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CENTRO CIVICO-MILANO GARIBALDI - DONATA ALMICI

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Il progetto costituisce una cerniera fra gli edifici esistenti, riflesso di tradizionali tipologie e tecniche costruttive, e le previsioni del piano, improntate ad un’immagine di alta tecnologia e marcate da chiari riferimenti internazionali.

DONATA ALMICI — CENTRO CIVICO-MILANO GARIBALDI

CENTRO CIVICO

L’ edificio rappresenta entrambi gli aspetti: l’eco localistica e la vocazione globale; la semplicità costruttiva della tradizione lombarda e l’adesione agli stilemi dell’edilizia industriale contemporanea; la concretezza solida delle masse murarie. Pertanto il fabbricato ha le seguenti caratteristiche:

DONATA ALMICI — CENTRO CIVICO-MILANO GARIBALDI

CENTRO CIVICO

schema compositivo semplice e modulare; volume contenuto e analogo per forma prismatica a quelli degli edifici vicini; allineamento con l’orientamento degli edifici confinanti; posizione di cerniera tra l’esistente ed il parco; impostazione strutturale ritmica e regolare; ampio uso di superfici vetrate, su tutti i lati, anche per una valenza simbolica; sistema distributivo versatile e molteplice, basato sia su varchi interni di comunicazione tra modulo modulo, sia su ballatoi esterni.

L’organismo, prisma rettangolare con copertura a doppia falda, si compone di cinque moduli distributivi e strutturali (5,60×11,20 ml), scanditi in facciata da pilastri laterizi mistilinei. Occupa al pianterreno una s.l.p. di circa 320 mq, al piano primo di 260, al piano secondo di 245, per una totale di mq 825 di superficie lorda utile (esclusa scala esterna), con: al pianterreno, la segreteria e la scala interna; bar e servizi; sala convegni e e spettacoli; ludoteca, che s’estende anche al piano di sopra; al piano primo, uffici e scala interna, centro per anziani, la ludoteca ; al secondo piano il centro per i giovani e la sala di lettura. Staccato dal corpo di fabbrica, la scala esterna serve due logge coperte Per quanto attiene alla sostenibilità ambientale ed energetica, l’edificio nella parte costruttiva tradizionale laterizi, legno lamellare per solai e coperture risponde a criteri tecnologici a basso consumo energetico. L’orientamento pur determinato dal lotto,è ottimale ai fini del soleggiamento.

Le falde di copertura saranno eseguite con pannelli fotovoltaici, e riscaldamento e raffrescamento saranno garantite da pompe di calore geotermiche.

Le scelte tecniche sono conformi alla legislazione in materia edilizia, specie sul piano della sicurezza e delle prescrizioni antincendio.


Centro Civico - nicola pieri

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Il Progetto del “ Centro Civico” nasce dall’idea di un edificio che si integri nello spazio aperto del parco circostante (la biblioteca degli alberi) e di conseguenza aperto alla vita di quartiere che quotidianamente vi si svolge. L’elemento generatore l’architettura è il grande spazio comune (la piazza) situato al piano terra, cuore delle attività e degli eventi che il Centro Civico andrà ad ospitare: spazio di mediazione tra interno ed esterno, tra parco e spazi attrezzati, punto di incontro e di riferimento del quartiere. Intorno a questo spazio si affacciano e relazionano, disponendosi su due livelli, i servizi e gli spazi ospitanti le varie funzioni

nicola pieri — Centro Civico

Prerogativa della “piazza”è di percorrere, attraversare, l’intero edificio, da nord a sud, senza interruzioni, mantenendo contemporaneamente la percezione dell’esterno, attraverso le due ampie superfici vetrate situate in facciata, e delle funzioni interne che lungo questo percorso vi si aprono.Così che questo spazio possa essere percepito da chi vi accede come il prolungamento di una strada del Parco, che improvvisamente vi si apre, attraversandola con le sue attività e manifestazioni

nicola pieri — Centro Civico

"concept" del progetto

La “piazza” potrà ospitare concerti, mostre, mercati oppure, lasciata “vuota”, divenire luogo di incontro o di semplice sosta, per chi attraversa il parco, o si muove negli spazi del Centro Civico

nicola pieri — Centro Civico

"sistema" degli spazi e dei percorsi.

Mantenendo la leggera pendenza attuale del terreno si garantisce inoltre l’accessibilità ed il superamento dei dislivelli, presenti tra i due fronti dell’edificio (circa 130 cm.), anche a chi presenta difficoltà motorie (pendenza max. 4,5 %) (fig. 04). All’interno dell’edificio una rampa di scala ed un ascensore garantiscono i collegamenti con il piano superiore, collegato direttamente con il parco attraverso due scale esterne, poste ai lati della facciata sud. L’inserimento delle due rampe esterne permette alle funzioni situate al piano superiore di poter essere accessibili anche indipendentemente dall’apertura del resto della struttura. Caratteristiche di tutti gli spazi è la flessibilità al fine di rendere capace la struttura di adeguarsi ad esigenze molteplici offrendo spazi plurifunzionali aperti o chiusi verso la “piazza” a seconda delle funzioni che sono ospitate.

nicola pieri — Centro Civico

La piazza come luogo di relazione.

Per la realizzazione dell’opera si è pensato all’impiego di materiali “tradizionali”, soprattutto nella definizione dell’immagine complessiva dell’edificio, che rimandano alla memoria storica del luogo, con riferimenti all’architettura industriale a cavallo del XIX e XX secolo ed alla metà del XX secolo, quindi: mattone, calcestruzzo, ferro. Senza peraltro trascurare l’innovazione e l’impiego di nuove tecnologie. Si prevede una struttura in calcestruzzo armato a vista (nei pilastri) con chiusure e rivestimenti esterni in mattoni faccia vista, che richiamino così l’immagine delle vecchie officine. La copertura verrà realizzata con elementi strutturali in legno lamellare a vista ed un sistema di copertura di tipo ventilato con lucernari che garantiranno una illuminazione naturale diffusa e serviranno da supporto per l’installazione di un sistema di pannelli fotovoltaici.

nicola pieri — Centro Civico

la piazza come luogo per le manifestazioni.

Sia nel processo di progettazione, che nella scelta dei materiali, delle tecnologie ed impianti di climatizzazione, l’orientamento è stato quello di perseguire l’obiettivo di garantire il rispetto della sostenibilità di carattere ambientale e di una autonomia energetica tendente ad un saldo energetico positivo attraverso l’utilizzo di risorse naturali rinnovabili. Si prevede quindi un impianto di raffrescamento e riscaldamento che utilizzerà la temperatura del terreno attraverso l’installazione di sonde geotermiche, che sfrutteranno l’energia acquisita dal sottosuolo. La produzione di acqua calda sanitaria verrà fornita attraverso l’installazione di un impianto solare termico. A garanzia del funzionamento dell’intero impianto si prevede l’eventuale installazione di una caldaia a condensazione alimentata a metano con funzione di supporto qualora l’impianto non riuscisse momentaneamente a soddisfare il fabbisogno energetico necessario al mantenimento della temperatura richiesta nei singoli ambienti. L’installazione di pannelli fotovoltaici sulla copertura assicurerà l’approvvigionamento di energia elettrica e l’eventuale possibilità di commercializzazione con l’immissione in rete del relativo surplus energetico.

nicola pieri — Centro Civico

sezione longitudinale

nicola pieri — Centro Civico

sezione trasversale

nicola pieri — Centro Civico

nicola pieri — Centro Civico

schema assonometrico

nicola pieri — Centro Civico

Planimetria

nicola pieri — Centro Civico

CENTRO CIVICO MILANO - Michele Bruno Ficele, Antonietta Soriano, Loredana Ciulli, Cristina Morrone, Alina La Tanza A R C H I T E T T O, Giovanna Minervini

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La casa sull’albero,un racconto di Bianca Pitzorno ,edito Mondadori,si è subito palesato come fonte d’ispirazione per una serie di motivi, perché i protagonisti sono un bambino ed un adulto,perché cercano rifugio dalle loro ansie su di un albero,perché i due protagonisti si accorgono che non è sufficiente rifugiarsi sull’albero per risolvere i loro problemi. Che cos’è un centro civico se non un luogo dove fantasia ed esperienza si fondono,manualità e concettualità si mutuano,materialità e spiritualità coesistono. Un luogo che dovendo realizzarsi ai margini di un parco a tema definito “la biblioteca degli alberi” ha la necessità,almeno in parte, di sovrastare e porsi in una prospettiva di godimento più alta e pertanto più capiente rispetto ai giardini prospicienti. Un sistema di alberi in più da aggiungere al parco su cui edificare una “casa” a cui aggiungere volumi accessori per far diventare il tutto un centro civico , piccolo ma articolato nelle sue funzioni dove ogni spazio,ad ogni quota,è compenetrato all’altro e possono essere usati indipendentemente. Una casa sugli alberi che si proietta in quota , verso il parco ,contempla alcune terrazze come fossero le chiome dello stesso sistema,si appoggia ad un volume che ha la fisicità di un masso ed è servito da un altro volume che ne ingloba i servizi. Contornato dal Padiglione Infanzia,dal Cavalcavia Bussa, dagli edifici esistenti e in corso di realizzazione, quali l’Incubatore dell’Arte e la Casa della Memoria che si integrano con il sistema degli spazi pubblici del Parco“La Biblioteca degli Alberi” e delle nuove piazze che si costituiscono come una rete di Servizi per il quartiere Isola-Garibaldi e per l’intera Città,il centro civico dovrà accogliere funzioni pubbliche e di servizio, configurandosi come spazio di aggregazione, spazio intergenerazionale, spazio accogliente e generatore di capitale sociale, caratterizzato da una flessibilità negli spazi e negli orari di accesso.

Michele Bruno Ficele, Antonietta Soriano, Loredana Ciulli, Cristina Morrone, Alina La Tanza A R C H I T E T T O, Giovanna Minervini — CENTRO CIVICO MILANO

Michele Bruno Ficele, Antonietta Soriano, Loredana Ciulli, Cristina Morrone, Alina La Tanza A R C H I T E T T O, Giovanna Minervini — CENTRO CIVICO MILANO

Michele Bruno Ficele, Antonietta Soriano, Loredana Ciulli, Cristina Morrone, Alina La Tanza A R C H I T E T T O, Giovanna Minervini — CENTRO CIVICO MILANO

Michele Bruno Ficele, Antonietta Soriano, Loredana Ciulli, Cristina Morrone, Alina La Tanza A R C H I T E T T O, Giovanna Minervini — CENTRO CIVICO MILANO

Michele Bruno Ficele, Antonietta Soriano, Loredana Ciulli, Cristina Morrone, Alina La Tanza A R C H I T E T T O, Giovanna Minervini — CENTRO CIVICO MILANO

"Lo strano caso del bagno triangolare" - Architetto Silvia Franceschelli

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Ristrutturazione d’interni di alcuni locali di un piccolo appartamento di periferia. In uno stabile degli anni ‘60 era necessario intervenire tramite rifacimento dello stato di finitura di alcuni ambienti, che risultava ormai obsoleto. Senza effettuare intervenire sulla distribuzione degli ambienti ci si è concentrati sulle finiture e, in particolare, sul riposizionamento dell’arredo bagno. Il bagno è caratterizzato da una singolare distribuzione planimetrica che potremmo definire quasi “triangolare”. Questa singolarità si è rivelata un punto di forza per poter sfruttare due sole tonalità di gres porcellanato crema e tortora e giocare con: - una distribuzione delle piastrelle lineare ma alternata a parete - diagonale (retta, rispetto alla parte principale) a pavimento. E’ stata eliminata la vasca da bagno preesistente e sostituita con una doccia aperta su tre lati. Anche nella camera principale adiacente è stata occasione per rinnovare la vecchia pavimentazione ammalorata e sostituirla con un nuovo gres porcellanato sul tono grigio perla.

Architetto Silvia Franceschelli — "Lo strano caso del bagno triangolare"

Dettaglio pavimento

Architetto Silvia Franceschelli — "Lo strano caso del bagno triangolare"

Dettaglio parete

Architetto Silvia Franceschelli — "Lo strano caso del bagno triangolare"

Vista d'insieme

Architetto Silvia Franceschelli — "Lo strano caso del bagno triangolare"

Planimetria

Ljubljana National Library - anton luca nannini

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The main choice was to complete the block with a building which might serve in volumetrical discontinuity with the surrounding buildings. A unique building suspended on massive arches that rises to the archaeological plane. The enhancement has not given by the parties of matter unearthed but by the spatiality.

anton luca nannini — Ljubljana National Library

south-east

Thus the division of the library space is defined by the vacuum formed by the abutments of the old streets. Here are the space distribution and horizontal flights of stairs. Externally a curved curtain wall is described as browse the pages of a book.

anton luca nannini — Ljubljana National Library

east

Below this, a continuous base glass as a base interrupted by vertical windows on the projections of the carduum and the decumanum. This area is configured as a cross and it is characterized by the continuous vacuum in which suspended passages raise among the buildings and unhomogeneous extensions of the spaces of service to the reading.

anton luca nannini — Ljubljana National Library

zenit

The reading room is designed as a large continuous space with skylights and spaces that overlook a large central space like an amphitheatre.

anton luca nannini — Ljubljana National Library

plan -01

anton luca nannini — Ljubljana National Library

plan +01

anton luca nannini — Ljubljana National Library

plan +03

anton luca nannini — Ljubljana National Library

section

anton luca nannini — Ljubljana National Library

section

Elevazione e ristrutturazione - anton luca nannini

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La ristrutturazione e l’elevazione di un vecchio edificio posto in periferia nei pressi di un borgo di inizio novecento. Il mantenimento di parti dell’involucro edilizio esistente, ha permesso una composizione mista, caratterizzata dalla commistione di più volumi tra loro diversi per forma, dimensione e materiale.

anton luca nannini — Elevazione e ristrutturazione

anton luca nannini — Elevazione e ristrutturazione

fronte progetto fronte esistente

anton luca nannini — Elevazione e ristrutturazione

sezioni

anton luca nannini — Elevazione e ristrutturazione

planimetrie

anton luca nannini — Elevazione e ristrutturazione

sud-est

anton luca nannini — Elevazione e ristrutturazione

nord-est

anton luca nannini — Elevazione e ristrutturazione

nord-ovest

anton luca nannini — Elevazione e ristrutturazione

ovest

Biblioteca comunale - anton luca nannini

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Il progetto persegue due obiettivi: la riduzione dell’impatto volumetrico del nuovo edificio e lo svolgimento del piano programmatico in un ambiente unico e flessibile. Il sito della nuova biblioteca, libero e fruibile come parco, ha una chiara conformazione orografica, un declivio costante con circa 40 gradi di pendenza; tale preesistenza viene riconosciuta ed impiegata come elemento costitutivo del progetto, l’edificio infatti è posto permettendo il pieno mantenimento di tutta la superficie del parco esistente. La determinazione di questo conduce alla scelta di porre in continuità diretta l’interno dell’edificio come estensione coperta ed intima dello spazio pubblico antistante, cosicché la biblioteca costituisca la parte protetta di un più vasto complesso pubblico.

anton luca nannini — Biblioteca comunale

zenit

L’edificio è collocato nella porzione centrale del sito, è composto da un unico corpo di fabbrica su un solo livello, situato alla quota bassa del declivio esistente, +305.50 slm; il volume si conclude con la copertura a giardino posta a +4.50 m, da qui emergono altri due volumi, fino alla quota di +6.50 m, che identificano la proiezione delle sale principali della biblioteca.

anton luca nannini — Biblioteca comunale

sezione

Nella distribuzione interna la prerogativa è quella di ottenere attraverso uno spazio unico la continuità visiva e la permeazione della luce naturale, con l’identificazione netta degli spazi per la lettura e degli spazi per gli scaffali. Questo permette di non impiegare superficie per servire spazi circoscritti e di avere la massima flessibilità d’uso per allestire luoghi di lettura o luoghi assembleari dimensionati secondo le varie necessità.

anton luca nannini — Biblioteca comunale

planimetrie

Lo spazio interno è scandito da elementi verticali con sezione di 10 cm per varie larghezze, da 45 a 140 cm cm, posti trasversalmente con un ritmo costante di 120 cm, stabiliti su tre file strutturali dall’andamento mistilineo. Questi individuano tre spazi longitudinali, quello più interno maggiormente riparato dalla luce diretta per la ricerca di libri a scaffale aperto, quello centrale per la lettura, quello prospiciente il parco, delimitato da una vetrata continua, dove avviene l’accesso, come diaframma di connessione tra esterno ed interno. I pilastri fungono da struttura e partizione degli spazi interni oltre che caratterizzano significativamente l’architettura della biblioteca e la connotano come spazio continuo e uniformemente ritmato; da ogni punto della biblioteca è possibile percepire l’unitarietà dell’ambiente e al contempo riconoscere l’intimità delle sale di lettura.

anton luca nannini — Biblioteca comunale

fronte sezione

La facciata è caratterizzata dall’andamento planimetrico introverso: definita da due linee spezzate convergenti che descrivono l’area di accoglienza antistante l’edificio, il fronte sviluppa un andamento costante per mezzo dei pilastri in legno lamellare, posti esternamente rispetto alla fascia continua di serramenti, anch’essi in legno. Tra i montanti verticali degli elementi orizzontali, posti a diverse altezze, a sezione costante, concludono la composizione della facciata; su questa è fissato un parapetto di protezione del tetto giardino praticabile dai lati del fabbricato ricuce l’intero parco ad esclusione dei due volumi che salgono dal piano di copertura, per completare l’illuminazione naturale interna e per congiungere visivamente la parte alta del parco con il piano ipogeo della biblioteca. Nell’area antistante la facciata una serie di sedute in legno, fondate a secco, poste in prosecuzione all’orditura della struttura interna, concorrono alla continuità spaziale tra interno ed esterno.

anton luca nannini — Biblioteca comunale

sezioni

anton luca nannini — Biblioteca comunale

est

anton luca nannini — Biblioteca comunale

nord

anton luca nannini — Biblioteca comunale

anton luca nannini — Biblioteca comunale

Casa a patio - anton luca nannini

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La rilettura tipologica di una casa a patio in zona agricola non distante dal litorale. Il sito di progetto è un parco caratterizzato da due filari di pini marittimi secolari, l’ingresso al patio principale è posto in asse ad uno di questi. Un altro patio di minori dimensioni è posto ad un piano ipogeo di servizi che si raccorda alla quota di campagna tramite giardini terrazzati.

anton luca nannini — Casa a patio

anton luca nannini — Casa a patio

anton luca nannini — Casa a patio

anton luca nannini — Casa a patio

anton luca nannini — Casa a patio

anton luca nannini — Casa a patio

anton luca nannini — Casa a patio

anton luca nannini — Casa a patio


Centro Civico del quartiere Isola-Garibaldi. Milano - Davide Nigi

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Il progetto può essere sintetizzato secondo i seguenti punti:

Davide Nigi — Centro Civico del quartiere Isola-Garibaldi. Milano

- Rapporto tra spazio costruito e area d’intervento - Legame tra mq richiesti nel bando, dimensioni del lotto, tipologia dell’edificio e contesto; definizione di volumi e altezza. - Definizione della forma, semplice e fortemente identificabile. - Creazione di ambienti quasi totalmente trasparenti, con i lati verso il parco inclinati verso l’interno, quasi a creare una zona filtro. - Interazione sia con il parco che con la parte a nord più edificata. - Legame con il parco, ribadito attraverso una zona panoramica rialzata in copertura, che peraltro coincide con la copertura della sala conferenze, auditorium ecc. - La “natura si riappropria di tutto”; pareti verticali di piante rampicanti che da terra si innalzano fino al limite dell’edificio. - Il verde a protezione verso l’esterno, scherma e mitiga i raggi solari. Fruibilità totale degli spazi , sia verticalmente che orizzontalmente, sia a piano terra che ai piani superiori. - Il progetto recepisce l’importanza della sostenibilità ambientale ed energetica e se ne riassume per punti i criteri scelti con: -Tetto verde -Brise soleil orientabili in copertura con lamelle in fotovoltaico - Schermature solari – mitigazione con l’esterno, per mezzo di piantumazione verticale - Raccolta acque piovane - Involucro compatto - Illuminazione naturale - Vetri bassoemissivi e film fotovoltaici - Pannelli radianti

Davide Nigi — Centro Civico del quartiere Isola-Garibaldi. Milano

Davide Nigi — Centro Civico del quartiere Isola-Garibaldi. Milano

schemi

Davide Nigi — Centro Civico del quartiere Isola-Garibaldi. Milano

strategie ambientali

Davide Nigi — Centro Civico del quartiere Isola-Garibaldi. Milano

Davide Nigi — Centro Civico del quartiere Isola-Garibaldi. Milano

M HOUSE - Jamie Falla

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The remodelling and addition to a derelict former packing shed creating a low energy open plan 4 bedroom family home.

Jamie Falla — M HOUSE

The initial south facing courtyard concept left the existing volume in place, with one simple elements defining the use of the space.

Jamie Falla — M HOUSE

The 2 storey box defines entrance, storage, kitchen, utility and play space.

Jamie Falla — M HOUSE

This timber clad piece of furniture defines the use and space whilst leaving the existing structure to breathe.

Jamie Falla — M HOUSE

Jamie Falla — M HOUSE

Jamie Falla — M HOUSE

Jamie Falla — M HOUSE

Jamie Falla — M HOUSE

Jamie Falla — M HOUSE

Casa SFX - Nitsche Arquitetos Associados

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The challenge of this Project is to invent a new and unique space for human being, in an isolated location with impressive and exuberant nature and remarkable geography. The region is like a “sea of mountains” with deep valleys, flowing rivers and waterfalls. Also the sky has a strong presence in the landscape composing with the rest of the nature a classic view. The terrain is a small hill, including the valley bottom and the hill top. It has a total area of 24.000 m² and contains many types of vegetations; native vegetation nearby the river in the valley bottom, weald and high Eucalyptus trees spread randomly.

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

We decided that the house should be placed on the edge of the hill with a main volume and 2 attachments. The main building is a long, narrow, rectilinear volume with a transparent facade facing the view and the valley. It contains 4 suites, kitchen, living room and a veranda. Almost all ambiences are facing the view, including bathrooms and kitchen.

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

The service areas (technical area, guest room, laundry and deposit) and the sauna are attached, cross-linked, to the main building, on the flat part of the terrain, in the hill top. The distribution of the service areas conform an open, but protected space, delimited by 3 sides, like a courtyard. This cozy space promotes the meeting of the people on the open air and also distributes the fluxes.

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

The house has two distinct spaces defined by the edge of the hill; a main volume with a long glassy facade facing the view, and a meeting space, protected and delimited, facing the interior of the terrain.

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

Nitsche Arquitetos Associados — Casa SFX

House MO - Gonzalo Mardones Arquitecto

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MO House is located at an area of steep slope facing the sea coast of Chile in the commune of Zapallar. The house is buried with clearly no intention to interrupt the wonderful view to the horizon from the public road, so it is accessed by stairs and ramps going deep into the mountain to discover again, from inside the house, the sea, coast and breaker.

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

The access to the house is in the middle level, which contains the public areas of the house: living room, dining room and kitchen. The rooms were located on the ground floor with direct access to the garden; and the main room was designed to be at the upper floor, on a suspended volume that dominates the view and highlights the clear intention of the house to capture the horizon. The house itself is a big x-axis which is evidenced by the suspended volume that gives measure. Each level of the house has terraces to be protected from the west sun and wind by large eaves and beams.

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Reinforced concrete with added titanium dioxide was the only material used in this housing. The reinforced concrete allows the work to bury, structure in slope, and achieve great structural lights in a seismic country like Chile. Titanium dioxide added to the concrete allows bleaching of this and helps, like trees, to the elimination of toxic gases produced by vehicles. The whole interior of the house has been painted white, with the clear intention of enhancing the natural lighting inside the house, which occurs through windows to the horizon and a series of skylights and light courtyards and ventilation. All the carpentry, windows and doors are made of cedar.

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

The cover has been carefully worked as a fifth facade finished in white stone, as it is the main facade of the house from the external road. White color in stones of the facade was worked like proper white color of the sea breaker in the coast. In addition, the white roof leaves a bed of air between this one and the slab, protecting it from direct sun, airing it and influencing on the indoor temperature inside the house.

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

Gonzalo Mardones Arquitecto — House MO

a Milano... - Mario Buonamici_Architettura

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Il progetto persegue un duplice obiettivo: da un lato, interagisce dinamicamente e dialetticamente con il contesto circostante, sia nella connotazione naturale di parco verde sia in quella artificiale, urbana e contemporanea del Quartiere Isola; dall’altro, dà corpo ad una struttura improntata alla massima flessibilità compositiva ed organizzativa, nel pieno rispetto della destinazione pubblica e delle funzioni individuate.

Mario Buonamici_Architettura — a Milano...

Un’architettura che per forme, materiali e concezione, si integra e si permea nel verde, pur mantenendo una sua ben precisa individualità: un dialogo a distanza fra artificiale e naturale. L’edificio contiene in sé le anime formali ed organizzative del parco: il rigore geometrico del disegno delle maglie dei campi e l’ordinata organizzazione curvilinea delle foreste circolari; ne capovolge tuttavia l’ordine e le relazioni spaziali e volumetriche: i piani si regolarizzano e si dispongono verticalmente in sovrapposizione; i chiusi orditi circolari delle foreste si destrutturano aprendosi in onde sinuose ed irregolari, che, come gli scenari naturali cui fanno da contorno, assumono forme ed aspetti sempre diversi e definiscono forme e funzioni pubbliche destinate ad evolversi e modificarsi secondo le esigenze dei suoi fruitori.

Mario Buonamici_Architettura — a Milano...

L’edificio è generato dal taglio orizzontale e lo svuotamento di tre sezioni di un grande volume, corrispondente al lotto di intervento: si configura come una struttura a base trapezoidale, composta dalla sovrapposizione di quattro piattaforme identiche che si estendono fino ai limiti del lotto: le piattaforme così delineate generano delle terrazze nelle quali l’aria, la luce ed i colori del parco possono liberamente entrare grazie alla leggerezza ed alla trasparenza degli elementi verticali e di divisione.

Mario Buonamici_Architettura — a Milano...

Un insieme irregolare di pilastrini in acciaio cromato, posizionato ai vertici delle intersezioni di un reticolo a maglie libere ne costituisce la struttura portante: un vero e proprio bosco metallico che riecheggia le libere riquadrature dei campi del parco circostante: un rovesciamento dialettico dunque del tema del tronco che si assottiglia fino a diventare esile ma robusto sostegno cilindrico, ed un dialogo a distanza fra il verde artificiale ed il costruito.

Mario Buonamici_Architettura — a Milano...

Al contempo, una replica del più ampio reticolo dei tracciati viari e dei parterre, che entra dentro l’architettura: in verticale, ma anche in orizzontale, con la ripresa, tramite i ricorsi in acciaio dei pavimenti in resina lucida, del tracciato della maglia reticolare dei sostegni.

Mario Buonamici_Architettura — a Milano...

Anche la distribuzione degli spazi interni trae spunto dagli elementi botanici del parco, pur capovolgendone il senso. La linea curva e chiusa delle foreste circolari è in questo caso l’elemento generatore di una serie di sagome ondulate ed aperte, improntate alla massima flessibilità che, ad ogni piano, vanno a comporre una serie di pareti curvilinee e trasparenti, secondo disegni sempre diversi.

Mario Buonamici_Architettura — a Milano...

Prive di funzione strutturale, le pareti in vetro curvato chiudono e dividono soltanto virtualmente gli ambienti: non soltanto per la loro continua adattabilità nel tempo a nuove funzioni ed esigenze, ma anche per l’apertura visiva che esse permettono, grazie alla loro trasparenza, verso il contesto verde circostante.

Mario Buonamici_Architettura — a Milano...

La visuale del verde circostante è ben percepibile da ogni punto di vista ed ancor più apprezzabile tramite gli ampi affacci garantiti su tutto il perimetro. La trasparenza e la continuità degli ambienti interni sostanzia visivamente lo scambio fra le utenze, la possibilità di dialogo ed incontro fra culture e generazioni, pur garantendo l’isolamento acustico, termico ed il confort individuale.

Mario Buonamici_Architettura — a Milano...

L’edificio si configura infatti come una sorta di organismo in continua evoluzione: non soltanto per forma e funzione, e per il suo connotarsi quale involucro, ma anche per le sue valenze intrinseche tecniche e tecnologiche, che puntano soprattutto sui valori della sostenibilità ambientale. Un edificio che non è solo involucro, ma che è prima di tutto un organismo ed uno spazio che respira. Esso fornisce infatti un modello di costruzione in grado di limitare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.

Mario Buonamici_Architettura — a Milano...

tavola 1

La copertura così come strutturata, risulta inoltre idonea per alloggiare i pannelli fotovoltaici dimensionati per il necessario fabbisogno energetico. In estate, lo sfruttamento dei venti prevalenti consente di sviluppare una corrente d’aria in grado di attraversare il volume e penetrare nello spazio interno: la sezione alimenta la ventilazione ascendente per effetto camino; adeguate aperture nei solai favoriscono la fuoriuscita dell’aria. Le masse in calcestruzzo che costituiscono i solai sono dotati di un‘alta inerzia termica contribuendo in modo sostanziale al mantenimento della temperatura di comfort ambientale interno. Il riscaldamento invernale è realizzato mediante l’impiego di uno scambiatore di calore geotermico abbinato all’efficienza ed il comfort di un sistema a pavimento radiante a bassa temperatura.

Mario Buonamici_Architettura — a Milano...

tavola 2

BERLIN BUNDESRAT ANBAU - MDDM Studio

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CONCEPT. The volume of the new extension starts from the constrains given by property boundaries and the neighboring existing buildings. To harmonize this fragmented situation the new building is characterized by light joints, which connect the opposite courtyards. The result is a range of six constructs shifted between each other to enhance and optimize the exposure to natural light. The new building is laterally bordered by the historical Bundesrat to the east and the Leipzig Plaza buildings in the west. The north facade of the new extension is compressed by the strong identity of the adjacent buildings . To connect the different architectural languages of the neighboring building, the design propose a monolithic stone façade. The new extension receives then enough weight to stand out as a separate building but at the same time it pay respect especially to the historical Bundesrat. A small gap in the upper part of the monolithic façade is aligned with the decoration of the historical building to symbolizes affiliation. In the ground level, the facade set back and forms an extension of the loggia of Leipziger Strasse 11 . The high glass facade features generous and transparent access to the public in the visitor center and cafe. To avoid an abrupt ending to the loggia, the glass façade is connected in a harmonious angle to the stone façade. The resulting prominent staircase leading to Café underlines the public accessibility of the building.

MDDM Studio — BERLIN BUNDESRAT ANBAU

Visitor Hall

Function Program. The individual buildings also reflect the distribution of the singular functions. The openness to public decreases from north to south: structure 1 has unlimited access to the public; in structure 2 is located on the ground floor the security line, and on the upper floor on the building from 1 to 4 the controlled area for the visitors. In building 5 and 6 is the management area, which is accessible only by employees. Visitor center, archive and library The visitor center is accessible from the Leipziger Straße. A spacious foyer welcomes visitors with a reception and information desk as well as the directly accessible multi-function room. A public staircase leads visitors to the café on the first floor, which is accessible also by a lift (structure 1). Behind the foyer is the safety line (building 2). Visitors then enter the waiting area in the 3rd building, a panoramic stairway with integrated seating serves as a gathering point and to introduce to the visitors the respective guides. This area is defined by the sculptural staircase and by the three-storey void that is open with a glass façade to the East, letting the visitor a direct look to the courtyard of the historical building of the Bundesrat. From here, visitors are guided through building 4 to the old Bundesrat. The tour takes you through several stations to the second floor of the historical building to come back in the same level in the areas that contain the conference and seminar halls. At the end of the tour, visitors can return to the ground floor via the stairs or the elevator. Archives and library should be accessible partially to the public, while also easily accessible for employees of the Federal Council. The archive is located on the 4th floor of the new building, which corresponds to the 3rd floor of the historical Bundesrat. The top floor is the library, which can be reach by the public via the elevator on the ground floor after the safety line. In the access point of the library are located the security self-checkout system , book return machine and the toilets as well as a rest area. Furthermore, a staircase leads downstairs to the multi-function room of the archive. The archive area is divided into an internal and public sectors. The separation is achieved by glass walls, so that access to the magazines remains free for the employees but secure for the external visitors.

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Foyer

Sustainability. The compact design of the individual building volume supports the desired concept of energy saving. All roof are gardens and thus contribute to improve the urban climate and the retention of rainfall water. The same goes for the green outdoor facilities. Closed facades are thermally insulated and finished with a natural raw materials such as stone. Glass surfaces receive an glazing and facade integrated shading systems. Thus, prevention of heat losses on the facade as well as overheating. A controlled ventilation system is implemented in the light joints and window in the administrative areas to more efficiently save energy. The light joints between the various building structures create a natural ventilation systems thanks to the chimney effect. By positioning the offices with Western and East exposure and optimized depth is one ensures very good natural lighting. In addition, the artificial exposure system are controlled according to daylight, thus achieving energy savings.

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Front in Leipziger Strasse

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Birdview

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Ground Floor

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Masterplan

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Volume Study

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Function Diagram

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Floor 3

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Floor 4

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Floor 6

VISTA CASA copertina - Stefania Poles

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pubblicazione

Stefania Poles — VISTA CASA copertina


CENTRO CIVICO MILANO - Mario Rizzato, danilo rinaldi

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Il progetto della nuova Ludoteca “Padiglione-Infanzia”è sito tra Via De Castillia, Largo De Benedetti, Via Sassetti, Viale Melchiorre Gioia e piazza Gae Aulenti nell’ambito del Piano Integrato di Intervento “Garibaldi-Repubblica”, in Milano. Esso nasce da un’esigenza imprescindibile di relazionarsi con il contesto urbano in divenire e soprattutto diventare estensione del nuovo “Parco della biblioteca degli Alberi” ponendosi come testata finale del progetto globale che sarà, per questo la forma dell’edificio sfrutta i flussi esterni diventando esso stesso un flusso anche per i percorsi interni dove domina la semplicità, la pulizia delle forme in concerto con un rapporto volumetrico ben studiato che offre uno scambio visivo continuo tra interno ed esterno grazie alle ampie vetrate poste a Sud e ad Est in modo da raccoglie la maggior luce naturale possibile per il benessere dei piccoli fruitori. Il volume viene scavato all’interno di un ingombro massimo dato dai vincoli di distacchi da strade e fabbricati e dai condotti fognari, le forme sinuose generate fanno si che l’edificio abbia molteplici punti di vista verso l’esterno con affacci intriganti e al contempo viene visto dall’esterno in forme sempre diverse offrendo varie visioni e spazi d’ombra, di luce e di sosta piacevoli. Le aule situate al piano terra, due di 50mq per attività di relax e in movimento e 3 da 30mq con una di queste oscurabili, sono direttamente connesse con l’esterno sia per una maggiore facilità di raggiungere il playground esterno sia ai fini della normativa antincendio facilitando il più possibile le vie di fuga considerando le difficoltà motorie e/o cognitive dei bambini. Proprio per questo i percorsi interni sono differenziati da colori e frecce a terra in modo da far riconoscere agli utenti le varie attività svolte nelle diverse aree dell’edificio. I percorsi interni ed esterni sono peraltro pensate nel rispetto delle normative sulle barriere architettoniche D.M. 236/1989 e D.P.R. 503/1996. Al primo piano vi sono le attività gestionali della ludoteca, la sala per il personale educativo, una sala per l’accoglienza dei familiari con una piccola cucina annessa ed una sala di 22mq per le diverse attività formative che si apre ad una biblioteca di circa 50mq con delle ampie vetrate, in grado di schermare i raggi solari mediante delle pannellature forate esterne che, all’occorrenza, si possono aprire. Per ciò che concerne il giardino della Ludoteca si è sentita l’esigenza di intercludere l’area per motivi di sicurezza dei bambini, che però non ostacola la vista del nuovo parco, e viceversa, mediante un muro di cinta alto circa 1m che prosegue con una griglia sulla quale vi cresceranno piante rampicanti per dare una maggiore piacevolezza e rispettare il contesto naturale che sarà punto cardine del progetto per favorire lo svago dei bambini. I percorsi veicolari e pedonali all’interno del lotto saranno ben distinti separando anche il percorso per i mezzi di lavoro per l’ispezione degli impianti esistenti.

Mario Rizzato, danilo rinaldi — CENTRO CIVICO MILANO

AGORA' - QAYIN ARCHITETTURA, EXUP, Nicola Scaramuzzi, Luca Sammartino, Fabiagio Salerno, Eugenia Cecchetti

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In principio fu l’agorà, la piazza greca, il luogo dove ebbe luogo la prima grande lezione di democrazia della storia e si realizzò la rivoluzione culturale che dà le origini alla cultura occidentale. Un luogo di scambio materiale e culturale, di decisione, di apprendimento, di crescita collettiva, di riflessione e di azione: tutto ciò che può accadere in città si condensa in questo spazio, “centro” della città medesima. Su questa base culturale e tipologica si fonda il progetto per il nuovo Centro Civico del quartiere Isola. Situata nell’ambito del Parco“ La Biblioteca degli Alberi”, la nuova architettura riposa su un massiccio zoccolo che occupa l’intero lotto e ne risolve il dislivello offrendo un nuovo piano orizzontale. L’edificio orbita attorno al grande spazio centrale, intimo e al tempo stesso collettivo, generosamente illuminato da un grande lucernario. Una piazza gradonata a pianta quadrata definisce il punto focale dello spazio architettonico ed è il simbolo della natura sociale, collettiva e partecipata del Centro Civico.

QAYIN ARCHITETTURA, EXUP, Nicola Scaramuzzi, Luca Sammartino, Fabiagio Salerno, Eugenia Cecchetti — AGORA'

schizzo di studio

Il “cuore” del progetto dialoga costantemente con gli altri spazi sociali del piano terra, vale a dire l’ingresso e il relativo spazio informativo dotato di bacheca multimediale, il soggiorno collettivo, la caffetteria, i necessari servizi igienici. Le grandi vetrate perimetrali che delimitano la pianta quadrata del piano terra, permettono di osservare (ed essere osservati) costantemente il parco circostante e coloro che lo vivono. Il piano terra è concepito come spazio di relazione: qui gli abitanti del quartiere possono riunirsi per discutere di problematiche e iniziative sociali, organizzare eventi collettivi (mercatino, esposizioni, concerti, conferenze, laboratori per bambini, ecc…), incontrarsi per un caffè o per un banchetto di quartiere, (sfruttando la cucina posta alle spalle della caffetteria); il piccolo giardino recintato, ricavato sul retro dell’edificio, permette anche ai più piccoli di giocare e stare insieme in un luogo aperto, sicuro e facilmente controllabile. Un lungo sedile perimetrale offre costantemente una seduta o un ripiano d’appoggio a chiunque sia dentro o fuori dall’edificio, definendo il basamento della costruzione.

QAYIN ARCHITETTURA, EXUP, Nicola Scaramuzzi, Luca Sammartino, Fabiagio Salerno, Eugenia Cecchetti — AGORA'

vista dell'interno

Il piano superiore, collegato al piano terra da una scala e da un elevatore, è distribuito da un ampio ballatoio a pianta quadrata dal quale è possibile affacciarsi sull’agorà sottostante. Qui trovano luogo spazi di varia dimensione che permettono la localizzazione delle più varie funzioni: un piccolo auditorium, una sala prove, due aule per piccole riunioni o corsi di formazione, uno spazio biblioteca/ mediateca dotato di sala stampa e fotocopie, un ufficio per il pubblico, e poi un deposito e i servizi igienici. La distribuzione planimetrica permette lo svolgimento contemporaneo di tutte queste attività,indipendentemente da ciò che accade nelle altre sale e al livello sottostante: una serie di pannelli scorrevoli permettono infatti di isolare visivamente e acusticamente il ballatoio, e quindi tutto il primo piano, dal piano terra. Tutti gli ambienti si affacciano sui due lunghi loggiati protetti che caratterizzano il prospetto anteriore e quello posteriore. Lungo questi ballatoi, il rivestimento omogeneo in lamiera stirata bianca con trame, che contraddistingue tutto il primo piano si suddivide in pannelli i quali, scorrendo l’uno sull’altro, permettono di modulare a piacere l’illuminazione e l’irradiazione di tutti gli ambienti. L’aggetto misurato del volume del primo piano inoltre protegge le vetrate sottostanti dai raggi estivi e le espone a quelli invernali, con indiscutibili vantaggi energetici ed economici. Il serramento di tali vetrate inoltre permette di aprire completamente la parte più alta, consentendo un’ottima circolazione dell’aria, indispensabile per favorirne il ricambio in maniera naturale nonché utile al raffrescamento estivo.

QAYIN ARCHITETTURA, EXUP, Nicola Scaramuzzi, Luca Sammartino, Fabiagio Salerno, Eugenia Cecchetti — AGORA'

pianta piano terra

La lamiera stirata in alluminio bianco, avvolge perimetralmente l’edificio al piano superiore aggettante e presenta delle trame disegnate su due dei quattro lati. Tali disegni sono ricamati grazie alla variazione della forometria, quindi scavati dall’ombra che si proietta nella loggia. Per la rappresentazione della trama abbiamo pensato a due scene gioviali di bambini che giocano: prospettiva di una Milano bambina che costantemente si rinnova. Per una più accurata definizione della grafica di rivestimento si rimanda comunque un approfondimento ad un grado di progettazione successivo. Oltre alla lamiera del primo piano, i materiali che caratterizzano il progetto sono il travertino, che rivest\e la lunga seduta perimetrale e i tre nuclei murari del piano terra, e il vetro che permette un dialogo costante tra gli spazi del piano terra e il parco circostante. Due profilati metallici rossi cingono il volume del primo piano alla base e in cima, servendo peraltro come guide dei pannelli scorrevoli dei due ballatoi.

QAYIN ARCHITETTURA, EXUP, Nicola Scaramuzzi, Luca Sammartino, Fabiagio Salerno, Eugenia Cecchetti — AGORA'

pianta primo piano

QAYIN ARCHITETTURA, EXUP, Nicola Scaramuzzi, Luca Sammartino, Fabiagio Salerno, Eugenia Cecchetti — AGORA'

sezione, prospetto

QAYIN ARCHITETTURA, EXUP, Nicola Scaramuzzi, Luca Sammartino, Fabiagio Salerno, Eugenia Cecchetti — AGORA'

assonometria

QAYIN ARCHITETTURA, EXUP, Nicola Scaramuzzi, Luca Sammartino, Fabiagio Salerno, Eugenia Cecchetti — AGORA'

sezione prospettica

Jesolo Area Pineta - Federico Conti

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L’obiettivo del progetto è la creazione di un parco tematico nel quale si instauri rinnovato rapporto dell’area con gli elementi naturali circostanti, acqua e pineta, mediando tra le diverse quote altimetriche del livello del canale e dell’argine. L’iter progettuale è partito da due gesti fondativi che, coerentemente con il progetto “Parco Pineta” di Goncalo Byrne, trasformano la topografia dell’area: il primo è un gesto di sottrazione di terreno, lo scavo, il secondo di addizione, il terrapieno o piattaforma.

Federico Conti — Jesolo Area Pineta

IL PARCO

Gli scavi

La volontà di restituire all’area la memoria di ciò che ha preceduto le numerose trasformazioni antropiche rinnovando lo stretto rapporto tra acqua e pineta, in parte perduto, conduce ad alcune operazioni di sottrazione di terreno , riassumibili in due gruppi principali. In primo luogo, il profilo dell’argine del canale Cavetta viene modificato e scavato per creare un nuovo porto turistico. In seguito, l’area compresa tra il canale e la pineta viene in parte scavata per ricavare un sistema interconnesso di vasche d’acqua organizzato in quattro macro-aree, che si allaccia al preesistente sistema di canali e che diventerà parte integrante della passeggiata all’interno del parco naturalistico. Ad ogni macro-area corrisponde una stagione dell’anno e la quantità d’acqua presente all’interno di quell’area rispecchia idealmente la maggiore o minore frequenza delle maree nella stagione corrispondente. Le macro-aree sono a loro volta suddivise in zone circoscritte in cui sono ricreati gli elementi naturali tipici del territorio di Jesolo e della laguna veneta: pineta, aree verdi, specchi d’acqua, terre emerse, canneti, canali, orti. La pineta penetra all’interno del parco con una linea sinuosa che simula la naturale propagazione della masse alberate. I percorsi vengono realizzati con griglie in acciaio poste su montanti laterali, che sollevano di qualche centimetro il livello delle passerelle dal sottofondo, in stabilizzato.

Le piattaforme

A seguito delle operazioni di scavo sul livello zero dell’area di progetto sono stati ipotizzati dei terrapieni alti tre metri e cinquanta come l’argine del canale Cavetta, destinati a diventare della aree tematiche su cui impostare gli edifici principali del masterplan. Nel progetto del parco, il disegno di queste piattaforme si ricollega a quello delle terre alte del progetto “Parco Pineta”, utilizzando le masse come elementi disposti in modo che ad uno spazio vuoto corrisponda sempre, dalla parte opposta, uno spazio pieno, in una soluzione di continuità tra l’area residenziale e quella del parco tematico. Le piattaforme sono collegate da un percorso posto alla quota di tre metri e cinquanta che attraversa l’area in senso longitudinale, mentre una serie di rampe dalla lieve pendenza collegano il livello zero con il percorso. Le parti pavimentate delle piattaforme e di tutti i percorsi sopraelevati sono realizzate in legno, così come le banchine del porto turistico. Il risultato è quello di un parco in cui gli elementi naturali (pineta, verde, acqua) costituiscono la base su cui collocare le piattaforme che, circondate su quasi tutto il perimetro dall’acqua, evocano una situazione caratteristica della laguna veneta: le isole artificiali.Su di esse sono posizionati gli edifici e alcune aree verdi, dalle quali si può ammirare il paesaggio circostante senza alcun tipo di ostacolo visivo. Tutte le scelte progettuali riguardanti l’organizzazione degli elementi naturali, la distribuzione dei percorsi e delle parti pavimentate, sono maturate a partire dall’idea che il parco sia un luogo da scoprire gradualmente. L’intento del progetto è quello di fornire al fruitore una grande varietà di punti di vista e di suggestioni che lo accompagnino in questa scoperta. La città di Jesolo, una volta conosciuta con il nome di Equilio, era considerata una delle dodici isole che venivano chiamate “Le Venezie”. Dall’analisi del territorio e delle isole artificiali della laguna emergono alcuni elementi tematici ricorrenti che rappresentano un link invisibile tra le isole e le diverse porzioni del territorio lagunare. Questi elementi sono riassumibili in tre aree tematiche: spettacolo, sport e tradizione e spiritualità. Ad ognuna di queste aree tematiche corrisponde nel progetto una piattaforma: un’isola artificiale tematica.

L’isola dello spettacolo Collocata a ridosso del margine della pineta e posizionata su uno specchio d’acqua artificiale, l’isola del divertimento comprende un teatro all’aperto, una piazza coperta per feste popolari e un bar-ristorante. La superficie dell’isola è divisa in tre parti sfalsate tra di loro e separate da due canali interni. Le tre masse che si vengono così a creare si affacciano sull’acqua evocando le imbarcazioni sulle quali avvenivano le storiche feste nella laguna di Venezia. Il teatro all’aperto viene ricavato scavando le gradinate all’interno della piattaforma, che scendono fino ad uno specchio d’acqua che si pone tra il pubblico e il palcoscenico, in una situazione che ricorda il teatro di Salemi di Francesco Venezia. Il bar-ristorante è una struttura leggera in legno con ampie vetrate sul paesaggio, che funzionerà sia come caffetteria del teatro che come servizio di ristorazione indipendente.

L’isola della tradizione

Accessibile dall’ingresso Ovest del parco, l’isola della tradizione e della spiritualità si articola attorno ad un edificio preesistente, destinato dal PRG di Jesolo ad essere riconvertito a museo della tradizione. Tale destinazione viene mantenuta dal progetto, che intende riservare alcune parti del museo alla descrizione, con le forme artistiche e letterarie ritenute più appropriate, del forte carattere spirituale che accomuna i popoli della laguna veneta. L’ingresso dal livello zero all’isola avviene grazie ad una rampa che costeggia una serie di orti posti su livelli di altezza crescenti oppure grazie attraverso una scalinata monumentale. Gli orti saranno dati in gestione agli abitanti di Jesolo che ne faranno richiesta, come avviene per gli orti comunali di Venezia. I prodotti degli orti potranno inoltre essere venduti al mercato coperto che si trova sull’isola, o esportati in laguna attraverso le vie navigabili. Scavato all’interno dell’isola si trova un grande parcheggio coperto, mentre al di sopra di essa si trovano il mercato coperto, una torre, che funge da landmark per il porto ed ha una zona servizi al piano terra, e un edificio polifunzionale. Quest’ultimo comprende il museo della navigazione al piano terra e la sezione amministrativa del porto turistico al piano primo.

L’isola dello sport

Posizionata in prossimità dell’ingresso Est del parco e a diretto contatto con il canale Cavetta, l’isola dello sport è destinata a contenere un grande impianto dedicato agli sport acquatici, coerentemente con l’obiettivo del masterplan di Tange di rafforzare la presenza di impianti sportivi sul territorio e in continuità con l’area sportiva per il Rugby in fase di realizzazione nell’area progettata da Byrne. La scelta di dedicare questo impianto agli sport acquatici nasce dalla volontà di rievocare le storiche competizioni sulle acque di Venezia e della laguna, che oltre ad essere lo scenario delle regate erano anche il luogo di allenamento della prima squadra di nuoto conosciuta in Italia: la Rari Nantes. Fondata a Roma il 15 Agosto 1891, la Rari Nantes nacque anche a Venezia nel 1920. Il nome ha un’ispirazione letteraria, preso in prestito da un verso (il 177) del primo libro dell’ Eneide di Virgilio: “adparent rari nantes in gurgite vasto”. L’apparire di pochi nuotatori in un ampio mar in tempesta raccontato da Virgilio era proprio identico all’ ardimento dei primi nuotatori, pronti a lanciarsi nelle acque all’interno delle bocche di porto. Per decine d’anni si è nuotato e gareggiato nelle “piscine” Passoni del canale della giudecca e Rari Nantes “Ferrovieri” alla stazione. Nonostante la costruzione negli anni ‘60 della piscina “C.Gandini”, nell’Isola di San Giorgio, una delle prime vasche coperte d’Italia, gli allenamenti sono continuati di fatto all’aperto, in acqua di mare, e solo nei mesi caldi, finchè nel 1986 fu inaugurata la Piscina Comunale di Sacca Fisola, al tempo l’unica piscina coperta da 8 corsie nel triveneto.

LA PISCINA COPERTA

La piattaforma degli spazi serventi

Una delle questioni più delicate nel progetto di una piscina coperta è il rapporto tra gli spazi serviti e gli spazi serventi che, in un edificio di questo tipo, occupano una percentuale considerevole della superficie complessiva. Ogni vasca d’acqua richiede ampi spazi per gli impianti di depurazione e climatizzazione dell’acqua, che vanno ad aggiungersi agli ambienti per gli spogliatoi, ai depositi, agli uffici riservati ai gestori dell’impianto e ai necessari servizi. Le superfici riservate a tali spazi, da sole, basterebbero a creare un edificio dalle dimensioni ragguardevoli. Dallo studio dei vari centri sportivi natatori si evincono alcuni accorgimenti compositivi il cui scopo è quello di alleggerire, almeno percettivamente, l’impatto dimensionale dell’edificio. La soluzione compositiva ritenuta in questo caso più opportuna prevede la suddivisione dell’edificio in diversi volumi, ciascuno con una precisa connotazione formale oltre che funzionale. Il passo successivo, e probabilmente più importante, consiste nella scelta di racchiudere gli spazi serventi all’interno di una piattaforma che dialoghi tra i diversi livelli dell’area, che contenga gli spazi di accesso e accoglienza al livello zero mentre al livello superiore, grazie alla copertura calpestabile, diventi una piazza pubblica collegata con i percorsi sopraelevati del parco. In questo modo, la piattaforma dell’edificio si fonde con la massa dell’isola dello sport, in una situazione artificialmente ipogea. All’interno di essa si trovano tutti gli ambienti riservati agli impianti, gli spazi della reception (che si affacciano sulla corte interna), una parte degli spogliatoi della piscina, gli uffici, il negozio di articoli sportivi e una palestra con i propri spogliatoi dedicati.

La grande vasca

Se il rapporto tra spazi serventi e spazi serviti rappresenta un tema cruciale dal punto di vista distributivo, la progettazione dello spazio per la grande vasca olimpionica è sicuramente quello più complesso dal punto di vista compositivo. La grande vasca, crocevia tra i diversi scopi dei fruitori dell’impianto, è uno spazio destinato ad essere visto e vissuto da persone che vi si recano per nuotare -i nuotatori – da persone che vi lavorano – il personale istruttore e gli addetti alla stampa – da coloro che assistono a ciò che succede sul piano vasca – spettatori e familiari dei nuotatori. Confinare la progettazione di questo spazio alla semplice sfera funzionale sarebbe riduttivo e inappropriato. La sua riuscita, infatti, non dipenderà unicamente dall’efficienza funzionale e di fruizione, ma soprattutto dalla qualità complessiva dell’ambiente o, ancor meglio, dalla scena che si verrà a creare. L’uso del termine scena non è casuale, bensì volto a richiamare un paragone con lo spazio del teatro, nel quale la qualità della progettazione della sala si misura tanto sul piano funzionale (la buona visibilità, l’acustica, ecc..) quanto su quello compositivo: la creazione di un ambiente, non di una semplice stanza. Da queste riflessioni sono dipese le scelte progettuali inerenti lo spazio della grande vasca, concepito come una grande sala teatrale nella quale la vasca è la scena dello spettacolo, a cui si assiste da angolazioni e livelli differenti. Lo spazio della vasca centrale si trova all’interno di un grande volume posto sulla piattaforma ed è articolato su tre livelli differenti: il piano vasca, il piano delle tribune e la piastra degli spazi collettivi.

Il piano vasca

Il piano vasca è lo spazio strettamente riservato ai nuotatori e al personale istruttore ed è dotato di una vasca dalle dimensioni olimpioniche (50m x 25m). Lungo uno dei lati minori della vasca olimpionica si trova un podio in legno dedicato alla ginnastica pre-natatoria che verrà utilizzato, durante le competizioni e le manifestazioni, come luogo di premiazione per gli atleti. Sul lato opposto una grande parete in gran parte vetrata permette l’ingresso della luce naturale oltre che la visione dell’area del parco. Il volume con le tribune contiene al suo interno gli spogliatoi per gli atleti e per i disabili, posizionati su questo livello per la necessità di essere a diretto contatto con il piano vasca. Gli spogliatoi per il personale si trovano in un piccolo volume in legno che funge anche da elemento di separazione tra l’area della piscina e la camera di chiamata per gli atleti.

Il piano delle tribune

Le tribune, interamente realizzate in legno, sono divise in quattro sezioni, di cui tre uguali ed una leggermente più ampia riservata agli addetti della stampa e alle squadre di nuoto. Ai lati delle tribune si trovano delle logge, ideate per diventare degli spazi collettivi e di aggregazione tra il pubblico, oltre che per collegare la galleria distributiva retrostante le tribune con gli spazi di passaggio antistanti. Su questo livello, posizionata sul volume degli spogliatoi per il personale istruttore, si trova la terrazza degli atleti, uno spazio collettivo per i nuotatori impegnati nelle competizioni, che si affaccia da un lato sulla vasca olimpionica e dall’altro sulla camera di chiamata atleti.

La piastra degli spazi collettivi

La grande piastra poggia in aggetto sul volume principale dell’edificio. Su questo livello, accessibile sia dalle tribune che dai corpi scale principali, si trovano una serie di spazi collettivi in cui si vuole favorire l’incontro tra i fruitori dell’impianto: nuotatori, personale, spettatori, familiari dei bagnanti, ecc.. A Nord della piastra si trova una terrazza coperta dalla quale si può avere un’ampia vista di Cortellazzo e dell’area del canale Cavetta. Dalla caffetteria della piscina si può assistere a tutto ciò che succede sul piano vasca, sulle tribune e sui ballatoi, in una visione complessiva dello spazio della grande vasca. La piastra degli spazi collettivi aggetta sul canale Cavetta e sugli altri specchi d’acqua che circondano l’edificio, slanciandosi idealmente verso di essi.

Le vasche secondarie e il centro benessere

Il gymnasium Greco incorporava al suo interno le strutture per l’allenamento del corpo, per l’igiene personale e per il bagno. Allo stesso modo, un impianto sportivo natatorio dotato di una vasca olimpionica necessita anche di altre vasche destinate a soddisfare esigenze diverse. La vasca principale infatti, per le dimensioni e l’elevata profondità, è un luogo pensato per lo sport del nuoto nelle sue diverse sfaccettature: è una vasca per l’allenamento del corpo. Tuttavia, come dimostrato dagli esempi analizzati nei capitoli precedenti, non si può confinare la pratica dell’abluzione nella sola sfera sportiva, poiché i suoi benefici trascendono il semplice benessere del corpo fino ad arrivare a quello della mente, e non bisogna dimenticare l’importanza di quello che viene comunemente chiamato “ritorno all’acqua”, ovvero il riavvicinamento dei neonati al mondo dell’acqua dopo esserne stati immersi per mesi nel grembo materno. A seguito di queste considerazioni, l’impianto sportivo è stato dotato di altre due vasche, la vasca del ritorno all’acqua e la vasca per l’abluzione, racchiuse all’interno di un volume connesso a quello della vasca principale, e di un centro benessere, che occupa un volume collegato con la palestra al piano terra. La vasca del ritorno all’acqua è destinata ai neonati e alla scuola nuoto per i bambini, oltre che per un uso terapeutico e riabilitativo. La vasca per l’abluzione è pensata per accogliere esigenze legate al leisure, ma le sue dimensioni regolamentari (25 m x 12,5m) la rendono anche idonea ad essere utilizzata come piscina secondaria per le scuole di nuoto e come vasca di riscaldamento e scioglimento durante le competizioni.

Apertura e chiusura

Un altro aspetto cui è stata dedicata molta attenzione è il rapporto tra lo spazio interno e quello esterno, ovvero l’apertura o chiusura dell’edificio verso il contesto, soprattutto per quel che riguarda lo spazio della vasca principale. Si è scelto di dotare l’impianto natatorio di Jesolo di una tribuna laterale e di aprire con ampie superfici vetrate lo spazio della vasca principale verso il parco, e quello delle vasche secondarie verso Cortellazzo e il canale Cavetta. La piastra degli spazi collettivi è completamente circondata da vetrate, opportunamente schermate, che permettono una visione a 360° dell’area limitando il ricorso alla luce artificiale per la vasca principale. In generale si è cercato di rendere visibile il contesto da tutti gli spazi collettivi dell’edificio, utilizzando vetrate opacizzate laddove l’interno non doveva essere visibile dall’esterno, come ad esempio nei corridoi e nelle sale comuni degli spogliatoi al piano primo.

Struttura e rivestimento

Come per gli altri edifici progettati per il parco, anche nel caso del centro sportivo natatorio si è scelto di adottare un sistema costruttivo completamente a secco. Questa scelta è stata dettata sia dalla convinzione che le strutture a secco conferiscano una maggiore sostenibilità al progetto sia dalla volontà di renderlo il più possibile flessibile a futuri ampliamenti e modifiche. Così come un essere vivente, l’edificio possiede una stratificazione composta dalla struttura portante (lo scheletro), una struttura secondaria (il tessuto muscolare) e un rivestimento esterno (la pelle). La struttura portante è suddivisa in tre gruppi di elementi. Il primo gruppo è composto da una grande struttura a pilastri e travi reticolari in acciaio che sostiene i volumi delle vasche, la piastra degli spazi collettivi e le relative coperture. Il secondo gruppo comprende una serie di pilastri scatolari in acciaio che ha il compito di reggere i volumi delle tribune. Il terzo gruppo, una struttura indipendente composta da pilastri e travi in acciaio, sorregge la piattaforma e il centro benessere. Si è scelto di utilizzare un sistema di facciata a pannelli in vetro, opportunamente schermati a seconda dell’orientamento e del posizionamento. Gli elementi strutturali del primo e terzo gruppo sono connessi ad un’intelaiatura secondaria in acciaio sulla quale alloggiano i pannelli del rivestimento esterno. La griglia del telaio segue le altezze degli spazi interni e le dimensioni degli elementi strutturali. I pannelli sono realizzati in tre materiali differenti: in vetro opaco laddove si vuole chiudere l’edificio verso l’esterno e a protezione degli elementi strutturali, in vetro trasparente dove si vuole aprire l’edificio verso il contesto, e in calcestruzzo prefabbricato attorno al basamento. I pannelli in vetro maggiormente esposti ai raggi solari, nelle facciate Est ed Ovest, sono schermati da una pelle esterna in alluminio anodizzato composta da pannelli con una fitta griglia ortogonale. Le pareti esterne della piastra degli spazi collettivi sono interamente vetrate e vengono schermate da una pelle esterna. Questa circonda la piastra ed è composta da una maglia ortogonale in alluminio anodizzato che si differenzia da quella dei piani inferiori per una trama più rada. Le chiusure orizzontali variano a seconda delle caratteristiche e delle necessità degli ambienti. Tutti gli spazi collettivi (reception, tribune, caffetteria, ecc.) presentano una pavimentazione a doghe lignee; i pavimenti del piano vasca e degli spogliatoi sono realizzati in piastrelle ceramiche antiscivolo; gli spazi per la ginnastica pre-natatoria sono realizzati in doghe di legno. Infine, la copertura della vasca principale è realizzata con elementi leggeri in legno, ed è sostenuta da grandi travature reticolari in acciaio che vengono lasciate a vista.

parete attrezzata - gino iovino

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il quesito posto dal committente era mimetizzare i vani ripostigli ricavati sotto la scala presenti nel salone e sistemare la libreria. i pannelli su misura laccati con aperture push con disegno a linee inclinate, ho cercato di mimetizzare le ante integrandole nel disegno.

gino iovino — parete attrezzata

stato di fatto

gino iovino — parete attrezzata

gino iovino — parete attrezzata

Centro Civico del quartiere Isola-Garibaldi. Milano - Daniele Geltrudi, Mattia Frasson, Anna Fumagalli, Carla Giulia Moretti, Carla Pusceddu

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UNA PICCOLA ARCHITETTURA COME STRUMENTO DI VISIONE. L’edificazione del Centro Civico nel parco pubblico è l’occasione per creare un punto di vista privilegiato. Un grande specchio collocato tra prati, chiostre arboree e intreccio di percorsi, come lo strumento di visione del disegnatore di Greenaway, inquadra la Biblioteca degli Alberi.

Daniele Geltrudi, Mattia Frasson, Anna Fumagalli, Carla Giulia Moretti, Carla Pusceddu — Centro Civico del quartiere Isola-Garibaldi. Milano

ALTE MURA DI AMENISSIMI VERDI. Nella raccolta di incisioni delle “Ville di Delizia” del 1743, Marc’Antonio Dal Re descrisse la Villa Arconati di Castellazzo, ove furono realizzati scenografici spazi all’aperto con “alte mura di amenissimi verdi”, di metafisica essenzialità. I muri di verzura erano treillages lignei sui quali si sviluppavano i rampicanti, completati con l’applicazione estemporanea di fiori e foglie recise. A questa idea architettonica si ispirano i due muri verdi del progetto, traforati con gli archi del Novecento Milanese.

NEL PARCO, UNA PIAZZETTA QUADRATA, REALTA’ + ILLUSIONE. Raccolto il volume edificabile su un’area ridotta del lotto, si è inventato uno scenografico spazio all’aperto. Lo specchio e i muri verdi, tra realtà ed illusione, delineano nel parco uno spazio d’incontro a pianta triangolare: una piazzetta, un’agorà, che diviene perfettamente quadrata.

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