INQUADRAMENTO URBANO
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© Ilaria Cotrufo . Published on October 23, 2014.
L’area dell’ Ex-Galoppatoio, collocata a est del centro storico di Foggia, si può definire
un’area strategica per il nucleo urbano del capoluogo dauno. Essa è infatti ubicata all’interno di una rete di parti significative di varia valenza: al confine nord dell’area la Villa Comunale ottocentesca, nei pressi della Stazione Ferroviaria; a est alcuni capannoni della ferrovia, il nuovo quartiere fieristico e la cittadella dell’economia; a
sud una zona residenziale di una certa densità; a ovest l’ex-galoppatoio e l’Università, posta
all’interno di alcuni edifici dell’ex-IRIP.
L’area oggetto di concorso rappresenta dunque una importante cerniera, sia dal punto di vista morfologico, costituendosi come un’interfaccia tra il tessuto urbano del centro storico di Foggia e la zona
periferica sud-est, che dal punto di vista funzionale, aprendosi a un mix eterogeneo e complesso.
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© Ilaria Cotrufo . Published on October 23, 2014.
LINEE GUIDA DELL’IDEA PROGETTO
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© Ilaria Cotrufo . Published on October 23, 2014.
• Legame con la Villa Comunale esistente: il progetto vuole considerare come privilegiato il rapporto con la villa ottocentesca, costituendosi come una “continuità verde” che intende generare un nuovo sistema di relazioni, funzionali, architettoniche e sociali, in grado di ricucire e valorizzare le potenzialità più significative del contesto.
• Parco urbano con funzione di collegamento tra le infrastrutture limitrofe
(Fiera dell’Agricoltura, Cittadella dell’Economia, Università, Zona residenziale).
Il Parco vuole costituirsi come raccordo con le funzioni esistenti e configurarsi
come coacervo di percorsi e di attraversamenti, fisici e visivi. Tali percorsi sono
caratterizzati da varie configurazioni, a seconda delle relazioni che questi intrattengono con il
contesto (percorsi a raso su parterre, su pavimentazioni artificiali, su sterrato, percorsi
sopraelevati e attraversamenti pedonali su passerelle sospese), ma anche in relazione
all’effetto visivo che intendono riprodurre.
• Messa in evidenza e protezione delle zone archeologiche esistenti e future. L’area sotto il livello urbano difatti contiene il suo secondo volto, più autentico e antico, legato
alla cultura neolitica, le cui testimonianze riaffiorano in superficie, organizzate in un sistema
di aree archeologiche protette che consentono una fruizione agevole da parte dei visitatori.
• Movimentazione della superficie pianeggiante dell’area con terrapieni e
scavi, nel rispetto dello strato archeologico sottostante. La caratterizzazione degli spazi
del Parco avviene anche attraverso la modificazione dell’orografia del terreno allo
scopo di evidenziare e circoscrivere determinate aree tematiche e di incanalare i
percorsi lungo le direttrici privilegiate.
• Morfologia del Parco che riprende le forme tipiche della civiltà neolitica (il
cerchio, l’ellisse, le linee curve, il “recinto”, il “limite”) e delle attività di scavo
archeologico (orografia del Parco a “strati”, creazione dei sistemi “frammenti”, evocativi dei ritrovamenti ceramici). La movimentazione del terreno, così come la sistemazione di particolari essenze vegetazionali e di elementi architettonici, intende rievocare alcune morfologie tipiche della civiltà neolitica: la presenza di figure geometriche semplici (la linea curva, il cerchio che “contiene”, o “protegge”, o
“confina”), simboli in molti casi di un ordine superiore, cosmologico e divino.
La concezione dell’orografia del Parco riprende il concetto della stratificazione, intesa nella valenza archeologica dello scavo, della discesa dunque verso il basso. Procedere verso le radici profonde
coincide con la ricerca delle origini, intese come un viaggio a ritroso nel tempo: così come l’archeologo, attraverso il suo lavoro, ricerca testimonianze in grado di dare testimonianza della storia, anche il visitatore del Parco troverà nei “frammenti” fuori scala, i segni che gli ricorderanno il passato, dunque le sue origini.
• Suddivisione del Parco in sotto aree funzionali: le diverse funzioni e caratteristiche delle zone circostanti il Parco suggeriscono la creazione di
sottosistemi funzionali che di volta in volta si interfacciano con il contesto urbano
esistente. A questi coincidono diversi trattamenti superficiali e morfologie: lo scopo è quello di
rendere più semplice l’orientamento dei visitatori e amplificare la percezione di un’area organizzata e versatile, vissuta in ogni sua parte. Gli ambiti
funzionali principali sono: il Parco Archeologico, i sistemi di frammenti (organizzati nella forma di giardini tematici lungo via Galliani), un’area concerti, il galoppatoio, i sistemi di frammenti/isolotti lungo viale Guglielmi, i sistemi di frammenti lungo viale Fortore, la piazza centrale del parco, e le aree a parcheggio.
DESCRIZIONE DELLA SOLUZIONE PROGETTUALERAPPORTO CON IL CONTESTO: CONNESSIONI E SOTTOSISTEMIFUNZIONALI
• Accessi principali e secondari
L’accessibilità al Parco si struttura secondo una volontà che intende renderlo permeabile ai
flussi dei visitatori, considerando una doppia tipologia di accessi al parco: la prima con funzione di attraversamento (utilizzato quindi per
bypassare l’area), la seconda con funzione di ingresso
vero e proprio (con funzione rappresentativa e utilizzata dai fruitori veri e propri del parco). Il parco intende costituirsi come la naturale prosecuzione della villa comunale, distinguendo zone a forte permeabilità da altre con un’accessibilità limitata o del tutto assente (dove viene comunque garantita la permeabilità visiva). Sono stati scelti come
ingressi privilegiati quello su via Galliani, a nord-ovest del piazzale antistante l’ingresso
alla villa, e quello a sud, di fronte alle zone residenziali esistenti su viale Guglielmi.
Entrambi assolvono la funzione di accesso-ingresso e di accesso-attraversamento, essendo situati lungo la direttrice principale dei flussi di visitatori ipotizzati. Altri ingressi (a raso) sono stati previsti sia lungo viale Fortore, che lungo viale Guglielmi, e consentono di connettere le varie zone funzionali limitrofe al parco con zone opposte, consentendo dunque
l’attraversamento diretto del parco. Altri ingressi sono costituiti dai due attraversamenti
pedonali sospesi (lungo via Galliani) che connettono rispettivamente la villa comunale e il
Teatro Mediterraneo, consentendo un accesso sicuro in quota. I due attraversamenti confluiscono in un sistema di passerelle sospese che gradualmente discendono alla quota urbana, offrendo la possibilità di percezioni alternative e allo stesso tempo di
cogliere dall’alto l’intera estensione del parco. In generale, i punti di accesso sono pensati sempre come elementi di continuità, lungo i limiti dell’area, essendo segnalati da elementi naturali o artificiali sempre diversi e che, per facilitare
l’orientamento dei visitatori, distinguono un ingresso dall’altro.
• Parcheggi_
Il contesto in cui nasce il parco è già urbanizzato e le sezioni stradali evidenziano la presenza di numerosi posti auto preesistenti. Tuttavia, prevedendo nel parco
l’inserimento di funzioni con un afflusso consistente di visitatori (l’area concerti e l’area archeologica), è parso opportuno inserire due nuove aree parcheggio
(rispettivamente su viale Fortore e su viale Guglielmi) dalle quali si aprono i principali ingressi al parco.
• Posizionamento dei sottosistemi funzionali_
La scelta delle funzioni del parco è legata anche alla loro collocazione, rispettivamente alle zone di affaccio corrispondenti. Il tentativo è di creare un
“dialogo” con l’esistente e di contribuire a formare non un’entità autonoma, ma uno
spazio che cerca di inserirsi in un panorama già consolidato completandolo
e migliorandolo tramite connessioni e funzioni nuove. L’area dedicata al parco archeologico, nella fascia centrale del parco, risulta dalla collocazione dei saggi archeologici già eseguiti negli anni, la cui estensione si prevede possa essere estesa secondo necessità, l’area concerti invece è stata disposta all’angolo nord-est, in prossimità del preesistente Teatro Mediterraneo (ipotizzando manifestazioni anche congiunte). La collocazione deriva anche dal fatto che si tratta della parte meno urbanizzata e pertanto più idonea ad attutire l’impatto acustico di
manifestazioni canore. I sistemi di frammenti, sia in
prossimità dell’ingresso a nord che degli ingressi a sud, essendo morfologicamente costituiti da elementi fuori scala e in rilievo, vogliono rappresentare un confine fisico ma anche dei landmarks visivi, oltre che
funzioni: aree gioco per bambini,
uno skate park, giardini tematici, giochi d’acqua; spazi immediatamente fruibili dal pubblico senza doversi necessariamente addentrare nel parco.
GENESI MORFOLOGICA DEL PARCO: IL SEGNO, LA
STRATIFICAZIONE, LA FRAMMENTAZIONE
La morfologia del Parco è un esplicito riferimento a due suggestioni prevalenti:
- La civiltà neolitica, caratteristica di Foggia e dell’antica Daunia.
Il territorio in cui sorge Foggia presenta numerosi reperti di età neolitica, in particolare gli scavi scoperti nell’area dell’ex-galoppatoio, richiamerebbero la tipologia del tipico villaggio neolitico, costituito da un impianto circolare, delimitato da terrapieni o canali concentrici. La suddivisione di questi, in sotto-aree di forma semicircolare, o a “C”, detti
compounds, rappresentava il centro dell’abitazione (solitamente su pali), e delimitava un fossato all’interno del quale venivano raccolte le
acque piovane necessarie ad abbeverare gli animali domestici. Le forme circolari erano spesso anche utilizzate in riferimento a visioni legate alla cosmologia, agli astri e dunque alle divinità, difatti queste ricorrevano sia nella forma degli impianti urbani che nelle decorazioni dei singoli oggetti. Anche la stessa decorazione degli utensili, come risulta dai ritrovamenti, disegnava trame geometrizzanti e antropomorfe come a rievocare immagini e significati da affiancare ai riti propiziatori legati al culto della terra, alla fertilità e alla Dea Madre.
- L’attività di scavo archeologico e il significato di ricostruzione della storia di un luogo.
Lo scavo archeologico rappresenta concretamente la ricerca del passato e delle radici di un luogo attraverso la successiva ricerca ed escavazione di ogni singolo strato di terreno, corrispondente a diverse epoche temporali. Scavare e scendere in
profondità significa dunque andare a ritroso nel tempo e quindi materializzare lo scorrere dello stesso attraverso la terra, rendere visibile ciò che è invisibile. Lo scavo archeologico fa venire alla luce manufatti prodotti dall’uomo, frammenti di oggetti la
cui ricomposizione ci restituisce uno spaccato della vita quotidiana in una data epoca e civiltà. Da queste suggestioni derivano i tre elementi che caratterizzano il disegno del Parco:
- il segno
Il neolitico produce manufatti ricchi di simboli e di segni geometrici che evocano immediatamente determinate suggestioni dell’uomo preistorico. Il
segno, elemento fondativo del progetto, viene utilizzato nel Parco come traccia del
riconoscimento (le quinte urbane lungo viale Guglielmi e viale Fortore, le passerelle
sospese lungo via Galliani e viale Fortore), come elemento di suddivisione degli spazi
(le forme concentriche dell’area concerti e del galoppatoio), ma anche come trama degli spazi
stessi (le geometrie dei giardini tematici nei frammenti).
- la stratificazione
L’idea della stratificazione si manifesta tramite gli strati omogenei a quote diverse, così le curve di livello diventano evocative di una stratigrafia archeologica che richiama il tempo, e dunque rappresenta il parametro costante del rapporto fra l’uomo contemporaneo e l’uomo del passato. Il visitatore vive quindi continuamente nel parco un rapporto verticale fra tempo presente ed epoche remote,
e questo rapporto diviene diretto e fisicamente visibile nella zona archeologica dove
gli scavi mettono a nudo la stratigrafia vera del sito, facendo riaffiorare, attraverso i frammenti, l’era neolitica.
- la frammentazione
Il ritrovamento archeologico, frammentario, incompleto, scomposto, assume quindi il compito di un contatto tangibile col passato del luogo, con la civiltà e la cultura di quelle popolazioni scomparse. Nel progetto si punta dunque all’emersione dei frammenti, evocativi dei pezzi di terracotta che, tramite la loro ricomposizione, sono in grado di fornirci immagini, informazioni utili per stendere un contatto col passato. E’ quello che avviene nelle aree del parco in cui questi frammenti, divenuti macro-sculture, emergono dallo strato sottostante e diventano protagonisti di questo legame temporale e simbolico. Il concetto di frammentazione si estende quindi in senso lato anche alla “frammentazione fisica” del parco, manifestandosi attraverso macro zolle funzionali e micro aree omogenee, tutte comunque legate da un filo comune.
MORFOLOGIA DEL PARCO: MOVIMENTAZIONE DEL TERRENO,
ELEMENTI ARTIFICIALI, ELEMENTI NATURALI
L’idea di stratificazione,di frammentazione e di rapporto fra profondità e tempo si esplicita anche attraverso l’orografia del terreno. Il tentativo di movimentare la superficie piana si lega alla volontà di creare dei sotto ambiti fisicamente distinti tramite differenze di quote che, sia pure minimali, aiutano la comprensione del disegno e la distinzione fra le aree funzionali. Le dune e i terrapieni, che evocano quelli predisposti a difesa dei villaggi neolitici, costituiscono dei limiti (come dei confini visivi) e intendono separare le sotto aree funzionali. L’area concerti e il galoppatoio difatti, sono pensati come delle piccole conche bordate da terrapieni, l’area archeologica e la zona dei frammenti a nord-est rappresentano invece delle grandi dune. La stratigrafia del parco tende comunque a evidenziare una “discesa” verso la piazza centrale, considerata il baricentro del progetto, dalla quale si accede visivamente e fisicamente all’area archeologica, culmine del percorso a ritroso nel tempo (è qui che si registra la quota più bassa del progetto). In alcuni ambiti gli “strati” si presentano come degli oggetti artificiali, esprimendo il tentativo di simulare la morfologia del materiale lapideo o argilloso, e allo stesso tempo intendendo riprodurre un limite, come una sorta di “contenimento” visivo.
TIPOLOGIA DEGLI SPAZI ARTIFICIALI
•PERCORSI“SUGGERITI”MA NON DEFINITI
Il sistema dei percorsi e degli spazi artificiali all’interno del parco è costruito in
modo da non segnare in maniera netta la superficie del terreno. I percorsi hanno un carattere “morbido”, le superfici di questi percorsi sono di rado completamente dure, spesso anzi tendono a “sfumare” da una superficie tutta artificiale ad una superficie
completamente naturale. Nonostante ciòè possibile leggere una gerarchia fisica dei percorsi che, seguendo gli assi principali di percorrenza fino alla piazza centrale partono con un carattere artificiale e via via tendono a smaterializzarsi lungo i bordi lasciando sempre più spazio al verde che penetra nei percorsi stessi. L’effetto che si vuole riprodurre è quello di creare un continuum visivo: più che imporre un tragitto, il progetto “suggerisce” dei percorsi con l’ausilio anche delle barriere verdi.
•PIAZZA CENTRALE E AREE DI SOSTA
L’area centrale, rappresentata dalla piazza antistante l’ingresso all’area archeologica, è il fulcro
del parco, ne costituisce il vero e proprio baricentro. Si tratta di un elemento riconoscibile, all’interno del quale si trovano sedute, essenze puntuali,
oggetti d’arte e light design. La piazza, alla quota più bassa dei percorsi è dunque il cuore del Parco, essa rappresenta lo snodo per raggiungere tutte le zone più periferiche ed è il punto di vista privilegiato per osservare l’area archeologica. Nel parco sono presenti altri punti di sosta, di varia natura: sedute stabili previste negli spazi più artificiali, sedute libere nei parterre, gazebi in legno, aree per la lettura, zone per il pic-nic, ecc.
•PASSERELLE
Le passerelle sopraelevate costituiscono delle varianti sia dei percorsi che degli ingressi al parco e rappresentano un sistema autonomo, un “segno” ben riconoscibile, un limite, una barriera, ma anche una connessione, un flusso. Sono passerelle
pedonali e ciclabili in acciaio che, oltre all’attraversamento di via Galliani, offrono un
percorso alternativo sopraelevato che permette di osservare il parco da un punto di vista diverso e in grado di offrire una differente percezione dei sensi rispetto alla quota urbana. Le passerelle hanno anche la funzione di segnalare il parco dall’esterno, ma anche di racchiuderlo e contenerlo dall’interno.
TIPOLOGIA DEGLI SPAZI NATURALI:
•CRITERI GENERALI NELLA SISTEMAZIONE DEL VERDE
La componente vegetale del parco assume notevole importanza in quanto costituisce in gran parte l’”alzato” della composizione. I criteri seguiti per la
collocazione delle essenze rispecchiano la morfologia del terreno e la suddivisione in aree funzionali con il preciso scopo di mettere in evidenza in elevato ciò che è definito in planimetria. I filari di alberi che insistono sui bordi delle macroaree, segnalano
l’andamento dei percorsi principali, essi tuttavia hanno anche la funzione di contenere le aree funzionali
ben definite (come nell’area concerti), costruendo dei fronti che, pur non costituendosi come un limite
fisico, intendono riprodurre una barriera visiva. Gli arbusti, al contrario, in molti punti assumono la funzione di bordura e di limite non visuale ma fisico: un esempio sono le siepi sistemate intorno all’area archeologica che pur non impedendo al visitatore di oltrepassare con lo sguardo il limite dell’area, non gli consentono tuttavia di avvicinarsi ai bordi della zona archeologica, fungendo così da parapetto naturale.
Piante e arbusti concorrono all’assetto dei giardini cromatici e mediterranei dove la sistemazione avviene seguendo sia un criterio formale (creazione di un disegno secondo una geometria che riproduce l’effetto di una natura antropizzata ma anche attraversoo l’uso del colore), sia secondo un criterio botanico (effetti formali derivanti dalla geometria, dai volumi delle essenze e dal loro ciclo di vita).
•TIPOLOGIA DI AREE VERDI (prato, giardini tematici e geometrici, macchie arboree)
La superficie a verde assume nel parco urbano una duplice finalità: affermare il carattere dell’area intesa in continuità con la villa comunale e quindi come ampliamento del “polmone verde” del centro urbano, adeguare la presenza del verde al carattere comunque urbano del parco inteso come elemento di completamento e giuntura del tessuto urbano esistente.
A queste due finalità risponde il progetto attraverso due scelte: la presenza di grandi superfici a verde e la tendenza a geometrizzare queste superfici verdi per
accentuare il legame con gli elementi artificiali, siano essi singoli oggetti e spazi artificiali o edifici circostanti. Queste scelte si concretizzano in più tipologie di spazi verdi:
- PARTERRE: superfici ricoperte da manto erboso, utilizzato prevalentemente nell’area concerti e in tutte le zone di contorno alle superfici pavimentate e a quelle differentemente caratterizzate (frammenti, bacini, percorsi e zone di sosta)
- GIARDINI MEDITERRANEI E GIARDINI CROMATICI: aree caratterizzate da una geometrizzazione delle essenze e/o sistemazione delle stesse secondo un disegno riconoscibile. Queste sono collocate prevalentemente nei sistemi di frammenti caratterizzando alcune delle “camere urbane”.
- ELEMENTI PUNTUALI NATURALI/ARTIFICIALI: sono oggetti costituiti da una struttura artificiale in acciaio, disegnata a forma di conoide, sistemati in
alcune parti del parco secondo una maglia ortogonale. Tali strutture servono da supporto per lo sviluppo e la crescita di essenze rampicanti, e intendono creare una
commistione fra essenze naturali e design di oggetti artificiali accentuando il carattere urbano del parco.
- AREE CON ALBERI E ARBUSTI: sono zone caratterizzate dalla presenza di elementi verticali quali alberi e arbusti che hanno la funzione di limite, in alcuni casi solo visivo o fisico, in altri manifestando entrambe le valenze. Essi servono in prevalenza a delineare, a segnalare, a contenere, a recintare.
•TIPOLOGIA E CARATTERISTICHE DELLE ESSENZE UTILIZZATE
Le essenze utilizzate rispondono a tre criteri di scelta:
- Compatibilità delle essenze col clima mediterraneo di Foggia.
- Essenze anche inusuali non necessariamente autoctone, ma ambientate nell’habitat del sito, che costituiscono motivo di attrazione e varietà per i visitatori.
- la dimensione delle essenze, soprattutto dal punto di vista dell’apparato radicale, in modo da non intaccare lo strato archeologico sottostante all’interno parco.
•BACINI
Nel parco assume la funzione di elemento neutro che fa da sfondo alle emergenze formali circostanti. L’acqua, diventa però anche un elemento che completa la percezione del paesaggio del parco e lo anima attraverso il tentativo di rendere interattivo il rapporto fra l’elemento e il visitatore. Per questo l’acqua assume di volta in volta il ruolo di contenitore di oggetti (il bacino su via Guglielmi che contiene i frammenti), di elemento dinamico (movimenti dovuti a salti di quota nel bacino su via
Galliani), di elemento ludico che interagisce in modo “artistico” e originale con i visitatori (fontane animate, elementi scultorei, giochi d’acqua). Dal punto di vista impiantistico, i bacini, che costituiscono all’occorrenza la riserva idrica del parco,
vengono mossi e alimentati da una serie di pompe idrauliche; l’impianto di irrigazione
assicura invece il corretto mantenimento e una ottimale gestione delle aree verdi.
FUNZIONI
•SISTEMA DI CAMERE URBANE (INGRESSO NORD-OVEST)
•AREA CONCERTI
•AREA ARCHEOLOGICA
•GALOPPATOIO
•SISTEMA DI FRAMMENTI NEL BACINO SU VIALE GUGLIELMI
•SISTEMA DI FRAMMENTI SU VIALE FORTORE
•AREE GIOCO
•PISTA CICLABILE
•AREE A PARCHEGGIO
MATERIALI E TECNOLOGIE UTILIZZATE:
TIPOLOGIA DEL RIVESTIMENTO NELLE ZONE PAVIMENTATE
La pavimentazione all’interno del Parco è stata pensata come un elemento artificiale ma che tuttavia tende a smorzare la percezione dura e materica fondendosi al verde. L’effetto che si vuole ottenere è quello di una superficie in grado di rimandare sempre ad un carattere naturale proprio del Parco stesso. Gli elementi che compongono la piazza e i percorsi di accesso principali sono costituiti da lastre in calcestruzzo vibrato, prefabbricate per esterni. Queste sono pensate come degli elementi di colore chiaro, smorzate dalla presenza di parterre intermedio e tendono a sfumare via via scomparendo a favore di totali superfici verdi.
TIPOLOGIA E MATERIALI DELLE PASSERELLE
Il sistema delle passerelle, pensato in prevalenza lungo via Galliani, quindi a ridosso della Villa Comunale ma anche lungo un tratto di Viale Fortore, è pensato per fornire quei collegamenti aerei, indicati dal bando. Le passerelle, progettate in metallo, hanno un disegno architettonico snello e leggero, esse favoriscono l’idea di trasparenza e permeabilità con le presenze vegetazionali del Parco stesso.
SISTEMA DI RECINZIONE DELL’AREA ARCHEOLOGICA
La recinzione dell’area archeologica, oltre che essere affidata a barriere naturali, è pensata in corrispondenza dell’accesso anche come elemento ornamentale e leggero. Il cancello di ingresso è stato ipotizzato come un elemento di metallo traforato che richiama i motivi decorativi, propri del neolitico, e che nella sua permeabilità consente sia di mettere in sicurezza l’area che allo stesso tempo di poterne fruire la vista.
CARATTERISTICHE E MATERIALI DELLE QUINTE URBANE
Il sistema delle quinte urbane è stato previsto lungo due margini principali del Parco: uno su Via Gugliemi, in corrispondenza del Galoppatoio, l’altro su Viale Fortore. Entrambi sono pensati come degli elementi che, oltre a costituire una barriera acustica ai
rumori provenienti dal traffico, arredano e caratterizzano i bordi, prestandosi anche ad
una visione in velocità. Tali lastre sono state ipotizzate in acciaio corten, lavorato con
dei trafori piccoli e frequenti, in modo che si mantenga sempre la possibilità di traguardare oltre.
CARATTERISTICHE GENERALI IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE
L’impianto di illuminazione può essere suddiviso in tipologie funzionali, aderenti alle specificità proprie del complesso architettonico. Tali tipologie possono essere così descritte:
• Illuminazione diffusa, relativa alle aree generali. In un parco accessibile durante tutto l’arco della notte, la luce può essere sinonimo di sicurezza, per cui l’impianto è progettato per garantire un livello di illuminamento medio pari a 25 lux.
• Illuminazione percorsi e segnalazione. Il progetto illuminotecnico proposto permette il semplice orientamento e la sicurezza per gli utenti del parco.
• Illuminazione d’accento. La luce è un elemento architettonico: la scelta corretta dell’illuminazione dona un valore aggiunto agli elementi del parco, ai reperti archeologici, alla vegetazione e alle sculture.
• Illuminazione funzionale, per le aree concerto e l’ippodromo.