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Gioiaotto - Park Associati

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L’edificio originariamente denominato ‘Residence Porta Nuova’, ultimato nel 1973 su progetto di Marco Zanuso e Pietro Crescini, è rappresentativo di una serie di interventi nell’area di Porta Nuova e resta un segno importante dell’attività architettonica di quel periodo, tipico di un certo clima milanese. La matrice ‘orizzontale’ dell’edificio è appunto una delle sue caratteristiche, e in questo segno distintivo il nostro progetto ha fatto del suo rapporto con la strada uno dei punti di forza, così come del contrasto con la verticalità delle nuove costruzioni. Un’analisi filologica e attenta del manufatto di Zanuso, unita ad un nuovo percorso progettuale che fa del dettaglio la propria forza, offre agli spazi di Gioiaotto una flessibilità ed una luminosità interna in piena sintonia con l’ architettura contemporanea, supportate dal prestigio di un immobile unico e aderente alla memoria storica Milanese. La hall d’ ingresso da subito pone in contrasto superfici ruvide che rifrangono mentre altre riflettono la luce naturale diurna e quella artificiale notturna. All’ interno dei piani un grande serramento segue il passo strutturale in orizzontale e si tripartisce in verticale. La parte superiore, opaca ed inclinata, indirizza la luce naturale sull’ intradosso del soffitto. La parte di mezzo, completamente trasparente e apribile mette in comunicazione l’ambiente lavorativo con l’esterno mentre la parte inferiore alterna archivi in adiacenza alla postazioni e mobiletti copri fancoil. Il passo dei serramenti all’ interno è sottolineato da pinne in vetro extrachiaro che aumentano la flessibilità interna permettendo l’installazione in grande libertà delle eventuali pareti mobili, mentre all’ esterno tramite l’ alternanza di pinne in vetro extra-chiaro ed in vetro colorato in pasta grigio chiaro. Davanti ai pilastri si trovano dei box in lamiera microforata-pressopiegata. Nella parte dell’ hotel invece il passo dei serramenti esistenti è evidenziato attraverso l’alternanza di lame in vetro trasparente messe in discontinuità da pinne e box in legno. Come per la parte degli uffici il piano terra ha un ritmo di moduli trasparenti, sempre in vetro per garantire la massima connessione nell’ esporre gli accessi dell’ edificio nel suo attacco a terra, messa in discontinuità dalle parti opache strutturali coperte dai serramenti serigrafati su due livelli per aumentare l’ effetto tridimensionale della facciata.

Park Associati — Gioiaotto

The building originally known as ‘Residence Porta Nuova’ was completed in 1973 to the design of Marco Zanuso and Pietro Crescini. It is representative of a series of built projects realised in the Porta Nuova area and remains an important indicator of the architectural activity of that period, typical of a particular climate in Milan. The ‘horizontal’ pattern of the building is one of its main features and our scheme has used this distinctive characteristic as a strong point in terms of the relationship with the street, acting as a contrast to the the verticality of the newer constructions. A thorough philological analysis of Zanuso’s building, together with a new design direction concentrated on attention to detail, has endowed the spaces at Gioiaotto with a flexibility and internal brightness that is in keeping with contemporary architecture, supported by the prestige of a unique building that is very much part of Milan’s history. The entrance hall immediately presents a contrast between rough surfaces that refract and others that reflect the natural daylight and artificial lighting at night. Inside the floors a large glazed section follows the horizontal structural grid and is divided vertically into three. The upper part, opaque and inclined, directs natural light onto the ceiling. The middle part, completely transparent and openable places the working environment in communication with the outside while the lower part alternates between filing cabinets adjacent to workstations and concealed fan-coil heaters. The rhythm of the glazing inside is highlighted by fins in extra-clear glass that increase flexibility by enabling the installation of mobile partitions as desired, while on the outside via the alternation of fins in extra-clear glass and coloured glass in light-grey. In front of the columns are boxes in micro-perforated bent-pressed steel. In the hotel part the rhythm of the existing windows is highlighted via the alternation of blades in transparent glass placed in discontinuity with the fins and timber boxes. As with the office area, the ground floor has a rhythm of transparent modules made from glass to guarantee maximum connection and exposing the accesses to the building at ground level, placed in discontinuity with the opaque structural parts covered by screen-printed windows on two levels to increase the three-dimensional effect of the facade.

Park Associati — Gioiaotto

Photo Andrea Martiradonna

Project Park Associati (Filippo Pagliani, Michele Rossi) with General Planning srl Design Team Park Associati Alessandro Rossi_Project Leader Alexia Caccavella Marinella Ferrari Marco Panzeri Davide Pojaga Elisa Taddei Paolo Uboldi Fabio Calciati_Rendering

Park Associati — Gioiaotto

Photo Andrea Martiradonna

Specialist Site supervision,Structural,Mechanical and Electrical Engineering General Planning, Milano Team Loris Colombo Giuseppe Monti Walter Cola Luca Dagrada Sergio Fiorati Paolo Gardella Danilo Gibertini Annagiulia Gregori Mara Olgiati Franco Pesci Francesco Prennushi Paolo Rossanigo Roberto Villa General Site supervision Studio Ing. Ceruti

Park Associati — Gioiaotto

Photo Andrea Martiradonna

Artistic Site Supervision Park Associati Arch. Alessandro Rossi Project Management Coima Srl, Milano Landscape Project Land Srl

Park Associati — Gioiaotto

Foto Park Associati

Consultants: LEED certification GREENWICH Srl Fire Consultancy GAE Engineering, Torino Ing. Amaro Safety Consultancy General Planning, Milano Ing. Vittorio Viganò General Contractor C.E.S.I. Società Cooperativa

Park Associati — Gioiaotto

Edificio originale Foto Roberto Sartori

Photography: Andrea Martiradonna Park Associati Alessandro Sartori

Park Associati — Gioiaotto

Edificio originale, dettaglio facciata. Foto Roberto Sartori

Park Associati — Gioiaotto

Park Associati

Park Associati — Gioiaotto

Park Associati

Park Associati — Gioiaotto

Park Associati


Basilica di San Pietro - FèRiMa

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La Basilica di San Pietro è uno degli edifici medievali del Mezzogiorno più legati alla tradizione costruttiva bizantina; il suo primo impianto, risale al V secolo, con aggiunte e rimaneggiamenti a partire dall’VIII sec. fino al XII sec. L’interno è suddiviso in tre piccole navate, sostenute da otto colonne: quattro, al centro, reggono la cupola monolitica e quattro sono incassate nella muratura portante. La basilica è completamente affrescata con affreschi risalenti al X-XI sec. raffiguranti scene bibliche. Il degrado del monumento si concentra in particolare sul paramento murario esterno e nelle coperture e sulla pellicola pittorica degli affreschi. Il progetto di restauro interviene sui fenomeni di alveolizzazione ed efflorescenze presenti sui paramenti murari modanati e non, e sulla copertura nonché sugli infissi lignei e sull impianto d’ illuminazione. Gli interventi previsti riguardano il consolidamento strutturale degli apparati murari e delle malte esterne mediante operazioni di scuci-cuci, imperneazioni e pulitura, consolidamento e integrazioni. Sono stati consolidate sia le malte esterne che gli intonaci interni non affrescati, dove erano presenti pericolosi rigonfiamenti, stacchi e lesioni dovute ad infiltrazioni d’acqua e umidità di risalita. Sulle facciate esterne è stato necessario riprendere gli intonaci a base di coccio pesto fortemente degradati, applicando una “velatura” a base di calce della superficie non dipinta. Anche il manto di copertura è stato oggetto d’intervento mediante il rifacimento del massetto in bicomponente a base di calce idraulica a cui è stato sovrapposto uno strato impermeabilizzante e riposizionati i coppi in argilla come in origine. Per quanto concerne i dipinti murali sono state adoperate particolari interventi di restauro della pellicola pittorica.

FèRiMa — Basilica di San Pietro

FèRiMa — Basilica di San Pietro

FèRiMa — Basilica di San Pietro

FèRiMa — Basilica di San Pietro

FèRiMa — Basilica di San Pietro

FèRiMa — Basilica di San Pietro

FèRiMa — Basilica di San Pietro

FèRiMa — Basilica di San Pietro

pre restauro

FèRiMa — Basilica di San Pietro

pre restauro

FèRiMa — Basilica di San Pietro

pre restauro

FèRiMa — Basilica di San Pietro

plan

FèRiMa — Basilica di San Pietro

front

FèRiMa — Basilica di San Pietro

section

Eco Exhibit: Ecological Exhibition Temporary Pavillion - Giorgia Liut, Ermes Povoledo, Tommaso Iaiza

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La progettazione di allestimenti fieristici richiede sempre più attenzione tecnica ed estetica che sia in grado di raggiungere risultati di qualità impiegando le minime di risorse materiali ed economiche. La risposta a queste esigenze avviene attraverso la scelta di materiali che derivano da processi di riciclaggio e di sistemi costruttivi che ne permettono il reimpiego dopo il loro utilizzo. Assumendo questi concetti come vincolo su cui impostare la nuova idea di allestimento Recycle, la sfida è quella di studiare un sistema versatile in grado di rispondere alle esigenze dell’espositore: lo spazio progettato deve fungere da “cornice” esaltando le qualità del prodotto esposto, per questo motivo viene proposto un sistema modulare che garantisca la massima personalizzazione dell’allestimento.

Giorgia Liut, Ermes Povoledo, Tommaso Iaiza — Eco Exhibit: Ecological Exhibition Temporary Pavillion

Il sistema costruttivo proposto permette un’assoluta flessibilità nell’approccio progettuale. Con semplicità costruttiva è possibile conferire allo spazio leggerezza, eleganza e allo stesso tempo volumetrie più articolate e compatte. Viene scelto il legno in quanto materiale 100% riciclabile, di facile lavorazione e adatto a realizzare strutture con manodopera e tempi contenuti. Il “modulo parete” che costituisce la struttura portante è costituito da listelli in legno a sezione variabile, in quali dotati di staffe metalliche a scomparsa facilitano il montaggio in fiera. Questo sistema modulare si adatta bene a qualsiasi superficie (da 20 a 100mq) in quanto il modulo base può essere esteso fino a ricoprire qualsiasi lunghezza. Il sistema di aggancio tra i vari listelli fa sì che la struttura sia riutilizzabile, adattabile e il modulo base diventi il punto di partenza su cui comporre l’intero allestimento. Il “modulo parete”è la base di partenza per personalizzare lo stand, può essere utilizzato come si presenta, conferendo allo spazio leggerezza grazie ai profili sottili di cui è composto, o arricchito attraverso l’applicazione di svariate finiture, tra le quali: mensole, listellature e volumi in legno, tessuti, lamiere micoroforate in alluminio, fogli di cartone ondulato, pannelli in legno con finitura naturale o con colorazioni a base di vernice ad acqua ecc. La scelta di tali finiture deve essere orientata verso materiali riciclati e riciclabili. I pannelli vengono dotati di ganci metallici per essere appesi in modo veloce e semplice al modulo parete. Il pavimento dello stand è composto da una base di pannelli in truciolare sulla quale viene disposta la pavimentazione (listoni, quadrotte, moquette…) evitando l’impiego di pedane con la conseguente riduzione dei costi.

Giorgia Liut, Ermes Povoledo, Tommaso Iaiza — Eco Exhibit: Ecological Exhibition Temporary Pavillion

La facilità della lavorazione del materiale utilizzato, il legno, permette di articolare la regolarità del “modulo parete” in forme più complesse, ovvero trasformandosi da volumi puri a volumi prismatici e sfaccettati che possono essere ri-vestibili con le finiture sopraelencate utilizzando sempre lo stesso metodo di aggancio. Lavorando sulla larghezza della parete è possibile ottenere sia delle nicchie aperte per l’esposizione dei prodotti sia dei piccoli vani ad uso ripostiglio utilizzando ante a scomparsa, in questo modo gli stand con superfici ridotte vengono dotati di spazi di servizio. A parità di superficie e utilizzando lo stesso sistema, ma con finiture diverse, si possono configurare spazi calibrati sul prodotto che viene esposto con un linguaggio estetico differente.

Giorgia Liut, Ermes Povoledo, Tommaso Iaiza — Eco Exhibit: Ecological Exhibition Temporary Pavillion

Linee Continue - Macarena Gonzalez, Andrea Dalmasso

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Il progetto vuole interpretare lo spazio basandosi sulla rappresentazione del territorio coltivato e modellato dall’uomo, un territorio definito dalla linearità, una sequenza di linee parallele che definiscono il paesaggio e la sua ricchezza culturale.

Macarena Gonzalez, Andrea Dalmasso — Linee Continue

Linne continue, che si perdono nell’orizzonte e seguono il ritmo naturale delle colline.

Macarena Gonzalez, Andrea Dalmasso — Linee Continue

L’ambiente è stato concepito come un semplice contenitore di colore scuro scandito esclusivamente da una sequenza di lame in legno, il sistema espositivo cambia colorazione trasformando lo store con i colori della vite, questo effetto provoca simbolicamente la medesima sensazione che si prova di fronte alle morbide e naturali forme delle colline del Chianti.

Macarena Gonzalez, Andrea Dalmasso — Linee Continue

Macarena Gonzalez, Andrea Dalmasso — Linee Continue

Macarena Gonzalez, Andrea Dalmasso — Linee Continue

BOA CANTEEN - vincent D'HOUNDT

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A small building, at the confluence of the strange and the familiar

vincent D'HOUNDT — BOA CANTEEN

front view

A. Preamble

vincent D'HOUNDT — BOA CANTEEN

front view

“Guy at Nightclub: You look like a clown in that stupid jacket. Sailor: This is a snakeskin jacket! And for me it’s a symbol of my individuality, and my belief… in personal freedom. Guy at Nightclub: jerk. Sailor: C’mere.” Wild at heart – 1990 – David Lynch

vincent D'HOUNDT — BOA CANTEEN

front view

B. A unifying and fun building

vincent D'HOUNDT — BOA CANTEEN

inside view

The urban challenge was to create a frame edge structuring this corner plot whose boundaries are based on low hosted terraced buildings, at the Marx Dormoy and Léon Blum streets. At the corner, the school restaurant’s parapet ascends gently, creating a bow that hides the restaurant’s technical equipment (central air handling and heat pump) while freeing the ground floor. The architectural treatment is contextual in its urban form and its materiality; the use of the brick, which dominates the landscape, has received a contemporary and qualitative review showcasing the polychrome emblematic brick bonding of the regional architecture. The layout of the masonry, with an almost random pattern, evokes the snake skin and activates the imaginary potential, architecture and young children dream-like: in a world where you have to respect the rules of the urban game, the building delivers a message of imagination, and seems, with its “snake skin” and “scale-like windows” to have the power to move…

vincent D'HOUNDT — BOA CANTEEN

inside view

C. A landmark in the heart of the neighborhood

vincent D'HOUNDT — BOA CANTEEN

plan masse

Lined with heterogeneous building styles and templates, the Marx Dormoy Street provides a composite environment in a neighborhood built over 30 years, from 1960 to 1980, where housing predominates. If Léon Blum scholar group, by its floor space, could mark the neighborhood, its location set well back from the street did not allow it, at that time, to play a pivotal role throughout the neighborhood. Building the school restaurant at the corner of the field, and thus, creating a link between the two schools, kindergarten and elementary, helped move the building to the street, initiating a more complex urban stratification advantageously replacing existing concrete fences. But it was also about giving people a landmark, an identification point, for structuring the urban landscape by decisive and innovative architectural choices that met the balance of volumes and the specificity of users who are mainly young children.

D. A protected and relaxing space

The facades of the restaurant, monolithic and protective, form a boundary, almost an organic membrane, and isolate from the street this place where calm and privacy are needed without locking the user; with its set of windows on two levels, small and big, can, at a glance, kiss the street without being visible from the outside. If the walls form a filter, the inside of the restaurant expands horizontally into two very bright areas open onto an interior garden.

E. Treatment of the internal and external spaces

- The interior landscaping is a vegetable garden structured by deactivated concrete pathways. A green wall of bamboo planted along the main aisle of the garden is a backdrop. At the south side of the garden, a long narrow strip of land welcomes the existing trees on the site that have been replanted giving more depth to the space. The vegetable garden at the heart of the school restaurant is an educational tool, a fun and potentially colorful place, a living place to invest. - In the interior spaces of the catering office, the emphasis is on the visual and acoustic comfort. In the manner of a landscape, the acoustic ceilings are graphic, composed of colored elements consistent with the color shades of the furniture suitable for its users. On the floor, the PVC flooring bathes the room in a soft sage green color and adds to the acoustic comfort of the room. The natural lighting is preferred but the contribution of the required brightness is provided by compact fluorescent equipment incorporated to large translucent boxes with round shapes. The contemporary furniture design suitable for children, and consistent with the overall equipment budget, extends the “natural” atmosphere within a completely round space. The structure of the building gives rhythm to the inner facade. And similar to the branches, the structural columns are divided into three painted metal beams.

F. General operation – Connections between functional units – flow streams

- The created restaurant, attached to the nursery school, allows kindergarten students to directly access it by a transition space consisting of a hall and a toilet block. The catering room is turned inward on a garden lit by large windows oriented to the south and protected by a series of horizontal sun breakers. - The Léon Blum school students’ access requires crossing Marx Dormoy street. The access to the catering room is through a hall and a large dressing made necessary by the outer path. The catering room is acoustically separated from the nursery school while maintaining a privileged view of the vegetable garden. Deeper than the adjacent catering room, it is provided with a glass strip superstructure formed in the niche between the structure and the cover. This shed technique allows avoiding the shadows and diffuses throughout the room a uniform brightness. - The deliveries to the restaurant kitchens are done through Léon Blum place. On this facade, a small outdoor courtyard was constructed, which allows the exit of the garbage cans and the delivery from the street without cluttering the public space. - – The kitchen office occupies in plan a rectangular parallelepiped that develops longitudinally between the catering rooms and the street. This rational and strategic position optimizes deliveries, and the exit of wastes on one hand, and the catering service on the other.

G. Quote « The most beautiful thing we can experience is the mysterious » Albert Einstein

H. REFERENCE

Antoine de Saint-Exupéry : The Little Prince first chapter : When I was six years old I saw a magnificent picture in a book called True Stories, about the primeval forest. It represented a boa constrictor swallowing a big cat. In the book it said: “Boa constrictors swallow their prey whole, without chewing it. After that, they are not able to move, and they sleep through the six months that they need for digestion”.

Then I pondered deeply over the adventures of the jungle, and after some work with a colored pencil, I succeeded in making my first drawing. My drawing number One. It looked something like this:

I showed my masterpiece to grown-ups, and asked them whether the drawing frightened them. But they answered: “Frighten? Why should anyone be frightened by a hat?”

Ristrutturazione di appartamento su due piani - raffaele defilippis (dEL.)

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Openspace e unico taglio lineare con una parete vedo/non vedo caratterizza la zona giorno del primo piano. Una scala a vista conduce al piano di sopra dove ci sono le camere da letto con relative cabine spogliatoi e bagni personali. La matrimoniale guarda su una quinta aperta dai due lati che intercetta lo spogliatoio ampio, spazioso posto su podio. Una serie limitata di porte invisibili, celano quegli spazi puramente di servizio, come lavanderia e ripostigli che la committenza preferisce non vedere a vista.

raffaele defilippis (dEL.) — Ristrutturazione di appartamento su due piani

zona giorno

raffaele defilippis (dEL.) — Ristrutturazione di appartamento su due piani

Cucina

raffaele defilippis (dEL.) — Ristrutturazione di appartamento su due piani

Ingresso dal living

raffaele defilippis (dEL.) — Ristrutturazione di appartamento su due piani

Matrimoniale

raffaele defilippis (dEL.) — Ristrutturazione di appartamento su due piani

Camera da letto

raffaele defilippis (dEL.) — Ristrutturazione di appartamento su due piani

Cabina spogliatoio (Matri)

Building identity - raffaele riccardo sabbadini, Navone Associati, Linda Tarantola

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Building identity MAMbo (Museo Arte Moderna di Bologna)

raffaele riccardo sabbadini, Navone Associati, Linda Tarantola — Building identity

raffaele riccardo sabbadini, Navone Associati, Linda Tarantola — Building identity

raffaele riccardo sabbadini, Navone Associati, Linda Tarantola — Building identity

raffaele riccardo sabbadini, Navone Associati, Linda Tarantola — Building identity

raffaele riccardo sabbadini, Navone Associati, Linda Tarantola — Building identity

raffaele riccardo sabbadini, Navone Associati, Linda Tarantola — Building identity

raffaele riccardo sabbadini, Navone Associati, Linda Tarantola — Building identity

Il parco archeologico di Siracusa, concorso di idee per la valorizzazione del sistema delle Mura Dionigiane - Giorgia Liut, Ermes Povoledo, Tommaso Iaiza

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Le Mura Dionigiane hanno subito nei secoli una lenta mutazione fino a scomparire quasi totalmente. Intervenire oggi nel parco delle Mura significa confrontarsi con un’assenza pregna di interrogativi e ricca di suggestioni. Le antiche vestigia non denunciano ciò che erano ma ciò che potrebbero essere, transizione dal presente dimenticato a futura risorsa per la città. La lettura del contesto ha portato ad una immagine carica di fascino dove una ricostruzione immaginaria e soggettiva del manufatto murario greco si mescola ad un paesaggio poroso, arido, altimetricamente articolato e ricco di stratificazioni di archeologie differenti, elementi che rappresentano il carattere di questo luogo. Questo paesaggio brullo, che cela nei suoi anfratti i segni indelebili della presenza delle mura (rovine, vecchi sedimi, carraie, latomie superficiali) è il presupposto da cui partire nell’elaborazione della strategia progettuale. Progetto che deve attuare una ricostruzione della memoria attraverso architetture di invenzione, capisaldi che ritmeranno la scansione del parco lungo il suo sviluppo, assecondando ed arricchendo la naturale scoperta di un paesaggio di rovine e sterpaglie.

Giorgia Liut, Ermes Povoledo, Tommaso Iaiza — Il parco archeologico di Siracusa, concorso di idee per la valorizzazione del sistema delle Mura Dionigiane

Il ruolo dell’architettura nella ricostruzione della memoria: l’idea progettuale adottata è quella di intervenire per punti all’interno del parco attraverso delle architetture che evocano la memoria delle mura assumendo carattere scultoreo. Queste “architetture-dispositivo” negano il mimetismo e assumono il principio di reversibilità quale strumento compositivo e costruttivo rispettoso delle rovine dei manufatti ellenici. Tali dispositivi si presentano come elementi di mediazione tra archeologia e arte, diventano dei “germi” collocati nel paesaggio delle mura che, nutrendosi delle risorse presenti (rovine, preesistenze storiche e paesaggio) innescano un processo di ricostruzione della memoria aprendo successivamente spazio ad un parco delle arti. Installazioni ed attività artistiche dovranno dialogare con le risorse messe in evidenza dai dispositivi architettonici, elevandone il fascino e rievocando così il segno del tracciato delle mura. Il parco si aggancerà a tre importanti capisaldi, il castello Eurialo che diventa spazio d’arte all’aperto tra le rovine del castello, la ex Tonnara di Santa Panagia dove trovano spazio atelier e alloggi per artisti e turisti e le Latomie dei Cappuccini che assumono il ruolo di porta di accesso al Parco delle Mura Dionigiane attraverso l’inserimento del museo della pietra.

Giorgia Liut, Ermes Povoledo, Tommaso Iaiza — Il parco archeologico di Siracusa, concorso di idee per la valorizzazione del sistema delle Mura Dionigiane

Il progetto proposto per il Parco delle Mura Dionigiane, punta a valorizzare le risorse già presenti nel luogo cercando di far interagire i due protagonisti, la città e il parco stesso. Si tratta di un progetto in cui il Parco diventa entità attiva all’interno della città, attraverso l’inserimento di dispositivi architettonici che dialogano con le rovine, di installazioni artistiche e di attività culturali. Questo avviene con l’inserimento dilatato nel tempo dei vari dispositivi per affidare alla dimensione temporale il compito di nutrire la città di nuove suggestioni, assecondandone il suo naturale sviluppo.

Giorgia Liut, Ermes Povoledo, Tommaso Iaiza — Il parco archeologico di Siracusa, concorso di idee per la valorizzazione del sistema delle Mura Dionigiane

Castello Eurialo: l’intervento presso il Castello Eurialo nasce da un’attenta analisi della fortezza che coglie nell’articolazione della sezione il carattere del manufatto: i salti di quota dei fossati, i percorsi ipogei, l’emergere dei torrioni del fronte principale, la corte interna, le mura di chiusura verso la balza. Si tratta di cercare un dialogo con alcuni di questi elementi lasciando poi all’invenzione artistica il compito di far emergere altri aspetti della fortezza. Le architetture inserite nel castello enfatizzano il percorso ipogeo e la verticalità delle torri del mastio; i due interventi si presentano come avamposti di controllo sul paesaggio e sulla città e assumono una configurazione associabile a delle antiche macchine belliche, assumendo il tema del percorso come caposaldo per la lettura del luogo.

Giorgia Liut, Ermes Povoledo, Tommaso Iaiza — Il parco archeologico di Siracusa, concorso di idee per la valorizzazione del sistema delle Mura Dionigiane

Giorgia Liut, Ermes Povoledo, Tommaso Iaiza — Il parco archeologico di Siracusa, concorso di idee per la valorizzazione del sistema delle Mura Dionigiane


ZARA HONG KONG - Elsa Urquijo Architects

AMA - Nicola Bondi, fabio semeraro

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Il progetto prevede la realizzazione di un tavolo mediante il riutilizzo del legno delle briccole della laguna veneziana.

Nicola Bondi, fabio semeraro — AMA

Nicola Bondi, fabio semeraro — AMA

Virgin Active Centro Fitness - Andrea Massimo Ravogli

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Progetto di un centro fitness a seguito della ristrutturazione di un complesso industriale.

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

zona SPA

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Reception

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Lounge

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Caffetteria

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Area isotonica

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Area isotonica

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Piscina principale

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Piscina bambini

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Piscina idromassaggio

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Spa

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

SPA

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Pianta Piano Terra

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Pianta Piano Copertura

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Sezioni generali

Andrea Massimo Ravogli — Virgin Active Centro Fitness

Dettaglio piscina principale

Parco urbano ed area attrezzata. San Luca - Fabio Montesano, Giuseppe Mangano, Andrea Procopio, marco miceli

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Il Progetto L’intervento è stato concepito pensando a uno spazio collettivo destinato all’intera comunità, con un accento alla fruizione da parte della popolazione “giovane”, data la presenza della vicina scuola. Particolare attenzione è stata posta nell’arredo urbano e nell’illuminazione, entrambi in armonia e integrazione con la logica del progetto. L’utilizzo di materiali ecocompatibili e di sistemi di illuminazione a basso consumo fanno di questo intervento un esempio a basso costo con alto valore estetico ed artistico.

Fabio Montesano, Giuseppe Mangano, Andrea Procopio, marco miceli — Parco urbano ed area attrezzata. San Luca

Sistemazione degli spazi L’area si presenta come un lungo triangolo, di dimensioni circa mq 2.500 , diviso idealmente in tre sub-zone. La prima presenta un estradosso rialzato a mt +1,00 di altezza che ospita sedute in legno incavate nella soletta, aiuole verdi e alberature. La seconda, a quota mt +0,00 , pavimentata in pietra locale, sulla quale troviamo le sedute in cls affiancate da alberature. Dall’altra tre emicicli in granulato di gomma riciclata che garantiscono la fruizione ludica sicura. L’area al vertice sud-ovest ospita caratteristiche sedute che riprendono la forma della pietra locale scolpita, mentre al centro è presente il monumento ai caduti. L’illuminazione è garantita da luci a pavimento e dai lampioni in acciaio Corten.

Fabio Montesano, Giuseppe Mangano, Andrea Procopio, marco miceli — Parco urbano ed area attrezzata. San Luca

Il monumento ai caduti E’situato nell’area di progetto tra via Fratelli Cervi e via Benedetto Croce, è un’opera costituita da un basamento in pietra locale di dimensioni 300×60 x 50 cm, sormontato da una doppia lastra di acciaio corten, dalle dimensioni totali di 270×5 x 130 cm. Il monumento è dedicato a tutti i caduti in guerra di San Luca: la base in pietra rappresenta il radicamento della comunità alla storia e alle origini, ai valori inamovibili; la lastra in corten è spezzata da un lato all’altro, come spezzate furono le vite di coloro che combatterono e i cui nomi sono incisi in negativo sulla lastra, dunque vuoti, attraversabili dalla luce e dall’aria, rappresentandone l’anima e lo spirito. Il monumento è godibile a tutto tondo, sia dalla nuova piazza, sia dalla strada adiacente. Nell’elaborato grafico, al posto dei nomi dei caduti di San Luca, abbiamo provvisoriamente inserito un testo indicativo standard.

Fabio Montesano, Giuseppe Mangano, Andrea Procopio, marco miceli — Parco urbano ed area attrezzata. San Luca

La proposta di progetto ha tenuto conto con particolare attenzione delle esigenze descritte nel bando. Gli spazi dunque sono stati convertiti in luoghi usufruibili da persone di diversa fascia d’età. La particolare fruibilità degli spazi garantisce all’area attrezzata un gran valore estetico e funzionale all’interno della città di San Luca. La manutenzione sarà minima, grazie anche all’utilizzo di materiali naturali e duraturi nel tempo.

Fabio Montesano, Giuseppe Mangano, Andrea Procopio, marco miceli — Parco urbano ed area attrezzata. San Luca

Fabio Montesano, Giuseppe Mangano, Andrea Procopio, marco miceli — Parco urbano ed area attrezzata. San Luca

Leverano Horizon Tower - baAd, simone barbi, Nicola Bondi, Fabio Montefusco

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L’edificio è monomaterico. I muri sono in c.a ad alta densità, colorato per accordarsi al terreno ricco di bauxite, da cui emerge. All’interno un intonaco a base di argilla di 5 cm con interposto sistema radiante a serpentina riveste le pareti e l’intradosso del soffitto per migliorare il comfort termo-igrometrico. I solai in c.a colorato di 25 cm hanno uno strato di finitura addittivato con vetri rossi e levigato per ottenere una superficie di calpestio effetto “terrazzo”.Tre profonde incisioni definiscono gli spazi e l’aspetto esterno. Le due torri minori, a sud, contengono i servizi e le scale e proteggono la torre dell’hospitality , a nord, dal soleggiamento diretto. A quota +15.20 m. sarà possibile traguardare il paesaggio attraverso i tagli sull’ orizzonte. Una piccola scala protetta permette di salire fino a quota +18.00 m. e ammirare il territorio a 360 gradi.

baAd, simone barbi, Nicola Bondi, Fabio Montefusco — Leverano Horizon Tower

Casa dell'Acqua a Cavriana - Stefano Santi

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Il piccolo volume in Cor-Ten (con larghezza, profondità e altezza uguali) si colloca in un luogo suggestivo ai piedi del Castello di Cavriana, una struttura medioevale del XII Secolo che domina la pianura circostante.

Stefano Santi — Casa dell'Acqua a Cavriana

La Casetta accoglie l’impianto di distribuzione dell’acqua filtrata, raffreddata e gassata, che avviene grazie a due erogatori posti nella facciata in marmo giallo vicentino rivolta verso la piazza e leggermente arretrata rispetto al perimetro dell’involucro metallico.

Stefano Santi — Casa dell'Acqua a Cavriana

Le aperture e le feritoie di forma e dimensione differenti, necessarie per l’areazione del locale tecnico, insieme al taglio dei pannelli in Cor-Ten semplicemente rivettati all’ossatura portante scolpiscono il manufatto esaltandone la forte matericità in contrasto con la morbidezza del contesto.

Stefano Santi — Casa dell'Acqua a Cavriana

Stefano Santi — Casa dell'Acqua a Cavriana

Stefano Santi — Casa dell'Acqua a Cavriana

Stefano Santi — Casa dell'Acqua a Cavriana

Stefano Santi — Casa dell'Acqua a Cavriana

Stefano Santi — Casa dell'Acqua a Cavriana

Pianta e sezione

Stefano Santi — Casa dell'Acqua a Cavriana

Planimetria

New building for the German Bundestag - Code Unique Architekten

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Entwurfsverfasser: Martin Boden-Peroche, Volker Giezek
Mitarbeiter: Paul Schmelzer, Mathias Lange, Stefan Truntschka, Peter Jarisch, Zoltan Magyari, Alberto Villa del Campo, Manuel Kuck, Jinwoo Kim

Code Unique Architekten — New building for the German Bundestag

Code Unique Architekten — New building for the German Bundestag


New building for the German Bundestag - Schulz & Schulz

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Mitarbeiter: M. Hönig, K. Liebner, P. Dörge, D. Esser
Fachplaner: ST raum a Gesellschaft von Landschaftsarchitekten mbH, Berlin, Tobias Micke

Schulz & Schulz — New building for the German Bundestag

Schulz & Schulz — New building for the German Bundestag

New building for the German Bundestag - Guillermo Vazquez Consuegra

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Entwurfsverfasser: Guillermo Vazquez Consuegra Mitarbeiter: M. C. M. Pozzi, E. Mekiffer, D. Fuser, Jose de la Pena Gomez-Millan, J. A. P. Gonzalez, B. N. I. de Aldecoa Fachplaner: V. Baretti (Technik), S. Loebens (Bauingenieur)

Guillermo Vazquez Consuegra — New building for the German Bundestag

Guillermo Vazquez Consuegra — New building for the German Bundestag

ARMANDINO' S HOME - Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, CORFONE+PARTNERS

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Progettazione d’interni

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, CORFONE+PARTNERS — ARMANDINO' S HOME

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, CORFONE+PARTNERS — ARMANDINO' S HOME

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, CORFONE+PARTNERS — ARMANDINO' S HOME

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, CORFONE+PARTNERS — ARMANDINO' S HOME

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, CORFONE+PARTNERS — ARMANDINO' S HOME

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, CORFONE+PARTNERS — ARMANDINO' S HOME

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, CORFONE+PARTNERS — ARMANDINO' S HOME

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, CORFONE+PARTNERS — ARMANDINO' S HOME

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, CORFONE+PARTNERS — ARMANDINO' S HOME

BEE TABLE - M12 architettura design

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Da esagonale a rettangolare da 3 a 12 persone. Con facilità.

M12 architettura design — BEE TABLE

il tavolo "a riposo"

M12 architettura design — BEE TABLE

le scanalature per il fissaggio dei ripiani/prolunga

M12 architettura design — BEE TABLE

con le "ali" aperte

M12 architettura design — BEE TABLE

una volta aperto...

M12 architettura design — BEE TABLE

il piano rettangolare da 12 posti

M12 architettura design — BEE TABLE

il tavolo da 3 a 6 posti (chiuso)

M12 architettura design — BEE TABLE

fasi di montaggio: 1

M12 architettura design — BEE TABLE

fasi di montaggio: 2

M12 architettura design — BEE TABLE

fasi di montaggio: 3

Bookstore in Patras - Kostas Tsiambaos, Myrto Kiourti

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Our intention was to design a bookstore where book categories would be organized into “rooms of knowledge”.

Kostas Tsiambaos, Myrto Kiourti — Bookstore in Patras

So each module was organized in such a “room” where, apart from the library stack, there was a seating area where one could stand in order to leaf through a book. In this way reading became a more immediate act as the books were more accessible to a wider audience.

Kostas Tsiambaos, Myrto Kiourti — Bookstore in Patras

The bookstore is built into an early 20th century warehouse in the center of Patras near the old port. A new steel structure with H section columns and beams supports the wooden loft. Both steel and wooden structures are left in their original form varnished with just a protective layer.

Kostas Tsiambaos, Myrto Kiourti — Bookstore in Patras

The existing stone walls and the existing stone floor remained in their original form. The old wooden roof beams were also maintained while quotes from famous Greek books were printed in large canvasses between the beams. The new air-conditioning equipment highlighted the identity of the old industrial shell. All of the furniture was custom designed and made.

Kostas Tsiambaos, Myrto Kiourti — Bookstore in Patras

Kostas Tsiambaos, Myrto Kiourti — Bookstore in Patras

Kostas Tsiambaos, Myrto Kiourti — Bookstore in Patras

Kostas Tsiambaos, Myrto Kiourti — Bookstore in Patras

Kostas Tsiambaos, Myrto Kiourti — Bookstore in Patras

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