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Restyling spazi espositivi Galleria Civica di Trento - Ivan Muscolino, Michele Bella

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La nuova galleria non si chiude in modo introverso dentro i limiti murari, ma si relaziona alla strada e alla città attraverso la sala 0, un luogo nel quale la consueta contrapposizione tra interno ed esterno vanno a svanire, uno spazio permanentemente aperto che diventa manifesto, simbolo e richiamo degli eventi artistici.

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Il percorso espositivo, dopo la sala introduttiva prospicente via Belenzani e il passaggio attraverso la biglietteria-bookshop, si proietta nella corte interna, uno spazio pensato per accogliere installazioni temporanee. La sequenza delle altre sale espositive è organizzata ad anello e si sviluppa su due livelli. La riconfigurazione spaziale della sala 1, operazione possibile attraverso lo spostamento di un grande volume mobile in posizioni liberamente scelte, permette di organizzare la sequenza espositiva percorrendo prima le sale del piano terra (sale 1,2 e 3) e poi quelle del piano interrato (sale 4 e 5), oppure nell’ordine opposto. La sala didattica, posizionata al piano interrato, è costituita da due ambienti differenti, un ampio spazio di lavoro dedicato alle attività più strutturate, ed un salotto creativo che stimoli la libera interpretazione dello spazio.

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Recupero dell'ex convento San Nicola a Scandriglia - Alfonso Coppola architetto, andrea damiati

didattiko www.didattiko.it - Pio Mauro Palmieri

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Permette di gestire la parte finanziaria e didattica di progetti formativi tramite un’applicazione Web accessibile da qualsiasi sede attraverso un browser di navigazione e senza l’installazione di Software sul PC.

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Gestione progetto

E’ possibile utilizzare didattiko per qualsiasi progetto (corsi finanziati e autofinanziati, Fondi Inteprofessionali, Fondimpresa, etc.) definendo le voci di spesa dei quadri economici.

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Quadro economico

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Registrazione assenze

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Nuova scuola materna di Cazzago San Martino - Ivan Muscolino, Alessandro Viale, anna concato

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Il progetto scaturisce dall’osservazione dell’intorno. È dalle linee e dalle geometrie dei campi coltivati che nascono il disegno del parco e dell’edificio stesso, legando a doppio filo il progetto al tessuto del territorio. Il continuo susseguirsi, con declinazioni sempre diverse, di terreni, prati, strade, case ha fatto tornare alla memoria un archetipo: la coperta patchwork. Questa suggestione si propone a 2 scale: da un lato è un ulteriore richiamo ai campi, che “cuciti” insieme, formano il contesto per legare il nuovo edificio agli altri, attraverso la realizzazione di un parco; dall’altro lato essa si lega ai ricordi dell’infanzia e ai concetti di “abbraccio” e “calore”, che si vogliono ritrovare nello spirito del progetto. L’immagine dei pezzi di stoffa legati tra loro, ci porta all’unione dei tanti bambini di culture diverse che formano oggi la realtà delle nostre scuole.

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easyMirweb - Pio Mauro Palmieri

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easy Mirweb è un’applicazione che consente di semplificare e ridurre i tempi di gestione, inserimento ed elaborazione dei dati relativi ai progetti finanziati dal P.O. Puglia 2007 – 2013 della Regione Puglia.

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Tale applicazione permette all’Ente di inserire i dati e di compilare le varie sezioni del Sistema Mirweb della Regione Puglia (Avvio progetto, anagrafica privati e aziende, ruolo soggetti, pagamenti, documenti di pagamento, anagrafiche dei corsisti, etc.) direttamente in un file di Excel, lavorando quindi off-line e sfruttando le principali funzioni di un foglio elettronico quali ad esempio copia-incolla, riferimenti, etc..

easymirweb.acseng.it

CAFFETTERIA SCATURCHIO NEL FOYER RIDOTTO DEL TEATRO DI SAN CARLO - LUCIANO RAFFIN

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RELAZIONE TECNICA Il progetto di utilizzo del Foyer ridotto del Teatro di San Carlo e degli spazi annessi, non prevendendo alterazioni di quanto esistente se non per lievi modifiche nella distribuzione interna della retroposta zona office, rispetta pienamente i tre parametri: – Profilo Storico-Scenografico - Profilo Strutturale e Ambientale - Profilo Impiantistico e Tecnologico La coerenza rispetto al pregevole contesto storico architettonico viene assicurata dalla integrabilità di quanto proposto nella soluzione d’arredo, utilizzando, componenti di elevata qualità, che con materiali e disposizione nel contesto corrispondono pienamente alle aspettative ed all’interesse del target di riferimento. Nel dettaglio, saranno collocate sul bancone e sul retrobanco in dotazione del Foyer, esclusivamente oggetti, attrezzature ed espositori non invasivi, composti da semplici vassoi di portata in argento con coperchi in cristal ed espositori caldo/freddo dalle linee essenziali posizionati sul retrobanco. Si prevede l’allestimanto di almeno 2 postazioni registratori di cassa per evitare code di attesa per le consumazioni. Ad incrementare la possibilità di utilizzo combinato per eventi di diverso genere, saranno istallati a parete, in sostituzione di 2 pannelli fotografici esistenti, schermi ultrapiatti per la visione da 2 gruppi di sedute diversificate sui due lati di filmati attinenti le attività del Teatro di San Carlo, che potranno avere audio comune nell’intera sala oppure gestiti con sistema di cuffiette wi-fi. La nuova sistemazione di arredo interno non prevede di posizionare elementi fissi nella sala foyer, ad eccezione dei 2 espositori pasticcerie/torte che saranno collocati sulle 2 colonne esistenti nella prossimità dell’ingresso dalla parte del teatro. La zona centrale sarà necessariamente lasciata libera per poter variare, a seconda dell’evento il posizionamento di postazione musicale (pianoforte – archi, ..) o, in alternativa, di un numero di sedute nel caso di conferenze-presentazione pari a 50 posti. Pertanto, in aggiunta a quanto già in dotazione nella sala Foyer, saranno inseriti nel progetto di arredo, sedute in stile o, in alternativa di tipo minimale con effetto cristal (marca Kartel – modello gost) con schienali personalizzati con serigrafie e tavolini con piano di appoggio in marmo. Qualsiasi sistema di impianto implementato ex novo sarà perfettamente occultato e dotato, ove possibile di gestione wi-fi ad evitare la raalizzazione di nuovi cavidotti. All’interno del Foyer non sono previsti alcun tipo di utilizzo di fonti di calore a gas. L’inserimento di ulteriori fonti luminose sarà improntato al massimo occultamento delle stesse e dettate da principi di risparmio energetico. L’attuale distribuzione interna della zona servizi retroposta al banco, sarà opportunamente ricalibrata per poter ottenere uno spazio office-preparazione non a vista dell’utente. Si intende pertanto che il locale wc, provvisto di antibagno sarà dedicato agli operatori addetti, presentando anche una zona spogliatoio-armadietti personale, mentre i servizi igienici degli utenti saranno individuati in quelli già esistenti nella galleria esterna al foyer.

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tavola di progetto

CONTROLLO ACCESSI In linea con il Bando di partecipazione nel corso della gestione saranno adottati i necessari provvedimenti, accorgimenti e disposizioni utili e necessarie al fine di evitare ogni ingerenza o commistione che possa generare rischi da interferenze tra l’attività di bouvette e quella del Teatro ma soprattutto impedire l’accesso ad estranei non autorizzati all’interno del Teatro. Tale attività sarà gestita, oltre che con l’ausilio e la presenza di personale addetto alla sicurezza dei varchi per particolari eventi, anche in maniera totalmente automatizzata, secondo sistemi avveniristici basati sul riconoscimento a distanza di chip da fornire allo spettatore del Teatro san Carlo inserito all’interno dello stesso biglietto cartaceo. Tale espediente permetterà allo spettatore del teatro di poter accedere alla Bouvette del Foyer ridotto che sarà dotata di un riconoscitore a distanza e presidiata da personale di sicurezza che ne verificherà l’accensione di una luce verde al passaggio. Risulta chiaro che qualsiasi avventore proveniente dalla Bouvette alla quale sarà giunto dall’ingresso esterno, se non provvisto di un valido biglietto con chip abilitata, sarà fermato dalla sicurezza al varco ove il dispositivo di riconoscimento di prossimità accendera’ un led rosso. il sistema sarà realizzato semplicemente istallando in corrispondenza dei soffitti dei 2 varchi di accesso al foyer di lettori di prossimità ad ampio raggio della dimensione di circa 10 cm. Il biglietto cartaceo fornito allo spettatore del Teatro conterrà all’interno un tag di prossimità (tipo etichetta antitaccheggio) che consentirà di accedere e di passare i varchi dal foyer verso il teatro. Pertanto al passaggio di un utente in corrispondenza dei varchi, un led alta luminosità si accende per indicare al personale di sorveglianza se l’utente è abilitato al passaggio verso il teatro. I lettori saranno collegati in lan ad un computer che memorizzerà tutti i passaggi etc etc per usi statistici o secondo particolari esigenze . L’adozione di tale sistema può essere integrata con un sistema di riconoscimento alla cassa della bouvette per poter accedere ad una particolare scontistica dedicata agli spettatori o dipendenti del Teatro san Carlo e muniti della carta. Parallelamente al sistema di controllo dei varchi, sarà realizzato un sistema di videocontrollo in VDR sia per la zona interna del Foyer che per la sistemazione esterna.

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Riqualificazione dell'area ex-Italcementi di Trento - Ivan Muscolino

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Gossip Bar Marabotto - Demis Valle

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Articolato in più di 500 mq tra spazi interni, esterni e deors, l’ambiente sintetizza la comodità e il calore della tradizione con la funzionalità e l’eleganza del design contemporaneo. L’ingresso si presenta come una naturale estensione del lastrico pedonale che simula l’accesso ad una galleria pubblica: il deor indoor con salottini wifi free, dedicato alle attività social della città. Accompagnata dalle onde retroilluminate che ‘scorrono’ sulle pareti, una rampa introduce al secondo livello che ospita il salone con bar, caffetteria, giochi e tabacchi, animato da un sistema di arredo alleggerito da elementi modulari girevoli, banchi di servizio essenziali e lingue buffet che discendono dalla gola a soffitto. Il giardino interno di 200 mq e il deor su strada sono spazi in evoluzione pensati come angoli relax e aree living da utilizzare in occasione di eventi e serate mondane.

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22 Aprile 2012 - Opening Day

Il concept degli interni si distingue per il gusto sobrio-chic nella scelta di dettagli neutri e minimali, di materiali naturali, di finiture opache avorio, crema, grigio, nocciola e di contrasti elementari inox lucidi. Nota interessante la nuvolettaleitmotiv del progetto identificata per rappresentare la natura variabile del meteo locale, declinata a seconda dell’utilizzo in logo, insegna, separè da esterni e nei vari complementi e accessori di arredo.

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Indeor ingresso

Antonino Cuttonaro, amministratore delegato della nuova società Marabotto, riassume così le intenzioni del progetto:  “Nella ristrutturazione abbiamo voluto tenere conto di quello che il bar Marabotto rappresenta per gli abitanti di Diano Marina e del valore civico ed affettivo che lega ciascuno di loro a questo luogo. Abbiamo perciò realizzato, con energie e risorse locali, un luogo di incontro dinamico e versatile, all’interno del quale i cittadini potranno condividere diversi momenti della vita di tutti i giorni ed usufruire delle molteplici proposte offerte dalla nuova gestione: dalla ristorazione al puro intrattenimento, dalla mattina presto sino a sera inoltrata”.   Corso Roma 38 Diano Marina (IM) info@barmarabotto.it

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Ingresso open


Terraza Sideral - Jorge Fernández Acosta

Stacked Cabin - Johnsen Schmaling Architects

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This modest, 880 square-foot cabin for a young family sits at the end of an old logging road, its compact volume hugging the edge of a small clearing in a remote Wisconsin forest.

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The tight budget required a rigorously simple structure. In order to minimize the building’s footprint and take advantage of the sloped site, the horizontally organized components of a traditional cabin compound – typically an open-plan longhouse with communal living space, an outhouse, and a freestanding toolshed – were reconfigured and stacked vertically. The bottom level, carved into the hill and accessible from the clearing, houses a small workshop, equipment storage, and a washroom, providing the infrastructural base for the living quarters above. A wood-slatted entry door opens to stairs that lead up to the open living hall centered around a wood-burning stove and bracketed by a simple galley kitchen and a pair of small, open sleeping rooms.

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Floor-to-ceiling curtains on either end of the living hall can be moved or retracted, their undulating fabric and delicate texture adding a sensual dimension to the crisp interior palette. Depending on their arrangement, the curtains can provide privacy for the sleeping rooms, open them up to the main living space, or screen the kitchen when not in use. Large-scale lift-slide apertures along the sides of the living hall offer extensive views of the forest and direct access to an informal hillside terrace. In the summer, the apertures become screened openings, virtually transforming the living hall into a covered outdoor room and facilitating a high degree of cross-ventilation that eliminates the need for mechanical conditioning. A small study, originally conceived as another room adjacent to the living hall, was instead stacked on top of it, creating an intimate, elevated observatory with treetop views.

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The meticulously detailed project takes advantage of readily available materials used in the region’s farmstead architecture. On the outside, exposed concrete, cedar, anodized metal, and cementitious plaster all echo the muted, earthy hues of the surrounding forest and rock formations. The material palette extends to the inside, where integrally colored polished concrete floors on the two main levels provide sufficiently durable surfaces against the periodic abuse from cross country skies, dogs, and muddy hiking boots. Walls, ceilings, and built-in cabinets are painted white, lightening up the interiors during the long winter months and providing a quiet, neutral foreground against which nature’s complex and ever-changing tableau, carefully framed by the cabin’s large openings, can unfold.

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Restyling degli spazi espositivi della Galleria Civica di Trento - Stefano Grigoletto, Alessandro Triulzi, Piermattia Cribiori, Marco Briscese, Atelierzero Architects

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INTRODUZIONE L’architettura dei nuovi spazi espositivi per il MART ha la finalità di trovare una risposta alla creazione di un luogo in grado di accogliere esposizioni a carattere artistico differente all’interno di un edificio storico con struttura tipologica ben definita. Come tale, essa si pone a metà strada tra la necessità di ricreare degli spazi più versatili e flessibili possibili e la volontà di proporre ambienti in grado di stabilire delle relazioni empatiche tra l’opera esposta e il suo sfondo.

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IPOTESI INSEDIATIVA L’edificio di progetto si pone a cavallo tra due delle più importante vie della vita urbana di Trento: via Belenzani, che ospita già gli uffici comunali, il rettorato dell’università di Trento nonché altri importanti edifici storici della città, e la parallela via Cavour, importante arteria commerciale. Questa collocazione urbana, molto importante dal punto di vista rappresentativo, unita alla singolare articolazione delle sale oggetto di intervento, hanno portato a ripensare la sede museale a partire da un’idea di spazio in grado di offrire agli eventi proposti un percorso espositivo flessibile che diventi di volta in volta parte integrante della strategia curatoriale. Essa gioca inoltre un ruolo fondamentale nel definire il contesto e il carattere della mostra e nel predisporre un preciso punto di vista per le diverse opere esposte. L’accesso al percorso espositivo viene mantenuto sul lato est, a contatto con via Belenzani. La riqualificazione dell’accesso prevede un arretramento dell’ingresso sul filo interno della parete, in modo da creare una soglia di accesso che faccia sentire percettivamente la presenza della galleria. In corrispondenza dell’ingresso sono stati collocati l’info-point (con locandine, volantini ed un piccolo internet-point), il bookshop e la biglietteria. Queste funzioni vengono messe in relazione attraverso un disegno continuo e pluridirezionale dell’arredo (che verrà poi ripreso nel trattamento dello spazio espositivo) che sfocia in due nicchie in corrispondenza delle due vetrate arcate; le nicchie ospitano rispettivamente la biglietteria (che fa anche da cassa per il bookshop) e alcune sedute per gli utenti del bookshop, Tali sedute continuano all’esterno, e orientano lo sguardo verso il vero e proprio ingresso al percorso museale. Da qui, l’utente attraversa il portico, accedendo agli spazi della mostra dall’ingresso attuale, sull’angolo sud est della corte. In coincidenza dell’ingresso è stato collocato un piccolo spazio di accoglienza con guardaroba e controllo biglietti. Da qui inizia il percorso espositivo vero e proprio, che procede con direzione est-ovest al piano terra e, viceversa, con direzione ovest-est al piano interrato. Il percorso espositivo principale è pensato come uno elemento continuo che assume una forma variabile per guidare l’utente attraverso il museo. A questo percorso si agganciano una serie di sale espositive secondarie, di forma più regolare, attrezzate con un sistema di nicchie ed elementi accessori in grado di accogliere installazioni con differenti caratteri. Questa articolazione spaziale è stata studiata oltre che per offrire una varietà di locali e di sale espositive a servizio delle varie mostre che verranno proposte, anche per offrire punti di vista continuamente differenti, il tutto in un’ottica di flessibilità funzionale degli spazi. In quest’ottica, gli allestimenti potranno servirsi di questa variazione spaziale per proporre prospettive che sappiano rispettare le regole relazionali che si stabiliscono tra lo spettatore e l’oggetto esposto, introducendo, a seconda del punto di vista, strategie emozionali sempre diverse. Per concludere, in corrispondenza del lato ovest del museo, è stata collocato il laboratorio per la didattica. Tale scelta progettuale, oltre garantire anche in questo caso una componente non trascurabile di illuminazione ed aerazione naturale, permette di utilizzare in modo semi-indipendente tale aula, accedendovi anche direttamente dall’esterno. Il laboratorio assume quindi una sua autonomia di funzionamento, garantendo anche una flessibilità di utilizzo che può essere in parte o completamente indipendente rispetto ai temi trattati nelle esposizioni in corso, qualora queste non prevedano un’interazione diretta.

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piante e sezione

GESTIONE DELLA LUCE Oltre alla disposizione e all’articolazione morfologica degli spazi di progetto proposti, la caratterizzazione delle varie sale verrà realizzata attraverso differenti trattamenti di illuminazione. Attraverso l’eliminazione delle pellicole oscuranti attualmente presenti sulle vetrate di perimetro del museo a contatto con la corte, la luce naturale proveniente dall’ambiente esterno garantirà un’illuminazione delle sale principali del percorso espositivo a piano terra. In questo modo, inoltre, si genererà la possibilità di prevedere un’estensione dell’ambiente espositivo e della mostra anche all’interno dello spazio della corte (ovviamente previa autorizzazione del condominio) permettendo la collocazione di alcune opere anche negli spazi esterni. A questo proposito, per lo spazio della corte sono previsti due interventi: la riqualificazione del locale immondizia+u.t.a., attraverso il suo ridimensionamento e la formazione di un “recinto”, permeabile all’aria ma impermeabile alla vista, realizzato con pannelli in lamiera micro-forata; la predisposizione per l’installazione di un sistema di tendaggi che garantiscano una possibilità di modulazione della luce e che consentano la creazione di giochi di colore e forma all’interno della corte. Per quanto riguarda l’illuminazione artificiale, il progetto proposto prevede l’installazione di lampade a fluorescenza a catodo freddo in tutte le sale del museo, disposte in modo regolare, il cui ritmo scandisca il procedere del percorso museale, e di elementi spot-light a basso voltaggio, solo nelle sale secondarie, montati direttamente all’interno delle nicchie o su binari a soffitto in modo da permettere una regolazione del flusso luminoso. Questo tipo di organizzazione e disposizione degli apparecchi luminosi garantisce, grazie alle lampade a fluorescenza, un’illuminazione diffusa e costante con un basso costo di manutenzione, in tutti i locali del museo; contemporaneamente, nelle sale secondarie, gli spot-light permettono di direzionare e concentrare il flusso luminoso in zone localizzate, ad esempio, su singole opere, creando effetti visuali ed emozionali differenti.

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ASPETTI COSTRUTTIVI ED ECONOMICI Gli interventi proposti sono stati pensati per essere realizzati con tempi e costi molto contenuti. Sono state previste delle contro-pareti in cartongesso isolate termicamente ed acusticamente con lana di vetro per garantire un comfort ideale all’interno degli ambienti del museo. Tutte le partizioni interne saranno realizzate in cartongesso, stuccato e verniciato con colore bianco, e il pavimento sarà realizzato in cemento lucido levigato. Le finiture proposte dal progetto sono state scelte per permettere un trattamento il più possibile neutro delle superfici, andando ad interferire il meno possibile con le esposizioni che verranno realizzate all’interno degli spazi museali.

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Appartamento in città 4 - Alessandra Corvi

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La progettazione dell’appartamento ha interessato il rifacimento dell’intera pavimentazione dello stesso e la riorganizzazione del soggiorno. Per il pavimento si è scelta una resina grigia chiaro, mentre per in soggiorno si è deciso di eliminare un ingombrante camino. Sulla parete, prima occupata dal camino, è stata inserita una libreria a tutta altezza, che è completata alla base da un elemento basso. Questo avvolge su due lati la zona living definendola e prestandosi anche a seduta informale. Il radiatore sotto la finestra è stato mascherato da un copricalorifero. Tutto l’arredo è stato disegnato su misura.

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Restauro e Risanamento conservativo della sede municipale di Verduno - Manuela Molina

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Progetto preliminare, definitivo, esecutivo. Direzione lavori e Contabilità.

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Opera in corso di realizzazione

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Padiglione Italia expo 2015 - Vulcanica architettura, Marina Borrelli, Eduardo Borrelli, Aldo Di Chio

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Il Palazzo Italia rappresenta l’icona centrale dell’Expo, destinata a rimanere nel tempo, un elemento identitario per il paese con lo sguardo fortemente rivolto al futuro. Un “contenitore di comunicazione”, un luogo pensato per attrarre e per trasmettere valori e conoscenze, che stimola alla partecipazione e attiva il coinvolgimento del pubblico.

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L’ICONA Il “Pozzo Orizzontale”, sospeso nel mezzo del Palazzo, rappresenta la grande icona, organizza tutto lo spazio attorno a sé secondo una logica di distribuzione organica dei contenuti e delle aree tematiche, da interpretarsi in modo libero, metaforico, virtuale o reale.

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il Cardo

Antico e moderno Pozzo di San Patrizio, il “Pozzo Orizzontale”è la grande Icona del progetto, memorabile e capace di veicolare messaggi, soprattutto attraverso una suggestione emotiva, come l’Albero della Vita richiamato dal Concept; come l’Albero il Pozzo rappresenta la relazione tra le radici e lo slancio verso l’alto, simbolo della sfida dell’Uomo, rappresenta il legame con le proprie radici e lo slancio verso il futuro.

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Il grande “Pozzo Orizzontale”è dunque l’elemento architettonico al centro della progettazione spaziale del Palazzo Italia, il polmone dell’edificio attraverso il quale l’edificio respira, vive, quasi fosse un organismo vivente.

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sezione e prospetto dell'edificio Cardo

Il “Pozzo” rappresenta il motivo di composizione dello spazio, è l’idea di origine dell’architettura, è’ una nicchia nello sgomento della metropoli circostante.

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pianta Padiglione Italia quota - 4,50

L’ACQUA Il Palazzo, come l’Albero, raccoglie l’acqua nelle sue radici; nel piano delle fondazioni sono ricavate le grandi e suggestive cisterne, rese visibili al visitatore dal piano terra, raccolgono l’acqua piovana proveniente dalle coperture; l’acqua, simbolo dell’esistenza, della nascita, della rigenerazione, ma anche della capacità di riflettere il cielo e, in questo, simbolo di unione e di rapporto tra l’Uomo e il pianeta.

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Pianta Padiglione Italia quota 3,50

LA SFIDA Utilizzare tutte le opportunità delle nuove tecnologie di eccellenza, tradizionalmente sviluppate in Italia, una tradizione ancora oggi simbolo di eccellenza tecnologica italiana, uno stile di comunicazione, per un edificio tecnologico, eco-compatibile, autosufficiente, che rispetti tutti i parametri di compatibilità globale, sia nella sua parte che rimarrà nel tempo e che verrà riconvertita, sia nella aree che verranno poi disallestite.

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pianta padiglione Italia quota 7,50

Soluzioni progettuali che prevedono un impatto ambientale ridotto grazie all’uso di materiali sostenibili, in particolare materiali a basso impatto ambientale, riciclati, provenienti da fonti rinnovabili e riciclabili, tecniche innovative di allestimento, autonomia energetica, nuove modalità di smaltimento.

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pianta padiglione Italia quota 13,50

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pianta padiglione Italia quota 21,50

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pianta della copertura

Camouflage House - Johnsen Schmaling Architects

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The Camouflage House sits on a steep lake bluff, its narrow, linear volume nestled into the hillside. Approaching the house from the rugged access road weaving through the site’s heavily wooded plateau, the building’s faint, low-slung silhouette virtually disappears in the surrounding vegetation. With its simple plan, restraint use of materials, and precise detailing, the house achieves an elegant clarity and a rustic warmth that nevertheless avoids bucolic sentimentality.

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Context
Informed by early conceptual studies of the most striking features of the context, the house’s complex system of façade layers, contrasting the geometric discipline of the building mass, expresses its ambition to assimilate with its surroundings. Echoing the trees’ arresting verticality and the rhythmic shifts between the trunks as one moves through the site, the building skin is composed of solids and voids – wall and glass panels – whose seemingly random organization overlaps with the strict 48” base grid of the building’s exposed structural columns. This first façade layer is clad in untreated vertical cedar and serves as the backdrop for a series of polychromatic Prodema wood veneer panels that reverberate the ever-changing hues of the surrounding deciduous trees. Over time, the cedar walls will weather to a silver-gray, while the wood veneer panels will retain their original color and pristine finish.

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Organization
From the small clearing of the entry court, the low roof of the open breezeway connecting house and garage leads to a linear, glazed entry foyer that penetrates the two-story, 2,700 SF bar building and terminates into a partially covered balcony with spectacular views of the lake. Stairs connect to the lower level, which is fully exposed on the lake side and houses all bedrooms, providing access to the zero-edge bluff terrace that stretches along the entire length of the building and to the master bedroom “grotto,” an intimate outdoor space between the western edge of the house and the site’s imposing rock formation. On the upper level, kitchen, dining and living functions occupy an open space that can extend into the adjacent spacious screen porch by retracting the large, foldable glass door system separating the two. Throughout the spring, summer, and fall, the screen porch functions as the home’s lung, taking advantage of the mild lake breezes.

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Interior
The inside of the house, while unapologetically contemporary, continues Wisconsin’s long history of lake cottage architecture, which has traditionally featured exposed timber construction, interior wood siding, combined living and dining halls centered around a fireplace, and a limited palette of natural materials. Meticulously detailed, the entire entry level of the Camouflage House is clad with clear-sealed MDF panels, held apart by reveals that accentuate the strict structural rhythm of the house and align with the exposed engineered wood beams above. Exposed integrally colored concrete floors throughout the house complement the warmth of the MDF walls, as does a three-sided CorTen steel-clad fireplace forming the focal point of the open living hall. Throughout the house, sustainable materials were specified, such as low-VOC paints, recycled products, native woods, and high-performance glazing.

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Padiglione Italia Expo 2015 - Peia Associati - Arch. Giampiero Peia, Ai Engineering S.r.l.

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Padiglione Italia Expo 2015.

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EXPO MILANO 2015 - Miralles Tagliabue EMBT

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Paesaggi e cupole italiani disegnano l’Albero della Vita.

Abbiamo disegnato l’Albero della Vita Italiana molte volte, prima di sceglierne uno, che diventasse la pavimentazione della zona “Italia”, lungo il Cardo e sotto al Padiglione Italia..

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Abbiamo creato alberi col cibo, col cinema, con le città italiane.
Infine, ritagliando le fotografie aeree delle campagne e dei paesaggi  di tutte le regioni d’Italia, abbiamo disegnato l’Albero Italia definitivo, quello che farà da tappeto alle attività e alle esposizioni che parlano soprattutto dei prodotti e dei cibi italiani.

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L’Albero è stato presente mentre disegnavamo ogni parte del Padiglione Italia: -Le facciate ricordano filari di cipressi o pioppi, uniti ma con aperture tra le foglie.

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-La Cupola centrale del Padiglione Italia, di struttura intrecciata, verrà periodicamente riempita di alberi, che caleremo dall’alto in una sorta di spettacolo acrobatico vegetale.

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-La cupola emergente del Padiglione Italia è come un albero dell’energia e della sostenibilità, che indica da lontano la zona centrale delle esposizione italia e porta le placche fotovoltaiche che provvedono all’energia dell’edificio, l’estrattore dell’aria interna alla cupola centrale e le necessarie e spettacolari luci notturne, alimentate dalla luce solare..

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La Cupola come splendore della città Italiana. Ma non solo l’Albero e la campagna sono il simbolo forte del Padiglione Italia, ma anche lo splendore delle città italiane, che vengono rappresentate magnificamente dalle  cupole. Il “paesaggio” di Roma, di Firenze, di Torino, di Venezia si identifica con lo skyline delle cupole, che in epoche diverse, sono, in Italia,  il luogo di spazii architettonici eccezionali. Dal Pantheon dell’antica Roma, a Brunelleschi a Firenze, a Bramante, Bernini, Borromini,..Nervi.. La cupola Italiana potrebbe raccontare la storia della civiltà italiana, e quella delle sue meraviglie artistiche.

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Ma nel nostro progetto le cupole non rappresentano solo lo splendore del passato italiano, ma raccontano la potenzialità della costruzione della cupola per il futuro. Continuando il cammino indicato dall’Ingengnere inventore Buckminster Fuller qui sperimentiamo con le cupole come strutture sostenibili. Strutture che, oltre ad esser bellissime, utilizzano un minimo di materiali e ottimizzano una grande facilità costruttiva.

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-Nel padiglione Centrale la grande cupola attrae il pubblico e dà un punto di riferimento spaziale necessario e una splendida organizzazione degli spazii interni. Questa cupola rimarrà come spazio centrale quando, a fine Expo, il Padiglione Italia servirà per altre funzioni.

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-negli edifici del Cardo cupole piú leggere costruite principalmente in materiali lignei, ospiteranno le diverse esposizioni, trasportando il pubblico ai vari argomenti della expo in maniera fluida e sempre differente. Queste cupole, visibili dietro alle facciate vetrate di Ferretti, diverranno spettacolo esse stesse. A fine expo, quando tutti gli edifici del cardo dovranno essere smontati, queste cupole verranno vendute ai Comuni o alle entità italiane interessate. Potranno essere smontate, trasportate e rimontate facilmente in luoghi diversi d’Italia per ospitare una molteplicità di funzioni, e cosí renderanno lo smontaggio di questa parte di expo sostenibile.

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Diverranno inoltre vivaio di idee, dando un esempio di come arricchire le nostre città di spazi comunitarii, facili ed economici da costruire e con materiali naturali.

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Caleidoscopio, Spettacolarità dell’edificio Palazzo Italia
Il mondo italiano sarà presente in tutto il Cardo e il Padiglione Italia sotto forma di caleidoscopio.

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Abbiamo giocato a guardare l’Italia col caleidoscopio e ci siamo divertiti a vedere la ricchezza della sua immagine trasformata.

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La facciata esterna del Palazzo Italia è costituita da formelle ceramiche la cui geometria ricorda il caleidoscopio e, guardando con piú attenzione, si scopre che il profilo delle formelle, deriva da prodotti o architetture italiane.

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Il visitatore scoprirà sorpreso che quella facciata quasi vegetale da piú vicino riporta le forme dei prodotti italiani.  Sarà quindi facciata parlante per sè stessa, ma in momenti specifici, aumenterà la sua capacità comunicativa di facciata d’immagini:
Un sistema assolutamente nuovissimo di tubi plastici riempiti d’acqua permette la proiezione d’immagini.

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Qui proponiamo un sistema interattivo in cui il pubblico potrà introdurre il suo viso nella facciata del Padiglione e vedere la propria immagine muoversi lungo la facciata, apparire e scomparire dietro alle formelle ceramiche.

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Sistemi di proiezioni di tipo “mapping” sono previsti sia per la facciata del padiglione Italia sia per l’interno della grande cupola.
Lo spazio per i proiettori è già previsto in progetto cosicchè si potranno organizzare spettacoli di “caleidoscopii italiani” nei momenti di luce piú favorevoli a questi tipi di spettacoli.

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La geometria delle strutture delle cupole è anche ispirata alla geometria del caleidoscopio..cosícchè l’Italia si reinterpreta in un gioco nuovo proiettato al futuro.

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Z-up - Felice Lombardi

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Z-up è un progetto di residenze plurifamiliari per l’isola maggiore al lago Trasimeno. Realizzato per il corso di Composizione Architettonica II, facoltà di Ingegneria edile-architettura di perugia, da Francesca Baldinucci, Margherita Bececco, Giulia Calamita, Felice Lombardi ed Elena Pierbattisti.

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Il progetto cerca di ricucire due realtà distanti ma allo stesso tempo fondamentali nella vita dell’isola: la via storica ed il lungolago. Da qui la scelta di sopraelevare l’accesso alle abitazioni permettendo la crescita di un parco cittadino al di sotto e di un belvedere al di sopra della stessa passerella.

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Per mantenere la continuità dei fronti stradali si è deciso di costruire due setti in memoria del muro che circondava l’area e che adesso individuano l’accesso principale al complesso. Pianta coperture.

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Pianta livello passerella. L’accesso alle abitazioni avviene tramite la passerella.

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Pianta livello parco. La passerella è servita da una rampa ed una scala.

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Pianta livello lago.

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In rapporto con il contesto il progetto rispetta i canoni locali interpretandoli in chiave moderna.

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Il complesso è composto da 3 edifici: uno bifamiliare e due unifamiliari.

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La bifamiliare è nel parco ed è composto da due residenze incrociate con il corpo dei collegamenti posto in corrispondenza di una corte verde.

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Le due unifamiliari sono palafitte sul lago; hanno 2 piani più uno costituito da una “zattera” sul pelo dell’acqua.

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I prospetti a nord rispecchiano quella che è la tradizione italiana dell’intonaco; inoltre sono più chiuse per proteggere gli interni dai venti freddi.

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I prospetti a sud invece rendono l’idea di palafitta essendo in legno ed aprendosi completamente al paesaggio con numerose vetrate per sfruttare al massimo il calore e la luce del luogo.

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Vista del parco.

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Vista dalla passerella sul parco.

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Vista dal molo.

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Vista notturna dell’area.

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Vista dell’affaccio sulla strada.

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Vista dalla passerella sul lago.

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Vista della passerella e delle palafitte.

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Vista dall’ingresso principale.

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Padiglione Italia Expo 2015 - Andrea Maffei Architects , Ramboll Whitbybird, Techproject S.r.l.

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Il bando di gara richiedeva di progettare cinque edifici allineati lungo il Cardo che caratterizza tutto il masterplan EXPO 2015 fino alla grande piazza d’acqua circolare. Essi sono costituiti da quattro edifici lineari a due piani che contengono vari spazi espositivi, di mercato e di ristorazione e dal Padiglione Italia vero e proprio. Questo si doveva sviluppare un un’area quadrata di 57,5m di lato e per un’altezza massima di soli 25 metri. Il Palazzo doveva rappresentare un messaggio simbolico di rappresentanza del Bel Paese ed abbiamo voluto comporlo secondo i seguenti concetti.

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Scomposizione e Sovrapposizione: Il tema del Palazzo Italia nascondeva la grande difficoltà di sintetizzare la ricchezza e la complessità della cultura di un Paese in un unico edificio. A questo scopo ci è sembrato interessante utilizzare il concetto della scomposizione dell’edificio in una serie di temi architettonici. Allo stesso tempo era interessante proporre l’architettura come una sovrapposizione degli stessi temi tra loro per riprendere la complessità delle stratificazioni urbane e degli edifici complessi delle nostre città. Come una nazione è divisibile in un’infinità di temi e di culture, così il Palazzo poteva essere liberato dal vincolo di una morfologia univoca, ovvero di un’unica sagoma predefinita, ed essere scomposto in una serie di sotto-temi architettonici che rappresentassero la ricchezza delle sue varie culture. La sovrapposizione di queste tematiche architettoniche simboleggia la complessità di una Nazione ed il processo storico di sovrapposizione di culture e di idee diverse che caratterizza la ricchezza del nostro Paese. Tale sovrapposizione poteva essere attuata in diverse forme architettoniche don diversi colori, materiali e noi abbiamo scelto quelle a seguito descritte. L’Albero: Il tema conduttore di tutto il Palazzo Italia è di creare una metafora del tema dell’Albero attraverso una struttura arboriforme che crea una grande copertura principale a cui si appendono tutti i volumi del Palazzo. Due file di colonne in acciaio a V sui lati rappresentano i rami dell’Albero strutturale che crescono dal basso verso l’alto fino a raggiungere il quarto piano del nuovo intervento. La chioma dell’Albero si traduce metaforicamente in una grande struttura reticolare di acciaio, composta da travi che collegano i pilastri a V, dai cui nodi scendono i tiranti che sostengono i solai e tutte le strutture dei piani sospesi del Palazzo Italia. L’Albero in natura si allarga con una grande chioma naturale a coprire lo spazio verde sottostante e a proteggere dal sole e dalla pioggia. Sin dall’antichità gli alberi hanno rappresentato i primi luoghi di raccolta e di incontro sotto una copertura già sviluppata spontaneamente in natura. Parimenti il Palazzo si allarga verso l’alto in una grande chioma strutturale che copre gli altri temi concettuali del Palazzo: le Piazze e gli spazi espositivi.

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La Piazza Bassa: la Piazza è uno dei temi che caratterizza tutte le città italiane e il modo di vivere e di aggregarsi dei cittadini italiani. A partire dall’antica Grecia le città mediterranee si sono sempre sviluppate in modo radio centrico a partire da una Piazza centrale in cui si trovavano i centri del potere politico e religioso. In altre culture, come quelle asiatiche o americane, il tema della Piazza non è stato così importante nel disegno della città e nel suo sviluppo, speso basate invece su griglie stradali o su direttrici lineari e non radiocentriche. In Italia invece il tema della Piazza centrale con il Duomo e il Palazzo del Signore locale sono sempre stati il fulcro dello sviluppo e tuttora rimangono il centro di maggiore attrazione dei flussi e della concentrazione dei cittadini.Nelle città italiane i maggiori avvenimenti di comunicazione e di spettacolo sono tenuti nella Piazza centrale che rimane il fulcro dell’attenzione e della vita sociale. Basti pensare a Piazza Duomo a Milano oppure a Piazza della Signoria a Firenze. Per questo abbiamo pensato che fosse interessante superare il concetto di un Palazzo inteso come semplice edificio chiuso e di aprirlo per trasformarlo in una “Piazza” in cui tutti potessero trovarsi per vivere insieme il tema dell’Expo. A questo scopo abbiamo progettato innanzitutto una grande Piazza coperta da una copertura quadrata di 57,5m di lato che riveste tutta l’area di progetto e consente di utilizzarla anche in caso di maltempo. La copertura protegge dal sole in estate e dalle intemperie in inverno e consente allo spazio pubblico una costante fruibilità da parte dei cittadini. Nella Piazza potranno svolgersi eventi di varie genere, a partire da concerti, manifestazioni, conferenze, mostre, fiere e quant’altro in tutte le stagioni dell’anno. La Piazza non ha un unico punto di ingresso ma è possibile accedervi a 360° da tutto il perimetro senza gerarchie direzionali precostituite. L’accesso principale sarà prevalentemente dal Cardo e dalla Piazza d’Acqua, ma anche sugli altri lati è possibile accedervi senza alcuna barriera in una continuità fluida con gli spazi urbani dell’Expo. I riferimenti a Leonardo Da Vinci: Nella scelta delle forme del Palazzo Italia abbiamo voluto concentrarci su due forme geometriche: il quadrato e il cerchio. Questa scelta deriva da una volontà di richiamare il famoso disegno di Leonardo Da Vinci “Uomo vitruviano” del 1490 in cui veniva espressa la centralità dell’uomo rinascimentale come riscoperta dell’uomo “vir faber”, ovvero dell’uomo al centro dell’universo e creatore della realtà. Il disegno raffigura l’uomo inscritto nel quadrato e nel cerchio come le due forme geometriche assolute che definiscono tutto il reale ed a cui tutto il reale è riconducibile. Così nel nostro progetto del Palazzo Italia abbiamo voluto riprendere queste due forme rinascimentali per esprimere un omaggio al Rinascimento italiano e alla Cultura italiana.

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La Piazza Alta: Nel nostro progetto del Palazzo Italia abbiamo voluto proporre anche di realizzare una seconda Piazza sul tetto del Palazzo stesso. Spesso le coperture dei padiglioni vengono tralasciate per ospitare gli impianti oppure semplici rivestimenti di copertura, mentre ci è sembrato interessante riportare il tema della terrazza che caratterizza tante case italiane anche sulla sommità del Palazzo Italia. Tale funzione viene enfatizzata da una grande scala mobile che consente l’accesso alla Piazza Alta direttamente dalla strada del Cardo. La scala mobile rappresenta il fascino futuristico della tecnologia che consente di salire subito sulla copertura del Palazzo Italia ad ammirare tutta l’Expo e di sera “a riveder le stelle”. La Piazza Alta è caratterizzata da una grande piazza pavimentata in pietra con luci LED a terra e da un giardino all’italiana sul perimetro. Ci è sembrato interessante riportare sulla copertura i giardini che spesso troviamo sulle terrazze delle ville italiane per trasmettere la sensazione della cultura italiana ai turisti stranieri. In particolare il giardino all’italiana è sempre stato molto ammirato a livello internazionale e la sua riproposizione in chiave contemporanea riporta il fascino della tradizione italiana. Lunghe siepi di bossolo nascondono una recinzione perimetrale alta 1,1m e creano un disegno geometrico dinamico nelle larghe aiuole previste sul perimetro per caratterizzare architettonicamente questo spazio da cui ammirare tutto il panorama dell’Expo 2015.

Il Palazzo sospeso: Per ottenere la Piazza abbiamo progettato tutti gli spazi espositivi e le sale conferenze appese alla grande copertura, in modo da non occupare nulla nel piano terra e consentire un nuovo grande spazio urbano. Ciòè stato possibile realizzando un grande portale strutturale composto da tre “V” in acciaio esterne che sostengono una griglia di travi reticolari di copertura. Da esse scendono una serie di tiranti secondo una griglia regolare di 8,1m a cui sono appesi tutti i solai dei piani sottostanti. Tale soluzione rappresenta una soluzione mai realizzata prima nella storia degli Expo internazionali. Il Palazzo Italia per la prima volta fluttua nel vuoto e lascia il piano terreno completamente vuoto per gli usi più disparati. Gli spazi espositivi: gli spazi espositivi più efficienti devono essere molto flessibili per potersi adattare a qualsiasi tipo di mostra e consentire qualsiasi tipo di allestimento. Le forme dell’edificio devono interferire il meno possibile con questa flessibilità d’uso. A questo scopo abbiamo previsto una forma assoluta di tipo circolare al primo piano del Palazzo, sospesa alla grande copertura, composta da un unico grande open space circolare con una griglia regolare di sottili pilastri tiranti in acciaio. Il curatore della mostra del padiglione italiano si troverà ad avere la massima libertà di allestimento dell’esposizione senza alcun vincolo di strutture ingombranti o di pareti limitanti in alcuna direzione. La mostra potrà essere definita da pareti aggiuntive in cartongesso che separino i vari argomenti o da allestimenti di qualsiasi tipo che consentano un percorso mono o pluri direzionale del visitatore a discrezione del curatore. Le pareti sono previste non finestrate – solo durante il periodo dell’Expo – per impedire l’ingresso della luce naturale che costituirebbe un problema per l’esposizione. Questa soluzione rispetta la richiesta di un interpiano di 5,5m per gli spazi espositivi e consente un altezza libera interna fino a 4,5m. Il soffitto sarà dotato guide di alimentazione elettrica per faretti orientabili e removibili a piacimento in modo da garantire la massima flessibilità di installazione dell’esposizione. Gli spazi espositivi sono sviluppati con lo stesso criterio anche nel secondo piano del Palazzo.

Le sale conferenze: Il secondo piano del Palazzo continua gli spazi espositivi del primo piano attraverso le scale mobili di collegamento che ne consentono una continuità senza interruzioni. Sul retro dell’esposizione si trova il foyer di tre sale conferenze, rispettivamente di 250, 150, 50 posti per svolgere incontri e conferenze di vario genere sui temi dell’Expo. Vista l’importanza delle sale conferenze, la forma architettonica esterna ha voluto metterle in chiara evidenza attraverso tre parallelepipedi che si sviluppano sopra il volume circolare degli spazi espositivi e che rimangono circondati da terrazzi panoramici tutto attorno. A fianco delle sale conferenze sono stati previsti gli spazi per la caffetteria e per un deposito. In particolare il bar è dotato di una terrazza panoramica sulla piazza del Palazzo Italia. I volumi laterali sono caratterizzati da una lettura barocca della forma curvilinea per stabilire un dialogo ironico con le forme architettoniche del cilindro sottostante e per rievocare il fascino del Barocco italiano ed evocare la Storia architettonica del Bel Paese. Le forme curvilinee dinamizzano lo sviluppo verticale del progetto in continua ascesa dalla Piazza Bassa fino alla Piazza Alta.

Gli spazi di rappresentanza: Il terzo piano contiene gran parte degli uffici dello staff di Expo 2015, quelli di alta rappresentanza e la sala delle delegazioni internazionali. La distribuzione delle sale mantiene le forme architettoniche del secondo piano e le articola seguendo la simmetria dell’edificio, intorno ad uno spazio a doppia altezza verso gli spazi espositivi sottostanti. Il quarto piano invece ospita gli uffici di rappresentanza, con le rispettive segreterie. Ogni ufficio è dotato di un affaccio panoramico sull’area dell’Expo. Le sale sono caratterizzate da semplici forme rettangolari per renderle molto efficienti. Gli uffici sono previsti con soffitti in acciaio microforati fonoassorbenti e bandraster su cui fissare le pareti in vetro di partizione degli uffici. Le pareti esterne degli uffici presenti al terzo piano sono finestrate solo in parte, al fine di realizzare molte pareti ad elevate prestazioni termiche e di contenere ai minimi le finestrature per il massimo risparmio energetico.

Il ristorante panoramico:La grande copertura si compone di 6 travi reticolari che collegano i vertici delle tra V per lato e due travi reticolari sul perimetro. Essa rappresenta il grande portale a cui sono appese tutte le strutture dei piani sottostanti. Gli spazi interni della grande copertura sono adibiti ad ospitare uffici dello staff di Expo 2015, uffici di alta rappresentanza ed il ristorante panoramico. Gli uffici mantengono le medesime caratteristiche di quelli del terzo piano. Le pareti esterne sono tutte vetrate con terrazzo davanti per avere un visione sempre panoramica di tutta l’ area dell’Expo. Il ristorante si sviluppa lungo tutto un lato della copertura quadrata verso sud-ovest. Le sue facciate sono tutte vetrate verso una grande terrazza panoramica che guarda tutta l’Expo ed in particolare verso la Piazza Italia, di incrocio tra il Cardo e il Decumano. Il ristorante prevede al suo interno anche una caffetteria sempre aperta al pubblico per consentire l’uso della terrazza ad una maggiore fascia di pubblico e quindi renderlo maggiormente fruibile.

L’Acqua: Il tema dell’acqua è stato sviluppato prevedendo una lunga vasca di acqua bassa su un bordo della Piazza Bassa a sottolineare la proiezione della grande scala mobile che porta sulla copertura. Questa rappresenta una metafora dei fiumi italiani e dovrà essere attraversata con due ponti dai visitatori provenienti da lato ovest per accedere alla Piazza Bassa. Dalla vasca potranno fuoriuscire vari getti d’acqua come nelle più famose fontane italiane a ricordare il fascino delle piazze. dei giardini e dei luoghi pubblici del Bel Paese.

Molteplicità d’uso e di interpretazione: Grazie a queste soluzioni, la fruizione del Palazzo si diversifica in vario modo. Alcuni visitatori possono andare solo sulla Piazza Alta, mentre altri visitatori possono andare solo dentro il Palazzo, altri ancora possono stare solo nella Piazza Bassa ad ascoltare un concerto per es.. Il Palazzo Italia risulta così non monodirezionale, ma permette di essere vissuto in vario modo ed acquista il fascino di una complessità culturale ed urbana. Vari eventi possono avvenire contemporaneamente in varie zone del Palazzo: Piazza Alta, Piazza Bassa, Sale conferenze, senza interferenze e con un modo inconsueto di vivere un padiglione per un Expo. Ad esempio potranno esserci contemporaneamente un ricevimento sulla Piazza Alta, una conferenza nelle sale dentro il Palazzo ed uno spettacolo nella Piazza Bassa.

Polimateria: Le facciate del Palazzo sono diversificate per materiali e finiture nei vari piani e caratterizzano il polimorfismo dell’edificio. Il cilindro sospeso degli spazi espositivi è caratterizzato dall’uso del legno di rivestimento su tutta la facciata. Esso è composto da lunghi pannelli verticali di legno di cedro canadese che nell’uso post-Expo saranno utilizzati come scuretti apribili per consentire l’ingresso della luce nei laboratori interni attraverso delle finestre distribuite su tutto il perimetro. Lo stesso tipo di legno viene utilizzato per il soffitto del cilindro ovvero sopra la Piazza Bassa. Esso è composto da un rivestimento generale e da elementi decorativi in spessore in legno con un disegno che ricorda i disegni del barocco italiano. In tal modo il soffitto acquista una percezione meno pesante e più amichevole grazie all’uso di questo materiale più“caldo” e naturale. Il suo disegno barocco lo rende unico nel suo genere per coprire uno spazio pubblico e lunghe strisce di luci a LED ne seguono ed enfatizzano le curve dinamiche tipiche della nostra tradizione. I volumi del secondo e terzo piano sono rivestiti di vetro di tipo low iron con doppia camera, coating selettivo e serigrafato in colore bianco. Questa scelta consente di avere elevate prestazioni di isolamento termico e di basso fattore solare per l’uso post-Expo. L’effetto architettonico sarà quello di un rivestimento quasi marmoreo bianco dei volumi per riprendere il fascino delle architetture storiche italiane. Questa scelta materica enfatizzerà la sospensione nel vuoto di un oggetto così pesante e scultoreo in marmo bianco. Le facciate sul retro sono rivestite di lamelle dello stesso legno utilizzato per rivestire il cilindro delle sale espositive. In parte esse nascondono un rivestimento di facciata in pannelli fotovoltaici su due larghe fasce verticali dell’edificio dietro alle strutture a V per produrre un’ottima resa di energia solare. La Piazza Bassa è prevista con pavimentazione in pietra locale per creare un disegno radio centrico. La Piazza Alta è rivestita con pavimentazione in pietra locale di due tipologie per realizzare un disegno come riportato negli elaborati e nei rendering.

The New Tower - Felice Lombardi

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Concepire una torre per il centro storico di Perugia è stato come scavare all’interno del suo passato riscoprendone il suo presente. Il sito prescelto, infatti, è caratterizzato dalla sovrapposizione di numerose architetture di epoche passate che vanno dagli etruschi all’800. Risultato di questa sovrapposizione è una forte densità di edificato che crea ambienti bui, malsani e degradati. Infatti, anche se vicinissimo al centro e al parco della canapina, collegato a sua volta alle scale mobili del Pellini, il lotto sembra scollegato dal resto della città rimanendo nell’ombra. Costruire un nuovo edificio significa quindi rispondere anche alle esigenze della città e dei futuri abitanti della torre. La torre si dispone nello spazio in maniera forte riprendendo la forma planimetrica discontinua e irregolare del tessuto medioevale, rispettando l’orientamento agiato a sud- ovest.
Per creare meno impatto visivo ai passanti è rialzata da terra di 9 metri permettendo allo stesso tempo la fioritura di un parco urbano. Inoltre ai piani sottostanti il parco vi è una grande piazza con belvedere sul parco della canapina cui si può accedere tramite una grande scalinata affiancata al belvedere stesso. Infine l’ultimo ed anche il più straordinario parco è situato a 60 metri dalla base dell’edificio, che offre una delle viste più spettacolari su tutta Perugia fino anche al lago Trasimeno. L’edificio in se è composto da un basamento e tre torri, due delle quali strettamente a contatto tra loro.
Il basamento è di pietra e copre i primi due livelli dalla piazza con un ritmo razionalista e imponente. A continuare il suo stile c’è la torre mozzata, anch’essa in pietra, che rimanda alle antiche torri medioevali di Perugia. Uno stile del tutto fittizio poiché al suo interno tutto e moderno e collegato alle due torri principali. Queste torri di altezze differenti sono l’imposizione del moderno sull’antico, con forme razionaliste e materiali traslucidi come l’alluminio e il vetro, che partono distinte per poi riunirsi a mezz’aria (creando il parco sospeso).
Gli appartamenti si distinguono per metratura e posizione. I 16 Simplex sono nella torre nord (la più alta) e sono tutti da 90 mq.
I 5 Duplex Maiors sono sempre nella torre nord ma sono agli ultimi piani della torre, donando agli inquilini una delle viste su Perugia e dintorni più spettacolari che mai, e sono da 180 mq. Infine gli 8 Duplex Standard sono nella torre sud e sono da 125 mq.
Tutti gli appartamenti godono di viste privilegiate a sud ed una schermatura a nord grazie ad una vela di brise-soleil in legno che copre anche i vari collegamenti agli appartamenti e i relativi terrazzi di percorrenza.
I brise-soleil in legno sono gli elementi che riparano e proteggono anche i terrazzi delle abitazioni tutti di 70 mq e coperti da giardini rigogliosi.

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