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Private House in Italy - Fabrizio Fraboni Baroni - Fabrizio Fraboni Baroni

Concurso de ideas "Vmejo´" - Giacomo Deluca_arquitecto, José Ramón Martínez Cañadas, Enrique Víctor Mengual

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Memoria:

Giacomo Deluca_arquitecto, José Ramón Martínez Cañadas, Enrique Víctor Mengual — Concurso de ideas "Vmejo´"

Vista Exterior

Intervenimos con un gesto abstracto, buscamos un orden propio, capaz de deformarse y adaptase con el lugar. Una trama de 4,00×4,00m construye el damero sobre el que se definen piezas de 4,00m x 8,00m y de 8,00m x 8,00m que generan los volúmenes de la ordenación. Unas piezas que se van alternando en un juego compositivo de llenos y vacíos que caracterizan el espacio. Los nuevos volúmenes se definen con una cubierta inclinada que se relacionan con las edificaciones de Jimena de la Frontera. El proyecto, y sus reglas de juego, reconocen al patio como espacio desde donde va respirando la malla construida. Se destinan los patios para la relación entre las viviendas y accesos. Como si reconociéramos también en este gesto las historias de otros, las de la propia arquitectura con el imbricado y complejo mundo de las tramas vaciadas a través de patios, generando una edificación de volúmenes sutiles, de aristas vivas y planos tersos, solamente calibrados por las variaciones de su altura y por la variación de los planos de cubierta.

Giacomo Deluca_arquitecto, José Ramón Martínez Cañadas, Enrique Víctor Mengual — Concurso de ideas "Vmejo´"

Vista Patio

Bioclimatismo:

Giacomo Deluca_arquitecto, José Ramón Martínez Cañadas, Enrique Víctor Mengual — Concurso de ideas "Vmejo´"

Vista Interior

Doble orientación: permite una ventilación cruzada renovando el aire y control natural del clima.

Giacomo Deluca_arquitecto, José Ramón Martínez Cañadas, Enrique Víctor Mengual — Concurso de ideas "Vmejo´"

vista Interior

Vegetación: la vivienda se plantea con terraza ajardinada.

Energía solar: sistema de paneles de captación solar para el sistema ACS.

Captación de agua de lluvia: aljibes bajo la terrazas para la reutilización del agua de lluvia.

Pozos de ventilación: pozos de ventilación natural que aprovecha el terreno como intercambio de calor.

Envolvente térmica: envolvente de la vivienda con mucha inercia térmica y sin puente térmicos que evitan la aportación de calor del exterior.

OPVS Venice Store - Emanuel Cestaro

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The store (placed in San Polo 2671, Venice) is the first monobrand of OPVS, an Italian luxury goods house focused on bags and accessories. Was really challenging to design a store in Venice, starting from selection of the location. Everything in Venice is condensed in the touristic areas, even the entire city shine absolutely in a beautiful mood. And San Polo was perfect to locate this store. The brand, completely independent from the mainstream fashion labels fits perfectly in that area, slightly aside from the mainstream tourist flows.

Emanuel Cestaro — OPVS Venice Store

shooting by Alessandra Bello

Still with roots in the contemporary Industrial style, the store inspiration came also from the Italian modernist architecture in a monochrome palette of materials. A wall texture of chromed beams declare the tone of voice of the space, matching perfectly the black marble of the floor. The beams makes a vertical reflective striped surface that hold up the horizontal metal shelving system. All the perimetral furniture are hanged on the walls. The entire floor is in marquina marble to get the feeling of the water reflections during the night in Venice. Also the ceiling was covered with a reflective and textured black painting. I totally desaturated the environment of the store to reveals the radiance of the colors of the leather bags and to emphasize the the colors of Venice, outside the store.

Emanuel Cestaro — OPVS Venice Store

shooting by Alessandra Bello

Emanuel Cestaro — OPVS Venice Store

shooting by Alessandra Bello

Emanuel Cestaro — OPVS Venice Store

shooting by Alessandra Bello

Emanuel Cestaro — OPVS Venice Store

shooting by Alessandra Bello

Emanuel Cestaro — OPVS Venice Store

shooting by Alessandra Bello

Una Chiesa per Sesto Fiorentino - David Vezzosi

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Lasciando alle spalle la città di Firenze e percorrendo le direttrici che anticamente davano vita alla maglia centuriale nella Piana, passati gli abitati di Terzello, Quarto e Quinto, accarezzando le pendici del limite fisico e geografico del Monte Morello, arriviamo a Sesto Fiorentino. Nel corso del breve tragitto, sulle tracce di ciò che resta della storia, è facile notare come oggi la Piana si presenta agli occhi del visitatore manifestando il suo sistema caotico e superficialmente causale. Approfondendo la natura del luogo cogliamo quelle tracce che hanno dato origine e misura al territorio, che ancora oggi con forza, imponendo quasi un limite temporale tra l’evoluzione urbana e la tradizione, riescono a trasmettere gli antichi valori tra uomo e territorio.

David Vezzosi — Una Chiesa per Sesto Fiorentino

Sistema indefinito, questo, in cui i monumenti e le ville, un tempo generatrici del territorio e con esso in stretto rapporto, si presentano private di qualsiasi misura e rapporto con il territorio. Portando alla luce le tracce che la Grande Scacchiera ha impresso nella misura dei campi, riemergono anche i tanti rapporti che fin dagli Etruschi e fino al secolo scorso, l’uomo ha intrapreso tra pianura e montagna. Viale Gramsci, piccolo segmento della maglia centuriale, si è posto nel tempo come limite fisico tra la speculazione edilizia della metà del ‘900 e i monti che autorevoli si impongono come quinta prospettica alla Piana. La Villa in questo sistema paesaggistico si inserisce al centro del rapporto tra l’ultimo frammento inviolato di Pianura e il territorio intriso dei suoi valori rimasti inalterati, manifestati dalla presenza dei numerosi tumuli etruschi e dai solchi di aratro che, come cicatrici del tempo, segnano tutta l’area dettando una regola. È proprio al centro del rapporto tra ciò che anticamente era conosciuto, quindi la città, e l’infinito, ovvero il non conosciuto, che il progetto trova origine.

David Vezzosi — Una Chiesa per Sesto Fiorentino

Il centro parrocchiale trova la sua misura nell’acto romano, riportando alla luce con estrema chiarezza quelle proporzioni e misure che la centuriazione romana dettò nella storia. L’elemento fondativo del progetto è il recinto, preso nella sua natura di elemento di divisione, di limite e di chiusura tra la città e l’ignoto, che si manifesta proprio in quella parte di Piana in cui l’urbanizzazione moderna ha tralasciato ogni traccia e infranto ogni regola del passato. In analogia tra le più recenti necropoli etrusche, organizzate come veri e propri agglomerati di architetture e una cittadella fortificata medioevale, quindi tra città sacra e città dei morti, il progetto instaura un dialogo stretto con il territorio e la villa, chiudendosi a difesa nei confronti del caos in cui è immersa la Piana.

David Vezzosi — Una Chiesa per Sesto Fiorentino

Aggrappandosi alla strada che collega la villa alla strada e disponendosi ortogonalmente ai segni delle arature, il recinto protegge le attività parrocchiali con il solo volume dell’aula che, innalzandosi oltre la muraglia, annuncia la sua presenza alla Piana. Percorrendo la strada di accesso, entrando lentamente in rapporto con la villa ed i monti, come in un cammino purificatorio, il recinto si spezza dove l’Aula del tempio incontra la villa e il territorio.

David Vezzosi — Una Chiesa per Sesto Fiorentino

Così la “città sacra” si mostra, all’interno, come un chiostro di una certosa o una corte di un palazzo fiorentino nel quale si apre un vuoto che porta al centro del complesso parrocchiale il rapporto tra il sacro, l’aula e la storia, la villa e i monti, lasciando all’architettura il compito di togliere da questo rapporto il superfluo delle recenti urbanizzazioni.

David Vezzosi — Una Chiesa per Sesto Fiorentino

L’Aula diventa il “Dromos”, l’elemento che nega la centralità dell’impianto e porta il fedele dal dialogo con la tradizione al dialogo con la fede, manifestata dalla luce, discreta e pura, che cade da un taglio in copertura in corrispondenza dell’abside concludendo il percorso di fede.

David Vezzosi — Una Chiesa per Sesto Fiorentino

AWR EURegeneration - Luca Ariedi, Dario Moretto

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Understood as the recovery of natural regeneration. Recovery of harmony with the natural environment. The area has a strong environmental appeal accentuated by the presence of the Lake and Park EUR. The main features of the project are derived from the landscape and the urbis shape of Rome. the project ands to the shape of the city, not only for the architectural integration, but especially for the urban history and culture it represents.

Luca Ariedi, Dario Moretto — AWR EURegeneration

© Luca Ariedi & Dario Moretto

The connections between the city and area have been redesigned, increasing the ecological character. Rows of trees accompany the people within the area. The paths that connect the various buildings are covered by shelters that help the reading of the project. The material of the shelters is the corten steel, a material that refers to the naturalness of the trunks of trees. The access for cars is separate from the pedestrian-bicycle, located in the north of the project area.

Luca Ariedi, Dario Moretto — AWR EURegeneration

Luca Ariedi, Dario Moretto — AWR EURegeneration

Luca Ariedi, Dario Moretto — AWR EURegeneration


high density building. detroit - alonso + candaten, Marco del Bene

Residenze a basso costo - deamicisarchitetti

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Tema
Progetto di ricerca per la realizzazione di case a basso costo sviluppate in altezza ad alta performance energetica.

Programma
_ Sviluppo in altezza.
_ Costo massimo comprensivo di tutto pari a 1.500 euro/mq.
_ Classe energetica A+.
_ Flessibilità alloggi.
_ Favorire unità di vicinato.

deamicisarchitetti — Residenze a basso costo

Scelte progettuali
L’edificio presenta una forma allungata che consente di massimizzare la dimensione dei lati esposti nord/sud, ritenuta una risorsa importante per la vita dell’edificio stesso e dei residenti in quanto consente a tutti gli alloggi di avere il doppio affaccio. All’interno di un lotto generico la costruzione viene collocata programmaticamente con i fronti orientati a sud/nord, lasciando alla porzione basamentale verde (che contiene e maschera i box fuori terra – così da potersi realizzare senza scavi) ruotabile a piacimento il ruolo di ridefinire ogni volta il rapporto con la strada e con la città. L’edificio presenta una statificazione di livelli, a partire dal piano box (tramite un’incisione nel terreno che percettivamente radica al suolo l’’edificio) cui segue il piano degli ingressi e dei locali tecnici e successivamente un piano libero per attività collettive che si fonde con il giardino circostante ed evita lo sbarramento del naturale flusso delle brezze, aspetto rilevante per eliminare il fenomeno dell’’isola di calore tipico delle città. La distribuzione, per abbattere i costi e favorire l’interazione tra le persone prevede un solo corpo di scale baricentrico abbinato ad un collettore “tipo ballatoio” che consente l’accesso alle singole unità abitative. La dimensione dei ballatoi li rende simili a una strada sospesa offrendo ad ogni piano abitato un generoso spazio ad uso collettivo. Ogni piano è organizzato in fasce funzionali (distribuzione, asola tecnologica, aree di servizio, aree abitate) in modo da razionalizzare la costruzione, l’impiantistica e la distribuzione interna di ogni singolo alloggio. Le sistemazioni esterne prevedono la realizzazione di filari di alberi sul bordo del basamento verde verso strada al fine di eliminare cancellate e costituire un’efficiente barriera al rumore.

deamicisarchitetti — Residenze a basso costo

deamicisarchitetti — Residenze a basso costo

deamicisarchitetti — Residenze a basso costo

Al Girasole - Cristian Guizzo

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Erboristeria all’interno dell’ampliamento del Centro Commerciale Auchan a Mestre.

Cristian Guizzo — Al Girasole

Il progetto parte dalle esigenze del cliente di realizzare un punto vendita dalla forte riconoscibilità e luminosità, in contrapposizione alla immagine comune dell’erboristeria come negozio buio e un po’ polveroso.

Cristian Guizzo — Al Girasole

I materiali impiegati sono stati: il gres porcellanato in massa per il pavimento, il legno di di olmo per i mobili, l’mdf laccato lucido a poliestere per le basi e i fianchi dei mobili, il corian per i piani di lavoro e del banco cassa soggetti a maggiore usura.

Cristian Guizzo — Al Girasole

Per l’illuminazione sono stati istallati corpi a LED.

Cristian Guizzo — Al Girasole

Cristian Guizzo — Al Girasole

WTO Headquarter - deamicisarchitetti

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Tema
Ampliamento della sede attuale del WTO con nuovo edificio nel parco.

Programma
Palazzo a uffici e funzioni annesse.

deamicisarchitetti — WTO Headquarter

Scelte progettuali
_ Identità formale. Edificio-serra. Relazione con l’edificio esistente assimilabile a quella dei palazzi reali con i loro padiglioni nel parco. Ne consegue la preziosità del suo rivestimento esterno in marmo bianco che ricorda un pizzo lavorato.
_ Lobby. La permeabilità verso l’esterno, la sua quota rialzata rispetto al terreno, le funzioni ospitate e la sua configurazione dimensionale (altezza e profondità) ne fanno il luogo privilegiato della relazione con il paesaggio (lago e parco) e degli incontri tra le persone.
_ Articolazione volumetrica. Ogni funzione ha uno spazio caratteristico. Spazio fluido al piano lobby, spazio cellulare per gli uffici, spazio interstiziale (circolare e diagonale) per le funzioni di servizio. In sezione ogni livello sviluppa un suo mondo specifico per uso e carattere architettonico.
_ Gradienti di densità diverse in facciata. Differenti livelli di trasparenza e permeabilità sono individuati a seconda del livello di illuminazione e privacy richiesto dagli spazi retrostanti. L’edificio risponde ai requisiti energetici propri della “casa passiva”.

deamicisarchitetti — WTO Headquarter

deamicisarchitetti — WTO Headquarter

deamicisarchitetti — WTO Headquarter

deamicisarchitetti — WTO Headquarter

deamicisarchitetti — WTO Headquarter

deamicisarchitetti — WTO Headquarter

CAVALCAVIA BUSSA - SMNO

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Il cavalcavia si trova nella zona di Porta Garibaldi a Milano, di recente soggetta a rilevanti trasformazioni in termini architettonici. L’importanza e la centralità del quartiere a livello terziario, di trasporti e di centro direzionale hanno messo in moto un processo di sviluppo urbano caratterizzato dalla forte presenza di edifici per uffici, hotel, negozi e servizi di logistica legati alla mobilità.

SMNO — CAVALCAVIA BUSSA

La concezione ed il disegno del cavalcavia cercano di creare un luogo isolato dalla frenesia della città ma allo stesso tempo fortemente connesso con l’intorno. La proposta progettuale è stata ispirata dalla volontà di cambiamento riscontrata nel procedimento di progettazione partecipata condotto tra gli abitanti del quartiere, dal quale emerge un sentimento di riappropriazione dello spazio urbano.

SMNO — CAVALCAVIA BUSSA

Si è cercato pertanto di creare un luogo pubblico iconico e multifunzionale che sia in grado di riflettere la creatività ed il fermento culturale storicamente presenti nel quartiere Isola e nelle aree limitrofe, e di valorizzare, grazie alla sua rifunzionalizzazione, uno spazio che per molto tempo è stato percepito come una zona residuale adibita principalmente a parcheggio

SMNO — CAVALCAVIA BUSSA

SMNO — CAVALCAVIA BUSSA

SMNO — CAVALCAVIA BUSSA

SMNO — CAVALCAVIA BUSSA

Studio legale R&P Legal - deamicisarchitetti

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Tema
Ristrutturazione integrale di studio legale all’’interno di edificio storico ottocentesco.
Programma _ Separazione netta back office e front office.
_ Predisporre un collegamento anche visivo tra i diversi livelli che faccia percepire, anche se non vedere, l’’estensione del luogo ai visitatori.
_ Suddivisione dello spazio in piccole cellule operative.
_ Immagine rassicurante, di affidabilità e sicurezza.

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

Scelte progettuali
L’intervento si articola in due parti: una operativa, il back office, ed una pubblica, il front office. In questa logica di separazione funzionale degli spazi, il sistema distributivo assume particolare rilievo in quanto ad esso è assegnato il compito di “tenere insieme” le due parti anche sotto il profilo della percezione visiva. A questo scopo, attraverso una pavimentazione preziosa in marmo posato a casellario, gli spazi di ingresso confluiscono con continuità negli spazi di distribuzione, dominati dalla forte presenza scenica della scala che congiunge i due livelli degli uffici, realizzata anch’’essa con blocchi monolitici di marmo. Sotto il profilo del linguaggio architettonico si è ritenuto di poter soddisfare le istanze della committenza lavorando nel solco degli esempi degli interni milanesi borghesi degli anni.

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

deamicisarchitetti — Studio legale R&P Legal

Villa di pianura - deamicisarchitetti

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Tema
Casa unifamiliare con giardino all’’interno di lottizzazione ai margini della città.

Condizioni
_ Qualità e configurazione della recinzione esterna del lotto definita dal piano di lottizzazione.
_ Impossibilità di costruire ai margini del lotto.

deamicisarchitetti — Villa di pianura

Scelte progettuali
Nella genericità della città del suburbio, dove ogni luogo è simile all’’altro, dove l’’architettura è sempre diversa ma sempre uguale, dove i limiti, le soglie e i margini sono quelli burocratici del piano di lottizzazione, e dove le norme impongono di occupare il centro del terreno a disposizione, questa casa prova con forza a radicarsi nel contesto, a partire dal suo posizionamento per rompere la neutralità insediativa. Essa si spinge fino ai bordi del lotto e si schiaccia il più possibile verso la strada, così da generare situazioni urbane di diverso carattere e identità: a nord, un chiaro fronte urbano corredato di un “sagrato” di accesso in serpentino scisto, e, a sud, un’’ampia area a giardino. Il linguaggio architettonico, dominato dalla configurazione del tetto, si articola per assecondare queste condizioni. La sequenza di stanze (prive di distribuzioni ulteriori) delle case d’epoca e i grandi tetti spioventi delle vecchie cascine sono i riferimenti tipologici. Seminato alla veneziana e rovere termotrattato sono i materiali principali utilizzati per gli interni.

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura

deamicisarchitetti — Villa di pianura


Casa sul tetto - deamicisarchitetti

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Tema
Recupero di sottetto.

Programma
_ Massimizzare la superficie recuperata.
_ Realizzazione di residenze e uffici.

deamicisarchitetti — Casa sul tetto

Scelte progettuali
In luogo di una semplice ed acritica applicazione della normativa vigente, questo intervento di recupero di sottotetto a fini abitativi, si configura come una vera occasione, diretta e consapevole, per la realizzazione di una piccola architettura urbana. Il nuovo piccolo edificio, sviluppando il tema della casa sul tetto da un lato e quello del completamento dall’’altro, si articola in relativa autonomia, anche sotto il profilo tipologico e formale, rispetto alle specificità dell’’edifico sottostante. Tuttavia, nell’’assumere il suo partito decorativo ed i materiali tipici di quel periodo storico come matrice, anche cromatica, del rivestimento delle pareti e del tetto del nuovo volume, si è ricercato un nuovo carattere di continuità e di familiarità con la preesistenza, pur rimanendo all’’interno di un linguaggio architettonico schiettamente contemporaneo.

deamicisarchitetti — Casa sul tetto

deamicisarchitetti — Casa sul tetto

deamicisarchitetti — Casa sul tetto

deamicisarchitetti — Casa sul tetto

Salvanel - camposaz, Andrea Simon, campomarzio, anålogo, giovanni wegher, Massimo Bertoluzza, Giulia Cerrato, Giacomo Fumanelli, Mariella Gentile, Oliver Savorani, Daria Smirnova, Iulia Mihai Alexandra , sasa ciabatti, Valentina Comuzzi , Bruno Detassis, Alessandro Gentilin, Isabella Largajolli , Silvia Lucchesi , Ottavia Manzo, Jose Alberto Simon Montesinos, Meruj Rabei , Kire Stavrov, Emanuele Zampieri

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Camposaz is a workshop that takes place in the Valle di Primiero (TN) – Italy, in an area of great landscape value at the feet of the Dolomites. The aim of the workshop is to design and self-build wooden architectural objects for landscape enhancement. During the Camposaz workshop the participants are required to ideate and assemble wood constructions, following the thematic suggestions provided by the organizers and developing eco-friendly, practical and sustainable design projects. Camposaz is an initiative stemming from the collaboration between the Municipality of Transacqua (TN) and the cultural associations Aguaz and Campomarzio. This project has been realized in a small circular square, at the entrance of the village of Transacqua. The area, previously unutilized by local people, is characterized by a good sunlight exposure and is facing a mixed urban-natural context. Two independent wooden elements have been built on the square, dividing the space into two semi-protected areas. The first structure is opened towards the sun, whereas the second one is opened towards the landscape of the Dolomites. From the road it is possible to perceive some of the elements of the structures. The vantage points are multiplied: the new square is conceived to generate surprising spatial experiences.

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Vista generale

Camposazè un workshop nato dalla collaborazione delle associazioni Aguaz and Campomarzio e si svolge nella Valle di Primiero (TN), in un’area di grande valore paesaggistico ai piedi delle Dolomiti. Il workshop, aperto a giovani architetti e designer, prevede la progettazione e l’autocostruzione di manufatti in legno secondo suggestioni e tematiche fornite dagli enti organizzatori. L’obiettivo dell’edizione 2014 è stata la valorizzazione e rivitalizzazione di due aree del comune di Transacqua (TN). L’intervento si trova in una piccola piazza circolare alle porte del paese. L’area, scarsamente utilizzata dalla popolazione locale, gode di un’ottima illuminazione e si affaccia su interessanti scorci naturali ed antropizzati. Nella piazza sono stati posti due elementi indipendenti che dialogano fra loro, dividendo lo spazio in due aree semiprotette. Una struttura si apre verso il sole, la seconda si volge verso il paesaggio dolomitico. Dalla strada prospiciente sono percepibili sono alcuni elementi delle strutture I punti di vista si moltiplicano e la sosta nella piazza è un invito alla scoperta.

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Vista frontale

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Vista dall'alto

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Vista panoramica

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Vista verso la valle

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Dettaglio

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dettaglio

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Dettaglio

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Costruzione

Paola - SMNO

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Ristrutturazione di un alloggio di 70 mq c.a situato al piano rialzato di uno stabile sito a Collegno, Torino.

SMNO — Paola

Gli ambienti interni sono stati parzialmente riprogettati attraverso singoli interventi, come la demolizione di tramezzi tra zona giorno e cucina, mirati a garantire una confortante illuminazione. La nuova distribuzione vede l’ingresso sulla zona salotto, collegata con la zona cucina/pranzo, una camera matrimoniale ed un bagno.

SMNO — Paola

Particolare attenzione è stata data al rivestimento a pavimento, cercando di differenziarla a seconda dell’ambiente di utilizzo.

SMNO — Paola

SMNO — Paola

SMNO — Paola

SMNO — Paola

“Cavalcavia Bussa” Milano - Alessandro Gazzoni, Alessandro Franceschini, Marcello Dellarosa, Matteo Zamagni, andrea donini

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Più che un semplice ponte: certamente, superare la barriera ferroviaria è la ragione per cui il cavalcavia Bussa fu concepito e se, ieri, la mobilità veicolare portava ad oltrepassare frettolosamente l’ostacolo, ignorando i luoghi attraversati, quella ciclo-pedonale di domani offrirà l’occasione di farlo adagio, unendo usi, intrecciando relazioni, ricucendo paesaggi, innervando tessuti edilizi e sistemi di verde. Tuttavia, riqualificare questa infrastruttura significa anche poter intraprendere un processo più ambizioso ed articolato di quello, pur fondamentale, di suturare fisicamente brani di città: ciò in virtù del peculiare contesto urbano, oggi in piena metamorfosi, in cui il cavalcavia s’inserisce.

Alessandro Gazzoni, Alessandro Franceschini, Marcello Dellarosa, Matteo Zamagni, andrea donini — “Cavalcavia Bussa” Milano

Un contesto caratterizzato dalla presenza dissonante, ma al tempo stesso attraente ed energica, di molteplici situazioni: i tessuti edilizi tradizionali a sud, le nuove torri di Porta Nuova ad est, il quartiere Isola a nord e l’ampia area ferroviaria ad ovest, che, nelle giornate clementi, ha per fondale la quinta delle Alpi.

Alessandro Gazzoni, Alessandro Franceschini, Marcello Dellarosa, Matteo Zamagni, andrea donini — “Cavalcavia Bussa” Milano

Una complessità di luoghi a cui corrisponde una ricchezza di funzioni e di abitanti: attorno al Bussa, in un raggio di poche centinaia di metri, oggi convivono (e a volte confliggono) i residenti del quartiere Isola, storicamente uno dei più identitari ed inventivi di Milano, il modaiolo Corso Como, i city users che, continuamente, sbarcano e ripartono dalla stazione Garibaldi, gli impiegati che occupano i nuovi grattacieli: probabilmente, si tratta del brano di città dal carattere più eterogeneo e metropolitano di Milano, connesso a scala locale e territoriale da ogni forma di mobilità, trattandosi dello snodo intermodale più importante d’Italia.

Alessandro Gazzoni, Alessandro Franceschini, Marcello Dellarosa, Matteo Zamagni, andrea donini — “Cavalcavia Bussa” Milano

Ecco, dunque, che l’occasione di riappropriarsi del viadotto dismesso richiede una riflessione profonda sui sistemi di relazioni morfologiche, funzionali ed ambientali con cui ci si rapporta. Il Bussa può essere un tassello strategico, potenziale chiave di volta di un sistema complesso ed in piena transizione, in grado di innescare processi di riequilibrio e di consolidamento urbano ed ecologico, i cui benefici potranno riverberarsi su più scale. I criteri di progettazione illustrati nelle pagine a seguire muovono da questa consapevolezza di fondo e prefigurano un processo ideativo aperto, reversibile, da condividere con la cittadinanza: un percorso progettuale che può essere il manifesto di un nuovo modus operandi, incardinato su un metodo multiscalare, pluridisciplinare e partecipato, rispetto a cui il presente progetto, propone un primo scenario.

Alessandro Gazzoni, Alessandro Franceschini, Marcello Dellarosa, Matteo Zamagni, andrea donini — “Cavalcavia Bussa” Milano

Gli aspetti di carattere urbanistico, compositivo, programmatico, paesaggistico ed ambientale, di seguito esposti, condividono una serie di azioni strategiche di fondo, così riepilogabili: Attraversare e sostare: il progetto intende incrementare i flussi di attraversamento offrendo diverse opzioni di mobilità“dolce”; al tempo stesso, il movimento può, all’occorrenza, trasformarsi in sosta, facilitata dalla creazione di un circuito di ambiti in sequenza, a diversa “intensità d’uso”. Il cavalcavia si configura, in tal modo, come un ibrido fra la strada, la piazza ed il giardino. Strutturare lo spazio, riconoscendo, in funzione del contesto, vocazioni d’uso e scenari programmatici e di gestione, in relazione alle due situazioni spaziali di fondo che si riscontrano all’interno dell’area di progetto: il tratto longitudinale, corrispondente all’impalcato, e le due testate a contatto con i tessuti edilizi. Il cavalcavia può diventare, in tal senso, un contenitore di usi flessibili. Ricucire i paesaggi: la connessione, oltre che fisica, è anche percettiva. Le viste dall’interno dell’infrastruttura, al pari di quelle dall’esterno, verso di essa, suggeriscono di valorizzare l’ubicazione del cavalcavia, sospesa fra molteplici panorami, che spaziano dal contesto urbano all’arco alpino. Connettere sistemi ambientali: un altro prezioso livello di connettività, spesso sminuito, quando non completamente ignorato dal tradizionale approccio urbanistico, è quello di tipo ecologico: il cavalcavia può configurarsi come una vera e propria giuntura ambientale, uno stepping stone all’interno della rete verde che struttura l’ecosistema urbano.

Alessandro Gazzoni, Alessandro Franceschini, Marcello Dellarosa, Matteo Zamagni, andrea donini — “Cavalcavia Bussa” Milano

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Tema
Grafica informativa, orientativa e di comunicazione in sede aziendale.

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Scelte progettuali
L’’immagine degli interni dei luoghi del lavoro, al fine di soddisfare innumerevoli esigenze di natura normativa o procedurale, è spesso compromessa dalla stratificazione e sommatoria di singoli interventi grafici autonomi afferenti a competenze differenti. Il progetto nasce con la necessità di mettere ordine in questa babele di linguaggi (che peraltro mette a rischio le reale comprensione dei singoli messaggi) integrando i diversi sistemi di comunicazione in un unico universo di segni e materiali. Cartellonistica di sicurezza, bacheche divulgative, bacheche sindacati, avvertenze, segnaletica percorsi, nomenclatura ambienti, e identità luoghi specifici (pareti brand, totem, ecc.) sono ordinate a partire dalla separazione dei supporti: da un lato interventi puntuali, identitari e a grande scala su supporto murale, dall’’altra interventi diffusi e capillari tenuti insieme da un sistema “materiale” staccato leggermente dalle pareti realizzato in ottone fresato e con bacchette di metallo colorato, con il ruolo di “collegare” fisicamente e concettualmente le informazioni. Trattandosi di manufatti fortemente caratterizzati ciò consente di mantenere ben distinti i livelli di lettura e di conferire agli interni un’immagine unitarie e coordinata.

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