FESTIVAL di Arte AMBIENTALE
Esercizi di arte fluviale in Georgica – Guastalla (RE) Lido Po
3 – 4 maggio 2014 dalla mattina al tramonto
A cura di Antonella De Nisco e Giorgio Teggi
© Giorgio Teggi . Published on August 25, 2014.
Il Festival di Arte Ambientale si lega al fiume: lo scorrere e il fluire diventano pretesto per percorrere e conoscere, commentare nel tempo e nello spazio il territorio.
Il luogo non è la cornice dell’azione ma humus vitale dove l’arte ambientale pubblica si fa necessaria e amica: arte-conoscenza, fluida, ricca di narrazioni e sorprese perché il paesaggio non è solo veduta, inquadratura ma spazio da realizzare con il pensiero.
Gli invitati avranno il compito di proporre disvelamenti del luogo aprendo vedute sul paesaggio da diversi ambiti: artistico-letterario, filosofico, musicale, ludico e iconografico.
Gli “Esercizi di arte fluviale” saranno applicazioni momentanee di materiali non durevoli, ipotesi di partecipazione collettiva e interdisciplinare alla “costruzione” del paesaggio fluviale, con i nostri quotidiani attraversamenti.
Sono richiesti segni leggeri e transitori a testimoniare passaggi, presenze, coscienze, qualità.
Il fluire delle idee 2014 viene raccolto nel primo quaderno di “Esercizi di arte fluviale”.
© Giorgio Teggi . Published on August 25, 2014.
INCIPIT
© Giorgio Teggi . Published on August 25, 2014.
TRAN-Po progetto di un trampolino in Corten, rami e gelsomino, intreccio di rampicanti odorosi per guardare “al di là”, trampolino-metafora che ci spinge a pensare esercizi di arte fluviale per un’ecologia dello sguardo.
POrtarami, vasi per rami abbandonati e trovati, manutenzione poetica del bosco fluviale.
© Giorgio Teggi . Published on August 25, 2014.
TAM-Po e POrtarami
LUOGO:
L’ambito degli interventi inizia dal ponte di legno sul Crostolo in direzione Lido Po Gualtieri e comprende il sentiero, il fiume e il bosco di pioppi.
Il luogo è segnalato da due vele che descrivono le iniziative e i progetti del Festival. Le installazioni nel bosco o sulle rive potranno essere facilmente rimosse o rimanere lasciando che ritornino lentamente alla natura.
© Giorgio Teggi . Published on August 25, 2014.
Oscar Accorsi: Ipernatural, intervento con materiali naturali trovati sul posto. L’intento è quello di agire in modo minimale, attivare scoperte al limite della percezione. (http://oscaraccorsi.wordpress.com.)
© Giorgio Teggi . Published on August 25, 2014.
Anna Benedetto e Veronica Finucci: Il nido degli abbracci, l’installazione, sottolinea la pratica di scambio di energie vitali tra l’uomo e albero, immaginata come collegamento fra la terra e il cielo attraverso le sue fronde, tra la superficie e il centro della terra attraverso le sue radici. Il gesto dell’abbraccio sviluppa un linguaggio silenzioso e comunica in assenza assoluta di parole; mentre io abbraccio, dono e ricevo, amo, consolo, guarisco e vengo guarito, perdono, tocco e mi lascio toccare. Perdersi e acquisire le nozioni dell’infinita saggezza di un albero, contenerlo tra le braccia in una porzione di bosco ai margini del fiume, nella forma perimetrale di pentagono, cinque lati come cinque elementi (acqua, aria, terra, fuoco, etere). L‘opera viene completata da tutti i visitatori che avranno a loro disposizione una fascetta in tela di cotone non trattato, colorato con colori naturali, per poter a loro volta abbracciare, a scelta, un albero e, con un’azione di arte partecipata, seminare il bosco di abbracci. (http://annabenedetto.jimdo.com)
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Veronica Borghi: Spazio di confine, argine come confine, che contiene e separa. Confine come luogo. Spazio di incertezza e instabilità. Spazio di incubazione. Spazio necessario alla presa di coscienza di sé; luogo di creazione identitaria. Uno spazio che diventa percepibile e fruibile attraverso una installazione-bozzolo realizzata con filo bianco e filo di ferro.
© Giorgio Teggi . Published on August 25, 2014.
Christian Brogi: foto e video dell’evento ZAT e video-proiezione notturna nel bosco. Gli alberi sono creature, vivono, respirano, si muovono, ed anche se non camminano, in realtà il loro movimento è verso l’alto, un millimetro per volta, verso tutte le direzioni in cerca della luce, di aria, di spazio vitale. L’albero ha un istinto di protezione verso i suoi figli, li protegge dall’invasione di altre piante, combatte guerre inaudite e continue, terribili e violente, ma sono guerre al rallentatore, che le nostre brevi vite possono solo intravedere. L’albero sembra immobile, ma è immobile solo per la nostra velocità, cioè in relazione alla nostra eccessiva velocità come le nuvole che guardate di sfuggita, e poi distolto lo sguardo e riposto su di esse ci mostra differenti affreschi, così l’albero, come il fiume, guardato ad intervalli più lunghi ci mostra il suo continuo ed incessante percorso di vita. Immersi per metà nell’atmosfera, respirano come immensi polmoni protesi verso il cielo, generano ed attirano vapori e nubi, che proietterò sui loro tronchi e rami durante la notte. (www.ltmd.it/christian.htm)
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Giacomo Cappetta: Acquario immaginario, installazione di 25 paletti di legno all’interno di uno spazio delimitato da alberi di pioppo; ogni paletto sostiene due pesci di legno per un totale di 50 pesci ognuno avente una propria caratterizzazione per forma, volume, dimensione e colore. I materiali utilizzati sono legno e ferro provenienti da scarti di lavorazione e dal fiume. Il progetto “Acquario Immaginario”è un’installazione ambientale realizzata con varie tipologie di legno e di alcuni elementi ferrosi. Ogni pezzo di legno proviene da acque fluviali e marine o dallo scarto di lavorazioni; ciò vale anche per gli elementi ferrosi. La combinazione di rami, stecchi e ferro permette di dare vita ad un acquario della fantasia, dove ogni pesce realizzato ha un proprio aspetto e proprie peculiarità. I paletti con i pesci vengono disposti a spirale attorno ad un pioppo centrale, così da creare un effetto dinamico e con l’idea di vedere nella spirale i gorghi che si formano lungo le rive del Po’.( www.arte-fare.com)
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Antonella De Nisco e Giorgio Teggi: TRAN-Po e POrtarami, TRAN-Po trampolino in corten, rami e gelsomino, intreccio di rampicanti odorosi per guardare “al di là”, trampolino-metafora di arte fluviale per un’ecologia dello sguardo. POrtarami, vasi per rami abbandonati e trovati, manutenzione poetica del bosco fluviale. (www.antonelladenisco.it – ec2.it/giorgioteggi)
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Simona Fagiani: Giardini di carta, costruzione di Giardini di Carta in riva al fiume in un atelier di progettazione ambientale: dall’albero alla carta e con la carta ripensiamo all’albero, fiori, cespugli ed aiuole per progettare giardini, come piccole zattere.
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Elena Farnè e Graziana Bonvicini: Mappa di comunità lungo le rive del Po, tra gioco di ruolo e creatività, venti persone di Guastalla e dei Comuni limitrofi, anche dell’altra riva, per raccogliere idee, memorie, proposte, suggestioni, pensieri, immagini, storie ed emozioni sulle relazioni tra le persone e delle persone in relazione alla vita del fiume. Si tratta di un evento, di mezza giornata (mattina o pomeriggio) che avrà come obiettivo la costruzione di una prima Mappa di comunità, da arricchire se si creeranno le condizioni per farlo coinvolgendo scuole e musei, amministrazioni cittadine, associazioni del luogo. (www.elenafarne.it/ – www.infojobs.it)
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Associazione A passo d’uomo: Saluti da, installazione di 100 cartoline tratte dal festival A passo d’uomo, appese agli alberi e ai rami del pioppeto, raccontano l’esperienza di come una comunità, investendo sul rapporto Arte-Natura e la creatività giovanile e non, stia cercando di raccontare il proprio territorio. Le cartoline, saranno scritte agli abitanti di Guastalla che vivono sulle rive del Po dagli abitanti della Valle del fiume Conca. (www.apassoduomo.com)
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Teatrodellafragola-Mirella Gazzotti e Pina Tromellini: Riflessi dall’altra sponda-riflessi di altro, performance teatrale. Lo sguardo accarezza la corrente del fiume PO e come uno specchio riflette tracce di ricordi. Le mani scavano, cercano tesori dimenticati. Oggetti in cui scoprire i riflessi di altro, altre vite passate sulle antiche sponde, altri momenti, altre immagini. Nuove storie nascono dagli oggetti perduti. Sono rimasti nascosti nella sabbia, hanno aspettato, regalano un sogno a chi è ancora capace di sognare. (www.ilteatrodellefragole.it – pinatromelliniparole.blogspot.com)
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Guatteri Francesca: Concerto del fiume, come il vento che passa tra i pioppi porta il profumo del fiume, noi portiamo il suono di musiche d’acqua tra le fronde, e componiamo un concerto per fiume. Un percorso di 7 musiche evocative, da ascoltare una per una, un punto centrale d’ascolto per udire le musiche unite in un solo scroscio continuo.
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LudoteCa: S-copriamo-un-PO(‘), laboratorio ai margini di un bosco, i guardiani del Fiume accoglieranno i curiosi, invitandoli ad atmosfera raccolta e consegnando loro libri-fiume sul cui fondale sono sedimentati racconti fluviali. Un’esperienza di teatro di lettura ci permetterà di scoprire un PO speciale, quello vissuto dai personaggi dei racconti, che ci condurrà all’esperienza di rappresentazione (tattile, visiva, sonora) di UN PO PER UNO. Ogni rappresentazione, inanellandosi a ogni altra, restituiràUN PO DI TUTTI. Il rito finale di costruzione di uno SPIATOIO, ci consentirà la pratica di Guardiani, titolo di cui saremo investiti al termine di questa scoperta fluviale. (http://suglialberi.weebly.com/)
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Diego Perucci: Everest, Everest è la marca della macchina da scrivere in dotazione allo scrittore (Diego Perucci). Approfittando dei diversi angoli e scorci del luogo, lo scrittore metterà in pratica gli stereotipi del suo mestiere, immerso nell’ambiente così come la letteratura lo è nel mondo. I dattiloscritti andranno a far parte della documentazione del Festival.
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Antonio Petrucci: Il fiume e l’Orso, racconto. Il tentativo di Michelangelo Orsi di togliersi la vita gettandosi giù da un ponte nel Grande Fiume fallisce. Il mancato suicida racconta la sua avventura al bar. Ne nasce una sfida e una scommessa.
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Matteo Marchini e Alessandro Cupello: Ponti di vista, sedute intese come osservatori di paesaggi: paesaggio fluviale, verso il Po, ma senza precludere la vista del pioppeto, questo grazie allo schienale in ferro posizionato diagonalmente rispetto alla seduta rettangolare in fieno. La seduta sarà quindi fruibile per entrambi i paesaggi, una sorta di ponte concettuale tra elementi verticali e dinamici elementi orizzontali.
© Giorgio Teggi . Published on August 25, 2014.
Jacopo Rasmi e Luca Vettori: Iriderede, installazione di un documentario en poèsie dal titolo Iriderede, fondato su una ricognizione creativo-archeologica su quelle notevoli tracce della secolare civiltà padana che sono le case coloniche. Sarà proposta un’indagine artistica su quella koiné antropologica contadina (a partire dalle testimonianze architettoniche e paesaggistiche) che ha contrassegnato e unificato i territori della grande pianura alluvionale del Po’. Si tratta di un site-project affiancato alla pubblicazione del prossimo numero della rivista “Sugli alberi” dedicata appunto all’eredità (che sarà presentato per l’occasione). (http://suglialberi.weebly.com/)
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Contatti: antonelladenisco@email.it
giorgioteggi@email.it
Web: www.antonelladenisco.it
ec2.it/giorgioteggi
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