Nature will bear the closest inspection. She invites us to lay our eye level with her smallest leaf, and take an insect view of its plain.” Henry David Thoreau.

Rosetta Sarah Elkin — Tiny Taxonomy

Tiny Taxonomy attempts to highlight the beauty and frailty of paradise’s most inconspicuous and often ignored players: the plants of the forest floor. By providing a partial inventory of some of the smallest operators of the forest ecosystem and by elevating these species from their traditional posi­tion to a more dynamic perspective at varying eye-levels, it is hoped that their highly delicate and intricate nature will be made evident to visitors of the garden. Tiny unpacks and re-presents the garden, inviting the visitor to consider the beauty of individual species.

Rosetta Sarah Elkin — Tiny Taxonomy

A version of Tiny Taxonomy was presented at the Chelsea Fringe Festival in London in 2014 and at the Isabella Stewart Gardner Museum of Boston in 2013.

Years of exhibition: 2010, 2011, 2012, 2013, 2014

Rosetta Sarah Elkin — Tiny Taxonomy

Rosetta Sarah Elkin — Tiny Taxonomy

Rosetta Sarah Elkin — Tiny Taxonomy

Rosetta Sarah Elkin — Tiny Taxonomy

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