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Ambulatori medici a Civezzano - DEMOGO studio di architettura, studio perini

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“…un sito che viene interpretato dal nuovo progetto come un importante tassello di completamento del tessuto storico, caratterizzato da asimmetrie, disallineamenti e inclinate che seguono l’orografia e le pieghe di una città minerale fatta di variazioni e frammentazioni continue, tracciati e sovrapposizioni inaspettati.

DEMOGO studio di architettura, studio perini — Ambulatori medici a Civezzano

Si tratta di costruire sequenze visive attraverso le variazioni formali prodotte dall’opera, di stabilire punti di vista e allineamenti in grado di proiettare il progetto al di fuori del perimetro assegnato, sviluppando un’idea di paesaggio integrata, all’interno della quale ogni singola architettura svolge il ruolo di elemento capace di riprodurre il riverbero silenzioso di questo habitat alpino dotato di un’urbanità unica.”

DEMOGO studio di architettura, studio perini — Ambulatori medici a Civezzano

_L’architettura ed il riverbero del paesaggio

DEMOGO studio di architettura, studio perini — Ambulatori medici a Civezzano

Il contesto di Civezzano ha una struttura planimetrica all’interno della quale parti urbanizzate ed elementi naturali si sovrappongono in un equilibrio fragile, una successione spaziale di vuoti e pieni molto articolata, estremamente ricca di variazioni costituite da fasi di alternanze tra spazialità compresse e chiuse tra gli edifici con improvvisi scorci sulle vallate circostanti. Si tratta di un’ambivalenza molto importante che suggerisce la compresenza di una doppia scala di lettura di ogni architettura: il rapporto urbano dell’opera, che deve risolvere gli allineamenti con il fronte stradale e i rapporti volumetrici tra gli edifici circostanti, e contemporaneamente la maestosa scala del paesaggio montano, che compare spesso incorniciato tra le facciate degli edifici, o oltre la cortina costruita. Qui il paesaggio appare come una grande quinta mutevole attraverso le stagioni, in grado di trasformarsi in completamento ed estensione dell’immagine architettonica. L’area di progetto è pienamente immersa nella struttura appena descritta, un lotto stretto ai lati tra: un interessante e articolato edificio antico in pietra ad est e un più recente edificio residenziale a ovest, ma completamente aperto a sud sulla suggestiva Valsugana. Un sito che viene interpretato dal nuovo progetto come un importante tassello di completamento del tessuto storico, caratterizzato da asimmetrie, disallineamenti, e inclinate che seguono l’orografia e le pieghe di una città minerale fatta di variazioni e frammentazioni continue, tracciati e sovrapposizioni inaspettati. Il nuovo progetto reinterpreta il tema della variazione contenuto all’interno del nucleo storico, attraverso la deformazione di una pianta regolare, dando origine ad una forma molto compatta, un corpo solido, attentamente scolpito al fine di produrre un’architettura attenta all’interazione percettiva tra l’osservatore e il paesaggio sullo sfondo. Si tratta di costruire sequenze visive attraverso le variazioni formali prodotte dall’opera, di stabilire punti di vista e allineamenti in grado di proiettare il progetto al di fuori del perimetro assegnato, sviluppando un’idea di paesaggio integrata all’interno della quale ogni singola architettura svolge il ruolo di elemento capace di riprodurre il riverbero silenzioso di questo habitat alpino dotato di un urbanità unica.

DEMOGO studio di architettura, studio perini — Ambulatori medici a Civezzano

_La duplice spazialità esterna e il carattere materico dell’opera

DEMOGO studio di architettura, studio perini — Ambulatori medici a Civezzano

Aspetto centrale è apparso in fase progettuale il posizionamento planimetrico dell’edificio del nuovo centro servizi sanitari. Il sito infatti ha due affacci principali: nord e sud con caratteristiche molto diverse. Il primo più pubblico, stabilisce un rapporto con il fronte stradale di via Telvana, dove è stato individuato un allineamento parallelo in continuità con la cortina di case presenti, il secondo dal carattere più aperto, di spazio sociale, è organizzato come luogo d’incontro e contemplazione grazie al disegno di una piccola piazza belvedere affacciata sulla Valsugana. Questa duplice spazialità esterna permette anche di sviluppare il programma assecondando le diverse vocazioni funzionali: la farmacia a stretto contatto con i flussi di connessione urbana, gode infatti di un’ottima visibilità e di una costante autonomia rispetto agli spazi ambulatoriali posizionati al piano primo, accessibili attraverso l’ingresso a sud, dalla nuova piazzetta. Il progetto insiste su un’idea di architettura altamente site specific, attenta al processo integrazione urbana e paesaggistica, in una continua ricerca attraverso il disegno di un equilibrio compositivo dove la giustapposizione delle parti si traduce in una ibridazione del nuovo con le preesistenze, e nella reinterpretazione dei temi che le architetture di Civezzano custodiscono silenziosamente. In questa direzione procedono anche le scelte materiche: le facciate di intonaco chiaro possiedono una granulometria grezza abbinata ai piedritti lapidei che incorniciano le aperture e danno profondità alle murature. Aspetti rintracciabili nel disegno delle facciate locali, dotate spesso di variazioni dimensionali e di disallineamenti attentamente ridefiniti nell’opera proposta.

DEMOGO studio di architettura, studio perini — Ambulatori medici a Civezzano

_Strategia del programma

La strategia rispetto al programma funzionale mira a distribuire coerentemente rispetto ai diversi livelli di accessibilità e di connessione le destinazioni d’uso, ragionando sulle necessità di movimento e di autonomia delle parti. Il progetto pone l’edificio dedicato al nuovo centro sanitario in posizione mediana rispetto al lotto, questo per introdurre due diverse accessibilità: una dedicata ai pedoni posta a est, confinata tra il nuovo edificio e un vecchio muro in pietra, ed una carrabile ad ovest con una rampa che connessa al livello interrato dei parcheggi. Questa importante scelta di sfruttare il profilo orografico inclinato del suolo per posizionare, alla quota interrata, i parcheggi richiesti (34 stalli), permette di liberare il sito dai flussi veicolari in superficie e di organizzare al livello superiore una piccola, ma importante piazzetta belvedere, uno spazio vitale di relazione, che da qualità agli affacci dell’edificio stesso. Qui sarà possibile sostare, e godere del paesaggio all’interno di un piccolo spazio pubblico, disegnato dalla presenza di pochi semplici elementi: alcune panche in legno, due vasche in pietra che ospitano elementi vegetali ed un fontana. Si tratta di lavorare con i caratteri riconoscibili di una urbanità montana attenta sempre alla sensibilità materica e all’equilibrio dei segni, anche i più apparentemente marginali. Il progetto è incentrato intorno ad una duplice spazialità: aperta e parallelamente introversa in alcuni ambiti che richiedono riservatezza. E’ apparso dunque naturale posizionare al piano terra le funzioni del programma che necessitano di un elevato grado di accessibilità come la farmacia e la sala polifunzionale, elementi che occupano i due fronti opposti dell’edificio; distribuendo invece al piano superiore i diversi ambulatori e uffici, garantendo così un certo grado di discrezione e autonomia a tutela dei pazienti.


Highway Toll Gate Ningbo (China) - PLACIDO RAINERI

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Highway Toll Gate

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

© FACUNDO TABORDA GAUNA,© PLACIDO RAINERI

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

© FACUNDO TABORDA GAUNA,© PLACIDO RAINERI

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

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PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

© FACUNDO TABORDA GAUNA © PLACIDO RAINERI

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

© FACUNDO TABORDA GAUNA © PLACIDO RAINERI

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

PLACIDO RAINERI — Highway Toll Gate Ningbo (China)

Morizot's house - Raphaël Novarina

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A family house near Paris. For 5 persons.

Raphaël Novarina — Morizot's house

Raphaël Novarina — Morizot's house

Olivier Marchetti

Raphaël Novarina — Morizot's house

Olivier Marchetti

Raphaël Novarina — Morizot's house

Olivier Marchetti

Instant house @ school - Francesco Alois

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Il bambino, specie nella fascia d’età prevista dal Bando, è un grande recettore di stimoli multi-sensoriali, che vengono maggiormente stimolati dall’ambiente che frequenta. La scuola dell’infanzia in progetto ha raccolto, questa volta criticamente, le esigenze evolutive del bambino disegnando un ambiente che per forme e materiali non si discosta eccessivamente dalla propria casa, ma allo stesso tempo propone un nuovo ambiente sociale pieno di stimoli e “caldo”, moderando, senza rinunciarvi, il primo necessario distacco dall’ambiente familiare.

Francesco Alois — Instant house @ school

Render di una sezione. I tubi solari. I brise-soleil. Il mobile-percorso

Le viste dentro-fuori delle sezioni, ma anche del refettorio, contribuiscono al contatto con la città rappresentata dal mondo-quartiere esterno attraverso anche una recinzione filtro che permette l’introspezione in entrambi i sensi. Anche agli ambienti interni viene garantita questa introspezione attraverso muri-vetro lungo il corridoio ad esclusione dell’ultima sezione che ha tre lati confinanti con l’esterno, utili non soltanto a segnare i confini delle aree educative, ma anche come controllo di sicurezza sulle attività infantili. Le viste sull’esterno hanno anche lo scopo funzionale primario di ingresso della luce solare e diffusa, essendo le sezioni orientate a Sud, elemento strettamente legato anche ai “tubi solari” installati sul tetto che, attraverso una serie di fori ordinati a griglia nello spessore del solaio di copertura, permettono il passaggio della luce solare diffusa all’interno dell’aula, diminuendo al minimo, se non abolendo del tutto, l’uso dell’energia elettrica per l’illuminazione almeno di giorno, mentre per le ore serali o nelle giornate con cielo coperto, la luce sarà garantita da numerosi LED installati nelle ghiere circolari che circondano i fori al soffitto dei tubi suddetti.

Francesco Alois — Instant house @ school

Planimetria della nuova costruzione nel contesto urbano

Le tre sezioni sono dimensionate per ospitare 30 bambini ciascuna e sono complete di area spogliatoio-ingresso in un ambiente aperto da un lato direttamente collegato al corridoio, un deposito per i materiali didattici ed i servizi igienici per bambini dai 3 ai 5 anni, compresa una piccola area destinata a fasciatoio per quei bambini che ancora dovessero portare il pannolino. Non esiste separazione fra le attività pratiche e ordinate, lasciando alla fantasia e alle esigenze didattiche degli educatori circoscrivere le aree necessarie di volta in volta, facendosi aiutare, volendo, anche dai bambini, così da contribuire anche allo sviluppo dell’ordine, della composizione di oggetti grandi e del senso di appartenenza all’ambiente. All’interno di ogni sezione un mobile-percorso, oltre alla funzione propria di deposito e conservazione dei materiali didattici, aiuterà i bambini, con la presenza delle educatrici, ad imparare a camminare ed a salire e scendere le scale attraverso i due fronti che presentano, rispettivamente, gradini a misura di bambino e di adulto.

Francesco Alois — Instant house @ school

Vista Sud-Est dell'edificio

Il laboratorio per le attività dedicate a singoli bambini o a gruppi (psicomotricità, logopedia, sostegno, ecc.), è dotato di due blocchi-gioco utili allo sviluppo psicomotorio come ad esempio salire e scendere le scale per quei bambini con difetti di postura, entrare ed uscire da un vano, oppure, attraverso tappeti e cuscini, correggere la postura. Sono previste anche attività pratiche come il disegno e la modellazione attraverso apposite paste modellabili e le strutture necessarie alla logopedia.

Francesco Alois — Instant house @ school

Vista Sud-Ovest dell'edificio

Il refettorio è stato dimensionato per gruppi di 30 bambini, una sezione intera, e sono stati pensati tre turni per il pranzo. L’ambiente può essere proficuamente utilizzato anche per recite, riunioni con i genitori, piccole mostre, feste. Attigua al refettorio è la cucina dimensionata in maniera congrua così da offrire il pranzo ed, eventualmente, la cena, nei turni previsti. Questa è in diretto contatto con l’esterno attraverso una porta di servizio che permette l’approvvigionamento e l’entrata e uscita del personale.

Francesco Alois — Instant house @ school

Foto inserimento dell'edificio

L’area per il riposo è dimensionata per ospitare quindici bambini contemporaneamente, 1 su 2 per ogni sezione, prevedendo che non tutti i fanciulli possano aver bisogno del riposo allo stesso tempo, ma lasciando la possibilità di aumentare il numero di ospiti fino a 20. Le brandine sono di tipo impilabile così da poter essere rapidamente riposte per le pulizie o per occupare l’ambiente per funzioni diverse. Gli ambienti per gli educatori e la segreteria sono contigui e mentre il primo, per ragioni pratiche è chiuso mediante tramezzo e porta di accesso, il secondo è aperto e separato dai collegamenti orizzontali interni solo da un mobile-parete basso. L’area bambini-genitori, invece, è posizionata accanto alla porta di accesso e riceve luce da una parete in vetrocemento. Non è delimitato da superfici verticali, ma dalla presenza di sedie e divani così da facilitare il primo distacco del bambino dai genitori, oltre a fornire un valido luogo in cui effettuare colloqui con gli educatori.

Francesco Alois — Instant house @ school

Tavola di descrizione delle tecnologie utilizzate

È previsto, per la raccolta delle acque piovane da riutilizzare negli scarichi igienici o per l’irrigazione dell’ampio giardino, un sistema-gioco attraverso il quale i bambini possono essere aiutati a comprendere l’importanza del recupero delle precipitazioni per l’economia, prima della scuola del frequentano, poi della città e infine dell’intero pianeta.

Francesco Alois — Instant house @ school

Planimetria dell'asilo

Le aree esterne riservate sono individuabili attraverso strisce di erba di colore diverso a marcare un confine definito, ma potenzialmente valicabile, così da poter essere utilizzato anche a fini educativi come termine di un area sicura da una meno sicura (ad esempio: come stare attenti lungo un marciapiede, come attraversare una strada, la proprietà privata, ecc.). L’area verde comune può invece essere utilizzata sia dai bambini della scuola come parco privato, sia dalla comunità residente in occasioni di incontri, riunioni, feste, recite, ecc. Durante l’orario delle lezioni è normalmente interdetta agli estranei alla scuola, ma potrebbe essere utilizzata per aiutare quei bambini per i quali il primo distacco dai genitori è più traumatico, lasciando che questi si allontanino dal bambino come se stessero passeggiando in un parco e ritornassero in breve tempo.

Francesco Alois — Instant house @ school

Tavola prospetti

Tutti i collegamenti interni ed esterni, sono utilizzabili anche dai non vedenti attraverso il sistema “Loges” ed anche in questo caso, la funzione educativa è esplicita.

Francesco Alois — Instant house @ school

Tavola sezioni

LUDOTECA PADIGLIONE INFANZIA - stARTT

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A site nestled between two large tower blocks, a blocked plan with an outdoor area which is limited to the space defined by the minimum detachment rules: the project chooses to work on the site’s weak points to turn them into the proposal’s strong points. The proposal is a sort of objet trouvé; either relics of an urban transformation, with its shape evoking the family unconscious of a pitched-roof house. Either dreamlike element for its colours and materials, constantly confronting in a poetic reaction with the surrounding volumes. The building’s crowning profile emphasizes the out-of-scale relation with the context and permits the perception of the Daycare Center from the Park. the relation of continuity between the urban garden and the Daycare Center is articulated thanks to a totally openable fence, improving the potential of the playroom-park relation as instrument of inclusion. The border on the other edges is a solid wall treated with different textures, retracing the outline of a fictional tow. The exterior is organized as a sequence of outdoor rooms: the multisensorial tunnel, enclosed in the spaces left by the minimum detachment rules -which declines gradually declining from natural to artificial – provides an approach path to playing based on synesthesia, on the stimulation of the senses and the children’s different abilities. The pavilion is in figure-background relation with the enclosure made by the wall, the ground floor is dedicated to children and their abilities, the plan is organized in strips of rigid spaces and flexible spaces to allow multiple functional solutions. To the indoor playing space corresponds a further recreational environment on the roof, configured as open-air rooms. the first floor is divided in a public part for the families and another part reserved to training activities and operators. In the separation between the two parts the technical equipments and the big skylights funneling the light into the ground floor spaces.

stARTT  — LUDOTECA PADIGLIONE INFANZIA

Architecture, the movable walls, the furniture, the fixed furniture and the infographics, are all part of an integrated system of signs that communicate through Braille writing system, the icon and metaphor.

stARTT  — LUDOTECA PADIGLIONE INFANZIA

more info at www.startt.it

stARTT  — LUDOTECA PADIGLIONE INFANZIA

stARTT  — LUDOTECA PADIGLIONE INFANZIA

stARTT  — LUDOTECA PADIGLIONE INFANZIA

stARTT  — LUDOTECA PADIGLIONE INFANZIA

s-house - Yuusuke Karasawa

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The project is a small house built in a residential area near Omiya station in Saitama. Two 50m2 floors are cross over in two levels on a site that measures around 100 m2. Each level is quartered, two opposing floors of which are elevated. The eaves surrounded at the middle of the ceiling height of the other two floors intertwine with the elevated floors, creating a space characterized by a complex network. The elevated floors of the two levels continue to a diagonal wall, as well as to the floors above. The floors branch out again to continue above, staggering against the exterior eaves to compose a uniquely intricate elevation. This complicated structural logic is applied not just in the elevation but throughout the interior space as well, where the floors themselves entwine diagonally, with a void that looks out to the opposing space created at the center of this complicated floor. Although this opposing space seen from the void appears to continue visually, one can only arrive at it by traveling through the complicated levels, and taking a drastic detour after moving to a different floor.

Yuusuke Karasawa — s-house

While visually adjacent, the flow is one that requires a long traveling distance. The commonly understood three dimensional depth and the sense of distance are being disturbed, creating architectural spaces where various distances become complicated, much like what is happening in infospheres like the internet. This architecture realizes such network–type spaces, where various distances become increasingly complex, as a “network of complex levels” in which multiple levels are networked and layered over one another. Our hope is that this complex, layered network space will become a new architectural form that captures the various activities borne out of today’s informational society, where diversity and order are being demanded at the same time.

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

Yuusuke Karasawa — s-house

RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA ED ARCHITETTONICA - Riccardo Bacchiega architetto

CATINO cement - Michele Stasolla

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Il luogo dove l’acqua incontra le mani avvolte da una sensazione primordiale che ricorda la terra. Una forma morbida e affusolata dal design puro e essenziale. Michele Stasolla designer 2014

Michele Stasolla — CATINO cement

CATINO cement

Michele Stasolla — CATINO cement

CATINO cement

Michele Stasolla — CATINO cement

CATINO cement


MASTERPLAN RIUSO MAZZOLENI - LUCA DE BONA

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L’area Mazzoleni si configura come un lotto intercluso accessibile esclusivamente dal versante nord, il progetto mira a restituire alla collettività la fruizione del lotto. Il tema del riuso viene esplorato attraverso il recupero delle preesistenze, mantenendo i quattro fabbricati industriali di impronta razionalista ed integrandoli con le nuove volumetrie realizzate.

LUCA DE BONA — MASTERPLAN RIUSO MAZZOLENI

La nuova piazza che si affaccia sulla via Marconi si costituisce come porta di accesso all’area, qui due nuove torri residenziali segnalano con forza il ruolo urbano del nuovo polo Mazzoleni. In tutto l’intervento lo spazio aperto ha un ruolo fondamentale – pubblico e privato, di pietra e di erba, piano e a balze digradanti, vuoto o disegnato – esso è il luogo dove andare per vivere occasioni ed eventi culturali e per socializzare.

LUCA DE BONA — MASTERPLAN RIUSO MAZZOLENI

Il sistema di piazze viene contaminato dal parco, concentrato nell’area sudoccidentale in direzione del fiume Serio e in vicinanza alle rogge. Centro del ritrovato rapporto con il fiume, il Museo del Parco del fiume Serio, all’interno dell’ex centrale termica, si configura come un nuovo motore ambientale grazie a un sistema di pannelli fotovoltaici e turbine eoliche in copertura.

LUCA DE BONA — MASTERPLAN RIUSO MAZZOLENI

LUCA DE BONA — MASTERPLAN RIUSO MAZZOLENI

LUCA DE BONA — MASTERPLAN RIUSO MAZZOLENI

LUCA DE BONA — MASTERPLAN RIUSO MAZZOLENI

LUCA DE BONA — MASTERPLAN RIUSO MAZZOLENI

LUCA DE BONA — MASTERPLAN RIUSO MAZZOLENI

TOWNHOUSES - Ivan Grippaldi, dos G arquitectos, Ginnette Gotti

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(ITA) Nel progettare queste case a schiera ci siamo fatti influenzare dal genius loci. Il lotto di progetto infatti si trova in un’area dalla forte connotazione naturale, in quella che una volta era una base militare, oggi dismessa, appartenuta agli Stati Uniti d’America, poco lontano dal Canale di Panama. Limitrofo al nostro lotto di progetto una foresta tropicale ci ha inspirati a progettare queste case a schiera basandoci sugli elementi della bio-architettura. Ventilazione incrociata, orientamento ed esposizione, utilizzo dell’acqua piovana per lo scarico dei servizi igienici e per il sistema di irrigazione degli spazi verdi, oltre all’uso di facciate ventilate e finestre a tagli termico permettono limitare l’uso dell’aria condizionata, che in una località tropicale come Panama, influisce notevolmente sui consumi elettrici che qui, grazie alle soluzioni adottate, sono ridotti al minimo, rendendo quindi il progetto rispettoso del medio ambiente e del suo contesto. Come struttura abbiamo scelto di utilizzarne una metallica, avvitata, che permetterebbe, a futuro, il suo totale riuso. Al piano terra si trovano i garage ed i locali tecnici. Al primo piano il living e la cucina, mentre al secondo piano si trovano le tre stanze da letto. All’ultimo piano si trova invece il tetto giardino dotato di piscina ed area barbecue.

Ivan Grippaldi, dos G arquitectos, Ginnette Gotti — TOWNHOUSES

(ESP) Para diseñar estas casas adosadas nos hemos hecho influenzar del genios loci. El lote de proyecto se encuentra en una área fortemente natural, en la que una vez fue una base militar pertenecido a los Estados Unidos de America, muy cerca al Canal de Panamá. Colindante con nuestro lote la selva tropical nos ha inspirado para proyectar estas casas utilizando los parámetros de la bio-arquitectura. Ventilación cruzada, orientación y exposición, uso del agua de lluvia para los desagües de los servicios higiénicos y para el sistema de riego de los espacios verdes, ademas del uso de fachadas ventiladas y ventanas aisladas térmicamente, permiten limitar el uso del aire acondicionado, que en un lugar tropical como Panamá, influye bastante sobre el gasto de electricidad que, en este caso, gracias a las soluciones utilizadas, son reducidas al minimo, haciendo de este proyecto uno de los que respetan dll medio ambiente. Para la estructura decidimos utilizar una estructura metálica a pernada, que permitirá, en un futuro, su total reutilizo. En la planta baja se encuentran los estacionamientos y los locales técnicos. En el primer nivel el living y la cocina mientras que en el segundo se encuentran las habitaciones. El el ultimo nivel se encuentra un techo jardín con piscina y área barbecue.

Ivan Grippaldi, dos G arquitectos, Ginnette Gotti — TOWNHOUSES

Ivan Grippaldi, dos G arquitectos, Ginnette Gotti — TOWNHOUSES

Ivan Grippaldi, dos G arquitectos, Ginnette Gotti — TOWNHOUSES

PRIVATE VILLA - Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI, dos G arquitectos

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(ITA) Il progetto di questa villa unifamiliare è stato fortemente influenzato dal genius loci. Il lotto di progetto infatti si trova in un’area dalla forte connotazione naturale, in quella che una volta era una base militare, oggi dismessa, appartenuta agli Stati Uniti d’America, poco lontano dal Canale di Panama. Limitrofo al nostro lotto di progetto una foresta tropicale ci ha inspirati a progettare questa villa basandoci sugli elementi della bio-architettura. Ventilazione incrociata, orientamento ed esposizione, utilizzo dell’acqua piovana per lo scarico dei servizi igienici e per il sistema di irrigazione degli spazi verdi, pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, tetti verdi, oltre all’uso di facciate ventilate e finestre a tagli termico permettono di limitare l’uso dell’aria condizionata, che in una località tropicale come Panama, influisce notevolmente sui consumi elettrici che qui, grazie alle soluzioni adottate, sono ridotti al minimo, rendendo quindi il progetto rispettoso dell’ ambiente e del suo contesto. Uno specchio d’acqua attraversa tutta la casa nel senso longitudinale collegando l’entrata alla piscina. Questo elemento, oltre ad avere una valenza estetica-architettonica, permette anche di controllare l’umidità interna e contribuisce a rinfrescare l’ambiente e di ridurre l’uso dell’area condizionata. Come struttura abbiamo scelto di utilizzarne una metallica, avvitata, che permetterebbe, a futuro, il suo totale riuso. Utilizzando la topografia del terreno esistente e cercando di ridurre al minimo gli scavi, abbiamo posizionato la casa in modo da ottenere una parte del volume principale in aggetto sulla scoscesa topografia esistente. In questa parte di volume abbiamo posizionato lo studio privato del cliente al piano terra e la camera da letto principale al primo piano. Al piano terra si trovano i garage, un cinema, locali tecnici e del personale di servizio. Al primo piano sono ubicati l’ingresso principale, lo studio privato del cliente, il living, la stanza da pranzo, il bar ed un wine celar, la cucina e la lavanderia. Sempre allo stesso livello ma in un volume distaccato sono localizzati la palestra e la stanza degli ospiti ed i bagni per la piscina. Tutti questi spazi si trovano a bordo piscina e sono collegati con il resto della casa attraverso uno spazio aperto in cui si trova l’area barbecue con la sala da pranzo all’aperto, proprio di fronte alla cucina. Al secondo piano si trovano le tre stanze da letto, ognuna con bagno e walk in closet, oltre ad una sala sociale e ad una sala studio per i figli adolescenti del cliente. Nella stanza principale si è progettato un bagno che è caratterizzato dalla presenza di una doccia panoramica, completamente vetrata sul lato che guarda verso la foresta tropicale limitrofa. In facciata questo volume è in aggetto proprio a voler sottolineare la sua esistenza. Dalle stanze dei ragazzi un balcone condiviso permette l’accesso ad una terrazza in cui si trova una zona lounge con bar ed una zona relax nella parte di tetto giardino.

Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI, dos G arquitectos — PRIVATE VILLA

(ESP) El proyecto de esta vivienda unifamiliar ha sido fortemente influenciado por el genios loci. El lote de proyecto se encuentra en una área fortemente natural, en la que una vez fue una base militar pertenecido a los Estados Unidos de America, muy cerca al Canal de Panamá. Colindante con nuestro lote la selva tropical nos ha inspirado para proyectar esta villa utilizando los parámetros de la bio-arquitectura. Ventilación cruzada, orientación y exposición, uso del agua de lluvia para los desagües de los servicios higiénicos y para el sistema de riego de los espacios verdes, paneles solares para la produzione de energia eléctrica, techos verdes, ademas del uso de fachadas ventiladas y ventanas aisladas térmicamente, permiten limitar el uso del aire acondicionado, que en un lugar tropical como Panamá, influye bastante sobre el gasto de electricidad que, en este caso, gracias a las soluciones utilizadas, son reducidas al minimo, haciendo de este proyecto uno de los que respetan dll medio ambiente. Un espejo de agua cruza toda la casa en el sentido longitudinal conectando la entrada con el área de la piscina y el area social que han sido diseñados para ser el centro de la vida social de esta vivienda. Este elemento, ademas de tener un carácter estetico-arquitectonico, permite controlar la humedad interna y contribuye a refrescar el ambiente y reducir el uso del aire acondicionado. Para la estructura decidimos utilizar una estructura metálica a pernada, que permitirá, en un futuro, su total reutilizo. Utilizando la topografia del terreno existente e intentando reducir al minimo el movimento de tierra, hemos ubicado la casa de manera que se tenga una parte del volumen principal en voladizo sobre la topografia existente. En esta parte de volumen hemos ubicado el estudio privado del cliente en la planta baja y la habitación principal al primer nivel. En planta baja se encuentran los estacionamientos, un cine, locales técnicos y del personale de servicio. Al primer nivel están ubicados la entrada principal, el estudio privado del cliente, el living, el comedor, el bar y un wine celar, la cocina y la lavanderia. Siempre al mismo nivel pero en un volumen separado están ubicados el gymnasio y la habitación de los huespedes y los baños de la piscina. Todos estos espacios se encuentran enfrente de la piscina y están conectados con el resto de la casa a traves de un espacio abierto en donde se encuentra el area barbecue y el área comedor exterior, justo enfrente de la cucina. En el segundo nivel se encuentran las tres habitaciones, cada uno con baño y walk in closet, ademas de un den y un cuarto de estudio para los hijos adolescentes del cliente. En la habitación principal se ha proyectado un baño que se caracteriza por la presencia de una ducha panoramica, con un lado todo de vidrio que mira hacia la selva tropical colindante. En la fachada este volumen sobresale para marcar su existencia. Desde las habitaciones de los chicos un balcón compartido permite accesar a una terraza donde se encuentran una área lounge con bar y una zona relax en la parte de techo jardín.

Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI, dos G arquitectos — PRIVATE VILLA

Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI, dos G arquitectos — PRIVATE VILLA

Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI, dos G arquitectos — PRIVATE VILLA

Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI, dos G arquitectos — PRIVATE VILLA

Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI, dos G arquitectos — PRIVATE VILLA

Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI, dos G arquitectos — PRIVATE VILLA

Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI, dos G arquitectos — PRIVATE VILLA

Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI, dos G arquitectos — PRIVATE VILLA

OTTICA SCUDERI - dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL

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(ITA) Nel progettare questa ottica abbiamo dato particolare importanza all’organizzazione degli spazi, cercando di utilizzare le tre pareti che avevamo a disposizione come superfici espositive. Abbiamo scelto di differenziarle nella forma, nel colore e quindi nelle finiture. Per la parete espositiva degli occhiali da vista abbiamo utilizzato mensole laccate bianche, a questa fa da contrasto nell’opposto un blocco solido completamente grigio in cui abbiamo progettato delle asole che permettono l’inserimento degli occhiali. Per ultimo nella parete che fa da sfondo all’entrata abbiamo utilizzato degli specchi per generare una sensazione di maggior ampiezza. Utilizzando la geometria del logo abbiamo disegnato il controsoffitto utilizzando gli spazi vuoti per l’illuminazione indiretta di tutto lo spazio espositivo.

dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL — OTTICA SCUDERI

(ESP) Para diseñar esta óptica hemos dado gran importancia a la organización de los espacios expositivos, intentando utilizar las tres paredes que teníamos a disposición. Hemos escogido diferenciar estas mismas en la forma, el color y consecuentemente en los acabados. Para la pared expositiva de las gafas de vista utilizamos tablillas laqueadas blancas, en contraste con esta hay la pared expositiva de las gafas de sol que es un bloque entero, macizo y gris oscuro. En la ultima pared que hace de fondo a la vitrina utilizamos espejos para generar una sensación de amplitud del espacio. Utilizando la geometría del logo hemos diseñado el cielo raso utilizando los espacios vacíos que se generaban para la iluminación indirecta del espacio de venta.

dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL — OTTICA SCUDERI

dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL — OTTICA SCUDERI

dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL — OTTICA SCUDERI

dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL — OTTICA SCUDERI

ELEMENT PTY - dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL

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(ITA) Nel progettare questo spazio polifunzionale che consta di un salone di Yoga, un salone per lo spinning ed un juice bar abbiamo scelto di utilizzare uno stile semi-industrile utilizzando cemento levigato per i pavimenti e sistemi a vista nel soffitto. Nelle due sale, quella denominata acqua di yoga e quella denominata fuoco di spinning abbiamo collaborato con l’artista Maria Camila Bernal Toro per realizzare dei murales inspirati a questi due elementi.

dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL — ELEMENT PTY

(ESP) Para diseñar este espacio poli-funcionál que consta de una sala de yoga, una sala de spinning y un juice bar, hemos utilizado un estilo semi-industrial utilizando cemento pulido para la pavimentación, dejando todos los sistemas a la vista en el cielo raso. En las dos sala, la de AGUA de yoga y la de FUEGO de spinning, hemos colaborado con la artista Maria Camila Bernal Toro para realizar los murales inspirados a estos dos elementos.

dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL — ELEMENT PTY

dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL — ELEMENT PTY

dos G arquitectos, Ivan Grippaldi, GINNETTE GOTTI CARVAJAL — ELEMENT PTY

360 tour panoramico - Yantram Studio

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vorremmo fornire il rendering 3d panoramica è possibile vedere l’interno dal modo vostro.

Yantram Studio — 360 tour panoramico

3D VISTA PANORAMICA

http://yantramstudio.com/360-panoramic-tour/virtual-tour.html

Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio - NCe Studio3 , silvia morassi

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_“Organizzare uno spazio, un punto di contatto per un ritorno al mondo dei vivi. Percorsi, collegamenti, zone di sosta per un “remember ciclico”..un gesto antico come il mondo. Un piacevole e caldo pianto, ricco di affetto e passione; il caldo sapore della terra arsa al sole estivo, quando la ghiaia scricchiola ai vostri passi e il calore arrossa i piedi. Una folata tra le dita affievola i vostri sensi e l’arsura si trasforma in oasi di pace!”_

NCe Studio3             , silvia morassi — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

L’utilizzo di forme semplici fortemente rappresentanti un rinascimento, classico del fiorentino made in Tuscany e della secolare storia della Confraternita di Misericordia, aggregate secondo uno sviluppo urbanistico dell’area hanno permesso la scomposizione dello spazio in una serie di eventi ben relazionati all’interno del Masterplan.

NCe Studio3             , silvia morassi — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

La modularità degli elementi costruttivi permette lo sviluppo del progetto in varie fasi successive; la forma spezzata creatrice di scorci è stata scelta come segno di accoglienza e protezione che, accompagnata da grandi porticati aperti sulle zone verdi, da vita ad un collegamento pedonale continuo su tutto il perimetro dell’area. Sul lato Est una stecca continua si sviluppa su due livelli entrando in diretto rapporto con il fronte opposto (ultimo ampliamento del 2000) mentre, all’interno della corte forme ed elementi riposano nel parco.

La scelta è stata quella di una zoonizzazione tipologica, studiando specifiche soluzioni per ogni funzione. La totale assenza di barriere architettoniche rende completamente fruibile tutti i locali e gli spazi aperti disposti al piano terreno, mentre per raggiungere il secondo piano del corpo Est sono stati pensati spazi appositi per ascensori e montacarichi. I colori tenui vogliono essere parte integrante dell’intorno collinare guardando il quale si è arrivati anche alla scelta arborea utilizzando per lo più conifere come “specie elette a simbolo dell’immortalità grazie alla loro caratteristica di sempreverdi”.

La scelta dei materiali si ispira alla realtà fiorentina circostante in modo da ridurre al minimo i consumi di trasporto e fornitura seguendo i punti dell'architettura sostenibile ad "impatto zero".

Il prato verde e i viali accompagnati da filari di cipressi che disegnano la campagna circostante penetrano nel parco formando la viabilità interna. Lo schema viario è organizzato gerarchicamente con percorsi principali, collegamento strada comunale a Sud e zona deposito a Nord, “zone 30 pedonali” aperte ai mezzi della manutenzione, vialetti pedonali e percorsi interni al prato.

I prospetti dei volumi sono studiati per avere un doppio fronte che, aprendosi su due spazi opposti ne caratterizza diversamente l’intorno. Un lato chiuso, cortina su strada, dove ne fa da padrone la massa della pietra naturale incisa da tagli vetrati, si contrappone alle ombre e agli sfondati dei porticati che aprono sul giardino; la stecca Est, con i suoi due piani, delimita il confine ed è caratterizzata da setti di ordine gigante che sostengono il fregio superiore e fanno da cornice ai pilastri centrali leggermente arretrati che, incastrati con la soletta del piano primo, compongono una serie ritmica di croci monumentali che dominano l’intero parco. Una piazza circondata da aiuole alberate accoglie il visitatore e lo accompagna all’interno con due bracci porticati: sinistra il portico fa da soglia ad un chiostro verde contornato da sarcofagi a due piani, attorno al quale si sviluppano la reception, la zona ristoro e il fioraio (aperto ai visitatori esterni giornalieri); centralmente una fontana, fioriere in cemento grezzo che fungono da seduta e giochi di quota del prato, formano uno slargo di sosta e conversazione all’ombra degli ulivi; sulla destra un portico a doppia altezza accompagna lo sguardo verso il fondo. Gli spazi di sosta sono caratterizzati da movimenti del terreno sezionati ad una quota variabile che danno vita a soluzioni più riservate di raccoglimento spirituale, come porte di contatto con il mondo dei morti.

La richiesta di sviluppo di un parco cimiteriale ha stimolato la proposta di lasciare molto spazio adibito a prato e l’idea di dotare gli sterri della sola lapide verticale che, con un disegno unico e una leggera inclinazione crea un effetto di ordinato movimento.

Alla struttura del cordolo di contenimento in cemento armato sarà applicato un profilo esterno di acciaio corten dalle calde sfumature ruggine che abbinate al verde dell’erba, al limpido dell’acqua e al legno d’ulivo caratterizzano l’ambiente parco. Una seconda piazza, situata sul viale di connessione tra la corte del precedente ampliamento e il nuovo sviluppo riceve il viale d’ingresso e vede l’affacciarsi del futuro tempio crematorio ora solo pensato a livello volumetrico. Lo spazio assume la fisionomia propria della corte-giardino dove la forma circolare della vasca e le sagome allungate dei cipressi si rapportano a volumi di cemento di varie altezze e dimensioni; “spettatori muti nell’ultimo saluto”. Il carattere del cortile è sottolineato dagli elementi che ne compongono il perimetro: il tempio crematorio con vasca per la dispersione delle ceneri, il portico con gli ossarini, gli uffici cimiteriali con il deposito salme, il marmista, il bosco dei cipressi che funge da polmone verde verso il confine.

Il collegamento si sviluppa direzione Est-Ovest, dalla rotonda verde dell’esistente fino al “giardino delle rimembranze” di progetto che, situato a Nord-Est vicino al tempio crematorio è parte integrante del giardino.

Al centro del parco la zona delle cappelle è caratterizzata dalle forme pure dei volumi in pietra, dai tagli vetrati che illuminano l’interno e dalle diverse altezze degli ambienti; una tipologia a 3 piani e una a 4 (rispettivamente 6 posti e 8 posti) movimentano il centro del parco. Le cappelle, binate e poste ai vertici del quadrato di base, circoscrivono il giardino dei 4 cipressi, dove una seduta continua e il suono dell’acqua di una fontana creano un’atmosfera solenne. Tra le cappelle, aiuole verdi a sterro, aprono la vista del giardino sul resto del parco.

La richiesta della committenza di dotare il parco di elementi artistico-scultorei e di limitare i costi di manutenzione dell’opera è stata pensata sviluppando già i singoli edifici delle cappelle e del chiostro come elementi scultorei, cosi come le lame di corten che sezionano le quote del giardino e le sedute volumetriche. Le fontane e i giochi d’acqua sono trattati come arredo urbano ed uniti alle sedute in cemento e al verde degli alberi diventano vere e proprie sculture, riferimenti focali prospettici. Una statua sviluppata in altezza, elemento verticale di collegamento cielo terra è posizionata a lato del chiostro.


Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità - Vincenzo Nasta, Giovanni Fattorusso, Vittoria Mastellone

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La presenza del complesso in questo quartiere di periferia ha sicuramente un valore qualificante rispetto all’ambiente urbano in espansione piuttosto anonimo, che acquisterà fisionomia tramite questa presenza, capace di orientare e organizzare gli spazi esterni circostanti.

Vincenzo Nasta, Giovanni Fattorusso, Vittoria Mastellone — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Vista sul tabernacolo

La zona, leggermente sopraelevata rispetto alla quota media della località, in un paesaggio pianeggiante, domina i dintorni enfatizzando il ruolo del complesso parrocchiale come punto di riferimento urbano e centro spirituale. Il lotto di progetto sito in un contesto naturale in mezzo agli orti al di fuori dell’ambiente urbano, le sue dimensioni esigue e la sua configurazione oblunga hanno determinato le nostre scelte progettuali con l’obiettivo di fare emergere la chiesa e rendere riconoscibile l’edificio sacro sia dalla strada che dal centro abitato. Pertanto, si è delineata la necessità di dislocare alcune funzioni in ipogeo per alleggerire il costruito e valorizzare il sagrato. La progettazione del centro parrocchiale ha dato origine ad una successione di spazi leggibili in sequenza (chiesa, sagrato, locali di ministero pastorale, casa canonica e salone seminterrato) che costituiscono una costruzione nel suo insieme unitaria e compatta. L’intero complesso è servito da un percorso carrabile che consente l’accesso ai posti auto della zona seminterrata, alle funzioni in ipogeo e quindi ai piani superiori attraverso rampe ed ascensori. Il complesso parrocchiale si sviluppa intorno allo spazio centrale del sagrato che è inteso sia come ingresso alla chiesa sia come luogo di attesa e di sosta che rimanda all’interno la possibile sorpresa di un altro luogo. La chiesa, orientata secondo l’asse liturgico est-ovest, è immediatamente visibile da via Petraro ed un filare di alberi ne guida l’accesso al sagrato. Questo invaso è elevato rispetto al piano stradale ed è delimitato a nord dalla casa canonica e dal corpo delle aule per la catechesi articolate su due livelli; la sala polifunzionale sottostante ne delimita il lato ovest con affaccio sul cortile inferiore. Il progetto disegna una rete di percorsi e spazi aperti che connettono l’area di intervento con le aree circostanti destinate a verde urbano, perseguendo l’obiettivo della permeabilità e della accessibilità. Il “varco” verso l’area dei giardini attrezzati consente opportunità di incontro, di socializzazione e di avvicinamento alla catechesi. Un solco tracciato nel terreno con muri inclinati in pietra calcarea, attraversa la cripta sede della cappella feriale, con un passaggio in leggero pendio penetra all’interno e articola il vestibolo creando sorprese di luci filtrate o rifratte.

Vincenzo Nasta, Giovanni Fattorusso, Vittoria Mastellone — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

In questo articolato percorso di avvicinamento alla chiesa sono distribuite le quattordici stazioni della Via Crucis che culminano nello spazio del sagrato. Il campanile, che è faro, segnala con la sua verticalità la presenza del centro religioso alla comunità e diffonde il suo richiamo. Il volume puro chiuso su tre lati, si apre a sud evidenziando la struttura metallica delle scale che dalla quota del sagrato consente di raggiungere il piano delle campane. La chiesa è simbolicamente interpretata come “Albero della vita” che prende la sua linfa vitale attraverso un tronco immerso in acqua e si erge dalla cripta a sostenere la chioma muraria che costituisce il recinto sospeso che delimita l’aula. L’albero assume la funzione di tabernacolo per la Custodia Eucaristica e di Croce lignea per il Cristo. L’assemblea è raccolta sotto questo albero rivolta verso il presbiterio, luogo focale della celebrazione. Una luce zenitale delimita l’aula disegnando il deambulatorio che fiancheggia le due navate laterali: il coro e l’orto degli ulivi. L’orto degli ulivi è un luogo da osservare ed ascoltare dall’aula, dal luogo della penitenza e dagli altri ambienti che lo circondano. Sul presbiterio, elevato rispetto al piano dell’aula, la mensa dell’altare fisso è in pietra naturale e diventa supporto per un paliotto della Pentecoste a sottolineare il concetto del sacrificio e del convito Pasquale. Questo spazio è inondato da luce radente proveniente da un taglio nella parete di fondo e la pavimentazione in cristallo intorno al tabernacolo la lascia filtrare fin nella cappella inferiore. Il fonte battesimale, pur non essendo racchiuso da una specifica struttura, è fisso nel suo decoro ed ha una sua autonomia spaziale; visibile ai fedeli, è disposto in modo da consentire la partecipazione comunitaria ed è collegato ai poli dell’azione liturgica dell’area presbiteriale. L’azione liturgica del Battesimo viene quindi celebrata nell’aula ed è intesa come “azione” della comunità in cui avviene la “comunicazione della fede”. Nella cripta, sede della cappella feriale, l’aula è definita da un involucro di legno che crea una particolare articolazione dello spazio interno e delle aperture; è il tavolato dell’involucro ad essere il legno della croce del Cristo.

Vincenzo Nasta, Giovanni Fattorusso, Vittoria Mastellone — Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità

Via Crucis: Prima stazione

Stili di vivere della famiglia contemporanea - stefania caputo

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Il modo di vivere la casa della famiglia contemporanea è decisamente cambiato e con esso anche la tipologia abitativa ha assunto nuove dimensioni e spazi funzionali legati al modo di relazionarsi tra diverse generazioni

stefania caputo — Stili di vivere della famiglia contemporanea

Palazzo Zen in Venice Biennale - O-office Architects

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EMGdotArt Foundation in Venice is located on the ground floor of Palazzo Zen, a historical building from 1537, situated along a typical canal of the Italian lagoon city. Dealing with renovation and (re-) adaptation, the 390m² space has been converted into an art gallery featuring rooms for exhibitions, conference and meetings, including a workspace for EMGdotART Foundation.

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

The load-bearing thick walls- the “fundamentals” of the project – define the three main spaces that are programmed for the aforementioned public and private activities. How to restore and include the scattered historical elements present on the site? Such as an original ancient XVI-century Venetian floor, the old XVI-century ceiling decorations, Palazzo Zen’s old doors, different kind of floors and the renovated façade – this proved to be the most interesting design dilemma.

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

The project links all these spaces and objects through new metal installations – which we call miniature architecture – that connect the multitude of historical building elements comprising the EMG Venice gallery. Designed as a hybrid corridor, the bigger metal installation brings the visitors from the entrance hall to further rooms. Instead of doors, black metal boxes act as an interface between different spatial and tectonic environments, thus making transitions from one time/space to another.

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

The central exhibition area is stone-floored by a typical white stone coming from Istria (Croatia). This characteristic dense type of impermeable Istrian limestone has been used in the architecture of Venice since its very beginnings. Displaying a historical continuity, the central exhibition area – a contemporary “archaeological” space – shows how local ancient stone is newly organized for the EMGdotART Foundation’s daily work, thus bringing new life to the gallery, building and local stone tradition.

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

Due to the high tides, the two side-rooms beside the entrance are occasionally flooded for many days throughout the year. This involuntary infiltration of the Venetian canals into Palazzo Zen generates a particular and curious light effect. One of these critical spaces is included as a part of the exhibition as well.

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

Palazzo Zen is now hosting the collateral exhibition of Venice Biennale 2014, Adaptation – Chinese Architecture and Change, curated by Marino Folin and MovingCities, soon after its completion. The exhibition showcases 11 selected Chinese architects and their independent practice and thinking. “Adaptation focuses on how Chinese architects negotiate shifting constraints imposed by contexts, clients and capital. Their work is apt for change, revealing a new understanding of craft and building cultures, imposed by modern interpretations of traditional spatial concepts, revitalization of industrial heritage, and reactions to remote geographies.”

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

The spatial design for the exhibition was also conducted by O-office, following the design theme of “memory and floating” in Palazzo Zen. Various forms of exhibited media were showcased in different spaces. A composition wall of printed urban images and building elements is hanged on the masonry wall of the entry hall, symbolizing the complexity of contemporary Chinese cities and architecture. Five circular transparent acrylic tables are hanged in the side hall with medieval marble floor, exhibiting five different architects’ working models and relevant drawing and pictures. This surrealistic scene is supposed to be a metaphor of individual efforts of Chinese architects in the vast urbanization ocean. Other forms of media, such as video and furniture, are also displayed to showcase the diversity of Chinese architects’ experiment and practice.

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

“In China, the main challenge is to understand the life span of such adaptive projects. Most of our Chinese renovation projects were in the beginning supposed to last more than 5 years and we must compete with time. In contrast, we knew that the EMG gallery-space in Venice would be there forever. So the design goal was focused on how to deal with, and direct this spatial theatre, based on the site’s existing historic layers. At the same time, we want to provide an open design possibility for its future program, exhibitions and interventions. Thus we design, intervene and foresee the future layers of this architecture.” O-office compares the reconversion of Palazzon Zen and their Chinese projects.

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

before renovation

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

before renovation

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

before renovation

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

O-office Architects — Palazzo Zen in Venice Biennale

"CA' DEGLI OLIVI" - Flavio Zanetti, Luciano Frezza

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L’intervento prevede la modifica di alcuni locali interni al piano terra mediante demolizione di tramezze, con funzione non strutturale, per ottenere ambienti meno frazionati che meglio si adeguano alle mutate esigenze distributive; si prevede inoltre il Cambio d’Uso Funzionale dei locali Garage e Centrale Termica, situati al piano terra, trasformandoli in unità residenziali adibiti ad attività extra alberghiera di affittacamere. Il Progetto prevede inoltre l’aumento di volumetria del fabbricato esistente, in base alla quale verrà creato un nuovo volume che si sviluppa al piano primo con copertura in parte piana ed in parte a falda unica, dove verranno realizzate n° 3 camere. Il nuovo volume di progetto avrà in parte l’aspetto, nella forma e nei materiali, del fabbricato esistente così come le nuove forometrie sulla facciata principale. Il nuovo volume porticato a struttura di copertura lignea e pilastri in C.A., verrà finito con rivestimento di quest’ultimi in tufo con basamento in pietra locale in modo da donare un aspetto tipico delle case coloniche che si riconoscono con il luogo e che caratterizzano il paesaggio antropizzato delle colline moreniche veronesi, i tamponamenti fra le strutture portanti saranno completamente vetrati con serramenti metallici a vernice micacea, in modo da rendere complementare l’edificio ed i suoi interni con lo stupendo paesaggio circostante.

Flavio Zanetti, Luciano Frezza — "CA' DEGLI OLIVI"

Flavio Zanetti, Luciano Frezza — "CA' DEGLI OLIVI"

in primo piano il residence e sullo sfondo la residenza padronale

Flavio Zanetti, Luciano Frezza — "CA' DEGLI OLIVI"

The Future of Prefabricated Wooden Homes - Marc Benjamin Drewes

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In our opinion the future of prefabricated wooden houses is a simple but well reasoned solid construction without any glue or synthetic elements. This leads not only to real sustainability, but creates a pleasant indoor climate and a friendly atmosphere. The lightness of wood and the possibilities of prefabricating large-size elements qualifies wooden houses to densify an urban landscape. A city as Berlin has a huge amount of flat roofs that can carry light wooden constructions. People can live in individual houses with spectacular views in the middle of the city. The proposed single family house offers 2-3 rooms on ground level and an open living room with kitchen and eating space on the top floor. The generosity of the space is increased by large-size windows in walls and roof together with the opening gesture of the sloped roof itself. The serving functions are concentrated along side one outer wall. The rest of the space can be organized without any constraints. Project Team: Marc Benjamin Drewes, Thomas Balduyck, Kaat Dumoulin The project received the 2nd prize in the competition “Design the Future 2014” by Marlegno Prefabricated Wooden Buildings.

Marc Benjamin Drewes — The Future of Prefabricated Wooden Homes

interior rendering

Marc Benjamin Drewes — The Future of Prefabricated Wooden Homes

exterior rendering

Marc Benjamin Drewes — The Future of Prefabricated Wooden Homes

plan ground level

Marc Benjamin Drewes — The Future of Prefabricated Wooden Homes

plan top level

Marc Benjamin Drewes — The Future of Prefabricated Wooden Homes

exterior wall

Marc Benjamin Drewes — The Future of Prefabricated Wooden Homes

transport & assembly

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