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Nuovo Stadio del Ghiaccio di Brunico - Sebastiano Provenzano , Luis Suarez Mansilla, Asier Santas Torres, Società di Ingegneria Astorino Italia S.r.l., Davide Gambino (Consulente architettonico Astorino Italia srl)

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“Nel gran cerchio de l’alpi, su ‘I granito  Squallido e scialbo, su’ ghiacciai candenti, Regna sereno intenso ed infinito Nel suo grande silenzio il mezzodí. Pini ed abeti senza aura di venti Si drizzano nel sol che gli penètra, Sola garrisce in picciol suon di cetra L’acqua che tenue tra i sassi fluí.” Giosuè Carducci

Sebastiano Provenzano , Luis Suarez Mansilla, Asier Santas Torres, Società di Ingegneria Astorino Italia S.r.l., Davide Gambino (Consulente architettonico Astorino Italia srl) — Nuovo Stadio del Ghiaccio di Brunico

La magia evocativa di questi versi sottende un approccio irrinunciabile al paesaggio montano,ormai ampiamente codificato da tutte le arti figurative, nel quale si verifica una perfetta corrispondenza tra paesaggio naturale, paesaggio antropico e caratteristiche culturali delle popolazioni insediate. Non si può sottacere il forte significato comunitario che assumono nella tradizione delle culture montane alcuni edifici emblematici ,che nel passato corrispondevano, tanto nei monasteri e nelle chiese, quanto nel castello o nel forte , luoghi riconosciuti da una intera comunità dispersa nelle valli circostanti. Questo accorrere di soggetti distanti in un luogo reso, dalla sua stessa funzione, emblema identitario per l’intera comunità ,come è noto, ha avuto cause e motivazioni variabili: da quelle militari a quelle religiose a quelle commerciali, se vi si includono fiere e mercati. Recentemente lo sport, in quanto attività che alimenta la passione e la partecipazione collettiva, si è fortemente proposto come occasione di identità comunitaria. Richiamata da questo si radunano, con modalità non dissimili da quelle dell’antichità, soggetti provenienti da aree anche distanti, costituendo così una nuovo “piazza” , un inedito “mercato”, un nuovo “castello”. Per aderire a questa immagine di luogo di adunanze in occasione di particolari eventi il progetto “imita” una piazza collocata su una piastra in posizione elevata raggiungibile da rampe e scale: simbolici pendii del paesaggio alpino In una specifica trasposizione delle forme, tipiche del paesaggio alpino, resa in una chiave astratta, metafisica, minimalista, sono anche riconoscibili altri tipici elementi della cultura della montagna: la piazza , nella fattispecie, il “plateau”, si identifica anche con le aie, luoghi sopraelevati esposti ai venti anch’esse luogo simbolico di lavoro e di abbondanza dove venivano trebbiati i grani e raccolte le erbe dei campi. Anche la copertura che sovrasta e incombe, resa in diretto rapporto percettivo con il “plateau” tradisce un elemento iconico dell’architettura rurale, per la quale non può che privilegiarsi- nella nota ambivalenza e contrapposizione inaugurata da Frank Lloyd Wright essere un edificio luogo “sotto un tetto piuttosto che tra mura”. Il tetto è infatti il simbolo massimo dell’artificio, dell’ingegnoso lavoro, della famiglia che i boschi costituiscono con l’uomo, donandogli il materiale grezzo da organizzare in mirabile struttura. Si è voluto quindi, in estrema sintesi, rappresentare, scevri da ogni tentazione mimetica, tre “materiali concettuali” che si traducono in specifiche citazioni paesaggistiche tratte dai luoghi del progetto: il “plateau”; la rampa quale ripido versante montano percorsi da uomini che ascendono; il grande tetto ( coinvolto in una riduzione metonimica) e caratterizzato da un materiale, il rame, tipico della tradizione e dotato di una patina parzialmente lucida in cui il paesaggio circostante si rifletterà, così per come descritto nei versi di Carducci, sereno, intenso, infinito.

Sebastiano Provenzano , Luis Suarez Mansilla, Asier Santas Torres, Società di Ingegneria Astorino Italia S.r.l., Davide Gambino (Consulente architettonico Astorino Italia srl) — Nuovo Stadio del Ghiaccio di Brunico

I motivi del progetto

Sebastiano Provenzano , Luis Suarez Mansilla, Asier Santas Torres, Società di Ingegneria Astorino Italia S.r.l., Davide Gambino (Consulente architettonico Astorino Italia srl) — Nuovo Stadio del Ghiaccio di Brunico

Il Campo di gara

La scala della città e la bassa densità del suo intorno definiscono un contesto architettonico e paesaggistico di elevata qualità, in cui artificio e natura in perfetta armonia appaiono come il risultato di un reciproco “patto di non belligeranza”. In questa logica, l’area assegnata per la futura costruzione del nuovo Palaghiaccio non rappresenta una eccezione. Situata al limite del consolidato urbano e prossima ad edifici pubblici è lambita da campi coltivati e boschi centenari che si perdono sullo sfondo delle montagne che circondano la valle. Questo luogo, e le sue peculiari condizioni funzionali e paesaggistiche domandano adesso una rinnovata identità fisica caratterizzata da una nuova icona architettonica tale da rappresentare Brunico e la sua importante tradizione sportiva. La strategia di progetto prevede un unico edificio integrato nel suo contesto naturale e cosciente della sua ubicazione al margine della città. Volumentricamente l’edificio è scomponibile in due elementi: il plateau che si configura come una grande piazza e che contine i campi da ghiaccio eil grande tetto che vuole determinarsi come un ogetto astratto, galleggiante sopra il plateau che copre il campo e le tribune principali dell’arena Questa suddivisione dei volumi esplicita formalmente la volontà di porre, per ragioni di praticità funzionale, le due piste alla medesima quota ribassata (m.-4,20), dando massimo risalto alla pista principale e nascondendo, sotto la piazza, quella da allenamento. La pista di allenamento, così per come previsto dal bando sarà pertanto coperta e del tutto indipendente da quella dell’arena sia dal punto di vista degli accessi che da quello impiantistico. La particolare configurazione prevista dal progetto, che prevede di utilizzare la copertura della pista di allenamento come piazza di accesso all’arena, ha inoltre reso possibile valutare anche l’ipotesi di chiuderne il perimetro con ampie poste lungo i versanti est e ovest. In assenza delle superfici vetrate la sicurezza e l’inviolabilità della pistà sarà garantita da un sistema di gelosie metalliche che consentono l’ingresso della luce naturale. La scelta di considerare la copertura come parte integrante del volume di progetto consente inoltre una considerevole economia di scala.

Sebastiano Provenzano , Luis Suarez Mansilla, Asier Santas Torres, Società di Ingegneria Astorino Italia S.r.l., Davide Gambino (Consulente architettonico Astorino Italia srl) — Nuovo Stadio del Ghiaccio di Brunico

Il campo allenamenti

Sistema di accessibilità e parcheggi

Sebastiano Provenzano , Luis Suarez Mansilla, Asier Santas Torres, Società di Ingegneria Astorino Italia S.r.l., Davide Gambino (Consulente architettonico Astorino Italia srl) — Nuovo Stadio del Ghiaccio di Brunico

Planimetria alla quota del plateau

Come si evince dalla planimetria generale, si prevede di posizionare l’edificio al centro dell’area di progetto sfalsando leggermente la piattaforma rispetto all’asse della strada di accesso che conduce dalla Via San Lorenzo al sedime di intervento. Una grande rampa inclinata connette il piano di campagna con la quota della piazza (+3,60) dalla quale è previsto l’accesso degli utenti premium, sponsor, stampa. La piazza è collegata inoltre da due scalinate poste a nord e a ovest de Dalla piazza saranno inoltre accessibili le attività commerciali a cui, è stata data grande visibilità così per come raccomandato dal bando di concorso. La piazza è pensata come un luogo in cui celebrare l’accesso dei tifosi al palaghiaccio e che nelle belle stagioni potrà ospitare eventi di entertainment connessi allo sport. Dalla Piazza attraverso i grandi lucernari sarà possibile vedere la pista da allenamento sottostante. La dotazione dei parcheggi richiesta è stata distribuita perimetralmente all’edificio saturando la richiesta del bando. Il parcheggio dei pullman è collocato nella porzione più prossima alla strada di accesso al lotto per facilitare l’accesso delle squadre. Dalla quota della piazza di accesso. Come meglio esplicitato in seguito, è stato reso possibile il collegamento con la Via del Bosco. Nel versante meridionale dell’edifcio una rampa connette il plateau con la quota 0,00.

Sebastiano Provenzano , Luis Suarez Mansilla, Asier Santas Torres, Società di Ingegneria Astorino Italia S.r.l., Davide Gambino (Consulente architettonico Astorino Italia srl) — Nuovo Stadio del Ghiaccio di Brunico

Planimetria alla quota dei campi

Organizzazione funzionale e distributiva dei vari livelli

Pianta a quota 3.60

Questo è il livello della grande piazza cui si accede tramite la rampa posta sul lato nord ovest e tramite due grandi scale poste a nord est e sud ovest. La Pavimentazione della piazza così come tutto il plateau è in cemento armato additivato con resina, al fine di conferire al materiale un aspetto omogeneo. La Piazza è messa in contatto visivo con il sottostante campo di allenamento, tramite una serie di lucernari quadrati. La piazza offrirà ai suoi visitatori un punto di vista privilegiato per amminare il paesaggio circostante e darà la possibilità di accedere all’arena e ai negozi. Sul fronte Est tramite un percorso protetto dallo sbalzo della copertura avviene il collegamento pedonale con la Via Villa del bosco. Dalla Piazza avranno accesso gli abbonati. Gli utenti premium e gli ospiti degli sponsor, le cui postazioni si trovano sempre al livello 3.60, potranno entrare sia dalla piazza che tramite scala interna o ascensore tramite gli accessi 2 e 4 posti a quota 0,00. Al livello 3,60, l’arena ospita, come si può evincere dalla planimetria, a nord le attività commerciali, cui è stato dato il massimo risalto e, protetta da un filtro vetrato,la zona premium che ospita un doppio livello per ampliare l’offerta di spazi. A Est trovano spazio gli stand per gli sponsor suddivisi come richiesto e a ovest la zona destinata alla stampa. Sui quattro lati questo livello è servito da 4 ascensori provenienti dalla quota 0 e da due scale interne. Il fronte Sud è libero per lasciare spazio alla vista, attraverso la grande vetrata del bosco. Sono inoltre stati previsti gli altri locali richiesti quali area fumatori, servizi ifgienici, spogliatoi e depositi. Un grande nastro vetrato, in cui sono serigrafati il nome e il logo della squadra di casa avvolge il perimetro dell’arena assicurando l’illuminazione naturale e il continuo confronto percettivo con il paesaggio circostante.

Pianta a quota 0.00

A questo livello è stata organizzata lungo i due lati lunghi dell’edificio la zona destinata ai parcheggi delle auto e, nella porzione più a N. dei pullman. A questo livello è quello con il maggio grado di complessità dei flussi de in cui si esplicita lo schema dei percorsi verticali che regolamenta i flussi interni di tutto l’edificio. Sono stati previsti sei accessi tre sul lato ovest e tre sul lato est tra loro speculari e che in planimetria sono stati numerati in senso orario. Gli accessi 1 e 6 che si aprono rispettivamente sui fronti est e ovest sono quelli deputati all’accesso dei tifosi. In particolar modo l’accesso 1 per i tifosi di casa non abbonati e l’accesso 6 per l’accesso dei tifosi della squadra ospite. Per ciascun accesso è stata prevista una biglietteria apposita. Gli accessi 2, 3,4 e 5 corrispondono ai sistemi di connessione verticale e sono tutti dotati di un vano scala e di un ascensore che conducono tutti al piano superiore posto a quota 3,60. Gli ascensori degli accessi 2 e 5 scendono fino al piano -4,20. L’accesso 2 è quello deputato all’accesso dei giocatori che potranno scendere al piano -4,20 per accedere agli spogliatoi e ai campi di gioco. L’accesso 3 è quello deputato a dare accesso alle tribune per gli sponsor; l’accesso 4 è deputato a dare accesso indipendente alla stampa, i cui slot sono collocati in corrispondenza a quota 3,60; l’accesso 5 è quello per gli utenti premium. Gli accessi 3;4;5 e 6 hanno in corrispondenza posti auto riservati alle diverse tipologie di utenza. Al suo interno la distribuzione del livello 0.00 è caratterizzata dalla presenza in posizione baricentrica tra il campo allenamenti e quello di gara della grande caffetteria, dotata di tutti gli spazi di servizio richiesti. A questo piano trova anche posto il kids lounge e perimetralmente alla sagoma del campo di gara tutti gli uffici, i servizi igienici e i depositi richiesti dal bando. In corrispondenza dell’accesso 6 è stata prevista l’isola per il noleggio dei pattini a cui è contigua la scala di accesso al piano di accesso alle piste poste a quote -4,20. A sud lungo il fronte corto dell’edificio sono stati posizionati due chioschi che si affacciano sulla pista e da cui sarà apprezzabile, attraverso la grande vetrata, il bosco della adiacente collina.

Pianta a quota -4,20

Questo è il livello a cui sono state impostate le due piste e a cui si accede attraverso le scale degli ingressi 2;3;4;5. Il piano è inoltre raggiungibile come già osservato attraverso la grande scala posta in prossimità dell’accesso 6. In questo piano trovano spazio tutti gli spogliatoi degli atleti e degli arbitri suddivisi secondo le prescrizioni del bando. È inoltre presente la sala fitness, illuminata da un sistema di lucernari la cui posizione è prossima al campo allenamenti per ovvie ragioni di praticità funzionale. Una rampa esterna consente a mezzi di servizio di accedere per la manutenzione dei macchinari e degli impianti la cui collocazione è posta in posizione baricentrica. La porzione sud è occupata dagli impianti di ventilazione in un locale dotato delle opportune aperture verso l’esterno. La pista di allenamento è illuminata da luce naturale proveniente sia dalle ampie aperture poste sui fornti est e ovest che zenitalmente dai lucernari di sezione tronco conica posti in corrispondneza della piazza superiore.

Scelte relative alla sostenibilità ambientale ed energetica, scelte materiche

Il territorio di Brunico ricade, secondo la classificazione della vigente normativa, nella zona climatica F. L’efficienza energetica nel progetto in questione è stata raggiunta tramite la successione di scelte di controllo del microclima e riduzione dei carichi interni, scelte di controllo termico passivo de infine, l’utilizzo di sistemi attivi. La complessità tipologica e strutturale dell’edificio destinato ha reso necessario l’utilizzo di strategie passive per il conseguimento dell’efficienza energetica in modo da rendere minimo l’uso di impianti per il raggiungimento dei livelli di comfort visivo e termo-acustico previsti dalle norme CONI. Lo studio effettuato sugli elementi dell’involucro del Palaghiaccio, è risultato di primaria importanza: gli elementi di opachi di chiusura verticale del plateau in calcestruzzo consentiranno di avere isolamento e sfasamento dell’onda termica; la grande superficie trasparente che perimetra gli spalti della pista principale è protetta a nord-est da un portico che conduce al percorso pedonale in direzione del bosco. Sugli altri versanti la superficie vetrata verrà protetta da un sistema di frangisole che limiterà l’ingresso dei raggi solari ai fini del miglioramento del comfort visivo. Sulla copertura del campo centrale, rivestita di lamelle di rame, si prevede l’istallazione di pannelli solari ibridi integrati, in grado di produrre energia elettrica e al contempo acqua calda per usi santiari. Ulteriore scelta progettuale volta al contenimento dei consumi di energia primaria è l’inserimento all’interno del solaio di copertura del plateau di camini solari capaci di illuminare la superficie di gioco del campo di allenamento con luce naturale. Tale soluzione già adoperata nei più moderni impianti sportivi al coperto, consentirà durante l’arco di un anno il risparmio del 70% di energia elettrica per l’illuminazione. L’integrazione del fabbisogno di illuminamento avverrà tramite lampade a LED. Le scelte progettuali si sono orientate verso la massima sobrietà nel numero e nella qualità dei materiali previsti dal progetto che si limitano ad essere il rame per la copertura del campo principale, e il cemento armato a facciavista per il plateau e dal vetro. Il materiale prescelto per il rivestimento della copertura è ricaduta su lastre di una lega metallica di rame e alluminio posato in lastre regolari di forma quadrata. Questa scelta è stata intrapresa non unicamente in ragione dell’effetto estetico ma sulla base delle eccellenti proprietà di riciclabilità, durabilità e economicità garantite dal materiale nonchè per via di un richiamo all’utilizzo tradizionale nelle coperture degli edifici delle zone montane. La superficie lucente dorata della copertura, che intende riproporre il giallo dei colori sociali della HC Val Pusteria, con il tempo si ammorbidisce nella tonalità diventando opaca piuttosto rapidamente dopo l’installazione, generando cosi una colorazione dalle tonalità calde e dalle caratteristiche uniche. Il cemento a faccia vista, considerato concettualmente come una pietra artificiale, è stato prescelto in ragione della sua economicità e delle proprietà di isolamento garantita dall’utilizzo di un sistema a cassetta con interposto isolante.


Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS) - Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli

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Il vecchio cimitero, a pianta rettangolare, è racchiuso da una cinta muraria su cui, al suo interno sono collocate delle lapidi.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

render 1

Il fronte dei loculi, opposti a tale cinta, è diviso in due parti dalla piccola cappella, i muri a monte e quelli a sud-ovest e nord-est ospitano loculi e tombe di famiglia.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

render 2

Lo spazio centrale è occupato da fosse per le inumazioni a terra.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

render 3

Il progetto prevede la realizzazione di un corpo staccato dall’attuale con un passaggio in quota che li colleghi. Il nuovo cimitero si configura come un complesso parzialmente ipogeo.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

render 4

L’elemento che caratterizza l’intero progetto è il recinto, un grande muro perimetrale rivestito in pietra che delimita lo spazio del dolore privato

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

render 5

Sul lato del recinto che guarda a valle il muro perimetrale piega al fine di creare tre rientranze, tre nicchie che ospitano ognuna un cipresso.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

render 6

Il collegamento tra il vecchio ed il nuovo cimitero assume un ruolo determinante, il percorso risulta essere inglobato nella montagna, protetto dal resto delle attività giornaliere ed aperto solo verso l’alto.

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render 7

L’accesso al cimitero principale è creato alla sinistra della cappella cimiteriale, parte di tale collegamento è realizzato al di sotto dell’attuale viabilità corrente a monte del cimitero.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

render 8

Il percorso che ne consegue, l’ultimo momento di “presenza” con gli affetti terreni, il tratto di riflessione e di preghiera per i propri cari, è protetto dall’esterno dagli alti muri perimetrali.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

render 9

Lungo questo percorso sono collocati una serie di blocchi monolitici in pietra da utilizzare come sedute, ove, sopraggiunta un poco di pace, sarà possibile in futuro ricordare anche con un sorriso i propri defunti, accogliere la morte come evento ineluttabile; lo spazio creato dietro queste sedute, le nicchie alle loro spalle, aiuteranno al raccoglimento ed alla serenità.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

pianta

L’accesso al luogo dei loculi, alla fine del percorso, avviene attraverso un portale che conduce nella zona del riposo eterno.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

prospetto sud-est e sezione F-F'

Lo scorrere dell’acqua nelle fontane, gli spazi verdi con cui si rapporteranno i loculi ed i visitatori, il verde sulla montagna, il vento tra i cipressi, sono condizioni per determinare la pace dell’animo del visitatore.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

sezioni A-A' e E-E'

I nuovi spazi del cimitero, anch’essi a pianta rettangolare, sono idealmente divisi dal proseguire del percorso d’accesso: la parte a monte presenta il luogo del deposito del feretro per la benedizione e l’ultimo saluto (oltre ai necessari servizi previsti dalla normativa in materia).

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sezione D-D' e prospetto nord-est

La parte opposta, verso valle, mostra invece le zone dei loculi, del riposo dei defunti, il verde del silenzio per la meditazione.

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sezioni B-B' e C-C'

Ogni zona, oltre a verde e un portico, ospita sessanta loculi, per un totale di centottanta, disposti su quattro file. La singolarità di tale dislocazione è che i blocchi dei loculi possono essere realizzati per stralci successivi.

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planimetria generale

Gli spazi verdi, i giardini delle rimembranze, sono collocati ad una quota inferiore rispetto alle campate e vengono inquadrati da pilastri formati dall’accostamento di quattro L in acciaio.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

il progetto nel contesto

In testa alle campate si affacciano sul corridoio d’accesso gli ossari utilizzabili anche come nicchie cinerarie per un totale di centoventi, quaranta per ogni campata.

Ermes Barba, Studio Ermes Barba & Mauro Salvadori Architetti Associati, Massimo Sandrinelli — Ampliamento del Cimitero di Ponte Caffaro (Bagolino, BS)

schizzo di studio

Hinca a te Nati - N!03 [ennezerotre]

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Nella monumentale “Storia delle Accademie in Italia”, Michele Maylander scrive che l’Accademia dei Catenati di Macerata è da considerarsi “uno dei più antichi cenacoli letterari d’Italia”, cui va riconosciuto un ruolo di rilievo nella rinascita culturale promossa in Italia centrale nella seconda metà del sec. XVI. Attiva ancora oggi, l’Accademia dei Catenati è tra le pochissime accademie italiane che possono vantare una continuità plurisecolare. La data di fondazione è il 2 luglio 1574, quando un gruppo di letterati maceratesi si raccolse intorno a Gerolamo Zoppio – professore di poetica, retorica e filosofia morale nell’Università di Macerata – per dare corpo ad una Accademia vagheggiata da molti anni. Il nome “Catenati” deriva dall’immagine della ”Cathena d’oro distesa dal cielo alla terra” descritta da Omero nel Libro VIII dell’Iliade, assunta come simbolo della congiunzione delle cose umane con quelle celesti, dell’attrazione che il cielo esercita sulla terra, dei diversi gradi di elevazione culturale e morale raffigurati dagli anelli d’oro della catena ascendente. L’Accademia, il cui scopo fu fin dagli inizi “lo studio delle belle lettere, delle arti ” nonché il “ragionare delle scientifiche cose”, raggiunse ben presto notevole fama, entrando autorevolmente nelle questioni linguistiche e letterarie allora dibattute, promuovendo e pubblicando opere letterarie, richiamando letterati di diversa provenienza, sviluppando rapporti con altre Accademie, agli inizi soprattutto senesi e bolognesi. Dell’Accademia dei Catenati hanno fatto parte nel tempo eminenti letterati, artisti e studiosi come Torquato Tasso (che nel 1587 sottopose personalmente al giudizio dei Catenati la Gerusalemme Liberata), Giovanni M. Crescimbeni, Vincenzo Monti, Terenzio Mamiani, Niccolò Tommaseo, Antonio Rosmini e, in anni più vicini, Lino Liviabella, Maria Montessori, Vincenzo Cardarelli, Enrico Medi, Giuseppe Tucci. Dopo un periodo di relativa inattività tra la fine dell’800 e la prima metà del ’900, l’Accademia dei Catenati ha ripreso nuovo slancio nel secondo dopoguerra per iniziativa, tra gli altri, di Ferdinando Lori, Mario Moretti, Dante Cecchi, e prosegue ancor oggi con molteplici iniziative nell’impegno di promozione culturale. La videoinstallazione sull’antica accademia letteraria maceratese dei Catenati coadiuva l’interpretazione degli stemmi presenti in sala raffiguranti le imprese di alcuni nobili eruditi. Un monolite orizzontale è posizionato nell’area della sala dove sono esposte a parete le 25 tele. La sua superficie specchiante su tutti i lati riflette le opere e i suoi contenuti insieme al resto dell’ambiente.

N!03 [ennezerotre] — Hinca a te Nati

In the monumental “History of Acadamies in Italy”, Michele Maylander wrote that “l’Accademia dei Catenati” (The Academy of the Chain) in Macerata is considered to be “one of the most ancient literary circles of Italy”, and is recognized as having an important role in the cultural rebirth of central Italy during the second half of the 16th Century. Still active today, the “Accademia dei Catenati”is one of the very few Italian academies that can claim a centuries-long continuity. It was founded on July 2, 1574 when a group of Macerata writers united around Gerolamo Zoppio, a professor of poetry, rhetoric and moral philosophy at the University of Macerata, to solidify a long cherished academy. The name “Catenati”(Chain) derives from the image of “the gold chain hanging from heaven to earth” described by Homer in Book VIII of the Iliad, taken as a symbol of the connection between humans and heaven, of the attraction that heaven holds for earth, and of the different levels of cultural and moral elevation represented by each of the gold links of the rising chain. The Academy, whose scope from the beginning was “the study of fine literature, of the arts” as well as “scientific thought ”, quickly became famous, authoritatively joining in discussions on linguistics and literature being debated; promoting and publishing literary works; attracting scholars from different backgrounds; and developing relationships with other academies, in the beginning particularly with those in Siena and Bologna. Over it’s history the “Accademia dei Catenati” was home to many prominent writers, artists, and scholars such as Torquato Tasso (who in 1587 presented his “Jerusalem Delivered” for the review by the academy), Giovanni M. Crescimbeni, Vincenzo Monti, Terenzio Mamiani, Niccolò Tommaseo, Antonio Rosmini and more recently, Lino Liviabella, Maria Montessori, Vincenzo Cardarelli, Enrico Medi, and Giuseppe Tucci. After a period of relative inactivity between the end of 1800s and the middle of the 1900s, the “Accademia dei Catenati” was reinvigorated after WWII through the efforts of Ferdinando Lori, Mario Moretti and Dante Cecchi and continues today with many different cultural initiatives. The video installation about the ancient literary academy of Macerata assists in the interpretation of the coats of arms present in the hall depicting the exploits of several noble scholars. A horizontal monolith is positioned in the area of the hall where 25 canvases are displayed. Its fully mirrored exterior reflects the works and their contents, as well as the rest of the space.

N!03 [ennezerotre] — Hinca a te Nati

N!03 [ennezerotre] — Hinca a te Nati

N!03 [ennezerotre] — Hinca a te Nati

CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA - studio castellana.architetti

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Concorso di progettazione bandito dalla diocesi di PIAZZA ARMERINA

studio  castellana.architetti — CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA

studio  castellana.architetti — CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA

studio  castellana.architetti — CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA

studio  castellana.architetti — CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA

studio  castellana.architetti — CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA

studio  castellana.architetti — CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA

studio  castellana.architetti — CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA

studio  castellana.architetti — CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA

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studio  castellana.architetti — CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA

studio  castellana.architetti — CA'_PARROCCHIA DI SANTA LUCIA A ENNA

University residence - Costa Zanibelli associati

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Architectural report This work refers to the restructure of an existing building and the construction of a new one for the making of residential area for university students. The existing building is planned as a hotel with single rooms whilst the new building has been developed in apartments, each one for four students.

Costa Zanibelli associati — University residence

Front - Viale Isonzo

On the residential floors there are common areas. In Viale Isonzo, as example, there is a first floor with a living room, a study and reading room and a winter garden.

Costa Zanibelli associati — University residence

court

On the second level there is another relax area and on the third floor there is a gallery overlooking the lower floors. These common areas are the main aggregation places for the residents. In the main entrance at Viale Isonzo 21 there is a porter’s lodge and the security areas. This project is aimed to guarantee efficiency and comforts at the university compus including both cultural and recreational services as well as the administrative and technological ones.

Costa Zanibelli associati — University residence

Viale Isonzo 21 Area 3747,98 mq Viale Isonzo 23 Area 3458,91 mq Underground parking Area 1556,30 mq Car parkings 49 Disable car parkings 2 Motor-cycle parkings 4

Costa Zanibelli associati — University residence

Ground floor parking Area 60,5 Car parkings 4 Total parking Area 1616,80

Costa Zanibelli associati — University residence

Costa Zanibelli associati — University residence

Costa Zanibelli associati — University residence

Costa Zanibelli associati — University residence

Costa Zanibelli associati — University residence

Study room

Costa Zanibelli associati — University residence

Entrance hall

Costa Zanibelli associati — University residence

Costa Zanibelli associati — University residence

Front - Viale Isonzo

Costa Zanibelli associati — University residence

Front - Viale Isonzo

Costa Zanibelli associati — University residence

Entrance hall

Costa Zanibelli associati — University residence

Wintergarden

Costa Zanibelli associati — University residence

Wintergarden

Costa Zanibelli associati — University residence

Wintergarden

Costa Zanibelli associati — University residence

Hall

Costa Zanibelli associati — University residence

Costa Zanibelli associati — University residence

Costa Zanibelli associati — University residence

Students apartment

Costa Zanibelli associati — University residence

Students apartment

Costa Zanibelli associati — University residence

Costa Zanibelli associati — University residence

Costa Zanibelli associati — University residence

Costa Zanibelli associati — University residence

Students apartment

Costa Zanibelli associati — University residence

Clinic Post Thowela (Malawi) - pars_architetti (Paola Addis - Roberto Senes)

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pars_architetti (Paola Addis - Roberto Senes) — Clinic Post Thowela (Malawi)

South

pars_architetti (Paola Addis - Roberto Senes) — Clinic Post Thowela (Malawi)

East

pars_architetti (Paola Addis - Roberto Senes) — Clinic Post Thowela (Malawi)

west

pars_architetti (Paola Addis - Roberto Senes) — Clinic Post Thowela (Malawi)

north

pars_architetti (Paola Addis - Roberto Senes) — Clinic Post Thowela (Malawi)

plan

pars_architetti (Paola Addis - Roberto Senes) — Clinic Post Thowela (Malawi)

@foto AfricaSottosopra Onlus

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VILLA AL MARE - Stefano Ippolito, Angela Della Pace

La Bataglia di San Martino e Solferino - N!03 [ennezerotre]

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L’installazione video è stata realizzata in occasione del rinnovamento del Museo di San Martino della Battaglia e ripercorre attraverso il racconto multimediale la vittoria dell’esercito franco-piemontese sulle truppe austroungariche. L’installazione si gioca su due proiezioni: una verticale che si dispiega su una superficie multipla composta da tanti rettangoli di diverse dimensioni accostati gli uni agli altri, l’altra proiettata su un piano inclinato costituito da un rilievo altimetrico stilizzato del territorio in cui la battaglia si è svolta. Nella proiezione verticale numerosi dipinti ottocenteschi mostrano le scene e i dettagli degli scontri, nell’altra la grafica animata ricrea gli spostamenti delle truppe tra i fiumi Mincio e Chiese, mentre una voce fuori campo recita alcune testimonianze dirette tratte dai resoconti di un giornalista-soldato dell’epoca.

N!03 [ennezerotre] — La Bataglia di San Martino e Solferino

This video installation was created in the occasion of the renewal of the Museum of San Martino della Battaglia and recounts, through multimedia supports, the victory of the Franco-Piedmontese army over the Austro-Hungarian troops. The setup consists of two projections: a vertical one, that spreads over a multiple surface made of several juxtaposed rectangles of different sizes, and the other projected onto an inclined plane shapes as an altimetry map of the battlefield. The vertical projection shows a number of 19th century paintings of battle scenes, while animated graphics in the other projection show the movement of the troops between the Mincio and the Chiese rivers. A voiceover gives some first-hand accounts taken from the reports of a soldier-journalist of the time.

N!03 [ennezerotre] — La Bataglia di San Martino e Solferino

N!03 [ennezerotre] — La Bataglia di San Martino e Solferino

N!03 [ennezerotre] — La Bataglia di San Martino e Solferino


Nuovo insediamento universitario presso l'Arcispedale Sant'Anna. Cona - Studio Montanari & Partners S.r.l., Gabriele Nizzi, diego astuto, daniela landi

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Assecondando le richieste dell’Università il progetto si pone come sintesi soluzioni particolari volte a perseguire, in prima istanza, gli obiettivi funzionali, estetici, di sicurezza e rispetto normativo, di dotazione tecnologico-impiantistica, di sostenibilità ambientale, di gestione e manutenzione indicati nel DPP.

Studio Montanari & Partners S.r.l., Gabriele Nizzi, diego astuto, daniela landi — Nuovo insediamento universitario presso l'Arcispedale Sant'Anna. Cona

vista del nuovo edificio nel contesto

Dal punto di vista dell’inserimento nel contesto ristretto si rileva una criticità in merito alla posizione dell’area oggetto di intervento in rapporto alla forma di insieme dell’ospedale. La simmetria generale della forma urbana di insieme richiede una relazione bilanciata tra la corte a C che si affaccia sulla strada (sul lato opposto a quello dell’intervento) e il nuovo edificio. Per questo motivo il progetto proposto ripropone, in modo speculare, una situazione analoga, con l’intenzione anche di valorizzarne la funzione pubblica.

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vista dall'alto

La sintesi progettuale dispone appunto ogni elemento considerato nella migliore condizione possibile per sé e ai fini di una corretta interazione con gli altri. Si è ritenuto quindi di valorizzare le caratteristiche ergonomiche delle aule necessarie per la migliore fruizione in condizioni ordinarie (visione convergente, linea di visibilità, gradonate, foyer) e straordinarie (via di fuga). Allo stesso modo gli studi e gli uffici rappresentano un ambiente di lavoro che richiede particolari condizioni di confort legate alla luminosità degli ambienti, alla condizioni termo-igrometriche, ma anche alla possibilità di vedere il paesaggio. In relazione a ciò risultano critiche le modalità distributive degli ambienti e l’orientazione degli affacci. Così la migliore conformazione delle aule determina un andamento circolare che consente di collocare l’edificio che ospita gli uffici e gli studi con un orientazione ottimale ai fini della gestione dei fattori legati alla radiazione solare e con benefici per l’illuminazione naturale e la visibilità del paesaggio. Nello stesso tempo nella parte concava dello sviluppo volumetrico si realizza uno spazio di qualità, una sorta di piazza, in grado di dialogare con quello che si trova dall’altra parte della strada.

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concept

A questo punto le esigenze di programma intervengono introducendo una variazione “tettonica” nell’assetto generale. Tale variazione si manifesta sollevando una parte della piazza in modo da generare un varco di ingresso e facendo posto anche alla biblioteca. In questo modo i gli scaffali e la sala lettura vengono a trovarsi in posizione riparata, sotto uno strato di terreno e all’interno di una cavità, protetti. La grande zolla di prato invece continua a svolgere la sua funzione di spazio pubblico e in aggiunta determina un nuovo collegamento tra la strada e gli spazi del primo piano, dove ci sono le sale di studio dedicate alle attività libere degli studenti. Attraverso il movimento tettonico della copertura della biblioteca inoltre si realizza un ulteriore collegamento con l’area verde posta a ovest dell’edificio e raggiungibile anche dagli spazi di distribuzione principali.

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pianta piano terra

I materiali impiegati, con riferimento a contenuti archetipici, sono due: il legno (da sempre materiale da costruzione e ora particolarmente indicato per assolvere a problemi di sostenibilità) e il laterizio (nella forma di argilla trafilata, essiccata e cotta, tradizionalmente impiegato per soddisfare delle necessità costruttive in zone pianeggianti e vallive, prive di altri materiali da costruzione, materiale di cui il ferrarese gode di grande disponibilità e di cui ha fatto ampio utilizzo in tutte le forme e lavorazioni possibili – cotto ferrarese); il legno viene impiegato come materiale costitutivo dei sistemi strutturali (pilastri, travi e solai), il laterizio come sistema di rivestimento dei fronti dell’edificio alto (il mattone); in entrambi i casi le tecniche che ne sottendono l’uso fanno riferimento a paradigmi di assemblaggio a secco di componenti fabbricati fuori opera e installati mediante operazioni meccaniche reversibili di concezione evoluta. Le superfici vetrate svolgono sia la funzione di “cerniera” tra i volumi accostati, per conservare la continuità di involucro, che la funzione di “filtro” tra l’ambiente esterno e quello interno, ove necessario per le esigenze i illuminamento degli ambienti, sempre per confermare la continuità dei percorsi interno-esterno, quando è utile per offrire la vista del paesaggio, in taluni casi per mostrare all’esterno ciò che accade all’interno.

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pianta piano primo

L’edificio aule e sale studio

Le aule da 400 e da 200 posti (anche nella configurazione 200+200 posti o 100+100 posti) si conformano secondo esigenze di ergonomia e fruizione in modo da realizzare file concentriche convergenti verso la posizione della cattedra e con progressivo innalzamento della quota di pavimento procedendo verso il fondo, per consentire anche alle ultime file una buona visione del relatore e dello schermo di proiezione o della lavagna. Le aule da 400 e 200 posti si trovano tutte al piano terreno e sono dotate di adeguati sistemi di vie di esodo sia per le condizioni di normale fruizione che per le situazioni di emergenza. Al primo piano, servite da un percorso con affaccio sul livello inferiore, si trovano le aule da 50 posti. Tutte le aule sono dotate di impianto di videoproiezione fissa, impianto audio, lavagne in acciaio ceramicato per la scrittura con gessi, sedute fisse con sedile e tavolino frontale ribaltabili e tutte possono essere oscurate, utilizzando tendaggi interni, per eseguire videoproiezioni.

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sezioni

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prospetti e sezioni

Al primo piano in prossimità delle aule didattiche da 50 posti, delle sale studio e dello spazio “libero” per studenti, sono previsti i locali da destinare a esami orali e i laboratori informatici. La distribuzione in quota è aperta sul piano terreno e consente una visione generale del complesso. Sono previsti ampi locali da adibire allo studio individuale e un’area “lounge” per la sosta degli studenti e dell’utenza in generale. Tale spazio polivalente è fruibile sia individualmente che in piccoli gruppi e affaccia direttamente sulla copertura a prato della biblioteca, consentendo, in condizioni di tempo favorevole, una fruizione integrata di spazi interni ed esterni.

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vista dell'ingresso principale

Il sistema strutturale è in legno lamellare con sistema di giunzione tra gli elementi in acciaio. Il sistema di posa in opera prevede operazioni “a secco” di assemblaggio e montaggio di componenti predisposte in officina. Tutta la struttura è a vista all’interno degli spazi abitabili e, quasi per la totalità, protetta dal sistema di involucro. Fuoriescono dal sistema di involucro piccole porzioni di estremità di alcune delle travi principali: a nord per coprire gli spazi esterni dell’ingresso principale, a ovest come elementi di schermatura delle aule. Il sistema di copertura ipotizzato prevede la formazione in intradosso di un assito con faccia inferiore a vista, al quale vengono sovrapposti una membrana con funzione di freno al vapore, gli strati di materiale isolante (termo-acustico) e la lamiera metallica in lega di zinco, posata e lavorata per formare il sistema di tenuta all’acqua. Si prevede l’impiego di un sistema di facciata continua a taglio termico con telaio portante e profili esterni in legno di rovere lamellare. La struttura lignea, oltre ad un valore estetico aggiunto, migliora il livello di comfort termico dell’edificio rispetto ad una tradizionale struttura in alluminio o acciaio, riducendo il surriscaldamento per irraggiamento solare nei mesi estivi e il consumo energetico nei mesi invernali. La facciata continua in legno inoltre garantisce nel tempo un maggior isolamento acustico e minori dilatazioni dovute alle escursioni termiche. La facciata continua prevede l’utilizzo di un reticolo a montanti e traversi da assemblare in opera, con mostra frontale della struttura da 50 mm. La facciata sul lato nord-est è realizzata con la tecnologia della “doppia pelle” al fine di migliorare l’isolamento termico e acustico. Ciò in relazione all’orientazione dell’affaccio (nord) e dell’adiacenza con il percorso stradale. La facciata sul lato sud è schermata da un sistema di “brise soleil” in cotto atta a proteggere gli ambienti interni dall’irraggiamento estivo.

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vista dalla copertura verde

Edificio biblioteca e ristoro

L’area ristoro è collocata in posizione di massima visibilità su strada, accanto al’ingresso principale. Il locale gode di un accesso anche dall’atrio interno e dall’ingresso posteriore (tramite percorso di servizio e locale deposito al piano interrato). L’area può essere agevolmente attrezzata con un lungo banco, tavoli e posti a sedere. All’interno dell’edificio è comunque prevista una zona per distributori automatici di bevande calde (con adduzione idrica) e fredde nonché di snack. L’accesso alla biblioteca didattica è previsto al piano terreno, dal grande atrio di distribuzione. Passando attraverso l’area di accoglienza e un varco di controllo si procede in leggera discesa lungo un piano inclinato fino alla sala di lettura, collocata in posizione ribassata rispetto al piano terreno (-2.80 m). Essa è composta da:uno spazio di accoglienza/prestito dotato di banco con due postazioni operatore e parete trasparente di separazione dalle sale di lettura; due uffici di cui uno singolo e uno doppio;sale di lettura e di esposizione a scaffale aperto con uno sviluppo di oltre 1.000 metri lineari utilizzabili anche per esposizione di periodici e dotate di 60 posti a sedere; due stanze per studio di gruppo con 4 posti a sedere in ciascuna stanza; spazio separato per servizi fotocopie/stampe; spazi consultazione risorse on-line con 12 postazioni.

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vista della palazzina uffici

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connessione fra i due edifici

Il sistema strutturale è in legno lamellare con sistema di giunzione tra gli elementi in acciaio. Si tratta di colonne cilindriche (con con anima di rinforzo in acciaio) opportunamente disposte per sostenere un telaio reticolare a maglia triangolare non complanare. La struttura a triangoli ha proprio la funzione di assecondare l’irregolarità della superficie di copertura, che si dispone a raccordo tra la quota di marciapiede e il primo livello. Tutta la struttura è in vista e completamente protetta dal sistema di involucro. Il sistema di copertura ipotizzato prevede la formazione in intradosso di un assito con faccia inferiore a vista, al quale vengono sovrapposti una membrana con funzione di freno al vapore, gli strati di materiale isolante (termo-acustico) uno strato bitume-polimero rinforzato poliestere di tenuta all’acqua e un sistema di verde intensivo leggero su supporto drenante realizzato con pannelli preformati in poliuretano. Il verde intensivo leggero (Giardino Pensile) mira ad estendere sulla copertura una soluzione simile ad un giardino tradizionale su terra. Si tratta di un sistema di inverdimento che richiede una manutenzione frequente, regolare e con apporti irrigui e nutritivi costanti ma che consentono elevate prestazioni di accessibilità, fruibilità, con una valenza estetica determinante. Oltre a ciò la realizzazione di un giardino pensile permette di beneficiare di tutti i vantaggi solitamente accomunati alle soluzioni di inverdimento di coperture più leggere (dette a verde estensivo o “Tetto Verde”).All’interno del sistema di copertura sono integrati dei lucernari triangolari atti a consentire un apporto di luce naturale zenitale.

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vista dall'ospedale

Edificio studi e uffici amministrazione

Sono previsti uffici amministrativi da assegnare alla Scuola di Medicina, agli ulteriori Dipartimenti universitari presenti presso il Polo Ospedaliero e ai manager didattici (ufficio 2/3 postazioni facilmente raggiungibile dall’utenza). Sono complessivamente presenti tre uffici singoli, una sala riunioni per circa 15/20 persone e, nello spazio residuo, uffici con doppia postazione (4/5 studi doppi).

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vista generale

Il sistema strutturale qui ipotizzato è in legno lamellare con sistema di giunzione tra gli elementi in acciaio. Tale sistema consente di mantenere un elevato grado si flessibilità nella distribuzione degli studi e degli uffici (uffici singoli, doppi, “open-space”).Il sistema proposto prevede la realizzazione di una struttura a telaio interamente in legno (anche i solai), irrigidita in corrispondenza del corpo scala. La ridotta profondità del corpo di fabbrica consente di disporre gli elementi verticali lungo il perimetro lasciando completamente libero il piano. Sul fronte sud dell’edificio si prevede l’impiego di un sistema di facciata continua a taglio termico con telaio portante e profili esterni in legno di rovere lamellare.Oltre a ciòè prevista una struttura accessoria con funzione schermante realizzata attraverso un sistema di mensole in acciaio, collocate in corrispondenza dei montanti, atto a sostenere delle doghe in legno, montate di taglio in modo da realizzare una adeguata schermatura orizzontale all’irraggiamento del fronte finestrato, lasciando però filtrare la luce. Il sistema si caratterizza inoltre per il fatto che le mensole portano anche una leggera intelaiatura che serve da supporto a essenze rampicanti a foglia caduca. In questo modo, oltre alla schermatura fissa, la componente vegetale contribuisce, nel periodo estivo, a proteggere il fronte dell’edificio e a mantenerne fresca la superficie, mentre d’inverno, l’assenza di foglie consente di beneficiare degli apporti gratuiti. La spaziatura compresa tra il fronte vetrato e l’intelaiatura con l’essenza rampicante è percorribile per le operazioni di manutenzione del verde e per la pulizia delle parti vetrate della facciata.

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auditorium

Il fronte est dell’edificio è caratterizzato da una facciata vetrata con sistema di schermatura verticale in doghe di legno. Le parti vetrate sono costituite da semplici serramenti montati in arretramento dal filo di facciata (poggiano sull’estradosso del solaio inferiore e sono fissati all’intradosso del solaio superiore). Il sistema schermate fisso è ancorato alle teste dei solai.

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vista interna biblioteca

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vista interna biblioteca2

Sostenibilità

  • La conformazione dell’insieme plani-volumetrico evidenzia una sistemazione del piano principale di sezione che, a partire dal fronte che affaccia sulla strada, in perfetto allineamento ad essa, rotea fino a disporsi perfettamente lungo l’asse est-ovest, orientamento sul quale giace l’edificio alto (il mattone); tale articolazione consente di disporre l’affaccio principale dell’edificio, che ospita gli studi e gli uffici amministrativi, verso sud ottenendo così le migliori condizioni di irraggiamento; su queste basi, il sistema tecnico di facciata ipotizzato, permette di beneficiare degli apporti solari gratuiti nel periodo invernale e di proteggersi da quello estivo, senza dover introdurre elementi accessori schermanti mobili e di complicata manutenzione; contemporaneamente le sale studio fruiscono dei benefici di affaccio ad est (protetto da uno sporto di gronda aggettante) e le aule di un apporto da ovest schermato dagli elementi strutturali fissi verticali nel periodo estivo;
  • Tutti gli accessi al fabbricato sono “filtrati” da un elemento a “bussola” per evitare che, con l’ingresso/uscita delle persone, si determini il collegamento diretto interno-esterno, inficiando così le predisposizioni atte alla conservazione dell’energia termica; gli accessi sono dotati altresì di protezioni laterali e superiori atte ad difendere gli utenti dalle intemperie nelle fasi in ingresso/uscita dall’edificio; inoltre sono previsti spazi esterni, con protezione superiore, per consentire di rimanere all’aperto anche in condizioni di cattivo tempo in corrispondenza delle sale studio e del locale di ristoro; infine occorre considerare l’intero spazio interno di distribuzione, sui due livelli di sviluppo, come luogo comune alle funzioni allocate in cui si fondono e interferiscono i percorsi e i flussi delle diverse tipologie di utenza e perciò spazio filtro per eccellenza;
  • Sulla copertura dell’edificio alto è prevista la collocazione di sistemi fotovoltaici ad alto rendimento, perfettamente orientati e integrati nell’architettura;
  • Data la dimensione dell’intervento, non è prevista l’installazione di sistemi di cogenerazione, ma si evidenzia il fatto che l’impiego di pompe di calore con scambio idrotermico è riconosciuta come fonte rinnovabile e perciò altrettanto efficiente ed efficace in chiave di razionalizzazione e risparmio di energia;
  • Il progetto fa uso intensivo del legno, in quanto materiale a ridotto impatto ambientale e ad alta riciclabilità, come elemento strutturale lasciato a vista e come componente costitutivo dei telai di facciata continua o a nastro (montanti e traversi) e dei serramenti interni;
  • Presenza di spazi “rappresentativi della sostenibilità”: gli studi e gli uffici, affacciano a sud con una superficie di facciata trasparente (elevata visibilità verso l’esterno) realizzata con montanti e traversi in legno, protetta da accessori schermanti costituiti da doghe lignee, sistemate di taglio, e da una struttura di supporto appositamente prevista per ospitare essenze vegetali rampicanti a foglia caduca (schermano d’estate e consentono di beneficiare degli apporti gratuiti di inverno); la copertura della biblioteca con il sistema tecnico a verde intensivo con possibilità di fruizione da parte dell’utenza, contribuisce alla coibentazione termica del sistema di involucro e a stabilizzare, con effetto inerziale, i valori di temperatura superficiale interna e del sistema di tenuta all’acqua (aumentandone la durabilità), svolge funzione di ritenzione idrica mitigando le sollecitazioni dei sistemi di smaltimento dell’acqua piovana, elimina l’effetto “isola di calore” e, al contrario, partecipa a temperare la temperatura dell’aria; gli spazi interni di distribuzione dell’edificio aule: il volume, finito internamente in legno (travi e tavolato di intradosso), tende alla forma sferica (la sfera è il volume con il miglior rapporto di forma ovvero quello che, a parità di volume, possiede la minore superficie disperdente) e quindi a minimizzare le esigenze di energia primaria per la climatizzazione;
  • All’esterno dell’edificio, in prossimità dell’ingresso principale, sono previste aree per il parcheggio delle biciclette con disponibilità di prese d’aria compressa per gonfiare i pneumatici e punti per le ricarica di biciclette elettriche; all’interno dell’edificio, sotto la gradonata che collega le aree esterne a est e a ovest del’edificio, è previsto un locale attrezzabile per la raccolta differenziata dei rifiuti, in modo tale che sia possibile collocare direttamente nell’atrio i differenti punti di raccolta collegati ai contenitori posti nel locale rifiuti;
  • L’illuminazione naturale viene valorizzata e sfruttata in ogni circostanza, potendo controllare anche i fastidiosi effetti di abbagliamento determinati dall’incidenza diretta della radiazione luminosa solare

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corridoio di distribuzione aule

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schema sostenibilità

Darwin 1809-2009 - N!03 [ennezerotre]

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Attraverso due videoproiezioni, la prima collocata a parete e la seconda su un grande planisfero di metallo, il visitatore può scoprire il periodo temporale in cui diverse specie di ominidi sono vissute e i luoghi geografici dei principali ritrovamenti. Questi dati vengono mostrati con l’ausilio di una grafica dinamica animata da una barra temporale interattiva: il movimento del cursore lungo una scala millimetrata corrisponde allo scorrere del tempo e alle diverse fasi evolutive. La grande proiezione a parete abbina ai nomi degli Ominidi alcuni ritrovamenti ossei e crea un dialogo tra reperto tridimensionale e multimedialità.

N!03 [ennezerotre] — Darwin 1809-2009

With these two video projections, the first on a wall and the second on a large metal planisphere, the visitor can glance at the period of history in which various species of hominids lived and the sites of the main finds. These data are shown with the help of a dynamic graphics, animated by an interactive time bar: the movement of the cursor along a millimetre scale corresponds to the passage of time and the various phases of evolution. The large wall projection shows a number of bones retrieved next to the names of the hominids , thus creating a dialogue between the three-dimensional finds and the multimedia projection.

N!03 [ennezerotre] — Darwin 1809-2009

N!03 [ennezerotre] — Darwin 1809-2009

N!03 [ennezerotre] — Darwin 1809-2009

L'anima sensibile delle cose - N!03 [ennezerotre]

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La mostra monografica “Lanima sensibile delle cose”è dedicata al lavoro di deepdesign, atelier milanese di progettazione di design e industrial design creato da Matteo Bazzicalupo e Raffaella Mangiarotti. Nell’allestimento sono esposti sei oggetti che ripropongono la filosofia di ricerca del gruppo, caratterizzata da un approccio umanista verso la tecnologia mediato da una poetica naturale. I sei oggetti sono accompagnati e animati da videoinstallazioni proiettate in pianta che riproducono l’ombra dell’oggetto esposto. L’ombra si muove dolcemente lasciando volare via parole e piccoli elementi che sottolineano le caratteristiche di forma e progetto dell’oggetto a cui si riferiscono.

N!03 [ennezerotre] — L'anima sensibile delle cose

The monographic exhibition “L’anima sensibile delle cose” (“The sensitive soul of objects”) is dedicated to the work of Deepdesign, a Milanese industrial design studio created by Matteo Bazzicalupo and Raffaella Mangiarotti. Six objects, that illustrate the research ethos of the group, characterised by a humanist approach to technology and natural poetics, are on display. The six objects are accompanied and animated by video installations projected from above that reproduce their shadows. The shadow moves gently, wafting away words and small elements that underline the characteristics of shape and design of the object it refers to.

N!03 [ennezerotre] — L'anima sensibile delle cose

N!03 [ennezerotre] — L'anima sensibile delle cose

N!03 [ennezerotre] — L'anima sensibile delle cose

N!03 [ennezerotre] — L'anima sensibile delle cose

N!03 [ennezerotre] — L'anima sensibile delle cose

N!03 [ennezerotre] — L'anima sensibile delle cose

Luminescienza - N!03 [ennezerotre]

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Ogni giorno il mondo si interroga sul problema dell’esaurimento delle fonti energetiche. L’osservazione di noi stessi è il punto di partenza per capire come realmente siamo e come viviamo. Seguendo questo spunto concettuale la lucciola diventa il simbolo delle risorse di energia alternative, la metafora poetica e delicata di una fonte energetica pulita, primitiva, che potrebbe scomparire in breve tempo. Una piccola lucciola che insieme a tante altre “accende” una luce su noi stessi, su come ci muoviamo, su come e quanto consumiamo, su cosa siamo in grado di fare con l’energia e su cosa potremmo fare per non sprecarla

N!03 [ennezerotre] — Luminescienza

Public concern about the shortage of energy sources is increasing everyday. Looking at ourselves is a first step to understand how we really are and how we live. Following this conceptual cue, a firefly becomes the symbol of alternative energy sources, the poetic and delicate metaphor of an energy source that is clean, primitive and that could soon disappear. A small firefly that together with many others, “switches on” the light we need to see how to move, how and how much we should consume, what we can do with energy and what we could do not to waste it.

N!03 [ennezerotre] — Luminescienza

N!03 [ennezerotre] — Luminescienza

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N!03 [ennezerotre] — Luminescienza

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Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale - Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto

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Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Prospettiva frontale

Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Pianta piano terra

Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Pianta piani 1°,2° e 3°

Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Pianta piano 4°

Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Pianta piano 5°

Renata Guadalupi Architetto, Vincenzo De Vivo Architetto — Complesso immobiliare a destinazione residenziale e commerciale

Pianta delle coperture

Casa NF - Sergio Virdis

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Un appartamento su due livelli che richiedeva apertura degli ambienti e ottimizzazione degli spazi distributivi. L’utilizzo di colore insieme a materiali “caldi” e luminosi ha reso la casa maggiormente vivibile e adatta alla più giovane proprietà.

Sergio Virdis — Casa NF

Sergio Virdis — Casa NF

Sergio Virdis — Casa NF

Sergio Virdis — Casa NF

Sergio Virdis — Casa NF

Tra città e campagna - N!03 [ennezerotre]

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N!03 rivisita il buon vecchio carosello… ovvero: ricordiamoci di quando le pubblicità televisive erano innanzitutto dei racconti, e come in questo caso, cinema. Tratto da “la lepre e la tartaruga”, una gemma pubblicitaria Pirelli di medio metraggio intrisa degli anni ‘60 che la videro sugli schermi. Un format assolutamente impensabile per i tempi televisivi odierni. Per questo motivo, N!03 ha pensato di “continuare” questo racconto e farlo proseguire sino ad oggi attraverso la sua elaborazione formale, nell’espansione su quattro schermi sincronizzati ed affiancati, in una rivisitazione attuale. Al tempo stesso, le informazioni riguardanti la cultura e la società dell’epoca ci vengono trasmesse intatte ed anzi, esagerate nei connotati, nella linea grafica di questo formato dilatato e nel remix a cui sia l’audio che il video vengono sottoposti. In questa rivisitazione non mancheranno le interruzioni pubblicitarie al prodotto stesso pubblicizzato, il cinturato Pirelli. Pubblicità nella pubblicità.

N!03 [ennezerotre] — Tra città e campagna

N!03 revisits the good old advert… that is: remember when TV adverts were, first and foremost, stories, and in this case, cinema.. Taken from the “hare and the tortoise”, a medium length gem of an advert made by Pirelli in the 60s. A format that nowadays would be absolutely unthinkable. That is why N!03 has decided to “continue” this story up until the present day, in a modern format, on four synchronised screens placed side by side. At the same time, information regarding the culture and society of those times is transmitted intact, if anything, exaggerated in its connotations, the graphic line of the enlarged format and audio and video remix. However, it will not lack interruptions to advertise the product Pirelli is promoting, a radial ply tyre. An advert within an advert.

N!03 [ennezerotre] — Tra città e campagna

N!03 [ennezerotre] — Tra città e campagna

N!03 [ennezerotre] — Tra città e campagna

N!03 [ennezerotre] — Tra città e campagna


Scuola di musica di Bressanone - Cez Calderan Zanovello Architetti

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Das städtebauliche Projekt für die Bebauung des Priel Areals nutzt das leicht nach Norden ansteigende Terrain, um einen künstlichen Geländesprung zu schaffen, der, in der sonst flachen Topographie der Altstadt Brixen, einen unerwarteten Niveauunterschied hinzufügt. Die bereits gebaute freie Treppe neben der „Vertikale“ inszeniert diese künstliche Verschiebung des Stadtbodens nach oben und wird, nach der Realisierung des neuen Stadtparks, ein großartiges Gefälle auf den neuen Marktplatz bilden. Das Gebäude der neuen Musikschule und des Probelokals übernimmt und erweitert das Thema der Verdoppelung der Niveaus. Die Ebene des Platzes und die des Stadtparks überlagern sich. Von der Parkanlage ausgehend, schiebt sich eine Plattform zum Platz hin; ein gläsernes, zweigeschossiges Volumen, auf dem ein weit auskragender Baukörper lagert, durchdringt die Plattform und lässt um das Gebäude herum eine öffentliche Galerie entstehen, die von oben eine einmalige Betrachtung auf den Platz, der Altstadtsilhouette und in weiter Ferne auf die Bergflanken des Brixner Beckens bietet. Obwohl die beiden geplanten Nutzungen von außen gut erkennbar sind und für jede ein getrennter Eingang vorgesehen ist, erscheint das Gebäude als ein einheitlicher Baukörper. Dieser Neubau soll ein gemeinsames Haus der Musik und ein Begegnungsort für unterschiedliche Musikrichtungen werden. Bei der Gestaltung der Fassade wird das Thema des Vorhanges der nahen „Vertikale“übernommen. Allerdings steht die raue und matt-mineralische Oberfläche der Musikschule als Kontrapunkt zum schimmernden textilhaft-metallischen Erscheinungsbild des Turms. Vorgeformte und eingefärbte Betonelemente übersähen die Fassade und bilden ein netzartiges Relief mit unterschiedlichen Tiefen und Dichten. Die Breite der Masche des Betongewebes ist variabel, um auf der Fassade eine Schichtung entstehen zu lassen, welche die Horizontalität des Gebäudes gegenüber der Vertikalität des Kletterturmes nochmals betont. Vor den Fenstern der Unterrichtsräume werden die „Fasern“ des Fassadengewebes schlanker, um mehr Licht in die Räumen durchsickern zu lassen. Tagsüber erkennt man die Tätigkeit im oberen Baukörper kaum, während sie abends unerwartet und ausdrucksvoll in Erscheinung tritt –ähnlich wie in der Vertikale.

Cez Calderan Zanovello Architetti — Scuola di musica di Bressanone

Das Innere des Gebäudes ist durch eine Konstellation von vier markanten, unterschiedlich gestalteten und visuell miteinander verbundenen Gemeinschaftsräumen charakterisiert – sie sind von der reichen architektonischen Tradition der Stadt Brixen hergeleitet. Die Abfolge von Lauben, Hallen und Durchgänge im Erdgeschoss bindet alle Nutzungen des Hauses und nimmt Bezug auf die verflochtenen Erdgeschosse der Altstadt. Ein zentraler Lichthof schneidet alle drei Stockwerke vertikal durch, ein nach Süden gebogener Reflektor lenkt die Sonnenstrahlen nach unten und schenkt dem Gebäudeinneren, trotz der relativ großen Tiefe, ein abstraktes, diffuses Licht, das an die Stimmung der Innenhöfe der Brixner Kaufmannshäuser erinnert. Vom Foyer auf Platzniveau führt eine von zwei Wänden seitlich umschlossene breite Treppe zu der von Licht durchfluteten Halle im ersten Obergeschoss. Sie ist das Herz der Musikschule: ein sich über zwei Stockwerke erhebender Raum, der seitlich Licht vom oberen Innenhof empfängt und das Orientierungs-, Verteil- und Kommunikationszentrum des Hauses bildet. Treppen und Laubengänge führen senkrecht und waagrecht durch diesen Saal. Dank des seitlichen Lichthofs, der verglasten oberen Fassade zum Innengarten und der zum Theatersaal offenen Loge ist man optisch mit jedem Bereich des Gebäudes verbunden. In zweiten Obergeschoss sind die meisten Unterrichtsräume untergebracht. Diese umrahmen den zentralen Innenhof, der genau die Maße des unteren Theatersaals hat. Somit wird das Auditorium, trotz seines geschlossenen Charakters, als gestalterische Matrix des Gebäudes wahrgenommen. An drei der vier Seiten des Hofes verlaufen die Erschießungsgänge, die zu den einzelnen Klassenräumen führen. Die umliegende Stadt tritt zurück und nur die fernen Bergspitzen ragen über die unterschiedlich geneigten Dächer des Innenhofes empor. Die Atmosphäre ist die eines Kreuzganges – in sich geschlossen und von der Außenwelt geschützt. In der schönen Jahreszeit lässt sich die Verglasung öffnen und Wärme und Düfte des geschützten Gartens können in den Innenraum gelangen. Ein Holzpodium im Zentrum des Innenhofes bietet Platz für kleine improvisierte Aufführungen im Freien.

Cez Calderan Zanovello Architetti — Scuola di musica di Bressanone

Inquadramento

An der östlichen Grenze des Areals verläuft die öffentliche Passage, welche den Platz mit der neuen Einstellhalle verbindet. Eine Abfolge von unterschiedlichen Raum- und Lichtstimmungen begleitet das „Auftauchen“ von der unterirdischen Garage auf den Marktplatz. Nachdem man das Auto abgestellt hat, gelangt man zuerst in einen zweigeschossigen bedeckten Außenraum. Das Licht und die Geräusche des Parks werden von der oberen Galerie gefiltert. Vom Ausgang aus der Tiefgarage führt eine Treppe direkt zur Grünanlage. Man kann auch den offenen Saal durchqueren und sich vom eindringenden Außenlicht in die Altstadt leiten lassen – kurz vor der Mündung auf dem Marktplatz, auf der rechten Seite der öffentlichen Passage, gewährt eine Glaswand Einblick in das Foyer des Auditoriums. Die Raumproportionen ändern sich in diesem letzten Abschnitt der Passage, sie wird niedriger und gleichzeitig breiter, um den Übergang zum freien Platz effektvoll zu gestalten.

Cez Calderan Zanovello Architetti — Scuola di musica di Bressanone

Cez Calderan Zanovello Architetti — Scuola di musica di Bressanone

Cez Calderan Zanovello Architetti — Scuola di musica di Bressanone

Pianta piano terra

Cez Calderan Zanovello Architetti — Scuola di musica di Bressanone

Pianta secondo piano

Cez Calderan Zanovello Architetti — Scuola di musica di Bressanone

Sezione

Footbridge Ribja Brv - Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot

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It is often believed that Plečnik was inspired by Venice and its bridges in his rearrangement of Keller’s concrete river bed of Ljubljanica. What exactly Plečnik had in mind, we do not know today but one thing is certain: due to Plečnik’s interventions the ambience and layout of Ljubljanica riverside has a Venetian flair. As in Venice, Plečnik envisaged and placed several new bridges over the river. Two of them, namely the Triple Bridge and the Shoemakers’ bridge, were realized as public areas, new public spaces, which were liberated from the river and given to the citizens. Plečnik also planned and partially realized the bridge access for the Butchers’ bridge and the ‘’Fishmarket ‘’ footbridge (the footbridge between Ribij trg square and Gerber stairway). While the recently built Butchers’ bridge has a modern image, the Fishmarket footbridge awaits its new solution. What should, therefore, this footbridge be like? Plečnik already determined its width with his arrangement of the riverside, while the river determines its length. Taking into consideration the formal language of the neighboring bridges, the Shoemakers’ bridge and the Triple Bridge, which are designed in a “Neo-Renaissance” manner of plasticity, we can assume that Plečnik’s footbridge would have been formally rich and prominent. Would he have built it as a decorated concrete deck or as a shallow arc construction? Who knows? Out of respect to the memory of the master and his artistic authority, the idea of linking the two squares, the Congress and the Fishmarket square, an unfulfilled desire for a long time. It was not until the wooden temporary arrangement was set up, which was initiated by the students of architecture from Ljubljana, and proved to be a courageous and, at the same time, a non-controversial deed. It pointed to the vital necessity of the new bridge connection, but at the same time – due to its temporary nature – it did not offend the legacy of the great master. That is why people did not judge its aesthetic aspects but merely praised its usefulness. Over the years the wooden construction of the bridge has decayed, so a new, permanent solution has to be found. What should therefore the new footbridge be like? If we are looking for a solution in the new spatial and program formats, then the possibilities are countless; and vice-versa, if we want to emphasize simplicity and discretion, all solutions are pointing toward a single final solution. The question arises, how to realize Plečnik’s idea? Should one design a prominent authorial object with a strong presence in the river corridor, or just the opposite, a discreet, quiet architecture, which dwells over the river almost as an immaterial idea of a bridge? Both solutions are possible and legitimate. tion, therefore, to place a transparent, elegant footbridge of minimalist design over the river, one which will allow unobstructed views along the river but at the same time connect both banks as a wide viewpoint over the river. Our aim was to design a bridge that has a construction as thin as possible, and bridge railing as transparent as possible. In this project we used all our previously gained experience with steel construction design and realization, as well as the use of new materials and technologies. As mentioned, in this kind of approach all solutions lead towards a final form, where it is impossible to take anything away or further thin down the construction and thus the shape. This makes solutions of this kind similar and the achievements are measured in terms of centimeters and decagrams – while in terms of form, despite the small differences – they contribute to the elegance of the design. Statically speaking, the footbridge is a frame construction with the horizontal element comprising a thin steel box, fastened into the vertical element represented by a concrete pillar on the right bank of Ljubljanica River. On the opposite side, at Makalonca, the steel pylon is simply leaning on the bank with two elastic beds. The steel deck resembles a shallow ‘’V’’ in cress section, the deck measures 25 meters in length and 3.4 meters in width, with construction height of only 50 centimeters. Towards the edges, the deck narrows to mere 25 centimeters, which gives it a very elegant look. The shallow triangular cross-section of the deck sets up a dynamic visual dialogue with the views from the river. From a distance, we first see the bridge as a thin side ridge with one of the lower suspension panels of the deck. The latter is, as we are approaching the bridge, widening visually and developing under the bridge an entire view of the bridge deck. Finally it narrows to a perception of one of the bridge panels. The deck in its lowest point almost touches the central arcade opening of Plečnik’s Makalonca façade and is removed from it with a distance. The deck is off-white in color which corresponds perfectly with the surrounding riverside area, while at the same time the reflections from the river create a play of light and shadow on the lower surface of the bridge. Together with the mentioned visual dynamics it gives the bridge an interesting kaleidoscopic feeling. In connecting the deck to the shore and designing the fastening and setting up beds we decided for an ‘’archeological’’ approach. In this way we preserved the original appearance of the existing shore facades, (although they are in parts minimally covered by diagonal profile of the bridge deck). For this purpose the foundations and the beds are concealed behind façade surfaces – near Makalonca the bridge deck is set on a bed which is installed behind Plačnk’s façade and are, when necessary, accessible via revision shafts covered by the pavement of the riverside promenade. It is a simple, yet innovative solution to the problem, leaving the façade intact, in case this bridge will be replace with yet another solution in the future. The bridge surface is inserted into both shores between Plečnik’s decorative fence made of terrazzo. The walking surface over the steel construction is multi-layered: epoxy layers with mid-layer of electric heating foil, and upper layer made of profiled Aluminum profiles, which are anodized in light grey color (a relatively new solution but nonetheless used several times in urban footbridges).

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Arhitektura d.o.o., Peter Gabrijelčič, Boštjan Gabrijelčič, Gregor Cipot — Footbridge Ribja Brv

Neugestaltung Wagramer Straße - Arriola & Fiol , EGKK Landschaftsarchitektur

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KONZEPTION& STRATEGIE Nur sehr selten ergibt sich die Gelegenheit, ein Teilgebiet von Wien so tiefgreifend umzugestalten und die Stadt von Grund auf erneut mit der Landschaft zu verbinden. Die Bebauung der Wiener Ringstraße, welche die ehemalige Stadtmauer ersetzte und Wien mit einem Kranz von prachtvollen, öffentlichen und privaten Gebäuden ausstattete, hat die städtische Entwicklung beträchtlich verbessert. Auf der anderen Seite ging dadurch aber auch ein gewisses Maß an Landschaft (Natur) verloren. In den letzten Jahrhunderten wurde die Natur immer weiter aus der Stadt gedrängt und ist heute teils gar nicht mehr vorhanden; gerade auch in Transdanubien. Die Donau, ihre Landschaft und Wien sind untrennbar miteinander verbunden. Wir meinen, dass die Neugestaltung der Wagramer Straße und des Czernetzplatzes eine große Chance darstellt, um der Stadt die Landschaft zurückzugeben. Das Umland der Großhauptstadt des ehemaligen österreichisch-ungarischen Kaiserreiches ist keine wilde, natürliche Landschaft, sondern eine Landschaft, die über Jahrhunderte hinweg vom Menschen bearbeitet und gestaltet wurde – eine anthropogene Landschaft, eine ‘Landscape of Man’. Das Mosaik von (Acker)Feldern aus unterschiedlichen Anpflanzungen und Farben, im Kontrast zur Großstadt, hat eine Vielzahl an großen Kunstschaffenden inspiriert. Diese Landschaft soll zukünftig weiter in die Stadt eindringen und auf dem neuen Boulevard der Wagramer Straße und am Czernetzplatz spürbar werden. Es entsteht eine erneute Verbindung von Urbanität und Natur. Die Vegetation der Stadt, die urbane Morphologie, wird eine Kontinuität mit der Umgebungslandschaft erhalten. Die Anordnung der Felder und Parzellen stimmt mit den Ackerfeldern des flachen Wiener Umlandes überein und stärkt dadurch die große städtische Achse der Wagramer Straße als neues, soziales und kommerzielles Zentrum sowie Ort der Begegnung von Kagran / Transdanubien. Die Übereinstimmung von Struktur und Morphologie, Proportion und Maßstäblichkeit mit der Genese des Gebietes verleiht dem Gestaltungsvorschlag eine gemeinschaftliche Stärke. Die Baumpflanzungen, welche die begrünten und befestigten Parzellen begleiten, fügen sich selbstverständlich in die ursprüngliche Donaulandschaft ein. Die im Projekt vorgeschlagenen Gestaltungsfelder (‘Parzellen’) werden von unterschiedlicher Materialität und Textur sein, die Grünparzellen werden mit pflegeleichten Stauden und Ziergräsern bepflanzt. Die unterschiedlichen Ausrichtungen überlappend, begleiten lineare Baumgruppen den Fußgänger entlang des neuen Boulevards und begrenzen zugleich Verweilbereiche, Wege vor Gebäuden, Schanigärten, Kinderspielbereiche oder temporäre Verkaufsflächen im Freien. In der Längsansicht sieht man wie die Gebäude zum Hintergrund / zur Kulisse der mehrschichtigen, linearen Baumbepflanzung werden. Am Czernetzplatz erlauben der breitere Querschnitt und die vorhandene Topographie die Ausgestaltung einer Landschaft von größerem Ausmaß. Es wird eine Anpassung des bestehenden Geländes durch Ausbildung von etwa 50cm hohen Geländeterrassen vorgeschlagen. Diese Terrassen begünstigen die Anordnung von ruhigem Kinder- bzw. Erwachsenen-Spiel und von Wasserelementen, die den Höhenunterschied nutzen. Auf diese Wiese wird der vorhandene Erdwall in die Parzellenstruktur des Gebietes eingebunden. Der Gestaltungsvorschlag beschränkt sich zwar auf den definierten Projekt-Perimeter. Die Ausbildung des öffentlichen Raumes im vorliegenden Projekt wird aber unbedingt im Zusammenspiel mit der multimodalen ÖV-Station Kagran und dem umliegenden Straßengeflecht von Kagran verstanden. Das urbane Leben, die sozialen Interaktionen ereignen und häufen sich, wenn eine kontinuierliche Beziehung zwischen Gebäuden und dem öffentlichen Raum besteht. Nach unserem Verständnis besteht das vorrangige Ziel der Stadtentwicklung darin, Kontinuität zu schaffen, um soziale Beziehungen und den Handel zu beleben. Die eigens entworfene, städtische Möblierung wird aufgrund ihrer einfachen Instandhaltung gut angenommen werden. Die Ausstattungselemente sind schlicht, langlebig, klassisch, einheitlich und freundlich. Die gleichen Eigenschaften sind für die ausgewählten Beleuchtungselemente zutreffend, welche die Vorgaben der europäischen Gesetzgebung für Lichtabstrahlung und Lichtverschmutzung beachten.

Arriola & Fiol , EGKK Landschaftsarchitektur — Neugestaltung Wagramer Straße

GESTALTUNG Ziel des Entwurfes ist die Neugestaltung des Stadtraumes mit einer attraktiven Wagramer Straße und einem Czernetz-Platz mit hoher Aufenthaltsqualität für die Stadtbewohner und -besucher. Verborgene Qualitäten und Sichtbeziehungen werden gestärkt, die Straße erhält ihre Bedeutung wieder. Die begleitenden Teilräume werden zu Stadträumen mit hoher Freiraumqualität aufgewertet (Czernetzplatz, Vor’platzln’ & Vorbereiche bei Standesamt, Hotel, Gastronomie etc.). Generell sind die neu zu gestaltende Bereich als robuster und vielseitig nutzbarer ‘Stadtboden’ (Gehsteig und erweiterte Gehsteigbereiche mit Aufenthalt) mit Grünqualität konzepiert. In der Siebeckstraße vor dem Standesamt ensteht ein gut dimensionierter Verweilbereich. Geht man auf der Wagramer Straße Richtung Norden schwingt die Gehlinie immer wieder leicht und der Gehsteig erweitert sich zu kleinen, gestalteten Vorplätzen vor den relevanten Erdgeschoßflächen (Hotel, Kleinhandel, Gastronomie, Wohngebäude). Der Czernetzplatz wird zu einem grünen Platz umgestaltet. Er wird eine wesentliche Aufwertung für das städtische Leben im Umfeld bringen. Neben offenen Platzflächen finden sich hier Bereiche für ruhiges Spiel Jung & Alt, Rasenflächen zum Relaxen und ein Wasserspiel. Durch den Entwurf erhält Kagran eine zeitgemäße Überarbeitung der Wagramer Straße, die aber die vorhandenen Strukturen respektiert. Die Qualitäten der Stadt bleiben erhalten bzw. werden zusätzlich hervorgehoben und inszeniert.

Arriola & Fiol , EGKK Landschaftsarchitektur — Neugestaltung Wagramer Straße

MATERIALITÄT Durch die Auswahl eines einheitlichen Belages (Betonwerkstein) für die Boulevardflächen entsteht ein homogen erlebbarer Stadtraum. Betonwerkstein als langlebiges Material schafft Identität und fügt sich gut in den städtischen Kontext ein. Es werden zwei verschiedene Formate (60×30, 60×60; sandfarben) mit griffiger Oberfläche verlegt. Für die Radwege und die Fahrspuren am Czernetzplatz wird Colorasphalt (beige) vorgeschlagen. Spezielle Bereiche wie wegbegleitendes Spiel, Schanigärten etc. folgen der Material-Farbpalette und werden in EPDM, Terraway bzw. wassergebundene Decke (jeweils in ockerfarben) ausgeführt.

Arriola & Fiol , EGKK Landschaftsarchitektur — Neugestaltung Wagramer Straße

MATERIALITÄT Durch die Auswahl eines einheitlichen Belages (Betonwerkstein) für die Boulevardflächen entsteht ein homogen erlebbarer Stadtraum. Betonwerkstein als langlebiges Material schafft Identität und fügt sich gut in den städtischen Kontext ein. Es werden zwei verschiedene Formate (60×30, 60×60; sandfarben) mit griffiger Oberfläche verlegt. Für die Radwege und die Fahrspuren am Czernetzplatz wird Colorasphalt (beige) vorgeschlagen. Spezielle Bereiche wie wegbegleitendes Spiel, Schanigärten etc. folgen der Material-Farbpalette und werden in EPDM, Terraway bzw. wassergebundene Decke (jeweils in ockerfarben) ausgeführt.

Arriola & Fiol , EGKK Landschaftsarchitektur — Neugestaltung Wagramer Straße

Arriola & Fiol , EGKK Landschaftsarchitektur — Neugestaltung Wagramer Straße

Arriola & Fiol , EGKK Landschaftsarchitektur — Neugestaltung Wagramer Straße

Arriola & Fiol , EGKK Landschaftsarchitektur — Neugestaltung Wagramer Straße

Borgo degli aceri - Paolo Bon, Sandro Stefanini

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Il progetto prevedeva la realizzazione di 13 residenze unifamiliari. Durante la realizzazione, il costante dialogo con l’impresa investitrice ha consentito una trasformazione del progetto nella direzione di una sempre maggiore caratterizzazione e di una sempre maggiore efficienza energetica. Le ultime due ville hanno ottenuta la classificazione in classe A del protocollo Klimahaus

Paolo Bon, Sandro Stefanini — Borgo degli aceri

low cost fronte sud

Paolo Bon, Sandro Stefanini — Borgo degli aceri

Ingresso

Paolo Bon, Sandro Stefanini — Borgo degli aceri

low cost fronte nord

Neugestaltung Wagramer Straße - WES & Partner, Wolfgang Betz

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Stadträumliche Struktur Stadt-Raum-Konzept

Die Wagramer Straße – als „Lebens-Achse“– verbindet den Kagraner Platz mit der Alten Donau. Sie wird mit dem Czernetzplatz zur neuen Lebens-Achse Wagrams, sie wird die Lebensader werden. Daher legen wir größten Wert auf die klare strukturelle Ordnung des Stadtraumes über Linearität bzw. Raster von Baumpflanzungen. Die eindeutige Grundstruktur ist die Voraussetzung für die Vielfalt im Detail. So „führt“ die Linearität der Baumreihen entlang der Wagramer Straße zwischen Steigenteschgasse und Siebeckstraße, gleichzeitig dominiert das Baumraster den gesamten Straßenraum im Sinne der großen historischen Baumplätze. Geschnittene Heckenkörper erzeugen durch Addition ein ruhiges weites Heckenparterre, geben dem Raum Charakteristik und Atmosphäre, nehmen den Verkehr optisch und subjektiv zurück. Der Czernetzplatz und das Platzmotiv der Siebeckstraße sind konsequent in die Systematik der übergeordneten Baum- und Stadt-Raumstrukturen integriert.

WES & Partner, Wolfgang Betz — Neugestaltung Wagramer Straße

Sozialräumliche Konzeption

Rhythmus und Komposition der vorgeschlagenen Motive berücksichtigen konsequent – bieten daher in ihrer Vielfalt – qualitätvolle Aufenthaltsmöglichkeiten für unterschiedlichste Nutzergruppen: Einkaufende, Passanten, Besucher, Angestellte und Anwohner, Jugendliche und ältere Menschen. Durch die Verflechtungen und Überlagerungen der Motive sowie die Einbindung in den Gesamtraum entsteht ein positives Miteinander innerhalb des gesamten Wettbewerbsgebietes. Der Entwurf bietet konsequent behindertengerechte Räume und Elemente, er integriert auch das Thema Gender Mainstreaming.

WES & Partner, Wolfgang Betz — Neugestaltung Wagramer Straße

Die Planungsphilosophie – Die Story

„Chagaran“, der „Wogenrand der Donau“, wir inszenieren den genussvollen Spaziergang, auf dessen Weg am „Wogenrand“ man immer wieder kleine Kostbarkeiten findet, die die Sehnsucht angespült hat… und deren Fund das Herz lächeln lässt… So wird der Weg entlang der Siebeck-und der Wagramer Straße, weiter über die Plätze, zum „schönen Spaziergang“, zum Spaziergang über eine Flaniermeile, die immer wieder Bezug nimmt zur Donau, die Wassermotive, von Fontänen bis zum Wasserfilm und zu Trinkbrunnen bietet, die kostbar glänzende Elemente wie das spiegelnde Oval oder den offenen Ring entdecken lässt, und die immer wieder einlädt, zu Ruhe, zum Verweilen, denn all diese Orte zeigen ihre eigene Identität, ihre eigene Atmosphäre. Ob mit frei aufgestellten Sesseln oder integrierten Sitzmotiven. Der Weg ist kurzweilig, selbst die Entfernung zum Kagraner Platz wird aufgelöst. Neue Cafés und Restaurants beleben ergänzend. Das Motiv der Wogen wird abstrahiert und findet sich in der parallelen Liniengrafik des Belages und der wellenartigen Topografie der Rasenflächen am Czernetzplatz wieder Der öffentliche Raum wird durch diese Konzeption zum Ort der Begegnung. Er fördert das Miteinander. Bietet mit einem klaren ästhetischen Erscheinungsbild Sicherheit und Orientierung.

WES & Partner, Wolfgang Betz — Neugestaltung Wagramer Straße

Siebeckstraße

Geprägt durch fantastische große Platanen wird entlang der Siebeckstraße ein linearer Platz ausgebildet, es entsteht ein neuer Aufenthalts- und Flanierraum. Wünschenswert wäre die Organisation der Geschäfte hier nach außen. Bänke mit Rücken- und Armlehnen stehen wie selbstverständlich unter den Platanen. Vor dem Standesamt entfaltet sich ein charmanter Platz, der den idealen Rahmen für Hochzeitsgesellschaften bietet. Von der Fahrbahn abgeschirmt, bietet die Fontänenreihe vor einer geschnittenen Hecke eine Kulisse, die den Ort optisch und akustisch bereichert. Das Zentrum bleibt frei, locker aufgestellte Sessel laden zum Verweilen ein. Neue Gastronomie mit Schanigärten wären hier ebenfalls wünschenswert. Die Rampe erhält statt des Geländers eine Wandscheibe und wird in Materialität zum Teil des Platzes. Der Betonsockel der Brücke wird ebenfalls verkleidet. Südlich der Wagramer Straße verlängert der vorhandene Platz mit Brunnen und Skulptur das lineare Platzmotiv.

Wagramer Straße Bereich Donauzentrum

Bezogen auf die Raum- Struktur wird der gesamte Raum bis zur Südseite organisiert. Durch die Einbindung der Arkade entsteht ein sehr interessanter Raum, ein neues Innen und Außen. Die einzelne Baumreihe steht im Dialog mit den Säulen der Arkade. Im Übergang zur zweiten Baumreihe öffnet sich der Raum, hier liegt ein poetisches poliert glänzendes Oval, wie ein Schmuckstück, das zeitweise mit einem Wasserfilm überzogen ist, zeitweise als Sitzobjekt und Spielobjekt dient. Im Bereich der Haltestelle entsteht eine lineare Skulptur, die die Nutzer in die Kunst einbezieht. Die Anordnung von Einzelsesseln in Reihe erzeugt einen besonderen, spannungsvollen Ort. An dieser Stelle wird auch immer wieder Bezug genommen, sowohl auf die innere Struktur des Donauzentrums als auch auf die Raumachsen und den kleinen Platz zwischen Finanzamt und Polizei. Ein wegbegleitender Klang-Ort, der skulptural geformt, aus dem Boden wächst, eine Assoziation an die Uferlandschaft und die geologischen anstehenden Kiesterrassen darstellt, sucht die Neugier der Nutzer, ist Aufenthaltsort und dient als wegbegleitender Spielort. Auf dem weiteren Weg ein Trinkbrunnen, auf der gegenüberliegenden Straßenseite wird ein Ort für Kunst vorgeschlagen.

Czernetzplatz

Neues Zentrum. Platz und Park. Großzügig im Maßstab, charmant im Detail. Der zentrale Bereich zur Wagramer Straße nimmt die umliegenden Räume auf und wird so zu einem großen multifunktionalen Platz. Ein 4,50m breiter, polierter Ring schafft ein Zentrum, lässt es gleichzeitig offen. Sitz-, Liegeobjekt. Schmuckstück, Kommunikations-, Erlebnisraum. Temporäre Bühne. Das Fontänenfeld in der Mitte lässt sich zeitweise steuern. Ist attraktiver Kommunikationsraum für Jung und Alt. An den Rändern in die Hecken integriert, lange Bankelemente, die Rücken- und abschnittsweise auch Armlehnen haben. Die Stadt-Loggia schafft den Rahmen. Eine klare Geste, hoch, offen, einladend. Segel überspannen den Himmel, sie verbindet die Wagramer Straße mit dem Czernetzplatz, fließend, schafft gleichzeitig den Filter und den eigenen Ort. Möblierung darunter. Der elegante Belag aus hellen ocker getönten Betonplatten, mit grau poliertem Raster aus 10X10cm Naturstein-Quadraten, erzeugt eine hochwertige Atmosphäre. Wie ein großer Wohnzimmer-Teppich lädt die Fläche ein, bietet vielfältige Sekundärräume. Was für ein Ort. Wenn der Ring als Bühne temporär geschlossen wird, bildet die Stadt-Loggia den spannenden Rahmen und Hintergrund. Die Bestuhlung kann terrassiert im Park organisiert werden. Für Filmvorführungen benötigt man nur die Leinwand vor der Loggia zum Park, eine großartige Szenerie. Der Park wird zum Theater, zum Kinoraum.

Czernetzpark

Der Park selbst bleibt schlicht, extrem malerische Bäume schaffen eine poetische Atmosphäre. Wege werden zu sich öffnenden Plätzen, in ihrer Folge individuell und erzählerisch. Die Rasenlandschaft ist sanft modelliert, abstrakte Wogen des Donaurandes. Ideal als Liege- und Spielwiese. Die seitlichen Aufkantungen entfalten sich zu Sitz- und Liegeflächen. Mit den Bänken und Sesseln gegenüber entstehen kleinere charmante Aufenthalts- und Kommunikationsräume. Alle Gehrelationen sind integriert. Der Park funktioniert wie ein begehbares Bild, man bewegt sich innerhalb einer Komposition zwischen Linien und punktueller Verdichtung, zwischen malerischen vertikalen und präzisen horizontalen Linien. Ein Ort für eine große Skulptur ist vorgeschlagen, Trinkbrunnen und Spielelemente schaffen Orte und ergänzen.

Wagramer Straße Bereich Lenkgasse

Beide Seiten der Fußgängerbereiche bieten mit ihrer großzügigen Breite Qualitäten zum Aufenthalt und zum Verweilen. Der Rhythmus der Baumreihen wird genutzt, zwischen den Stämmen sind, gegenüber gestellt, Bänke mit Rücken- und Armlehnen positioniert. Die grünen Pflanzinseln auf Privatgrundstück werden als geschnittene Heckenkörper in das Konzept integriert. Vor den beiden Gebäuden, die aus den Mitteln der Wiener Wohnbausteuer 1926 errichtet wurden, öffnet sich der Raum zu einem kleinen Platz, da die innere Baumreihe vorher endet. Hier stehen einige steinerne Tische, die als Ort der Kommunikation und des Aufenthalts dienen. Trinkbrunnen und wegebegleitendes Spiel sind ebenfalls integriert. Grundsätzliches Alle Hauptgehrelationen sind berücksichtigt und in das Konzept integriert. Leitstreifen für Sehbehinderte und Behinderte Menschen sind zurückhaltend einzufügen.

Möblierung

Im Wesentlichen werden Sitzmöbel mit Rücken- und Armlehnen eingesetzt, die Anordnung ist kommunikationsfördernd und flexibel.Wegbegleitendes Spiel: in Bezug auf die ausgewählten Elemente liegt die Betonung auf Förderung der sinnlichen Erfahrung und Wahrnehmung durch Spiel Schanigärten Die Raumproportionen und Abstände zwischen Fassaden, Bäumen, Bänken und weiteren Ausstattungen ermöglichen problemlos die Anordnung von Schanigärten innerhalb der Struktur. Kunst Das Thema Kunst begleitet innerhalb des Wettbewerbsgebietes. Die Motive der Ausstattung bieten künstlerische Ansätze. Besondere Orte sind im Plan vorgeschlagen. Die Beleuchtung unterstützt das Gesamtkonzept, die grundsätzliche Struktur. Alle Bereiche werden über hohe Mastleuchten hell, gleichzeitig energieoptimiert in LED Technik, ausgestattet. n den Hauptgehrelationen entsteht dadurch Orientierung, Überblickbarkeit und Sicherheit. Die Ideen und Anregungen der Bürger wurden untersucht. Das Konzept verfolgt bei aller Eigenständigkeit das Ziel, die grundsätzlichen Wünsche zu integrieren. Aufgrund der einfachen Struktur verfolgt das Konzept eine strenge Ökonomie, Rahmenbedingungen und Normen sind eingehalten.

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