Profile Deck
Render by M. Codignola. Published on September 26, 2014.
Rendere by M. Codignola. Published on September 26, 2014.
© Oreste Salvatore De Castro . Published on September 26, 2014.
Profile Deck
Render by M. Codignola. Published on September 26, 2014.
Rendere by M. Codignola. Published on September 26, 2014.
© Oreste Salvatore De Castro . Published on September 26, 2014.
Il progetto fa propri gli obiettivi del bando, rendendoli punti di forza e spunti progettuali, in particolar modo in relazione all’economicità e al tema del riuso e della riciclabilità degli elementi per uno sviluppo sostenibile, dove è possibile costruire ed innovare con la natura. Si sono scelti alcuni semplici elementi: il legno – dei bancali riciclati (120×80 cm, inerbati, costituiscono percorsi accessibili)e la paglia, e a partire da questi sono stati composti tutti gli elementi dell’abaco. Gli shelters sono costituiti da una semplice struttuta lignea ad incastro, rivestita di balle di paglia (sp. 35 cm), facilmente reperibile a km.0 e dal costo irrisorio, che funge da isolamento in ogni stagione ed è impermeabile, convogliando l’acqua nel terreno, dove sarà opportunamente raccolta, drenata e riciclata. Il modulo base è costituito da dimensioni minime, che possono essere moltiplicate a piacimento per dare vita a costruzioni più o meno ampie ed articolate, e che diventano serre quando i pannelli e la paglia sono sostituiti da elementi trasparenti, oppure a pensiline (utilizzando metà modulo), sedute, recinzioni, etc., declinato ad hoc in ogni occasione. Gli elementi sono poi stati disposti all’interno delle aree ortive con attenzione per l’orientamento ed il soleggiamento degli orti, l’ombreggiamento degli shelters e della vegetazione, nel rispetto del contesto e delle direttrici urbane, privilegiando un ridotto consumo del suolo e la reiterabilità degli elementi, che in futuro possono essere moltiplicati ed estesi a piacimento all’interno di ogni area verde.
© Anna Birra . Published on September 26, 2014.
L’intervento ha mirato alla riqualificazione energetica e funzionale dell’appartamento. La distribuzione interna è stata completamente rinnovata a seguito della progettazione.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
Si è ricavato un grande spazio di relazione immediatamente all’ingresso dell’abitazione. Questo primo grande ambiente è stato ottenuto abbattendo le pareti di un lungo quanto inutile corridoio d’ingresso che distribuiva tutte le stanze della casa nella pianta originaria.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
Questo primo ambiente destinato al pranzo ed al relax è stato messo in immediata relazione con un ampia cucina attraverso una generosa vetrata ad doppia anta realizzata su disegno, così come tutte le porte e gli arredi del bagno principale.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
Le anomalie geometriche presenti nell’andamento delle pareti perimetrali sono state assorbite dal progetto e gli è stato restituito un senso attraverso delle scelte cromatiche dai colori tenui e coordinati.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
La camera da letto matrimoniale è stata dotata di cabina armadio e di un bagno privato.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
La zona notte è stata pavimentata con un parquet di rovere naturale prefinito spazzolato e bisellato in grandi listelli.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
Il resto della casa è stato pavimentato con un gres porcellanato dal formato quadrato di grandi dimensioni.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
Particolare attenzione è stata dedicata alla riqualificazione energetica e acustica dell’esistente.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
Le pareti di separazione dell’appartamento dalle altre unità immobiliari presenti al piano erano realizzate incredibilmente!) con pareti di laterizi forati dello spessore totale di 10 cm appena!!! Si è proposto alla committenza di realizzare una parete stratificata realizzata con un tappeto multistrato di fibre posato “a tenda” inchiodato sulla parete esistente e “caricato” realizzando una parete di tufelle da 8 cm, con interposta una intercapedine di circa 2 cm per permettere l’assorbimento delle onde sonore alla “tenda”. Particolare attenzione è stata posta nella realizzazione dei nodi costruttivi: la tenda è stata rigirata lungo i muri di tufelle lungo il perimetro ed è stata fatta scorrere dietro gli incroci delle tramezzature per eliminare tutti i ponti acustici possibili.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
Per l’efficientamento energetico si è provveduto a dotare l’appartamento di infissi in PVC dalla trasmittanza termica totale di 1.1 W/m2K che garantisce elevate performance termiche.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
Si è prestata particolare attenzione all’isolamento termico delle mazzette degli infissi tramite l’utilizzo di intonaco isolante dello spessore minimo di 3 cm montato con un rinforzo di rete di fibra di vetro. Lo stesso intonaco isolante dalle alte prestazioni termiche è stato utilizzato per realizzare un cappotto termico interno sulle pareti di confine con l’esterno.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
Il cappotto interno è stata una scelta obbligata poiché dall’esterno non era possibile intervenire.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
© Nicola Sacco . Published on September 26, 2014.
Argot ou La Maison Mobile and Mezzo Atelier were invited to tutor a practical workshop in architecture, organised by UAL ( Autonoma University of Lisbon) and Vitruvius FabLab with the support of Almada’s municipality. InSitu’s edition in 2013 focused on 2º Torrão neighbourhood in Trafaria.
© Mezzo Atelier . Published on September 26, 2014.
With a group of 10 participants and the community we have worked with the theme of urban vegetable gardens.
© Mezzo Atelier . Published on September 26, 2014.
After a period of research to understand the quarter and its people, we’ve decided to create support structures for the gardens in 3 different areas of the neighbourhood.
© Mezzo Atelier . Published on September 26, 2014.
By introducing the basic urban equipment we have generated places for encounters and for sharing.
© Mezzo Atelier . Published on September 26, 2014.
To help people starting to grow their own gardens we have also created a simple brochure showing all the steps and tips to grow a vegetable garden, to make a compost and to build more flower pots.
© Mezzo Atelier . Published on September 26, 2014.
© Mezzo Atelier . Published on September 26, 2014.
© Mezzo Atelier . Published on September 26, 2014.
I principi, per l’individuazione delle scelte fatte, derivano dallo sforzo d’interpretazione di esigenze e di desideri dei cittadini coinvolti nella trasformazione urbana Isola-Garibaldi.
© elleA.I. . Published on September 26, 2014.
© elleA.I. . Published on September 26, 2014.
© elleA.I. . Published on September 26, 2014.
© elleA.I. . Published on September 26, 2014.
© elleA.I. . Published on September 26, 2014.
© elleA.I. . Published on September 26, 2014.
Premessa Progettare un bivacco alpino è un tema affascinante, il “riparo”è un’esigenza primordiale, un luogo dove gli alpinisti possono trovare protezione in un ambiente che altrimenti potrebbe non lasciare scampo. Posto su di una sella, esposto al flagello degli agenti atmosferici delle correnti ascensionali, il passo divide due “mondi” crocevia tra il versante nord e il versante sud, la cima del Monte Zebrù e la cima del Monte Piana, l’Alto Adige e la Lombardia, il rifugio “Coston” e il rifugio “V Alpini”. A volte può essere anche una condizione tra la vita e la morte, spesso le cronache dei bollettini alpinistici narrano di escursionisti, poco esperti, colti dal maltempo, avviluppati dalle nuvole, incapaci di trovare il riparo che in diversi casi era a pochi passi, ma non visibile, trasformando una piacevole escursione estiva in una disgrazia. Il “riparo”è qualcosa che trova ragioni recondite alla natura dell’uomo e ha radice antropologica. Progettare un bivacco al Giogo Alto implica molti aspetti rilevanti, ambientali, tecnici, statici, paesaggistici, la forma deve contenere e risolvere tutti questi fattori. La Forma A lungo abbiamo dibattuto su quale potesse essere la geometria più adeguata per un nuovo “prototipo” di bivacco alpino, una “forma” capace di risolvere tutti gli annosi problemi dei bivacchi: Il contatto diretto con la terra, l’accumulo di ghiaccio e neve, il repentino deperimento delle strutture flagellate dalle violente intemperie . Il nuovo bivacco deve essere un involucro organicamente capace di ridurre al massimo le aggressioni del vento, contenendo, se non annullando, gli spigoli vivi, evitando il contatto con il terreno freddo e bagnato. Bombyx Con questi obbiettivi si è ricercato un riferimento in natura, un’ involucro ”organico” a protezione della vita al suo interno, incustodito, non a contatto con la terra ma esposto agli agenti, quindi con una forma adeguata a tale condizione. Il baco da seta “Bombyx mori”è la sintesi che ci suggerisce la forma ideale del nuovo bivacco. Una larva aerodinamica, capace di ridurre le sollecitazioni ventose e l’ aggres- sione di acqua e neve, sollevata dal contatto con la terra umida, priva di spigoli delicati.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
© Stefano Seneca . Published on September 27, 2014.
How small a thought it takes to fill a whole life! Ludwig Wittgenstein. Meditando su questa frase di Ludwig Wittgenstein, nella versione cantata, sulle note di Proverb del compositore minimalista Steve Reich, scopriamo anche che se vogliamo andare in profondità non è necessario andare lontano (If you want to go down deep you do not need to travel far…).
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
Sì, basta poco, un piccolo pensiero può riempire di senso una intera vita e una semplice linea o frase musicale può dar vita ad una composizione, un percorso può originare una trama di relazioni. E’ il complesso sistema di “infrastrutture di comunicazione” che consente agli uomini, ai loro corpi e alle loro emozioni, di incontrarsi. Anche nell’era del web questo resta necessario, perché non basta scambiarsi informazioni a distanza; “la democrazia diretta vive di partecipazione corporea”è stato detto e questa partecipazione può svolgersi solo nei luoghi comuni. Il Centro Civico può svolgere questa funzione.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
La pianta della città, è il diagramma che segnala l’intensità e la complessità della storia della vita associata. In omaggio a questo il Centro Civico si veste d’un segno “immateriale”, contenuto nei pannelli di acciaio cor-ten che rivestono la facciata oltre il piano terra, e che riportano un grafismo che riproduce non tanto la fissità e l’inerzia della forma urbana, quanto il sistema dei canali e dei vasi comunicanti entro cui, come linfa sempre rigenerativa, scorre o si sofferma la vita.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
Il nostro Centro Civico si veste della stessa trama trasparente delle strade e delle piazze di cui è fatta Milano, che nei pannelli di acciaio cor-ten traforato corrisponde appunto ai vuoti, attraverso cui entra o esce la luce, a seconda delle ore della giornata.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
Il padiglione è pensato per offrire, ai cittadini attivi, un luogo aperto e accogliente, capace di consentire opportunità e momenti per molteplici esperienze, attività e sperimentazioni di modalità interattive, utili a ricostruire, praticare e consolidare, prima di tutto, nuovi rapporti di comunità, “intragenerazionali”, interculturali, che consentano di produrre buoni effetti nel medio e lungo periodo.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
L’area destinata alla realizzazione del Centro Civico è collocata in vicolo de Castilla, nella parte interna del Parco Pubblico denominato Biblioteca degli Alberi, in mezzo ad una trama di percorsi pedonali e da questi è definito, in pianta, il nuovo padiglione, che si relazione in maniera diretta con gli edifici pubblici più prossimi. L’edificio in progetto si sviluppa su due livelli, più la terrazza, e si presenta come un blocco compatto, dalle linee assai semplici. Questa sua compattezza è anche condizione favorevole per garantire una migliore gestione nel tempo e più efficienti performances climatiche ed energetiche. Al piano terra il volume si apre, lasciandosi penetrare, ossia generando uno spazio coperto, una specie di galleria che lo attraversa diagonalmente e che può fungere da filtro, spazio intermedio e riparo, sempre offerto all’uso pubblico, collegamento fra le articolazioni funzionali del centro: da una parte lo sportello per il cittadino, il centro per giovani e anziani e dall’altra il punto ristoro (piccolo bar caffetteria con cucina) che essendo planimetricamente separato consente una maggiore autonomia nella gestione. Al primo piano si incontrano la sala lettura-mediateca, l’auditorium e sala riunioni, una sala polivalente pe r manifestationi e attività ludico creative, e un vasto ambiente contenente gli uffici amministrativi e postazioni di lavoro per co-working. Si accede al primo piano per mezzo di una rampa di scale contenuta entro due vetrate (quella della sala lettura e quella del patio) che conduce ad un ampio atrio che funziona come spazio connenttivo per tutti gli ambienti in cui si articola questo livello. Come si è accennato sopra, alcune soluzioni del suo impianto e delle sue caratteristiche costruttive (forma compatta, doppia pelle per le strutture verticali, pacchetto di coibentazione per le strutture orizzontali, presenza di un patio interno e di pozzi luce collegati con il passaggio che attraversa l’edificio, sistemi di schermatura dal sole e di raffrescamento naturale per circolazione dell’aria, presenza di manipolatori per la gestione e l’adattamento delle vetrature, ecc.) offrono all’edificio la possibilità di rispondere passivamente alla variabilità del clima col mutare delle stagioni.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
© Diego Polese . Published on September 27, 2014.
Concept per una installazione dedicata al concetto di “accoglienza”.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
Il concetto, riassunto in tre parole, (quiete, comfort, esperienza) si materializza rispettivamente in tre forme: acqua-cotone-pietra.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
QUIETE come senso di pace ed equilibrio: l’acqua trova sempre un suo equilibrio; COMFORT come leggerezza, senso di sospensione in una sorta di quarta dimensione; ESPERIENZA come sicurezza, saper fare consolidato: la pietra è testimone del trascorrere del tempo.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
Progettazione di residenza unifamiliare, situata nel quartiere Borneo Sporenbourg di Amsterdam, La presenza, all’interno della committenza, di un componente costretto su sedia a rotelle, ha costituito lo stimolo progettuale predominante; ciò nondimeno, anche gli altri membri, in quanto profondamente diversi tra loro per anagrafica ed interessi, hanno molto influenzato l’iter progettuale. Proprio dagli abitanti, cioè da coloro che la casa la vivono quotidianamente dall’interno, nasce il percorso “creativo”. Così facendo gli spazi interni vengono generati come sospinti da una forza intestina e non imposti dall’esterno. La luce naturale ed alcuni pezzi di design (in un sottile equilibrio tra funzionalità abitativa e funzionalità estetica) hanno reso lo spazio generatore di microluoghi “ad personam”. In virtù dell’elevata personalizzazione, abitare questo luogo non significa soltanto “starci” ma “esserci nel tempo”, cioè svolgere le attività basilari del proprio esistere: nutrirsi,riposarsi,riprodursi.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
Per ampliare il locale soggiorno al piano attico di una palazzina residenziale, in uno spazio ristretto dai confini della proprietà, si è scelto di creare una forma, non geometricamente conforme all’immaginario collettivo, in assoluta libertà formale, ma con attenzione alla funzionalità interna. Il corten permette di eliminare le problematiche degli agenti atmosferici, e di soddisfare le leggi statiche. Così, il “Diamante”, ha preso forma tramite l’assemblaggio di triangoli di corten saldati, creando una specie di tenda, in cui sulle superficie interne sono stati applicati strati di cartongesso con isolante, ottenendo di fatto un parete ventilata.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
Riqualificazione di n.3 piani di un edificio multitennents. Progettazione di spazi per l’ufficio, aree relax e aree clienti.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
Due sono le principali chiavi di lettura di questo progetto:© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
Progetto di una casa bifamiliare in montagna su due livelli, corredata di tutti i confort abitativi, garage seminterrato, giardini, mansarde, doppio accesso.
© Giorgio Stefanelli . Published on September 27, 2014.
Simmetria, allineamenti, geometrie urbane, duplicazione dei tipi, rigidità. Il progetto le ha annullate! Esplosione delle forme, relazioni con il paesaggio, radiazione solare, unicità dei tipi, libertà compositiva. Il progetto le ha considerate! Sensazioni, curiosità, personalizzazione, distacco dagli stereotipi, piacere dell’originalità. Il progetto le ha stimolate.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
© Livio Dell'oro . Published on September 27, 2014.
La ristrutturazione dell’alloggio prevede una nuova distribuzione volta a separare l’ambito privato delle stanze dalla nuova e ampia zona living, ottenuta unendo la cucina abitabile al soggiorno e annettendovi l’ingresso e la distribuzione precedente, dove la famiglia possa stare insieme in uno spazio luminoso da cui godere del paesaggio dei colli lariani e del lago. I bagni e le stanze da letto vengono rivisti e aggiornati, anche intervenendo sulle prestazioni termiche delle pareti, e le obsolete finiture lasciano spazio a un ambiente fresco e accogliente, caratterizzato dai colori caldi del legno e dalle tinteggiature pastello delle camere dei bambini.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
Il progetto del nuovo edificio residenziale in classe energetica A sorge in un’area di recente sviluppo ai margini del parco agricolo sud Milano. L’edificio si inserisce nel lotto, stretto e allungato, contrapponendo al fronte nord, più chiuso e severo, un fronte sud caratterizzato da grandi aperture su ampi terrazzi e sui giardini. Il rapporto con la luce e con gli spazi aperti soddisfa il desiderio principale dei committenti, mentre le soluzioni energetiche adottate come il solare termico e fotovoltaico integrato, il controllo passivo dell’irraggiamento solare grazie alle aggettanti terrazze o i sistemi di raffrescamento e riscaldamento radiante, garantiscono il comfort richiesto alla contemporanea. Box e cantine completano il piano interrato, mentre il progetto del verde completerà l’accoglienza degli appartamenti, allietando gli abitanti.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
Il progetto prevede la riorganizzazione degli spazi interni, offrendo un nuovo assetto distributivo più consono allo stile di vita odierno. La zona living, ora cuore dell’alloggio, può essere all’esigenza separabile dalla cucina e dalla distribuzione delle stanze e dei servizi tramite due ampie porte scorrevoli in vetro opalino. La nuova distribuzione permette di ospitare un tavolo anche nella cucina ora più luminosa e abitabile e di ampliare i bagni, ora più moderni e confortevoli. L’inserimento di nuovi ripostigli crea maggiore libertà d’uso delle stanze. I pavimenti in legno, le nuove luci, le trasparenze e le tinteggiature, prevalentemente in bianco e colori accoglienti, rendono l’ambiente accogliente e raffinato al tempo stesso, adatto ad accogliere la nuova famiglia.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
Il progetto per una casa unifamiliare nell’insediamento Las Aguilas a Monterrey, Nuevo Leon, Mexico, trae dalla valorizzazione del luogo le proprie peculiarità. Si tratta infatti di un terreno in forte pendenza con uno splendido panorama verso la città e le montagne. La casa si compone di due livelli, uno superiore accessibile direttamente dalla strada con la zona living e la cucina-pranzo, i servizi e un piccolo studio, anch’esso accessibile direttamente dall’esterno. Quello inferiore, invece, alloggia le due stanze con bagno e la tipica saletta privata. Le grandi terrazze da cui godere del panorama sono le protagoniste indiscusse della vita domestica, mentre le grandi vetrate si contrappongono alla luce diffusa dalle numerose finestre. Il giardino e il tetto verde completano lo straordinario rapporto tra l’edificio e il luogo.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
© Antonio Mannino . Published on September 27, 2014.
In questo progetto di Retail, l’obiettivo è quello di far conoscere ad una clientela selezionata una nuova collezione di profumi di alta gamma, ispirata ad alcune delle più pregiate gemme preziose. Attraverso il progetto, che prevede l’installazione di una sorta di lussuosa grotta all’interno della quale emergono stalattiti e stalagmiti di cristallo, si è cercato di far vivere all’utente un’esperienza fuori dall’ordinario, mettendolo nella condizione di amplificare massimamente la propria percezione olfattiva. Alla sommità di queste formazioni pendenti e colonnari, sono posizionati dei raffinati erogatori in cristallo attraverso i quali è possibile percepire le fragranze protagoniste. Al fine di concentrare l’attenzione del cliente sul proprio senso dell’odorato, l’interno della grotta è stato pensato quasi totalmente privo di luce e, il posizionamento delle poche sorgenti luminose è stato studiato con lo scopo di esaltare, attraverso la riflessione, i cristalli e gli erogatori. L’esperienza sensoriale termina salendo verso la zona vendita (illuminata a giorno), quasi come un’uscita dalle viscere della terra e un ritorno ai cinque sensi.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
© Arch. Daglio Fabio . Published on September 27, 2014.
Le travail se situ sur le campus de l’université de Namur. Il fallait apporter une réponse aux besoins de l’université par la restructuration de ses espaces perdus ou mal utilisés.
© Carmine Errico . Published on September 27, 2014.
Nous nous sommes intéressés au bâtiment emblème de l’université : le quadrilatère. Ce bâtiment est à la base de la naissance de l’université (le monastère jésuite). Mais aujourd’hui il a perdu sa notion de symbole et semble perdu dans le tissu universitaire. Nous avons choisi de le revaloriser comme l’élément marquant de l’entrée dans l’université. Il nous a semblé alors important d’essayer d’apporter un espace où l’on peut se retrouver. Et de par cet espace de redonner au quadrilatère sa caractéristique de bâtiment symbole de l’université. Il a donc été choisi de travailler un espace dans le quadrilatère qui a la caractéristique d’être un lieu de cérémonie mais surtout d’être un espace public, de rencontre et de convivialité. Le principe est donc d’avoir un projet à l’échelle de la communauté universitaire qui transforme un lieu perdu en un lieu de vie (convivialité, intériorité et solennité).
© Carmine Errico . Published on September 27, 2014.
Si nous regardons aujourd’hui le quadrilatère nous pouvons voir en son centre une cours délaissée qui est un non sens actuel. Aucune des fonctions du RDC ne nourrit l’espace et nous n’avons pas la sensation de fonction d’accueil et de représentativité qui devrait être attribué au bâtiment. La première chose que nous avons fait a été de s’approprier l’espace centrale en le couvrant mais en travaillant l’espace comme un élément plus ouvert, libre. C’est donc le point pivot du projet. Le concept de couvert / ouvert se définit ici. Effectivement avant l’espace était ouvert, extérieur, mais fermé par les façades du bâti. Nous avons alors couvert l’espace en le rendant intérieur mais nous l’avons ouvert en travaillant sur façades et les fonctions qui bordent l’espace.
© Carmine Errico . Published on September 27, 2014.
A l’analyse que nous avons faite, l’orientation du bâtiment à beaucoup de potentiel pour permettre l’apport de lumière. Mais il y a une partie du bâtiment (côté sud est et sud ouest) qui bloquait l’apport de lumière. Nous avons donc décidé de supprimer 4 étages à cet endroit pour gagné de la lumière. La hauteur alors du bâtiment est celle d’origine, celle du monastère des jésuites. Pour répondre au besoin nous avons travaillé le bâtiment sous la forme de 2 L : un plus rationnel avec les besoins en terme de salle de cours et de bureaux qui fonctionne avec les autres bâtiments de l’îlot. Et un L plus ouvert qui est un élément qui travail avec le cœur de l’îlot et les transitions entre l’espace de cérémonie et les cours de l’îlot. Ainsi l’espace de cérémonie devient un élément qui travail avec 4 éléments : la cours minérale, la cours végétale, le ciel et la nouvelle entrée.
© Carmine Errico . Published on September 27, 2014.
Pour l’espace centrale nous avons travaillé une structure indépendante sur 4 poteaux qui fonctionne comme une coupole et qui permet l’apport de lumière et d’avoir un espace libre . Entre les poteaux l’espace est travaillé comme un forum avec autour des gradins et une rampe qui permettent de descendre du niveau haut vers le niveau bas. Le vide central a été imaginé pour permettre des variations : apparition d’eau lorsqu’il n’y a pas d’événements et un espace libre lors des événements. L’espace central est donc entouré pas des activités qui nourrissent le lieu : une cafétéria, l’entrée, des salles de cours, un nouvel auditoire, un espace de travail pour étudiant… Pour ce qui est du fonctionnement de l’édifice, nous avons travaillé une circulation autour de l’espace central : c’est en quelque sorte un clin d’œil à l’ancienne distribution du monastère jésuite. Dans les couloirs de circulation il nous a paru intéressant d’en faire plus que des couloirs mais vraiment des espaces d’étude, des lieux d’appropriation avec des espaces de travail et de repos.
© Carmine Errico . Published on September 27, 2014.
© Carmine Errico . Published on September 27, 2014.