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Storage Walls_KOP5 - Barbara Di Gregorio, Enrica Longo

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Storage Walls_KOP5

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — Storage Walls_KOP5

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — Storage Walls_KOP5

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — Storage Walls_KOP5


FRS_Apt - Barbara Di Gregorio, Enrica Longo

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Located in Friedrichshain, the building FSC is part of the Soviet residential complex along Frankfurter Allee (Stalinallee Block G, designed by Hanns Hopp). The preserved buildings are one of the most prominent examples of architecture in East Berlin. The cut of the apartments in Hanns Hopp buildings is already very practical and the units are mostly constructed with concrete and typical ’60s finishes. In both interventions, kitchen and the bathrooms were renovated and upgraded to current standards. Resin floor was laid in one of the apartment, giving it a more urban feeling.

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — FRS_Apt

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — FRS_Apt

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — FRS_Apt

Before Renovation

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — FRS_Apt

After Renovation

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — FRS_Apt

Kitchen

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — FRS_Apt

Bathroom

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — FRS_Apt

Barbara Di Gregorio, Enrica Longo — FRS_Apt

Aubrey Meads - James Grayley

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The project reorganised and extended the ground floor of an existing end of terrace house in a rural conservation area. The single storey timber extension is conceived in response to the existing house and the wider location of South Gloucestershire, taking influence in both form and material from the vernacular ways of building in its semi rural context.

James Grayley — Aubrey Meads

The extension provides new living, dining and kitchen facilities that are considered as part of the wider landscape, with the new structure reconnecting the heart of the house with the expansive front and rear gardens. The form of the structure and openings within it respond to orientation and are designed to introduce sunlight into different parts of the house in both summer and winter.

James Grayley — Aubrey Meads

Simple economical building methods and materials were employed in a considered way to deliver the project to a modest budget.

James Grayley — Aubrey Meads

James Grayley — Aubrey Meads

James Grayley — Aubrey Meads

James Grayley — Aubrey Meads

Morpeth Street - James Grayley

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The project presents an opportunity to re-appraise under used sites around inner London. By re-interpreting the traditional London Mews, a flexible contemporary dwelling is developed.

James Grayley — Morpeth Street

The building form is visually perceived as both an individual home and a collective community oriented around a series of public garden rooms. The spaces between and around the houses are given equal importance as those inside, with a deep threshold lobby space becoming an external part of the inner house re-presented to the street. This extended ground floor room fosters a sense of community and neighbourhood, re-imagining and celebrating the traditional idea of the life of the London Street.

James Grayley — Morpeth Street

The new houses are highly efficient and implement emerging renewable technologies to achieve a Code For Sustainable Homes rating of level five.

James Grayley — Morpeth Street

James Grayley — Morpeth Street

Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax - Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice

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Sasso terra
 / terra sasso / 
la radice
 / trova passo
 / vago sogno
 / duro sasso / 
si fa sogno
 / dura terra
 / scava Solco / che calando / va profondo
 / nel terreno / addormentato
 della traccia / 
orizzontale

 / Sole sale / 
verticale / 
nello spazio 
delle stelle / 
sul pianeta / 
sbigottito / 
respirando
 / l’infinito

 Scure toglie
 / ridondanza
 / scure taglia
 / con rigore
 / duro amore / 
reca danza / 
tempo al tempo
 / e lontananza

 / Splende il sole / 
sopra il mare
 / sulla riva
 / amaro il Sale / 
sale al suol
 / centellinato / 
fa più dolce
 / il campo arato

Sasso Sole Solco Scure SaleMaria Lai

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

Geografia / Maria Lai

INTRO Il progetto per la riqualificazione del Piazzale degli Scogli Rossi scaturisce da un’attenta analisi del “cosa è stato” e “cosa è oggi” il fronte mare di Arbatax, da una profonda riflessione sul concetto di “litorale” considerato non come linea di separazione ma come spazio di relazione tra mare e terra, sul ruolo svolto da quella che si è configurata in passato come “porta di accesso all’Isola” e sulla sua evoluzione nel corso del tempo.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

La piazza degli Scogli Rossi dall’osservatorio sul Paesaggio di notte

La necessità che emerge subito è quella di ri-caratterizzare un luogo che si presenta come “vuoto rigido”, e di tramutarlo in uno spazio dinamico nella forma e flessibile negli usi, in grado di ospitare con le modalità più appropriate sia le attività già in essere sia le nuove istanze evidenziate dal bando. L’evoluzione del luogo può scaturire infatti solo dal contesto stesso, e la soluzione progettuale da una profonda analisi storica, morfologica e sociale, in modo che il carattere del luogo possa emergere ed esprimersi in quei “tratti somatici” che diventeranno gli elementi architettonici dell’intervento. Il paesaggio Ogliastrino, aspro e “asciutto” per natura, è qui un paesaggio profondamente trasformato anche dall’azione antropica, frutto quindi della continua modellazione da parte della natura e dell’ attività estrattiva delle cave: un paesaggio apparentemente difficile e inospitale ma, forse per questo, fortemente scenografico. Obbiettivo del progetto è quello di tramutare questa distesa aspra in luogo sociale: una piazza di accesso che sia luogo di incontro tra chi arriva e chi abita, una porta sul mare in grado di trasmettere il carattere deciso del luogo e, allo stesso tempo, offrire una accogliente ospitalità.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

Ingresso all’area

CRITICITA’ E STRATEGIE Arbatax, storicamente primo porto di approdo all’Isola per le navi provenienti dalla Liguria, costituisce tutt’oggi una delle porte di accesso ai territori interni: principale scalo portuale della regione dell’Ogliastra è stata a lungo anche luogo di estrazione di materiale lapideo [porfido e granito]; l’unione di queste attività ha caratterizzato la trasformazione morfologica del territorio e l’assestamento organizzativo del nucleo abitato. L’evoluzione funzionale avvenuta nel tempo, che ha visto accostarsi allo scalo merci il porto turistico e la conseguente evoluzione del borgo di pescatori in luogo di villeggiatura, rende necessario un rinnovamento dello spazio pubblico in grado di accogliere e ospitare nuovi eventi e nuovi modelli comportamentali. A fronte di queste rinnovate esigenze le criticità riscontrate sono legate in primis proprio all’uso promiscuo degli spazi pubblici e dei collegamenti viari tra il Porto, il nucleo costruito e il vicino centro di Tortolì. Si riscontrano aree eccessivamente dedicate all’automobile con una assenza di governo degli spazi deputati a transito, sosta e parcheggio e conseguente commistione dei flussi soprattutto nel periodo estivo; intervento propedeutico alla sistemazione della piazza è quindi la risistemazione della viabilità: per la via Lungomare viene scelto il traffico limitato, con accesso veicolare regolato e consentito ai soli residenti [temporanei e/o stanziali nei diversi periodi dell’anno]; il marciapiede viene ampliato e accompagnato da una pista ciclabile: l’intervento permette di alleggerire il flusso e tramutare l’accesso al nuovo waterfront in una passeggiata prevalentemente ciclo-pedonale, di servizio anche ai piccoli esercizi commerciali esistenti. Il traffico diretto verso gli imbarchi viene convogliato lungo la strada immediatamente parallela ai binari della Ferrovia del Trenino Verde, che diventa anche asse distributivo per l’accesso alle zone sosta e parcheggio; queste ultime vengono collocate in prossimità degli accessi al porto turistico e al porticciolo dei pescatori. La fascia verde che ora separa l’area portuale e il nucleo abitato si trasforma in fascia filtro e collegamento: agli interventi ordinari di manutenzione botanica si affiancano la riorganizzazione degli accessi e alla realizzazione degli attraversamenti pedonali, realizzati in legno sui binari e tracciati a terra per i collegamenti trasversali. L’area di progetto si presenta oggi come una distesa di terra compattata: pressoché omogenea nella forma e priva di variazioni in quota o differenziazioni spaziali, viene utilizzata per periodi limitati nel tempo e per finalità diverse: spazio sosta e parcheggio non organizzato, area concerti, luna park, eventi temporanei; fatta eccezione per un piccolo gazebo/caffetteria realizzato con una struttura amovibile, non sono presenti funzioni e servizi permanenti. L’accesso è costituito dall’area libera tra la vecchia Capitaneria di Porto e la nuova sede della Stazione Marittima, in fase di completamento.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

La spiaggia urbana

IL PROGETTO Dall’analisi delle criticità e dei valori del territorio nasce l’esigenza di far riemergere i caratteri identitari del luogo e di restituire unitarietà allo spazio pubblico, trasformando il piazzale in un vero waterfront, spazio sociale capace di adattarsi a necessità variabili e consentire una spiccata flessibilità di utilizzo, vera e propria manifestazione fisica di un paesaggio in movimento e continua evoluzione. L’atto progettuale della modellazione del suolo emerge spontaneo, quasi a voler restituire in forma fisica le forze naturali che agiscono sul paesaggio della costa Ogliastina: l’imponente scogliera di porfido rosso e granito spinge il materiale di accumulo sottostante increspandolo in forme plastiche e decise, che si piegano seguendone la sagoma sollevandosi e abbassandosi con lievi pendenze agilmente percorribili, o piegandosi in maniera decisa per poter ospitare i servizi previsti, mentre l’azione levigatrice del moto marino “modella” l’area di contatto diretto col mare, leggermente sollevata sugli scogli e mossa da piccoli avvallamenti e morbidi rilievi.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

Il pontile

Le fasce ai piedi della scogliera, realizzate in calcestruzzo, seguono pendenze differenti divenendo delle passeggiate completamente prive di barriere architettoniche e attraverso le quali si raggiungono agevolmente i servizi permanenti: un piccolo ristorante-slow food //ittiturismo [ad Arbatax è presente una cooperativa di pescatori molto attiva, anche grazie alla presenza dello stagno di Tortolì, uno dei più pescosi in Sardegna] e una caffetteria//dance floor; alcune aree sono attrezzate per accogliere i servizi stagionali di supporto alla balneazione [docce, noleggio attrezzature], in modo che possano essere facilmente montati e rimossi. L’area piana costituisce la piazza vera e propria: pensata per un utilizzo flessibile e adattabile alle diverse esigenze, è cablata in modo da consentire di collocare agevolmente e in punti differenti attività temporanee e piccoli eventi; la pavimentazione è realizzata in cemento architettonico derivante dal riutilizzo del materiale esistente, frantumato e rimescolato per la formazione del calcestruzzo, che restituisce così la gamma cromatica delle “rocce rosse”.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

L'osservatorio sul paesaggio

L’estremo più a est dell’area costituisce, oltre che una piazza in quota, l’area rialzata dedicata ad ospitare il palco in occasione dei grandi eventi, come l’annuale “Rocce Rosse Blues”, uno degli appuntamenti musicali più importanti della Sardegna, o le attrezzature necessarie per allestire un cinema all’aperto, e dare spazio così a rassegne come il,”Cal’a Cinema”.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

L'ittiturismo a miglio zero / Il ristorante slow food

La “spiaggia urbana” si differenzia ulteriormente per forma e materiale: la rigida stratificazione a diretto contatto con l’acqua e con gli scogli viene demolita e sostituita con strutture leggere in legno marino sollevate rispetto alla roccia sottostante, consentendo l’eccesso agli scogli per la balneazione e il contatto con l’acqua, attraverso un intervento leggero e reversibile. Un sistema di fori a terra consente il posizionamento degli ombrelli per l’ombreggiamento estivo e il deflusso diretto delle acque marine durante le mareggiate.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

La planimetria

Nell’area protetta sottostante la piazza rialzata/palco, un pontile galleggiante in legno si estende sul filo dell’acqua, creando così un luogo dedicato ai tuffi e ai pescatori. I rilievi si alternano ai bassi avvallamenti, piccole piscine salate che ricordano l’azione erosiva del sale sulle lisce superfici di granito del luogo. Dalla spiaggia urbana si accede direttamente alla diga foranea, attraverso un percorso che diventa passeggiata lineare, il cui inizio parte di fronte alla nuova Stazione Marittima; proponiamo che quest’ultima venga completamente ritinteggiata di bianco, evocando così la colorazione caratteristica della torre spagnola.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

Concept

L’intera area è stata concepita come “arredo urbano”: gli elementi che costituiscono la pavimentazione con i salti di quota alti in alcuni punti fino a 50 cm diventano essi stessi sedute lineari e continue, mentre il sistema di illuminazione è costituito da slanciati elementi tubolari in CorTen, collegati tra loro da sottili cavi di acciaio che permettono l’allestimento dei sistemi di copertura temporanea realizzati tendendo semplici teli bianchi, evocativa citazione delle vele marinare e dei festoni delle sagre del borgo.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

L'assonometria delle funzioni

I percorsi, liberi, sono suggeriti da luci puntuali a filo pavimento, mentre i salti di quota sono sottolineati da sistemi di illuminazione lineare lungo le alzate. Il progetto prevede la demolizione del vecchio edificio oggi adibito a Capitaneria di Porto, le cui funzioni verranno ricollocate nel nuovo edificio in costruzione, che oltre alla Stazione Marittima ospiterà info point e biglietterie. L’area di accesso, segnata dai corpi illuminanti alti la cui maglia qui si infittisce, acquista in questo modo nuovo respiro, e consente di collegare visivamente e fisicamente la piazza con le aree adiacenti e con i percorsi di accesso al nucleo abitato e alla pineta che: sviluppandosi lungo la base del promontorio consentono di arrivare a Cala Moresca, e da qui una passeggiata conduce in quota, concludendosi con un elemento in CorTen in aggetto sul punto più alto della scogliera, luogo privilegiato per l’osservazione del paesaggio. Materiali e soluzioni tecnologiche attingono quindi al vocabolario proprio del paesaggio esistente, e questo consente di creare un lessico facilmente leggibile in grado di restituire la tradizione in un linguaggio contemporaneo. Gli spazi e le forme che compongono il progetto sono così contestualizzati in uno spazio che risulta fluido negli usi e nelle percorrenze. Il progetto catalizza azioni e comportamenti già presenti nei luoghi, riordinandone gli utilizzi e consentendo la ri-appropriazione degli spazi pubblici: la differenziazione delle aree ne consente l’ utilizzo per l’intero arco dell’anno, in base alle esigenze, ai periodi della giornata, al variare delle stagioni e del tempo.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

Sezione territoriale

SOSTENIBILITÀ E MATERIALI La creazione di nuovi modelli di comfort urbano viene realizzata attraverso l’adozione di materiali propri del paesaggio e ecocompatibili [il calcestruzzo ricavato dalla frantumazione e dal riuso del materiale presente nell’area e il legno], e tramite l’ uso di tecnologie passive accostate, dove necessario, dall’utilizzo di energie rinnovabili. L’abbassamento della quota di calpestio e il sistema di deflusso delle acque tramite semplice foratura della pavimentazione in legno consente una regolazione termica naturale dell’area a mare; La massa delle murature perimetrali dei servizi “a monte” consente di avere una inerzia termica molto alta, il posizionamento riparato dall’irraggiamento diretto quando il sole è alto, consente di mantenere un ottimo livello di comfort termico durante i periodi estivi, e la predisposizione di sistemi per la ventilazione naturale limita notevolmente l’utilizzo dei sistemi di raffrescamento. Durante l’inverno, quando il sole invece è basso, le ampie vetrate consentono un piccolo accumulo di calore, mentre la ventilazione naturale sfrutta l’azione mitigante del mare. La sostenibilitàè tesa a mantenere l’ equilibrio tra risorse, lavorazioni e tradizione: la scelta dei materiali, dei sistemi di illuminazione a led a basso consumo energetico e ridotta manutenzione risponde alle finalità espresse dal bando. Insieme alla scelta di prevedere l’utilizzo di microgeneratori eolici, che rappresentano un interessante strumento attraverso il quale valorizzare la potenzialità ventosa propria dell’area: la turbina verrà scelta tra quelle bipala o tripala ad asse di rotazione verticale, particolarmente efficienti e adatte per applicazioni in aree urbane perché estremamente silenziose e indipendenti dalla direzione del vento, di cui sfruttano anche le turbolenze.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

I servizi

ASPETTI GEOLOGICI, GEOMORFOLOGICI E SOLUZIONI STRUTTURALI

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

Schemi di riuso

La cava storica di Rocce Rosse si sviluppa sul tratto antistante il mare con un fronte unico ad anfiteatro, disposta con asse longitudinale E-W di altezza variabile e lunghezza di circa 350 metri. L’estrazione ha negli anni determinato l’avanzamento della coltivazione con fronte in arretramento a gradone unico verso Sud. E’ proprio dal vuoto di coltivazione così creato che ha avuto origine il piazzale di cava. Per effetto della variabilità litologica presente sul fronte, sono stati estratti nel tempo blocchi litoidi da scogliera di tipo diverso. Infatti la giacitura strutturale delle formazioni, rilevabile nel fronte, evidenzia la presenza, a cominciare da Ovest, di granodioriti monzogranitiche biotitiche, a grana medio-grossa, inequigranulari, con fenocristalli di feldspato potassico pluricentimetrici e con tessitura orientata (il tutto per una lunghezza di circa 60 metri); di un primo filone di porfido granitico, di colore prevalentemente rosato e rossastro a struttura porfirica per fenocristalli di quarzo, feldspato e biotite e tessitura isotropa (lunghezza di circa 30 metri); un piccolo filone aplitico adiacente al precedente (10 metri); nuovamente le granodioriti su una lunghezza di circa 60 metri; un secondo filone aplitico (con sviluppo sul fronte di circa 10 metri); un secondo filone di porfido granitico (10 metri), per terminare con una estesa fascia di circa 100 metri di granodioriti. Lo schema che segue esemplifica la situazione soprariportata: Data la durezza dei materiali e la necessità di reperire blocchi di grosse dimensioni, lo scavo è avvenuto con l’utilizzo di esplosivo. A seguito quindi della dismissione, il fronte è rimasto inattivo e sullo stesso hanno agito i fenomeni di detensionamento che sono causa di distacco di blocchi rocciosi. Qualsiasi intervento di valorizzazione del comparto non potrà assolutamente non tenere in debito conto la pericolosità insita nel fronte, sul quale occorre intervenire solo in seguito ad un accurato studio geologico-geotecnico – geostrutturale e geomeccanico ed ai necessari interventi di recupero o mitigazione della pericolosità, per poter definire l’intervento più appropriato. Una volta identificate le porzioni dell’ammasso prossime ai manufatti da realizzare, sarà cura dell’equipe verificare ugualmente la situazione di stabilità del fronte anche a seguito del progetto di messa in sicurezza della cava attualmente in fase di predisposizione da parte dell’Amministrazione. Qualsiasi intervento proposto dovrà quindi essere preceduto da un accurato rilievo con laser scanner che consentirà di acquisire una notevole mole di dati per la descrizione tridimensionale del fronte interessato e per l’ottenimento di un modello digitale di tutta la superficie del medesimo, necessario ai fini sia della conoscenza dello stato di fatto della parete e sia di una sicura realizzazione delle opere. Per ciò che concerne la stabilità geomorfologica dell’ex piazzale di cava, attualmente utilizzato nelle manifestazioni, all’esame diretto preliminare non si rilevano al momento situazioni di instabilità tali da compromettere la futura progettazione e realizzazione delle opere. Proprio in seguito a queste considerazioni, il Gruppo ha definito ed ottimizzato un progetto di riqualificazione dell’area antistante il fronte roccioso dando priorità a scelte non invasive dal punto di vista paesaggistico, che dovranno tenere conto delle elaborazioni citate e delle peculiarità del contesto. Verrà quindi identificata una zona di rispetto sottostante il fronte (che potrà essere meglio perimetrata in fase di progettazione, tramite l’utilizzo di software specifici capaci di simulare il distacco, la caduta o il rotolamento di un masso), su cui disporre un cuscino di materiale inerte in grado di dissipare l’energia di un masso in caduta e che al contempo garantirà la sistemazione in sicurezza dei manufatti in progetto. Nei casi in cui questi ultimi saranno sistemati immediatamente a ridosso del fronte roccioso, valutate le condizioni strutturali e di fratturazione di quest’ultimo, saranno adottate soluzioni che non ne modificheranno la resistenza meccanica (e comunque, ove non già previsti, potranno essere adottati sistemi di difesa attiva quali tiranti attivi, bulloni, chiodi, legature, iniezioni di consolidamento, etc.) Sul piazzale, nel corso degli anni è avvenuto il riporto con materiale di risulta della stessa cava, al fine di consentirne almeno il riutilizzo. Proprio a causa delle ottime caratteristiche degli inerti utilizzati e per il fatto che il sottofondo continua a essere roccioso, esso si presenta particolarmente consolidato e quindi non necessita di interventi di stabilizzazione fatta eccezione per le attività di rimodellamento morfologico che si andranno a realizzare. Nella fascia centrale della piazza, che nell’idea progettuale resterà piana (a meno delle necessarie pendenze per lo scolo in fogna delle acque piovane), è previsto un abbassamento, rispetto all’attuale piano di campagna, di circa un metro, rimuovendo i materiali già accumulati in passato nell’ex piazzale . La rimozione (qualora si tratti di altezze contenute) consentirà di raggiungere la quota di base del piazzale e di metter a nudo la continuità dei filoni di porfido che emergono nel tratto costiero antistante. Si avrà quindi modo di apprezzare una valenza morfologica e strutturale di sicuro interesse paesaggistico che appunto caratterizza il settore quale la presenza delle cosidette “Rocce Rosse”. La pavimentazione architettonica prevista sarà costituita da uno strato di finitura di porfido granitico di colore rosato, ottenuto vagliando il materiale di scavo o proveniente da cave locali di della medesima tipologia. Il restante materiale di risulta, previa caratterizzazione secondo le specifiche delle norme ambientali (T.U. 152/2006 e s.m.i.) sarà invece riutilizzato per creare le pendenze previste nella fascia a ridosso della scogliera. Sarà buona regola, in fase esecutiva, stendere il materiale a strati di max 15-20 cm in modo da costiparli mediante operazioni di compattazione meccanica. La costipazione potrà essere periodicamente valutata attraverso apposite prove su piastra in situ. Su tale sottofondo sarà quindi sistemata una pavimentazione architettonica realizzata in legno marino particolarmente resistente all’aggressione dei sali e conformata in quanto a dimensione ed inclinazione degli elementi, in modo da rispettarne le pendenze. Le porzioni di pavimentazione che aggetteranno oltre la scogliera saranno supportate da profilati in acciaio trattati, nelle parti interessate dagli spruzzi dell’acqua, con particolari vernici epossidiche antisale. In particolare, l’osservatorio sul paesaggio, sarà realizzato mediante una lamiera in COR-TEN opportunamente incastrata ed eventualmente ancorata alla roccia del piazzale, mediante tiranti attivi. Questo materiale presenta evidenti vantaggi di ordine tecnico ed economico. E’ infatti caratterizzato da una elevata resistenza meccanica, che consente apprezzabili riduzioni di spessore e conseguenti diminuzioni di peso, e da una elevata resistenza alla corrosione. Esso infatti, aggredito dagli agenti atmosferici, è in grado di autopassivarsi, rivestendosi di una patina di gradevole colorazione bruna che impedisce il progressivo estendersi della corrosione e conferisce al prodotto una particolare valenza estetica. Attualmente il piazzale non dispone di adeguati sottoservizi per un corretto scolo delle acque meteoriche; inoltre l’utilizzo del piazzale in occasione di eventi di particolare rilevanza richiede la presenza di una vasca di prima pioggia per la pulizia e l’eventuale disoleazione delle acque di scolo e degli olii dispersi sulla superficie della piazza per la eccezionale presenza di mezzi pesanti. Con riferimento al progetto strutturale delle rampe e dei manufatti della zona dei servizi, si propone come soluzione l’uso del calcestruzzo armato precompresso con sistema di post-tensione. Tale tipologia di solaio è in grado di unire la rigidezza nel piano del sistema solaio a piastra piena in cemento armato con la leggerezza dei sistemi precompressi. Da tale unione prendono forma i solai post-tesi, oggi la migliore soluzione solaio in virtù delle seguenti caratteristiche: spessori contenuti in rapporto ai carichi applicati; copertura di maggiori luci e conseguente riduzione del numero dei pilastri; assenza di elementi fragili in laterizio che potrebbero lesionarsi rovinando sugli occupanti; semplicità di realizzazione che riduce la possibilità di errore umano e di incidenti sul lavoro; eliminazione delle nervature ribassate che comportano difficoltà costruttive e difficoltà di installazione degli impianti; assenza di fessurazione e quindi altissima durabilità strutturale.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

La piazza degli scogli rossi e la spiaggia urbana al mattino

Maria Pina Usai, Mario Casciu, Margherita Fenati, Daniele Iodice — Riqualificazione del piazzale degli Scogli Rossi ad Arbatax

I sistema territoriale e le connessioni

Fischerei Zentrum - cecilia fossati, Alice Busani

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Situation _ Bei der Annäherung an die Situation war für uns klar, das Gebäude in der vorhandenen Umgebung so zu platzieren, dass ein Grossteil der vorhandenen Bäume erhalten und geschützt werden kann. Das Gelände wird, trotz seiner unmittelbaren Nähe zum See und vom Fischereigebäude nur partiell genutzt, nie den Charakter eines öffentlichen Ortes haben. Durch unseren Eingriff soll der Charakter des Geländes und die grüne Umgebung gestärkt und hervorgehoben werden. Das Fischereizentrum ist im nordöstlichen Bereich des Geländes so positioniert, dass die kürzeste Verbindung zur Bootsanlage am See gewährleistet ist. Weitere bauliche Erweiterungen könnten am südlichen Ende zur Strasse hin vorgenommen werden.

cecilia fossati, Alice Busani — Fischerei Zentrum

Outside Perspective

Konzept _ Unsere Vision für das neue Fischereizentrum im Hafen Steinachs, einerseits Arbeitsort aber auch Ort für die Aufzucht der Fische, ist es, ein Gebäude zu schaffen, welches sehr pragmatisch, kompakt und zugleich effizient erschlossen ist. In genereller Anlehnung an den Lebenskreislauf und an die Aufzuchtzyklen der verschiedenen Fischarten, die sich untereinander teils stark unterscheiden, ist unser Gebäude nicht linear aufgebaut und erfährt in seiner räumlichen Konzeption keine hierarchische Ordnung. Ausgangspunkt unseres Projektes ist ein zentraler Kern, von dem aus sich das Gebäude in zwei Direktiven entwickelt: Die Erste ist die vertikale Verteilung schwerer Materialien, die durch einen Kran durch das Gebäude hindurch ermöglicht wird. So können Materialien von der Pump-Station durch die Produktion, zu den Technikräumen und auch zum Beispiel direkt aus dem Gebäude zur Anlieferung transportiert werden. Die Zweite ist die zirkuläre Bewegung, die von vier Kardinalpunkten aus zugänglich ist. Die verschiedenen Sektoren und Nebenräume werden vom Kern wie von einem Magnet angezogen und sind nur durch diesen zentralen Transportweg erschlossen. Der Transportweg und die Produktion sind durch die Struktur des Gebäudes klar getrennt. Durch das von oben einfallende Licht entsteht zudem eine unsichtbare Wand, die eine bessere Orientierung erlaubt, ohne die Offenheit des Gebäudes zu verlieren. Die Elemente der vertikalen Erschliessung, linear durch das Zentrum des zentralen Kreises geführt, fungieren als Träger für die obere Etage sowie für die Decke des Produktionsraums.

cecilia fossati, Alice Busani — Fischerei Zentrum

Interior Space

Zugang _ An den Stellen wo der Kreis aufgebrochen ist, fügen sich die Zugänge in die Kubatur. Am südlichen Kardinalpunkt befindet sich der Haupteingang, der Erschließung von Süden folgend, mit dem angeschlossenen Foyer. Am gegenüberliegenden nördlichen Kardinalpunkt befindet sich der Hauptausgang für die Elektrohandwagen, um zur Bootsanlage am See zu gelangen. Am östlichen Punkt befindet sich die Anlieferung mit direkter Anbindung an die Krananlage und mit Zugang zur angrenzenden Garage. Der westliche Ausgang führt zu den Rundstrombecken der Zwischenhälterung, um eine direkte Verbindung mit der Produktion zu ermöglichen. Jeweils am westlichen und östlichen Kardinalpunkt ist eine grosszügige Überdachung den Zugängen vorgelagert geplant. Das Fischereizentrum ist für Autos und Lastwagen über die kleinen Strasse am Südende des Grundstücks zu erreichen, die direkt zur Anlieferung führt. Jegliche weitere Distribution und Transporttätigkeiten geschehen unter Verwendung von Kranbahn und Elektrohandwagen. In den vier Kreissegmenten sind die der Anlieferung angeschlossene Garage, Büroräume, Schulungsräume, Nebenräume für die Produktion sowie Lagerräume und eine Werkstatt untergebracht. Die Technikräume hingegen befinden sich im ersten Obergeschoss, um die Verteilung des Wassers zu vereinfachen und den Dämmperimeter auf das Erdgeschoss zu beschränken. Da das Wasser nur einmal ins obere Geschoss gepumpt werden muss, wird für die Zirkulation keine weitere Energie benötigt. Das Technikgeschoss ist infrastrukturell angebunden durch ein Treppenhaus, einen Aufzug und über den Kran. Die Zirkulationsabsetzbecken und die Pumpstation befinden sich zentral im Untergeschoss übereinander platziert, um den Aushub, die bauliche Wasserhaltung und den Abdichtungsaufwand so gering wie möglich zu halten. Bei unserem Projekt ist die Pumpstation zudem direkt von Aussen mit dem Treppenhaus im Nordsektor verbunden und lässt sich über das Kransystem des Fischereigebäudes bedienen.

cecilia fossati, Alice Busani — Fischerei Zentrum

Situation Plan

Konstruktion _ Für die Errichtung des Fischereizentrums schlagen wir eine Ortbetonkonstruktion vor. Die Anlieferung und das Handhaben von vorfabrizierten Halb-/Fertigteilen würde in dem starken Bewuchs auf dem Grundstück aufgrund des begrenzten Manövrierraums und dem geringen Bauvolumen zu einem unverhältnismäßig hohen logistischen Aufwand führen. Weiter kann durch eine Insitu-Konstruktion die Belastung für die auf dem Grundstück befindliche Vegetation reduziert werden. Die im Erdreich zu erwartenden Bauschuttreste können vor Ort gebrochen und als Recyclingbeton während der Errichtung des Bauwerks an geeigneter Stelle wieder verbaut werden. Ebenso kann das vorgeschlagene Fischereizentrum am Ende seines Lebenszyklus’ aufgrund des Verzichts auf Verbundwerkstoffe und die einfache Konstruktion sortenrein rückgebaut, getrennt und bei der Errichtung eines neuen Bauwerkes recycelt werden. Durch die vor Ort wiederholt verwendbaren Schalelemente können besonders die gekrümmten Bauteile mit relativ geringem Aufwand erstellt werden.

cecilia fossati, Alice Busani — Fischerei Zentrum

Plan Goundfloor

cecilia fossati, Alice Busani — Fischerei Zentrum

Section 01

cecilia fossati, Alice Busani — Fischerei Zentrum

Section 02

cecilia fossati, Alice Busani — Fischerei Zentrum

Section 03

cecilia fossati, Alice Busani — Fischerei Zentrum

Detail

cecilia fossati, Alice Busani — Fischerei Zentrum

Outside Perspective

Foresteria 2315 - Enrico Bellotti

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Riuso – Semplicità– Concretezza – Praticità– Funzionalità– Interattività

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Queste sono le parole chiave alla base dell’idea di progetto per la RIVISITAZIONE della ex Caserma della Guardia di Finanza al Passo della Forcola di Livigno (SO) e la trasformazione in “FORESTERIA 2315”

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Riuso, cioè riutilizzo di materiali già presenti in loco, oppure di elementi che hanno concluso una prima vita svolgendo una funzione, ora rivisitati per svolgere nuovi, inaspettati, compiti.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Semplicità come elemento di forte caratterizzazione degli spazi, attraverso l’utilizzo di “materiali poveri” che proprio per questa loro caratteristica determinano un senso di concretezza e sicurezza.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Va precisato che “materiali poveri” non significa “materiali scadenti”, tutt’altro!

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Una sapiente rivisitazione di questi materiali (pallets e altri oggetti di recupero, pannelli osb, ferro, …) è il valore aggiunto di questi ultimi, perché connotano, a nostro avviso, un’elevata qualità di progetto assolvendo al tempo stesso il duplice compito di elementi funzionali e di oggetti di impatto emotivo dovuto allo stupore generato dalla loro scoperta da parte degli ospiti.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

La filosofia di progetto consisterà nel rivisitare la struttura, attraverso la reinterpretazione di molti elementi, per restituirne un ambiente fresco, giovane, accattivante, coinvolgente ed al contempo caldo ed accogliente.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Non si tratterà di “dare un caffè” o di “vendere qualcosa” ai passanti durante una sosta lungo il loro percorso, ma di regalare loro una esperienza inattesa attraverso la scoperta di un luogo in grado di stupire e di essere ricordato.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

La progettazione della FORESTERIA 2315 non si limita ad una operazione di demolizione e costruzione pedissequa. È la progettazione di una immagine coordinata dell’attività, e comprende lo studio degli interni, della distribuzione funzionale degli spazi, della grafica da utilizzare per insegne, business card, menù, divise e di tutto quello che caratterizza una attività di successo. La progettazione non finirà con la realizzazione del locale, ma proseguirà per l’allestimento di tutti i futuri impegni del locale.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

La distribuzione interna degli spazi, volta ad ottenere il migliore risultato in termini di funzionalità e praticità di utilizzo, è stata oggetto di approfondita analisi da parte di tutto il team, per giungere ad una idea condivisa e che potesse calzare ed assecondare tutte le richieste delle varie figure che animeranno l’attività.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

L’attività principale, che verrà completata nei prossimi mesi, occupa il piano terra dell’edificio. Qui sono stati individuati degli spazi ben precisi con funzioni definite: l’ala nord ospita il ristorante da 50 posti e la cucina.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Il ristorante sarà caratterizzato attraverso una serie di elementi d’arredo e di illuminazione per accentuare l’idea di genuina convivialità.

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La cucina sarà strategicamente posizionata in prossimità del vano scala, al centro dell’edificio, per essere fruibile sia dal ristorante che dal caffè che si sviluppa nell’ala sud.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Per evitare interventi invasivi sulla struttura portante tutta l’impiantistica necessaria per l’installazione della cucina sarà alloggiata al di sotto di una nuova pedana rialzata che proseguirà anche nella zona caffè. La cucina rispetterà tutte le prescrizioni della normativa igienico sanitaria vigente e tutte le indicazioni già ottenute nei colloqui tenuti con il funzionario ASL.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Il caffè avrà due segni molto forti al suo interno: il bancone bar, caratterizzato come meglio descritto con le immagini nel fascicolo di progetto, ed un banchetto dallo sviluppo irregolare attorno al setto portante della struttura che permette di avere un maggiore numero di posti a sedere per gli sgabelli.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Il negozio occupa l’ultimo settore del piano terra. L’idea che lo caratterizza è quella del “percorso guidato”, dove l’avventore sarà accompagnato in un percorso studiato per condurlo, attraverso una selezione di prodotti nostrani, fino ad un corner che risulta nascosto fino all’ultimo e sul quale viene esposto il prodotto di punta del momento.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

I piani sottostanti, adibiti a camere per ospiti, saranno completati nei prossimi mesi così come la parte da adibire a ristorante.

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Enrico Bellotti — Foresteria 2315

Ampliamento Galleria d'arte con riqualificazione dell'area pertinente. Cagliari - Mario Casciu, Maria Pina Usai, GIAIME CABRAS, Marinella Cogodda, Francesca Rango, Margherita Fenati, Daniele Iodice, IngTech s.r.l., giovanni pinna, Carmelo Allegra

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0.0 OBIETTIVI DEL PROGETTO

Mario Casciu, Maria Pina Usai, GIAIME CABRAS, Marinella Cogodda, Francesca Rango, Margherita Fenati, Daniele Iodice, IngTech s.r.l., giovanni pinna, Carmelo Allegra — Ampliamento Galleria d'arte con riqualificazione dell'area pertinente. Cagliari

Tav05

Il progetto per l’ampliamento della Galleria si inserisce in un più vasto programma attuato dal Comune di Cagliari per il recupero di alcuni dei principali beni storicoarchitettonici della città al fine di riutilizzarli come spazi dedicati alla cultura: il Ghetto degli ebrei, l’Ex Palazzo civico, l’Ex Teatro civico di Castello, la Passeggiata coperta, il Lazzaretto, l’EXMA; l’obiettivo è quello di mettere in rete i diversi poli dedicati all’Arte e attivare un’offerta culturale in linea con le più attuali realtà artistiche nazionali e internazionali, nell’ambito di un insieme di luoghi della cultura in grado di dialogare con la città, di aprirsi ai suoi abitanti e di accogliere i suoi ospiti. Le nuove aree espositive della Galleria e i relativi servizi sono quindi stati pensati come un sistema continuo e organico di spazi attrezzati e ‘attrezzabili’, in grado di accogliere mostre ed eventi differenti, di aprirsi al vasto pubblico delle “grandi mostre”, di scambiare con altre realtà culturali il proprio patrimonio garantendo a opere di tipologia e dimensioni diverse di essere conservate ed esposte, e sono stati concepiti come spazi fortemente dedicati anche alle attività del quotidiano, capaci di adattarsi alla molteplicità delle attività divulgative e ricreative legate alla cultura e all’arte (eventi, laboratori, workshop etc.), e in cui poter trascorrere un’intera giornata a qualsiasi età e in qualunque periodo dell’anno. Dal punto di vista morfologico l’intervento entra a far parte di quella rete di manufatti paesaggistici e storico-architettonici in cui la Città riconosce la propria identità e attorno ai quali è cresciuta e si è sviluppata: il sistema degli Stagni, dei Colli, dei Bastioni e delle Torri, vere e proprie cerniere tra i diversi quartieri urbani. Le figure di Cagliari che hanno orientato lo sviluppo urbano, storico e più recente, hanno indirizzato le scelte progettuali. In particolare, l’assetto urbano dell’ area di progetto e la separazione fra le quote di viale San Vincenzo e quella dei Giardini pongono il sito di progetto come punto di cerniera fra i due. Il costone roccioso e i punti di vista offerti dall’area sono stati utilizzati come elementi progettuali, così come la città ha fatto per lungo tempo tramite diverse architetture.

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Tav01

0.1DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO / 01.1. Distribuzione architettonica e attività L’ampliamento della Galleria si pone in continuità con l’edificio esistente: al piano terra (si prevede demolizione e ricostruzione del’ala nord-ovest che attualmente ospita la Sala sarda, gli uffici e la biblioteca) un collegamento diretto dall’edificio storico, (che, come da richiesta del bando, non viene alterato nè dal punto di vista architettonico nè per quanto riguarda la disposizione della collezione Ingrao) conduce al nuovo volume. Quest’ultimo ridisegna un accesso dalle aree esterne di pertinenza dell’edificio dell’Assessorato alla Cultura, in diretto collegamento con l’Assessorato stesso e con le vie d’accesso (ripristinate) da Viale San Vincenzo e dai Giardini Pubblici. Lo stesso accesso permette l’autonomia del nuovo volume dal quello della Galleria anche nei momenti in cui la Collezione Ingrao viene chiusa al pubblico. In questa prima porzione dell’ampliamento vengono ri-sistemati gli uffici per l’amministrazione museale con i relative servizi, accessibili dall’esterno dagli spazi adiacenti l’Assessorato e quindi dai parcheggi dedicati al personale, e direttamente collegati alla Sala Sarda e alla nuova Sala per le esposizioni temporanee che conducono poi alla Galleria esistente. In questo primo blocco trovano la loro collocazione anche gli spazi di deposito per le opere e i materiali per gli allestimenti, facilmente accessibili sia dall’esterno che dalle sale espositive: l’accesso carrabile da Viale San Vincenzo, adatto anche ai mezzi pesanti, consente agevolmente le operazioni di carico e scarico, mentre il grande montacarichi permette il trasporto del materiale anche ai piani superiori. Il passaggio dall’edificio esistente al nuovo edificio avviene tramite un nuovo piccolo foyer, che è anche punto informativo e spazio dedicato al merchandising. Subito dopo si accede alla nuova sala dedicata alla collezione Sarda. In continuità con l’edificio esistente, il materiale di rivestimento marmoreo del pavimento. L’esposizione della sala Sarda è ospitata interamente su questo livello. Segue la sala per esposizioni temporanee, direttamente collegata alla sala Sarda dalla quale può essere divisa attraverso l’utilizzo di pareti espositive mobili: la possibilità di avere una sala unica di grandi dimensioni (così come richiesto dal bando) consente di poter studiare di volta in volta gli allestimenti più idonei alle opera esposte e/o di utilizzare l’intera ampiezza del piano terra per le attività accessorie, sia divulgative che didattiche. La parte del magazzino direttamente adiacente alle prime sale è area visitabile/visibile, grazie alla parete divisoria completamente apribile. In questo modo sarà possibile esporre anche opere non incluse nell’allestimento. Dall’esterno il volume ha un profilo lineare , arretra rispetto al filo dell’edificio precedente in modo da dare maggior respiro agli spazi prospicienti l’edificio dell’Assessorato. La parte prospiciente l’edificio dell’Assessorato presenta una facciata in vetro U-Glass satinato, materiale utile alla diffusione della luce negli spazi interni, particolarmente indicata per la zona delle sculture, mentre l’illuminazione naturale sulla sala delle esposizioni temporanee è garantita dai lucernai; da queste prime due sale si accede al nocciolo distributivo che, oltre al vano scala e all’ascensore/montacarichi, ospita i servizi igienici, gli impianti e i vani accessori per tutta l’altezza dell’ampliamento. Sullo stesso prospetto, la scala parallela alla facciata conduce alla piazza: una terrazza ricavata sul tetto dell’edificio. La stessa area può essere raggiunta tramite la rampa retrostante con pendenza a norma di legge per l’accesso ai disabili. La pavimentazione esterna è in pietra calcarea a formare una superficie unica e a suggerire le direzioni di percorrenza dell’intera area. Al primo livello, vengono collocati caffetteria e biblioteca/bookshop (quest’ultima, riposizionata, mantiene la dotazione dimensionale attuale): affacciati direttamente sulla piazza (che, insieme ai giardini, è il plateau in grado di ospitare grandi opere open air) costituiscono gli spazi ‘pubblici’ pensati per un uso quotidiano in relazione agli eventi espositivi e alle attività accessorie, ma in grado di funzionare anche autonomamente rispetto al sistema ‘museo’ e di garantire, quindi, un’ apertura costante di questo nuovo spazio pubblico: alla caffetteria e alla biblioteca infatti è possibile accedere sia seguendo il percorso museale sia direttamente dalla piazza; il ‘nocciolo distributivo’ interno inoltre può essere, all’occorrenza, chiuso in entrata ai piani superiori consentendo di separare i due flussi di visita, quello museale/verticale dal Livello 1 all’ultimo piano dell’ampliamento e quello orizzontale/pubblico che collega piazza/caffetteria/biblioteca. Le sale ai Livelli superiori sono state pensate in modo da poterne consentire un utilizzo flessibile: le dimensioni e la conformazione degli spazi ospitano allestimenti ed esposizioni di diverso genere, e la doppia altezza tra piano 2 e piano 3 permette di poter ospitare anche opere di grandi dimensioni, oltre che di avere un collegamento diretto, anche visivo, tra i diversi piani. Le sale opportunamente suddivise e allestite tramite sistemi mobili, possono ospitare le attività accessorie: conferenze e lezioni, proiezioni, laboratori e workshop, attività didattico-ricreative, ma anche reading, concerti, performance. Le soluzioni progettuali scelte rispondono all’esigenza di poter prevedere ambienti multifunzionali per attività compatibili e attuabili secondo un criterio di rotazione: questo consente di garantire e conservare nel tempo una elevata sostenibilità sociale ed economica dell’intervento: molte delle attività potranno essere svolte anche durante gli orari di chiusura del museo o in periodi in cui non siano previste esposizioni; le attività didattiche potranno essere gestite in collaborazione con le le scuole e le Associazioni, potranno essere previsti corsi di aggiornamento e formazione rivolti alle amministrazioni pubbliche e agli operatori del settore oltre che laboratori e workshop di approfondimento per le accademie e le associazioni culturali; tutto ciò garantirà una continuità di utilizzo anche grazie alla possibilità di calibrare l’uso dei diversi spazi e controllarne gli accessi in base alle attività. La Piazza, concepita come un grande piano, entra a far parte del sistema degli spazi pubblici della Città e del sistema Museale: direttamente collegata ai Giardini e accessibile da Viale San Vincenzo, può essere utilizzata come spazio espositivo per opere di grandi dimensioni insieme ai Giardini stessi, e, nello stesso tempo, come espansione all’aperto di caffetteria e biblioteca, oltre che parterre per concerti, eventi, attività ludico-ricreative; unico vezzo formale su questo enorme salotto a cielo aperto un omaggio alla panca disegnata da Ubaldo Badas, nel 1928, durante gli interventi di restauro che trasformarono l’antico edificio (che da Polveriera era già divenuto Caserma alla fine dell’800) nell’attuale Galleria d’Arte Comunale. La piazza, che funge anche da vera e propria terrazza è un pavé in sanpietrino di basalto di diverse cromie. Il suo utilizzo, sia legato alle attività dell’edificio, sia per eventi o fruizione diversa, gode di una buona esposizione e ombreggiatura data dalla roccia antistante e dal volume dell’edificio. Da qui la scelta di non predisporre ulteriore sistema di ombreggiatura, lasciando la piazza libera per attività diverse ed eventuali esposizioni e installazioni studiate ad hoc. Particolare attenzione è stata posta nello studio dell’inserimento paesaggistico dell’intervento in relazione col sistema dei costoni rocciosi degradanti dalla rocca di Castello: la valorizzazione del sistema di spazi aperti limitrofi alla Galleria, quali elementi qualificanti del sistema espositivo, prende in considerazione la futura apertura delle grotte, assumendola quale parte integrante del progetto sia per quanto riguarda il sistema degli accessi che di quello museale. In particolare, il rapporto dell’edificio con la roccia e con le apertura delle grotte è studiato sia nel prospetto (l’unica apertura ampia sul lato roccia dell’edificio è la finestratura della biblioteca), sia nello spazio intermedio fra i due costoni (quello della roccia e del volume). Qui la facciata è in basalto.

Mario Casciu, Maria Pina Usai, GIAIME CABRAS, Marinella Cogodda, Francesca Rango, Margherita Fenati, Daniele Iodice, IngTech s.r.l., giovanni pinna, Carmelo Allegra — Ampliamento Galleria d'arte con riqualificazione dell'area pertinente. Cagliari

Tav02

01.1. Volumi e altezze Piano Quadro per il Centro Storico di Cagliari colloca l’area di progetto in zona G1 “zone per servizi generali”, di cui all’art. 29 : Le altezze massime delle nuove costruzioni non possono superare quelle degli edifici 116circostanti di carattere storico-ambientale mentre le distanze tra gli edifici, ove non sia possibile costruire sul confine, non possono essere inferiori a quelle intercorrenti tra gli edifici preesistenti, computate senza tener conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente.” La vicinanza a un edificio di valore storico quale quello dell’ex-polveriera, induce a un particolare rispetto del contesto, anche per quanto riguarda le altezze. Nonostante le indicazioni normative il progetto propone un’altezza totale del volume emergente di 13 m, equivalenti a un livello oltre l’edificio dell’Assessorato e due rispetto a quello dell’attuale Galleria. La scelta è di carattere progettuale e funzionale. Per quanto riguarda il primo aspetto, si considera sì la relazione con gli edifici preesistenti, ma anche la presenza del costone roccioso sul lato Sud-Ovest. L’altezza del costone non viene superata, viene anzi, utilizzata come quinta per il nuovo volume dell’edificio. Lo scopo non è quello di dare un aspetto iconico all’edificio, ma piuttosto fornire punti di vista e scorci diversi. La relazione di basa su semplici rapporti che le figure urbane di Cagliari presentano nel tessuto della città (rapporto con i costoni rocciosi, terrazzamenti, struttura urbana conformata sui colli…). L’altezza prevista e la volumetria è stata studiata in modo da permette permeabilità, ventilazione e illuminazione anche all’edificio dell’Assessorato, situato già ora a una distanza minima dal fabbricato della retrostante della galleria. Dal punto di vista funzionale l’altezza del volume permette una distribuzione degli spazi consona al programma predisposto, oltre che una duttilità nelle attività e nella possibilità di far funzionare l’edificio per parti. Considerando l’aspetto non speculativo dell’intervento, la proprietà pubblica dell’edificio, si considera la possibilità di andare in deroga alla normativa vigente. I volumi dell’edificio di progetto sono così suddivisi: Il progetto utilizza altezze differenti per diversi spazi, mai sotto i 3.5 (ecluso per i locali di servizio). Nell’ottica di poter ospitare eventi, mostre, istallazioni di diversa natura, e in linea con gli spazi museali contemporanei più funzionali e meglio utilizzati, si preferisce costruire minor superficie di calpestio, ma dotare l’edificio di altezze consone all’allestimento di mostre di diversa natura. E’ stata realizzata una nuova volumetria pari a 5000 mc oltre ai 1960 mc demoliti e ricostruiti corrispondenti all’attuale volume dell’edificio non vincolato (da bando). Al collocati caffetteria e biblioteca/bookshop (quest’ultima, riposizionata, mantiene la dotazione dimensionale attuale): affacciati direttamente sulla grande piazza.

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Tav03

01.2. Accessi e viabilità Tutti gli accessi all’area sono stati mantenuti e, laddove necessario, implementati: l’accesso di servizio carrabile da viale San Vincenzo, sia per i mezzi pesanti che per moto e automobili, è dedicato all’uso sia della Galleria sia del fabbricato uffici dell’Assessorato alla Cultura; nella stessa area sono stati riposizionati i dieci posti auto richiesti di cui due dedicati a disabili; sono state riorganizzate tutte le rampe di connessione destinate a persone con ridotta capacità motoria, sia per gli accessi tra la quota strada e la quota di accesso dell’Assessorato, sia da quest’ultima alla quota della nuova piazza; In questo modo sono state rispettate le prescrizioni e le norme di legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche, ed è stata garantita la totale accessibilità della struttura e delle aree di pertinenza a persone con ridotte capacità motorie e/o fisiche.

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Tav04

02.STRUTTURE E’ stato eseguito un predimensionamento delle opere, svolto nel rispetto della normativa vigente:
  • D.M 14.01.2008 – Nuove Norme tecniche per le costruzioni;
  • Circ. Ministero Infrastrutture e Trasporti 2 febbraio 2009, n. 617 Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008; Le norme NTC 2008 precisano che la sicurezza e le prestazioni di una struttura o di una parte di essa devono essere valutate in relazione all’insieme degli stati limite che verosimilmente si possono verificare in funzione dell’utilizzo della struttura, della sua vita nominale e di quanto stabilito dalle norme di cui al D.M. 14.01.2008 e s.m. ed i. La sicurezza e le prestazioni sono garantite verificando gli opportuni stati limite ultimi o di esercizio per la combinazione dell’azione sismica con le altre azioni (Cfr. § 2.5.3 form. 3.2.16 delle NTC 2008). Per la determinazione dell’entità e della distribuzione spaziale e temporale dei sovraccarichi variabili si è fatto riferimento alla Tab. 3.1.II. del D.M. 14.01.2008 in funzione della destinazione d’uso. Nel nostro caso si ricade nella Cat. C3: ambienti suscettibili di affollamento, privi di ostacoli per il libero movimento delle persone nella piazza e Cat. E1 in corrispondenza dei solai destinati a biblioteca e archivio. Per una maggiore economicità e flessibilità architettonica dei solai, si è scelta la soluzione strutturale a piastra a fungo con portata bidirezionale, in calcestruzzo armato alleggerito mediante casseri in polipropilene riciclato di forma tronco-piramidale, con incavo semicilindrico a croce posto in sommità per ospitare barre d’armatura o impianti da integrare nel getto. Tale tipologia di solaio presenta un graticcio di travetti ortogonali nello spessore del solaio che trasferisce tutti gli sforzi direttamente sui pilastri, attorno ai quali sarà sufficiente lasciare una zona piena di dimensioni variabili, in funzione degli sforzi di taglio presenti. Lo spessore totale del solaio è di 30 cm; l’intradosso e l’estradosso sono armati a piastra con maglia bidirezionale di tondini in acciaio da C.A. tipo B450C di diametro e passo adeguati alle sollecitazioni di progetto. Il calcestruzzo è di classe di resistenza minima C28/35, classe di consistenza S4/S5, classe di durabilitàXC2/XC3 e diametro degli aggregati tale da evitare fenomeni di “segregazione”. I consistenti vantaggi economici, pratici e di esecuzione che tale soluzione ha consentito di realizzare sull’intera struttura sono principalmente i seguenti:
  • assenza di nervature ribassate che comporterebbero difficoltà costruttive e difficoltà di installazione degli impianti, con conseguente risparmio di casseforme;
  • risparmio di ferro su solai, pilastri e fondazioni sino a un totale del 15%;
  • risparmio di cls non solo sui solai ma anche su colonne e fondazioni sino al 40%; vantaggi antisismici connessi al minor peso dell’edificio;
  • uso di pilastri circolari e fondazioni nastriformi più snelli;
  • minori costi di sbancamento per le fondazioni;
  • disposizione, anche irregolare, dei pilastri a beneficio della libertà architettonica dell’opera;
  • assenza di elementi fragili in laterizio che potrebbero lesionarsi in fase sismica rovinando sugli occupanti o di elementi di alleggerimento in EPS che potrebbero sbriciolarsi ai bordi;
  • semplicità di realizzazione con conseguente ridotta possibilità di errore umano e di incidenti sul lavoro. Tale soluzione strutturale ha permesso quindi di soddisfare l’esigenza del progetto architettonico di avere solette di grande luce sino a 7-8 m mediante solai di soli 30 cm di spessore, in grado di sopportare i grandi carichi della piazza sovrastante. Ciò ha permesso anche di ricavare più piani a parità di volume edificabile consentito. Inoltre, riducendo il numero di campate, ha consentito una maggiore irregolarità nella distribuzione delle maglie e dei pilastri, rispondendo all’esigenza architettonica e funzionale di ampi spazi e di modularità della sala espositiva principale al piano terra e delle sale ai piani alti del blocco funzionale quadrato. Inoltre, grazie alla minor massa del solaio, all’elevata rigidezza delle solette inferiore e superiore, vengono sensibilmente ridotte anche le sollecitazioni orizzontali su pilastri e pareti, garantendo un migliore comportamento sismico rispetto ai solai tradizionali. Ciò garantisce anche un maggior abbattimento della trasmittanza acustica essendo gli alleggerimenti provvisti di un certificato di comportamento acustico rilasciato da Ente accreditato. Il solaio a piastra garantisce inoltre una notevole resistenza al fuoco certificata REI 180 con copriferro di soli 3,5 cm, il che ha permesso di ridurre notevolmente I costi per la compartimentazione degli spazi, in particolare del caveau. I casseri in polipropilene riciclato non rilasciano inoltre sostanze inquinanti, sono muniti di Certificato di Conformità Ambientale e prodotti da aziende dotate di Sistema di Gestione Integrato (ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001, SA 8000). L’uso di tali casseri, infine, grazie alle intrinseche caratteristiche di impilabilità, modularità, leggerezza e maneggevolezza, permette di realizzare le strutture orizzontali senza l’ausilio di mezzi di movimentazione e sollevamento. I casseri di alleggerimento sono pedonabili in sicurezza e certificati a resistenza caratteristica di 150 kg nel punto più debole. Essi sopportano, durante e dopo il getto, deformazioni dovute non solo al peso del calcestruzzo ma anche all’effetto dinamico connesso con le operazioni di lavorazione: sono cioè in grado di “supportare a secco” il carico del cls fresco, le spinte provocate in fase di costipamento e vibrazione del getto, il peso delle persone, delle armature e delle attrezzature garantendo condizioni di sicurezza, assenza di deformazioni e tenuta stagna. In corrispondenza della pensilina sulla facciata vetrata è previsto uno schema strutturale a solai post-tesi, dotati di altissima duttilità strutturale, in calcestruzzo armato precompresso con post-tensione, i quali uniscono la rigidezza nel piano del sistema solaio a piastra in cemento armato con la leggerezza dei sistemi precompressi. Tali solai saranno realizzati mediante cavi trasversali in fasci di massimo 4 trefoli in acciaio armonico ancorati ad opportune chiavi di taglio in testata ed ai setti in c.a. e da cavi distribuiti longitudinali anch’essi in acciaio armonico. E’ inoltre disposta una rete d’armatura lenta bidirezionale di tondini in acciaio ordinario da C.A. tipo B450C di diametro e passo adeguati alle sollecitazioni di progetto (incidenza circa 10Kg/mq).

0.3. SOSTENIBILITÀ E IMPATTO AMBIENTALE I nuovi interventi architettonici sono stati pensati nel rispetto delle valenze paesaggistiche dell’intorno, della sostenibilità e del controllo dell’impatto ambientale. Si è pensato ad un edificio nell’ottica del risparmio energetico cercando di sfruttare il più possibile le risorse naturali. Le strategie sostenibili adottate all’interno del progetto dell’ampliamento della galleria comunale sono state scelte tenendo conto dei dati climatici storici riguardanti la città di Cagliari e dell’uso che si farà dell’edifico. Si prevede che il museo rimarrà aperto tutto l’anno. Conterrà opere d’arte che per la loro conservazione e il loro mantenimento dovranno stare a temperature comprese tra i 20-25 °C e ad un umidità dell’aria del 55%. L’affollamento previsto da normativa è di circa 30 persone ogni 100mq di area espositiva. Le coordinate geografiche dell’area in cui è inserita la galleria sono 39°13’24”96 N e 09°7’5”16 e si trova a circa 80 metri sul livello del mare in zona climatica C. La città di Cagliari gode di un clima mite, le temperature variano da un massimo estivo di 30.8 °C ad Agosto ad una minima invernale di 5.5 °C a Gennaio. La temperature massima media si attesta sui 25.2 °C, quella minima media si aggira intorno ai 9.9 °C. Se prendessimo come mesi “freddi” quelli in cui la temperatura media mensile scende sotto i 12 gradi scopriremo che solo 4 mesi su 12 possono essere considerati tali. Per questo motivo i carichi termici nei mesi estivi sono molto più elevati, abbiamo bisogno cioè di molta più energia per raffrescare l’edificio che per riscaldarlo. Tutte le nostre scelte progettuali sono state dettate dall’esigenza di risparmiare nei mesi caldi e di sfruttare invece nei mesi freddi la radiazione solare incidente. Per fare ciò in fase progettuale abbiamo studiato il soleggiamento dell’area nel corso dell’anno, abbiamo scelto come immagini rappresentative le situazioni più sfavorevoli, rappresentate dai due equinozi e i dai due solstizi. L’irraggiamento sulla piazza è maggiore in primavera e in estate, si creano però zone molto ombreggiate lungo il crinale roccioso e lungo il perimetro dell’edificio, in prossimità del bar e della biblioteca, in modo da permettere un’estensione all’aperto di queste attività. In autunno e in inverno le pareti orientate a sud-est e a sud-ovest ricevono la radiazione solare diretta, in maniera da poter recuperare il calore passivamente.

Parete ventilata L’edificio è chiuso verso l’esterno da una doppia pelle, la prima verso l’interno realizzata da un triplo vetro opaco la seconda verso l’esterno realizzata in conci di pietra a formare una parete ventilata. Nell’intercapedine creata si forma un flusso d’aria ascendente dovuto alla differenza di temperatura tra l’ambiente esterno e quello interno all’intercapedine. Questo fenomeno d’estate impedisce il surriscaldamento della parete.

Fotovoltaico In copertura è stato posizionato un impianto fotovoltaico composto da pannelli in silicio monocristallino. E’ stata scelta la giacitura piana per una miglior integrazione e per evitare l’ombreggiamento reciproco degli elementi ottimizzando la superficie a leggero discapito del rendimento (l’impianto perde circa l’ 8% ma guadagna circa il 40 % di superficie utilizzabile). Anche sulla copertura dell’assessorato si è scelto di posizionare fotovoltaico per una migliore sinergia energetica tra gli edifici. La potenza dell’impianto è di 54kWp e garantisce una produzione annua di 66053.52 kWh.

Pannelli radianti Per il riscaldamento si è pensato ad un impianto radiante a pavimento, questa soluzione è stata scelta in funzione dell’utilizzo dell’edificio. Il sistema garantisce un comfort termico ottimale, il riscaldamento avviene in maniera omogenea dal pavimento verso l’alto garantendo la stessa temperatura in tutto l’ambiente senza sbalzi di temperatura. Con questo rinnovato sistema di riscaldamento, gli ambienti vengono riscaldati soltanto dove il calore effettivamente serve: sul pavimento, per riscaldare i visitatori ad altezza d’uomo, mentre il soffitto rimane praticamente freddo con un considerevole risparmio di energia termica, superiore al 50%. inoltre il risparmio energetico è dato dalle basse temperature di lavoro dell’impianto, il fluido viene portato a 35 °C per avere una temperatura in ambiente di 20 °C. Lo stesso impianto con un fluido freddo e assistito da un sistema di deumidificazione funziona anche in estate per il raffrescamento degli ambienti garantendo una temperatura stagionale costante sia in estate che in inverno così da creare all’interno dell’edificio un microclima ideale per un’ ottimale conservazione delle opere. I pannelli a pavimento ci permettono di poter realizzare allestimenti sempre diversi, creare partizioni e e chiudere completamente alcune aree, che resterebbero comunque riscaldate e raffrescate. Questo sistema ci permette inoltre di avere un impianto silenziosissimo che si sposa bene con l’attività museale.

Raccolta acque piovane Tra i vari consumi della Galleria c’è anche quello dell’acqua di irrigazione dei giardini. Si è pensato di raccogliere l’acqua piovana che cade sulla piazza in una cisterna e riutilizzarla per l’irrigazione dei giardini e per gli scarichi dei wc.

Sfruttamento dell’illuminazione naturale Si è cercato di sfruttare il più possibile la luce naturale per l’illuminazione degli ambienti. La diffusione della luce avviene nella sala sarda e nella grande sala espositiva poste al livello 0 attraverso una parete realizzata in u-glass e da lucernai posti sulla piazza, entrambi realizzati con vetri in grado di diffondere la luce. A livello 1 del bar l’illuminazione naturale avviene attraverso vetrate poste lungo la facciata, nella biblioteca la radiazione batte sulla superficie rocciosa e viene riflessa all’interno dell’ambiente. A livello 2 e al livello 3 la luce viene diffusa dal vetro opaco della doppia pelle dell’ampliamento, inoltre in copertura dei lucernai ci assicurano l’illuminazione zenitale che grazie alla doppia altezza del secondo livello ci permette di illuminare interamente gli ambienti. Per questioni di illuminotecnica all’interno delle sale si è scelto di utilizzare un sistema di controsoffitto teso in materiale translucido (barrisol). Questo ci permette di integrare l’illuminazione naturale e quella artificiale in modo ottimale e garantire un eguale illuminazione durante l’arco della giornata.

04.FASI DI CANTIERE Il method-statement, ossia il cronoprogramma delle fasi di realizzazione dell’ampliamento della galleria, è stato progettato in modo che le attività di scavo, demolizione ed esecuzione del nuovo apparato strutturale possano essere svolte senza interferire o bloccare il normale funzionamento della galleria d’arte, in particolare per quanto concerne le attività da svolgersi all’interno della sala sarda. Il progetto di ampliamento, come detto, prevede la demolizione dell’attuale blocco destinato a sala sarda e biblioteca e la realizzazione di una grande sala sulla quale sorgerà una piazza ed un ulteriore volume multipiano per funzioni museali e servizi.
  • Fase 1: Sarà buona regola che la realizzazione delle nuove opere avvenga per fasi e ciascuna fase per conci adiacenti, seguendo la maglia dei solai, e dovrà iniziare da quelli compresi tra il muro perimetrale di contenimento adiacente il costone roccioso e la prima orditura di pilastri. La maglia dei pilastri è stata infatti progettata per rispondere al contempo ad esigenze architettoniche, strutturali e realizzative. Essa, infatti, così come la soluzione tecnica della soletta a fungo, permette un avanzamento del cantiere per strisce orizzontali.
  • Fase 2a: Una volta realizzata la porzione di fabbricato che dal muro di contenimento si sviluppa sino alla seconda maglia di pilastri (l’area destinata a cavou) si passerà alla seconda fase in cui il Cantiere si sposterà in corrispondenza del blocco multipiano, il quale dovrà essere realizzato in verticale per tutta l’altezza in modo da permettere la circolazione dei mezzi d’opera nell’area d’ingresso.
  • Fase 2b: Nel contempo, il blocco già realizzato nella Fase 1 (l’area che sarà adibita a cavou ed allestimenti temporanei) potrà essere completato e verranno trasferiti provvisoriamente al suo interno gli allestimenti per la sala sarda e la biblioteca. In questo modo, come richiesto dall’Amministrazione, sarà sempre garantito il funzionamento della galleria e potranno al contempo iniziare le attività di demolizione del corpo esistente, previa messa in sicurezza dell’area adiacente.
  • Fase 3: Concluse le attività di demolizione si riprenderà con la realizzazione delle strutture portanti e della copertura proseguendo sempre per conci adiacenti e per strisce orizzontali. Questo in modo da garantire sempre la viabilità dei mezzi d’opera all’interno del cantiere ed il posizionamento più agevole dell’autopompa e delle betoniere in fase di getto. Potranno essere posizionati dei tavoli per la prefabbricazione contemporanea di più solette inferiori tralicciate che verranno poi posate direttamente sulle casseforme mediante una autogrù. Una volta posizionati manualmente i casseri d’alleggerimento e le armature superiori, potrà essere fatto il getto di completamento. L’area d’accesso, dimensionata per il transito e la manovra dei mezzi di trasporto per lo scarico delle opere d’arte, garantirà sempre la movimentazione dei mezzi meccanici anche in fase di realizzazione.

YAC_Wine culture centre - chrisa vasilopoulou

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Cantina Valpolicella Negrar cooperative company is located just a few kilometres from Verona, in the heart of Valpolicella, a landscape historically devoted to viticulture and wine making. The theme of the competition is to completely redesign the eastern portion of the building such as to create a new building at the north-east part, where the current vinification area is set. Due to the need to quickly satisfy production-related needs, the current architectural outcome is a patchy and controversial building.

chrisa vasilopoulou — YAC_Wine culture centre

board

Our proposal is to think the new wine culture centre as a bold contemporary expression of tradition and innovation, agriculture and technology, production and hospitality. The new centre must become both an efficient infrastructure of industrial production and a project that embodies the values promoted by the cooperative company “Cantina Valpolicella Negrar”, the character of its most exclusive wine and the respect of its outstanding geographic environment. The building’s drawing is developed starting from the topography, such as the main aim of the project is to merge the building and the natural environment. The masterplan emulates the rows of grapes lining the fields while the facades with the wooden trees which support a photovoltaic roof, was inspired by the form of the vines. The building is designed to establish brand identity and excite public attention in a fiercely competitive market, such as environmental sustainability as a property.

chrisa vasilopoulou — YAC_Wine culture centre

ground_floor

The building is organized as a sequence of different spaces with well defined singular characteristics that try to predispose the visitor to enjoy a personal experience with a combination of stimuli. In some of the spaces it is possible to observe the operation of the wine culture centre without interfering with it. The main entrance of the building is located at the south part, where the visitors and users can either head into a large foyer with a reception. The ground level accommodate a part of the offices, storehouses and fruit storehouses, but also research labs, a wine museum and a bar.

chrisa vasilopoulou — YAC_Wine culture centre

level +1

The upper level contains more visitor facilities, such as production itineraries, tasting rooms, a sensory multimedia library, an area for shopping and the rest of storehouses, fruit storehouses and offices, meeting rooms, administrative areas and executed offices. Te lowest level is dedicated to events sections, with a small auditorium for presentations and marketing events, spaces dedicated to workshops, a space for wine therapy spa and multipurpose spaces.

chrisa vasilopoulou — YAC_Wine culture centre

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The storage areas, which need to remain fresh in the summer have a protected west orientation (protected by the oldest part of the building) in order to minimize the effect of the sun and its temperature gain. The new building keeps from the oldest, the required distance for essential cross ventilation, required to eliminate the potentially lethal carbon dioxide produced during the fermentation process. On the other hand the visitor area is located to the north-east sector that offers far stretching views across the vineyards and more natural light, while the north orientation offers a constantly light for destinations like library, wine museum and workshops areas. Building’s openings and orientation respect the main points of view over the vineyard, control of natural light and the discretion that is intended. Circular openings that evocate the wooden barrels, pierce the exterior and interior walls to bring light into the building. The south and west facade are shaded by perforated tensile membranes, which reduce solar gain and heat transfer. The interior spaces are naturally lit during the day and illuminated at night with solar powered light that forms long strips on the ceiling and floor. On the south, west and east facade there is a metallic structure with climbing plants, which improve the microclimate, shade the building from direct solar radiation and create cooler temperatures by evaporation of water for their leaves (transpiration).The vinification silos characterized by a large thermal mass can be located (a part of them) on the western exterior part of the building to function as a protection barrel from the strong afternoon sun. Although the wine is embraced as the beverage of celebration and ritual all over the world, producing a single bottle of wine consumes enormous amounts of paper, glass, water and power used in the winemaking process.

chrisa vasilopoulou — YAC_Wine culture centre

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The building is a design proposal that explores ways to integrate alternative energy gathering and storage systems into commercial architecture in a new and exciting way. The new structure is designed to explore the potential of wine culture centre, that functions as a solar electric generation power system. The solar electricity is produced through a roof of colored photovoltaic transparent glass, that is elevated above the green roof of the building. The solar photovoltaic glass becomes an integral part of the aesthetics of the design, in addition to having the potential of producing a large amount of solar electrical energy for years. The power is used for centre needs and to heat or light up. The solar electricity powers the entire centre, while the excess is sold to the local utility. The photovoltaic glass not only produces energy on situ but also shades the structure below. Also the green roof under the photovoltaic system provides thermal insulation for the function below, reducing the requirement for the mechanical cooling. Roof and plants create an overall microclimate reducing the extreme temperature gaps between outside and inside in the hot weather. Rainwater is collected off the green roofs and stored for use in and around the structure. All of the used water for the wine culture centre is recycled and is used to irrigate the grapevines. The rain gardens on the east part of the centre during stormwater infiltration, improve runoff quality through physical and biological removal of stormawater contaminants. As mentioned above, natural ventilation is used through the building for cooling along with an extensive system of earth pipes that pre-cool the air as it is drawn into the structure. For heating and cooling the structure not only rely on earth pipes but also on solar thermal assisted geothermal heat pumps. An important decision is also the choice of a reduced palette of materials as the building is designed to be constructed from a set of prefabricated wooden xlam panels, which can be quickly assembled with great accuracy, reducing construction times by means of dry installation using mechanical connections and thanks to its minimal structural thickness, ensures considerable benefits in terms of the net usable surface area.

chrisa vasilopoulou — YAC_Wine culture centre

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chrisa vasilopoulou — YAC_Wine culture centre

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chrisa vasilopoulou — YAC_Wine culture centre

chrisa vasilopoulou — YAC_Wine culture centre

general_plan

WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR - Nicola Isetta, Paola Rebellato

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INTROA NEW ICON FOR VALPOLLICELLA NEGRAR The project aims to give Cantina Valpollicella Negrar together with the wine-making working spaces the possibility to hold new activities related with culture, promotional events, research and innovation. Image, communication and brand are the key words for the new winery. The winery becomes the manifesto of a consumer related product which harmonizes production, public relation and market. The winery is redefined as an aggregation space together with production giving a strong image to its territory, redefining and regenerating it.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

THE PROJECTTHE DUNE, THE EAST WING, THE BOULEVARD ANDTHE VINE GARDEN The intervention completely redesigns the EAST WING of the complex. The length is emphasized with an iconic façade design characterized by long shaders on the east side towards via S. Vito. On level 0 the front is relatively closed but is completely open on level 1 where you can benefit of the surroundings hills and vineyards panorama.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

Siteplan

The new street front is an important part of the project’s concept. The parking for visitors is screened by a grass DUNE which gives a landmark profile to the project and separates it from the street, while the level 1 of the new volume with his deep shaders stands out over it catching the panorama on the other side of the street.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

Concept diagrams

The EAST WING is detached from the existing building on the west side creating between the two parts a glass covered greenhouse-like BOULEVARD. This double-height space acting like a buffer connects the buildings and acts as the center of gravity of the project. All the new social and public activities of the winery start from here.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

Circulation diagrams

On the north-west part of the plot, where now the vinification plant and tanks are, there is a new volume at level -1 housing a new storehouse. This volume goes underneath the EAST WING. On rooftop of this volume there is a VINE GARDEN accessible from the BOULEVARD at level 0. The grapes unloading area with tanks and vinification plant could be moved to the north corner where now the bottles storehouse is.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

Typical section

THE PROGRAMWORK AND CULTURE At level 0 on the south side is the main entrance to the EAST WING with the main reception and a new shop. From here you gain access to the entire complex both for visitors and workers. In the central part of the EAST WING there is the new fruit storehouse. This develops on the north and east side of the existing tanks to be maintained. When the fruit storehouse is not used the grapes racks are stored in the east part of it while the west part could be used for conferences, expositions and events. On the northern part of the EAST WING there are the research labs.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

All these public spaces on level 0 are directly connected to the BOULEVARD. This is the central part of the project used for circulation and for exposition itself (permanent vine museum). A guided tour of the winery would definitely start from here. At the end of the BOULEVARD you reach the VINE GARDEN on rooftop of the storehouse volume where a grapevine planting could take place and be used also by the nearby labs for experiments. At level 1 south we have on top of the shop a multimedia library and taste room accessible to the public. From here you can have a nice view of the surrounding panorama while you sip a glass of wine.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

The rest of level 1 is dedicated to offices spaces. The offices face west and east towards the BOULEVARD and the street over the DUNE. In the middle there are three patios and service spaces such as toilets, break rooms and conference spaces.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

Level 0 plan

At level -1 there is a new storehouse which has a loading dock on the west part. This storehouse takes light from skylights going through the VINE GARDEN above. Two stairs cores with lifts accessible from the BOULEVARD connect all the levels. Two bridges passing through the BOULEVARD connect level 1 of the EAST WING with the existing building.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

Level 1 plan

As for the vehicular traffic the access from via Ca’ Salgari is maintained. A parking for visitors and workers is on the east front behind the DUNE. The access for production vehicles like trucks and tractors is from via Ca’ Salgari but on the west part of the plot where the shop now is. Here you enter a one way route reaching through a ramp the new loading dock for the storehouse at level -1 and going out directly on via S. Vito.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

Level -1 plan

TECHNICAL SOLUTIONSELEGANCE AND SUSTAINABILITY The new winery considering its cultural, social and promotional value has to be a landmark for up-to-date technical and environmental solutions. The office glass façade on level 1 of the EAST WING is protected from horizontal and vertical copper-panels-clad shaders which perfectly screen the sun in the hottest season and give a sharp design to the façade. The horizontal shaders are blind while the vertical are perforated permitting the view. The three middle patios on level 1 give perfect lighting conditions to the office spaces. The level 0 is clad with precast concrete panels which give it a solid image compared to the glazed level 1.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

Level -2 plan

The glass roof of the BOULEVARD is supported in the middle by steel and wood columns reminding a vine line. This glass roof has embedded photovoltaic cells which guarantee both shading and energy which is fundamental for a much energy consuming activity like wine-making. Even the existing building’s roof could be covered with photovoltaic panels. The roof could have a rain water recovery and storage system. This water could be used for toilet and to water the VINE GARDEN. In the VINE GARDEN there are round skylights which give light to the storehouse underneath. The storehouse volume is clad with precast concrete panels and has copper-clad canopy to protect from rain and sun the loading dock.

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

Nicola Isetta, Paola Rebellato — WINE AND CULTURE CENTER NEGRAR

Perforated panels design process

Unik Fitness Bar - Ecodesign Architects&Consultants

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Unik Fitness Bar consists of a single floor measuring 400 sq. m, being a part of a fitness gym club situated in the social floors of a multi-storey residential building. The owner asked Ecodesign to design a comfortable and predominantly white coloured lounge-style coffee bar that will accommodate the fitness club members but also other people looking for a social place with a relaxing and enjoyable atmosphere.

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

Their challenge was to transform an ordinary space divided by a ‘forest’ of multiple columns, pipes and stairwell into a dynamic space and to create an intense aesthetic experience. Ecodesign approached this concept by stylising the columns into figurative forest trees integrated within the design to define its formal composition as an artificial landscape inspired by nature. Their aim was to create interplay between the organic forms and the decorative lighting.

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

The bar is surrounded by a high quality glass façade and well equipped with modern air conditioning, audio-visual, sound and lighting technology as well as comfortable furniture and a bar counter that flows along the wall to embrace a Mediterranean flavoured wine cellar. Sculptural elegance of fluid geometries, decorative lit shapes in the ceiling and the energy of curved lines of light in the bright warm environment creates a fascinating and unique place

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

Ecodesign Architects&Consultants — Unik Fitness Bar

YAC-Space to Culture - Architect Antonino Fabio Scaglione

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Nell’era delle Smart Cites, l’edificio progettato da Pier Luigi Cervellati 1971 per la produzione di costumi da bagno con la direzione artistica di Olga Cantelli Masotti.

Architect Antonino Fabio Scaglione — YAC-Space to Culture

external

Mantenendo intatta la struttura del Cervellati, viene ricodificato il tessuto interno per nuovi spazi eco-polifunzionali per un recupero dell’esistente dell’era delle Smart Cites.

Architect Antonino Fabio Scaglione — YAC-Space to Culture

interior view

Architect Antonino Fabio Scaglione — YAC-Space to Culture

Plan

Architect Antonino Fabio Scaglione — YAC-Space to Culture

Section

Architect Antonino Fabio Scaglione — YAC-Space to Culture

Verde + spazi

Sixtynine/Seventy - Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP

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In The Urban Harvesting Lab SLC’s (UHLSLC) sixty-nine and seventy idea’s competition submission we identify the cultural, social, and environmental layers of potential in downtown Salt Lake City, develop a Design Strategy for Harvest, Generate Ideas and Solutions, and Transform through Design-led Space Making.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — Sixtynine/Seventy

concept

Identify

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — Sixtynine/Seventy

climbing wall

Salt Lake City’s future urban landscape strives to unify the city through a connection between city blocks sixty-nine and seventy. The problem is that large city blocks, a multitude of parking lots and environmental issues have been identified as precursors to change the urban landscape. The intention of The Urban Harvesting Lab SLC (UHLSLC) design submission is to unify, create, develop and harvest “connective tissue” so that the city can manifest a sense of place in the context of the original configuration of the Plat of Zion.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — Sixtynine/Seventy

Board 1

Design Strategy for Harvest

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — Sixtynine/Seventy

Board 2

The weight of the city and the central focal point to the design is Main Street, the gravity center we identified for harvesting social connectedness across interstitial spaces. UHL SLC proposes to close off Main Street to vehicular traffic. The street closure can support an emergence of a new socio-economical culture at the birth of a modern and sustainable city and a street network powered by pedestrian foot and TRAX rail traffic.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — Sixtynine/Seventy

concept 2

The community feed into the reimagined spaces through waypoints guided by directional panels and from a latent curiosity of what space is around the corner. With engaging design elements, UHL SLC’s ideas aim to improve the quality of life while reducing C02 emission. Keeping historical context, the symmetry of sixty-nine and seventy are divided by square modules to revive the original plat design of the city.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — Sixtynine/Seventy

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Generate Ideas and Solutions

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — Sixtynine/Seventy

Logo

UHL SLC’s proposal offers a suite of solutions to support reimagined interstitial spaces that benefit the areas between blocks sixty-nine and seventy. UHL SLC embraces multi- and new-media platforms through interactive panels and audio educational tours, driven by smart phones and computer technology and interactive art and educational elements. Considering the planned projects such as UPAC that will enliven and ignite the interstitial areas, our systems thinking designs are generated by innovation and expressed in ideas deeply rooted in harvest, conservation and sustainability.

Transform through Design Led Space Making

Urban Harvesting of sixty-nine and seventy employs a method to have diverse ideas realized through a central “harvest point” focused on Main Street and Regent Street, UPAC and 13 other cultural centers. To develop the method, local organizations and artisans liaised to create a better understanding of the local topography.

Through research, we learned that an improvement in air quality and water management is paramount to the downtown area. To effectively address these needs, UHL SLC, proposes an educational audio/new media tour of the design elements that includes Utah history and information about natural resources and industry and sparks curiosity about how to achieve harvest and sustainability. The tour will engage community participation and excite the local municipality.

The resulting transformation idea designs to be included in the tour are transparent and applicable for the whole of urban Salt Lake City.

Regent Street – Dry Garden

Water conservation is imperative to the Salt Lake City area. A showcase of low water need plants, presented in the design, allows for the community to see how best to harvest and sustainably use water. To reduce water usage, the installation of a drip irrigation system utilizes rainwater collection, through a metal cistern, on the backside of Main Street. The cistern is intended to be on display for the public to view and to add visual impact, integrated with streetscape.

Water Clock Plaza – Time in Water

The new UPAC project proposes a designated plaza at the North end of Main Street. The Urban Harvest Lab designed a Water Clock installation that will creatively educate the community on the re-use of water. The clock will also promote use of the plaza as a city square, especially at noontime when the largest water release of the day can be observed.

Climb Up – Rock wall

On block seventy, opposite the Water Clock a proposed rock-climbing wall is installed to encourage physical activity. The rock wall allows people of all ages to participate in the outdoor climbing experience and also represents a locally admired sport. The participation of the community in the outdoor activities improves the street dynamics and increases future circulation on Regent Street and is rooted in active design space-making.

Light Up – Tread path

On the east side of Regent Street, a local scientist created an idea for a LED light installation. Essentially, a tread path of lights sense (with pressure sensors) how many people walk along the path during the day. At night, the walkway will light up based on the amount of daytime activity. If Light Up – Tread Path were to be constructed, this interactive would get people walking along Regent Street (a key element to the 69 & 70 Project) during the day and possibly returning again at night. Safety lighting at night along Regent Street would be an ancillary benefit of this feature.

Power Generator – Kilowatt Park All of the required power to provide the lighting for UHL SLC’s proposed ideas across sixty-nine and seventy will be generated by photovoltaic panels (PV) panels installed in Kilowatt Park. UHL SLC’s solar analysis showed that the park area maintains optimum sunlight throughout the year to provide sufficient power output while also creating an engaging shade structure for the park. Our idea is to educate the community about solar power and to demonstrate how it is a vital and available resource in Utah.

Bio-mimic – Leaf Idea

Emphasizing the power of the sun through heat effect, UHL SLC, worked with a local artist to design a solar sculpture at the east end of Kilowatt Park. The solar sculpture is compromised of static structural elements and a dynamic thermal bimetal, a material that is emerging in use in art and architecture applications. This incredible design combination mimics the shape of a blooming plant reaching toward the sun and visitors will be able to observe different leaf formations throughout the day and night.

Living Wall – Zion’s Bank

The walk path continues through Kilowatt Park towards Zion’s Bank where an installation of a woman’s face in profile and living “green hair” is enlarged onto the wall. The proposed idea installation, designed by a local horticulturalist, is to create the vision of the seasons changing through a variety of plants depicted as the woman’s hair grows and changes.

Film Center – Outdoor venue

When the film festival season starts, as well as at the start of the summer season, the open- air movie theater and concert venue is a great space for all. It is designed to utilize the blighted space at the back of Main Street on block sixty-nine.

3C Comprehensive Coastal Communities - Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP

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Coney Island is a coastal community that was severely damaged by Hurricane Sandy. The reason why the damage was so substantial is due to the fact that the existing townhouses in the community were constructed at sea level. Therefore, the common resolution to this issue is to elevate the existing structures, utilities and selected “floating” elements to prevent further damage in future coastal storms. However, after a site survey of the residents of Coney Island, it was evident that the community was not willing to make additional investments in their homes to prevent against unpredictable damage in the future. After conducting a public survey, we propose an economical and sustainable solution to designing for resilience.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — 3C Comprehensive Coastal Communities

model

Super-storm Sandy is undeniable evidence that global warming is a matter that can no longer be ignored. As a result, we made it our priority to focus on a housing typology that will sustain and lower the energy consumption to reduce carbon pollution from the environment. Our design has features that can easily be replicated in the neighborhood with respect to the existence streetscape.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — 3C Comprehensive Coastal Communities

concept

It was found that the neighborhood’s Base Flood Elevation, or BFE, is 7 feet. Yet, according to the new FEMA requirements, new housing units need to be elevated to 9 feet, 2 feet higher then the BFE. Topographic analysis was done at 500m digital elevation mapping and flood zones were determined for 0-3 feet, 3-6 feet, 6-9 feet and 10 feet and above. The proposed contemporary wetland buffer would be a state of the art project and demonstration area for do-it-yourself (DIY) coastal resilience designs, saline plant environment research and bird species habitat.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — 3C Comprehensive Coastal Communities

Plan

The housing typology along Mermaid Street Neighborhood does not have single standing houses so elevating the multi-resident townhomes is not an option. For this reason, we developed a prefabricated add-on plug that creates an elevated living space. By emptying the ground floor and moving all of the mechanical units (including kitchen appliances) to the second floor, this plug minimizes the damage of the next storm. To protect the existing streetscape façade, the add-on plug is required to be setback 14 feet so the street connection can be maintained without affecting the community’s traditional look. The DIY element of the project is a floating car lift. It is a very simple structure, capable of saving a valued vehicle in the wake of a storm. In a combination of the mechanical prefabricated unit detailed above, the floating car lift will be a low-tech design powered by the buoyancy of the storm surge floodwater.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — 3C Comprehensive Coastal Communities

Project Area

A series of DIY workshops to retrofit homes with the plug in and floating lift are proposed. These workshops will engage the community to rebuild while keeping strong neighborhood tradition and would act as a programing component for the contemporary wetland. Another crucial concern we looked at was blackouts that result from devastating weather conditions. To provide power during these times, we compared emergency generators to solar panels in a cost analysis. The capital cost of solar panels are higher when it is compared to a generator. However, taking city-wide incentives and utility bill savings into account, solar panels are the best economic and sustainable option.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — 3C Comprehensive Coastal Communities

Flood Zone

The last unique element of our proposal for sustainability and the community connectivity is the “Happy Meter.” A Happy Meter is a playful visual display on the facade of a house indicating the household’s electricity consumption. The faces on the meter indicate if a particular home is using below, at, or above the average state electric consumption compared to a similar size house. Making energy usage visible may encourage a reduction in consumption by up to 15%. Most importantly, the Happy Meter can unite the neighborhood towards reducing electric usage in light of climate change.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — 3C Comprehensive Coastal Communities

section

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — 3C Comprehensive Coastal Communities

evolution

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — 3C Comprehensive Coastal Communities

street view

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — 3C Comprehensive Coastal Communities

typology

Architect Antonino Fabio Scaglione, Omer Kalafatoglu - Principal, LEED AP — 3C Comprehensive Coastal Communities

study

Ampliamento Galleria d'arte con riqualificazione dell'area pertinente. Cagliari - Maria Pina Usai, Mario Casciu, GIAIME CABRAS, Marinella Cogodda, Francesca Rango, Margherita Fenati, Daniele Iodice, IngTech s.r.l., giovanni pinna, Carmelo Allegra

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0.0 OBIETTIVI DEL PROGETTO

Maria Pina Usai, Mario Casciu, GIAIME CABRAS, Marinella Cogodda, Francesca Rango, Margherita Fenati, Daniele Iodice, IngTech s.r.l., giovanni pinna, Carmelo Allegra — Ampliamento Galleria d'arte con riqualificazione dell'area pertinente. Cagliari

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Il progetto per l’ampliamento della Galleria si inserisce in un più vasto programma attuato dal Comune di Cagliari per il recupero di alcuni dei principali beni storicoarchitettonici della città al fine di riutilizzarli come spazi dedicati alla cultura: il Ghetto degli ebrei, l’Ex Palazzo civico, l’Ex Teatro civico di Castello, la Passeggiata coperta, il Lazzaretto, l’EXMA; l’obiettivo è quello di mettere in rete i diversi poli dedicati all’Arte e attivare un’offerta culturale in linea con le più attuali realtà artistiche nazionali e internazionali, nell’ambito di un insieme di luoghi della cultura in grado di dialogare con la città, di aprirsi ai suoi abitanti e di accogliere i suoi ospiti. Le nuove aree espositive della Galleria e i relativi servizi sono quindi stati pensati come un sistema continuo e organico di spazi attrezzati e ‘attrezzabili’, in grado di accogliere mostre ed eventi differenti, di aprirsi al vasto pubblico delle “grandi mostre”, di scambiare con altre realtà culturali il proprio patrimonio garantendo a opere di tipologia e dimensioni diverse di essere conservate ed esposte, e sono stati concepiti come spazi fortemente dedicati anche alle attività del quotidiano, capaci di adattarsi alla molteplicità delle attività divulgative e ricreative legate alla cultura e all’arte (eventi, laboratori, workshop etc.), e in cui poter trascorrere un’intera giornata a qualsiasi età e in qualunque periodo dell’anno. Dal punto di vista morfologico l’intervento entra a far parte di quella rete di manufatti paesaggistici e storico-architettonici in cui la Città riconosce la propria identità e attorno ai quali è cresciuta e si è sviluppata: il sistema degli Stagni, dei Colli, dei Bastioni e delle Torri, vere e proprie cerniere tra i diversi quartieri urbani. Le figure di Cagliari che hanno orientato lo sviluppo urbano, storico e più recente, hanno indirizzato le scelte progettuali. In particolare, l’assetto urbano dell’ area di progetto e la separazione fra le quote di viale San Vincenzo e quella dei Giardini pongono il sito di progetto come punto di cerniera fra i due. Il costone roccioso e i punti di vista offerti dall’area sono stati utilizzati come elementi progettuali, così come la città ha fatto per lungo tempo tramite diverse architetture.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, GIAIME CABRAS, Marinella Cogodda, Francesca Rango, Margherita Fenati, Daniele Iodice, IngTech s.r.l., giovanni pinna, Carmelo Allegra — Ampliamento Galleria d'arte con riqualificazione dell'area pertinente. Cagliari

Tav01

0.1DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO / 01.1. Distribuzione architettonica e attività L’ampliamento della Galleria si pone in continuità con l’edificio esistente: al piano terra (si prevede demolizione e ricostruzione del’ala nord-ovest che attualmente ospita la Sala sarda, gli uffici e la biblioteca) un collegamento diretto dall’edificio storico, (che, come da richiesta del bando, non viene alterato nè dal punto di vista architettonico nè per quanto riguarda la disposizione della collezione Ingrao) conduce al nuovo volume. Quest’ultimo ridisegna un accesso dalle aree esterne di pertinenza dell’edificio dell’Assessorato alla Cultura, in diretto collegamento con l’Assessorato stesso e con le vie d’accesso (ripristinate) da Viale San Vincenzo e dai Giardini Pubblici. Lo stesso accesso permette l’autonomia del nuovo volume dal quello della Galleria anche nei momenti in cui la Collezione Ingrao viene chiusa al pubblico. In questa prima porzione dell’ampliamento vengono ri-sistemati gli uffici per l’amministrazione museale con i relative servizi, accessibili dall’esterno dagli spazi adiacenti l’Assessorato e quindi dai parcheggi dedicati al personale, e direttamente collegati alla Sala Sarda e alla nuova Sala per le esposizioni temporanee che conducono poi alla Galleria esistente. In questo primo blocco trovano la loro collocazione anche gli spazi di deposito per le opere e i materiali per gli allestimenti, facilmente accessibili sia dall’esterno che dalle sale espositive: l’accesso carrabile da Viale San Vincenzo, adatto anche ai mezzi pesanti, consente agevolmente le operazioni di carico e scarico, mentre il grande montacarichi permette il trasporto del materiale anche ai piani superiori. Il passaggio dall’edificio esistente al nuovo edificio avviene tramite un nuovo piccolo foyer, che è anche punto informativo e spazio dedicato al merchandising. Subito dopo si accede alla nuova sala dedicata alla collezione Sarda. In continuità con l’edificio esistente, il materiale di rivestimento marmoreo del pavimento. L’esposizione della sala Sarda è ospitata interamente su questo livello. Segue la sala per esposizioni temporanee, direttamente collegata alla sala Sarda dalla quale può essere divisa attraverso l’utilizzo di pareti espositive mobili: la possibilità di avere una sala unica di grandi dimensioni (così come richiesto dal bando) consente di poter studiare di volta in volta gli allestimenti più idonei alle opera esposte e/o di utilizzare l’intera ampiezza del piano terra per le attività accessorie, sia divulgative che didattiche. La parte del magazzino direttamente adiacente alle prime sale è area visitabile/visibile, grazie alla parete divisoria completamente apribile. In questo modo sarà possibile esporre anche opere non incluse nell’allestimento. Dall’esterno il volume ha un profilo lineare , arretra rispetto al filo dell’edificio precedente in modo da dare maggior respiro agli spazi prospicienti l’edificio dell’Assessorato. La parte prospiciente l’edificio dell’Assessorato presenta una facciata in vetro U-Glass satinato, materiale utile alla diffusione della luce negli spazi interni, particolarmente indicata per la zona delle sculture, mentre l’illuminazione naturale sulla sala delle esposizioni temporanee è garantita dai lucernai; da queste prime due sale si accede al nocciolo distributivo che, oltre al vano scala e all’ascensore/montacarichi, ospita i servizi igienici, gli impianti e i vani accessori per tutta l’altezza dell’ampliamento. Sullo stesso prospetto, la scala parallela alla facciata conduce alla piazza: una terrazza ricavata sul tetto dell’edificio. La stessa area può essere raggiunta tramite la rampa retrostante con pendenza a norma di legge per l’accesso ai disabili. La pavimentazione esterna è in pietra calcarea a formare una superficie unica e a suggerire le direzioni di percorrenza dell’intera area. Al primo livello, vengono collocati caffetteria e biblioteca/bookshop (quest’ultima, riposizionata, mantiene la dotazione dimensionale attuale): affacciati direttamente sulla piazza (che, insieme ai giardini, è il plateau in grado di ospitare grandi opere open air) costituiscono gli spazi ‘pubblici’ pensati per un uso quotidiano in relazione agli eventi espositivi e alle attività accessorie, ma in grado di funzionare anche autonomamente rispetto al sistema ‘museo’ e di garantire, quindi, un’ apertura costante di questo nuovo spazio pubblico: alla caffetteria e alla biblioteca infatti è possibile accedere sia seguendo il percorso museale sia direttamente dalla piazza; il ‘nocciolo distributivo’ interno inoltre può essere, all’occorrenza, chiuso in entrata ai piani superiori consentendo di separare i due flussi di visita, quello museale/verticale dal Livello 1 all’ultimo piano dell’ampliamento e quello orizzontale/pubblico che collega piazza/caffetteria/biblioteca. Le sale ai Livelli superiori sono state pensate in modo da poterne consentire un utilizzo flessibile: le dimensioni e la conformazione degli spazi ospitano allestimenti ed esposizioni di diverso genere, e la doppia altezza tra piano 2 e piano 3 permette di poter ospitare anche opere di grandi dimensioni, oltre che di avere un collegamento diretto, anche visivo, tra i diversi piani. Le sale opportunamente suddivise e allestite tramite sistemi mobili, possono ospitare le attività accessorie: conferenze e lezioni, proiezioni, laboratori e workshop, attività didattico-ricreative, ma anche reading, concerti, performance. Le soluzioni progettuali scelte rispondono all’esigenza di poter prevedere ambienti multifunzionali per attività compatibili e attuabili secondo un criterio di rotazione: questo consente di garantire e conservare nel tempo una elevata sostenibilità sociale ed economica dell’intervento: molte delle attività potranno essere svolte anche durante gli orari di chiusura del museo o in periodi in cui non siano previste esposizioni; le attività didattiche potranno essere gestite in collaborazione con le le scuole e le Associazioni, potranno essere previsti corsi di aggiornamento e formazione rivolti alle amministrazioni pubbliche e agli operatori del settore oltre che laboratori e workshop di approfondimento per le accademie e le associazioni culturali; tutto ciò garantirà una continuità di utilizzo anche grazie alla possibilità di calibrare l’uso dei diversi spazi e controllarne gli accessi in base alle attività. La Piazza, concepita come un grande piano, entra a far parte del sistema degli spazi pubblici della Città e del sistema Museale: direttamente collegata ai Giardini e accessibile da Viale San Vincenzo, può essere utilizzata come spazio espositivo per opere di grandi dimensioni insieme ai Giardini stessi, e, nello stesso tempo, come espansione all’aperto di caffetteria e biblioteca, oltre che parterre per concerti, eventi, attività ludico-ricreative; unico vezzo formale su questo enorme salotto a cielo aperto un omaggio alla panca disegnata da Ubaldo Badas, nel 1928, durante gli interventi di restauro che trasformarono l’antico edificio (che da Polveriera era già divenuto Caserma alla fine dell’800) nell’attuale Galleria d’Arte Comunale. La piazza, che funge anche da vera e propria terrazza è un pavé in sanpietrino di basalto di diverse cromie. Il suo utilizzo, sia legato alle attività dell’edificio, sia per eventi o fruizione diversa, gode di una buona esposizione e ombreggiatura data dalla roccia antistante e dal volume dell’edificio. Da qui la scelta di non predisporre ulteriore sistema di ombreggiatura, lasciando la piazza libera per attività diverse ed eventuali esposizioni e installazioni studiate ad hoc. Particolare attenzione è stata posta nello studio dell’inserimento paesaggistico dell’intervento in relazione col sistema dei costoni rocciosi degradanti dalla rocca di Castello: la valorizzazione del sistema di spazi aperti limitrofi alla Galleria, quali elementi qualificanti del sistema espositivo, prende in considerazione la futura apertura delle grotte, assumendola quale parte integrante del progetto sia per quanto riguarda il sistema degli accessi che di quello museale. In particolare, il rapporto dell’edificio con la roccia e con le apertura delle grotte è studiato sia nel prospetto (l’unica apertura ampia sul lato roccia dell’edificio è la finestratura della biblioteca), sia nello spazio intermedio fra i due costoni (quello della roccia e del volume). Qui la facciata è in basalto.

Maria Pina Usai, Mario Casciu, GIAIME CABRAS, Marinella Cogodda, Francesca Rango, Margherita Fenati, Daniele Iodice, IngTech s.r.l., giovanni pinna, Carmelo Allegra — Ampliamento Galleria d'arte con riqualificazione dell'area pertinente. Cagliari

Tav02

01.1. Volumi e altezze Piano Quadro per il Centro Storico di Cagliari colloca l’area di progetto in zona G1 “zone per servizi generali”, di cui all’art. 29 : Le altezze massime delle nuove costruzioni non possono superare quelle degli edifici 116circostanti di carattere storico-ambientale mentre le distanze tra gli edifici, ove non sia possibile costruire sul confine, non possono essere inferiori a quelle intercorrenti tra gli edifici preesistenti, computate senza tener conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente.” La vicinanza a un edificio di valore storico quale quello dell’ex-polveriera, induce a un particolare rispetto del contesto, anche per quanto riguarda le altezze. Nonostante le indicazioni normative il progetto propone un’altezza totale del volume emergente di 13 m, equivalenti a un livello oltre l’edificio dell’Assessorato e due rispetto a quello dell’attuale Galleria. La scelta è di carattere progettuale e funzionale. Per quanto riguarda il primo aspetto, si considera sì la relazione con gli edifici preesistenti, ma anche la presenza del costone roccioso sul lato Sud-Ovest. L’altezza del costone non viene superata, viene anzi, utilizzata come quinta per il nuovo volume dell’edificio. Lo scopo non è quello di dare un aspetto iconico all’edificio, ma piuttosto fornire punti di vista e scorci diversi. La relazione di basa su semplici rapporti che le figure urbane di Cagliari presentano nel tessuto della città (rapporto con i costoni rocciosi, terrazzamenti, struttura urbana conformata sui colli…). L’altezza prevista e la volumetria è stata studiata in modo da permette permeabilità, ventilazione e illuminazione anche all’edificio dell’Assessorato, situato già ora a una distanza minima dal fabbricato della retrostante della galleria. Dal punto di vista funzionale l’altezza del volume permette una distribuzione degli spazi consona al programma predisposto, oltre che una duttilità nelle attività e nella possibilità di far funzionare l’edificio per parti. Considerando l’aspetto non speculativo dell’intervento, la proprietà pubblica dell’edificio, si considera la possibilità di andare in deroga alla normativa vigente. I volumi dell’edificio di progetto sono così suddivisi: Il progetto utilizza altezze differenti per diversi spazi, mai sotto i 3.5 (ecluso per i locali di servizio). Nell’ottica di poter ospitare eventi, mostre, istallazioni di diversa natura, e in linea con gli spazi museali contemporanei più funzionali e meglio utilizzati, si preferisce costruire minor superficie di calpestio, ma dotare l’edificio di altezze consone all’allestimento di mostre di diversa natura. E’ stata realizzata una nuova volumetria pari a 5000 mc oltre ai 1960 mc demoliti e ricostruiti corrispondenti all’attuale volume dell’edificio non vincolato (da bando). Al collocati caffetteria e biblioteca/bookshop (quest’ultima, riposizionata, mantiene la dotazione dimensionale attuale): affacciati direttamente sulla grande piazza.

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Tav03

01.2. Accessi e viabilità Tutti gli accessi all’area sono stati mantenuti e, laddove necessario, implementati: l’accesso di servizio carrabile da viale San Vincenzo, sia per i mezzi pesanti che per moto e automobili, è dedicato all’uso sia della Galleria sia del fabbricato uffici dell’Assessorato alla Cultura; nella stessa area sono stati riposizionati i dieci posti auto richiesti di cui due dedicati a disabili; sono state riorganizzate tutte le rampe di connessione destinate a persone con ridotta capacità motoria, sia per gli accessi tra la quota strada e la quota di accesso dell’Assessorato, sia da quest’ultima alla quota della nuova piazza; In questo modo sono state rispettate le prescrizioni e le norme di legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche, ed è stata garantita la totale accessibilità della struttura e delle aree di pertinenza a persone con ridotte capacità motorie e/o fisiche.

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Tav04

02.STRUTTURE E’ stato eseguito un predimensionamento delle opere, svolto nel rispetto della normativa vigente:
  • D.M 14.01.2008 – Nuove Norme tecniche per le costruzioni;
  • Circ. Ministero Infrastrutture e Trasporti 2 febbraio 2009, n. 617 Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008; Le norme NTC 2008 precisano che la sicurezza e le prestazioni di una struttura o di una parte di essa devono essere valutate in relazione all’insieme degli stati limite che verosimilmente si possono verificare in funzione dell’utilizzo della struttura, della sua vita nominale e di quanto stabilito dalle norme di cui al D.M. 14.01.2008 e s.m. ed i. La sicurezza e le prestazioni sono garantite verificando gli opportuni stati limite ultimi o di esercizio per la combinazione dell’azione sismica con le altre azioni (Cfr. § 2.5.3 form. 3.2.16 delle NTC 2008). Per la determinazione dell’entità e della distribuzione spaziale e temporale dei sovraccarichi variabili si è fatto riferimento alla Tab. 3.1.II. del D.M. 14.01.2008 in funzione della destinazione d’uso. Nel nostro caso si ricade nella Cat. C3: ambienti suscettibili di affollamento, privi di ostacoli per il libero movimento delle persone nella piazza e Cat. E1 in corrispondenza dei solai destinati a biblioteca e archivio. Per una maggiore economicità e flessibilità architettonica dei solai, si è scelta la soluzione strutturale a piastra a fungo con portata bidirezionale, in calcestruzzo armato alleggerito mediante casseri in polipropilene riciclato di forma tronco-piramidale, con incavo semicilindrico a croce posto in sommità per ospitare barre d’armatura o impianti da integrare nel getto. Tale tipologia di solaio presenta un graticcio di travetti ortogonali nello spessore del solaio che trasferisce tutti gli sforzi direttamente sui pilastri, attorno ai quali sarà sufficiente lasciare una zona piena di dimensioni variabili, in funzione degli sforzi di taglio presenti. Lo spessore totale del solaio è di 30 cm; l’intradosso e l’estradosso sono armati a piastra con maglia bidirezionale di tondini in acciaio da C.A. tipo B450C di diametro e passo adeguati alle sollecitazioni di progetto. Il calcestruzzo è di classe di resistenza minima C28/35, classe di consistenza S4/S5, classe di durabilitàXC2/XC3 e diametro degli aggregati tale da evitare fenomeni di “segregazione”. I consistenti vantaggi economici, pratici e di esecuzione che tale soluzione ha consentito di realizzare sull’intera struttura sono principalmente i seguenti:
  • assenza di nervature ribassate che comporterebbero difficoltà costruttive e difficoltà di installazione degli impianti, con conseguente risparmio di casseforme;
  • risparmio di ferro su solai, pilastri e fondazioni sino a un totale del 15%;
  • risparmio di cls non solo sui solai ma anche su colonne e fondazioni sino al 40%; vantaggi antisismici connessi al minor peso dell’edificio;
  • uso di pilastri circolari e fondazioni nastriformi più snelli;
  • minori costi di sbancamento per le fondazioni;
  • disposizione, anche irregolare, dei pilastri a beneficio della libertà architettonica dell’opera;
  • assenza di elementi fragili in laterizio che potrebbero lesionarsi in fase sismica rovinando sugli occupanti o di elementi di alleggerimento in EPS che potrebbero sbriciolarsi ai bordi;
  • semplicità di realizzazione con conseguente ridotta possibilità di errore umano e di incidenti sul lavoro. Tale soluzione strutturale ha permesso quindi di soddisfare l’esigenza del progetto architettonico di avere solette di grande luce sino a 7-8 m mediante solai di soli 30 cm di spessore, in grado di sopportare i grandi carichi della piazza sovrastante. Ciò ha permesso anche di ricavare più piani a parità di volume edificabile consentito. Inoltre, riducendo il numero di campate, ha consentito una maggiore irregolarità nella distribuzione delle maglie e dei pilastri, rispondendo all’esigenza architettonica e funzionale di ampi spazi e di modularità della sala espositiva principale al piano terra e delle sale ai piani alti del blocco funzionale quadrato. Inoltre, grazie alla minor massa del solaio, all’elevata rigidezza delle solette inferiore e superiore, vengono sensibilmente ridotte anche le sollecitazioni orizzontali su pilastri e pareti, garantendo un migliore comportamento sismico rispetto ai solai tradizionali. Ciò garantisce anche un maggior abbattimento della trasmittanza acustica essendo gli alleggerimenti provvisti di un certificato di comportamento acustico rilasciato da Ente accreditato. Il solaio a piastra garantisce inoltre una notevole resistenza al fuoco certificata REI 180 con copriferro di soli 3,5 cm, il che ha permesso di ridurre notevolmente I costi per la compartimentazione degli spazi, in particolare del caveau. I casseri in polipropilene riciclato non rilasciano inoltre sostanze inquinanti, sono muniti di Certificato di Conformità Ambientale e prodotti da aziende dotate di Sistema di Gestione Integrato (ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001, SA 8000). L’uso di tali casseri, infine, grazie alle intrinseche caratteristiche di impilabilità, modularità, leggerezza e maneggevolezza, permette di realizzare le strutture orizzontali senza l’ausilio di mezzi di movimentazione e sollevamento. I casseri di alleggerimento sono pedonabili in sicurezza e certificati a resistenza caratteristica di 150 kg nel punto più debole. Essi sopportano, durante e dopo il getto, deformazioni dovute non solo al peso del calcestruzzo ma anche all’effetto dinamico connesso con le operazioni di lavorazione: sono cioè in grado di “supportare a secco” il carico del cls fresco, le spinte provocate in fase di costipamento e vibrazione del getto, il peso delle persone, delle armature e delle attrezzature garantendo condizioni di sicurezza, assenza di deformazioni e tenuta stagna. In corrispondenza della pensilina sulla facciata vetrata è previsto uno schema strutturale a solai post-tesi, dotati di altissima duttilità strutturale, in calcestruzzo armato precompresso con post-tensione, i quali uniscono la rigidezza nel piano del sistema solaio a piastra in cemento armato con la leggerezza dei sistemi precompressi. Tali solai saranno realizzati mediante cavi trasversali in fasci di massimo 4 trefoli in acciaio armonico ancorati ad opportune chiavi di taglio in testata ed ai setti in c.a. e da cavi distribuiti longitudinali anch’essi in acciaio armonico. E’ inoltre disposta una rete d’armatura lenta bidirezionale di tondini in acciaio ordinario da C.A. tipo B450C di diametro e passo adeguati alle sollecitazioni di progetto (incidenza circa 10Kg/mq).

0.3. SOSTENIBILITÀ E IMPATTO AMBIENTALE I nuovi interventi architettonici sono stati pensati nel rispetto delle valenze paesaggistiche dell’intorno, della sostenibilità e del controllo dell’impatto ambientale. Si è pensato ad un edificio nell’ottica del risparmio energetico cercando di sfruttare il più possibile le risorse naturali. Le strategie sostenibili adottate all’interno del progetto dell’ampliamento della galleria comunale sono state scelte tenendo conto dei dati climatici storici riguardanti la città di Cagliari e dell’uso che si farà dell’edifico. Si prevede che il museo rimarrà aperto tutto l’anno. Conterrà opere d’arte che per la loro conservazione e il loro mantenimento dovranno stare a temperature comprese tra i 20-25 °C e ad un umidità dell’aria del 55%. L’affollamento previsto da normativa è di circa 30 persone ogni 100mq di area espositiva. Le coordinate geografiche dell’area in cui è inserita la galleria sono 39°13’24”96 N e 09°7’5”16 e si trova a circa 80 metri sul livello del mare in zona climatica C. La città di Cagliari gode di un clima mite, le temperature variano da un massimo estivo di 30.8 °C ad Agosto ad una minima invernale di 5.5 °C a Gennaio. La temperature massima media si attesta sui 25.2 °C, quella minima media si aggira intorno ai 9.9 °C. Se prendessimo come mesi “freddi” quelli in cui la temperatura media mensile scende sotto i 12 gradi scopriremo che solo 4 mesi su 12 possono essere considerati tali. Per questo motivo i carichi termici nei mesi estivi sono molto più elevati, abbiamo bisogno cioè di molta più energia per raffrescare l’edificio che per riscaldarlo. Tutte le nostre scelte progettuali sono state dettate dall’esigenza di risparmiare nei mesi caldi e di sfruttare invece nei mesi freddi la radiazione solare incidente. Per fare ciò in fase progettuale abbiamo studiato il soleggiamento dell’area nel corso dell’anno, abbiamo scelto come immagini rappresentative le situazioni più sfavorevoli, rappresentate dai due equinozi e i dai due solstizi. L’irraggiamento sulla piazza è maggiore in primavera e in estate, si creano però zone molto ombreggiate lungo il crinale roccioso e lungo il perimetro dell’edificio, in prossimità del bar e della biblioteca, in modo da permettere un’estensione all’aperto di queste attività. In autunno e in inverno le pareti orientate a sud-est e a sud-ovest ricevono la radiazione solare diretta, in maniera da poter recuperare il calore passivamente.

Parete ventilata L’edificio è chiuso verso l’esterno da una doppia pelle, la prima verso l’interno realizzata da un triplo vetro opaco la seconda verso l’esterno realizzata in conci di pietra a formare una parete ventilata. Nell’intercapedine creata si forma un flusso d’aria ascendente dovuto alla differenza di temperatura tra l’ambiente esterno e quello interno all’intercapedine. Questo fenomeno d’estate impedisce il surriscaldamento della parete.

Fotovoltaico In copertura è stato posizionato un impianto fotovoltaico composto da pannelli in silicio monocristallino. E’ stata scelta la giacitura piana per una miglior integrazione e per evitare l’ombreggiamento reciproco degli elementi ottimizzando la superficie a leggero discapito del rendimento (l’impianto perde circa l’ 8% ma guadagna circa il 40 % di superficie utilizzabile). Anche sulla copertura dell’assessorato si è scelto di posizionare fotovoltaico per una migliore sinergia energetica tra gli edifici. La potenza dell’impianto è di 54kWp e garantisce una produzione annua di 66053.52 kWh.

Pannelli radianti Per il riscaldamento si è pensato ad un impianto radiante a pavimento, questa soluzione è stata scelta in funzione dell’utilizzo dell’edificio. Il sistema garantisce un comfort termico ottimale, il riscaldamento avviene in maniera omogenea dal pavimento verso l’alto garantendo la stessa temperatura in tutto l’ambiente senza sbalzi di temperatura. Con questo rinnovato sistema di riscaldamento, gli ambienti vengono riscaldati soltanto dove il calore effettivamente serve: sul pavimento, per riscaldare i visitatori ad altezza d’uomo, mentre il soffitto rimane praticamente freddo con un considerevole risparmio di energia termica, superiore al 50%. inoltre il risparmio energetico è dato dalle basse temperature di lavoro dell’impianto, il fluido viene portato a 35 °C per avere una temperatura in ambiente di 20 °C. Lo stesso impianto con un fluido freddo e assistito da un sistema di deumidificazione funziona anche in estate per il raffrescamento degli ambienti garantendo una temperatura stagionale costante sia in estate che in inverno così da creare all’interno dell’edificio un microclima ideale per un’ ottimale conservazione delle opere. I pannelli a pavimento ci permettono di poter realizzare allestimenti sempre diversi, creare partizioni e e chiudere completamente alcune aree, che resterebbero comunque riscaldate e raffrescate. Questo sistema ci permette inoltre di avere un impianto silenziosissimo che si sposa bene con l’attività museale.

Raccolta acque piovane Tra i vari consumi della Galleria c’è anche quello dell’acqua di irrigazione dei giardini. Si è pensato di raccogliere l’acqua piovana che cade sulla piazza in una cisterna e riutilizzarla per l’irrigazione dei giardini e per gli scarichi dei wc.

Sfruttamento dell’illuminazione naturale Si è cercato di sfruttare il più possibile la luce naturale per l’illuminazione degli ambienti. La diffusione della luce avviene nella sala sarda e nella grande sala espositiva poste al livello 0 attraverso una parete realizzata in u-glass e da lucernai posti sulla piazza, entrambi realizzati con vetri in grado di diffondere la luce. A livello 1 del bar l’illuminazione naturale avviene attraverso vetrate poste lungo la facciata, nella biblioteca la radiazione batte sulla superficie rocciosa e viene riflessa all’interno dell’ambiente. A livello 2 e al livello 3 la luce viene diffusa dal vetro opaco della doppia pelle dell’ampliamento, inoltre in copertura dei lucernai ci assicurano l’illuminazione zenitale che grazie alla doppia altezza del secondo livello ci permette di illuminare interamente gli ambienti. Per questioni di illuminotecnica all’interno delle sale si è scelto di utilizzare un sistema di controsoffitto teso in materiale translucido (barrisol). Questo ci permette di integrare l’illuminazione naturale e quella artificiale in modo ottimale e garantire un eguale illuminazione durante l’arco della giornata.

04.FASI DI CANTIERE Il method-statement, ossia il cronoprogramma delle fasi di realizzazione dell’ampliamento della galleria, è stato progettato in modo che le attività di scavo, demolizione ed esecuzione del nuovo apparato strutturale possano essere svolte senza interferire o bloccare il normale funzionamento della galleria d’arte, in particolare per quanto concerne le attività da svolgersi all’interno della sala sarda. Il progetto di ampliamento, come detto, prevede la demolizione dell’attuale blocco destinato a sala sarda e biblioteca e la realizzazione di una grande sala sulla quale sorgerà una piazza ed un ulteriore volume multipiano per funzioni museali e servizi.
  • Fase 1: Sarà buona regola che la realizzazione delle nuove opere avvenga per fasi e ciascuna fase per conci adiacenti, seguendo la maglia dei solai, e dovrà iniziare da quelli compresi tra il muro perimetrale di contenimento adiacente il costone roccioso e la prima orditura di pilastri. La maglia dei pilastri è stata infatti progettata per rispondere al contempo ad esigenze architettoniche, strutturali e realizzative. Essa, infatti, così come la soluzione tecnica della soletta a fungo, permette un avanzamento del cantiere per strisce orizzontali.
  • Fase 2a: Una volta realizzata la porzione di fabbricato che dal muro di contenimento si sviluppa sino alla seconda maglia di pilastri (l’area destinata a cavou) si passerà alla seconda fase in cui il Cantiere si sposterà in corrispondenza del blocco multipiano, il quale dovrà essere realizzato in verticale per tutta l’altezza in modo da permettere la circolazione dei mezzi d’opera nell’area d’ingresso.
  • Fase 2b: Nel contempo, il blocco già realizzato nella Fase 1 (l’area che sarà adibita a cavou ed allestimenti temporanei) potrà essere completato e verranno trasferiti provvisoriamente al suo interno gli allestimenti per la sala sarda e la biblioteca. In questo modo, come richiesto dall’Amministrazione, sarà sempre garantito il funzionamento della galleria e potranno al contempo iniziare le attività di demolizione del corpo esistente, previa messa in sicurezza dell’area adiacente.
  • Fase 3: Concluse le attività di demolizione si riprenderà con la realizzazione delle strutture portanti e della copertura proseguendo sempre per conci adiacenti e per strisce orizzontali. Questo in modo da garantire sempre la viabilità dei mezzi d’opera all’interno del cantiere ed il posizionamento più agevole dell’autopompa e delle betoniere in fase di getto. Potranno essere posizionati dei tavoli per la prefabbricazione contemporanea di più solette inferiori tralicciate che verranno poi posate direttamente sulle casseforme mediante una autogrù. Una volta posizionati manualmente i casseri d’alleggerimento e le armature superiori, potrà essere fatto il getto di completamento. L’area d’accesso, dimensionata per il transito e la manovra dei mezzi di trasporto per lo scarico delle opere d’arte, garantirà sempre la movimentazione dei mezzi meccanici anche in fase di realizzazione.

Berlino passage Spittelmarkt - andrea cragnolini

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Spittelmarkt è una storica area berlinese nel distretto di Mitte, localizzata nella parte orientale della Leipziger Straße, sulla riva occidentale del canale Sprea. Per tornare a conferire importanza all’area, il progetto si prefissa la realizzazione di un edificio ad uso misto, contenente spazi per attività commerciali, locali per la ristorazione, uffici e abitazioni private, oltre alla riqualificazione e riprogettazione della storica piazza a forma triangolare, rispettando ovviamente sempre le norme edilizie e urbanistiche nonché le consuetudini vigenti della città di Berlino. L’area di progetto, descritta dall’intersezione dell’importante asse viario della Leipziger Straße con il canale della Sprea e il fronte urbano della Wallstraße, prevede uno spazio a forma trapezoidale confinante con la banchina del fiume, destinato alla realizzazione del nuovo edificio e la restante parte triangolare, più centrale rispetto alla prima, destinata alla realizzazione della nuova piazza. Sulla base di queste considerazioni, nasce l’idea di un progetto che vuole integrarsi al meglio nel contesto urbano, rispettando e dialogando con l’esistente, essendo al contempo espressione di un’architettura contemporanea ma razionale, pulita ed essenziale, dalle forme semplici e geometriche, prive di ornamenti e con il rispetto delle proporzioni ritmiche della facciata.

andrea cragnolini — Berlino passage Spittelmarkt

andrea cragnolini — Berlino passage Spittelmarkt

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andrea cragnolini — Berlino passage Spittelmarkt

WINE CULTURE CENTRE - Rok Staudacher, Miha Munda, Ambrož Bartol, Dominik Košak, Rok Primažič

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SPATIAL CONTEXT Cantina Valpolicelia Negrar is situated in a remarkable socio-geographic and archeological context. Recognizing the values of surroundings, mainly the vast landscape of vineyards and silhouettes of hills, contributed to design of the new building. The proposed solution tries to respectfully assert itself into the existing contextual fabric and gently connect surrounding area in one stroke. Therefore the new building becomes a new representative element that is inseparably integrated into the vineyard landscape.

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View over storehouse

RELATION TO EXISTING SITUATION The existing building is fragmented and insufficient. Therefore the new design should be as intelligible and simple as possible. Proposed solution suggests demolition of the current office building and replacement with two programmatic elements in the form of two contrasting volumes that redefine the main area of the winery. The remained existing part of building is wrapped in energy sufficient facade, to give it discrete overall appearance.

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View from the offices

EXTERNAL LAYOUT The main access to the building is organized through the existing entrance, which is redesigned to meet the needs of visiting tourist, administration and workers. Entrance for office workers and lecturers is situated under the cantilever on the south side of the building. On the east side of the plot is a green promenade, which leads tourists or outside visitors along the facade of the new structure to the main entrance with reception hall.

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Atmosphere

RELATION TO THE CITY The organization of inner space reflects the context of Valpolicelia and its rich history of winery, primeval materials and everyday life. Representative space in -1 level connects local residents with cultural and gourmet experiences. Interior space can be organized as a hall for small local concerts, wine tasting, celebrations, exhibitions, weddings and private events even on the upper floor in VIP area. Interior can be manipulated to fit the needs of different visitors.

Rok Staudacher, Miha Munda, Ambrož Bartol, Dominik Košak, Rok Primažič— WINE CULTURE CENTRE

Main scheme

ARCHITECTURAL DESIGN The concept derives from a roof type element witch hovers over completely flexible and fluid space dedicated for the storage on ground level. The first element is a longitudinal slab-like volume that levitates over the existing storage area and presents a roof over the storehouse. On contrary, the second volume is placed underground for atmospheric /sensory type ambient. Tension between these two volumes creates a special composition in landscape. Within the static height of steel frame construction, roof exploits the space for diverse functional program. The volume gives an impression of a long slender object that floats upon the existing space, never touching it. Building itself becomes a semi transparent object with vertical perforated facade that enables panoramic views over the surrounding vineyards.

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Design scheme

Interior is organized as a sequence of private and semiprivate spaces that are defined in modular composition. In the voids of the modular mesh are lounge areas for office staff, meeting rooms, lecture room and public spaces. The voids have a panoramic view over the silhouettes of surrounding hills and vineyards.

Rok Staudacher, Miha Munda, Ambrož Bartol, Dominik Košak, Rok Primažič— WINE CULTURE CENTRE

users' pathway

PROGRAM Storehouse is organized on a ground level with delivery path on -1.3 m. It functions as an open fluid space, that can fit to different needs of closed and ventilated program and it connects all the utility routs. Flexibility is achieved with large common roof that covers entire storehouse. Offices are located inside of a static height of a roof construction. Therefore we take advantage of an empty space between construction and also withdraw offices from ˝chaos˝ on the ground floor and provide them peaceful working environment, with panoramic views over the surrounding vineyards. Prefabricated wooden office spaces fit into the constructional grid and make a light composition with semi-public voids and lounge areas. Lecture hall and meeting room act as a mezzanine and connect different programs with a big opening in the middle that brings diffused light to the offices and also to the storage area below.

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multi purpose

Research laboratories are overlooking over the storehouse in the lower area and have a special placement in the grid. The main representative space /museum is placed underground on the north side of the existing building on level -1.

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Relation to the existing

Temporary use (3 months) the fruit storehouse opens to the outside in the West, to be used by workers, while the inner space is closed. For 9 months the fruit storehouse space can be use for different events as an extension of the wine museum / wine tasting room. The lower atmosphere also includes boutique for purchasing wine and multimedia library. All the levels are connected by two vertical cores. South one is used for employees and lecturers and the north one is used for public visitors.

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Axonometric view

ATMOSPHERES One of the most important guidelines was the idea of creating powerful and suitable atmospheres for different activities. The main idea was creating contrast between two volumes that forms a new building.

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Site plan

Volume that hosts a representative program of the winery is located on level -1. Its rough, cold and dark interior creates a drama that gives a representative space even deeper meaning. Walls built from raw, roughly paneled terrazzo are framing quarry-like atmosphere that searches for motives in nearby traditional wine cellars. One of the biggest qualities in the representative space are three ambiental boxes. Three different atmospheres provides three different contemplation spaces where wine tasting becomes a spiritual experience. As opposite to this raw atmosphere there’s an open, bright and transparent volume levitating over the surrounding vineyards. That volume hosts administration offices and VIP section. Warm wooden interior and panoramic view over the vineyards provides a pleasant working environment for employees and attractive visiting point for VIP guests.

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General layout

RELATION TO LOCAL TRADITION Proposed solution seeks for motives in elements of local tradition. Design of new structure refers to constructing principles that are being present in this place for centuries.

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Storehouse floorplan

New design takes traditional materials and uses them in an honest and modern way. Volume that is lying in the ground is made from polished terrazzo, giving it impression of a big monolith. This processing method originates from this area, so as Lessinia stone that is used as aggregate. The other volume that levitates over that base and hosts offices is completely lifted off the ground. Therefore it can be made from lighter, warmer materials like wood. That gives a building a lighter and more transparent character (like pergola) and inseparably integrates it in the vast open landscape full of vineyards.

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Offices floorplan

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Fruit storehouse/museum/atmosphere

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Sections

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View from the vineyards

PRAM Premio Restauro Architetture del Mediterraneo - 1° CLASSIFICATO - Claudio Persico

Living SB - Germano Schillaci

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Progetto di arredo di interni per una villa a Mascali (CT). La scelta dei materiali per gli arredi, delle sue finiture, delle tinte pressoché omogenee, compresa la scelta cromatica delle pareti, puntano ad armonizzare gli elementi pre-esistenti, come il pavimento in cotto, gli infissi in legno e i mobili antichi, con un ambiente più adatto al modo di vivere contemporaneo. Una dicotomia tra i primi del XX secolo e quelli del XXI secolo, che si evince anche dalla scelta delle quattro immagini appese al centro della “composizione”, come ad evocare una “finestra temporale” la quale sviluppa, al suo interno, una ricerca fotografico-morfologica, che fa di esse un progetto nel progetto.

Germano Schillaci — Living SB

Germano Schillaci — Living SB

Germano Schillaci — Living SB

WINE CULTURE CENTRE - Jacopo Rettondini, Paola Bonuzzi, MIRELLA BORIN, MONICA GAIOFATTO, Francesco Rinaldi

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IL PROGETTO MIRA ALLA TRASFORMAZIONE DI UN COMPLESSO PRODUTTIVO COSTRUITO NEL TEMPO PER INTEGRAZIONI IN UNA STRUTTURA RICETTIVA CON LA PROPRIA IDENTITAE RICONOSCIBILITA’. ALLA CREAZIONE DI LUOGHI FLESSIBILI AL FINE DI UTILIZZARE GLI SPAZI NON SOLO PER LA PRODUZIONE E LA VENDITA MA ANCHE PER DIVERSI EVENTI COME WORKSHOPS, CONCERTI, CONFERENZE. ALLA RIQUALIFICAZIONE DELL’INTERO COMPLESSO DA UN PUNTO DI VISTA ARCHITETTONICO, PUR MANTENENDO INALTERATI IL VOLUME DEGLI UFFICI E LA MAGGIOR PARTE DELLA ZONA PRODUTTIVA AL FINE DI NON COMPROMETTERNE LA FUNZIONALIA’. DI UTILIZZARE MATERIALI SOSTENIBILI E TECNOLOGIE VOLTE AL RISPARMIO ENERGETICO. L’IMPATTO VISIVO CHE SI PRESENTERAAL VISITATORE SARARAPPRESENTATO DALLA“SCATOLA DEL VINO”, UN BORDO, UN LIMITE, COMPOSTO DA ELEMENTI VERTICALI IN LEGNO, CHE AVVOLGE L’INTERO COMPLESSO E CHE CON IL SUO RITMO NE GERARCHIZZA GLI AMBITI DI FRUIZIONE INTERNI. IL PERIMETRO TIENE IL VECCHIO ED IL NUOVO MANTENENDO DIETRO DI SEINALTERATE LE FASI STORICHE CHE HANNO CARATTERIZZATO L’EVOLUZIONE DELLA CANTINA. GLI ELEMENTI VERTICALI ASSOLVONO LA FUNZIONE DI FRANGISOLE E DI ELEMENTI CHE MARCANO, CON LA VARIAZIONE DEL PASSO, DIVERSE VISTE PRIVILEGIATE SUL PAESAGGIO. UN ARCO IN LEGNO, ALTO SEI METRI, MARCA LA SOGLIA, INTESO COME SPAZIO DI TRANSIZIONE TRA LA ZONA PRODUTTIVA DI UN TEMPO E I NUOVI SPAZI CULTURALI E DI PROMOZIONE.

Jacopo Rettondini, Paola Bonuzzi, MIRELLA BORIN, MONICA GAIOFATTO, Francesco Rinaldi — WINE CULTURE CENTRE

IL PAESAGGIO DELLA VITE, I VIGNETI, IL RITMO, IL PIENO E IL VUOTO, LA GERARCHIZZAZIONE DEGLI SPAZI, IL GIOCO CHIAROSCURALE DELLA LUCE SONO LE IMMAGINI E LE QUESTIONI CON LE QUALI IL PROGETTO SI ECONFRONTATO.

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A LIVELLO 0 IL MAGAZZINO ESISTENTE VIENE MANTENUTO ED IMPLEMENTATO NELLA ZONA VICINA ALL’AREA DI IMBOTTIGLIAMENTO. I PIANI DI CARICO ESISTENTI VENGONO MANTENUTI ED IMPLEMENTATI OLTRE CHE PROTETTI DALL’AGGETTO SUPERIORE DEL VOLUME DI NUOVA REALIZZAZIONE. L’EDIFICIO PER GLI UFFICI VIENE MANTENUTO E, NELLA SOFFITTA, LO SPAZIO PRECEDENTEMENTE ADIBITO A MUSEO VIENE DESTINATO A NUOVI UFFICI AMMINISTRATIVI. ESTERNAMENTE VIENE TRATTATO MEDIANTE LA REALIZZAZIONE DI UNA PARETE A CAPPOTTO CON PITTURA COLOR GRIGIO ANTRACITE AL FINE DI PORTARE IN SECONDO PIANO IL VOLUME PRIVO DI PREGIO ARCHITETTONICO E DI CARATTERE. LA PIAZZA DELLA VITE EUNA ZONA PAVIMENTATA CHE FUNGE DA DIAFRAMMA TRA L’INGRESSO AGLI UFFICI E QUELLO ALLA ZONA CULTURALE. LA PIANTA DELLA VITE E’ L’UNICO ELEMENTO VERDE INSERITO ALL’INTERNO DELLA PAVIMENTAZIONE CHE AGISCE COME ICONA SIMBOLICA DELL’ATTIVITA’ DELLA CANTINA. UNA PASSERELLA IN LEGNO CONDUCE IL VISISTATORE ALL’INGRESSO ATTRAVERSANDO UNO SPECCHIO D’ACQUA CHE RIFLETTE IL VOLUME IN VETRO. LA HALL DI INGRESSO SI CARATTERIZZA COME UNO SPAZIO COMPLETAMENTE VETRATO, DA QUI IL VISITATORE PUOSALIRE AL PIANO SUPERIORE ATTRAVERSO UNA SCALA IN VETRO. LO SPAZIO ECONCEPITO COME UN LUOGO CHE AMPLIFICA LE RELAZIONI TRA I DUE PIANI E TRA L’INTERNO E L’ESTERNO, CON SOLUZIONI CHE ACCENTUANO LA LEGGEREZZA E LA TRASPARENZA. SULLO SFONDO DELLA HALL SI TROVA IL GIARDINO SENSORIALE, UNO SPAZIO VERDE NEL QUALE ALCUNI FILARI DI VIGNETI, IL SUONO DELL’ACQUA E IL GIOCO DELLA LUCE CREATO DAGLI ELEMENTI VERTICALI IN LEGNO AMPLIFICANO L’ESPERIENZA SENSORIALE LEGATA ALLA DEGUSTAZIONE.

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AL PIANO SUPERIORE LO SPAZIO MULTIFUNZIONALE SI PRESENTA COME UNA GRANDE AREA COMPLETAMENTE CIRCONDATA DA PARETI DI VETRO CHE PERMETTONO LA VISTA SUL PAESAGGIO CIRCOSTANTE. LA PRESENZA DI WINE BAR E CUCINE E DI SERVIZI PER IL CATERING, CONSENTE LA REALIZZAZIONE DI EVENTI. LO SPAZIO INTERNO SI DILATA A SECONDA DELL’UTILIZZO ANCHE ALL’ESTERNO SULLA TERRAZZA. IL MUSEO DEL VINO EUN GRANDE CUBO IN VETRO CHE RACCHIUDE LO SPAZIO DEDICATO ALLA MOSTRA PERMANENTE DELLA“MEMORIA” DELLA PRODUZIONE DELLA CANTINA ALL’INTERNO DEL QUALE VENGONO MOSTRATE LE VARIE TECNICHE DI APPASSIMENTO DELLE UVE E LE VARIE ATTREZZATURE E MACCHINARI DI UN TEMPO. IL MUSEO DIVENTA COSIIL PUNTO DI PARTENZA DI UN PERCORSO CHE SI ESTENDERALUNGO TUTTA LA CANTINA VOLTO ALLA CONOSCENZA DEL COMPLESSO SISTEMA PRODUTTIVO, DALLE UVE ALL’AMARONE. LE AULE E I LABORATORI DI RICERCA SONO COLLOCATI LUNGO IL LATO NORD DELL’EDIFICIO. LE PARTIZIONI INTERNE MOBILI CONSENTONO LA MULTIFUNZIONALITADEGLI SPAZI AL FINE DI SODDISFARE ESIGENZE DIVERSE.

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IL FRUTTAIO EUNA ZONA COMPLETAMENTE APERTA, CON PRESENZA DI PARTIZIONI TRASPARENTI SCORREVOLI CHE AGEVOLANO LO STOCCAGGIO E IL CONTROLLO DELLA TEMPERATUREA E DELL’UMIDITA’ NELLE DIVERSE FASI DELL’ESSICAZIONE. ESSENDO UTILIZZATO PREVALENTEMENTE SOLO PER SEI MESI ALL’ANNO E’ PENSATO COME SPAZIO POLIFUNZIONALE MODULABILE NEL QUALE ORGANIZZARE EVENTI, CONFERENZE, CONCERTI E CENE SOCIALI.

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