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Palasport di Bassano - De Biasio Progetti

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Complesso sportivo da 3800 posti nato per ospitare le imprese sportive del Bassano Hockey 54. Il tetto, di forma piramidale, è sorretto da travi portanti in acciaio. Le strutture interne sono in cemento armato prefabbricato.

De Biasio Progetti — Palasport di Bassano

De Biasio Progetti — Palasport di Bassano

De Biasio Progetti — Palasport di Bassano


Bancs - STUDIO QRZ

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Bancs è un dispositivo architettonico polifunzionale, trova applicazione come seduta, consolle, etagère, scala, passerella e quanto la flessibilità insita nella natura componibile possa suggerire. Il modulo elementare, ispirato allo sviluppo del cubo, si articola in tre pedate lunghe rispettivamente 45, 90 e 45 cm, con tre alzate da 22,5 cm, per una profondità di 45 cm. E’ costituito da una doppia struttura portante a gradino in acciaio verniciato, su cui sono fissati 7 telai smontabili assemblati con lamelle in legno disponibili in diverse essenze.

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

STUDIO QRZ — Bancs

Wine culture centre - Paolo Bornello, Marco Piva

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The concept is a Winery as a laboratory and a cultural, scientific, productive and commercial workshop; in this sense it makes reference to the imagery of the great nineteenthcentury factories in this area (mills, foundries, etc.) Furthermore, the winery by its very nature is an opportunity to work on deep-seated archetypes (earth, stone, wood, smell, semi-obscurity, silence, etc. ....) and in this sense, the project seeks an elementary syntax by relying on a few conceptually simple and peremptory architectural elements: walls made of roughly finished concrete that become a base for the ample roof; the large wooden portal based on the typology of traditional doors; the strongly-cantilevered canopy, stretching out 15 m, which alludes to the typical shape of the roofs of old factories and appears functionally as a large yard or covered open space for processing the grapes even in bad weather; The aerial circulation path is the thread that connects all the areas of the project: the large entrance ramp (reception and shop area) distributes the circulation to the offices and to the laboratories located above the fermentation tanks (which can be viewed from above) then through the large warehouse space and into the tasting room with panoramic views. From here it leads to the Fruttaio and then to the Wine Museum and the Sensory Media Library overlooking the garden. From there you can choose to continue your visit through the existing part, or to return to the entrance area through the Fruttaio. Over the big roof several large photovoltaic panels are placed that produce all the energy that the winery needs.

Paolo Bornello, Marco Piva — Wine culture centre

Paolo Bornello, Marco Piva — Wine culture centre

Paolo Bornello, Marco Piva — Wine culture centre

Paolo Bornello, Marco Piva — Wine culture centre

Paolo Bornello, Marco Piva — Wine culture centre

Scuola dell'infanzia a Stabio - STUDIO WE

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Il progetto per la Scuola dell’infanzia di Stabio prevede un edificio di due piani autonomo dal paesaggio, adagiato su un campo verde. Soltanto i sentieri e i muri collegano la nuova struttura dell’asilo con il territorio, per creare un nuovo insieme, sottile ma consistente, di punti di riferimento. La forma piegata del grande tetto di cemento con la sua curvatura geometrica sul portico d’ingresso e i lucernari definiscono la facciata anteriore e l’espressione architettonica di tutto l’edificio. L’asilo, composto di quattro sezioni, vive del dialogo tra gli ambienti interni e gli spazi esterni, dato dalla tipologia di ogni sezione. I bambini dovrebbero sperimentare lo spazio e l’architettura in modo naturale e giocoso, e al tempo stesso come parte della loro crescita e formazione. La definizione dei limiti spaziali nelle diverse varietà progettate guida i bambini nella loro ricerca di libertà e il loro bisogno di intimità. Gli spazi, estroversi e introversi, si alternano in una serie definita dalle diverse attività. Come in una piccola città, spazi di dimensioni e forma diversa, la luce, la materia e il colore rendono l’ambiente ricco e versatile e regalano un’identità specifica al luogo.

STUDIO WE — Scuola dell'infanzia a Stabio

Piscina - Erica Esposito

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L’edificio per lo sport si colloca in un luogo estraneo dal tessuto urbano consolidato e cerca di riportare la dimensione sportiva alla sua originaria concezione, ristabilendo la sua relazione con la natura; di qui la scelta di renderlo libero da elementi di schermatura, permettendo al verde esterno di entrare e partecipare alla caratterizzazione dello stesso.

Erica Esposito — Piscina

Vista l’attitudine dell’edificio sportivo ad una fruizione pubblica, benché non solo o necessariamente connessa all’attività sportiva, la tipologia che meglio ne connota questo carattere è quella ad aula, unico grande fulcro centrale, dominante rispetto ad altri spazi, che pur costitutivi dell’edificio stesso sono “ad essa e da essa” gerarchizzati. Si è proposto quindi un edificio per gli sport in acqua il cui interno, pur privo di elementi di chiusura perimetrali, configura lo spazio dell’aula.

Per l’immediato intorno dell’edificio, in un’area di afferenza ancora pedonale, si è pensato ad uno spazio aperto coperto delimitato da un recinto, che identifica fisicamente il limite tra l’interno costruito e l’esterno natura.

Nell’edificio sono compresenti due vasche una per il nuoto da 50m ed una per i tuffi, dimensionate secondo la normativa della Federazione Italiana Nuoto per consentire le competizioni agonistiche. Sono previsti un ordine di spalti e un ordine di sedute, entrambi composti di nove filari di gradoni disposti su tre lati delle vasche per ospitare complessivamente 10.000 persone. Il primo ordine di posti in prossimità delle vasche, in base alla curva della visibilità, è concepito come una sorta di declivio naturale,una cavea verso il piano in cui si svolge l’attività sportiva, atta a creare quella consecutio spaziale tra natura e costruito propria dei teatri greci. A tale proposito la sezione ha una pendenza dolce ed è parzialmente interrata. L’accesso all’edificio è collocato ad una quota leggermente più alta rispetto al terreno circostante e la cavea dei posti degrada verso il piano delle vasche: in tal modo si sottolinea il passaggio dal naturale al costruito e lo spettatore coglie lo spazio dell’intero edificio prima di entrare nell’aula. Si è così instaurata la relazione tra il “campo” interno e l’esterno natura e viceversa.

Gli spalti dell’ordine superiore hanno un diverso carattere rispetto alla cavea, e si è proposto un sistema di elementi precompressi ad L sostenuti da tripodi rovesci con origine comune ed elementi costitutivi articolati in tre diverse configurazioni spaziali. Tali elementi dell’edificio sono stati disposti secondo geometrie e rapporti armonici riconoscibili nella forma del rettangolo dinamico, i cui lati sono dimensionati secondo il rapporto 1:√2. In tal modo si potrebbe idealmente costruire un rettangolo armonico avente come base l’interasse dei tripodi rovesci di eguale tipologia, pari a √2x, ossia 41,45 m, un’altezza pari alla distanza tra il piano delle vasche ed il punto medio della copertura superiore, pari a 1x, ossia 29,31m. Alla mezzeria della base del rettangolo è stato posto un tripode di tipologia differente, avente stesso interasse rispetto al suo affine. Lo stesso recinto è dimensionato su anologhi rapporti; infatti è possibile disegnare, in una delle sue campate, un rettangolo armonico di dimensioni 6,00X8,29 m,prendendo come limiti l’interasse dei pilastri, l’asse della trave e il piano di calpestio.

Per i tripodi rovesci si sono assunte come riferimenti le strutture proposte da Pier Luigi Nervi: i saloni B e C del Palazzo delle Esposizioni di Torino del 1948-50, i vari studi realizzati sulle aviorimesse, ma anche la stazione centrale di Napoli delle FS, concepita nel 1954 in collaborazione con Carlo Cocchia, Massimo Battaglini, Bruno Zevi, Giulio De Luca, Luigi Piccinato e Giuseppe Vaccaro. con i tripodi rovesci a sostegno degli spalti si è voluto sottolineare criticamente l’uso dei cavalletti i quali, pur essendo una valida proposta strutturale, non contribuiscono alla costituzione architettonica dello spazio. Si sarebbe creato infatti uno spazio di risulta retrostante agli spalti e alle sedute e non, invece, uno spazio dove poter sostare o da utilizzare in occasioni altre alle manifestazioni sportive.

Lo svolgimento della funzione portante dello spalto e dall’ulteriore carico dato dagli spettatori viene assolto da esili elementi strutturali, i tripodi rovesci, che rappapresentano non un preteto formale ma un sistema misurato, atto ad accogliere elementi, quali travi e pilastri, fornendo una vasta area di appoggio e un’articolazione dello spazio. Come l’albero , i cui rami scaricano il loro peso sul tronco e diramandosi al disopra di esso sostengono la chioma. Pur prendendo a riferimento elementi naturali, non si è ceduto a tentazioni verso strutture di tipo organicistico, ma ci si è confrontati con principi fondanti presenti in natura e con la chiarezza del principio costruttivo. Una copertura piana conclude l’edificio.Essa è costituita da un anello che unisce con funzione cerchiante le estremità dei tripodi rovesci, da cui si estende quella parte dei tripodi aggettante verso l’interno dell’edificio e che sostiene una ulteriore copertura piana, limite superiore dell’aula.

Uffici Colser - Aurora Domus - A+10 architettura - design

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Progetto di arredo, design d’interni e progetto illuminotecnico degli uffici Colser – Aurora Domus a Parma, realizzato nel 2013.

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

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A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

A+10 architettura - design — Uffici Colser - Aurora Domus

House of Hungarian Music - ZERAFA Architecture Studio, Jason Zerafa, Joaquin Boldrini, Kathryn Moya, Simón Pérez, Patrick C Clare

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The House of Hungarian Music should represent a synthesis of all of the emotional responses related to our experience of music, including those intangible and often personal references that shape our individual connection to and enjoyment of music. The origins of Hungarian folk music are unique in the region and provide an interesting point of reference. Shared by the entire community, this indigenous music may be considered a great equalizer, an art form that transcends all socioeconomic boundaries and is a common cultural thread to all Hungarians. As such, this music is intrinsic to the Hungarian identity; however, our understanding of the meaning in music is not universal, despite a composer’s intent. This relative openness to interpretation and freedom from convention should inform our design approach for the HHM.

ZERAFA Architecture Studio, Jason Zerafa, Joaquin Boldrini, Kathryn Moya, Simón Pérez, Patrick C Clare — House of Hungarian Music

PERSPECTIVE VIEW

The ubiquitous joy found in music is an emotional experience, one that can evoke transformation. A moment of musical invention can be the trigger that elicits an emotional response and sparks our most meaningful memories. The expression of emotions is an essential quality for a building that celebrates music, and not unlike in the works of Bartok and Kodaly, an inventive expression of Hungarian culture should also be intrinsic to the design of the HHM.

ZERAFA Architecture Studio, Jason Zerafa, Joaquin Boldrini, Kathryn Moya, Simón Pérez, Patrick C Clare — House of Hungarian Music

CONCERT VIEW AT DUSK

We thought about the whimsical forms and shapes familiar to us that reference music: convex and concave arcs, complex curves, flutes, and tangent transitions could be assembled to define the building geometry in plan and section. These are the abstract geometries of music, and represent a visual catalogue of forms seen in string, horn, and percussion instruments, and even in the clef from musical notation. As we also associate these shapes and forms with music itself, we imagine the building can use such forms to create a repository of our collective visual memory; one that will invite a variety of emotional connections to the building.

ZERAFA Architecture Studio, Jason Zerafa, Joaquin Boldrini, Kathryn Moya, Simón Pérez, Patrick C Clare — House of Hungarian Music

VIEW LOOKING SOUTH WEST

We prefer to distill the building form from a collection of ideas and metaphors. As such, the building does not have a singular meaning, but, a complex ensemble of metaphors, visual cues, and visual references that will allow people to find their own unique connection. Frequent visitors will get to know the building like a great piece of music; it’s less obvious references and qualities revealing themselves over time, while new visitors will be presented with a variety of impressions. To fulfill its pedagogical function, legibility to the widest breadth of visitors must be a critical aspect of the experience.

ZERAFA Architecture Studio, Jason Zerafa, Joaquin Boldrini, Kathryn Moya, Simón Pérez, Patrick C Clare — House of Hungarian Music

SITE PLAN

The building should have pronounced sculptural qualities, yet it’s also important for the building to create space within the site. This led us to consider a u-shaped plan, as this geometry naturally creates space within the bend. We then composed the massing with a series of curved tube-like volumes, stacked upon one another, each one unique, bent around a series of focal points to create cantilevers in areas, and setbacks in others. Each u-shaped volume represents a virtual movement, positioned freely in space, like notes on a chart. The individual movements meet at a single tangent point, and then bend away from each other to form a composition that is an expression of the inherent energy in music. This contrast of relative calm at the tangent point and the dynamic movement away is a musical quality legible in the composition. To help develop a visual hierarchy within the massing, we have utilized these same geometries to transition from the curved sections of the walls to the end conditions.

ZERAFA Architecture Studio, Jason Zerafa, Joaquin Boldrini, Kathryn Moya, Simón Pérez, Patrick C Clare — House of Hungarian Music

VIEW AT SOUND DOME

From within the cantilevered 2nd floor, a sculptural stair extends down to grade. The complex twisting movements of the stair represent the musical “hook” or the “motif” as it is known in classical music. This element is the physical and conceptual tie that binds the composition into a harmonious and balanced whole. The twisting form is a self-contained object, clad in hardwood, and fabricated by craftsmen. Not unlike the inherent craft of a hand-made instrument, the stair is imbued with personality, and an intangible musical quality.

ZERAFA Architecture Studio, Jason Zerafa, Joaquin Boldrini, Kathryn Moya, Simón Pérez, Patrick C Clare — House of Hungarian Music

SECTIONS & ELEVATIONS

ZERAFA Architecture Studio, Jason Zerafa, Joaquin Boldrini, Kathryn Moya, Simón Pérez, Patrick C Clare — House of Hungarian Music

AERIAL VIEW LOOKING WEST

ZERAFA Architecture Studio, Jason Zerafa, Joaquin Boldrini, Kathryn Moya, Simón Pérez, Patrick C Clare — House of Hungarian Music

LOBBY VIEW

ZERAFA Architecture Studio, Jason Zerafa, Joaquin Boldrini, Kathryn Moya, Simón Pérez, Patrick C Clare — House of Hungarian Music

PLANS

Space reuse - De Biasio Progetti

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Spazio polifunzionale coperto annesso all’Auditorium di Belluno. La tettoia in acciaio e vetro ospiterà eventi musicali e culturali: concerti, spettacoli, balletti. Per la pavimentazione si sono scelte le pietre locali del Cansiglio e di Castellavazzo.

De Biasio Progetti — Space reuse

De Biasio Progetti — Space reuse


Residence Anna - De Biasio Progetti

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36 Unità immobiliari altamente innovative. Materiali: biocappotto, lamiera di alluminio, pietra “verde Alpi” Diorite, pavimenti in rovere, parapetti in vetro.

De Biasio Progetti — Residence Anna

Centro Servizi di Arabba - De Biasio Progetti

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Ispirato all’architettura tradizionale del tabià ladino, il complesso ospita molteplici funzioni: pubbliche (sala convegni, ambulatori, pro loco, banca, negozi, skischule) e private (alloggi e garages).

De Biasio Progetti — Centro Servizi di Arabba

De Biasio Progetti — Centro Servizi di Arabba

De Biasio Progetti — Centro Servizi di Arabba

Infopoint - De Biasio Progetti

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Punto informativo mobile sull’offerta turistica della città di Belluno. Materiali: acciaio inox bronzato, legno di ciliegio, copertura in vetro acidato o rame.

De Biasio Progetti — Infopoint

Biblioteca S. Antonio, Bologna - A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini

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L’edificio conventuale di S. Antonio vede la luce nel 1900, fu il primo ad essere costruito nel quartiere facendo da volano allo sviluppo dell’intera area circostante. Nel corso degli anni, attraverso ampliamenti successivi, si sviluppò fino a raggiungere l’attuale forma ad “U”. Il progetto riguarda la ristrutturazione di alcune aree dell’edificio, situate ai piani interrato e rialzato, e più precisamente la Biblioteca l’Archivio Storico ed i relativi depositi. La crescita fisiologica dei fondi, ha reso nel tempo gli spazi oltre che poco fruibili e non funzionali anche insufficienti. Parallelamente è sorta la necessità di mettere ordine al complesso organismo di servizi al convento razionalizzando il sistema di magazzini e depositi migliorandone accessibilità e utilizzo. Il progetto diventa occasione per riordinare gli accessi dell’intero fabbricato: rendere tutti gli ingressi all’edificio accessibili ai disabili, distinguerli in base alle funzioni per evitare interferenze tra le attività collocate nell’edificio. La distinzione consente inoltre un migliore controllo degli ingressi e una maggiore flessibilità degli orari di apertura.

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

The project involves the renovation of some areas of a building dating back to the early 20th century. Located on the lower and raised ground floor, the building comprises a Library, a Historical Archive and related deposits. The natural growth of the archive in terms of folders and books stored, made the room insufficient and no longer functional for the purpose. It was then necessary to organize the complex structure of the convent services. The main aim was to streamline the system of warehouses and depots and improve their accessibility and use. Also, all entrances to the building were renovated and made totally accessible for disabled people.

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

A+10 architettura - design, Daniel Damia, Paola Tagliavini — Biblioteca S. Antonio, Bologna

Passive school building in Chotomów, Poland - 90 Architekci Piotr Czarnecki

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The newly built school makes the first stage of the Educational Centre project in Chotomów. The future complex will consist of the newly built primary school, secondary school, cultural centre , and sport centre.

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

A school with all subsidiary functions always creates an important component of surrounding neighbourhood, it makes a landmark for local community. Chotomów, the village lacated north of Warsaw, consisting mostly of detached houses scattered on Mazowian plains is inhabited by fast growing community. The plot on which the new school has been built is located at a crossing of important local roads. The crossroads always make the beginning of developing human settlements, as schools make the beginning of the education of their inhabitants. The school was designed to match the local character and traditional urbanism where human settlements are found in the midst of agricultural and natural landscape at crossroads.

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

Extensive programme of the school combined with the idea of small detached village houses generates the need to divide the complex building into smaller units. That leads to creating interesting inner spaces , courtyards and gaps between units and leting natural light into buildings.

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

Classrooms, located in separate units, have a possibility of natural isolation all through the day. The building combined of smaller units joined with common communication spaces provide intimate character and better identification for its users.

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

As for public development the definite low budget was to be kept, which resulted in simplicity of design and use of only comon materials. The simple colour code for buildings’ identification has been applied. Each part of future Educational Centre will have different colour.

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

The design of the building was based on the proposal that won the architectural competition.

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

Acquisition of public funds for energy efficient buildings enabled local authorities to develop the new school as energy efficient passive building. At the moment it is the biggest public investment in Mazowian district and one of biggest in Poland, equiped with ground heat exchanger as a source of heating and cooling. Ventilation system is based on separately operating small units provided for each classroom. The units are equipped witch carbon dioxide sensors and highly efficient energy recuperation for optimisation of energy consumption and sufficient fvresh air supply. Only LED lighting, is applied in the building , which again reduces operation costs. Above mentioned solutions resulted for such building in threefold reduction of carbon dioxide emission and eightfold reduction of heating costs.

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

90 Architekci Piotr Czarnecki — Passive school building in Chotomów, Poland

Edificio Residenziale Aufiero-Miranda - Onofrio Abronzo

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il progetto prevede la demolizione dell’edificio esistente fatiscente e di pessima qualità architettonica con la ricostruzioni di uno con caratteri e funzioni contemporanee.

Onofrio Abronzo — Edificio Residenziale Aufiero-Miranda

Onofrio Abronzo — Edificio Residenziale Aufiero-Miranda

Onofrio Abronzo — Edificio Residenziale Aufiero-Miranda

Onofrio Abronzo — Edificio Residenziale Aufiero-Miranda

Onofrio Abronzo — Edificio Residenziale Aufiero-Miranda

Onofrio Abronzo — Edificio Residenziale Aufiero-Miranda

Onofrio Abronzo — Edificio Residenziale Aufiero-Miranda

Muri e territori del vino. Asti - Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO

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IL PROGETTO DELL’AMBITO ALLARGATO: DALL’ANALISI TERRITORIALE ALLE STRATEGIE PER LA VALORIZZAZIONE Il muro controterra è un elemento che ricorre spesso nel territorio astigiano, utilizzato per contenere i dislivelli tra i terrazzamenti coltivati a vigneto e per delimitare le strade collinari. Sono presenti numerosi esempi di manufatti di pregio, perfettamente integrati con il paesaggio circostante; accanto ai manufatti realizzati con attenzione vi sono però numerosi esempi di muri realizzati in cemento armato, spesso di grandi dimensioni e fortemente impattanti sul territorio, oggetto del presente progetto di mitigazione e valorizzazione.

Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO — Muri e territori del vino. Asti

Da un’analisi all’interno degli ambiti Unesco si sono individuati muri differenti a seconda della loro collocazione rispetto al borgo in cui sono stati costruiti. La prima tipologia è rappresentata dal muro di ingresso al paese, in cui il muro “accoglie” il visitatore e crea l’ingresso scenografico al centro abitato. La seconda tipologia è il muro in centro paese, collocato in una delle piazze principali, spesso associata al gioco del tambass: da qui si diramano le stradine e i viottoli che conducono al borgo antico, il cuore storico del centro abitato, a cui il muro fa da introduzione. La terza tipologia che definiamo il muro tassello, ovvero porzioni di muro in cemento armato all’interno di sistemi di muraglioni antichi, spesso in pietra o in laterizio; questi muri sono direttamente collegati a complessi fortificati, edifici religiosi o castelli. Queste diverse tipologie di muri hanno delle caratteristiche comuni che costituiscono le radici dell’idea progettuale per il loro recupero: essi sono sempre collocati all’ingresso di una zona di pregio e valore culturale, storico e ambientale, sia essa il centro paese, il borgo antico o complessi specifici di edifici. Per queste motivazioni il muro si presta ad essere l’elemento che accoglie il visitatore al suo arrivo.

Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO — Muri e territori del vino. Asti

Le dimensioni dei muri sono tali da consentirne, oltre alla percezione da vicino, un’elevata percezione dalle strade ad alto carattere paesaggistico che si snodano nelle vicinanze. Queste ragioni hanno portato alla volontà di realizzare un progetto che non sia solo di mitigazione dell’impatto che tali manufatti hanno sul territorio, bensì di valorizzazione e di caratterizzazione, introducendo elementi identificativi di un sistema di muri su tutto l’ambito Unesco.

Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO — Muri e territori del vino. Asti

Il progetto identifica due percorsi fondamentali, per i quali si rende necessaria la riqualificazione urbanistica ed architettonica volta a valorizzare i loro importanti caratteri paesaggistici: il percorso sottomuro, di ingresso al centro abitato, e il percorso sopramuro, di grande importanza paesaggistica e panoramica da qui si hanno delle ampie visuali di pregio sul territorio circostante. Da queste analisi è scaturito il concept del progetto ad ambito allargato: la trasformazione del muro da elemento incongruo a elemento rappresentativo del territorio. Il muro non è più una barriera ma diventa un’opportunità per conoscere il paesaggio, la sua bellezza, la sua ricchezza e la sua complessità. La frase “landscape to discover” che accompagna il tracciato virtuale della planimetria del progetto dell’ambito allargato vuole sottolineare questa caratteristica del progetto: il muro, grazie alla sua posizione intrinseca, diventa vetrina del territorio a breve ed ampio raggio, offrendo informazioni e punti di osservazione.

Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO — Muri e territori del vino. Asti

Il progetto di riqualificazione dei muri del paesaggio prevede un sistema di mitigazione dell’impatto delle grandi superfici di cemento a vista con un rivestimento a pannelli in acciaio corten e legno che, declinati su ogni muro, ne diventano il segno caratterizzante, fornendo un adeguato livello di riconoscibilità agli interventi. Il percorso tra i muri non è un mero percorso tra manufatti architettonici mitigati rispetto al contesto, ma è un percorso tra elementi caratterizzati e caratterizzanti, unificati dal sistema di rivestimento con grafiche appositamente realizzate, dotati di un’identità e di una funzione ben definita, tesi a valorizzare i pregi e le ricchezze del territorio. Questi percorsi sono per conformazione ad alto valore panoramico e questa loro peculiarità viene enfatizzata tramite la creazione di belvedere, costituiti a volte da semplici affacci, a volte da piccoli volumi rialzati e aggettanti, in cui “immergersi” nel territorio illustrato nella porzione di percorso sottomuro. Le grafiche che caratterizzano i pannelli possono essere ricondotte a tre tematiche fondamentali, emerse dall’analisi territoriale e paesaggistica, che danno luogo a sottopercorsi inerenti il vino, i castelli, i borghi e i complessi religiosi, sempre contestualizzati all’interno del centro abitato di riferimento.

Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO — Muri e territori del vino. Asti

Gli interventi sui singoli muri sono stati suddivisi in diversi livelli di intervento:
  1. risanamento del muro esistente tramite la pulizia o scarificazione del cemento, l’eventuale realizzazione di fori per lo scolo dell’umidità in eccesso e la successiva verniciatura;
  2. caratterizzazione e mitigazione dell’impatto del cemento armato tramite l’applicazione di pannelli in acciaio corten e legno con la realizzazione di grafiche legate al territorio. La riconducibilità dei pannelli ad elementi riproducibili in serie favorisce una facilità di produzione e un’ottimizzazione dei costi.
  3. creazione di un nuovo punto di vista o belvedere, realizzato tramite semplice affaccio o tramite un piccolo volume aggettante, dotato di pannelli informativi e sedute;
  4. riqualificazione del camminamento sottomuro, tramite l’utilizzo di pavimentazioni idonee a percorsi pedonali, protezioni dalle carreggiate e illuminazione puntuale ove necessario tramite pali bassi a led.
  5. riqualificazione del camminamento sopramuro tramite interventi analoghi;
  6. introduzione di elementi di illuminazione a led applicati a parete e integrati nel sistema di pannelli. I livelli di intervento garantiscono una flessibilità di applicazione: partendo dai primi due livelli, considerati indispensabili, gli ulteriori livelli possono essere applicati o meno a seconda delle caratteristiche fisiche del muro e della sua posizione, o possono essere programmati nel tempo in base alle possibilità di spesa di ogni comune.

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Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO — Muri e territori del vino. Asti

IL PROGETTO DI AMBITO RISTRETTO: MONCUCCO TORINESE La posizione particolarmente privilegiata di ingresso al paese, permette di sfruttare al meglio le caratteristiche di visibilità del muro che, attraverso gli interventi di risanamento e le applicazioni di grafica, offre al visitatore una presentazione non banale del territorio circostante, adatto sia ad una visione dinamica, tipica del transito su mezzi veloci, che ad una visione più attenta per coloro che giungono dalla strada principale a piedi e sono interessati a raggiungere il centro cittadino, poco distante e ricco di storia. Le qualità del muraglione si adattano bene all’applicazione di tutti gli elementi studiati nel progetto di ambito ristretto: l’ampia sede stradale offre la possibilità di realizzare un lungo camminamento al piede del muro, tramite un marciapiede realizzato in lastre di tufo, che stimoli la curiosità del visitatore attraverso la grafica applicata ai pannelli di rivestimento in corten e legno trattato con continui richiami ai materiali, alle forme ed alle geometrie della tradizione.

Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO — Muri e territori del vino. Asti

Il visitatore giunge quindi nel cuore del centro storico, accompagnato dai richiami di tutti quegli elementi tipici della tradizione che lo seguiranno poi nella visita del borgo. La sua posizione privilegiata lo rende il luogo ideale per l’inserimento di un ulteriore elemento, punto focale del progetto di ambito ristretto: il belvedere. Una piattaforma, leggermente sopraelevata rispetto al camminamento sopramuro, invita il visitatore ad un’immersione a 360 gradi del paesaggio circostante; il panorama è l’assoluto protagonista, con continui richiami ad esso all’interno di grafiche studiate ad hoc, da inserire in pannelli/leggio lungo il perimetro della piattaforma. Il belvedere aggetterà leggermente rispetto al filo del muro, rompendone l’eccessiva linearità, diventando elemento riconoscibile sia dalla strada sottostante che transitando dalle vicine strade collinari. Un sistema di sedute in corten e tufo offriranno al visitatore un punto di sosta ed osservazione del panorama Un nuovo sistema di illuminazione, integrato nei pannelli di rivestimento e nei dissuasori bassi lungo il camminamento, offre una suggestiva visione della grafica applicata al muro anche nelle ore notturne rendendo particolarmente scenografico l’ingresso principale al paese.

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IL PROGETTO DI AMBITO RISTRETTO: PIEA Gli stessi principi generali descritti per il precedente caso studio, valgono anche per il muro oggetto di intervento presente lungo la strada di ingresso al comune di Piea: la sua posizione strategica verrà sfruttata al meglio utilizzando il muro come occasione di promozione e conoscenza del territorio tramite grafiche standard o personalizzabili da applicare a mascheramento del cemento armato. Inoltre la posizione particolarmente panoramica sulla sommità del muro, diventa occasione per la concretizzazione di un nuovo spazio di incontro ed osservazione del territorio. Nonostante sia un intervento più contenuto rispetto al caso di Moncucco Torinese, la conformazione del muraglione offre comunque la possibilità di inserire tutti i livelli di valorizzazione previsti nel progetto di ambito ristretto.

Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO — Muri e territori del vino. Asti

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IL PROGETTO DI AMBITO RISTRETTO: GRAZZANO BADOGLIO Il sistema proposto vuole garantire un alto grado di versatilità ed è stato sviluppato per adattarsi ad ogni tipo di situazione. Il caso di Grazzano Badoglio si discosta dagli altri per posizione, contesto e dimensioni dell’intervento: il muro oggetto di studio si trova nel cuore del centro storico ed è parte integrante del chiostro dell’abbazia Aleramica.

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Considerato il delicato rapporto con il contesto circostante, in modo particolare per le tipologie di muri definiti “muri tassello”, il sistema proposto vuole garantire un alto grado di versatilità adattabile ad ogni circostanza: i pannelli di rivestimento vengono fissati ai muri esistenti tramite ancoraggi metallici puntuali, poco invasivi e facilmente removibili. Anche qui il muro viene utilizzato come occasione di promozione del territorio, in questo caso maggiormente adatto per una visione da lontano. Il trattamento sopra muro prevede l’inserimento di pochi ma fondamentali pannelli illustrativi, che descrivono il territorio in generale ed il contesto più specifico del chiostro. Un intervento piuttosto minimale, nel rispetto del luogo in cui si colloca, dove l’elemento basilare ed il segno distintivo, visibile anche da lontano, è il belvedere, che interrompe parte della muratura esistente per invitare l’osservatore a salire sulla pedana che rivolge lo sguardo al panorama circostante.

Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO — Muri e territori del vino. Asti

I MATERIALI: SOSTENIBILITA’E MANUTENZIONE La volontà di valorizzare, senza negare, l’esistenza di grandi muraglioni in calcestruzzo ha richiesto l’introduzione di altri materiali altrettanto materici ma dotati di eleganza e affinità con il territorio tali da poter valorizzare ciò che è già presente. L’acciaio corten, usato sia per i rivestimenti che per gli arredi, ha un forte carattere espressivo che si sposa bene con il contesto dei vecchi borghi contadini . Dotato di un’elevata resistenza meccanica, è un materiale facilmente lavorabile e adatto ad essere tagliato a macchina per creare le trame e le grafiche in progetto. Inoltre, grazie alla sua patina di ossidazione che lo caratterizza, è dotato di un’elevata resistenza agli agenti atmosferici che minimizza gli interventi di manutenzione con il passare del tempo. Alla superficie metallica in corten si è pensato di accostare elementi in legno sia per i rivestimenti verticali sia per il rivestimento del punto panoramico. Il legno è un elemento naturale, appartenete alla tradizione del territorio che richiama la vita contadina. Reperibile a “chilometro zero” deve essere opportunamente stabilizzato e trattato superficialmente, rivelando comunque nel suo invecchiamento un valore estetico. Per le pavimentazioni dei percorsi pedonali si è scelto di proporre il tufo in blocchi, come richiamo ad un materiale della tradizione tipico nelle tecniche costruttive locali

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Per l’illuminazione pubblica si propone di utilizzare lampade realizzate su apposito disegno con apparecchi LED. L’utilizzo di questo tipo di sorgenti garantisce ottime prestazioni illuminotecniche minimizzando i costi di manutenzione per sostituzione ed aumentando il risparmio energetico. Il progetto vuole inserirsi con un delicato intervento di ricucitura tra elementi tradizionali e innovazione utilizzando materiali e sistemi versatili e già presenti sul territorio dandone una interpretazione contemporanea. Si propone quindi un sistema che ha un approccio che non richiederà eccessive manutenzioni nel corso del tempo e che cerca di minimizzare il carico ambientale di questi imponenti manufatti mitigandoli ed armonizzandoli con il contesto.

Elena Bielli, Sara Musso, GIULIANA FOGLIA FRANKE, Patrick MARINO — Muri e territori del vino. Asti

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Nouvelle École à Vaulruz - Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati

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Concours de projets d’architecture – École à Vaulruz

Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati — Nouvelle École à Vaulruz

Situation, implantation Le site marque la limite du village de Vaulruz en direction de l’Ouest. En prolongement du centre du village il dialogue avec les terrains agricoles et bâtis qui l’entourent. Dans la continuité de la construction du village et des nouvelles zones à bâtir composées de bâtiments isolés, la nouvelle école est un volume unitaire qui s’élève sur le côté sud-ouest du site de Belle-Fontaine, dans une position qui oriente la vue vers une ouverture du paysage. L’école coiffée d’une grande toiture à croupes fait directement écho à celle qui coiffe la tour du château. A cette forme, prise comme modèle, le projet de l’école ajoute des larges coyaux modifiant le profil du toit, ayant effet d’amplifier la base de la toiture et ainsi générer un espace interne variable: hauteur simple pour les salles de classe, hauteur double pour l’espace de circulation.

Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati — Nouvelle École à Vaulruz

Forme, volumétrie Adoptant une forme rectangulaire, la nouvelle construction s’adapte avec précision à l’espace disponible tout en permettant de définir des lieux aux caractères différenciés: ouverture urbaine à l’avant, intimité d’une cour à l’arrière protégée grâce à une dépression du terrain destinée aux jeunes enfants. Le bâtiment, accessible depuis la nouvelle place de l’école, accueille un préau protégé dans la partie sud-est et s’oriente sur tous les côtés avec une sortie centrale à l’ouest. Cette articulation permet d’envisager la construction d’une extension future, par l’adjonction de deux volume dans des étapes différenciées ou non selon les besoins. Une extension de quatre classes (deux salles au rez-de-chaussée et deux salles à l’étage) ou une extension de deux classes à la fois (une salle au rez-de-chaussée et une salle à l’étage) est envisageable. Les distances à la limite sont respectées pour le projet actuel ainsi que pour son extension future.

Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati — Nouvelle École à Vaulruz

Aménagements extérieurs, accès La disposition du bâtiment dans le site conserve le caractère d’un ensemble posé dans la campagne, entouré de quelques arbres isolés d’essence locale à haute tige. Les aménagements extérieurs sont conçus de manière qu’ils facilitent une séparation entre l’espace piétonnier et le réseau automobile pour que les enfants puissent arriver tranquillement à la nouvelle école. Les aires de stationnement sont positionnées le long de la voie et clairement séparées des zones piétonnières. Les places de dépose bus et les places de stationnement temporaires offrent un accès piétonnier direct au préau. Enfin, depuis le préau, une succession de places reliées par des chemins entre la pelouse et en continuité des cheminements existants, peuvent accueillir des activités différenciées: place de l’école, place de jeux et place de sport.

Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati — Nouvelle École à Vaulruz

Organisation, elément spatial L’école et tous ses services sont réunis dans un unique grand parallépipède à l’intérieur duquel les différents secteurs sont répartis sur le périmètre et distribués sur deux niveaux: le rez-de-chaussée abrite principalement les classes enfantines et quelques autres locaux tels que la conciergerie ou le bureau du responsable; le niveau supérieur les classes primaires et les salles des maîtres et la salle de service auxiliaire. Le local technique et l’économat sont situés vers l’extérieur dans une position accessible à partir de la route pour faciliter les livraisons. Un espace central, à l’image d’un Naos, est au coeur de la composition accueillant un escalier à double rampe. Principalement éclairé par un puits de lumière, cet espace donne sur des vides à double hauteur orientés vers l’extérieur.

Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati — Nouvelle École à Vaulruz

Construction, matières L’école est une construction entièrement en bois d’épicéa, dans laquelle la structure et l’expression formelle ne font qu’un. Des cadres porteurs conçus comme éléments constructifs et plastiques, apparaissent à l’extérieur comme de fines lames rythmant les façades. Vu de l’extérieur, cette succession de lames verticales apparaît comme un volume clairement défini tout en offrant une certaine transparence selon les points de vue. Au centre de l’école, un système en bois massif crée simultanément l’espace et constitue partie de la structure porteuse pour les murs internes et les planchers. La menuiserie en bois, en suivant le rythme de la façade, s’alterne avec des panneaux de même matière qui permettent la ventilation des espaces. Également à l’intérieur, les parois et les plafonds sont en bois, avec le revêtement des planchers chauffant en linolèum. La toiture, revêtue de tôle, s’accordera avec le temps aux teintes du bois, accentuant l’unité visuelle du volume. Une centrale de chauffage à pellets assure les besoins calorifiques de l’école. La nouvelle école est conçue pour atteindre, voire dépasser, les standards Minergie de manière à réduire la consommation de ressources non renouvelables.

Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati — Nouvelle École à Vaulruz

Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati — Nouvelle École à Vaulruz

Lapo Ruffi, Vanessa Giandonati — Nouvelle École à Vaulruz

ART ASYLUM gallery - ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti

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Artasylum è un sistema di rendering espositivi nato dallo volontà di concentrare le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica in uno spazio web dedicato alle esigenze espressive delle nuove generazioni. I molteplici bisogni riscontrati, artistici, etici, progettuali e narrativi, trovano risposta in una forma alternativa di supporto alla creazione artistica e in una formula innovativa di accesso alla produzione culturale.

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

Pensato per accogliere le opere di artisti emergenti, il rendering espositivo si inserisce all’interno di una più ampia programmazione sistemica che include la realizzazione periodica di mostre digitalizzate, personali e collettive, curate nel dettaglio. Dall’individuazione delle tracce tematiche alla realizzazione del percorso allestitivo, Artasylum si impegna a contestualizzare le opere in un nuovo spazio appositamente progettato per ospitare l’elaborazione grafica e la modellazione fotorealistica di mostre virtuali.

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

Materializzate in immagini, le opere d’arte vengono inserire in una successione di sequenze prospettiche, originate da procedure di assunzione e processazione di fattori più concreti come la luce, le superfici parietali o gli arredi allestitivi e da elementi più astratti come le idee, il pensiero e le emozioni degli artisti, interiorizzate e inscenate tra spazi sintetici e sintesi concettuale.

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

Come estensione dello spazio reale, il rendering espositivo mette a disposizione i mezzi necessari per promuovere un’offerta artistica innovativa e una forma di consumo culturale capaci di coinvolgere e raggiungere destinatari plurimi e dislocati.

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

Tutti gli artisti interessati alla modalità espositiva di Artasylum potranno inviare liberamente il proprio portfolio che, nel pieno rispetto di ogni ricerca artistica, verrà valutato secondo principi operativi e criteri teorici affini alle procedure di progettazione esecutiva. Gli artisti selezionati potranno usufruire gratuitamente di tutte le opportunità che Artasylum offre a sostegno delle nuove generazioni.

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

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ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

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ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

ARRIGO STRINA, Mariachiara Simonetti — ART ASYLUM gallery

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Food Store - Daniele De Andreis, Alice De Andreis, Robilant Associati, ROBILANT ASSOCIATI Roger Botti

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Progettazione esecutiva di alcuni dettagli di showroom alimentare (bagni, banconi casse, pareti vetrate) eseguita per conto dello studio Robilant Associati _ Milano

Daniele De Andreis, Alice De Andreis, Robilant Associati, ROBILANT ASSOCIATI Roger Botti — Food Store

Daniele De Andreis, Alice De Andreis, Robilant Associati, ROBILANT ASSOCIATI Roger Botti — Food Store

Daniele De Andreis, Alice De Andreis, Robilant Associati, ROBILANT ASSOCIATI Roger Botti — Food Store

Daniele De Andreis, Alice De Andreis, Robilant Associati, ROBILANT ASSOCIATI Roger Botti — Food Store

Daniele De Andreis, Alice De Andreis, Robilant Associati, ROBILANT ASSOCIATI Roger Botti — Food Store

Daniele De Andreis, Alice De Andreis, Robilant Associati, ROBILANT ASSOCIATI Roger Botti — Food Store

Daniele De Andreis, Alice De Andreis, Robilant Associati, ROBILANT ASSOCIATI Roger Botti — Food Store

Architettura di Linosa - giuseppe amico

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Ristrutturazione di un’unità edilizia nel centro urbano di Linosa

giuseppe amico — Architettura di Linosa

BALTIC THERMAL POOL PARK - giuseppe mecca

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DESIGN APPROACH The project aims to create strong links with the surrounding spaces. The site is a perfect place to realize a building where guests can relax, enjoy and take benefit from close contact with the surrounding nature.The proposed building is a big green dune between the town and the sea side. The shape of the building want to minimize its footprint and at the same time its design try to respect the presence of the trees located for the most part on the side close to the beach.

giuseppe mecca — BALTIC THERMAL POOL PARK

CONCEPT The relationship with the surrounding creates the sinuous lines that characterize the external and internal shapes of the building, both in plan and elevation. The project is divided into three main parts. The first part realized the connection with the town, on the est side of the site. On this side the elevation of the building is represented by the two entrances excavated into the back of the green dune. The main entrance can be reached by Robežu iela and Kalēju iela. Here are located the entrances to the parking area (at the basement of the building), and the big hall who contain the guest reception, the restaurant, the bar, offices, meeting rooms and the auditorium.In the second part of the building is located the guest accommodation zone, on the west side of the site, in front to the forest and to the sea. The family rooms and apartments occupy the ground floor and the first floor. At the second floor are located the standard rooms and the luxury rooms occupy the entire top floor. The internal circulation is made by suspended pathways that overlook the lobby area at the ground floor. The terraced facade creates visual links with the surrounding environment on the south-west side. The third part of the building contains the pool areas, SPA and Wellness zone, who are directly connected with the others zones by internal and external connections. Here there is the second entrance to the building from the east side, arriving from Sūnu iela. The outdoor pool zone is placed in the south side of the building.Natural elements such as water and vegetation become the main elements of any interior decor. The sound and smell of these elements characterizes and differentiates each space and the natural or artificial lights are used to emphasize their presence. A long external covered promenade is located in the middle of the site, along the elevation of the building, on the west side, from north to south side of the area. It allows to connect from outside with each other the zones inside the building.

giuseppe mecca — BALTIC THERMAL POOL PARK

SUSTAINABILITY PRINCIPLES Principles of sustainability must be intimate within the considerations of the project. The design of the building takes advantage of a correct exposure from the solar orientation to the south and west. At the same time protects itself against the cold winds coming from the north and east.For these reasons the north-east side of the building is realize by a big embankment with only two openings for the entrances. The south-west side of the building is characterized by a large glass facade in front of the forest and the beach. On this side the terraces of the guests rooms are greenhouses who protect the internal zones from external temperature during the different seasons. The materials used are natural ones like wood and stone, recycled and recyclable.

giuseppe mecca — BALTIC THERMAL POOL PARK

giuseppe mecca — BALTIC THERMAL POOL PARK

giuseppe mecca — BALTIC THERMAL POOL PARK

giuseppe mecca — BALTIC THERMAL POOL PARK

giuseppe mecca — BALTIC THERMAL POOL PARK

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