Quantcast
Channel: Divisare - Projects Latest Updates
Viewing all 11324 articles
Browse latest View live

Giovani spazi: Progetta l'Inarcassa che ti somiglia - Ilaria Cotrufo, Federico D'Amato

$
0
0

Uno degli scopi principali del progetto di riqualificazione degli spazi esterni al complesso, sede degli uffici Inarcassa, è quello di produrre un luogo ed una struttura dal carattere marcatamente figurativo. L’attuale spazio esterno risulta piuttosto anonimo, si è voluto invece generare un sistema di collegamento tra la Palazzina A e la Palazzina B attraverso un passaggio sopraelevato che permette di tenere uniti, oltre che coperti, i flussi dei visitatori e quelli di servizio, destinando quindi gli spazi esterni ad una logica più rappresentativa.

1_large

La proposta progettuale parte da alcune riflessioni sull’attuale configurazione urbana dell’area oggetto di intervento, lavorando sulle potenzialità inespresse del vuoto tra gli edifici preesistenti. La strategia è quella di formulare il progetto come sommatoria di diversi “in-between spaces” dinamici prevedendo un nuovo sistema relazionale tra le parti. Questo intento si esprime individuando quelle linee invisibili che anche questo luogo possiede, linee che generano, sovrapponendosi e intersecandosi, un nuovo rapporto tensionale tra le parti. Lavorare tra le linee, come tra gli oggetti urbani, di questo interessante cul de sac, ha consentito di produrre degli spazi suggestivi capaci di tessere molteplici interazioni con i soggetti che li vivono ma anche con l’ambiente urbano che li circonda.

Coperture_large

Copertura

Il progetto prevede un nuovo atrio, posto davanti alla Palazzina B, all’interno del quale si colloca l’unica reception, a cui viene affidato il compito di centralizzare il presidio di entrambi gli edifici. Questo ingresso è pensato come un volume stereometrico, interamente vetrato, nel quale si innesta il bancone della ricezione modellato attraverso una serie di piani inclinati, pensati come dei carter di lamiera. Poco oltre è stato previsto uno sbarramento con due tornelli (di cui uno anche per utenti disabili), che consente l’accesso agli in-between spaces del piano terra. Sono spazi dinamici, di transizione, flessibili ed estremamente versatili, pensati per l’attesa ma in nessun modo vincolati ad un uso specifico. Vogliono essere soprattutto spazi liberi, generatori di relazioni, in grado di assorbire anche eventi ed allestimenti temporanei. Per questa ragione, le aree funzionali adiacenti (Front del Protocollo e Centralino), poste alla stessa quota, si proiettano come grandi schermi manifestando lo svolgimento delle loro attività interne e generando con gli in-between spaces uno scambio visuale reciproco. All’interno di questi, nella zona più prossima ai tornelli, sono stati ricavati i servizi igienici destinati ai visitatori, divisi per sesso e con un bagno specifico per disabili, mentre più avanti quelli destinati ad uso esclusivo del personale.

2_large

I materiali ipotizzati per l’allestimento degli spazi interni risultano coerenti con quelli presenti nell’atrio della Palazzina A, recentemente oggetto di riqualificazione. Si prevede infatti l’uso del corian bianco fresato e di quello color rosso sia per i banconi che per i rivestimenti a parete. Si è pensato anche di ricorrere all’uso di lamiere stirate, in acciaio inox, per schermare la presenza di cavedi tecnici a vista, lungo gli in-between spaces del piano terra e all’esterno, lungo il distacco dalla rampa carrabile, posta sul retro.

Pt_large

Planimetria piano terra

Anche i collegamenti verticali costituiscono un sistema spazialmente caratterizzato e organizzato secondo gli stessi principi compositivi, nel nuovo atrio della Palazzina B infatti si colloca una scala interamente vetrata ed un ascensore sempre in acciaio e vetro che consentono l’accesso agli in-between spaces del piano superiore, dove si è disposto il nuovo collegamento aereo che si innesta tra i due edifici preesistenti. Il volume architettonico oltre a garantire un assetto distributivo più funzionale a tutta la sede, colonizza in quota il vuoto esterno segnando la percezione visuale e attribuendogli un carattere fortemente simbolico – rappresentativo. Questo percorso sopraelevato intercetta le quote del primo piano, innestandosi nei punti che consentivano la realizzazione degli in-between spaces, come proseguimento di quelli presenti al piano terra, prima di poter accedere ai collegamenti verticali di ciascun edificio.

Render_1_large

Render nuova portineria

Si è prevista una struttura leggera e modulare costituita da tubolari di acciaio che fungono da sostegno per i pannelli in vetro e le lastre di metallo con nucleo EPS. La struttura ipotizzata è composta di unità triangolari non complanari, con un’altezza media di 2,5 metri, che si ripetono a intervalli pressoché regolari. Tale forma, oltre a rendere la struttura più rigida e snella, consente al vetro di riflettere parti diverse dell’edificio settecentesco prospiciente, oltre a fornire, percorrendolo, una piacevole sensazione di luce e trasparenza derivante dallo spazio esterno. Il ponte pedonale ha un appoggio al piano terra costituito dal volume del nuovo atrio, da cui partono due campate distinte, una verso la Palazzina A che si estende per 14 metri, l’altra invece di 7 metri verso la Palazzina B.

Render_3_large

Render nuova reception

Il disegno degli spazi esterni traccia a terra le linee percettive che caratterizzano l’intervento di riqualificazione rendendo visibili gli allineamenti e le relazioni tra le parti. Per questo motivo, le lastre sono pensate come blocchi omogenei di cemento lisciato e non disegnano alcuna differenziazione per tipologia di percorso. L’utilizzo carrabile è previsto ma se ne ipotizza un uso alquanto sporadico proprio per non alterare l’estetica generale di progetto. La presenza del verde è prevista in maniera ridotta ed ha lo scopo essenziale di individuare il fulcro delle linee percettive, oltre a costituire un margine lungo il fianco cieco dell’edificio settecentesco. La valorizzazione relativa al disegno degli esterni è pensata anche attraverso l’uso di una illuminazione a led, disposta a terra lungo le direttrici principali.

Pianta_large

Planimetria primo piano

Render_4_large

Render dal percorso sopraelevato


UNO, NESSUNO E CENTOMILA - Roberto Ingrassia

$
0
0

La scatola è una forma primordiale di architettura. La camera ottica è una forma primordiale di architettura virtuale. La camera ottica,quella usata già da Canaletto.

9_large

Il riflesso all’interno di una scatola che riflette diventa strumento di misurazione e rappresentazione della realtà. In mezzo, tra la camera ottica e gli attuali strumenti per ottenere immagini virtuali più di 50 sfumature di grigio.

12_large

La realtà non è poi così oggettiva. L’architettura ha un’immagine percepita in centomila modi diversi .

10_large

Quando un disegno di architettura diventa oggetto costruito rapprende, si irrigidisce, comincia come in Pirandello a morire.

6_large

4_large

1_large

2_large

8_large

Hjk_large

16_large

19_large

11_large

14_large

15_large

3_large

7_large

20_large

21_large

Oklacà - Pátmos, Dhodhekanisos, Greece - Anna Famiglietti

$
0
0

Edificio preesistente riqualificato strutturalmente e funzionalmente per essere un bar ristorante appartamenti vacanze.

557202_124562381019114_13996493_n_large

Il patio sulla spiaggia

562892_131924316949587_1316419674_n_large

Il belvedere sul mare

255388_124561851019167_1374889167_n_large

Piano area ex ISMES - Flavio Marzetti, Ing. Livio Marzetti

$
0
0

Il progetto consiste nella riqualificazione dell’area dell’ex Ismes con creazione di una piccola cittadella dell’industria e riconversione parziale degli edifici esistenti per destinazioni terziarie commerciali. Sono state riprogettate tutte le reti urbanistiche , gli spazi esterni di viabilità e sosta, i singoli lotti con capannoni industriali, la portineria d’ingresso e le infrastrutture tecniche necessarie

1564-u1_large

1564-u2_large

1564-u4_large

1564-u6_large

1564-u7_large

1564-u8_large

1564-u10_large

Terre di mezzo: Rigenerazione dello spazio urbano nell’area di Gianturco - Susanna Castiello

$
0
0

INQUADRAMENTO AREA L’area di S. Giovanni a Teduccio e Gianturcoè notoriamente stata “riempita” nel corso degli anni con strutture ed infrastrutture di varia natura (il cimitero, i grandi impianti industriali e tecnologici, le strade ferrate, le autostrade, il porto) secondo una logica di intervento che ha prodotto l’esasperazione del contrasto tra entità urbane e suburbane e causato il declino di quelle preesistenze che costituivano i principali elementi fondativi dell’area. Di qui l’insostenibile situazione di degrado, confusione e promiscuità in cui versa attualmente la zona, dove la sovrapposizione non coordinata di differenti tipologie di strutture accentua le reciproche influenze negative, e le imprese subiscono le conseguenze del dover operare in un contesto che non è strettamente industriale, senza tuttavia essere adeguatamente organizzato né per la funzione residenziale, né per quella terziaria.

Masterplan_pulito_piccolo_large

Masterplan

Una delle maggiori criticità rilevate è data dalla conformazione delle strade che attraversano l’area, prevalentemente adatte al transito di mezzi pesanti a servizio delle numerose aree industriali presenti. In conseguenza della dismissione di queste ultime, si necessita di una riqualificazione stradale atta a servire le nuove funzioni previste in sostituzione della cessata attività industriale. Alcuni tratti di strada, infatti, non sono percorribili a piedi. Alla dismissione delle aree è inoltre seguito un progressivo abbandono delle strade di collegamento tra esse, che presentano caratteristiche comuni tra loro. In quasi tutte si ritrovano aree di scarico di rifiuti (specialmente in vicinanza dei sottopassi), incuria generale del manto stradale, assenza di marciapiedi, assenza di aree di sosta per autovetture e pedoni, spazi verdi ed alberature.

Tavola1_piccola_large

Stato di diritto

La presenza di barriere infrastrutturali, quali il raccordo autostradale e le linee ferroviarie delle FS e della Circumvesuviana, entrambe sopraelevate, contribuiscono in parte alla condizione di degrado delle strade sottostanti ed alla creazione di aree poco sicure per i pedoni.

Tavola_2_piccola_large

Stato di fatto

La realizzazione dei PUA previsti deve passare attraverso la riqualificazione delle vie di comunicazione che collegano le aree analizzate. L’impronta industriale che caratterizza le aree rischierebbe, infatti, di compromettere la buona riuscita dei progetti, che rimarrebbero isolati. Proprio la riqualificazione degli “spazi di mezzo” potrebbe innescare una più diffusa e capillare riqualificazione, anche attraverso piccoli interventi puntuali sul territorio, al di fuori dei perimetri degli ambiti interessati dalla trasformazione. L’area di progetto è in una posizione di cerniera tra aree soggette a PUA (Piani Urbanistici Attuativi), PIAU (Programma innovativo in ambito urbano) ed aree di tipo Demaniale e soggette a Piano Regolatore Portuale. Proprio l’intersezione tra questi numerosi e diversi strumenti amministrativi rende, a volte, l’intervento sull’area più complesso del previsto. Le maggiori problematicità si riscontrano proprio nell’area di S. Giovanni a Teduccio, area soggetta a PIAU e PUA. Dall’analisi della tavola delle iniziative in corso, redatta dal Comune di Napoli, risultano inoltre in atto inoltre numerosi interventi, sia di iniziativa pubblica che privata. Gli ambiti di progetto individuati nelle NTA del PRG di Napoli che interessano l’area sono l’ambito 12 (Gianturco), l’ambito 13 (Ex raffineria), l’ambito 14 (Cirio-Corradini), l’ambito 15 (Serre Pazzigno) e l’ambito 16 (Rione Baronessa – Rione Villa). Le zone individuate dal piano regolatore generale sono per la maggior parte zone D, zone di insediamenti per la produzione di beni e servizi, sia di nuova tipologia che di interesse tipologico testimoniale. Non mancano zone A, ossia insediamenti di interesse storico, soprattutto lungo Via ponte dei Francesi/Corso S. Giovanni a Teduccio. A queste si uniscono le zone Bb, di espansione recente, soprattutto in virtù della presenza di numerosa edilizia economica e popolare che ormai caratterizza, assieme agli insediamenti industriali, la periferia orientale di Napoli. La riqualificazione dell’area di progetto ha come obiettivo il rafforzamento della connessione tra gli ambiti di progetto elencati in precedenza e del rafforzamento del collegamento tra l’entroterra di Gianturco ed il mare.

Tavola_3_piccola_large

Analisi preliminari al progetto

VIA TRACCIA: SPINA DORSALE DI UNA RIQUALIFICAZIONE TRASVERSALE La realizzazione dei PUA si sviluppa lungo una grande direttrice, che è l’attuale via Traccia. Oggi la strada serve prevalentemente l’area delle raffinerie, le aree industriali e, per la parte inferiore, aree residenziali e commerciali. Soprattutto nel tratto superiore, è intervallata da numerosi cavalcavia che ne facilitano l’accesso ai mezzi pesanti che provengono dal raccordo autostradale. La riconversione funzionale delle aree ad essa circostanti comporterà una riqualificazione della strada stessa, con l’eliminazione dei cavalcavia, la realizzazione di rotonde e la riconversione tipologica della strada stessa. Via Traccia si propone, dunque, come spina dorsale di una riqualificazione trasversale lungo una fetta di territorio napoletano, attraendo su di se numerose funzioni e fungendo da connettore tra i progetti lungo la costa (PIAU S. Giovanni a Teduccio) e quelli che si sviluppano lungo il suo percorso (Ex Feltrinelli, Ex manifattura tabacchi, ex raffinerie). Proprio il tratto attualmente più densamente abitato, penalizzato dall’interruzione della linea ferroviaria della Circumvesuviana, potrebbe, con alcuni micro interventi, inserirsi in questo progetto generale di riqualificazione del tessuto urbano e favorire i collegamenti tra gli ambiti di progetto, anche in un discorso di continuità ecologica. In quest’ottica si inserisce anche il problema della riqualificazione degli assi viari che collegano i tessuti circostanti a via Traccia, attualmente in stato di degrado e privi, in molti punti, anche di marciapiedi per il transito pedonale.

Tavola_4_piccola_large

Relazioni con i PUA circostanti e concept di progetto

Obiettivi
  • Riconnessione tra l’entroterra e la costa
  • Recupero del rapporto con il mare
  • Riqualificazione di via Traccia/Via Ferrante Imparato *(Creazione sottopasso, allargamento marciapiedi, creazione nuovi spazi pubblici, piantumazione di filari di alberi)
  • Riqualificazione edificio industriale dismesso prossimo alla stazione di S. Giovanni a Teduccio della Circumvesuviana e riutilizzo come nodo di scambio intermodale
  • Creazione di corridoi ecologici come elemento di riconnessione del territorio. Riqualificazione ed ampliamento parco pubblico esistente
  • Creazione di una pista ciclabile in sede propria che attraversi e riconnetta il tessuto urbano
  • Incentivazione del trasporto pubblico con potenziamento dell’accessibilità all’area
  • La realizzazione degli interventi previsti nelle aree soggette a PUA porterà alla realizzazione di nuovi spazi di verde pubblico, ben strutturati attorno alle funzioni che vi si localizzeranno.

L’ipotesi progettuale prevede numerosi interventi, tra questi la riqualificazione degli assi stradali. Proprio la riqualificazione funzionale e fisica delle arterie di collegamento tra l’area interna di Gianturco ed il waterfront risulta essenziale ai fini della riuscita dell’intervento. In primis è prevista la realizzazione di un sottopasso in via Traccia, atto a superare la barriera costituita dalla linea della Circumvesuviana. Il sottopasso avrà un’altezza di 5mt e prevederà l’ingresso tramite due rampe, della lunghezza di 50 mt con una pendenza del 10% (5,71° di inclinazione), con due corsie della larghezza di 3mt, una per ogni senso di marcia. Per consentire l’accesso al sottopassaggio e per non ostacolare l’incrocio presente nei pressi della strada ferrata, la rampa a Sud è stata spostata di 25mt verso il basso, consentendo la creazione di un’area pedonale a ridosso dell’edificio dismesso. A ripristino della continuità di via Traccia è prevista anche la creazione di un sovrapasso pedonale in vetro e legno il quale, non solo connetterà le due sezioni di via Traccia, ma si collegherà direttamente all’ex fabbrica dismessa.

Tavola_6_piccola_large

Recupero del rapporto con il mare

Proprio in virtù di questo collegamento, una parte dell’edificio, costituita da una struttura a due piani e da una struttura a capannone priva di tetto, verrà adibita a spazio pubblico. L’intervento prevede il recupero delle strutture esistenti ed il mantenimento dei loro volumi. I materiali utilizzati sono quelli presenti attualmente con un integrazione di acciaio e legno nelle parti in cui essi non siano più presenti (coperture, accessi, parti di muri). A questi interventi si aggiunge quello di una pensilina in acciaio e vetro che dal secondo piano conduce all’esterno, e la creazione di un soppalco nell’area a due piani della struttura. L’edificio conterrà inoltre un area ristoro, una biglietteria, un’area di sosta coperta per le biciclette ed un’area di bike sharing. Il recupero dell’edificio si inserisce in un discorso di intermodalità nei trasporti, agevolato dalla presenza della stazione della Cirumvesuviana di S. Giovanni a Teduccio e di un terminale di alcune linee di autobus locali. La struttura può diventare, quindi, non solo un’area di transito pedonale e di connessione tra le due sezioni di via Traccia ed il parco adiacente, ma anche un luogo di scambio intermodale e servizi ad esso legati. La riconnessione con il mare è favorita anche dalla riqualificazione di via Comunale Ottaviano, strada a senso unico di marcia da nord a sud, nel quale è previsto l’allargamento di entrambi i marciapiedi e la piantumazione di filari di alberi, interventi che si ricollegano a quelli della riqualificazione delle facciate degli edifici avvenuta qualche anno fa.

Tavola_7_piccola_large

Ruolo e recupero degli spazi verdi

La stessa via Traccia subirà interventi di allargamento e riqualificazione dei marciapiedi esistenti, collocazione di filari di alberi su entrambi i lati e, soprattutto, la creazione di una pista ciclabile in sede propria che colleghi l’area Ex Raffinerie al waterfront. La normativa stradale prevede, per la realizzazione della suddetta pista, la possibilità di realizzare due piste contigue, una per ogni senso di marcia, della larghezza complessiva di 2,50mt (1,25mt per senso di marcia), separate dalla sede carrabile da uno spartitraffico longitudinale rialzato. La pavimentazione utilizzata sarà di tipo bituminoso con l’aggiunta di additivi color arancione, per rendere ulteriormente visibile la pista stessa. Il tratto che sarà interessato dalla creazione della pista è costituito da Via Ferrante Imparato, Via Raffaele Testa, Via Granata e Via ponte dei Francesi, per ricollegarsi qui sia con la pista ciclabile in progetto che collega Bagnoli a S. Giovanni a Teduccio, sia con l’area archeologica di Vigliena, con accesso da Via marina dei Gigli. E’ previsto inoltre un parcheggio per le bici sia di proprietà che a noleggio sia presso l’area archeologica, sia alla fine di via Ferrante Imparato e presso via Vigliena. Quest’ultimo consente il proseguimento a piedi, attraverso un ponte pedonale di progetto, verso il porto turistico, l’area archeologica e le strutture a valle della linea delle F.S.

Tavola_8_piccola_large

Spazi pubblici

L’utilizzo della bicicletta e la possibilità dell’attuazione del bike sharing, è favorito dalla conformazione morfologica dell’area, che non prevede grandi salti di quota né dislivelli notevoli.

Schizzo_viabilità_large

Intermodalità

Render_9_large

Rapporto parco-industrie circostanti

Parco_fotoritocco_large

Nuova viabilità e rapporto con l'intorno

Fortino_render_large

Vigliena

Riusi Industriali 2012-Italcementi in Comune di Albino (BG) - Ing. Graccione Stefania, Arch. Luana Gugliotta, Arch. Sara Manca, Ing. Zichi Alessandro

$
0
0

Il concorso di idee ha per oggetto la definizione di proposte progettali sul riuso di siti industriali dismessi in cui la funzione produttiva conservi un ruolo caratterizzante.

Copertina_large

Sp012_tavola01_large

Il tema del concorso “Riusi Industriali”è stato quello di conferire una nuova funzione a tre insediamenti dismessi nella provincia di Bergamo con l’unico vincolo quello di dare importanza all’attività produttiva come nuova funzione generatrice del luogo. Dalla documentazione relativa al sistema produttivo bergamasco, è stato messo in evidenza che l’attività più sviluppata era quella del settore tessile. Si è pensato quindi di tradurre questi dati in una nuova opportunità per il riuso dell’ex cementificio di Albino, luogo scelto tra i tre proposti dal concorso: una scuola di moda dove l’attività produttiva dei tessuti e quella culturale delle mostre e dell’ insegnamento, diventassero il motivo di rilancio del sito industriale. Quest’ultimo è caratterizzato da una morfologia molto complessa che rende la distribuzione dei vari edifici articolati sui vari livelli del terreno. Per agevolare le relazioni tra le varie funzioni e la loro ubicazione nel sito si è suddivisa l’area in tre settori funzionali.

Sp012_tavola02_large

Blocco 1 – Area vendita e Servizi L’edifico dell’antico forno rappresenta il “landmark” dell’intero intervento. Data la sua altezza, si è pensato di liberare lo spazio interno e occuparlo con dei volumi disposti su diversi livelli riprendendo il modulo dei pilastri esistenti. Il nuovo “innesto” svolge una funzione commerciale e quindi pubblica, in grado di attirare l’attenzione della popolazione locale. La centrale elettrica e l’officina meccanica adiacenti, sono stati destinati rispettivamente a bar e ristorante (edifici 15 e 16). A collegarli, una grande piazza all’aperto. Si è scelto di demolire gli edifici addossati al lato est della struttura del forno, relativi alla macinazione cotto, in modo da creare un nuovo prospetto che dialogasse con la piazza e con la scuola antistante. L’intervento interno ha invece voluto mantenere intatto l’edificio. Il progetto è stato pensato seguendo i parametri della certificazione internazionale LEED. Blocco 2 – Passerella e area produzione Il blocco che ospita lo spazio per le sfilate presenta una pianta allungata e regolare che, sia per lunghezza che per altezza ha suggerito questa particolare funzione. Lo spazio interno presenta come elemento caratterizzante la passerella, sopraelevata da terra di un metro. Nella parte alta dell’area vendite è stata pensata un’area buffet di supporto agli eventi che si svolgono nel volume destinato alla passerella e che consente di percepire interamente l’area vendita poiché collocata nella sua parte alta. I due silos situati dietro la passerella sono stati destinati uno, il più grande, a sala conferenze aperta anche al pubblico e l’altro a set fotografico. Nel blocco 2 è localizzata infine la zona produzione di abbigliamento. Essa si sviluppa su 3 livelli e comprende uffici, zona imballaggio e smistamento e un parcheggio. Blocco 3 – Scuola Il blocco 3 è stato dedicato alla scuola di specializzazione per stilisti. Ospita laboratori e aule per la didattica, segreteria e uffici per i docenti, bookshop, hall d’ingresso con infopoint, biblioteca, alloggi per studenti e docenti e sale esposizioni. Comprende inoltre le due costruzioni in stile Liberty, pensate sala di esposizione e alloggi per docenti. Gli alloggi per studenti si sviluppano su tre piani e prevedono su ogni livello sia camere da letto che stanze adibite a cucina o aula studio. Nel volume più grande di quest' area trovano posto un'ampia sala adibita a laboratorio di taglio e cucito. Nel piano soprastante il laboratorio è ubicata l'aula di disegno che si affaccia su uno spazio a doppia altezza adibito alla circolazione delle persone e anche allo studio o alla sosta. I due silos adiacenti sono stati destinati a biblioteca, bookshop e infopoint. Le aule didattiche per le lezioni frontali sono localizzate nel volume contro terra caratterizzato da una struttura ad archi. Infine nei locali che precedentemente fungevano da portineria (3) e ufficio spedizioni trovano posto rispettivamente gli uffici per i docenti e la segreteria.

Rethink Athens: Towards a new city centre - MIXST urbanisme, Wageningen University, STUDIO 75, WSGReenTechnologies GmbH

$
0
0

Challenges – Changing the heart of Athens into a true contemporary metropolitan city centre requires transformation of the city triangle into a lively part of the city. Newly gained space, as a result of the major step towards a walkable city by reducing car traffic in this area, can be transformed into a vibrant, green and accessible heart of the city. We will take contemporary ideas on climate control, reduction of vehicular movement and programming public realm one step beyond: into an integrated proposal, creating a resilient, accessible and vibrant city, not just limited by its project borders, but linking this area to its adjacent areas and being a catalyst for the whole city.

Cop_large

Resilient City – Panepistimiou will be transformed into a green spine, central in a green network, providing shade and shelter. The resilient strategy includes specific attitudes towards reducing the urban heat and improving thermal comfort (natural cooling by greening and shading public realm, green roofs and facades, cool pavement), reducing air pollution, decreasing energy use and resolving water issues (storm water retention and irrigation). Turning the city triangle into a green framework, transforming its corners into green areas, and connecting this framework to the green hills around the city centre results in mitigation of urban heat not just limited to Panepistimiou but having its effects on the Metropolitan Centre. A greening strategy for Athens is combined with a water strategy, since a good condition of plantings is crucial to contribute to heat reduction. Capturing rainwater in underground basins, on top of roofs or elsewhere helps to keep the water in the area. Besides the technical solutions, water will be used in a poetical way, by referring to the underground Eridanos river.

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Accessible city -.The green framework will be treated as a coherent network of public realm in all directions and linking the adjacent neighbourhoods, having its highlight on Panepistimiou. Restoration of the continuities of the crossing streets creates continuity in the walking experience. By making the new tramline clear and present and part of the grandeur of the space it contributes to the aimed cohesion. In fact, Panepistimiou provides Shared space 2.0, a combination between ‘flux’ and ‘relax’. The design has four characteristic places: Syntagma and Ommonia Square will become two green urban squares, with prominent lush water elements. Dikaiosynis Square will become a green urban room, combing installing a fountain house in an empty building linked to activities in a shaded forecourt. In the middle of Panepistimou Street, a green ensemble ties the university together into an urban park.

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Vibrant city – Panepistimiou will change from ‘street’ to ‘boulevard’, by adding inviting spaces to stay to the linear space. Occupying and transforming ground floors, we introduce the concept of the theatre of 1000 rooms towards vacant buildings, organizing cultural events and shift focal points who will create a new vibrant atmosphere. Programs are relates to Greek philosophy, science, drama and art. In public realm there will come small open-air podia for outdoor initiatives. An ‘encroachment zone’ will improve active frontages and create linkages between the built environment and public realm. On a smaller scale the architectural interventions of kiosks will not only focus on commercial space, but some will provide facilities such as ‘waterkiosks’ or a toy library. Interactive decorative light in public realm will give the right atmosphere during evening hours.

Screen_shot_2013-03-02_at_18

By doing this we believe that the project tackles the anonymous space in the heart of Athens and demonstrates that urban vibrancy can be combined with creating a green and pedestrian friendly spine, contributing to quality of life and living in Athens.

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Athens PubliCity - Ilousi Kyriaki, Kerexeta Iturritxa Oihana, Gourdoukis Dimitrios, Tryfonidou Aikaterini, Vassilakis Fotios, Christoforidou Theodora

$
0
0

Athens PubliCity: an urban neuron for a new city center The proposal organises a public space processing system which develops and expands like an “urban neuron”, an entire living framework aiming to re-activate and revitalize the urban body. The system acts as a familiar, habitable and dynamic framework able to “contain” events and situations of both collective and individual actions. In proportion to the structure of a neuron, the proposed system is both complete and continuous. It takes over the basic linear axis of Panepistimiou Street and crosses over the vertical pedestrianised streets, reshaping the squares, creating intimate points of rest, urban services and key intersections. Expansion: The proposal aims to intervene beyond the defined urban space. It rather proposes a uniform organisational framework of the public space that can expand and “grow” like a living organism.

Cop_large

Alteration: The system aims to provide qualitative and functional alteration of the public space creating a variety of environments and alternative perspectives that appeal to user’s various states and needs: open-close, introversion – extroversion, solitude – conviviality.

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Familiarity: The system reclaims the familiarity of the public space through its ability degree to provide the user with the sense of warmth and intimacy found in a private space. The Amalias – Panepistimiou – Patision axis is the fundamental backbone including all the basic movements; pedestrians, bicycles, tram and busses. Two important green spaces, the National Garden and Pedio Areos, are found at each end of this axis. This allows it to become a green corridor of connection and development of a unified urban ecosystem. Standing and service points are organised like “urban multi-tools”, gathering a variety of functions: get coffee or quick food, bicycle parking, explore maps or get informed from digital projections and access the web, use the public phone or recharge their own. The three open spaces (Korai, Antonis Tritsis and Omonia) are included in the unified logic of the system and are formed like thematic “nuclei”. Omonia square and Korai pedestrian way are major focal points – “dendrites” where the “urban neuron” system can split and develop like a living organism “taking over” more areas of the urban public space.

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Korai Pedestrian Street and Trilogy / Knowledge: Being part of a section dominated by the Trilogy buildings, this thematic nucleus is configured as a space dedicated to “knowledge”. In the proposed arrangement prevails the communal library organised in such way as to operate in public space.

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Antonis Tritsis Square / Sensations: The proposal suggests the theme of “sensations” for the square; an area where outdoor events and activities related to the human senses are accommodated: open-air cinema screenings, public art events, live performances, music events and even an outdoor gym. Omonia Square / Networks: The proposed configuration aims to restore the powerfully symbolic circular shape and to organise an alive public space where “action” takes place: moving, crossing as well as standing. In order to achieve this, we propose the construction of an urban hoop as a circular structure together with the relocation of three Metro entrances/exits in the middle of the square.

Screen_shot_2013-03-02_at_18

The “urban neuron” system should be treated as a living organism that grows and expands within the body of the city; giving necessary time for people to live in, take ownership and ultimately shape it.

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Screen_shot_2013-03-02_at_18

Screen_shot_2013-03-02_at_18


Casa Acierno - Rita La Pira, Arch. Maurilio Milano

Rethink Athens: Towards a new city centre - Anagnostakis Georgios, Koumantou Chryssoula, Gianmaria Socci, Thomidou Alkistis-Athanassia

$
0
0

The city is the spatial manifestation of the relationship between people and power and results as the stratification of consecutive political visions. Democracy has nowadays lost its connection with the urban daily life and it is mostly sustained without people’s involvement; consequently, public space is perceived as the manifestation of decision-makers and people find it hard to claim their right to it. The recent riots in Greece show how citizenship is now expressed through frustration and friction, as a reaction to top-down decisions, without being constructive. Historically public space was more important than private space; in the Agora, Stoa was the place for discussion and exchange, surrounded by daily activities that constituted the core of the society. The direct democracy of ancient Greece could be the reference for a contemporary urban model which includes members of all age and social groups, in which stoa as its spatial consequence inspires a new approach to public space. Usually, big urban gestures express a top-down set of mind and tend to neglect the existing layering of the urban realm. The latter resembles a palimpsest that includes successive materializations of the social economical and political conditions that prevailed from ancient Greece to the modern era. However the current economic and social situation asks for flexible and cost-effective solutions that rely on people’s contribution. The crisis should be dealt with as an opportunity to introduce an additive approach that would lead to a greater benefit out of the minimum intervention.

Omonia_night_large

OMONIA SQUARE at night

The proposal provides an intense linear space that will awaken hibernating potential for activities to shape the surrounding territory that will be unburdened of the existing restrictions to constitute a field enriched with traces of the city’s memories. Technology carries along great potential for re-establishing the bond of citizens with the city; by grafting the infrastructure, which is an effective, costly and permanent intervention, the city will be provided with a framework for spontaneous appropriation. Along with the tramline an infrastructural spine is created for small-scale elements to be plugged-in and serve people’s contemporary daily needs as expressed and modified in terms of locality and weather conditions. The mild Mediterranean climate expressed in a virtual nine-month summer instilled an innate gregariousness thereby affecting the character of their activities and the way they are spatially manifested. Kitchens, tables, lounge chairs, workstations, bathrooms, ponds, projectors, power sockets and Wi-Fi, water fountains, herb gardens, bike repairing stations, gyms create a habitable environment. A phased construction approach allows the proposal’s basic tenets to adapt to any concurrent social, economic and political changes without interrupting the fluidity of experiencing the urban reality. The expected appropriation will trigger people’s creativity, stimulate small-scale productions and revive arts and crafts for an alternative lifestyle. It will create the premises for a new practice of democracy, one interwoven with everyday life.

Rethink_panel_1_large

MASTERPLAN- The perceived form of the city is shaped by the daily, individual actions of its inhabitants. To provide a spatial framework which encourages and triggers creative initiatives is an investment to the inhabitants expected appropriation of their urban environment. The proposed infrastructure along with a variety of everyday application modules serves as a matrix to foster spontaneous events in the surrounding city field. Through small scale facilities people regain their right to rethink Athens. As Plato once said: “The city is what it is, because the citizens are what they are”.

Rethink_panel_2_view_large

PANEPISTIMIOU STREET- Changing the road into a pedestrian area does not necessarily create a locus. Taking advantage of the planned tram line we concentrate the effort along the infrastructure in order to create the critical mass for a locus to be formed. Infrastructure is usually the largest investment in city planning and as such it cannot be left to a mere statistical approach. The potential that extensive infrastructure carries along can be used to stimulate impromptu initiatives. A diffuse deployment of small scale elements make good use of the planned technology to facilitate people’s appropriation of public space. A roof fosters a number of unexpected events that spread into unused areas, alleys and backyards.

Rethink_panel_3_a_large

PANEPISTIMIOU STREET

Rethink_panel_4_view_large

KORAI AND PANEPISTIMIOU STREET- Korai, due to it’s position among two major city nodes (Trilogy Complex and Klafthmonos Sqr.) is bound to play a pivotal role. By introducing a linking element in the form of a light metal passageway housing a bike parking, Korai emerges as a piece of connective tissue between two main urban organs enabling them to act in unison. The increasing use of the bycicle as a transportation means reinforces the hub like character of this walkway.

Rethink_panel_5_section_large

KORAI SQUARE- Section

Rethink_panel_6_view_large

DIKAIOSYNIS SQUARE- A space formerly perceived as bland and dispersed where nobody would enter, is being walled to trigger people’s curiosity. Once inside, the wall contains facilities for small art and craft workshops, that provide an outlet for creative ventures. A new kind of active appropriation of urban space is thus enabled, with a multitude of craftmanship items created, reinserting the small scale manufacture in the inhabitants experience.

Rethink_panel_7_section_large

DIKAIOSINIS SQUARE- Section

Rethink_panel_8_view_large

OMONOIA SQUARE- The flux of people, on the square’s ground level was until now limited to the perimeter, whereas the real hustle and bustle was taking place in the underground center of the station. To bring this activity to light, a crater is formed by lifting the square roof- lid off the ground, thus imbuing Omonoia Square with a long lost centripetal dynamic. Part of this dynamic is the transition from the Panepistimiou “forest” area to a clearing where the outlook of the cascading ponds merges with the reflecting pool in the center of the square’s plateau to create a unifying horizon. The simple and explicit design gesture strengthens its function and character as an urban plaza.

Rethink_panel_9_section_large

OMONIA SQUARE- Section

Rethink_image_1_large

ALLOTMENT GARDENS

Rethink_image_3_large

OPEN AIR KITCHEN

Rethink_image_4_large

ROOF TERRACE

Rethink_image_5_large

A CAFE IN KORAI SQUARE

Rethink_image_6_large

KORAI BALCONY IN A RAINY DAY

Rethink_image_7_large

EXERCICES IN THE SPORT NURSERY

Rethink_image_9_large

BOOK EXCHANGE NURSERY

Rethink_image_10_large

WORKSHOP IN DIKAIOSINIS SQUARE

Rethink_image_11_large

A NAP IN THE FOREST IN PANEPISTIMIOU STREET

Rethink_image_12_large

OMONIA SQUARE

Rethink_pic_1_large

MODEL OF KORAI SQUARE

Rethink_pic_2_large

MODEL OF DIKAIOSINIS SQUARE

Rethink_pic_3_large

MODEL OF OMONIA SQUARE

Rethink_panel_2_diagram_large

BROAD AREA STRATEGY

Rethink_panel_3_b_large

PANEPISTIMIOU STREET- Big urban gestures express a top-down set of mind and tend to neglect the existing layering of the urban realm. The latter resembles a palimpsest that includes successive materializations of the social economical and political conditions that prevailed from ancient Greece to the modern era. Along with the tramline an infrastructural spine is created for small-scale elements to be plugged-in and serve people’s contemporary daily needs as expressed and modified in terms of locality and weather conditions.

Basilica di Santa Caterina - Fernando Russo

$
0
0

Il progetto di restauro conservtivo ha interessato nel complesso tutta la Basilica orsiniana ed in particolare il ciclo pittorico, che costituisce l’episodio principale della pittura del primo Quattrocento in Puglia, il ciclo pittorico del Chiostro seicentesco, l’ apaprato murario, il campanile, l’ armadio reliquiario del Seicento nonché la musealizzazione del Tesoro della Basilica. La basilica presenta un sistema longitudinale a tre navate e due ambulacri. La navata centrale è coperta da volte a crociera costolonate sostenute da pilastri polistili. Gli ambulacri e le navatelle sono voltati a botte ogivali. Conclude la navata centrale il coro, profondo ed ottagonale voluto da Giovanni Antonio verso la metà del Quattrocento, illuminato da cinque alti finestroni strombati. Agli angoli dell’ottagono, tre pseudocolonne ne sottolineano la struttura che, in alto, culmina con la cupola ombrelliforme evidenziata da otto costoloni a vista che si innalzano dai capitelli. Addossato al muro di fondo è il grandioso monumento sepolcrale di Giovanni Antonio Orsini (sec. XV-XVI).

00_large

01_large

02_large

03_large

07_large

04_large

05_large

06_large

Cattedrale di Bari - Fernando Russo

$
0
0

La Cattedrale ha impianto di tipo basilicale, impostato su transetto e tre navate, delimitate da due file di otto colonne su cui poggiano i finti matronei, sulla cui iniziale esistenza sussistono dubbi, atteso che l’individuazione di tracce di un preesistente ballatoio pensile, di collegamento fra gli esaforati esterni e gli ambienti retrostanti il catino absidale, fanno dubitare della contestuale presenza di un livello calpestabile che definisse, come in altre realtà, dei matronei pienamente utilizzabili.

00_large

Al centro del presbiterio è impostato il ciborio di Alfano da Termoli ricostruito nell’anno 1953 con i frammenti recuperati dalla demolizione effettuata nel corso delle trasformazioni barocche del XVIII secolo. Al centro della navata laterale sinistra si accede alla cosiddetta Trulla le cui caratteristiche architettoniche la configurano quale possibile antico battistero, successivamente trasformato in sagrestia: essa rappresenta, al pari della Cripta, l’unica trasformazione dell’intervento settecentesco realizzato da Domenico Antonio Vaccaro.

01_large

La copertura della Cattedrale infine, ha configurazione a tetto a falde inclinate impostate su capriate lignee a vista, sulle quali svetta il campanile superstite ricostruito negli anni ’50. E sempre la parte centrale del prospetto principale è segnata dalla presenza di un grande rosone, ricostruito nel corso dei restauri degli anni ’30, sul quale si compone un archivolto ornato con figure antropomorfe. Altro elemento caratterizzante l’insieme delle masse è il grande tiburio a forma ottagonale che sostiene la cupola della Cattedrale. L’intervento di restauro è stato graduato a seconda dello stato di gravità del degrado ed è stato condotto evitando di procedere ad operazioni di pulitura eccessivamente radicali, al fine di non danneggiare la naturale patina di invecchiamento e consentire quindi l’asportazione dei soli depositi di sporco nonché dei prodotti di alterazione.

02_large

Si è proceduto preliminarmente ad un trattamento generalizzato teso alla eliminazione della vegetazione spontanea presente dei setti ed interstizi, da eseguirsi manualmente e previo trattamento a mezzo di diserbanti; quindi si è dato corso all’ispezione e pulitura a mano delle superfici murarie e con l’ausilio di spazzole di setola morbide.

03_large

Nelle parti del paramento liscio su cui sono presenti annerimenti più tenaci e croste nere è stato previsto il trattamento con irrorazione di acqua deionizzata atomizzata o con impacchi a base di polpa di carta ed acqua distillata. L’intervento di rifacimento dei manti di copertura ha interessato particolarmente la navata laterale sinistra che presenta scarsa tenuta all’acqua piovana, ed in ogni caso, ha riguardato anche le restanti navate con una azione globale di revisione dei medesimi.

04_large

06_large

07_large

08_large

09_large

ABITAZIONE PRIVATA MG - CHIAUZZI|architetti&urbanisti

$
0
0

L’intervento riguarda un immobile collocato nel centro storico di Rimini, classificato dal PRG comunale come palazzetto, edificio della città di antico regime. L’edificio pur mantenendo l’impianto generale, ha subito negli anni diversi interventi di ammodernamento funzionale. Gli interventi realizzati riqualificano precisamente una porzione un appartamento privato posto al primo piano ad uso abitativo ed un locale posto al piano terra di tipo commerciale. Il locale del piano terra rivisto in funzione di nuovi usi residenziali, essendo scollegato dall’abitazione soprastante è stato collegato mediante una scala leggera autoportante. Relativamente al piano primo lievi cambiamenti alla distribuzione interna, hanno ottimizzato lo spazio creando luoghi più ampi e al tempo stesso intimi per chi vi abita. I materiali di finitura quali la pietra per le pareti e il legno per le pavimentazioni conferiscono omogeneità allo spazio interno. Pareti attrezzate quali armadi o librerie si inseriscono in maniera fissa nello spazio ripensato, in modo da salvaguardare la continuità cromatica formale.

5_large

9_rid_large

1_large

2_large

3_large

4_large

6_large

8_large

Festival international des Jardins de Chaumont-sur-Loire 2013 - LandAlab

$
0
0

*The garden o*ffers the visitors the possibility to observe, simultaneously, di*fferent stages of growth, arranged in different sectors, corresponding to di*fferent jumps in time.

Chaumont-quote_large

quote

​ Our brain manages to synchronize what’s happening even though sensory data comes through your eyes, ears, tongue and skin at slightly diff*erent times and speeds.

Chaumont-plan_large

plan

What can happen if, on top of this slight “delay”, jumps in time are added? The garden is divided into four main areas.

Chaumont-section_large

section

Chaumont-planting_large

detail

Perspective_large

render

CASA PRIVATA SUL COLLE - CHIAUZZI|architetti&urbanisti

$
0
0

Il progetto riguarda una casa del dopoguerra, posta sulle colline longianesi. Ai primi lavori di ristrutturazione effettuati negli anni novanta che hanno profondamente modificato l’edificio valorizzanone la forma e la tipologia, segue il progetto di ampliamento secondo le opportunità offerte dalla L.R. 6/2009, che prevede la possibilità di dotare di servizi il piano terra e di uno spazio-soggiorno interamente vetrato, il piano primo. Lo studio dell’inserimento di nuovi volumi tiene in considerazione la sagoma regolare dell’edificio esistente, al fine di non alterarne le proporzioni complessive, mentre l’apertura al paesaggio circostante giustifica la scelta di rivestimenti trasparenti e leggeri.

Foto2_large

Foto_large

Pianta_large


Festival international des Jardin du Métis 2013 - LandAlab

$
0
0

Reflecting on how human intervention can modify the landscape and its consequences and trying to look at the bright side of world water and energy crisis, the project is a water-free reinterpretation of a riverside landscape with a dam. *The given space is divided into two parts. *The first space encountered is a reconstruction of a damp area. Charcoal simulating water is the main mulching material beside the concrete winding path. Once reached, the dam has a cor-ten made stair gives access to the top area where boats are laying on charcoal.

Metis-plan_large

The water is not water, the grasses can be turned into fuel and timber into charcoal..

Metis-planting_large

Metis-section_large

Dam-dam_large

Lounge Bar - Fabrizio Batoni

La Dolce Vita - Christian Nardini

CENTRO RICREATIVO GREGORINI - CHIAUZZI|architetti&urbanisti

$
0
0

L’edificio rappreseentata assieme ad un’altra ala speculare, il corpo servizi di Palazzo Gregorini, appartenente allo sviluppo urbano settecentesco. periodo in cui la città viene investita dai lumi della cultura francese ed europea che fa sorgere l’Accademia dei Filopatridi, la cui sede sarà proprio il palazzo in questione. Il restauro finalizzato alla rifunzionalizzazione dell’edificio pressochè diroccato, è stato eseguito prevedendo la ricostruzione di molte parti strutturali come per esempio la copertura che non esistevano più. E’ stato creato un centro come luogo di aggregazione degli anziani ma aperto alla città, con una sala di lettura e relax nella stanza delle pitture, uno spazio bar-ristoro nel corpo più lungo, un’ampia sala ricreativa e delle feste, i servizi. Gli arredi sono contemporanei e funzionali, fuori dalle logiche tradizionali.

Centro5_large

Centro3_large

Centro2_large

Centro8_large

Centro19_large

Pianta_large

Centro1_large

Centro10_large

Centro4_large

Centro21_large

COVERED ROOF GARDEN GRAND HOTEL - CHIAUZZI|architetti&urbanisti

$
0
0

Il Grand Hotel di Rimini, realizzato dalla societàSMARA, viene inaugurato il primo luglio 1908. Il complesso è stato progettato dall’architetto svizzero Paolito Somazzi e presentava una copertura con abbaini, le cupole ed una bella scritta centrale di stile liberty. La realizzazione non rispettò fedelmente i disegni dell’architetto, ma rappresentò un mondo magico che fece di Rimini il più ambito centro di villeggiatura del “bel mondo”. L’edificio era posto al lato del Kursaal distrutto nel 1948. Il 14 luglio 1920 si incendiarono le cupole che non furono più ricostruite. Oggi l’edificio presenta diverse modifiche rispetto all’architettura originaria, da cui deriva la copertura a terrazza. L’insieme mantiene ancora l’atmosfera magica dell’epoca più volte ripresa nel film Amarcord di Fellini. Nel 1995 il Commendatore Pietro Arpesella presentò le sue idee futuristiche sia per il riassetto della Marina che per il Grand Hotel, con l’idea di proiettare l’immaginario della Rimini balneare nel futuro dei vicini anni ‘2000. Di qui è nato il Covered roof garden, Copertura trasparente con terrazza verde e cupole panoramiche. Il progetto prevede il lastrico solare trasformato in uno splendido e funzionale spazio coperto ma trasparente; un luogo di incontro con minibar e ristorante, con accesso da ascensori panoramici posti nel cortile retrostante e la ricostruzione delle cupole moresche su piani girevoli per ammirare la Città.

Hotel1_large

Hotel11_large

Hotel8_large

Hotel2_rid_large

Hotel4_rid_large

Hotel6_large

Viewing all 11324 articles
Browse latest View live




Latest Images