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Due edifici residenziali a Ferrara - Arch. Henry Gallamini, Adriano Lazzari Planning and Design


La Pizzeria degli Italiani - Gabriella Pesacane

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I progetti che seguono,sebbene non realizzati, sono esplicativi di un format caratterizzato dall’adattabilità a diversi contesti e dall’essenzialità delle strutture necessarie alla sua realizzazione.

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Studio per la facciata

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Stato dei luoghi

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Progetto

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Distribuzione funzionale

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Studio per la disposizione di attrezzature e arredi

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Studio per la disposizione delle attrezzature e degli arredi

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Studio per la disposizione delle attrezzature e degli arredi

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Studi per la facciata d'ingresso

Expo 2015 Padiglione Italia - Guglielmo Mozzoni, Degli Esposti Architetti, Lorenzo Degli Esposti, Paolo Lazza, Stefano Antonelli, Manuel Mauricio Cardenas Laverde, Msc Associati, Antonio Migliacci, Danilo Campagna, Marco Schiatti, ETS Engineering and Technical Services s.p.a., Pierluigi Di Giacomo, Tommaso Raffa, WISP-architects

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Un’icona identitaria d’Italia, nei confronti del resto del mondo. Un punto d’incontro privilegiato, tra l’Italia e il resto del mondo. Un vivaio d’idee innovative, per l’Italia e il resto del mondo.

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Expo 2015 Padiglione Italia

L’Italia, giardino d’Europa e meta finale del Grand Tour sei-settecentesco come perfezionamento della formazione giovanile basata sul binomio cultura/arte, si offre nel XXI secolo al mondo in occasione dell’Esposizione Universale come vetrina dell’eccellenza italiana.

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Expo 2015 Padiglione Italia

Kennst du dal Land, wo die Zitronen blühn? Conosci il paese dove fioriscono i limoni, l’interrogativo del celebre verso di Goethe, riferito all’Italia, è emblematico della concezione progettuale del Padiglione Italia dell’Expo2015, basata su quel binomio cultura/arte che ci ha reso celebri nel mondo, unito a un nuovo binomio di stringente attualità: coltura/tecnologia, per l’uomo sulla Terra.

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Expo 2015 Padiglione Italia

Coltura/tecnologia e cultura/arte come contributo italiano al tema Nutrire il pianeta, energia per la vita. La vita nel suo riferimento alla gemmazione, al germoglio, al concepimento (e quindi per traslato alla donna e alle piante, all’acqua e all’energia, e al mondo delle idee) ha pertanto costituito l’orizzonte del progetto: il Palazzo Italia è una teca trasparente che si libra in aria sospendendosi sopra uno specchio d’acqua, teca comunicativa che proietta immagini di donne dell’arte italiana (tra cui la Maria Maddalena di Piero della Francesca e la Madonna della Pala di Castelfranco di Giorgione, primi esempi del tricolore, e le figure femminili dalla Primavera e dalla nascita di Venere di Botticelli, la Pomona di Jacopo Pontormo e la Polimnia di Anonimo Ferrarese) e di paesaggi agricoli (dai graffiti della Valcamonica al Saturnia Tellus a colori dell’Ara Pacis, passando dall’apporto arabo delle figure della Cappella Palatina di Palermo e dei Tacuina Sanitatis trecenteschi lombardi, sulle regole di salute per una corretta alimentazione con scene di vita quotidiana e agricola, al Buon Governo del Lorenzetti e al frontespizio di Simone Martini del Virgilio appartenuto al Petrarca, fino alle allusioni alle lotte sociali nelle campagne nei Fiumana e Il quarto stato di Pelizza da Volpedo). Le immagini potranno essere animate grazie alle tecnologie digitali e saranno visibili sia di giorno sia di notte grazie alla tecnologia led, unitamente a qualsiasi altra immagine e testo che si voglia proiettare per modulare il grado di coinvolgimento del visitatore. I padiglioni del Cardo preparano, grazie al rigore aureo delle loro proporzioni e all’ambientazione delle facciate allestite da Ferretti, i visitatori all’offerta immaginifica ed emozionale del Palazzo Italia.

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Expo 2015 Padiglione Italia

Il volume sospeso del Palazzo è organizzato intorno ad un open space centrale interno a tutt’altezza, in modo che i contenuti dell’esposizione siano il centro, il cuore del padiglione, intorno al quale ruotano tutte le altre funzioni come gemme, germogli: una chioma sospesa in cui contenuti, immagini, piantumazioni si intrecciano in un trionfo comunicativo. Testi a led scroller e una rampa (che da terra porta al giardino pensile in copertura) connettono concettualmente e fisicamente tutti gli spazi, unitamente ai tre bianchi piloni che sorreggono la struttura. Lungo la rampa e in copertura, il tema del verde è parte integrante del racconto culturale e dell’apparato iconografico e multimediale sopra descritto, grazie ad una teoria di specie arbustive ed arboree tipiche dei più conosciuti paesaggi italiani.

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Expo 2015 Padiglione Italia

Al fine di controllare il microclima interno, le prestazioni dell’involucro si sposano con un’ampia superficie fotovoltaica captante e con la tecnologia geotermica: a questa concezione energetica si abbinano invenzioni passive, gli specchi in copertura e la piazza allagabile a livello terreno che, grazie alla riflessione e rifrazione della luce, contribuiscono inoltre a mutare l’aspetto del palazzo nel corso della giornata e dell’anno, in sinergia e contrappunto con le potenti immagini dei led wall, dei led scroller e delle proiezioni.

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Expo 2015 Padiglione Italia

Concepiti come volumi modulari componibili, i manufatti temporanei del Cardo vengono assemblati per la prima volta per l’Expo 2015 in una configurazione rigorosa e ritmica offrendo agli edifici la forza prospettica della tradizione italiana che si esprime in armonia con le scenografie del Ferretti nelle collocazioni spaziali, nell’equilibrio fra i colori dell’Italia e nei rapporti e nelle forme della proporzione divina.

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Expo 2015 Padiglione Italia

La città di Milano, post Expo, accoglierà diverse configurazioni che si integreranno negli spazi pubblici della città in modo simbiotico e naturale, alloggiando funzioni caratteristiche di una città che cambia, una città nel frattempo divenuta esempio a livello mondiale nel campo dell’alimentazione. La proposta del verde dei manufatti del Cardo raccoglie apertamente il tema dell’Expo e diventa sperimentazione diretta di essenze e coltivazioni e con la possibilità di cibarsi a chilometro zero (negli spazi per la ristorazione integrati ) di ciò che cresce nel luogo.

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Expo 2015 Padiglione Italia

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Expo 2015 Padiglione Italia

Restyling degli spazi espositivi della Galleria Civica di Trento - Gianluca Valorz

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La volontà di rilancio della Galleria Civica di Trento come luogo di riferimento culturale e artistico per la città e il territorio porta ad un ripensamento dell’intero spazio espositivo attuale. Flessibilità, semplicità ed economicità sono alcune tra le qualità delle quali la nuova configurazione della galleria dovrà essere la rappresentante. Per questo motivo la proposta progettuale prevede un’articolazione dinamica degli spazi, adattabile ad ogni esigenza espositiva ma al contempo costituita da limitati elementi strutturali che lasciano inalterato lo spazio fisico esistente.

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viste tridimensionali

- Un “portale” metallico è il comune denominatore di tutti gli spazi: questo elemento – poco invasivo, modulare e al quale sono appesi i pannelli espositivi mobili – si adatta perfettamente a risolvere tutti i limiti derivati dalla articolazione degli ambienti attuali. La struttura portante metallica, verniciata di bianco, è realizzata con due piedritti in profilo a doppia T e una trave in profilo a U (vedi TAV. figura 2). Nelle situazioni in cui la trave copre luci maggiori è previsto un aggancio puntuale al soffitto. I pannelli espositivi, anch’essi metallici verniciati di bianco, sono realizzati in profilo a U e rivestiti con lamiera forata; essi sono appesi alla trave mediante apposite guide che consentono lo scorrimento e la rotazione in modo da garantire la diversa articolazione degli spazi. I pannelli forati costituiscono l’unico supporto per l’esposizione di tutte le espressioni artistiche: le opere di pittura sono facilmente appendibili, allineabili e riposizionabili senza alterare o danneggiare il supporto; le opere di piccole e medie dimensioni di scultura, installazione e video art, sono collocate su elementi scatolari in lamiera forata appesi ai pannelli; le espressioni di grandi dimensioni vengono collocate a terra ed il pannello ne diventa il fondale. Laddove gli spazi non consentono un idoneo utilizzo dei pannelli scorrevoli, il portale è posto contro una parete e viene integrato da un profilo a U anche alla base. In questo caso i pannelli sono fissati a bandiera, generando, in base alle esigenze, una disposizione a “rastrello” oppure lineare lungo la parete perimetrale (vedi TAV. figura1). Sono proposte due tipologie di pannello che si differenziano per dimensione, nello specifico il più grande misura 160×270cm mentre quello più ridotto misura 120×240cm. - L’accesso da via Belenzani è reso maggiormente visibile da una nuova pelle che riporta incisa l’insegna “GALLERIA CIVICA”. L’ingresso è risolto anteponendo un portale in lastra metallica zincata di colore grigio scuro con medesime dimensioni della cornice in pietra esistente. La lastra è applicata, mediante dei distanziatori, direttamente alla muratura e riporta in sommità, all’altezza della piattabanda in pietra, una mensola alla quale sono fissati due corpi illuminanti anch’essi metallici e di forma cubica. Le porte sono ricavate nella lastra e hanno la funzione di chiusura di sicurezza: una volta aperte esse risvoltano sulla muratura interna dove rimangono durante le ore di apertura della galleria. Il visitatore, superato il gradino esistente, viene accolto in un piccolo tunnel ribassato, una sorta di bussola di ingresso munita di nuove porte vetrate a battente, termicamente prestanti. - Biglietteria e infopoint: uno spazio essenziale in cui il visitatore trova, grazie a totem, pannelli informativi e al personale della biglietteria, tutte le informazioni relative alla mostra temporanea ivi presente e la divulgazione delle attività più ampie svolte dal MART. - Bookshop: collocato nel secondo ambiente voltato, è uno spazio visibile sia percorrendo via Belenzani che dall’androne interno. La collocazione è molto importante perché attrae il visitatore che lo attraversa all’inizio della mostra e lo induce a sostare al termine. Esso è arredato con una scaffalatura a parete in legno laccato bianco per cataloghi, libri e materiale vario e da un elemento centrale metallico, illuminato al suo interno, con forma a parallelepipedo rivestito in lamiera forata bianca a supporto dei gadget. Al fine di consentire una sosta prolungata sono collocate delle sedute in prossimità delle aperture vetrate.

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piano terra/interrato

- Area relax/vetrina su via Cavour: è uno spazio discretamente delimitato dal percorso espositivo mediante una separazione in filamenti di materiale traslucido. Arredato con comode sedute, consente all’utente di sostare approfondendo la visita con il materiale bibliografico messo a disposizione, collocato sui medesimi elementi metallici in lamiera forata bianca proposti nel bookshop. Per il passante su via Cavour questa “vetrina”è uno stimolo ed un invito a raggiungere l’ingresso principale e visitare la mostra. All’occorrenza può divenire locale di ristoro in aggiunta a quello pensato al piano interrato. - Area multimediale: a piano interrato lo spazio a volta a botte diventa luogo ideale per delle video proiezioni emozionali riprodotte direttamente sul soffitto e visibili da una sagoma ergonomica in EPS ove sdraiarsi supini. La volta verrà tinta di bianco, mentre le pareti saranno di colore nero. Una separazione in cartongesso consente di delimitare un corridoio di passaggio. - Area didattica: il portale metallico è di nuovo l’elemento ideale per la flessibilità di questo spazio posto a piano interrato. L’area di circa 75mq, individuata dal ribassamento in cartongesso esistente, è delimitata trasversalmente dai portali attrezzati con i pannelli scorrevoli e longitudinalmente dalle strutture con pannelli a bandiera. I pannelli scorrevoli consentono facilmente la divisione in due aree funzionali ai diversi fruitori (bambini ed adulti) oppure consentono di ottenere uno spazio totalmente libero. I pannelli a bandiera invece consentono di delimitare le aule didattiche e in posizione aperta, permettono di ottenere un ulteriore percorso espositivo. Per quanto riguarda gli arredi, sedie e tavoli sono appositamente dimensionati per i diversi fruitori; la scaffalatura verso la parete piena è a tutta altezza mentre tra i pilastri sono posti dei contenitori chiusi alti 120cm che, qualora i pannelli siano aperti, consentono la vista da e verso il percorso espositivo. Gli accessi alle due aree sono segnalati mediante l’utilizzo dei filamenti di materiale traslucido applicati sul portale metallico. A questo piano è stata tolta la parete che impediva l’accesso ai servizi igienici esistenti, indispensabili per le attività legate alla didattica e a servizio del visitatore.

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sezioni/modulo strutturale

- Studio illuminotecnico: le strutture metalliche a portale sono utilizzate anche come supporto per i nuovi corpi illuminanti d’accento del tipo orientabile, gli elementi metallici a doppia T e U consentono facilmente l’alloggiamento dei cavi elettrici. Per l’illuminazione diffusa degli spazi espositivi vengono proposti degli elementi lineari a sezione quadrata, fissati al controsoffitto. Per l’illuminazione degli spazi di ingresso vengono mantenute le strutture a cavo esistenti. Negli spazi relax, oltre ad una illuminazione diffusa, si ritiene opportuno poter creare delle luci d’atmosfera mediante corpi da lettura che l’utente possa accendere a piacere e corpi illuminanti da appoggio e/o a stelo. - Strutture esistenti: il controsoffitto esistente viene mantenuto intervenendo solamente con la chiusura dei fori non utilizzati. I locali riservati all’amministrazione posti a primo piano (non interessati dall’intervento) vengono segnalati e velatamente separati dal percorso espositivo mediante i filamenti di materiale traslucido applicati al portale metallico (vedi TAV. figura3). È prevista inoltre la demolizione della parete in cartongesso che priva la diretta connessione tra la sala espositiva e il cortile interno, le tre aperture vetrate vengono ripulite dalla pellicola oscurante sfruttando così l’apporto di luce solare. Il deposito adibito alla raccolta dei rifiuti condominiali viene mascherato da un setto che ne priva la vista e vicino al quale vengono posizionate delle sedute e dei contenitori per piccole piantumazioni. - Area ristoro: a piano interrato è ricavata un’area ristoro con distributori automatici di caffè, bibite e snacks. La zona è indispensabile soprattutto durante l’utilizzo dell’area didattica e comunque a fine (o quasi) percorso espositivo. - Pavimenti: è prevista una nuova pavimentazione in linoleum di colore omogeneo grigio chiaro per tutti gli spazi e percorsi espositivi e di colore grigio scuro per i due ambienti d’ingresso, così da mettere in risalto il muro in pietra le volte con lunette.

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funzioni/percorsi

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tavola concorso

Recupero dell’ex Convento di San Nicola a Scandriglia - Fabio Pitoni

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Il recupero e restauro. L’ipotesi di restauro e di riuso del convento si basa essenzialmente sui seguenti punti: • identificazione di una strategia per la ricostruzione delle parti crollate; • razionalizzazione della distribuzione interna e dei collegamenti verticali e migliore utilizzazione degli spazi; • sistemazione degli spazi esterni come spazi accessori dell’edificio; • ricerca di una nuova identitò funzionale dell’edificio.

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Con questo intervento sarà possibile innanzitutto ridefinire una fisionomia unitaria del lato Sud-Est dell’edificio e degli spazi della corte interna. Attualmente la zona si presenta fortemente degradata con parti crollate ed altre coperte con opere in lamiera metallica e materiali diversi. L’intervento di ripristino sarà preliminarmente realizzato mediante il consolidamento murario delle parti ancora in elevazione. Dopodichè la strategia di intervento prescelta è quella di legare i vari frammenti murari in pietra mediante una nuova sedimentazione muraria affidata a mattoni. Mattoni a pasta chiara, cromaticamente rivolti alla pietra preesistente, più sottili dello standard (cm. 4) quasi “pianelle” rinascimentali, legate con calce idraulica, adatti per inestarsi nelle murature in pietra e nello stesso tempo differenziarsi nella statigrafia storica. Il risultato volumetrico finale sarà congruo a quello originale, stante la documentazione esistente, le nostre ricerche iconografiche d’archivio e le analisi degli apparati murari realizzate “in situ”. Le copertura saranno ripristinate nel tradizionale manto in coppi, tranne che nel volume nel lato ovest della corte, oggi completamente distrutto, che sarà riportato alle volumetrie storiche (vedi immagine di lato) e al fine di stratificarne la costruzione, ricoperto con lastre in piombo. Riacquisita la fisonomia storica appare di primaria importanza la ricomposizione funzionale del complesso conventuale, forte di una naturale collocazione decisamente fuori dal comune, ci sembra un naturale candidato a svolgere funzioni organizzative e soprattutto simboliche nel campo della conservazione del nostro patrimonio ambientale.

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Il chiostro. Notevole importanza, nell’ambito del restauro del complesso, riveste il recupero e la riqualificazione del chiostro: ne verrà ripristinata la quota originaria con un abbassamento di 35 cm rispetto all’attuale, che risulta superiore a quella di calpestio interna a fabbricato; è prevista inoltre la pavimentazione perimetrale con ciottolato e liste di pietra, mentre nella parte centrale verrà realizzata una aiuola erbosa che ospiterà un grand e albero e due siepi modellate. Sul lato Sud-Est, utilizzando materiale di spolio, sarà poi ricostruita una fontana. In queste parti sarà particolarmente evidente la metodologia di stratificazione muraria dove i nuovi apparati, ripercorrendo i profili planimetrici originari, si intreceranno con le pietre originarie a costituire un nuovo originale paramento integrato in cui si rifletteranno storia e struttura.

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municipio Cenate di Sopra - arch. GASPARE VILLANI, Federico Villani

FAMILY VILLA 2013. - Niko INGRIS

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RESTORATION FAMILY VILLA 2013.

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Render by Niko INGRIS. © Niko INGRIS.

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Render by Niko INGRIS. © Niko INGRIS.

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Render by Niko INGRIS. © Niko INGRIS.

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Render by Niko INGRIS. © Niko INGRIS.

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Render by Niko INGRIS. © Niko INGRIS.

The IV - officina1441, Teresa La Gala, Paola Ceriali, Esmeralda Lopez Garcia, Michele Giardullo

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«Either I’m nobody or I’m a nation» D.Walcott

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These are the words that push us towards having a vision for a true symbol of Europe. The main idea of the project is brought out by the definition of Europe “ the old continent”, this was the name that used to resemble a geographical region in good part surrounded by water, the Atlantic Ocean, the Black Sea and the Mediterranean.

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Europe is every nation; it is every culture that resides in it,it is in every language,Europe is in every poetical verse written. The location that relates to the symbol of Europe cannot be bound to the concept of geographical boundaries,to a specific area, why we had the idea to chose a location that does not find itself in any of the European nations but at the same time it contains them all gives the life:the Med. Sea and its Waterways.

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European identity is seen under formal aspects and with little ideology; the choice to find a location that creates a setting in an area would force the inhabitant to move towards that place to discover his own vision of the Euro culture.

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We have the idea of a sovereign static location is abandoned that is why we chose the European seas and waterways, because the European ideals must not be enclosed in a location but in a place that does not force the inhabitants to go to it but that goes itself to them.

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The “common ground” chosen identifies itself in a ship, that navigates the Med. seas and the major canals, making stops like a train in each of the European nations.

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I am no one or am I a nation…or I am both. La Quarta Figlia called “THE IV” is the name given to Europa’s ship, symbolizing the contemporary birth of the union between Zeus and Europa, mythological icon that in some way recalls the historical-cultural vocation of Greece always present in European civilization. As the myth narrates the name Quarta actually stands for “fourth”,due to the presence of three brothers.

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“Figlia”,(daughter),denotes a metaphorical ship that is self-completing both physically and culturally in each and every stage of it’s journey.Greece gives origin to this new route of ideological embracement:“La Quarta” represents the physical transposition of the European spirit, reaching all the 27 nations that conform it,and it is in each one of these stages that the ship acquires it’s form,filling itself,becoming,indicating some sort of movement and change.

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“La Quarta” will navigate once more historical navigational routes, through the Med. Sea, and through rivers such as the Danube,Reno,to the point of reaching that’s regions found inland.

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The ship’s structure and functionality is based on green power and renewable resources, the structure is in fact made from many of the abandoned shipwrecks of the Greek islands,one of these is the relict of the Zante, that will offer various functionalities.

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Energy wise there will be a wind powered system that will at the same time use the streams and currents as a source of energy, and photovoltaic modules on top of the ship.

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Instant-House - Massimo Cattaneo architetto

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Modulo abitativo in legno

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Concept

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Pianta

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Prospetto

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Sezione

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Vista Fronte Ingresso

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Vista Lato Ingresso

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Vista Laterale

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Arredo Living

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Viste Interni

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Arredo Cucina

Restyling degli spazi espositivi della Galleria Civica di Trento - Nicola Scaramuzzi, marco raggioli, Fabio Biagio Salerno

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“Architettura”. L’approccio al tema del riuso, impone delle scelte progettuali che vanno oltre la semplice logica del restyling e dell’allestimento. La ma¬teria e lo spazio costituiscono l’anima di un luogo, ed intervenire su di esse comporta una inevitabile mediazione tra le intenzioni del progettista e il rispetto per l’architettura. La funzione (adattare i volumi in spazi idonei alla destinazione finale d’uso) ha rappresentato un solo aspetto della progettazione: il primo scopo di essa è stato la valorizzazione dell’architettura e della sua materia. Mantenendo un rispetto per la verità strutturale, e lontani da logiche conservative, l’intervento è volutamente drastico e riconoscibile, e si basa su alcuni concetti base, il primo dei quali è la liberazione della materia esistente da rivestimenti che ne celano la natura (siano essi pannelli di cartongesso a coprire i muri in pietra o le vetrate serrate sul cortile) sostituendoli con altrettante e riconoscibili strutture idonee per l’affissione di opere d’arte ma non totalmente coprenti (l’utilizzo di pannelli di lamiera stirata in cor-ten posti davanti alle pareti di pietra lasciate a vista, e di pannelli avvolgibili a cascata a coprire le vetrate). Dove è possibile il progetto esalta le irregolarità dei volumi esistenti, contrapponendovi una progettazione moderna e razionale. L’utilizzo di materiali poveri di natura industriale (reti metalliche, saracinesche, cemento grezzo, acciaio invecchiato) è stato determinato dai bassi costi di produzione, dalla facile messa in opera e dall’idea di base secondo la quale ogni materiale abbia una dignità tale da renderlo prezioso. La semplicità dell’intervento tende, in ultima analisi, ad esaltare i due veri oggetti della progettazione: la valorizzazione dell’edificio e l’esaltazione dell’opera d’arte in esso contenuto. La galleria espositiva è dunque considerato non soltanto un involucro atto a contenere opere, ma si pone prima di tutto come architettura con dignità a sé, sulla quale l’intervento si sovrappone, come un ulteriore – e non ultima – stratificazione della sua storia.

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Sala espositiva

“Funzione”. La riprogettazione funzionale dell’edificio, con la riorganizzazione degli spazi e dei percorsi, è stata necessaria per razionalizzare la fruizione degli spazi espositivi. La logica è quella del circuito, strut¬turato come un percorso che ha inizio nella biglietteria posta nel vano che dà su via Belenzani, continua attraverso il portico sul cortile interno (vista n.5) dove è situato l’ingresso alle sale espositive (viste n.2-3-4) – che si sviluppano longitudinalmente sull’asse est-ovest – prosegue con la discesa al piano interrato tramite una scala progettata ex-novo posta al termine del corridoio espositivo (vista n.6), e culmina con l’uscita dal piano interrato tramite la scala esistente nell’ala est. La razionalizzazione del percorso è stata evidenziata tramite una striscia di luce incisa su pavimento, controsoffitto e pareti (derivata dall’intersezione di un parallelepipedo immaginario con la struttura esistente). Il segno lumi¬noso costituisce l’asse in base al quale sono orientati gli elementi progettati ex-novo (aula didattica, bussolotto di uscita, vano tecnico per impianti di aerazione) divenendo l’elemento caratteristico dell’intervento. Nella biglietteria con ingresso sito in via Belenzani l’intervento si è limitato alla progettazione del portone in cor-ten e pannelli retro-illuminati in linea con l’arredo interno (vista n.1), del bancone della biglietteria ed alla rinnovata illuminotecnica. Nel cortile/salone espositivo a piano terra è stata predisposta la riapertura delle vetrate, all’occorrenza chiudibili con pannelli a saracinesca, in modo da sfruttare lo spazio in maniera duplice, per eventi che necessitano grandi spazi – inaugurazioni, aperitivi, eventi collettivi (soluzione pannelli completamente aperti – viste n.4-5) – o per mostre che necessitano grandi superfici per esposizioni (pannelli chiusi – viste n.2-3). Il vano tecnico dell’impianto di aerazione del primo piano è stato ri-progettato tramite la chiusura degli impianti in un vano di lamiera stirata in cor-ten retro-illuminato (vista n.6, in fondo). La scala progettata ex-novo, con struttura in acciaio, consente di creare il percorso a circuito e di allestire razionalmente un’esposizione d’arte. Per realizzarla si rendono necessarie la rimozione della scala a chiocciola esistente, la demolizione di parte del solaio, e il consolidamento dello stesso con una cerchiatura in acciaio. La progettazione della suddetta scala permette di inglobare il montascale per l’accesso dei disabili al piano interrato (vista n.6). L’aula didattica di 50m2 è stata inserita al piano interrato, attraverso l’inserimento di due pannelli in cartongesso ed un pannello in lamiera stirata in cor-ten (vista n.8-9). I bagni posti al piano interrato, come tutta l’architettura esistente, sono stati valorizzati anziché nascosti, trattati come elemento pregiato della composizione (vista n.8). Sono state rispettate a norma di legge le uscite di emergenza.

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Nuovo ingresso

“Materia”. Pannelli di lamiera stirata di acciaio COR-TEN, telaio in profilati di acciaio. Utilizzo: rivestimento pareti in pietra a vista, porte interne, vano impianti tecnici, parapetto scala, aula didattica, gabbiotto cassonetti immondizia. Pavimento in PVC (cloruro di polivinile) color lava ramato Utilizzo: pavimentazione interna. Acciaio invecchiato Utilizzo: Porte dei bagni nel piano interrato.

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Planimetrie e sezioni

“Luce”. L’illuminazione diffusa della galleria avviene tramite i tagli di luce sul soffitto e sul pavimento, con un sistema di proiezione al LED. Per l’illuminazione delle opere d’arte esposte è stato previsto un sistema di faretti orientabili incastonati nel controsoffitto (viste n.2-3-6). La valorizzazione delle pareti in pietra a vista avviene tramite il posizionamento di faretti da terra posti tra la muratura e i pannelli di rete stirata in cor-ten.

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Sala espositiva

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Sala espositiva

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Cortile interno

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Sala espositiva

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Sala espositiva piano interrato

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Sala espositiva piano interrato

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Sala espositiva piano interrato

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Tavola

Cohousing a Ferrara - Arch. Henry Gallamini, Adriano Lazzari Planning and Design

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L’area di intervento: la sua posizione si presenta estremamente strategica sul territorio poichéè collocata nelle immediate vicinanze del centro ma allo stesso tempo resta in posizione defilata e protetta dal traffico. Tali aspetti suggeriscono la crescita di un piccolo nucleo abitato, immerso nella natura e a due passi dalla città storica.

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L’idea e quella di sfruttare le potenzialità del sito in maniera intelligente, per offrire una nuova e diversa idea di abitare: la possibilità di estraniarsi dal territorio urbanizzato pur restandovi all’interno. Il punto di partenza resta la realizzazione di un villaggio, una sorta di piccolo borgo, all’interno del quale fornire abitazioni e servizi attraverso una chiave di lettura che sempre più frequentemente si sta diffondendo dal nord Europa, da quei paesi come Svezia e Olanda, che mirano alla eco sostenibilità: il co-housing.

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Viene fornita la possibilità, attraverso la predisposizione e progettazione degli ambienti, di condividere una serie di spazi e servizi che non sarebbe più indispensabile ricercare nella città, dando la possibilità ai residenti di rendersi indipendenti su più fronti: fornendo per esempio servizi concreti alle famiglie (attraverso nido, lavanderia e ambienti di rimessaggio) per lo sport e il tempo libero (con la piscina biologica, una palestra e piccoli orti collettivi) e la socializzazione (una biblioteca, l’organizzazione di gruppi di acquisto solidale ma anche spazi living condominiali completi di cucina e wifi). L’obiettivo è quello di ripristinare servizi e luoghi di vicinato, suggerendo la possibilità di un vivere diverso, creando una sorta di comunità intima e familiare.

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L’offerta insediativa è caratterizzata dalla aggregazione libera di 13 unità abitative indipendenti, in modo da ottenere spazi privati e di vicinato comuni ben distinti ma che rimandano l’uno all’altro.

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Il sistema WORMA fornisce una risposta concreta attraverso un sistema flessibile, dai tempi certi di costruzione, basato sul legno quale materiale eco-sostenibile, naturale, rinnovabile e riciclabile. Il sistema si basa su diverse tecnologie come l’X-Lam, il traliccio e il SIP panel, per dare un valore aggiunto al costruire, grazie all’impiego di tutte quelle soluzioni tecniche ed estetiche che riducono al massimo i consumi di energia e al contempo aumentano il benessere abitativo.

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La Pizzeria degli Italiani - Gabriella Pesacane

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Il progetto che segue,sebbene non realizzato, è esplicativo di un format caratterizzato dall’adattabilità a diversi contesti e dall’essenzialità delle strutture necessarie alla sua realizzazione.

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Vista prospettica della cucina

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Distribuzione funzionale delle quattro aree: preparazione, distribuziome, consumo, blocco servizi e spogliatoi

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Studio per la disposizione degli arredi e delle attrezzature

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Dettaglio dell'area preparazione

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Sezioni CC' e DD'

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Prospettiva della cucina

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Prospettiva della cucina

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Vista prospettica dall'ingresso principale

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Viste prospettiche della sala consumo con ingresso alla saletta secondaria

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Saletta consumo

VLH - Jean Philippe Spinelli

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The inhabited wall, Nebbio, Corsica, France.

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The land is located in the plain of the region Nebbio – fog – in Corsica. The region with arid climate during the summer period, is one of the few pockets of limestone of the island. The vegetation consists of maquis (scrubland) and olive trees, the soil is rocky.

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The land has a North-South declivity composed with limestone rock which imposes its white mass. Its materiality and color naturally answer to the violence of the sun and its sweltering heat.

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Topography, geology and geography of a place as a starting point. Stone, light, and vertical drop: Build stone, dig the stone, reveal the slope and control the light.

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These intentions set the course (give the cap) of the project. There is the desire to reveal the topography and use the raw material offered in the field with the presence of limestone, while finding a device bringing the coolness.

The intention is to dig a nest in the rock to answer the climate, while leading to a blurring between the physical limits of the project, between the limits inside outside.

This work led to the creation of a double wall or wall inhabited, an envelope meeting the constraints that it was fixed, and leading to a disappearance and a simplification of the architectural language in facade. The result is a boulder giving the impression of having been carved inside.

An annex responds at the principal house with a pristine white mass. Between the two, a vacuum marks the entrance.

Villa BH - arKé architectes associés, Karim CHAABANE, Sélim ADHOUM

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Située sur les limites du terrain de Golf de Carthage La Soukra, la maison puise ses forces dans une conception dans le respect d’un site à grand potentiel de part son ouverture sur une végétation étendue et sa bonne orientation ainsi qu’à l’écoute de clients sensibles à l’art et à l’architecture et passionnés par le golf.

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L’ensemble de la villa s’organise autour de deux grands espaces communs: d’une part, un patio intérieur de distribution -qui dessert d’un coté les chambres et de l’autre, la cuisine, le salon et les services et d’autre part, une large terrasse qui réunit l’ensemble des espaces autour de la piscine et du jardin. Le séjour et la salle à manger sont séparés et articulés par une cheminée centrale en porte-à-faux.

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La villa présente un caractère dual, introverti d’un côté et extraverti de l’autre. Les façades en témoignent clairement. De petites ouvertures percent la façade nord-ouest pour se protéger des vents du nord et pour éviter les déperditions thermiques, tandis que de larges baies vitrées s’ouvrent vers le sud-est sur le jardin et le terrain de golf pour profiter de la vue et de la lumière. Par ailleurs, un mur clôture haut et solide se dresse du côté de l’entrée de la villa tandis qu’une clôture légère grillagée sépare la propriété du terrain de golf de manière à créer une continuité visuelle entre les deux. De plain pied, la maison de part son échelle et sa hauteur réduite absorbe le site et le domine: Les angles de vues sur le terrain de golf ne sont pas aléatoires. Ils sont maîtrisés et mis en scène par les architectes à travers des ouvertures positionnées de manière à cadrer spécifiquement des éléments du site ou du jardin à savoir un olivier, la piscine…etc.

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Ces ouvertures sont tantôt de grandes surfaces transparentes dans l’enveloppe, tantôt des évidements creusés dans la masse des volumes. L’expression épurée de cette architecture lui confère un caractère « atemporel ». Les volumes blancs s’imbriquent dans un jeu de soustraction générant des formes sculpturales dont la profondeur se dessine selon la lumière du jour.

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Villa BH Plan

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Villa BH Façades Coupes

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Balancing Pavilion - Giorgio Poligioni , Lora Nurkova

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Balancing Pavilion Competition. Pavilion for exhibitions of contemporary art, workshops and meetings. Concept proposal based on the guide line of the Garden Festival in Vyksa during the spring season.

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External view during spring

The proposal concept has been developed imagine a possible balance between natural elements that represent two extreem sides of nature. The forces generate an attraction on their opposite sides reaching the imaginary horizon between the ground and the sky, where our architecture borns.

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Interiors + schemes

The balancing pavilion is designed as a mean of shaping environmental elements. It manifests itself as a unity of architecture and nature, as a totem. It achieve a transformation of the surrounding environment by symple means and actions. A box representing the earth- composed by stratified glass and ground in between, and a double side material – mirror from outside and transparent from inside – is representing the sky. These two elements communicate between them directly – the mirror comes out from the ground, reaching the most pure and true form.

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The construction is made by steel frame, hidden in the distance between the glass panels. The light system is hosted along the perimeter of the upper frame structure. The space is multi-transformable. The floor of the pavilion hosts wood boxes which can provide diferent configurations including outdoor activity or floating floor(used in winter as isolation as well).

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External view during the winter season

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Home Sweat Home - dettofattolab, LascialaScia

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Publica Sauna designed for Esterni Public Camping and built in just 4 days before the Milano design week.

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Home Sweat Home, a small place open to everybody – and closed at the same time – where you can relax, to slack the chaotic pace of the design week.

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location: Public Design Festival 2013 @ Piscina Argelati, Milan

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in collaboration with: LasciaLaScia & Roger Ranko

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powered by: Esterni.org

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thanks to: Farm Cultural Park

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AUDITORIUM "DOLMEN" PER ACILIA - Cesare Rocchi

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L’impianto proposto consente, oltre la realizzazione di quanto richiesto, l’ottenimento di una piazza semicoperta al di sotto, e di un teatro all’aperto per usi ludici o culturali sulla copertura. Una rampa, idonea ad essere utilizzata da portatori d’handicap carrozzati, anziani e bimbi, organizza nelle tre dimensioni l’edificio partendo dalla quota più bassa dai parcheggi su via Crippa, arrivando all’atrio dell’auditorium per poi raggiungere la copertura attrezzata da un palco, una pista da ballo, delle sedute e da un’area per il gioco dei bimbi. Tale rampa lambirà la sala dell’auditorium consentendone l’uso delle uscite d’emergenza. La piazza, ottenuta scavando l’attuale terreno, mantenendosi in quota costante con via Crippa, si dilaterà quale piano seminterrato raggiungendo i magazzini, il sottopalco ed il foyer dell’auditorium. L’atrio, contiguo con la sala che avrà una pendenza del 5%, sarà servito da un’ulteriore strada e parcheggio in quota con l’esistente andamento del suolo. Il magazzino sarà collegato dal seminterrato al livello del palco a quota con un ampio montacarichi. Soppalcati rispetto l’atrio sono gli uffici ed i corridoi a servizio delle cabine di traduzione. L’impianto sarà reso autosufficiente energeticamente dalle tre serie di pannelli fotovoltaici posizionati sui parapetti a sud. L’immagine di “monolite sospeso” dell’auditorium sarà esaltata dal rivestimento integrale in resina impermeabilizzante, applicato tanto sui piani orizzontali quanto su quelli verticali. I muri di contenimento al suolo saranno realizzati con blocchetti di calcestruzzo splittati, e le pavimentazioni con masselli, tipo betonella, contenuti da cigli in travertino. La qualità dell’acustica sarà garantita da materiali di rivestimento interno altamente qualificati.

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RILUX_palermo - Salvatore Nigrelli

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il progetto ha avuto come impronta progettuale la continuità delle linee della sede centrale della rilux, realizzata circa 1 anno prima. anche in questo caso si è dovuto ricercare il gesto architettonico non solo come elemento formale ma principalmente come materia su cui esporre.

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Recupero dell'ex convento San Nicola a Scandriglia - FABBIONI E PARTNERS, Maria Teresa Borrello, Massimo Carassai, Dante Fabbioni, Maria Rita Micozzi, Elisa Palombarini, Luigi Sabini, Danilo Spinozzi

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Le destinazioni Il 10 settembre 1847, il P. guardiano fra Battista da Gaeta scrive ai PP. Cappuccini di Roma: “Il nostro convento è capace di ospitare 16 individui, oltre sei stanze per gli Forastieri ed officine necessarie e sufficienti. Lo stato della fabbrica trovasi in ottimo stato con quello della annessa chiesa. Non vi è spazio di clausura per la situazione montanara ed inaccessibile. La chiesa è unita, immediata al convento”. Il Convento di San Nicola riannoda il filo della sua storia, tornando ad ospitare “gli Forastieri”, mentre il “Trittico di San Nicola”, dipinto a tempera su tavola del XIII secolo, riprende la sua collocazione originaria nella chiesa per diventare il cardine di un centro culturale-museo che custodirà le chiavi di lettura necessarie per penetrare i segreti del territorio dei Monti Lucretili. Una dimora storica di grande fascino, articolata intorno all’antico chiostro, dotata di ristorante e di ogni altro agio. La stanza sopra il coro ed il presbiterio tornerà ad ospitare una biblioteca. Riprenderanno la loro antica funzione anche i terrazzamenti sui quali nuovi orti, curati con i metodi dell’agricoltura biologica, forniranno prodotti alla cucina che potrà proporre una gastronomia legata al territorio ed alle stagioni. La medievale chiesa di San Nicola ospiterà il nuovo centro culturale “M.A.G.”, Museo Antropogeografico dei Monti Lucretili. In altri spazi si conserveranno prodotti agroalimentari del territorio che saranno proposti ai visitatori.

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Il restauro della fabbrica storica Il progetto prevede la conservazione totale di quanto resta del complesso originario e la ricomposizione delle parti crollate al fine di ricostruire un’unità sostanziale della fabbrica storica. Le integrazioni di massa vengono proposte, sulla base della presunta sagoma originaria, con linguaggio dichiaratamente moderno fatto di linee di carattere semplice, nel doveroso rispetto del contesto.

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Il M.A.G. museo antropogeografico dei Monti Lucretili. Il Parco dei Monti Lucretili offre molteplici paesaggi i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana e dalle reciproche relazioni; sono relazioni funzionali, storiche, visive, culturali, simboliche, ecologiche tra parti ed elementi, sistemi culturali e fisici di organizzazione e/o costruzione dello spazio. Il paesaggio non ha perciò confini fisici, coincide con l’intero spazio generato dalle attività antropiche, che si adattano all’ambiente e, contemporaneamente, lo plasmano, attraverso le infinite sfumature con cui di volta in volta si concretizzano i singoli casi. Esso è il frutto della continua, secolare e stratificata interazione fra uomo e natura, che non può essere confusa con il semplice panorama. Il paesaggio esiste in quanto c’è chi lo guarda, chi sa dargli un significato, non è perciò solo panorama, è un’enciclopedia la cui capacità di lettura dipende dal grado culturale dell’osservatore, come interpretazione antropologica di fatti e processi socio–ecologici: ambiente, storia e geografia. Poiché“Si vede veramente solo ciò che si conosce”, per una comprensione non superficiale di questo territorio abbiamo immaginato un ausilio al percorso della sua conoscenza: il M.A.G.. Un museo particolare che custodirà le chiavi di lettura per comprenderne i segni e la complessità delle relazioni; un interessante cammino tra reperti, opere ed iconografie, ma soprattutto tra immagini ed esperienze multimediali, consentirà di penetrarne i segreti. Toccherà al visitatore indagare ed immergersi nei contenuti, per poi uscire e leggere direttamente con i propri occhi, ciò che è scritto nel paesaggio.

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L’articolazione del M.A.G. •Il “paesaggio naturale”: rappresenta la geografia del Parco, con la struttura geomorfologica, le formazioni geologiche, le associazioni vegetali, le presenze faunistiche. •Il “paesaggio umano”: analizza i segni lasciati sull’ambiente dal lavoro degli uomini e dai loro insediamenti, dall’età pre-romana e romana, al monachesimo, fino ai modelli contemporanei; sono frutto dell’integrazione tra uomo e natura il paesaggio rurale modellato dai contadini, quello dei boschi cedui e dei pascoli disegnato da carbonai e pastori, quello delle aree sacralizzate dai monaci. •Il “paesaggio e la sua rappresentazione”: approfondisce il modo in cui il mito, il cinema e le arti in genere hanno saputo cogliere e comunicare i molteplici aspetti del territorio; poiché un paesaggio non è solo un insieme di elementi oggettivi, ma è anche legato alla sua rappresentazione nel tempo, è fondamentale ripercorrere le tappe che hanno fissato il territorio nell’immaginario artistico e culturale. •Il “paesaggio del futuro”: ultima tappa tematica, delinea i nuovi scenari e i progetti di sviluppo del Parco dei Monti Lucretili.

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L’accessibilità Il luogo, per il suo passato sacro e per l’ambiente incontaminato in cui è immerso, non può accogliere autovetture. Verrà attrezzato un parcheggio riservato e protetto in prossimità dell’ultimo edificio lungo la salita. Da qui, chi vorrà potrà procedere a piedi iniziando ad immergersi nell’atmosfera magica del luogo, oppure potrà fruire del servizio di un’auto elettrica che, a chiamata, scenderà dalla residenza storica.

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L’ecosostenibilità Le soluzioni costruttive adottate massimizzano il benessere dei fruitori attuali garantendo contemporaneamente alle generazioni future la possibilità di conseguire lo stesso risultato, nella consapevolezza che le risorse naturali sono limitate. A tal fine quindi: •Riduzione dei consumi energetici attraverso la coibentazione dell’involucro edilizio e l’elevata efficienza degli impianti; •Uso di materiali bioecologici prodotti nello stesso ambito eco regionale; •Uso razionale della risorsa idrica con recupero delle acque piovane, accumulo nella restaurata cisterna del chiostro e riuso per l’irrigazione degli orti e per gli usi secondari nell’edificio.

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EXPO MILANO 2015 - GGA gardini gibertini architetti, Studio Associato Micheli-Ballabio, Valentina Pozzi, andrea sperandio

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Padiglione Itlaia

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Plastico Palazzo Italia

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D10_Immagini del plastico

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Alessandro Busci smalto e tempera su lastra di corten

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Dettagli di facciata del Cardo e di palazzo Italia

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