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Tunnel Mobile - ARCHITETTO STEFANO TANCI

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Le coperture mobili industriali, chiamate comunemente Tunnel, sono tendo-strutture formate da uno scheletro portante in acciaio e una copertura (tetto, fianchi e fronti) in telo PVC. Nel settore industriale permettono di immagazzinare al riparo dagli agenti atmosferici componenti, semilavorati e prodotti finiti di qualsiasi genere. Un tunnel può essere posizionato (vincolato) a terra in modo completamente autonomo, separato dall’edificio, diventando quindi lui stesso un vero e proprio capannone. Oppure, in mancanza di spazio o per essere raggiunto senza uscire dal riparo offerto dagli edifici, avvicinato e sigillato alle pareti in muratura. Le moderne tecniche di progettazione e di modellamento permettono di raggiungere grandi distanze tra i montanti (capriate reticolari classiche o doppie capriate rovesciate possono raggiungere e superare i 30 metri); Tutto ciò permette di utilizzare l’area coperta senza l’ingombro di pilastri intermedi o in caso di richiesta di enormi spazi, riducendoli al minimo. Un altro elemento da prendere in considerazione è il telo di copertura. Questa membrana che ricopre solitamente tutto il tunnel (ma non necessariamente tutto) permette all’insieme di diventare un magazzino a tutti gli effetti. Gli orditi e trame in poliestere danno al tessuto resistenze formidabili, le spalmature di PVC sono durature e resistono agli agenti atmosferici (sole, grandine, pioggia, neve, vento ecc.), consentendo al prodotto finito di durare nel tempo senza variazioni di resistenza (al massimo un po’ di sporcizia dovuta a piogge impure o a sospensioni in etere non molto pulite; la pulizia si esegue con acqua e sapone neutro). Le coperture mobili Tunnel consentono, prescindendo dalla tipologia, alla struttura in acciaio ed al telo vincolato ad essa di scorrere su ruote. La sicurezza: i costruttori devono (anche l’acquirente che ne è alla pari responsabile) commercializzare esclusivamente strutture verificate con un calcolo adeguato, firmato e timbrato da professionista abilitato (iscritto all’Albo di pertinenza).

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Riqualificazione del Giardino del Peripatio a Gela - Saverio Palumbo, Gaetano Russo, Salvatore Amarù

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Il progetto di riqualificazione del giardino del ”Peripatio” riguarda l’area pubblica sita in Gela tra la via Eritrea, la via Vincenzo Scorza e il Liceo Ginnasio “Eschilo”, nel quartiere di Caposoprano. Allo stato attuale il giardino si estende per una superficie di circa 1900 mq e presenta una folta consistenza arborea e arbustiva di varie specie di palme e ficus. L’area è scandita da stretti e poco praticabili percorsi che si articolano all’interno dello spazio pubblico e si snodano su diversi livelli a causa dei salti di quota, compromettendo la fruibilità del sito. L’idea progettuale sviluppa il concetto di “Peripatio”, il viale che circondava il Liceo fondato da Aristotele e dove lo stesso filosofo teneva le sue lezioni passeggiando. La passeggiata, completamente fruibile ed accessibile, è il fulcro progettuale. Essa si sviluppa attorno ad una lunga panchina centrale rivestita in legno e si caratterizza per un sistema di illuminazione filo pavimento che ne scandisce i percorsi e garantisce la fruibilità anche nelle ore notturne. Lo spazio della passeggiata è trattato con cemento pigmentato in modo da ridurre i costi di esecuzione e di manutenzione. La promenade si connette mediante percorsi radiali con il Liceo ed il parcheggio per i docenti ad ovest, con spazi e residenze privati a nord e con la via Vincenzo Scorza ad est. All’angolo sud-est si sviluppa una gradinata che guarda direttamente la struttura scolastica e ben si adatta a tenere lezioni all’aperto o piccole rappresentazioni. Il Giardino conserva la propria connotazione naturalistica mantenendo e riordinando le ricche specie arboree esistenti. Le aree verdi e alberate cingono la promenade e divengono filtro verso la strada e le abitazioni private insistenti. Il marciapiede in lastricato collega il giardino agli spazi urbani e viari e si caratterizza per le aree circolari trattate a verde e con cemento pigmentato che si connettono concettualmente alla passeggiata interna e alle zone alberate.

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Copertina

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Stato di fatto

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Planimetria

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Vista notturna

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Vista promenade

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Vista giardino

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Dettaglio

Ingresso Stabile - Alberto Savettiere

Progetto di restauro e D.L. relativo alla pulitura e protezione della pavimentazione delle Piazze Storiche di Milano - enrico colosimo

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Il progetto ha elaborato un piano di intervento delle superfici in granito che compongono in buona parte la pavimentazione delle piazze del Centro storico milanese, mediante l’opera di pallinatura (sistema misto aereo-abrasivo) controllata dei supporti: tale lavoro ha permesso l’asporto dei depositi , organici , vegetali, di particellato ,concreziosi,e di varia natura ivi presenti. Protezione finale con prodotto polimerico. Progetto autorizzato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici di Milano nel 2006.

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Piazza Mercanti, veduta generale della pavimentazione

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prove di pulitura

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altro dettaglio della pulitura

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Piazza nelle vicinanze di Corso di Porta Romana

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veduta generale di piazza in centro storico. Colonne di San Lorenzo

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altra veduta

La Pizzeria degli Italiani - Gabriella Pesacane

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Fast food della pizza,distinto in quattro settori: area preparazione cibi, area di servizio e deposito, area di distribuzione, area consumo. Si tratta di un franchising nato nel 2010, che utilizza per la prima volta in Italia un sistema di distribuzione automatica nelle ore notturne.

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Pianta dello stato pregresso

Il negozio è stato realizzato in un bilocale situato al piano terra di un edificio d’epoca del Corso Trieste e Trento a Caserta . Si tratta di un locale a destinazione commerciale,infatti, fino a poco tempo fa, ospitava un negozio di abbigliamento. Il negozio occupa circa 112,00 mq al netto della muratura perimetrale; la stessa è chiusa da volte a vela; l’altezza massima interna rilevata è pari a m 5,15 misurata in chiave mentre, l’altezza minima misurata alla monta è pari a m 3,60.

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Pianta di progetto

L’intervento di adeguamento consiste principalmente nella realizzazione del blocco dei servizi igienici e dello spogliatoio per il personale, dei servizi igienici al pubblico, di un vano ripostiglio e un piccolo deposito, attraverso la costruzione di tramezzi di spessore cm 10 e altezza massima cm 275, chiusi da controsoffittatura in cartongesso. I locali destinati ai servizi igienici, allo spogliatoio e al ripostiglio sono stati rivestiti in gres ceramico fino a cm 260 di altezza e pavimentati con piastrella formato 33,3×33,3 cm non fugata.

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Ripartizione funzionale

Fondamentale nel format è l’area dedicata alla distribuzione automatica accessibile anche nelle ore notturne, posta sostanzialmente all’interno del locale,ma accessibile dall’esterno, è stata opportunamente perimetrata da vetro antisfondamento fino a cm 320 netti di altezza e chiusa da controsoffittatura in cartongesso.

La zona per per la preparazione cibi non ha richiesto interventi di demolizione e ricostruzione. Contigua al blocco dei servizi, è separata da questa da una porta a vento che consente il rapido accesso degli operatori al deposito e allo spogliatoio; le pareti sono state rivestite con piastrelle bianche formato 20×20 cm fino ad un’altezza di cm 260 munite di sguscio verticale come da regolamento. La pavimentazione è in piastrelle antisdrucciolo, in formato 20×20 cm di colore chiaro e sgusciata lungo il perimetro.

L’ impianto elettrico industriale è molto importante in questo format per il corretto funzionamento delle attrezzature necessarie allo svolgimento dell’attività. Pertanto si è reso necessario il completo rifacimento della rete elettrica e dell’impianto di climatizzazione esistenti.

I colori e i materiali scelti per il format rendono l’ambiente invitante ed accogliente: il giallo ocra delle pareti unito al rosso cupo sfumato dei pannelli di forex,il grigio delle belle volte a vela dei soffitti, le curve morbide degli snack in legno di forte spessore che si snodano lungo le pareti perimetrali, si abbinano al color miele della pavimentazione e alle trasparenze degli arredi.

NCG - Tione - Lara Zoccatelli, andrea betta

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L’edificio in oggetto di trasformazione è una grande villa con giardino la cui costruzione risale ai primi anni ‘90, l’architettura richiama in alcuni dettagli (erker) quella altoatesina, le finiture sono pregiate e si presenta in ottimo stato di manutenzione.

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Il piano terra, di dimensioni fruibili ridotte,è dedicato ai bambini più piccolo (3-18 mesi) ; essi sono normalmente i meno numerosi e, data l’età, i meno mobili richiedono quindi in proporzione meno spazio di azione e di servizio. A loro disposizione una zona accoglienza, un’aula divisa in due ambiti, un servizio igienico adeguato ed una stanza sonno utilizzabile anche per il gioco euristico o come piccolo spazio movimento.

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La collocazione al livello terreno permette anche una più rapida comunicazione con gli spazi aperti.

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Il primo piano è dedicato ai bambini più grandi (18-36 mesi); vista la distribuzione esistente costituita da tanti piccoli ambiti si è optato per una ‘aula diffusa’.

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Aprendo dei varchi puntuali di passaggio tra le stanze esistenti si ottiene un unico grande ambito costituito da zone di varia misura che accolgono, in modo flessibile , le proposte educative, il gioco, il pasto ed il riposo.

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Alcune porte permettono la divisione all’occorrenza dell’ ‘aula’ che accoglie: una zona pranzo, un laboratorio per la pittura e per la manipolazione, una grande stanza per il gioco simbolico/costruzioni, una stanza sonno/movimento ed un bagno anche adatto alle attività di gioco con l’acqua.

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La loggia permette di mangiare/giocare all’aperto e di raggiungere comodamente il giardino. Il movimento dei bambini entro questa ‘aula diffusa’ è protetto e sicuro chiuso da due porte di accesso che collegano allo spazio per l’accoglienza e alla scala interna ; tale doppio accesso permette di fruire della stanza della psicomotricità anche da parte dei gruppi di bambini posti al piano inferiore.

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Il nostro approccio progettuale prevede , visto il budget economico ristretto, di lavorare solamente sui ‘varchi’ valorizzandoli con pannellature colorate, che diventano di volta in volta soffitto, controparete, arredo fisso o serramento, esse caratterizzano gli spazi unificandoli visivamente e celano i tagli fatti strutture evitando costose operazioni di ripristino.

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I pavimenti di marmo bianco al primo piano sono stati mantenuti e ‘suturati’ ove necessario mentre nella zona dell’accoglienza dei piccoli è intervenuto con resina epossidica.

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piano colore!

EL PUENTE - Giuseppe Anzani, Gaetano Cerminara, Marco Maione, MARIA DEL CARMEN LOFFREDO

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Il concorso ha come oggetto la realizzazione della nuova sede del governo regionale della Corte di Castiglia Y Leon su un lotto urbano all’interno del piano di nuova espansione della città di Valladolid in Spagna. Il nuovo edificio dovrà ospitare gli uffici della presidenza di governo e di tutti gli organi politici ed amministrativi ad essa legati, la sala del Cosiglio, una biblioteca regionale, spazi collettivi di ristoro, sale per esposizioni temporanee e permanenti, parcheggi per i rappresentanti politici e per il personale amministrativo e aree di percheggio per il pubblico.

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schizzo

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schizzo

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Pianta piano terra

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Pianta primo piano

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Prospetti

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Sezioni

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Suola elementare a Capaccio-Paestum - Giuseppe Anzani

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Si tratta di una piccola scuola elementare per 5 classi, in una contrada rurale.

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Piante

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sezioni e foto della struttura in via di realizzazione

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Prospetti

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copertura

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cortile interno e rampa

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aula magna


Concurso CIT- ITBA - fabricio contreras ansbergs, Carlos M Casalía, jorge baez moore, Rodrigo Cruz

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Memoria El proyecto se inserta en la zona sur de la ciudad, enmarcado por un plan de revitalización, a través de la implementación del Polo Tecnológico, la obra del Banco Ciudad, el proyecto del Parque Lineal y el Centro Cívico, entre otros.

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Pabellón . Etapa 1

Las ideas que determinan nuestro partido son:

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Campus ITBA. Parque Patricios.

Integración Urbana.

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Acceso al Predio

El edificio se integra al paisaje. Se crea un diálogo entre el verde de la futura plaza y los vacíos que se desarrollan entre los pabellones. Las áreas del programa se abren hacia estos patios verdes que potencian el entorno.

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Aulas

Bordes.

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Auditorio

Se plantea el edificio como un todo. Se consolidan los límites del terreno a partir de la construcción del perímetro de la parcela. El crecimiento del campus se proyecta hacia el interior del predio, sin modificar la relación con la calle. La impronta del conjunto a partir de la consolidación de la línea municipal da contundencia al planteo.

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Acceso Pabellón

Campus.

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Conjunto. Etapa 1

La (futura) sucesión de pabellones, permite identificar al edificio/parte según su programa distintivo. Los fuelles verdes articulan el conjunto, cosen los volúmenes e integran el predio.

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Planta baja Pabellón. Etapa 1

Conectividad.

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1er Piso Pabellón. Etapa 1

El pabellón es un volumen de gran pisada y escasa altura. Esta decisión reduce las circulaciones verticales. El flujo de usuarios durante la jornada se concentra en una gran escalera que vincula los niveles, con un vacío que la enmarca e integra el espacio.

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2° Piso Pabellón. Etapa 1

Imagen.

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Planta de Techos Pabellón. Etapa 1

La impronta del nuevo edificio se caracteriza por sus pabellones de metal y vidrio, con un sistema constructivo de alta tecnología. Los mismos se encuentran vinculados por un prisma metálico que cose la totalidad y articula usos semipúblicos. El desnivel de tres metros en la fachada larga genera un basamento topográfico que da apoyo al conjunto.

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Subsuelo. Pabellón. Etapa 1

Preexistencias. Reconocemos el valor edilicio de la construcción existente sobre calle Los Patos, otorgando identidad al proyecto, que integra lo actual con lo patrimonial. Al conservar el edificio, se potencian criterios de sustentabilidad para el conjunto. Situamos en esta caja el nuevo auditorio, contenido por esta cáscara preexistente. Allí se plantean usos para el ITBA y para empresas del Polo Tecnológico que concurran a esta nueva pieza.

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Vista Este . Etapa 1

Etapabilidad.

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Corte Transversal Pabellón. Etapa 1

El proyecto se plantea pensando en la totalidad del edificio. Los 15.000 m2 determinan el partido. La impronta de los pabellones futuros queda explicitada por el sector de estacionamiento y canchas de la primera etapa. Estas áreas secas dejan paso a la volumetría final requerida, reubicando los estacionamientos en un segundo subsuelo.

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AUDITORIO, PLANTA.

Sustentabilidad.

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AUDITORIO. FACHADAS.

La disposición de pabellones longitudinales ESTE-OESTE permite un buen asoleamiento con fachadas provistas de control solar, reduciendo así los costes de energía por iluminación y climatización. Asimismo la combinación de jardines longitudinales y plazas interiores producen circuitos de ventilación natural e iluminación eficiente. Las terrazas verdes de los pabellones controlan la incidencia de la radiación, mejoran la aislación térmica y permiten agregar m2 de uso para los estudiantes

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AUDITORIO. FACHADAS CORTAS. CORTE LONGITUDINAL

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CONJUNTO. ETAPA FINAL

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IMPLANTACIÓN. ETAPA FINAL 15000 m2

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VISTA SUR. ETAPA 1

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CORTE LONGITUDINAL. PABELLON 1

Private Cemetary - MKAA - Mike Kamel Architectures et Amenagements

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Client: Catholic Family who sincerely believes in God and in his Church wanted to have their own special necropolis in their home town village, Mount Lebanon.

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Project Description: 4.80m x3.60m is the measurement of the cemetery site. 17.28m² will embody the remains of a family who owns a million of square meter.

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Project Concept: Within the context of sacred architecture this project seeks to concretize moral issues and sacred matters, believes and doubts, hope and faith, love and hate and transform them into architectural forms. These architectural forms have engaged religious symbols such as (cross, equilateral triangles, square(s)), relevant numbers such as (3, 7, 10, and 40) and symbolic colors (white and black). Religion and symbolism are at all times attached and inseparable. The location of the project at the center of the cemetery and at the end of an important axe suggests the idea of a monumental volume.

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Three equal parts compose the plan and the main elevation (image1). They represent the father, in the middle, the son and the Holy Spirit on the right and the left of it.

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The length, width and height of each part are multiple of seven, (a sacred number in Old Testament) 1.40m for the width, 2.80m for the length, 4.20m for the height. The whole façade is a big square (4.20mX4.20m) representing four corners of the world. Four black doors (death) on the main elevation represent the four bibles and the four evangelists.

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The seven equilateral triangles fixed to transparent polycarbonate panels shape the roof of the middle part (image3) and let the shadows of the sun run all over the inside walls and examine the 10 commandments of god and the silhouette of the dead body that are mold on it (image4). The equilateral triangle evokes the trinity in a way and elevates the entire edifice to the sky, to the almighty in another way

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The number seven suggests the seven days of the week and the seven secrets of the church that each good catholic must embrace them from his baptism to his death, so he can save his soul. If he succeeds to be a good Christian and if he accepts to hold his cross like Jesus Christ, he can reach God.

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The choice of materiality has engaged black and white marbles and granites as symbols of durability, where the black and white reveals the contrasting values and the contradiction in life and death, good and evil, heaven and hell.

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Finally, although the subject (private cemetery) on itself seems to be complex and mysterious, the end result is a simple and pure project.

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America's cup - studioelt

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Progetti Territoriali Integrati s.p.a. e studioelt costituiscono il supporto al progetto della Costruzioni Generali ESSERRE s.r.l., vincitrice della gara per la progettazione, l’allestimento e l’esecuzione del Naples America’s Cup Village e del Campus della Salute, delle opere a mare tutte le attività di assistenza (Service) per il Grande Evento America’s Cup World Series Napoli 2013. Il progetto si inserisce nel contesto del lungomare napoletano con un unico grande segno architettonico individuato nella copertura; la sua unità, di forte impatto mediatico, genera un ideale prolungamento della Villa comunale verso il mare regalando una duplice chiave di lettura dell’intero progetto, che su larga scala lavora come elemento di comunicazione attraverso lo sviluppo ininterrotto della copertura serigrafata con i loghi degli sponsor, mentre, a scala ravvicinata, crea un ambiente a misura d’uomo. Il visitatore, inserito e guidato nella realtà temporanea dell’evento, assiste alle gare accolto da una struttura totalmente permeabile ed aperta sul golfo della città di Napoli. Tre le macroaree attraverso cui si articola l’intervento: il Village, il Campus Salute e il Palco Eventi e premiazioni. Il Village si sviluppa lungo via Caracciolo. Partendo da Piazza Vittoria, ad esso si accede tramite un portale di ingresso con struttura reticolare in tubolari d’acciaio; superata la zona accoglienza e l’area riservata alle istituzioni, è caratterizzato da una alternanza di spazi espositivi e di relax per terminare in uno piccolo palcoscenico che appartiene all’area Service. La grande copertura, leggermente inclinata verso il mare, protegge dal sole e favorisce la ventilazione naturale creando un microclima ideale anche grazie alla presenza di un generoso verde pensile. Il Campus Salute, situato su Viale Dohrn, è individuato dalla medesima copertura spaziale che in questo caso non è inclinata ma caratterizzata da una “sfrangettatura” possibile grazie alla configurazione modulare della struttura. Tale articolazione rappresenta un richiamo per l’attenzione del visitatore creando anche una particolare alternanza di zone in luce ed in ombra. Il palco per eventi e premiazioni è dislocato invece a Piazza del Pebliscito. La sua struttura in tubolari di acciaio, è rivestita da teli in PVC serigrafati.

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EXPOEXPERIENCE - Cecchi & Lima Architetti Associati, Studio Azzurro, Dario Perego architetto, luciano cadeddu, Adriana Granato

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Informazione, Comunicazione, Esperienza sono le tre categorie a cui il progetto si riferisce per stabilire contenuti concettuali e configurazioni spaziali. ExpoExperience infatti è il nome attribuito al Padiglione/Istallazione per evidenziare la sua qualità prima e cioè l’ offerta di una esperienza che, oltre all’acquisizione di dati o di cronache, sia piena ed emozionalmente coinvolgente perchè partecipe dei temi posti dall’Expò. L’ipotesi generale di progetto affronta principalmente due questioni: prima la relazione tra nuovo dispositivo informativo dell’Expo ed il contesto storico-fisico della città, secondo il tema del rapporto tra i mezzi di comunicazione ed il nuovo dispositivo spaziale.

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Il culmine della visita sarà il nucleo forte dell’Expo Experience dentro il volume ellissoidale, ove verrà proiettato un filmato di sicuro coinvolgimento emotivo che simula un volo a partire dal cuore della città di Milano fino a planare sul sito Expo. L’ellissoide (Uovo)si struttura in centine metalliche in alluminio nella direzione maggiore (meridiani) e ellissi concentriche parallele nella minore. Lo spessore della struttura determina una calotta con pelle esterna in tecnopolimeri opalescente e parzialmente trasparente che rivela i giochi di luce emessi da una griglia di Led adattata perfettamente al supporto. La pelle interna costituisce invece uno schermo per le proiezioni. L’interno sarà dotato di circa sei proiettori che col loro raggio copriranno l’intera superficie della calotta interna e risponderanno a un sistema di controllo computerizzato. Nell’occhio della figura su uno schermo lenticolare si moltiplicheranno le immagini osservabili da un palco a corona, punto di osservazione privilegiato per gli spettatori.

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Mora River Aquarium - PROMONTORIO

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The River Aquarium is located in Mora, a small municipality in the Northern Alentejo region. Given the need to shift regional development from the dependence of an increasingly weaker agriculture economy, into the environmental tourism and leisure market, the municipality launched a design-and- build competition for an aquarium that could somehow embody the paradigms of biodiversity of the Iberian river. Integrated in the Ecological Wild Park of Gameiro and bordering the Raia stream, the building stands amidst a secluded field of cork and olive trees removed from the more intense leisure and fishing activities of the river. The plot’s gently undulating topography forms a basin at the confluence of two small watercourses. Placing the aquarium at the edge of this quasi-natural retaining lake brought together the fundamental relation between its thematic contents and the presence of fresh water.

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Given the blazing Alentejo sun and the need to create shade, the building was devised as a compact and monolithic volume with a pitched shelter of thin white pre-cast concrete porticos with single spans of 33m, evoking the profile of the canonical Alentejo whitewash barns known as “montes”. The shading and cross ventilation systems along with the water circuits foster the reduction of cooling energy, the sustainable increase of humidity and the wellbeing of animal and plant life. Standing on a massive concrete plinth with a built-in stairway- cum-ramp entry, the pitched shed veils a set of mute boxes that contain the programme, namely; reception, ticketing and shop, cafeteria, changing exhibits hall, documentation centre, research and education, live exhibits, multimedia and a small auditorium. Inside, the exhibition spaces tend to be dark, in order to minimize UV impact on the live exhibits and allow visitors an in-depth viewing of the aquariums. The outdoor void between these programme boxes and the pitched shed generates not only accelerated viewpoints onto the outside but also a promenade that culminates in the passage through a bridge over the lake which in itself is also a live exhibit of animals and plants collected and nurtured in the region.

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The live exhibits, the main feature of an aquarium, reproduce, through complex life support systems, the habitat conditions of different regions allowing to exhibit side-by-side the various animals and plants. On the basement, these support systems guaranty stability of water temperature, ph, quality control and filtering for each habitat parameter, including a duct gallery below each exhibit to supply and monitor the water. For this building, the water is taken from a well on the plot, pumped into a deposit and regenerated after use. In addition, areas for animal quarantine, food preparation, laboratories, staff facilities, and logistics complete the technical floor. Other than the in-situ concrete cast plinth and the white pre-cast porticoes, the programme boxes are built in polished finish plastered terracotta masonry with steel frames and varnished MDF carpentry. With a total built area of 2000 sq.-m, the Mora River Aquarium includes more than 500 live specimens and is expected to receive 200,000 visitors per year.

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Riqualificazione area palestra Campostrino e parco ex ospedale Morgagni - Roberto Mascazzini, Roberto Cosenza, Massimiliano Spadoni Architetto, Paolo Mestriner - studioazero, Emilio Caravatti

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Il progetto prevede un insieme articolato di interventi che, oltre a risolvere puntualmente le diverse problematiche delle parti urbane su cui si cimenta, mira a creare un nuovo sistema che le unifichi e le metta in mutua relazione. La strategia formale adottata è quella della contaminazione. La ripetizione/variazione di una figura geometrica elementare che si aggrega e si compone generando ambiti spaziali, parterre naturali e artificiali, volumi e pensiline. Una sorta di virus (un morbillo?) che gioiosamente contamina il contesto conferendogli una nuova e inaspettata immagine.

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Vista del parco.

La ex palestra e la sua area esterna si convertono in un luogo per la creazione artistica, la comunicazione, l’intrattenimento e lo svolgimento di eventi ludici. Lo spazio aperto, viene configurato attraverso la giustapposizione di tre volumi elementari, due opachi e collegati all’edificio (deposito e servizi) e uno isolato e semitrasparente. Quest’ultimo, lo “smart box”è una sorta di portale fisico del social network urbano. Aperto alla collettività, contiene attrezzature informatiche per la collezione di contributi creativi dei cittadini che qui potranno inserire racconti, immagini, video, musica e quant’altro sia attinente alla narrazione e all’espressione della vita culturale della città e della sua memoria storica. La sistemazione dello spazio aperto di pertinenza prevede la creazione di una piazza/ corte antistante il fronte sud dell’edificio, delimitata da piani inclinati a verde che inglobano al bordo sedute lineari e palco per gli spettacoli all’aperto. Pavimentata in cemento decorativo ed attrezzata con sedute, (rimovibili all’occorrenza), prevede ad est una zona ombreggiata da nuove piantumazioni (lecci, roverelle, siliquastri), con funzione di mascheramento del bordo a confine. L’area è attraversabile da nord a sud utilizzando il percorso tangente alla ex palestra, accompagnato da un setto in mattoni a vista. L’edificio esistente viene invece svuotato e organizzato per permettere la massima flessibilità di utilizzo preservandone i caratteri storico-artistici e valorizzando la spazialità interna. Senza cesure o divisioni lo spazio si articola in due ambiti differenziati. Una zona di ingresso a quota zero in diretto contatto con la piazza antistante funge da area polifunzionale; presidiata da un grande banco d’accoglienza, (attrezzato anche per caffè/ristoro e cabina regia), permette lo svolgimento di conferenze, incontri, esposizioni, e eventi ludici. A una quota rialzata sorge invece l’area “lounge”, in evidente relazione con piazzetta Campostrino; attrezzata per la lettura e la consultazione di supporti multimediali costituisce un ambito più intimo all’interno del continuum spaziale. Il collegamento fra le due quote avviene attraverso una ampia rampa il cui parapetto funge da contenitore/espositore. Il rivestimento in pannelli rimovibili permette economici e rapidi adeguamenti impiantistici, integra apparecchi illuminanti, tendaggi filtranti ed oscuranti, supporti espositivi. L’ampio deposito si presta a contenere sedute impilabili ed altri elementi destinati all’allestimento ed all’arredo delle varie attività. L’involucro esterno, ad esclusione del manto di copertura, è totalmente conservato.

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Vista della ex palestra Campostrino

Confermando l’attuale organizzazione del traffico veicolare all’interno del comparto, il progetto di riqualificazione degli spazi aperti di collegamento intende invertire la predominanza del mezzo meccanico a favore di una circolazione a misura dei luoghi. Stabilisce una precisa individuazione del sedime carraio, ridotto al minimo essenziale, associato ad una diminuzione della velocità di percorrenza al fine di riguadagnare ovunque sia possibile spazi ai pedoni, ai ciclisti, alla socializzazione ed alla valorizzazione delle istituzioni e delle funzioni insediate e previste. Il progetto coinvolge con maggior intensità via Torre, piazza Solieri e via Lazioli. Il sistema viene suddiviso in due parti: quella superiore, a servizio delle residenze prevede l’allargamento del marciapiede ed un parcheggio in linea integrato da un filare di carpini allevato a spalliera, che ricostituisce l’uniforme cortina stradale mascherando alcuni manufatti edilizi distonici al contesto. In corrispondenza del padiglione di ingresso una piazza rettangolare disegna uno spazio dal carattere aulico, pavimentato in materiale lapideo (quarzite color sabbia piuttosto che Pietra Alberese, intervallata a binderi in granito bianco). Quattro steli di grande dimensione con finitura in lamiera di ottone patinato, fungono da landmark, inglobando potenti apparecchi illuminanti orientabili. Completano le dotazioni di arredo una vasca decorativa a sfioro totalmente riflettente, sedute disposte informalmente e lampade a palo, sempre in ottone. In generale si suggerisce la trasformazione del sistema in ZTL 30. Coerentemente a ciò si propone di trasferire al bordo sud-est del parco la viabilità di servizio alla mensa, permettendo così di scaricare notevolmente il volume di traffico sulla via Laziosi, evitando di far confluire nell’imbuto di immissione su corso della Repubblica furgoni più o meno voluminosi. Tale ipotesi permette inoltre di evitare traffico carraio tangente a palazzo Merenda, permettendo il doveroso coinvolgimento con i patii e con le funzioni contenute al piano terreno.

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Planimetria del parco

Da elemento “opaco” sostanzialmente impenetrabile alla vita della città, il parco diviene ora un condensatore di attività legate al sapere, allo svago, all’intrattenimento culturale. L’uso collettivo dello spazio, l’apertura alla città, realizzando una radicale trasformazione di senso (che inevitabilmente è anche trasformazione morfologica), porta il “parco” entro il sistema degli spazi aperti e degli edifici civici che innervano la struttura urbana, configurandolo quale cerniera tra ambiti storicamente, morfologicamente e funzionalmente separati. Il campus universitario con gli oltre seimila iscritti, la mensa ed il caffe-ristoro ad uso della città tutta, il palazzo Merenda con i suoi patii su cui affacciano rilevanti istituzioni culturali e significative funzioni di supporto alle attività universitarie, il recupero della ex palestra Paolucci a centro culturale polivalente , la collocazione strategica entro il tessuto urbano e non ultimo la sua oggettiva dimensione, sono aspetti che tendono a configurare lo spazio aperto dell’ex ospedale Morgagni più come giardino urbano o “piazza verde “ piuttosto che parco cittadino. Una sequenza spaziale in cui il tessuto connettivo, esteso alla totalità della superficie del parco, è costituito da una superficie calpestabile drenante in terra stabilizzata, entro la quale una teoria di parterres (di elementare figura geometrica) organizza e struttura il giardino secondo una sequenza di “vie e slarghi, piazze e patii, stanze e corti”, in una rilettura contemporanea del giardino all’italiana. Le modulazioni del verde orientano i percorsi senza gerarchie predefinite, in totale libertà, conferendo la massima flessibilità nei rapporti con gli edifici al margine. Parterres con tappeti erbosi di varia dimensione, corrispondenti sostanzialmente alle piantumazioni ad alto fusto (esistenti ed in progetto), sono intercalati ad “aiuole” di un erbario tridimensionale, contenenti specie vegetali che affluiscono alle principali farmacopee del mondo realizzando una sorta di orto botanico in dialogo con la memoria storica della destinazione ospedaliera. Vi è dunque una doppia lettura dello spazio verde, le organiche e romantiche masse arboree esistenti, opportunamente implementate da nuove alberature a foglia caduca, che meglio si adattano al confort nelle differenti stagioni, rappresentano il livello “aereo”, del giardino. Al di sotto una tessitura geometrica trae spunto dalla scansione in quadrati del verde claustrale e dalla tradizione dei pulvilli degli orti botanici di matrice storica e organizza una sequenza di “stanze” a terra che, con contenuti movimenti altimetrici possono assumere varie funzioni: prato per il relax o per il gioco, aree attrezzate per lo sport, il gioco ed il relax di bimbi, ragazzi ed adulti, delimitate da pavimentazioni in legno con traversine ferroviarie bonificate o deck al di sotto dei quali nella stagione estiva scorre acqua per il raffrescamento microclimatico. La pavimentazioni in legno corrugandosi divengono sedili, spesso affiancati lampade a piede dal rigoroso disegno, definiscono i soggiorni all’aperto. Ancora aree attrezzate per soggiornare, collegati wi-fi, anche al riparo di pergole ombreggiate da edere e clematidi. Il nuovo parco ha l’ambizione di rappresentare nel suo assetto definitivo un nodo strategico nella rete ecologica urbana di Forlì.

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Vista della ex palestra Campostrino

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Planimetria della ex palestra Campostrino

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Sezione longitudinale ex palestra Campostrino

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Sezione sul parco

The Dorms - MKAA - Mike Kamel Architectures et Amenagements

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Students Dorms Lau

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Velodromo Maspes-Vigorelli - Cecchi & Lima Architetti Associati, Tekne Spa, Alter Studio architetti associati, Adriana Granato

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Questo sviluppa il tema del recupero dell’edificio Vigorelli attraverso una equilibrata composizione di operazioni di ristrutturazione, disposizione di nuove funzioni, di trasformazione e di conservazione soprattutto nella parte monumentale di ingresso sulla via Arona. Inoltre, a livello urbano, si affrontano i temi delle relazioni con l’intorno e con gli spazi aperti in particolare con il parco del nuovo quartiere di City Life.

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I 2 Ladroni - Matteo Vidali

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All’interno di un rinnomato locale di Novara, è stata individuata un’area da adibire a bar, che rappresentasse lo spirito della committenza. A tale riguardo è stato creato un banco bar previsto di frontale in laccato nero lucido, a richiamare il pianoforte presente nella sala e allo stesso tempo suggerire l’idea che l’Hosteria rappresenta lo strumento che ha il cuoco per esprimere il suo valore. Anche l’uso del Bianco di Carrara per il piano e lo zoccolo, è voluto, e richiama i banchi delle botteghe dei macellai di una volta, dove veniva sezionavata la carne, capacità riconosciuta anche da uno dei titolare del locale.

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Photo by Hosteria 2 ladroni © Matteo Vidali

Piscina per bambini e nuovi padiglioni per il parco "Bois-de-la-Bâtie" a Ginevra - IODICEARCHITETTI, Giuseppe Iodice, Francesco Iodice, Marcello Silvestre, Francesco Maisto

Restauro Casa T - Antonio Zanon

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Restauro appartamento a Venezia

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Particolare soffitto ingresso

PF Apartment - Lorenzo Scarpetti

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